MICHELE SPOTTI MOZART JUPITER ROSSINI STABAT MATER

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MICHELE SPOTTI MOZART JUPITER ROSSINI STABAT MATER
MICHELE SPOTTI
MOZART JUPITER
ROSSINI STABAT MATER
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SOCI FONDATORI

            REGIONE SICILIANA
ASSESSORATO AL TURISMO SPORT E SPETTACOLI
MICHELE SPOTTI MOZART JUPITER ROSSINI STABAT MATER
PARTNER PRIVATI
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           TM
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ALBO DEI DONATORI ART BONUS

     FONDAZIONE SICILIA

      CAFFÈ MORETTINO

    ANNIBALE BERLINGIERI

      TASCA D’ALMERITA

   GRIMALDI EUROMED S.P.A.

    AGOSTINO RANDAZZO

   ALESSI PUBBLICITÀ S.P.A.

  FILIPPONE ASSICURAZIONE

       SAIS AUTOLINEE

   MARIA TERESA MAMBELLI

    GIUSEPPE DI PASQUALE

     ALBERTO GIARRIZZO

     GABRIEL NICHOLSON

       ANNA PISCIOTTA

     GRAZIA DI STEFANO

      GIOVANNI GATTO

       ORNELLA MINEO

       SILVANA POLIZZI

      LUCIO CASTIGLIA

     CARMELO LUCCHESE

       CARLO PIPITONE

    MARCELLO GIAMPIERO
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FONDAZIONE
                            TEATRO MASSIMO

Francesco Giambrone      Sovrintendente
Marco Betta              Direttore artistico
Omer Meir Wellber        Direttore musicale

CONSIGLIO DI INDIRIZZO
Leoluca Orlando          Presidente (sindaco di Palermo)
Federico Ferina          Vicepresidente
Daniele Ficola
Luciano Fiorino
Castrenze Guzzetta

COLLEGIO DEI REVISORI
Maurizio Graffeo         Presidente
Paolo Zambuto
Salvatore Cincimino
SOTTO UNA NUOVA LUCE
NON VI LASCIAMO SENZA MUSICA
Il Teatro Massimo per il progetto ANFOLS
Aperti, nonostante tutto
3 aprile 2021 T 18.00 in diretta streaming
MICHELE SPOTTI
MOZART JUPITER
ROSSINI STABAT MATER
Direttore Michele Spotti
Maestro del Coro Ciro Visco
Soprano Giuliana Gianfaldoni
Mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya
Tenore Edgardo Rocha
Basso Luca Tittoto
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n. 41 in Do maggiore K551 Jupiter
         1. Allegro vivace
         2. Andante cantabile
         3. Menuetto. Allegretto
         4. Molto Allegro
Gioachino Rossini (1792-1868)
Stabat Mater per soli, coro e orchestra
        1. Stabat Mater dolorosa
        2. Cujus animam gementem
        3. Quis est homo qui non fleret
        4. Pro peccatis suae gentis
        5. Eja mater fons amoris
        6. Sancta mater, istud agas
        7. Fac ut portem Christi mortem
        8. Inflammatus et accensus
        9. Quando corpus morietur
        10. Amen - In sempiterna secula
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Ideazione e coordinamento televisivo Gery Palazzotto
Regia sonora Manfredi Clemente
Regia televisiva Antonio Di Giovanni

In diretta streaming sulla WebTv del Teatro Massimo
e dell’ANFOLS e sul canale YouTube della Fondazione
MICHELE SPOTTI
         MOZART JUPITER
         ROSSINI STABAT MATER

    Nell’estate 1788, mentre l’impero di Giuseppe II era
    minacciato dalla guerra austro-ottomana e in Francia
    Luigi XVI si rassegnava a convocare gli Stati genera-
    li per l’anno successivo, Wolfgang Amadeus Mozart
    componeva a Vienna, in rapida successione, le sue ul-
    time tre sinfonie: la n. 39 in Mi bemolle maggiore il 26
    giugno, la n. 40 in sol minore il 25 luglio, la n. 41 in
    Do maggiore il 10 agosto. Quest’ultima, la più lunga e
    complessa tra le sinfonie mozartiane, fu poi battezza-
    ta Jupiter, come il più grande dei pianeti del sistema
    solare, probabilmente dall’impresario londinese Salo-
    mon. In questa sinfonia, come in molte di Mozart, sono
    assenti dall’organico i clarinetti: a flauto, oboi e fagotti
    si uniscono corni, trombe e timpani, oltre ovviamente
    agli archi.
    La tonalità della sinfonia, Do maggiore, è immediata-
    mente affermata dal triplice accordo forte di tutti gli
    strumenti con cui si apre l’Allegro vivace, cui risponde
    una brevissima melodia puntata esposta dai violini. Al
    nuovo presentarsi del tema si aggiunge un nuovo ele-
    mento, esposto da flauti e oboi: un salto di ottava cui
    segue una scaletta discendente. La ricca esposizione
    prevede ancora un nuovo elemento, esposto dai violi-
    ni, prima dello sviluppo, dove ricorre con frequenza: un
    vivace motivo proveniente dall’aria “Un bacio di mano”,
    che Mozart, su testo di Lorenzo Da Ponte, aveva com-
    posto nel maggio 1788 per le recite viennesi dell’ope-
    ra Le gelosie fortunate di Pasquale Anfossi. L’Andante
    cantabile è in Fa maggiore, unico movimento ad ab-
    bandonare la tonalità di impianto della Sinfonia, e non
    prevede l’uso di trombe e timpani, con un tema de-
    licato esposto dai violini, mentre il secondo tema, in
    do minore, è percorso da sottesa inquietudine. Il Me-
    nuetto ha un tema principale discendente, e lo stesso
    andamento ha anche il tema della sezione centrale, il

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Trio. Le quattro semibrevi che aprono il tema dell’ulti-
mo movimento, Do - Re - Fa - Mi, sono ovviamente un
invito al trattamento polifonico; invito che viene subito
raccolto dagli archi con un breve fugato quasi quartet-
tistico. Ma il Molto Allegro è un succedersi incessante
di momenti di grande complessità, dove i tanti temi
presentati e le voci degli strumenti si raccolgono e si
dividono, riprendendo la lezione di Bach, di Händel e
di Haydn.

Haydn e Mozart furono gli autori sui quali si formò
anche Gioachino Rossini, durante le lezioni di con-
trappunto al Liceo Musicale di Bologna, dove entrò
nell’aprile 1806, studiando con padre Stanislao Mattei,
successore e allievo di padre Martini, che era stato tan-
to importante per la formazione del giovane Mozart.
Rossini si vantava scherzosamente di essere stato il “di-
sonore” della scuola contrappuntistica bolognese, ma
è evidente che invece trasse grande giovamento dagli
insegnamenti; e un esempio evidente, oltre ai grandi
concertati delle sue opere, si ha anche nella musica
sacra, e in particolare nello Stabat Mater che è proba-
bilmente l’opera più sentita. Eppure la storia legata alla
nascita di questo capolavoro fa parte di quell’aneddo-
tica che conserva l’immagine di un Rossini svogliato,
se non addirittura pigro, e facile a riutilizzare brani (l’e-
sempio più celebre risale al racconto di Stendhal del
commerciante napoletano che alla prima di Odoardo
e Cristina alla Fenice di Venezia canta tutte le arie,
perché le ha già sentite a Napoli): un’immagine che è
stata smentita dagli scritti di Philip Gossett, attento alla
realtà umana di Rossini, ma che già l’ascolto attento
della musica del pesarese indica chiaramente. Lo Sta-
bat Mater nasce da una richiesta di Manuel Fernández
Varela che nel 1831, a Madrid, domandò a Rossini a

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     comporre per lui uno Stabat Mater da eseguire per le
     celebrazioni pasquali dell’anno successivo, quando tor-
     nò poi a insistere per la consegna della composizione.
     Rossini, per indisposizione o mancanza di tempo, o per
     una mescolanza delle due motivazioni, chiese al suo
     amico Giovanni Tadolini (marito del soprano Eugenia
     Tadolini), di comporre alcuni numeri dello Stabat Ma-
     ter. Nacque così una prima versione dello Stabat Mater
     a quattro mani, con diverse arie e l’Amen finale di Tado-
     lini, che arrivò a Madrid in ritardo e fu eseguita per le
     celebrazioni della Settimana santa del 1833; e a Madrid
     rimase, praticamente ignota al resto d’Europa, fino alla
     morte di Fernández Varela, quando la sua collezione di
     musiche fu venduta e un editore francese acquistò lo
     Stabat Mater, proponendosi di pubblicarlo. Nel 1841,
     una composizione “nuova” di Rossini avrebbe garantito
     cospicui guadagni a qualsiasi editore: il compositore
     infatti, dopo la morte della madre nel 1827, era piom-
     bato in un circolo vizioso di depressione e problemi di
     salute che lo spinsero a rinunciare, dopo Guillaume Tell
     nel 1829, al melodramma e, per lunghi anni, anche alla
     composizione. Ma ciononostante, per impedire che lo
     Stabat Mater parzialmente di Tadolini avesse un’edizio-
     ne pirata, Rossini si vide costretto a completare il lavoro
     e pubblicarlo: è così che il 7 gennaio 1842 lo Stabat
     Mater ebbe la sua prima esecuzione al Théâtre Italien
     di Parigi, mentre pochi mesi dopo fu eseguito a Bolo-
     gna, dove Rossini era tornato a vivere, sotto la direzio-
     ne di Donizetti date le cattive condizioni di salute del
     compositore. E fu, come raccontava lo stesso Donizetti,
     un clamoroso trionfo, con una folla che accompagnava
     tutti gli spostamenti di Rossini già dalla prova generale.
     Sembrerebbe quindi che motivazioni puramente ester-
     ne abbiano spinto Rossini alla creazione e al completa-
     mento dello Stabat Mater. Ma ascoltando questa com-

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posizione, che non è solamente “operistica”, accusa
spesso mossa al Rossini sacro, ma anche profondamen-
te sentita, non si può non vedere un legame tra questo
famosissimo testo dedicato alla Madre per eccellenza
e il lutto per la morte della madre Anna che segnò pro-
fondamente il compositore. E in effetti i brani più sentiti
sono proprio quelli presenti già nella prima versione
dello Stabat Mater, come l’Introduzione, con l’evocativo
arpeggio di violoncelli e fagotti. Fin da subito vi è un
richiamo al famoso modello pergolesiano, che sicura-
mente Rossini ebbe presente: nell’insistere sul Re con
semiminima puntata sulle parole “dum pendebat filius”
vi è un eco del lacerante “pertransivit gladium” di Per-
golesi. Il testo viene ripreso per intero dal tenore solo,
che, forse in omaggio alla tradizione del canto grego-
riano, ha qui un ruolo di guida. Un attimo di sospensio-
ne precede l’ultima ripresa dell’ultimo verso nella coda
del primo numero. Seguono poi i tre pezzi composti da
Rossini nel 1841, iniziando con l’aria del tenore “Cujus
animam gementem”, con il suo andamento baldanzo-
so, quasi cabalettistico, forse il più teatrale tra i numeri
dello Stabat Mater. Il duetto “Quis est homo”, erede dei
grandi duetti per le voci femminili delle opere serie,
dove le due voci si presentano una dopo l’altra prima
di unirsi, si apre con un breve preludio che si ripete al
termine del duetto, quasi a sottolineare l’eternità immu-
tabile in cui si svolge la contemplazione del dolore del-
la madre. Infine la grande aria del basso, “Pro peccatis
suae gentis”, ha un’introduzione fortemente dramma-
tica che poi lascia espandere la voce del solista in un
generoso cantabile. Questa successione di arie e duetti
cede invece il passo, ritornando ai numeri già presenti
nella prima versione, a un “Eja mater” dove il coro a cap-
pella e il basso espongono il testo nella nudità dell’as-
senza dell’orchestra, con un ritorno alla tradizione più

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     antica che si stempera un po’, nell’Allegro moderato, in
     un gioco di echi tra le voci. È di nuovo la voce del teno-
     re solista a fare da guida nel “Sancta mater”, quartetto
     che si sviluppa da un dialogo sereno tra soprano e te-
     nore e uno più drammatico tra mezzosoprano e basso.
     Il n. 7 è la cavatina del mezzosoprano, “Fac ut portem”,
     aperta da un elegante dialogo tra corni, clarinetto e fa-
     gotti che si espande a tutta l’orchestra. Anche qui, alcu-
     ni interventi drammatici dei violini evocano Pergolesi.
     La grande aria con coro del soprano, “Inflammatus et
     accensus”, usa già, con un anticipo di quarant’anni, ele-
     menti che troveremo nel Verdi di Aida e del Requiem,
     come il drammatico incipit degli ottoni o il fraseggio
     nervoso dei violini. Il secondo quartetto, “Quando cor-
     pus morietur”, è nuovamente un brano a cappella, un
     Andante dove le quattro voci ripetono la preghiera di
     essere ammessi in paradiso: in un tappeto di sussurri, si
     alzano improvvise, cogenti, le voci femminili a invocare
     fortissimo la gloria del paradiso, meta agognata; e con
     la ripetizione quasi ossessiva della parola paradiso si
     conclude il numero. Segue il fortissimo dell’Amen con-
     clusivo, e poi, un florilegio inatteso: per la conclusione
     aggiunta nel 1841 Rossini abbandona la severità che
     aveva contraddistinto tutti i precedenti interventi del
     coro e si concede un lussureggiare di intrecci di voci
     che evoca i grandi oratori di Bach, Händel e Haydn: la
     polifonia della grande musica sacra, una complessità
     superiore a quella di qualsiasi “nodo avviluppato” del-
     le umane vicende. Un attimo di sospensione, citazione
     del preludio iniziale, di nuovo un sommesso “Amen”,
     prima dell’ultimo erompere trionfale dell’eternità.
                                                 Angela Fodale

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Michele Spotti
Vincitore del Secondo Premio al Concorso dell’Opéra di
Liegi (primo non assegnato) e del secondo premio Spa-
ziomusica di Orvieto, ottenendo anche i premi speciali.
Ha frequentato il Master in Direzione d’orchestra presso
l’Haute École di Ginevra e si è diplomato a pieni voti in
violino e direzione d’orchestra al Conservatorio di Mi-
lano. Ha frequentato i corsi all’Accademia Chigiana con
Gelmetti e Gatti. È stato allievo all’Accademia del Festival
Menhuin a Gstaad di Järvi, Grin e Rozhdestvensky. Nel
2013 ha debuttato al Teatro Mancinelli di Orvieto dirigen-
do Le nozze di Figaro. Ha un’intensa attività concertistica
in Italia in particolare con i Pomeriggi Musicali. Nel 2015
è stato selezionato dalla fondazione CRT di Torino per di-
rigere la Figlia del reggimento. È stato scelto da As.Li.Co.
per la XX edizione del Progetto OperaDomani, con più di
cento repliche de Il barbiere di Siviglia in tutta Italia. Tra gli
impegni più recenti: Il viaggio a Reims al ROF e con Opera
Lombardia; concerti con l’Orchestre Buisonnier a Ginevra
e in tournée in Svizzera; Hänsel und Gretel con l’Orchestra
Toscanini a Parma; Il barbiere di Siviglia a Saint-Etienne;
Il viaggio a Reims nei teatri di Bergamo, Pavia, Cremo-
na; Don Pasquale a Montpellier; una nuova produzione
di Barbe-bleu di Offenbach con la regia di Pelly a Lione;
Il matrimonio segreto e Le Bourgeois gentilhomme di
Strauss a Martina Franca; Rigoletto ad Hannover; L’elisir
d’amore al Petruzzelli di Bari; La Cucina di Synnot e Adina
di Rossini al Wexford Opera Festival; Il barbiere di Siviglia
e una serie di concerti a Pesaro; la Petite Messe Solennelle
al Carlo Felice di Genova. Prossimi impegni prevedono Il
Signor Bruschino e un concerto di Gala al ROF; Così fan
tutte ad Hannover; Guillaume Tell a Marsiglia; La Ceneren-
tola a Monaco di Baviera; La fille du régiment a Bergamo;
Rigoletto a Basilea; concerti con l’Orchestra Toscanini di
Parma e al Teatro Carlo Felice di Genova.

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MICHELE SPOTTI
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          ROSSINI STABAT MATER

     Giuliana Gianfaldoni
     Soprano tarantino, inizia lo studio del canto in giovane
     età, risultando vincitrice di prestigiosi premi in concorsi
     internazionali come il 65° Concorso indetto da AsLiCo
     nel 2014 e il Primo Premio al Concorso Lirico Interna-
     zionale Ottavio Ziino di Roma (2015). Recentissimo il
     suo debutto al Rossini Opera Festival 2019 come Co-
     rinna in Il viaggio a Reims dove è stata acclamata dal
     pubblico e dalla critica: “segnatevi questo nome, Giu-
     liana Gianfaldoni, soprano, perché ne sentirete parlare;
     quanto a me, vorrei urgentemente risentirla cantare”
     ha scritto Alberto Mattioli di lei su «La Stampa». Dopo
     il debutto presso l’Opera de Tenerife nel 2013 in Così
     fan tutte di Mozart, da segnalare la sua partecipazione
     al Festival di Salisburgo nel 2014 come Konstanze nel
     Die Entführung aus dem Serail. Tra i recenti e futuri im-
     pegni: Adina nell’Elisir d’amore al Teatro Municipale di
     Piacenza, Carmina Burana con l’Orchestra Toscanini di
     Parma, l’Orchestra regionale della Toscana (ORT) e per
     il Festival MITO con Daniele Rustioni, Micaela in Car-
     men al Teatro Regio di Torino, Lauretta Gianni Schicchi
     all’Opéra de Montpellier, Giustina in Margherita di J.
     Foroni al Wexford Festival Opera, La fille du régiment
     al Teatro Verdi di Trieste, Rigoletto al Teatro Petruzzelli
     di Bari e al Municipale di Piacenza con Leo Nucci, Co-
     rinna ne Il viaggio a Reims all’Opera de Tenerife, Ilia
     nell’Idomeneo al Teatro Massimo di Palermo, Nannetta
     nel Falstaff al Teatro Municipale di Piacenza, al Teatro
     Massimo di Palermo e al Teatro Petruzzelli di Bari, Soeur
     Constance nei Dialogues des Carmélites al Teatro Re-
     gio di Torino, Amenaide nel Tancredi al Mupa Festival
     di Budapest, La cambiale di matrimonio e Stabat Mater
     al ROF di Pesaro, Oscar in Un ballo in maschera al Fe-
     stival Verdi, etc. Di rilievo la sua recente interpretazione
     come protagonista nella Zaide di Mozart nella nuova
     produzione curata da Vick per OperaLombardia.
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Vasilisa Berzhanskaya
È stata membro dal 2015 al 2017 del Youth Opera Pro-
gram presso il Bol’šoj di Mosca e dal 2017 al 2019 è stata
solista presso la Deutsche Oper Berlin. Nel 2016 ha parte-
cipato all’Accademia Rossini Opera a Pesaro, sotto la dire-
zione di Alberto Zedda: al Rossini Opera Festival ha can-
tato ne Il viaggio a Reims (Marchesa Melibea). Sempre nel
2016 ha debuttato al Bol’šoj in Così fan tutte di Mozart e
in Giovanna d’Arco di Rossini. Nel 2017 ha fatto parte del
Salzburg Festival’s Young Artists Program. Tra gli impegni
della stagione 2017-2018, La Cenerentola al Teatro di Ba-
silea, Il barbiere di Siviglia alla Deutsche Oper di Berlino
e a San Pietroburgo, Siebel in Faust e Marchesa Melibea
ne Il viaggio a Reims presso la Deutsche Oper di Berli-
no. Nella stagione 2018-2019 alla Deutsche Oper Berlin
ha debuttato come Fenena in Nabucco e come Olga in
Evgenij Onegin, alla Nationale Opera di Amsterdam in
Juditha triumphans di Vivaldi e a Basilea e al Concertge-
bouw di Amsterdam ne L’Olimpiade di Vivaldi. Ha cantato
inoltre La Cenerentola e I Capuleti e i Montecchi al Teatro
dell’Opera di Roma, Diana in Orphée aux enfers al Festi-
val di Salisbergo, L’italiana in Algeri al Teatro Filarmonico
di Verona ed è tornata al Teatro di Basilea e alla Deutsche
Oper di Berlino come Rosina.
Tra i suoi futuri impegni, Il barbiere di Siviglia a Berlino e
Monaco di Baviera, Così fan tutte e La clemenza di Tito
all’Opera di Firenze, entrambe dirette da Mehta, Moïse et
Pharaon   al Rossini Opera Festival e a Aix en Provence,
Maometto II al San Carlo di Napoli, La Cenerentola alla
Wiener Staatsoper di Vienna, Nabucco al Covent Garden
di Londra. Ha lavorato con direttori quali Giampaolo Bi-
santi, Vladimir Fedoseyev, Daniele Gatti, Mariss Jansons,
Dmitri Jurowski, Vladimir Jurowski, Andrea Marcon, Enri-
que Mazzola, Stefano Montanari, Donald Runnicles, Gia-
como Sagripanti, Alexander Vedernikov e molti altri.

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MICHELE SPOTTI
          MOZART JUPITER
          ROSSINI STABAT MATER

     Edgardo Rocha
     Il tenore uruguaiano è considerato uno dei più impor-
     tanti esponenti del repertorio belcantistico della sua
     generazione. Lodato per il suo timbro brunito, la friz-
     zante coloratura e i brillanti acuti, si esibisce sui più im-
     portanti palcoscenici del mondo. Si forma musicalmen-
     te diplomandosi in pianoforte e studiando direzione
     corale e orchestrale alla Scuola di Musica dell’Univer-
     sità della Repubblica in Uruguay. Nel 2008 si trasferi-
     sce in Italia per perfezionarsi con Salvatore Fisichella e
     Rockwell Blake. Nel 2010, con l’esordio nel ruolo del ti-
     tolo di Gianni di Parigi di Donizetti al Festival di Martina
     Franca, inizia una carriera che lo porterà nei maggiori
     teatri internazionali come la Wiener Staatsoper, il Liceu
     de Barcelona, il Festival di Salisburgo, il Teatro alla Sca-
     la, l’Opernhaus di Zurigo, Les Arts Valencia, il Real di
     Madrid, l’Opera di Losanna, la Bayerische Staatsoper, la
     Semperoper Dresden, l’Opéra di Parigi, l’Israeli Opera,
     l’Hamburg Staatsoper, l’Opera di Roma, il Maggio Mu-
     sicale Fiorentino, il San Carlo di Napoli, il Teatro Regio
     di Torino, Champs-Élysées, la Maestranza di Siviglia, l’A-
     BAO Bilbao, l’Opéra di Montecarlo, l’Elbphilharmonie
     di Amburgo, il Concertgebouw Amsterdam, il Festival
     di Lucerna, etc. Intensa la collaborazione con direttori
     d’orchestra come Chailly, Sagripanti, Gelmetti, Frizza,
     Chung, Curtis, JWebb, Rustioni, Campanella, Spinosi,
     Wellber, Mazzola, Montanari, de Billy, Capuano, Dan-
     tone, Fasolis. Il suo repertorio comprende, oltre a nu-
     merosi titoli del repertorio rossiniano, Gianni di Parigi,
     Anna Bolena, Don Pasquale, I puritani, Il matrimonio se-
     greto, Cosi fan tutte, La Juive, I pescatori di perle, etc.
     Nel 2012 è Don Ramiro nel film La Cenerentola pro-
     dotto da Andrea Andermann per la RAI e trasmesso in
     mondovisione con la regia di Carlo Verdone e la dire-
     zione di Gianluigi Gelmetti.

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Luca Tittoto
È uno dei bassi più interessanti della sua generazione,
specie nel repertorio barocco, mozartiano e belcantistico.
Debutta nel 2005 come Basilio nel Barbiere di Siviglia di
Rossini con l’Orchestra della Società Filarmonica di Udi-
ne, successivamente al Teatro Ponchielli di Cremona in-
terpreta Mercurio e Littore ne L’Incoronazione di Poppea
di Monteverdi con Ottavio Dantone. Ha vinto nel 2006 il
Concorso Lirico Giuseppe Di Stefano di Trapani per il ruo-
lo di Don Alfonso in Così fan tutte.
Nelle recenti stagioni al Concertgebouw di Amsterdam
ha cantato La Fida Ninfa di Vivaldi, mentre ha debuttato
al Teatro Real di Madrid in Alcina di Handel. Fra i suoi re-
centi impegni Il barbiere di Siviglia (Basilio) di Rossini al
Teatro Comunale di Bologna, Lucia di Lammermoor al
Teatro Massimo di Palermo, Carmen e Orfeo di Montever-
di al Teatro Regio di Torino, Ariodante all’Opera di Am-
sterdam, Colline in La bohème alla Royal Opera House
Covent Garden, I puritani a Modena e Reggio Emilia, Così
fan tutte all’Opera di Oslo. Nella stagione 2018 ha canta-
to a Palermo e a Venezia in Norma (Oroveso), Mustafà in
Italiana in Algeri a Palermo, Così fan tutte e La Calisto a
Monaco di Baviera, la prima in tempi moderni di Enrico
di Borgogna e La creazione del mondo al Festival Doni-
zetti di Bergamo.  Ha poi cantato La Calisto a Madrid e il
Requiem di Mozart con la regia di Castellucci al Festival di
Aix en Provence. Nel suo repertorio figurano anche tutti
i principali ruoli di oratorio per basso, dallo Stabat Mater
e la Petite Messe Solennelle di Rossini, alla Nona di Be-
ethoven, dal Requiem di Mozart alle Passioni bachiane e
al Messiah di Handel.
Fra i prossimi impegni Ercole Amante di Cavalli all’Opéra
Comique di Parigi, Rodelinda a Amsterdam, Basilio nel
Barbiere di Siviglia al Covent Garden, Guillaume Tell a Mo-
naco di Baviera, Nabucco al Teatro Massimo di Palermo, la
Passione secondo Matteo al Teatro Regio di Torino.
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             ROSSINI STABAT MATER

     AREA ARTISTICA
     Direttore artistico Marco Betta
     Direttore musicale Omer Meir Wellber
     Direttore onorario a vita Gabriele Ferro
     Maestro del Coro Ciro Visco
     Direttore del Corpo di ballo Davide Bombana
     Responsabile della programmazione opere, concerti e casting Alessandro Di Gloria
     Segretario artistico Fedora Sorrentino
     Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini
     Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, Giacomo Gati,
     Pasquale Lo Cascio, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo
     Responsabile archivio musicale Simone Piraino
     Direzione di produzione
     Direttore di produzione Paola Lazzari
     Assistente di produzione per il coordinamento operativo Vincenzo Vitale
     Responsabile tournée, coproduzioni, progetti speciali e assistente alle attività
     di produzione Chiara Zarcone
     Direttore di scena Ludovico Rajata

     ORCHESTRA
     Violini primi Silviu Dima*, Luciano Isola, Patrizia Richichi, Marco Spadi,
     Giuseppe Dorato, James Hutchings, Alessandro Bavetta, Laura Minella,
     Daniele Malinverno, Fabio Ferrara, Rossana Rocca, Francesco Palmisano
     Violini secondi Donato Cuciniello**, Cristina Pantaleone, Roberto Lo Coco,
     Alessandro Purpura, Giuseppe Polizzotto, Antonio G. Geraci, Nicoletta Conigliaro,
     Luca Gira, Lorenzo Marcuccio, Ornella Mineo
     Viole Rosario D’Amato**, Antonio Buono, Leoluca Vella, Charlotte Fonchin,
     Anna Schillaci, Rosalia Ballo, Andrea Bertucci, Salvatore D’Amato
     Violoncelli Giuseppe Nastro**, Viviana Caiolo, Massimo Frangipane,
     Gabriele Battaglia, Alberto Baldo, Giuseppe D’Amato
     Contrabbassi Christian Ciaccio**, Gaetano Di Peri, Giuseppe Blanco,
     Penelope Mitsikopoulos, Lamberto Nigro
     Flauti Rosolino Bisconti**, Elisa Alibrandi
     Oboi Carmelo Ruggeri**, Gerardo Bellarosa
     Clarinetti Giovanni Punzi**, Giuseppe Malva
     Fagotti Luca Francescelli**, Sandra Contin
     Corni Gianpiero Riccio**, Gianfranco Cappello, Antonino Alba, Francesco Modica
     Trombe Salvatore Piazza**, Roberta Fustaino
     Tromboni Dalmar Nur Hussen**, Rodolfo Bonfilio, Gianluca Gagliardi
     Timpani Davide Ravioli**

     * spalla
     ** prime parti

     Coordinatore musicale e organizzativo dell’Orchestra Domenico Pirrone
18
CORO
Maestro del Coro Ciro Visco
Altro Maestro del Coro Salvatore Punturo

Soprani primi Maria Luisa Amodeo, Gabriella Barresi, Alfonsa Fantaci,
Cecilia Galbo, Donatella Gugliuzza, Daniela Marabete,
Rosalba Mongiovì, Daniela Montelione, Claudia Munda,
Giovanna Orobello, Maria Randazzo, Valentina Vitti
Soprani secondi Maria Luisa Aleccia, Domenica Alotta, Maria Fiordaliso,
Simona Guaiana, Rosana Lo Bosco, Mariella Maisano,
Francesca Martorana, Daniela Pedi, Simona Scrima
Mezzosoprani Annarita Alaimo, Rita Bua, Manuela Ciotto,
Antonella De Luca, Carmen Ghegghi, Damiana Li Vecchi, Loredana Megna,
Giuseppina Notararigo, Sonia Tomasino
Contralti Silvia Bacioccola, Anna Campanella, Maria Rosalia Gottuso,
Monica Iraci, Ambra Mancuso, Patrizia Martorana, Daniela My, Daniela
Nicoletti, Cinzia Sciortino
Tenori primi Vincenzo Bonomo, Leonardo Corallo, Biagio Di Gesù,
Maurilio Di Martino, Giovanni Di Pasquale, Nunzio Gallì, Alfio Marletta,
Francesco Polizzi, Fabrizio Pollicino, Salvo Randazzo,
Mariano Sanfilippo, Emanuele Urso
Tenori secondi Antonio Alotta, Giuseppe Di Adamo, Domenico Ghegghi,
Vincenzo Leone, Antonino Lo Presti, Pietro Luppina, Carlo Morgante,
Marco Palmeri, Marco Antonio Pastorelli
Baritoni Antonio Barbagallo, Gianfranco Barcia, Antonio Corbisiero, Paolo Cutolo,
Simone Di Trapani, Cosimo Diano, Alessio Gatto Goldstein,
Riccardo Schirò, Giuseppe Tagliarino
Bassi Giuseppe Caruso, Federico Cucinotta, Filippo Di Giorgio,
Gianfranco Giordano, Antonio Gottuso, Giuseppe Nicodemo,
Vincenzo Raso, Carlo Ignazio Romano, Tommaso Smeraldi

                                                                                    19
Associazione Nazionale
          Fondazioni Lirico Sinfoniche

          teatromassimo.it

  Ufficio stampa Giovannella Brancato
 Responsabile ufficio stampa nazionale
      e internazionale Paolo Cairoli

Programma di sala a cura di Angela Fodale
  Grafica e impaginazione: Luca Orlando
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