Migrazioni e sviluppo: vulnerabilità e potenzialità - Cnr
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Migrazioni e sviluppo: vulnerabilità e potenzialità Andrea Di Vecchia, Lorenzo Genesio Istituto di Biometeorologia, Consiglio Nazionale della Ricerca Maurizio Bacci, Valentina Sorbi e Vieri Tarchiani Fondazione per il Clima e la Sostenibilità INTRODUZIONE Nell’attuale scenario geopolitico internazionale, isole Canarie, prima dell’approdo sulle coste l’apertura delle frontiere e la formazione di spagnole. blocchi commerciali per lo sviluppo del libero La questione principale consiste nello stabilire se scambio risultano dei fenomeni fortemente tale fenomeno risulti gestibile con politiche di correlati ad un potenziale aumento della contenimento tramite la chiusura delle frontiere mobilità e della circolazione di uomini che, a e/o con leggi restrittive e limitanti l’ingresso di prescindere dalle condizioni socio-economiche di cittadini extracomunitari1 o se esso rappresenti partenza e dalle motivazioni individuali e un indicatore d’allerta di dinamiche che, se non collettive, sono protesi a spostarsi verso zone controllate, potrebbero causare un impatto caratterizzate da un più elevato potenziale di destabilizzante sui sistemi socio-economici ascesa sociale. europei. Sebbene i primi migranti clandestini, provenienti La questione del popolamento rappresenta un dall’Africa sub-sahariana e diretti verso le coste soggetto centrale nelle politiche di cooperazione dell’Europa meridionale, abbiano iniziato a internazionale che, per risultare efficaci, non circolare una quindicina d’anni fa, il fenomeno è possono eludere le sinergie fra la forte crescita e andato consolidandosi visibilmente solo negli redistribuzione della popolazione, lo sviluppo di ultimi cinque anni. È in questo periodo che si reti e i poli urbani, la mobilità all’interno dei decreta il definitivo passaggio dell’Italia da singoli paesi, dell’intera regione e le migrazioni paese d’emigrazione a paese d’immigrazione internazionali. Per definire scenari di riferimento (Fall, 2004). funzionali all’elaborazione di strategie Negli ultimi anni, le politiche di gestione dei appropriate per uno sviluppo sostenibile è flussi migratori, che hanno progressivamente necessario che la comprensione dell’impatto spostato le tappe intermedie e finali per antropico sulle risorse territoriali e dei fenomeni l’approdo in Europa, sembrano trovare difficoltà migratori sulle dinamiche di sviluppo assuma crescenti: in particolare, si sono delineate nuove una visione a 10-20 anni. rotte che, partendo dal Senegal e dalla Il presente studio ha quindi cercato di Mauritania, arrivano a toccare Tenerife nelle identificare: 1 Ci si riferisce qui, alla tanto discussa legge Bossi-Fini nel caso novembre 2003. italiano, alla nuova legge francese del ministro Nicolas Sarkozy del 1
• Le regioni africane prioritarie per una che, se potenziata attraverso interventi mirati politica delle migrazioni. Nell’Africa sub- nel settore primario e politiche agricole sahariana ed in particolare nell’Africa appropriate, potrebbe parzialmente occidentale, la crescita demografica e le alleggerire il divario fra l’offerta disponibile previsioni future lasciano presagire che di risorse naturali per il sostentamento della l’emigrazione continuerà a rappresentare popolazione e la domanda alimentare di uno strumento di primaria importanza per le quest’ultima. strategie di sicurezza economica ed • I fattori di causa e di sensibilità delle zone alimentare delle popolazioni e per il vulnerabili e/o dei poli di sviluppo. Il mantenimento di un equilibrio socio- presente esercizio si propone di identificare demografico e politico-economico della le zone più vulnerabili della regione regione. saheliana sotto il profilo produttivo- • I fattori condizionanti e le dinamiche di uno ambientale, di individuarne le potenzialità in sviluppo sostenibile. Lo sviluppo sostenibile termini di risorse naturali e le condizioni per dell’Africa occidentale è condizionato una riduzione della vulnerabilità al fine di principalmente dall’evoluzione del rapporto valutare le capacità d’assorbimento dell’area dialettico fra la pressione antropica e le in rapporto alla crescente pressione risorse naturali. Nel sistema Africa antropica. occidentale, il Sahel rappresenta un’area 2
AFRICA SUB-SAHARIANA E MIGRAZIONI Popolazione e macrosistemi popolazione attorno ad una serie di poli urbani La popolazione dell’Africa sub-sahariana, che caratterizzati da vaste aree ad alta densità di nel 2000 ha raggiunto i 620 milioni d’abitanti, popolazione. Al contrario, il macrosistema che si può suddividere in tre grandi macrosistemi riunisce l’Africa centrale ed australe si connota (Fig. 1 – “Total population in Sub-Saharan per una bassa densità di popolazione distribuita Africa”): l’Africa occidentale, l’Africa orientale e su poli di limitata estensione ed isolati tra di l’Africa centrale ed australe, con le prime due loro. macroregioni che assorbono oltre il 70% della Tabella 1 – Popolazione (in milioni d’abitanti) (FAO, 2005) 1990 2000 Tasso Crescita (%) Africa Sub-Sahariana 477,3 620,0 30 Africa Australe2 71,0 90,1 27 Africa Centrale 63,4 82,0 29 Africa Occidentale 175,1 230,3 32 Africa Orientale 167,8 217,7 30 A causa di fenomeni storici, geo-fisici e socio- alto, pari al 32% su base decennale (1990- economici, questi macrosistemi risultano 2000), risultando in media più densamente fondamentalmente isolati non solo rispetto popolata rispetto alle altre macroregioni. all’esterno, ma anche nelle interrelazioni interne L’andamento e le previsioni demografiche dovute allo sviluppo di microsistemi scarsamente nell’Africa occidentale lasciano presagire che la comunicanti fra loro. Al contrario, l’Africa popolazione potrebbe decuplicare in un secolo, occidentale rappresenta un’eccezione, poiché passando da poco più di 60 milioni d’abitanti questa macroregione può essere identificata nel 1950, ad oltre 400 milioni d’abitanti nel come un unico e complesso grande sistema al 20303 (United Nations, 2003) Ipotesi che è cui interno, con articolazioni diverse e dinamiche confermata dal Direttore del Segretariato del proprie, coabitano ed interagiscono numerosi Club del Sahel e dell’Africa occidentale, M. nuclei di popolamento distribuiti in modo Normand Lauzon, che sostiene: “uno degli continuo sull’intera area. interrogativi centrali per lo sviluppo socio E’ importante rilevare come il 30% della economico dell’Africa occidentale nei prossimi popolazione dell’intera Africa Sub-Sahariana si anni è stabilire come vivranno i circa 440 milioni concentri in Africa occidentale, regione che ha d’abitanti che popoleranno l’area da qui al registrato il tasso d’incremento demografico più 2030” (CEDEAO, 2005). Tali cifre traducono 2 Nel totale non é inclusa la popolazione della Repubblica del Sud dovrebbe essere pari a 438.506.000 abitanti, mentre nel 2050 è Africa. prevista una popolazione pari a 586.989.000 (United Nations, 3 In base alle proiezioni dei tassi di fertilità, mortalità e 2003). migrazione, nel 2030, la popolazione dell’Africa occidentale 4
una crescita – e di conseguenza una pressione occidentale che, oltre ad essere maggiormente antropica sulle risorse territoriali – senza popolata, ha sempre registrato dei tassi precedenti, che presuppone degli sforzi immensi d’inurbamento più elevati 4 (BAD-OCDE,1992). da parte dell’intero sistema regionale per gestire Nel terzo macrosistema, che riunisce l’Africa ed assicurare un futuro ed uno sviluppo centrale ed australe, mancano a livello sostenibile a queste popolazioni. complessivo delle importanti aree ad alta densità Le capitali amministrative ed economiche -in di popolazione – eccezion fatta per il Sud Africa particolare Dakar, Bamako, Cotonou, Lagos, - e si registrano dei tassi di crescita inferiori alle Accra ed Abidjan- convogliano un’alta altre macroregioni. concentrazione di popolazione dell’ordine di L’Africa occidentale registra un tasso di grandezza di milioni d’abitanti. Intorno ad esse sottonutrizione inferiore a molte altre regioni del si sono sviluppate aree ad alta densità di mondo ed anche alle altre macroregioni popolazione (>100 ab/Km2) che interessano a africane. Nel rapporto SOFI 2005 (The State of sud, lungo la costa del Golfo di Guinea, il Food Insecurity in the World 2005, Eradicating Ghana, il Togo, il Benin e la regione del Biafra world hunger – key to achieving the millenium in Nigeria e a nord, la zona nei pressi di Kano. Development Goals), la FAO stima che nel 2000 Di contro, si possono trovare anche ampie la percentuale della popolazione sottonutrita regioni rurali, specialmente in Burkina Faso, dell’Africa occidentale corrispondeva al 16%: Senegal, Niger e Nigeria, con una densità della una cifra che si è ridotta di 5 punti rispetto al popolazione che supera i 50 ab/Km2. 1990 e che si traduce in un indicatore positivo In Africa orientale s’incontrano due sottosistemi se confrontata con le percentuali delle altre importanti sviluppatisi intorno all’altopiano macroregioni africane mai scese al di sotto del etiopico e alla regione dei Grandi laghi, con una 40%. Al contrario, nelle stime relative allo densità di popolazione relativamente alta ma sviluppo umano e al reddito pro-capite molti separati da vaste regioni scarsamente popolate e paesi della regione, come tanti altri del resto da elementi morfologici che hanno impedito lo dell’Africa sub-sahariana, si collocano nelle sviluppo di forti interazioni e di una fluida ultime dieci posizioni (UNDP, 2005). mobilità. La densità media della popolazione risulta più bassa rispetto a quella dell’Africa Tabella 2 – Popolazione sottonutrita (% della popolazione) (FAO, 2005) 1990 2000 Africa Sub-Sahariana 36 33 Africa Australe 48 40 Africa Centrale 36 55 Africa Occidentale 21 16 Africa Orientale 46 40 4 Nel 1990 il tasso d’inurbamento dell’Africa occidentale era del 44%, contro il 30% registrato dall’Africa orientale. 7
Figura 4 – Vulnerabilità produttiva
Migrazioni e rotte caratterizzate da una rete omogenea di strade di L’odierna emigrazione dall’Africa sub-sahariana buona qualità che assicurano un’elevata mobilità presenta caratteristiche nuove rispetto a quella all’interno della regione, agevolando i flussi degli anni Settanta ed Ottanta, fortemente commerciali e più di recente quelli migratori condizionata dal rapporto privilegiato con i clandestini. tradizionali paesi europei di riferimento – le ex Questo risultato deriva dal fatto che le vie di madrepatrie Francia, Gran Bretagna, Portogallo transito interne all’Africa occidentale sono nel e Belgio - e dall’esistenza di reti familiari e loro complesso ad alta percorribilità (strade sociali d’accoglienza. Oggi, le dinamiche asfaltate), offrono un buon grado di sicurezza migratorie dipendono sempre meno da grazie al controllo da parte delle Autorità e riferimenti predeterminati e dai paesi di presentano frontiere regolarmente transitabili. accoglienza definiti dal passato storico coloniale. Ciò si è verificato in larga parte anche grazie Esse si manifestano secondo percorsi non lineari alle politiche adottate dalla Comunità Economica e non più in accordo con la logica di strategia dell’Africa Occidentale (CEDEAO) che sta familiare, approdando in paesi mediterranei nel ponendo le basi per una facile circolazione, non passato estranei all’emigrazione e solo dal punto di vista economico-commerciale, all’insediamento di numerosi gruppi etnici ma anche da quello della mobilità umana. africani. Proprio per questo, l’Africa occidentale Le difficoltà di comunicazione tra i diversi rappresenta un importante bacino di transito e di macrosistemi rendono l’emigrazione dall’Africa migrazione sia in entrata che in uscita. Queste Sub-Sahariana verso l’Europa un fenomeno caratteristiche fanno confluire i principali flussi complesso che incoraggia politiche di gestione migratori del continente verso l’Africa dei flussi migratori. Il tasso di crescita della occidentale, da cui vengono poi smistati popolazione dell’Africa Sub-Sahariana indica, in attraverso le piste trans-sahariane. Il deserto del prima approssimazione, che nel 2010 almeno Sahara, pur separando le due macroregioni e 150 milioni di persone raggiungeranno un’età rendendo difficoltose le comunicazioni, ha tale da predisporle all’emigrazione come permesso di creare importanti interrelazioni possibile alternativa per migliorare le proprie economiche e culturali consentendo da sempre la condizioni di vita e che quindi, il numero dei circolazione di beni e persone. migranti potrebbe raggiungere una dimensione I flussi migratori clandestini provenienti ben superiore a quella attuale (World Bank, dall’Africa occidentale e diretti sulle coste 2002). dell’Europa meridionale hanno tradizionalmente Nel processo di gestione e controllo dei flussi seguito due vie preferenziali entrambe passanti migratori, un ruolo fondamentale viene giocato per il nord Africa: la prima rotta attraversa dall’Africa occidentale che è progressivamente Algeria, Libia o Tunisia per approdare sulle coste divenuta un bacino di generazione ed un’area di siciliane; la seconda pista passa dal Marocco e transito di migranti provenienti dalle regioni sfocia sulle coste spagnole. La clandestinità del limitrofe a causa di due fattori: in primo luogo, fenomeno e la necessità di evitare i controlli di per la scarsa accessibilità delle coste frontiera hanno reso insicure le piste trans- mediterranee attraverso la parte orientale del Sahariane nonostante queste siano battute da continente (Sudan e Ciad) dovuta a ragioni tempo. Inoltre la pressione esercitata dal governo d’insicurezza e a forti limiti della rete viaria; in italiano e spagnolo, su quelli rispettivamente di secondo luogo, per la parallela facilità di Tunisia, Libia e Marocco, ha determinato un movimento all’interno dell’Africa occidentale. inasprimento dei controlli di frontiera. La ricerca L’accessibilità delle vie di comunicazione e di di rotte alternative, facilitata dalla buona transito è stata classificata (figura 2 – percorribilità della rete regionale, ha portato allo “Praticabilità delle rotte migratorie”) secondo tre sviluppo di nuovi percorsi, come quelli marini fattori: la tipologia di strada, la sicurezza e il che diramandosi dall’unica via transhariana ad contesto politico-istituzionale. Le principali rotte alta percorribilità – identificata dalla strada di comunicazione, evidenziano l’esistenza di due costiera fra la Mauritania e il Marocco regioni relativamente collegate fra loro, il Nord recentemente asfaltata – s’indirizzano verso le Africa e l’Africa occidentale, entrambe isole Canarie (Tenerife). 9
Il porto mauritano di Nouadhibou, dopo la Senegal, prima da Saint Luis, da Dakar e poi fortificazione da parte del governo spagnolo e la anche dalla Petite Côte. Si può facilmente militarizzazione assicurata dalle Autorità prevedere che anche queste rotte saranno marocchine delle enclaves di Ceuta e Melilla, è sempre più controllate, soprattutto in seguito agli diventato uno dei principali punti d’imbarco. I accordi in corso di ratifica tra Senegal e pescatori ed i piccoli contrabbandieri della zona Spagna. È importante osservare come i governi si sono rapidamente trasformati in passeurs ed europei stiano progressivamente estendendo la intorno alla città sono sorti spontaneamente degli pressione diplomatica su paesi sempre più accampamenti di migranti che attendono lontani dai propri confini geografici: l’Europa sta l’imbarco per le Canarie. Tuttavia, l’irrigidimento cercando di trasformare l’Africa del nord e dei controlli della polizia mauritana in seguito saheliana in una zona cuscinetto per rallentare i alle pressioni che il governo spagnolo ha flussi di migranti clandestini. La conseguenza è esercitato anche su quello maritano per ridurre il che l’Africa occidentale, bacino di transito e di flusso dei migranti clandestini sta provocando ricezione dei flussi migratori africani, sta l’apertura di nuove vie marittime sempre più assumendo sempre più la dimensione di un cul pericolose5. de sac da cui uscire diventa sempre più costoso, Nell’ultimo anno le imbarcazioni cariche di rischioso e difficile. clandestini hanno cominciato a partire dal L’AFRICA OCCIDENTALE COME REGIONE STRATEGICA Per quel che riguarda i percorsi seguiti dai sosterrebbe il passaggio d’ingenti quantità migranti nella loro risalita verso l’Europa, l’Africa di migranti; occidentale svolge un ruolo centrale per tutte le • La possibilità d’accesso all’Europa, grazie altre macroregioni africane, rappresentando alle numerose rotte via terra che un’area di transito obbligata per: attraversano il deserto del Sahara e, più di • La facilità d’accesso via mare, grazie ai recente, via mare con percorsi suscettibili a porti sul Golfo di Guinea e sull’Atlantico rapide variazioni; lungo le rotte commerciali fra Europa, Africa • La componente di migranti che si genera e Medio Oriente o via terra, attraverso il nella regione creando efficaci reti di Camerun ed il Ciad; passaggio che favoriscono la mobilità • La facilità di spostamento al suo interno, proveniente dalle altre regioni africane. grazie all’esistenza di una rete viaria di L’Africa occidentale rappresenta quindi l’area buona qualità che si articola in due direttrici strategica del continente per quanto riguarda la parallele est-ovest, la prima lungo la costa e definizione di politiche migratorie in termini di la seconda nel Sahel ed in una serie di assi contenimento e di prevenzione. Da questa sud-nord che creano un reticolo efficiente; regione passa e continuerà a passare il flusso • L’elevata difficoltà di transito verso nord dei migranti che, se assumerà i livelli quantitativi attraverso il Ciad ed il Sudan, a causa della previsti, potrebbe trasformarsi in un serio scarsa sicurezza e della limitata praticabilità problema per la stabilità della regione e, della rete viaria che, comunque, non indirettamente, per l’Europa. 5 Secondo i quotidiani locali ed internazionali, dall’inizio del 2006 Niébé Ba, 2006; Chérif Faye, 2006; El Hadji Guisse, 2006; Mika sono sbarcati circa 10.000 immigrati nella sola Tenerife (Toni Lom, 2006; Jean-Pierre Perrin, 2006). Fontana, 2006; Syfia, 2006; Ibrahima Khalil Wade, 2006; Samba 10
Il fenomeno migratorio in Africa occidentale, d’interrelazioni commerciali e culturali, hanno diverso da quello delle altre regioni perché non fatto propri i meccanismi che oggi consentono di correlato a fenomeni localizzati di tipo espulsivo diffondere i fermenti di una mobilità altamente (guerre civili, carestie, livelli estremi di povertà e dinamica: un potenziale substrato per sottonutrizione), potrebbe trasformarsi in un l’attuazione di politiche appropriate. fenomeno quantitativamente importante per la Tuttavia negli ultimi dieci anni, i paesi della costa dimensione della popolazione coinvolta. Infatti, sono stati afflitti, tranne alcune eccezioni, da una dal 1990 al 2000, la popolazione dell’Africa forte instabilità politico-istituzionale che spesso è occidentale è aumentata di 50 milioni d’abitanti esplosa in guerre civili, destabilizzando il che nel 2010 raggiungeranno la fascia d’età sistema regionale. Il caso della Costa d’Avorio è ottimale per entrare nei circuiti migratori (FAO, risultato uno dei più gravi in quanto, oltre ad 2005). aver chiuso le proprie frontiere bloccando la L’Africa occidentale è una macroregione con mobilità dal Mali e dal Burkina Faso, ha per la radicate organizzazioni interstatali politiche ed prima volta sollevato la questione economiche ed è composta di nazioni provenienti dell’appartenenza ad un’identità nazionale da un percorso storico condiviso. Le popolazioni dipendente dall’origine etnica, trasformando della regione, abituate ad un vivace sistema quindi la mobilità in emigrazione. L’AFRICA OCCIDENTALE E IL SAHEL Mobilità e migrazioni6 In Africa occidentale, tale trasformazione ha Nel periodo coloniale successivo alla prima avuto un impatto ritardato a causa della guerra mondiale ha avuto inizio il processo di permanenza di un’imponente e capillare entità trasformazione e di modernizzazione del amministrativa, l’Africa Occidentale Francese continente africano secondo il tradizionale (AOF) (Fig. 3, “Africa coloniale nel 1930” in: schema di stato-nazione occidentale sia per Mbokolo, 2004) e della successiva creazione di quanto riguarda il consolidamento delle frontiere un ambiente politico omogeneo che ha e dei confini fisici, sia dal punto di vista del mantenuto fino agli anni Sessanta e Settanta un modello istituzionale, burocratico ed senso d’appartenenza ad un sistema politico- amministrativo tipico delle potenze coloniali culturale comune, favorendo di conseguenza il (Calchi Novati, 1993). Il modello di stato- processo di mobilità interna mantenutosi sotto nazione è stato importato ed imposto dalle tale logica fino agli anni Novanta. potenze coloniali all’intero continente, Storicamente, la crescita demografica dell’Africa sovrapponendosi a quello tradizionale occidentale è correlata ad una redistribuzione preesistente, legato storicamente alle aree di della popolazione che tendenzialmente si è influenza di natura etnica e tribale e spostata dalle zone saheliane verso le zone condizionato dall’apparire di frontiere e di costiere (mobilità regionale). Rispetto alle savane lingue amministrative diverse (inglese, francese, del nord, le zone forestali costiere hanno portoghese) che hanno influenzato la generalmente conosciuto una crescita trasformazione della mobilità interna regionale demografica molto più rapida, poiché in queste (Sivini, 2006). aree l’introduzione delle coltivazioni di prodotti 6 La mobilità si può definire come ogni tipo di spostamento nello spostamento di un individuo da un paese ad un altro, all’interno di un’area omogenea dal punto di vista socio-politico e implicando un cambiamento di residenza di 6 mesi ed oltre e/o il giuridico-amministrativo. Il fenomeno migratorio, invece, consiste trasferimento permanente della dimora principale. 11
agricoli commerciabili sui mercati internazionali rappresentavano un’altissima percentuale di (come caffè, cacao, tè e cotone, i cosiddetti cash mobilità regionale, la Costa d’Avorio è stato il crops) ha fortemente contribuito al popolamento solo paese ad accogliere un numero e allo sviluppo urbano della zona costiera (BAD- relativamente alto d’immigranti provenienti dai OCDE, 1992). In generale, la crescita paesi limitrofi e dal resto dell’Africa demografica è stata caratterizzata da un (INSAH/CILSS 2000; Ouédraogo, 2002). movimento d’espansione dei môles7 di Da quest’analisi risulta che tutti i paesi della popolamento presenti in fase pre-coloniale e regione erano interessati da flussi migratori, ancora caratterizzanti la distribuzione della anche se presentavano –eccezione fatta per la popolazione regionale al momento Costa d’Avorio- dei saldi negativi: ciò significa dell’indipendenza. che in un dato paese, il flusso di emigranti era Lo sviluppo delle grandi piantagioni, delle culture numericamente maggiore del flusso commerciali e dei centri portuali, nati grazie d’immigranti. Nella dinamica dei movimenti all’intensificazione degli scambi commerciali in circolari, c’è da notare inoltre, che a dispetto del epoca coloniale, ha giocato un ruolo prolungamento e della durata di residenza nel determinante nel processo di ristrutturazione del paese d’accoglienza, l’intensità delle migrazioni popolamento regionale, stimolando la di rientro restava relativamente forte (Traoré S. e popolazione a migrare verso le aree rurali e Bocquier P., 2000). commerciali bisognose di mano d’opera e provocando un fenomeno nuovo: l’affermazione di migrazioni individuali rispetto a quelle L’urbanizzazione verificatesi in passato in cui a spostarsi erano I centri urbani hanno catalizzato una parte gruppi interi (BAD-OCDE, 1992). consistente della popolazione regionale: il tasso È soprattutto nell’area francofona dell’Africa di popolazione totale residente negli agglomerati occidentale che la strategia familiare, tipica del con più di 5.000 abitanti è passato da una mondo rurale, si è strutturata intorno all’assunto media del 15% nel 1960 al 44% nel 1990, con della minimizzazione del rischio, creando un tasso medio di crescita annuale pari al 6,5%, dinamiche complesse basate sulla mobilità verso contro l’1,5% della popolazione rurale (BAD- le aree urbane, gli altri paesi della regione ed i OCDE, 1992). Nel suo complesso, l’Africa paesi europei di riferimento coloniale. Non a occidentale rimane caratterizzata da grandi caso l’atlante REMUOA (INSAH/CILSS, 2000), disparità nazionali in rapporto al tasso in riferimento ai dati sulle migrazioni fra il 1988 d’urbanizzazione che nel 1960 corrispondeva a e il 1992, evidenzia come i sette paesi della meno del 10% in Gambia, Mali, Niger e Ciad, e regione siano stati interessati da una notevole a circa il 30% in Senegal; nel 1990, questi stessi mobilità in uscita. Nel loro complesso, i rischi tassi oscillavano da meno del 20% in Niger e in per i migranti risultavano ridotti, poiché gli Gambia a poco più del 50% in Costa d’Avorio e spostamenti avvenivano all’interno di circuiti in Nigeria. Tuttavia negli ultimi anni, si è avuto tradizionalmente consolidati che sfociavano su un’accelerazione dello sviluppo in termini di delle reti familiari e sociali d’accoglienza. popolazione ed estensione dei centri economici principali. Una considerazione particolare è da dedicare alla Costa d’Avorio che, fino alla crisi del 2000, Lo sviluppo dei centri urbani si è concentrato è stato il paese più interessato dal fenomeno maggiormente intorno alle capitali, grazie migratorio, data la sua implicazione in circa la innanzi tutto alla valorizzazione della metà degli spostamenti regionali, sia come paese dimensione amministrativa e successivamente al di partenza (emigrazione), sia come paese potenziamento produttivo ed economico. La d’arrivo (immigrazione). Infatti, anche se gli recente trasformazione del mondo urbano ha spostamenti registrati con il Burkina (40% dei provocato un cambiamento nel rapporto con il flussi) e con il Mali (12% dei flussi) mondo rurale che ha perso la funzione di supporto in caso di crisi. Sta emergendo un 7 Viene qui mantenuto il termine francese môle per indicare il popolazione e che si differenza da pôle (polo) per il fatto di non concetto di spazio geografico che presenta una forte densità di essere organizzato intorno ad un centro chiaramente identificabile. 12
modello economico che estende la sua influenza impossibilità d’inserimento – eccezion fatta per il sull’area circostante (nel caso di Dakar di oltre Senegal - nei circuiti commerciali marittimi ha 100 km) e che diventa funzionale alla crescita e comportato che lo sviluppo economico si basasse allo sviluppo della città, poiché il consolidarsi del sulle uniche risorse presenti nel territorio piccolo commercio e la nascita di nuovi bisogni regionale: la terra e la mano d’opera garantita spingono sempre di più la popolazione a dalla crescita demografica. cercare la propria fonte di reddito nell’economia Tuttavia la regione, non essendo omogenea in urbana piuttosto che in quella rurale. In tutti i termini di potenzialità, di distribuzione della paesi dell’Africa occidentale, tranne che in popolazione e di sistemi produttivi, richiede uno Nigeria, si è formato un principale centro sforzo d’analisi per interpretare i nuovi fattori di urbano che negli ultimi anni è cresciuto molto crisi che stanno emergendo. La migrazione rapidamente in termini di popolazione, proveniente da quest’area, per esempio, non coniugando modelli sociali diversi permettendo dipende più esclusivamente da tensioni sociali o da un lato, di muoversi su un livello dall’instabilità politico-istituzionale, ma dalla internazionale tecnologicamente avanzato (reti scarsa capacità del sistema di rispondere alle WIFI, accesso via internet ai servizi finanziari e aspettative della popolazione, soprattutto di moltiplicazione degli istituti bancari) e dall’altro, quella giovanile protesa all’inserimento attivo nel di spostarsi su un livello intermedio che facilita le mercato del lavoro. comunicazioni fra le comunità di villaggio e il tessuto urbano (telefono cellulare ed espansione Il Sahel, rappresentando una zona di degli sportelli Western Union che assicurano il convergenza di fenomeni inediti, acquisisce di trasferimento delle rimesse). conseguenza una centralità peculiare per l’attuazione di una politica di stabilità sul medio All’interno della regione, si possono periodo in Africa occidentale. Infatti, raggruppare due principali sotto reti urbane che considerando che una solida ripresa economica interessano la fascia saheliana e i paesi della dei paesi del Golfo di Guinea non avverrà tanto costa. La prima di queste, si sviluppa da Dakar rapidamente, Il Sahel – da cui proviene la fino a Kano passando per Bamako, Bobo- maggior parte della migrazione strutturale non Dioulasso, Ouagadougou, Niamey, e Sokoto legata a fattori contingenti, quali guerre civili, mentre la seconda si estende da Abidjan a etc. – si trova direttamente implicato a ricercare Douala, passando per Accra, Lomé, Cotonou et modelli sostenibili per coniugare sviluppo e Port- Harcourt (BAD-OCDE,1992). pressione antropica. Il Sahel Mondo rurale e sicurezza alimentare Se l’Africa occidentale identifica l’area strategica Il Sahel è sempre stato considerato una regione per una politica tendente a coniugare sviluppo relativamente omogenea dal punto di vista ed emigrazione, il Sahel, al suo interno, climatico-ambientale, agro-produttivo (risorse rappresenta un blocco omogeneo e stabile che territoriali) ed economico. Un’affermazione che avendo assicurato, attraverso un buon grado di se da un lato può essere rappresentativa del mobilità, la mano d’opera necessaria per la sistema rurale degli anni Ottanta, dall’altra crescita dei sistemi urbani e per lo sviluppo nasconde le profonde contraddizioni e agricolo delle aree meno popolate nei paesi disomogeneità consolidatesi nel tempo. costieri, vede oggi tale mobilità trasformarsi in migrazione clandestina. L’aggiornamento delle analisi è reso più complesso dalla difficoltà di abbandonare il Il Sahel si trova quindi a svolgere una doppia modello rappresentativo del mondo rurale missione: stabilizzare la regione al fine di saheliano fortemente influenzato dalle ripetute assicurare un contesto politicamente appropriato carestie abbattutesi sulla regione e a strategie di lungo periodo e mettere in opera dall’immaginario collettivo della società civile politiche efficaci di sviluppo per contrastare la europea mobilitata in seguito alla carestia del spinta all’emigrazione. 1983-84 che portò per la prima volta la La mancanza d’importanti giacimenti in termini Cooperazione italiana ad intervenire nella di risorse naturali estrattive e la grave regione. 13
Durante il periodo delle grandi carestie, il Sahel sta facendo emergere un nuovo modello di – strutturalmente carente di risorse naturali che proprietario terriero disposto ad investire fin dai tempi coloniali hanno favorito la nell’acquisto di terreni mettendoli a frutto con conservazione piuttosto che l’innovazione colture da reddito non tradizionali. Si tratta, per produttiva del settore agricolo- ha conosciuto il esempio, delle piantagioni d’Acacia Seyal per la consolidamento di un modello di sviluppo basato produzione di gomma arabica in Niger o dei su un equilibrio precario, ma possibile, fra la produttori agricoli della regione Fatick in gestione delle risorse territoriali e la sicurezza Senegal. alimentare. Il sistema rurale, particolarmente Tale trasformazione sta favorendo principalmente stabile dal punto di vista “culturale”, si è quindi coloro che nel sistema urbano dispongono di consolidato intorno a strategie contadine volte risorse finanziarie da investire in attività all’autosufficienza alimentare del nucleo commerciali ed in altri settori agro- familiare e basate sul principio fondante della imprenditoriali. Ma se, da un lato, tale processo minimizzazione del rischio. rende possibile l’innovazione e l’intensificazione Le crisi alimentari dovute ad anni siccitosi hanno produttiva in agricoltura, dall’altro, potrebbe oltremodo consolidato la visione di un modello generare una nuova categoria - per ora molto di sviluppo autarchico, sia a livello delle politiche limitata - di salariati agricoli senza terra. interne sia nell’ambito dell’aiuto pubblico L’accelerazione dello sviluppo agricolo, resa internazionale, generando un sistema di possibile da questa trasformazione, comporta organizzazioni come il CILSS ed il quindi dei rischi importanti dal punto di vista corrispondente Club du Sahel inclini a far dell’impatto del “fenomeno migratorio”, dato che coincidere lo stereotipo di paysan con quello di in ambiente rurale non si registra alcun segno di contadino dedito esclusivamente a colture riduzione del tasso di crescita della popolazione. cerealicole e semplificando di conseguenza le Questi processi stanno portando alla revisione diverse strategie per la sicurezza alimentare della legislazione in materia di proprietà privata, adottate a livello regionale. favorendone l’affermazione di principio a Al contrario, i cambiamenti nell’economia rurale, scapito del diritto all’uso delle risorse territoriali. seppur con lentezza e difficoltà, sono andati Al contempo nei paesi limitrofi alla regione ugualmente maturando grazie all’impatto di saheliana sono emersi altri fenomeni -quali la fenomeni che sono emersi e si sono consolidati crescita della popolazione, l’involuzione della chiaramente negli ultimi dieci anni, fra cui è pubblica amministrazione, la conseguente opportuno ricordare: instabilità socio-politica, la caduta dei prezzi La trasformazione del settore pastorale dovuta al delle materie prime correlate ai continui i trasferimento di proprietà del bestiame, dai cambiamenti climatici- che hanno radicalmente pastori a commercianti e funzionari, in seguito al modificato il quadro di riferimento regionale crollo dei prezzi durante gli anni siccitosi; rendendo inadeguato il tradizionale modello interpretativo. L’introduzione di codici rurali che ammettevano forme di proprietà della terra attraverso la È interessante osservare come il CILSS e la creazione di frutteti e d’aziende incentrate comunità internazionale abbiano riconosciuto intorno a produzioni commerciali (gomma solo di recente che il bilancio cerealicolo della arabica, arachide, sesamo ecc.) da parte di regione, il rapporto cioè tra la produzione e il funzionari e piccoli imprenditori; fabbisogno pro capite, non sia l’unico fattore indicativo e determinante di possibili crisi e che Un commercio regionale sempre più libero e per questo debba essere integrato con i risultati capace di operare a livello di mercato delle altre produzioni agro-pastorali (OCSE- (regionale); SWAC Secretariat, 2005). L’intervento della Banca Mondiale nel settore del Tuttavia, una rivisitazione del modello produttivo cotone che spostando sul produttore il rischio, lo e la caratterizzazione della regione secondo ha al contempo responsabilizzato nelle scelte criteri più rappresentativi sono emerse verso la produttive. fine degli anni Novanta grazie alle analisi del Parallelamente lo sviluppo del sistema urbano e World Food Programme e a quelle successive il dinamismo del sistema economico regionale, del CILSS (Di Vecchia A. et al., 2001). 14
L’elemento innovativo di tali studi è l’adozione stata quasi nella norma, all’inizio del 2001 il di un approccio che ha iniziato a separare il governo annunciò lo stato di emergenza per una sistema di produzione urbano da quello rurale e crisi alimentare che rischiava di affliggere più di ad articolare quest’ultimo in sottosistemi un milione di persone (FEWS NET, 2001). La produttivi diversi e diversificati secondo peculiarità risiedeva nel fatto che lo stato dinamiche peculiari (Fig. 3 – “Sistemi d’allerta fu annunciato dopo un primo bilancio produttivi”). alimentare in leggero deficit, anche se il governo era assolutamente in grado di far fronte a potenziali crisi con gli stock cerealicoli e con il Le nuove crisi commercio regionale. Non furono dunque Gli anni Novanta, caratterizzati da un tasso di fenomeni biofisici a far paventare la crisi al piovosità piuttosto regolare e da raccolti governo burkinabé, ma l’inasprirsi, nell’autunno mediamente abbondanti, avevano permesso di 2000, delle tensioni in Costa d’Avorio in cui relativizzare la questione della sicurezza vivevano o migravano stagionalmente milioni di alimentare ad aree strutturalmente critiche o a burkinabé. fenomeni congiunturali gestibili grazie al Situazioni simili si sono verificate in Niger, dopo dinamismo commerciale della regione. A partire il rientro dei migranti dalla Libia, ed in Ciad dal 2000, invece, nonostante le annate abbiano dove le popolazioni locali hanno conosciuto la mantenuto in media la stessa produzione agro- destabilizzazione del proprio sistema, senza pastorale, si sono susseguite una seria di crisi poter tuttavia beneficiare dell’aiuto alimentari dovute a fenomeni diversi che internazionale a causa della dimensione critica evidenziano la scarsa capacità del sistema assunta dai profughi del Darfur. Anche in questa regionale di sostenere una pressione antropica occasione le Autorità competenti cercarono di sempre crescente. risolvere il problema scegliendo di sottostimare le Con la campagna agricola 2000-01, in Burkina produzioni agricole piuttosto che far emergere Faso si verificò una situazione apparentemente fenomeni estranei alla dimensione biofisica. paradossale per cui, nonostante la stagione fosse Causa Impatto Effetto Cavallette 2004 Riduzione della disponibilità di Riduzione dei prezzi del bestiame e foraggio per il bestiame. peggioramento delle ragioni di scambio cereale/bestiame Siccità 2004 Riduzione della disponibilità di Abbassamento dei prezzi del bestiame foraggio per il bestiame. e deterioramento delle ragioni di scambio cereale/bestiame Riduzione della produzione di cereali Restrizione delle esportazioni dai paesi nei paesi d’approvvigionamento del limitrofi (Nigeria, Burkina Faso e Mali) Niger*. Restrizione delle esportazioni dai paesi Deficit cerealicolo. Innalzamento dei prezzi cerealicoli e limitrofi (Nigeria, Burkina Faso e Mali) peggioramento delle ragioni di scambio cereale/bestiame Enfasi dei media Mancata immissione sul mercato degli Innalzamento dei prezzi del cereale e stock commerciali. peggioramento delle ragioni di scambio cereale/bestiame Mancato coordinamento degli Frammentazione degli aiuti umanitari. Riduzione dell’impatto degli aiuti interventi * Il Niger è strutturalmente deficitario di circa il 10% dei bisogni cerealicoli, pertanto l’approvvigionamento è normalmente garantito dagli scambi con la Nigeria, il Mali e il Burkina Faso. 15
L’infestazione di cavallette del 2004 è stata la per il Niger, come per il resto del Sahel, peggiore degli ultimi 15 anni in tutta l’Africa un’annata medio-buona. Il fattore scatenante la settentrionale e occidentale. L’invasione delle crisi è stato determinato dal sistema di scambio cavallette ha avuto un impatto devastante nelle commerciale della regione che ha provocato aree pastorali, specialmente in Mauritania in cui l’ascesa dei prezzi cerealicoli, fomentata inoltre si sono soffermate più a lungo, ma anche in dalla pressione dei media (USAID, 2005; FAO, Senegal, Mali e Niger. Durante la stagione GIEWS Global Watch, 2005). Tale dinamica si agricola, quando la transumanza dovrebbe è innestata su un livello di vulnerabilità delle interessare i pascoli del nord, i pastori hanno popolazioni delle zone agro-pastorali già dovuto anticipare gli spostamenti verso sud elevato, generando un ulteriore deterioramento facendo scoppiare conflitti per l’accesso del tasso di scambio cereale/bestiame e una all’acqua ed alla terra. In altri casi, a causa minor flessibilità del sistema incapace di della mancanza di pascolo, il bestiame è stato rispondere alla domanda di una popolazione venduto a prezzi bassissimi. Gli effetti crescente in modo discontinuo. dell’invasione delle cavallette si sono fatti sentire Inoltre, negli ultimi anni alcuni paesi della costa fino all’autunno 2005 (FAO, 2005). sono stati afflitti da crisi politico-istituzionali Allo stesso modo, la crisi del Niger del 2005 è spesso sfociate in guerre civili che hanno stata una crisi annunciata, non causata dalla destabilizzato il sistema regionale, come nel scarsità di piogge, ma da un mercato cerealicolo caso della Costa d’Avorio. Infatti, la migrazione regionale incapace di tenere il passo con la stagionale o permanente in questo paese domanda e di trasportare le merci con l’efficace stabilizzava dal punto di vista demografico ed rapidità ottenuta durante gli anni Novanta. economico il Mali e il Burkina Faso. Il drastico La crisi del Niger nel 2005 è stata una delle più arresto del fenomeno migratorio in Costa complesse ed anche delle più enfatizzate dai d’Avorio ha portato questi due paesi a dover media degli ultimi anni. Cause ed effetti della gestire una più elevata pressione umana ed crisi sono schematizzati nella tabella alla pagina affrontare la riduzione delle rimesse. precedente. In tale contesto, un’offerta potenziale di mobilità Come evidenziato dallo schema, la crisi si confronta con una domanda istituzionale che nigerina non si può annoverare fra le classiche si è di gran lunga ridotta sia in Europa che negli crisi alimentari generate da fattori biofisici, stessi paesi africani, provocando un notevole poiché in questo caso i fattori esogeni sono cambiamento del fenomeno migratorio che risultati molto più determinanti di quelli mantiene il suo valore in termini di strategia di endogeni. La stagione agricola precedente, sicurezza economica ed alimentare per una nonostante l’invasione di cavallette, si era popolazione che è occupata nel settore primario mantenuta nella media ed il 2005 si prefigurava per 3-4 mesi l’anno. 16
VULNERABILITÀ E DINAMICHE La vulnerabilità problematiche da analizzare. In particolare, la “La sicurezza alimentare esiste quando un scala temporale porta a considerare la sicurezza individuo, in qualsiasi momento, può accedere alimentare in funzione dei fattori congiunturali di fisicamente, socialmente ed economicamente ad crisi o di quelli strutturali di povertà. La sicurezza un regime alimentare sufficiente, sicuro e alimentare rappresenta un ambiente di nutritivo, rispondendo ai suoi fabbisogni dietetici riferimento caratterizzante, in termini statici o e alle sue preferenze alimentari per una vita dinamici, i fenomeni che vi si sviluppano. sana ed attiva” (FAO, 1996). Seguendo tale In tale contesto l’analisi di vulnerabilità, definizione, la sicurezza alimentare dipende introdotta nel Sahel dal World Food Programme, quindi da tre parametri: la disponibilità, negli anni Novanta, ha rappresentato l’accesso e l’utilizzo di derrate alimentari. un’importante innovazione metodologica che ha La sicurezza alimentare, così definita, riunisce consentito una più efficace gestione dell’aiuto dimensioni diverse in relazione alle alimentare (WFP, 2003). La vulnerabilità è composta dalla probabilità di manifestazione d’un rischio e dalla capacità della popolazione colpita di farvi fronte, secondo la seguente relazione: Vulnerabilità = Probabilità di manifestazione d’un Rischio ~ Capacità della popolazione di farvi fronte (Chambers, 1989) In coerenza con il mandato istituzionale del Per questo, l’isolamento o la presenza di sistema World Food Programme, l’analisi cercava produttivi di sussistenza divengono importanti d’identificare ogni anno i gruppi vulnerabili - indicatori di vulnerabilità; mentre i fattori che bisognosi dell’aiuto alimentare - a prescindere riducono la dipendenza del reddito dalle cause dell’insicurezza alimentare. Tuttavia, dall’agricoltura cerealicola, tendono a ridurla. Al nell’ultimo decennio del secolo scorso non si contempo, i dati nutrizionali, fra i più sono verificate crisi alimentari paragonabili a appropriati per l’analisi a scala di villaggio, quelle dei decenni precedenti, grazie a rappresentano degli elementi centrali nel condizioni climatiche favorevoli. Le produzioni monitoraggio delle crisi. agricole, generalmente nella media, sono La necessità di comprendere sempre meglio i risultate scarse solo in aree delimitate, senza fenomeni per l’identificazione delle potenziali generare crisi diffuse. Di conseguenza, l’analisi cause di crisi alimentari, affrontate attraverso tendeva ad individuare con precisione sempre l’intervento del World Food Programme, ha maggiore (livello di villaggio) come vulnerabili i portato ad elaborare metodologie d’analisi volte gruppi dipendenti da modelli produttivi basati su a caratterizzare: un’agricoltura di sussistenza. 1. Le zone vulnerabili; L’approccio seguito si collocava all’interno di un percorso logico che partendo dalla definizione 2. I gruppi vulnerabili; della sicurezza alimentare arrivava a definire il rischio d’insicurezza (alimentare) dei gruppi 3. I nuclei familiari vulnerabili; legandola alla loro incapacità di trovare 4. Gli individui vulnerabili. strategie alternative. Questo tipo di vulnerabilità, Non a caso in Senegal, l’analisi della pur presentando un carattere strutturale e vulnerabilità strutturale in ambiente rurale, congiunturale è stato conseguentemente trattato realizzata dal World Food Programme nel 2003, come scenario statico per la valutazione della riconosce che i nuclei familiari non vulnerabili si sicurezza alimentare. caratterizzano per la forte quota rappresentata 17
dalla componente migratoria (20%) nella il CILSS ha cercato di caratterizzare con formazione del reddito. Inoltre, la migrazione è l’approccio dinamico del progetto AP3A (Di l’unico fattore nella formazione del reddito Vecchia et al., 2001) la vulnerabilità produttiva, familiare che cresce linearmente fra le classi ovvero la capacità del sistema produttivo di far molto vulnerabile e non vulnerabile, passando fronte alla domanda alimentare e di adattarsi da meno del 5% ad oltre il 20%. In tal modo si nel tempo ad una domanda crescente. L’obiettivo riafferma il concetto che identifica nella dell’analisi era quello di caratterizzare le aree migrazione un fattore positivo per lo sviluppo vulnerabili della regione saheliana per prevedere socio-economico, sia nel fronteggiare una crisi la formazione di condizioni di crisi legate a alimentare che nel generare risorse finanziarie. fattori climatici o d’altra natura nel contesto dei Seguendo l’esempio del World Food Programme sistemi d’allerta precoce. Tabella 3 - Definizioni della vulnerabilità (Di Vecchia et al., 2001) AP3A WFP CONTESTO INSICUREZZA PRODUTTIVA INSICUREZZA ALIMENTARE DEFINIZIONE Caratteristica di una zona in cui esistono delle Non avere un nutrimento sufficientemente elevate probabilità che il rischio produttivo si equilibrato durante l’arco temporale di un anno, trasformi in un evento negativo, conducendo ad per assicurare una vita sana ed attiva. una soddisfazione dei bisogni alimentari generalmente insufficiente. COMPONENTI Disponibilità alimentare e accesso agli alimenti Disponibilità alimentare, accesso agli alimenti ed attraverso il tasso di copertura dei bisogni utilizzo degli alimenti. cerealicoli; pressione agricola e dinamiche come indicatori di tendenza della vulnerabilità. UNITÀ Unità geografiche omogenee (Unità Unità VAM D’OSSERVAZIONE Territoriali – UT) Dall’analisi emergeva che il Mali nord causa della conformazione e della distribuzione occidentale rappresentava un’area vulnerabile, in classi d’età della popolazione africana, il soprattutto perché l’emigrazione aveva fenomeno non deve essere considerato nella sua notevolmente ridotto la capacità produttiva della dimensione attuale, ma in prospettive future: fra zona caratterizzata da un buon livello di dieci anni, quando le classi d’età attualmente sicurezza alimentare grazie alle rimesse degli giovani entreranno nel circuito migratorio o fra emigranti. venti, quando quest’ultimo interesserà i neonati L’approccio adottato dallo studio ed i risultati del 2006. ottenuti hanno consentito di spostare l’analisi L’obiettivo dell’analisi è quello di caratterizzare dallo scenario presente a previsioni future, la sensibilità del sistema saheliano in rapporto ai garantendo l’identificazione di zone vulnerabili diversi fattori di fragilità e rigidità e di legate ai fattori popolazione e mobilità. In identificarne le aree vulnerabili in termini di particolare, il fenomeno delle migrazioni deve sviluppo. essere analizzato sul lungo periodo. Infatti, a 18
Parametri e limiti dell’unità amministrativa non vi siano differenze L’analisi si prefigge lo scopo di descrivere il fondamentali fra i diversi gruppi sociali in sistema saheliano, di intercettare i fenomeni termini di sicurezza alimentare e che quindi prioritari che lo caratterizzano e di generare tutti gli abitanti siano esposti allo stesso livello indicatori complessi ma significativi che ne di vulnerabilità. Questa assunzione deriva dal regolano le dinamiche spaziali e temporali. I tradizionale modello familiare di strategia di limiti derivano dalla scarsa disponibilità di dati, sicurezza alimentare che perderebbe di validità dalla semplificazione del percorso d’analisi ed in una prospettiva futura (10-20 anni) qualora infine dalla capacità d’interpretazione dei gli attuali processi di riorganizzazione del risultati intermedi e finali. settore agricolo si consolidassero.Tale modello assicura - tranne che nel caso di grandi Nonostante il mondo urbano abbia conosciuto, carestie – che la capacità delle reti sociali a negli ultimi anni, un vigoroso aumento livello di villaggio riesca ad attenuare demografico e un relativo dinamismo l’insicurezza, limitando quantitativamente i economico, un ruolo centrale è ancora svolto dal gruppi realmente emarginati dal sistema mondo rurale che, assorbendo la maggioranza produttivo. della popolazione con percentuali variabili dal 50% al 70% del totale, garantisce la sicurezza Gli attuali sistemi rurali si presentano fragili per: alimentare ed economica della regione. Inoltre, i • un evidente ritardo delle economie, dovuto due sistemi possono essere analizzati all’insufficiente sviluppo del settore agricolo separatamente poiché, pur presentando e degli altri settori produttivi; connessioni molto articolate, sono esposti a • il degrado delle risorse naturali in termini problematiche e dinamiche differenti che qualitativi e di superfici toccate causato da consentono di limitare l’analisi alla dimensione uno sfruttamento eccessivo ed improprio; rurale. • la frantumazione degli equilibri sociali, La necessità di intercettare spazialmente i come evidenziano gli indicatori di sviluppo fenomeni variabili derivanti da fattori socio- umano; economici, produttivi e bio-fisici, sposta il livello d’analisi al di sotto della scala nazionale, • la difficoltà ad instaurare un regime di concentrandolo su un livello coerente con le solida governabilità a causa dell’instabilità dinamiche su cui s’intende intervenire. politico-istituzionale. Mantenendo una visione regionale, la scelta di una scala al secondo/terzo livello amministrativo Percorso dell’analisi permette d’intercettare, all’interno dei singoli paesi, le dinamiche che potrebbero portare ad Il percorso dell’analisi, sviluppatasi attraverso la una variazione quantitativa della migrazione costruzione d’indici complessi e attraverso la loro (dall’ordine delle decine di migliaia all’anno a introduzione ordinata nel processo valutativo, si quello delle centinaia o del milione di abitanti). articola in tre fasi: Questa scala d’analisi permette, inoltre, di • la caratterizzazione della vulnerabilità utilizzare una serie di dati sufficienti per produttivo-ambientale, intesa come capacità caratterizzare temporalmente gli indici complessi di un territorio di sostenere la popolazione che consentono l’analisi degli scenari passati e presente; futuri. • l’evoluzione dinamica degli indicatori La scala territoriale scelta introduce alcuni filtri popolazione, risorse e capacità di per l’analisi, evitando che l’interpretazione dei adattamento; risultati sia resa più confusa dalla presenza di • la caratterizzazione della vulnerabilità in fenomeni più fini ma non significativi. In rapporto alla migrazione. particolare, si presuppone che all’interno 19
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