Manuale operativo per la Theory of Change - Fondazione Lang Italia

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Manuale operativo per la Theory of Change - Fondazione Lang Italia
Philanthropy Insights n.5_2017

Manuale operativo
per la Theory of Change
Linee guida per gestire
un workshop partecipativo
di Teoria del Cambiamento
e porre le basi per la
valutazione dell’impatto sociale

a cura del
Centro Studi Lang sulla Filantropia Strategica
Manuale operativo per la Theory of Change - Fondazione Lang Italia
Philanthropy Insights n.5_2017

Realizzato da:
Centro Studi Lang – Fondazione Lang Italia

Direzione scientifica:
Simone Castello

Grafica & impaginazione:
Gianluca Brugnetti, Deshion
Manuale operativo per la Theory of Change - Fondazione Lang Italia
SOMMARIO

PREFAZIONE AL MANUALE 										4

INTRODUZIONE ALLA TEORIA DEL CAMBIAMENTO							5

• Definizione e origini
• Glossario
• Come funziona una ToC?

1. PREPARAZIONE DEL WORKSHOP TOC 								9

• Scelta e ruolo del facilitatore: linee guida generali
• Prima del workshop: il lavoro preparatorio

2. SVOLGIMENTO DEL WORKSHOP 									12

• Obiettivo di lungo termine
• Backward Mapping
• Reality Check
• Definizione delle attività
• Indicatori
• Verifica delle assumptions e degli enablers

3. FOLLOW-UP E RESTITUZIONE FINALE 								18

• La Relazione Finale
• Ultimi step: la ToC come strumento dinamico

REFERENCES 												22

                                                   3
Manuale operativo per la Theory of Change - Fondazione Lang Italia
PREFAZIONE AL MANUALE

Q   uesto paper rappresenta una guida prati-
    ca per le organizzazioni interessate a svi-
luppare una “Theory of Change” (“teoria del
                                                           comportano generalmente una lievitazione
                                                           dei costi e la diminuzione del grado di affida-
                                                           bilità dello studio.
cambiamento”, di seguito ToC) o a ridefinire
un modello esistente. Va sottolineato come                 Tipicamente la ToC viene realizzata attraverso
non esista un approccio unico universalmente               un workshop partecipativo guidato da un faci-
condiviso: il procedimento che viene presen-               litatore esperto che porta i membri dell’orga-
tato rappresenta una summa di buone prati-                 nizzazione (manager e staff) e, in alcune fasi,
che a livello internazionale che Fondazione                stakeholder chiave esterni a definire il piano
Lang Italia ha mutuato in un metodo di lavoro              d’impatto partendo dall’obiettivo finale e muo-
applicabile al contesto italiano e declinabile in          vendo a ritroso per mappare le precondizioni
base agli obiettivi e alle caratteristiche della           necessarie per produrlo, testarne le ipotesi
specifica organizzazione.                                  alla base, e identificare gli indicatori per valu-
                                                           tarne il successo e/o determinare le opportu-
La Theory of Change è una descrizione speci-               ne modifiche. Il processo comporta una fase
fica e misurabile di un’iniziativa che mira a ge-          di lavoro preparatorio; un workshop della du-
nerare un impatto sociale applicabile a livello            rata di due-quattro giorni; una fase post-work-
di organizzazione, per inquadrare la totalità              shop di elaborazione e restituzione finale del-
dei programmi implementati nell’alveo di una               la ToC a livello di sintesi grafica (a uso esterno)
visione strategica condivisa, o di progetto, per           e come report strategico in forma estesa (per
definire le modalità di implementazione utili a            uso prevalentemente interno).
produrre il cambiamento desiderato. Una ToC
efficace fornisce una roadmap che contribui- Grazie all’analisi del processo step-by-step,
sce a:                                            l’obiettivo di questo paper è permettere alle
                                                  organizzazioni interessate a focalizzare il pro-
1. guidare l’operato dell’organizzazione, de- prio modello d’impatto attraverso la ToC di
terminando in maniera condivisa, chiara e te- tarare le proprie aspettative, comprendendo
stabile la logica e le modalità con cui si svol- lo svolgimento, le implicazioni, e i benefici di
gerà l’iniziativa                                 un lavoro di pianificazione strategica che co-
                                                  stituisce per un progetto sociale l’equivalente
2. posizionare l’iniziativa in modo immedia- di ciò che un business model rappresenta per
to a stakeholder interni (es. staff) ed esterni un’idea imprenditoriale.
(es. beneficiari, partner, donatori) favorendo
l’accountability, la nascita di nuove collabora-
zioni, e riducendo il rischio di autoreferenzia-
lità

3. porre le basi per la valutazione dell’im-
patto, definendo un punto di riferimento in-
dispensabile (i.e. il concetto di “successo” e le
modalità per raggiungerlo) e predisponendo                                                  Simone Castello
fin dall’inizio la raccolta di dati solidi e adegua-                            Responsabile Centro Studi Lang
ti – evitando complesse ricerche ex-post che                                        sulla Filantropia Strategica

                                                       4
INTRODUZIONE ALLA TOC
   Definizioni e origini

                                     vità verrà implementata, allora      che evidenziò la necessità di
 Keyword
                                     questo output verrà prodotto”).      articolare chiaramente le ipo-
 Teoria del Cambiamento
                                     Il processo di mappatura de-         tesi (assumptions) alla base di
 La Teoria del Cambiamento è
                                     gli outcome consente una             un programma e di definire
 un processo rigoroso e par-
                                     miglior comprensione delle           il processo di cambiamento
 tecipativo attraverso il quale
                                     modalità in cui il cambiamen-        step-by-step per permette-
 membri dell’organizzazione e
                                     to può avvenire, permettendo         re al valutatore di misurare
 stakeholder nel corso di una
                                     una pianificazione progettua-        l’impatto generato. Grazie al
 pianificazione articolano i loro
                                     le più accurata e ponendo le         lavoro dell’autrice, la Theory
 obiettivi di lungo termine e
                                     basi necessarie per la valuta-       of Change cominciò a essere
 identificano le condizioni che
                                     zione dell’impatto sociale.          utilizzata come una modalità
 essi reputano necessarie per
                                                                          per descrivere l’insieme del-
 raggiungerli. Queste condizioni     Anche se non è semplice iden-        le ipotesi che motivano i mi-
 sono rappresentate negli outco-     tificare il momento esatto del-      ni-cambiamenti che devono
 mes prefissati e illustrate in un   la nascita del termine “Theory       verificarsi grazie all’iniziativa,
 modello causale (results chain).    of Change”, possiamo rintrac-        le connessioni tra attività e
                                     ciare le sue origini alla fine de-   outcome ad ogni livello del
                                     gli anni ’50, con le prime analisi   processo, e la definizione di
                                     dei modelli logici che introdu-      un framework di misurazione
L    a ToC è una descrizione e
     illustrazione comprensiva
delle motivazioni e delle mo-
                                     cevano il rapporto causale “in-
                                     put-attività-output-outcome”
                                                                          per verificare l’effettivo conse-
                                                                          guimento degli outcome pre-
                                     propedeutico alla realizzazio-       fissati.
dalità per cui il cambiamen-         ne di un obiettivo d’impatto.
to desiderato si manifesterà         Successivamente, grazie al           Da allora l’utilizzo della teo-
in un determinato contesto.          lavoro di esperti accademici         ria del cambiamento è an-
Rappresenta il punto ideale di       come Carol Weiss, Huey Chen          dato diffondendosi a livello
congiunzione tra ciò che l’ini-      e Michael Quinn Patton, la lo-       internazionale tra non profit,
ziativa produce (le sue attività)    gica della ToC cominciò ad af-       fondazioni e agenzie gover-
e le ragioni che consentiranno       fermarsi in concomitanza con         native - in modo più o meno
il raggiungimento degli obiet-       le riflessioni sulla valutazione     esplicito: nel 2015, EuropeAid
tivi: per questo, il processo di     dell’impatto sociale: questi         (la Direzione Generale per lo
ToC comincia dal punto ideale        autori misero in luce, infatti, le   Sviluppo e la Cooperazione
di arrivo, con l’identificazione     difficoltà di valutare il cambia-    della Commissione europea)
dell’obiettivo d’impatto di lun-     mento prodotto da program-           ha inaugurato il nuovo Logical
go termine, procedendo poi a         mi complessi nel momento in          Framework che, seppur senza
ritroso per riconoscere tutte        cui il percorso verso il cambia-     menzionare il termine ToC, ne
le precondizioni necessarie          mento e la ratio sottostante         ha mutuato la logica, incorpo-
che devono essere in vigore          non erano sufficientemente           randone numerosi elementi e
e come esse si relazionino in        definiti.                            inaugurando un approccio alla
un’ottica causale “se-allora”        Il termine ToC prende forma          progettazione più flessibile e
(es. “se questo output verrà         compiuta negli anni ’90 all’A-       orientato all’apprendimento
prodotto, allora questo outco-       spen Institute, in particolare       in itinere rispetto al passato.
me si realizzerà; se questa atti-    grazie al lavoro di Carol Weiss

                                                     5
Glossario
Analisi di contesto. Quando l’ambito ter-             Facilitatore. Si tratta di un esperto che ge-
ritoriale gioca un ruolo importante nel pro-          stisce il workshop e svolge il lavoro prepara-
getto, una delle prime fasi di analisi consiste       torio, intermedio e finale, arrivando in alli-
nella ricerca socio-politico-economica del            neamento con i partecipanti alla definizione
contesto di riferimento. Questa fase è fon-           finale della ToC.
damentale per orientare al meglio il proget-
to e individuare stakeholder che possono              Impatto (obiettivo di lungo termine).
essere coinvolti al fine di produrre relazio-         Effetti positivi e negativi, intenzionali e invo-
ni anche inedite e apparentemente distanti            lontari, diretti e indiretti, primari e seconda-
che, se attivate, possano rafforzare il pro-          ri prodotti da un intervento. Rendere ma-
getto.                                                nifesto l’impatto nella pratica esige che gli
                                                      outcome ottenuti dai partecipanti ai servizi
Assumptions (ipotesi). Condizioni fonda-              e la percentuale di partecipanti che li hanno
mentali affinché il programma abbia suc-              conseguiti vengano confrontati con i risulta-
cesso: il processo di esplicitazione delle            ti di gruppi simili – se possibile identici – che
assumptions, spesso implicite e basate su             non hanno ricevuto tali servizi.
credenze e stereotipi, rappresenta un mo-
mento fondamentale del processo di ToC.          Indicatori. Gli indicatori sono segnali del
                                                 cambiamento, misurazioni del progresso,
Attività. Azioni implementate per produrre utilizzati per valutare il raggiungimento dei
gli output.                                      risultati di un’azione e sono composti da
                                                 tre elementi principali: popolazione target,
Backwards Mapping. Rappresenta il pro- threshold (livello soglia) e timeline. Esistono
cesso di mappatura che parte dall’obietti- due principali tipologie di indicatori:
vo d’impatto e muove a ritroso verso i pri-
mi cambiamenti che devono verificarsi. Si • Qualitativi. Basati sull’interpretazione logi-
tratta di un percorso opposto rispetto alla ca o classificazione di testi, interviste, pareri
pianificazione tradizionale perché prende e valutazioni, misurano la correlazione cau-
avvio dalla domanda “Quali precondizioni de- sa-effetto e l’intangibilità, come percezioni e
vono essere in vigore per conseguire l’obiettivo attitudini. Aiutano a fornire una fotografia
d’impatto?” anziché da “Cosa facciamo per dettagliata di un campione relativamente
produrre gli outcome?”, interrogativo che nel piccolo della popolazione su un tema spe-
processo di ToC viene affrontato solo in un cifico, e sono preziosi a supporto delle in-
secondo momento.                                 dicazioni quantitative per contestualizzare i
                                                 risultati ottenuti.
Diagramma. Rappresenta l’illustrazione
visuale sintetica della ToC, evidenziando la • Quantitativi. Basati su grandezze numeri-
relazione tra input-attività-output-outcom- che, vengono espressi in percentuali o va-
e-impatto.                                       lori assoluti. Consentono di identificare le
                                                 maggiori differenze nelle caratteristiche o
Enablers (facilitatori). Stakeholder interni nelle condizioni riguardanti la popolazione
ed esterni all’organizzazione che devono es- e sono utili a determinare una correlazione
sere mappati e coinvolti per garantire un’e- statistica tra un problema e una causa.
voluzione positiva del progetto o consegui-
re un determinato passaggio della ToC.           Input. Risorse economiche e non (tempo,
                                                 beni, strutture, ecc.) messe a disposizione
                                                 per realizzare le attività.

                                                  6
Learning organization. Organizzazione                  sequenzialità degli outcome che evidenzia
che acquisisce continuamente conoscen-                 i livelli di causalità (i.e. quali outcome rap-
za ed è in grado di innovarsi prontamente              presentano precondizioni necessarie per gli
per adattarsi a un ambiente in rapido muta-            altri).
mento. Le cosiddette learning organizations
creano una cultura che incoraggia la cresci-           Popolazione target. Gruppi d’individui su
ta interna, il pensiero critico, l’assunzione di       cui l’iniziativa agisce (es. studenti di una
rischi e la sperimentazione, diffondendo le            scuola, individui di un certo status socio-eco-
evidenze emerse per incorporarle nella pia-            nomico, abitanti di una determinata area). È
nificazione strategica e a livello operativo.          una delle componenti di un indicatore (“Chi
                                                       o cosa deve raggiungere l’obiettivo?”).
Logical Framework (quadro logico). La
matrice del Logical Framework rappresenta        Relazione finale. Una volta completato il
il principale strumento utilizzato per la pro-   workshop, la ToC viene analizzata in ogni
gettazione, il monitoraggio e la valutazione     sua componente in un report esaustivo,
dei progetti.                                    prodotto dal facilitatore, che farà da guida
                                                 all’implementazione e al monitoraggio e che
Narrativa. Breve sintesi (2-3 pagine) della rappresenta il modello strategico di impatto
ToC che delinea il percorso per il cambia- dell’iniziativa.
mento, evidenzia le principali assumptions,
e illustra come e perché si ritiene che l’ini- Results Chain. È la rappresentazione line-
ziativa avrà successo. Può contenere alcune are della ToC che mostra come il progetto
informazioni aggiuntive come vision, storia innescherà i diversi livelli di cambiamento
dell’iniziativa, elementi di contesto. L’obiet- (output  outcome  impact)
tivo è duplice: (1) trasmettere i principali
elementi della ToC in modo sintetico e im- Theory of Change. Una ToC definisce le
mediato; (2) illustrare la logica complessiva precondizioni necessarie per produrre l’o-
della ToC.                                       biettivo d’impatto. Si tratta della catena
                                                 causale che collega le risorse (input) alle at-
Outcome. Sono i cambiamenti attesi e mi- tività, le attività alle realizzazioni (output), le
surabili cui i beneficiari dei servizi del pro- realizzazioni ai risultati (outcome) e i risulta-
getto vanno incontro; in genere si tratta di ti ai cambiamenti (impact). Viene visualizza-
mutamenti nei comportamenti, conoscen- ta attraverso un diagramma e analizzata in
ze, abilità, atteggiamenti, status sociale o dettaglio nella relazione finale.
personale che al momento di avvio del pro-
gramma non sono presenti e che dovran- Threshold (livello soglia). Identifica la
no essersi manifestati alla sua conclusione. quantità di popolazione target che dovrà
Rappresentano le precondizioni necessarie cambiare per ogni outcome. È una delle
per raggiungere l’obiettivo d’impatto.           componenti di un indicatore (“Qual è la so-
                                                 glia di successo?”).
Output. Consiste nel numero e tipologia di
persone assistite, attività svolte e oggetti re- Timeline. Identifica l’orizzonte temporale in
alizzati da un’organizzazione nel corso di un cui il livello soglia (threshold) di un outcome
certo periodo (tipicamente un anno).             verrà conseguito. È una delle componenti di
                                                 un indicatore (“Quando si osserverà il risulta-
Pathway to change (percorso per il cam- to?”)
biamento). È la visualizzazione della con-

                                                   7
COME FUNZIONA UNA TOC?

L  a ToC ha guadagnato sempre più attenzione come strumento utile a descrivere le modali-
   tà con cui il cambiamento prende forma nella realtà (tipicamente attraverso un processo
complesso e circolare, piuttosto che come semplice consequenzialità lineare in cui A porta a B)
e a potenziare le fasi di monitoraggio, di valutazione e - a livello strategico - di apprendimen-
to continuo dell’organizzazione attraverso i suoi successi e fallimenti (learning organization).
Nonostante la crescente diffusione, l’approccio e il metodo di sviluppo di una ToC non sono
uniformi: il termine viene spesso utilizzato con accezioni differenti, spesso come semplice stru-
mento per esplicitare la logica di pratiche esistenti – con finalità più comunicative che di stam-
po strategico – senza una reale riflessione che porti l’organizzazione a guardare oltre ai propri
approcci consolidati per investigare il processo di cambiamento nella sua totalità, immaginare
nuove soluzioni, e considerare possibili collaborazioni con altri player.

La definizione della ToC consiste nel mappare tutte le condizioni necessarie e sufficienti per
produrre l’obiettivo d’impatto, muovendo a ritroso dai risultati a lungo termine (outcome finali)
a quelli intermedi e di breve, andando così a definire il cosiddetto “pathway to change” che rap-
presenta il percorso per il cambiamento in base al quale gli elementi progettuali prenderanno
forma. Attraverso un percorso facilitato, i partecipanti dovranno articolare le ipotesi sottostanti
il processo di cambiamento in modo che possano essere esaminate e testate per determinar-
ne il grado di affidabilità.

L’intero processo di definizione della ToC può essere schematizzato in tre macro-fasi, analizza-
te nelle seguenti pagine, in cui risulta fondamentale il ruolo del facilitatore:

1. Preparazione del workshop
2. Svolgimento
3. Follow-up e restituzione finale

   Principali elementi della Teoria del Cambiamento

                                                8
PREPARAZIONE DEL
   WORKSHOP TOC
SCELTA E RUOLO DEL
                                                                                         1
                                                                        2. Condivisione e gestione
                                                                        dei conflitti. Il processo di
FACILITATORE: LINEE GUIDA                                               ToC risulta particolarmente
GENERALI                                                                efficace nel momento in cui i
                                                                        partecipanti sono messi nelle
                                                                        condizioni di esprimere libe-
                                                                        ramente le proprie opinioni

Idente
   n tutte le fasi del processo
   di ToC, come risulterà evi-
       durante l’analisi dei sin-
                                    rate in funzione di altri fattori
                                    che caratterizzano il processo
                                    della ToC: di seguito vengono
                                                                        e valutazioni. L’utilizzo di un
                                                                        facilitatore esterno “neutrale”
                                                                        favorisce l’instaurazione di un
goli passaggi, è fondamentale       presentate cinque motivazio-        clima di fiducia e di confronto,
il ruolo del facilitatore che ge-   ni principali per cui risulta più   facilitando la condivisione di
stisce il workshop e svolge il      opportuna la scelta di un faci-     dubbi e criticità che altrimen-
lavoro preparatorio, interme-       litatore esterno.                   ti rischierebbero di rimanere
dio e finale, arrivando in alli-                                        inespressi. In secondo luogo,
neamento con i partecipanti 1. Corretta esecuzione. Una                 il confronto tra i partecipanti
alla definizione finale della te- prima valutazione va effettua-        può portare ad affermazio-
oria del cambiamento.             ta in termini di capacità da par-     ni contrastanti soprattutto
                                  te dell’organizzazione di gesti-      quando vengono messi in di-
Quando        un’organizzazione re efficacemente il percorso di         scussione approcci radicati
decide di intraprendere il per- definizione della ToC. Come in          e percezioni valoriali. Se una
corso di ToC, la prima fonda- ogni processo di pianificazio-            certa dose di conflitto è insita
mentale decisione riguarda ne strategica, sono necessarie               nel processo e positiva, il faci-
la scelta di avvalersi di un fa- competenze specifiche per fa-          litatore deve riuscire a evita-
cilitatore interno o esterno. cilitare la qualità del prodotto          re che il dibattito degeneri in
I fautori della prima ipotesi finale e assicurarsi che la ToC           scontro. Anche in quest’ottica,
adducono motivazioni che sia formulata secondo crite-                   il ruolo di osservatore super
riguardano tipicamente una ri professionali e in modalità               partes consente a un facilita-
maggiore conoscenza del idonea per permettere la va-                    tore esterno di gestire queste
contesto organizzativo e delle lutazione dell’impatto sociale.          situazioni più agevolmente,
progettualità in essere dell’or- È verosimile che, soprattutto          reindirizzando la conversazio-
ganizzazione, nonché la possi- alla prima esperienza, l’orga-           ne e arrivando alla definizione
bilità di evitare il costo di un nizzazione non abbia interna-          di una soluzione oggettiva.
consulente esterno. Queste mente le skills necessarie.
ragioni vanno però conside-

                                                   9
3. Visione d’insieme e non          tore tempo: la gestione del         Alla luce di questi fattori, si
ingerenza. Se è verosimile          processo, nelle fasi preceden-      raccomanda che il processo
affermare che un facilitato-        ti al workshop, intermedie ed       sia condotto da un facilitato-
re interno avrà una maggior         ex-post, richiede un impiego        re esterno, che ovviamente
conoscenza delle logiche, dei       consistente di giornate lavo-       dovrà cercare di tarare i ca-
valori, in sintesi della realtà     rative che riguardano in parti-     richi di lavoro in base a biso-
dell’organizzazione, nella scel-    colare la preparazione dell’in-     gni, obiettivi e caratteristiche
ta del facilitatore va conside-     contro, la predisposizione di       della specifica iniziativa – ar-
rata attentamente la capacità       documenti di sintesi e riepi-       monizzando dove possibile lo
di pensiero “out-of-the-box”,       logo condivisi, l’elaborazione      sforzo necessario per svilup-
componente fondamentale             della relazione finale nonché,      pare una ToC professionale
del processo di sviluppo del-       ove non presente, la redazio-       con le disponibilità dell’orga-
la ToC. Per ognuno di noi è         ne dell’analisi di contesto per     nizzazione.
complesso ragionare uscen-          inquadrare dati economici,
do dai confini di “quello che
si è sempre fatto”, mettendo
                                    culturali, sociali e demografi-
                                    ci che saranno fondamentali
                                                                        PRIMA DEL
in discussione ipotesi radicate     per definire un piano di azio-      WORKSHOP:
e modalità di lavoro consoli-
date alla ricerca di un nuovo
                                    ne e i relativi indicatori per il
                                    monitoraggio e la valutazione
                                                                        IL LAVORO
piano di azione più efficace e      dell’impatto. Il facilitatore si    PREPARATORIO
comprensivo. In questo sen-         prende cura di tutte queste
so il facilitatore esterno – che    operazioni: l’organizzazione
dovrà comunque aver studia-         deve quindi valutare la dispo-   Prepararsi al workshop ToC
to a fondo l’organizzazione in      nibilità di una o più risorse in-è fondamentale per facilitare
preparazione al workshop – si       terne a gestire queste fasi di   il processo di pianificazione
trova in una posizione privi-       lavoro e il loro costo in terministrategica. Di seguito sono ri-
legiata per favorire una pro-       temporali.                       portati quattro punti chiave
spettiva nuova e d’insieme, ri-                                      su cui lavorare in fase di pre-
ducendo il rischio tipico di chi    5. Bilanciamento tra par- parazione.
è così addentro allo specifico      tecipazione e tempistiche.
ambito da “vedere solo l’albe-      Infine, un ruolo importante 1. L’obiettivo. In primo luogo
ro senza percepire il bosco”.       – che tocca trasversalmente è importante avere chiaro l’o-
Inoltre, il facilitatore deve       i punti precedenti – del faci- biettivo del processo di ToC,
evitare di imporre le proprie       litatore riguarda la gestione comprendendo il momento
opinioni e conoscenze spe-          dei tempi al fine di bilancia- in cui si trova l’organizzazione
cifiche, monopolizzando la          re il processo partecipativo – pianificazione, implementa-
discussione e indirizzando il       dei momenti di discussione, zione, valutazione o ridefini-
gruppo verso la soluzione che       brainstorming, e restituzione zione del progetto – per avere
ritiene migliore: la presenza di    in limiti temporali ragionevoli. chiare le aspettative del grup-
un soggetto esterno aumen-          Questo comporta una duplice po.
ta la probabilità di garantire      visione, in termini di rispetto
obiettività, riducendo il rischio   dell’agenda condivisa e, so- 2. I decision-makers. È op-
che il proprio coinvolgimento       prattutto, di comprensione portuno identificare i player
personale indirizzi il gruppo a     del momento in cui la discus- principali e/o i decisori fina-
prediligere una strada piutto-      sione ha raggiunto quel pun- li per coinvolgerli nel work-
sto che un’altra.                   to oltre il quale i partecipanti shop nonché assicurarsi di
                                    non apporteranno un valore avere pieno spazio di mano-
4. Costi temporali. Nel mo-         aggiunto e il confronto rischia vra, per evitare che i cambia-
mento di valutazione dei costi      di diventare circolare o di fos- menti che il processo di ToC
di realizzazione di una teoria      silizzarsi su prese di posizioni farà emergere non rimanga-
del cambiamento, è opportu-         inconciliabili.                  no un puro esercizio teori-
no considerare anche il fat-                                         co andando a scontrarsi con

                                                   10
valori/scelte organizzative che vari livelli dell’organizzazione    a livello economico, sociale,
non possono essere messi in siano coinvolti, con particola-         culturale, politico, ecc. che
discussione.                     re attenzione ai decision-ma-      agiscono in quel determinato
                                 kers, allo staff dello specifico   contesto. In caso quest’analisi
3. Composizione del grup- progetto e ai referenti moni-             non sia presente o i dati siano
po. L’efficacia del processo toraggio/valutazione: è op-            ormai obsoleti, il facilitatore
di ToC è commisurata alla portuno, dove possibile, pre-             dovrà prendersi cura di rileva-
varietà delle prospettive rap- vedere il coinvolgimento di          re i trend in atto per assicurare
presentate nel gruppo di lavo- stakeholder esterni (es. i be-       una base su cui il gruppo po-
ro. Chiaramente il numero di neficiari del progetto) in de-         trà lavorare per la mappatura
partecipanti verrà definito in terminate fasi del workshop          degli outcome e la definizio-
allineamento con l’organizza- per evitare che la ToC rappre-        ne degli indicatori. In questa
zione in base alle sue specifi- senti una visione autoreferen-      fase, è consigliabile bilanciare
cità (es. dimensioni, ramifica- ziale. Idealmente, si consiglia     l’estensione dell’indagine con
zione, presenza territoriale) e di prevedere un gruppo di ot-       la fruibilità del materiale da
deve rappresentare un punto to-quindici persone.                    parte del gruppo: se duran-
di equilibrio tra la garanzia di                                    te il workshop emergeranno
rendere il processo quanto più 4. Analisi di contesto. Se l’o-      aree che necessitano ulteriori
condiviso e il mantenimento biettivo della ToC è di definire        evidenze per sostanziare gli
della dimensione di efficien- un intervento che produrrà un         elementi della ToC, l’analisi
za. Una buona composizione cambiamento in una determi-              potrà essere integrata sulla
del gruppo prevede una sele- nata comunità, è fondamen-             base di ricerche specifiche.
zione verticale in modo che i tale avere chiare le dinamiche

  Di cosa avrete bisogno per il workshop
  MATERIALI                                       PREPARARE LA MEETING ROOM

  • Post-it di diversi colori                     • La stanza dovrebbe essere predisposta
  (almeno quattro - per outcome, output,          per una sessione di brainstorming – quindi
  attività, input)                                una tavola rotonda è più adatta rispetto a
                                                  un formato frontale – e dovrà essere abba-
  • Penne, matite, nastro adesivo,                stanza ampia per lavorare in piccoli gruppi
  evidenziatori
                                                  • Attaccate alle pareti o distribuite le de-
  • Block-notes/fogli per i momenti               finizioni degli elementi della ToC con un
  di lavoro individuali                           esempio per ognuno. E’ preferibile che gli
                                                  esempi non riguardino il progetto specifico
  • Lavagna a fogli mobili                        per cui il gruppo si appresta al processo di
                                                  ToC per evitare condizionamenti
  • Computer e proiettore per
  un’introduzione alla ToC (opzionale)            • Appendete fogli bianchi per scrivere e/o
                                                  attaccare post-it

                                                  • Prevedete caffè, acqua, caramelle… tutto
                                                  ciò che può mettere i partecipanti a loro
                                                  agio ed evitare pause troppo frequenti.

                                               11
SVOLGIMENTO DEL
   WORKSHOP TOC                                                                       2
D    i seguito viene presentato 1. OBIETTIVO
     il processo di sviluppo del-
la ToC durante un workshop DI LUNGO
                                                                      Brainstorming. Chiedete a
                                                                      ogni partecipante di scrive-
                                                                      re le idee che descrivono la
partecipativo per un nuovo TERMINE                                    propria visione di “successo”
progetto. Nel caso in cui l’or-                                       (una definizione per post-it).
ganizzazione abbia deciso di (IMPATTO)
creare una teoria del cam-                                            Condivisione. Attaccate i
biamento per un’iniziativa già Il primo passo del proces-             post-it sulla lavagna. Mentre il
avviata, sarà necessario ante- so consiste nell’identificare          gruppo continua il suo lavoro,
porre all’inizio della sessione: l’obiettivo di lungo termine,        il facilitatore dovrebbe rag-
                                   punto fondamentale dato che        gruppare le definizioni più af-
1. Condivisione dei risultati spesso esistono concezioni              fini e prendere nota di spunti
    raggiunti negli anni d’im- differenti di ciò che viene rico-      condivisi e criticità nella for-
    plementazione del proget- nosciuta come la visione del            mulazione .
    to: principali successi e fal- “successo” di un’iniziativa. È
    limenti, lezioni apprese       importante che il gruppo sia       Confronto. Incoraggiate la di-
2. Analisi dei punti di forza, di quanto più specifico possibile      scussione di gruppo sui punti
    debolezza, minacce e op- in questa fase per evitare una           chiave e le principali differen-
    portunità dell’iniziativa      definizione d’impatto vaga         ze tra le diverse definizioni
3. Aggiornamento dell’analisi che renderà complesso map-              dell’obiettivo d’impatto. An-
    di contesto                    pare le precondizioni neces-       notate parole e frasi ricor-
                                   sarie.                             renti, largamente condivise
Per risparmiare tempo, que-                                           dal gruppo, e cominciate a
ste fasi possono essere svolte       PROCEDIMENTO                     eliminare le idee meno signi-
dal facilitatore in allineamen-      Domande guida                    ficative. Probabilmente nel-
to con l’organizzazione e con-                                        la discussione emergeranno
divise all’inizio del workshop       • Cosa cambierà nella            concetti che rappresentano
con i partecipanti in modo da        comunità grazie al               in realtà precondizioni per
discuterne le risultanze, per-       raggiungimento dell’obiettivo?   l’obiettivo d’impatto o attivi-
fezionarle, e arrivare a un in-      • Chi è la popolazione target    tà: questi post-it andrebbe-
quadramento della situazione         dell’iniziativa?                 ro messi da parte per lo step
di partenza. A questo punto          • Qual è l’area di riferimento   successivo di lavoro.
si può procedere con gli step        per l’intervento?
che seguono.                         • Quando verrà raggiunto
                                     l’obiettivo?

                                                 12
Elaborazione. Il gruppo arri-      Da questa definizione si ren-
va a una definizione condivi-      dono evidenti due fattori: in       PRACTICAL TIPS
sa, che tipicamente si presen-     primis, l’importanza di un’ana-
ta in una forma abbastanza         lisi di contesto solida per defi-   Un obiettivo d’impatto deve
generica, come nell’esempio:       nire in modo univoco la popo-       essere semplice, chiaro e
                                   lazione target (stratificandola,    specifico. Un metodo pratico
       “Aumento del livello        se opportuno, per sesso, età,       per aiutare nella formulazione
         di occupazione”           stato socio-economico, ecc.) e      consiste nel domandarsi: “Se
                                   registrare il livello di parten-    un giornale locale dovesse
Questa definizione va ora za (la cosiddetta baseline) che              scrivere un titolo annunciando
resa valutabile, andando a permette di tarare la nostra                il successo del progetto, cosa
evidenziare:        “popolazione soglia di successo. In secondo        direbbe?”. Il gruppo può
target” - “ambito geografico e luogo è verosimile che, in certi        verificare quanto la definizione
temporale” - “status attuale” casi, come per nuovi progetti            di successo a cui è giunto si
- “livello soglia” per focalizza- o per iniziative che agiscono        presti a essere utilizzata come
re il criterio di successo dell’i- in ambienti sconosciuti, non        titolo di giornale.
niziativa. Continuando con il sempre sarà facile reperire
nostro esempio:                    dati adeguati per definire ac-
                                   curatamente l’obiettivo di im-
                                                                     2. BACKWARD
         OBIETTIVO                 patto. È comunque opportuno MAPPING
         DI IMPATTO
                                   cercare di focalizzare quanto
                                   più possibile, preferendo un
                                                                     (Mappatura degli
                                   livello di successo prudenziale outcome)
      “L’occupazione dei           in partenza e rifinendo l’obiet-
        giovani a basso            tivo allorché saranno disponi-
     reddito (24-35 anni)          bili nuove informazioni.          Il secondo step rappresenta
          nell’area Y è                                              tipicamente la fase più sfidan-
                                                                     te nonché la più rivelatoria del
      aumentata dell’x%                                              processo di ToC. Lo scopo di
          in un anno”                                                questa fase consiste nell’iden-
                                                                     tificare a ritroso tutte le pre-
                                                                     condizioni necessarie (outco-
                                                                     mes) per produrre l’obiettivo
                                                                     d’impatto, mappandole in un
                                                                     percorso (pathway of change)
                                                                     che procede in maniera line-
                                                                     are e cronologica. Si tratta in
                                                                     sostanza della sequenza in cui
                                                                     gli outcome devono verificarsi
                                                                     per raggiungere l’obiettivo di
                                                                     impatto.
                                                                     Per avviare il lavoro, il facilita-
                                                                     tore deve chiedere al gruppo
                                                                     di individuare gli outcome fi-
                                                                     nali necessari per generare
                                                                     l’obiettivo di impatto, vale a
                                                                     dire le sue dirette precondi-
                                                                     zioni.

                                                  13
PROCEDIMENTO                        sempio, gli outcome interme-         questi legami: durante la fase
                                    di per il nostro outcome finale      di mappatura, si suggerisce di
Brainstorming. Chiedete a           potrebbero essere: “iOC 1.1          utilizzare lo scotch o la matita
ogni partecipante di scrivere       - I beneficiari sono più pronti      in modo da poter apportare –
le precondizioni necessarie         al mondo del lavoro”, “iOC 1.2       come accade normalmente –
e sufficienti per produrre il       - La motivazione al lavoro dei       le necessarie modifiche.
risultato finale. È importan-       beneficiari è accresciuta”, “iOC
te ricordare al gruppo che in       1.3 - Le competenze lavorative       Una volta che il gruppo ha
questo momento l’attenzione         specifiche dei beneficiari sono      raggiunto l’accordo sulle pre-
è sugli outcome finali, ossia       aumentate”                           condizioni necessarie per ge-
quelli direttamente collegati                                            nerare l’obiettivo d’impatto, è
all’obiettivo di impatto.                                                opportuno riordinare la map-
                                     PRACTICAL TIPS
                                                                         pa degli outcome con le cor-
Condivisione. Attaccate i                                                rette linee causali, in modo
                                     • Il facilitatore deve ricordare
post-it sulla lavagna. Il facili-                                        che il modello di riferimento
                                     al gruppo di scrivere un solo
tatore dovrebbe raggruppare                                              per le successive fasi di lavo-
                                     outcome per post-it in modo
gli outcome più simili.                                                  ro sia chiaro e comprensibile
                                     da facilitare la condivisione e
                                                                         a tutti.
                                     comparazione
Confronto ed elaborazione.           • Tipicamente i partecipanti
Il facilitatore dovrebbe aiu-        saranno inclini a descrivere
tare il gruppo a restringere il                                           PRACTICAL TIPS
                                     gli interventi necessari,
focus su quattro-sei outcome         i.e. le attività. Il facilitatore
finali condivisi che andranno                                             • Una modalità utile per
                                     dovrà mettere da parte               esplorare e riverificare la
posti direttamente sotto l’o-        questi possibili interventi per
biettivo di impatto e collegati                                           mappatura degli outcome
                                     discuterli nelle fasi di lavoro      consiste nell’incaricare un
ad esso attraverso frecce. Ri-       successive.
prendendo l’esempio prece-                                                sottogruppo di partecipanti
dente relativo al progetto di                                             di identificare tutte le barriere
occupazione dei giovani, uno Una volta raggiunto l’accordo,               presenti al raggiungimento
degli outcome finali potrebbe si ripeterà l’attività per ogni             di uno specifico outcome. In
essere:                         outcome intermedio indivi-                questo modo, confrontandosi
                                duato, chiedendo ai parteci-              con i partecipanti, sarà più
                                panti di individuare i cosiddet-          semplice esprimere queste
                                ti early outcomes. Nel nostro             barriere in forma positiva
         OUTCOME                                                          come precondizioni necessarie
                                esempio, gli early outcomes
      FINALE (OC 1)             potrebbero assumere la se-                da prendere in considerazione.
                                guente forma “Aumento della
         “I beneficiari         conoscenza del mondo del la-              • Idealmente il processo
                                                                          a ritroso dovrebbe essere
   hanno ottenuto posti         voro”, “Cognizione dei compor-
                                tamenti adeguati agli ambienti            implementato fino a
      di lavoro stabili”                                                  quando il gruppo esaurisce
                                lavorativi”, “Potenziamento del-
                                le competenze di base”, ecc.              la scomposizione di ogni
                                                                          outcome in tutte le sue
A questo punto si ripete il         È verosimile che il gruppo rilevi     componenti preliminari.
procedimento, facendo un            interconnessioni tra gli outco-       Come regola pratica, si
altro passo indietro: per           me, rimarcando ad esempio             suggerisce di effettuare il
ogni outcome finale identifi-       come un early outcome sia             procedimento per lo meno tre
cato, il facilitatore chiederà      precondizione necessaria per          volte ma non più di cinque per
al gruppo di determinare            più outcome intermedi. È un           evitare che il modello diventi
le precondizioni necessarie         fenomeno tipico, che va ripor-        eccessivamente complesso.
per produrlo (outcome inter-        tato nel pathway to change at-
medi). Continuando con l’e-         traverso frecce che evidenzino

                                                    14
3. REALITY CHECK

Uno dei principali benefici del
                                       PROCEDIMENTO
                                                                        EARLY OUTCOMES
processo di mappatura degli
outcome si ritrova nella pos-          Domande guida
sibilità per i partecipanti di
uscire al di fuori delle inizia-
                                       • Quali outcome                     Aumento della
tive tradizionalmente imple-
                                       l’organizzazione può                conoscenza del
mentate dall’organizzazione
                                       verosimilmente produrre?           mondo del lavoro
                                       • Quali outcome sono più
per identificare le precondi-
zioni essenziali per raggiunge-
                                       allineati con l’esperienza,            perseguito
re l’obiettivo finale. In questo
                                       le abilità, il focus               dall’organizzazione
senso è quindi perfettamen-
                                       dell’organizzazione?                   al tempo t0
                                       • Quali outcome possono
te normale e anzi auspicabi-
                                       essere prodotti da soggetti
le che vengano individuate
                                       terzi?
aree solitamente inesplorate,
al fine di determinare non
ciò che l’organizzazione vuole        Normalmente in questa fase i         Cognizione dei
fare ma ciò che è necessario          partecipanti possono lavorare       comportamenti
per conseguire il risultato di        in un unico gruppo per map-           adeguati agli
impatto.                              pare le organizzazioni attive      ambienti lavorativi
                                      nelle specifiche aree d’inte-
Ov viamente non s’intende             resse. A questo punto può es-      perseguito dall’orga-
stravolgere le specificità            sere opportuno un momento         nizzazione al tempo t1
dell’organizzazione né travali-       di riflessione individuale per
care i suoi ambiti di specializ-      far emergere collaborazioni
zazione: una volta completata         già avviate, possibili sinergie
la mappatura degli outcome,           e, auspicabilmente, opportu-
i partecipanti al workshop si         nità di contatto che i parteci-      Potenziamento
saranno resi conto che i loro         panti potrebbero facilitare.        delle competenze
sforzi e risorse non sono suf-        In questo modo, grazie all’a-            di base
ficienti per produrre tutte le        nalisi di contesto e alla map-
precondizioni identificate. A         patura degli outcome, l’or-        affidato a un soggetto
questo punto il facilitatore          ganizzazione potrà definire        specializzato esterno
assiste il gruppo nel realizza-       linee di collaborazione con          sulla base di una
re il cosiddetto “reality check”      soggetti esterni che contribu-    partnership da definire
che consiste nel considerare          iscano al modello di impatto,
gli outcome mappati suddivi-          “esternalizzando” gli outcome
dendoli in:                           su cui non ha forte expertise
                                      a player specializzati. Nell’e-
•   outcome che l’organizza-          sempio seguito, il gruppo po-
    zione produrrà diretta-           trebbe arrivare a una soluzio-
    mente                             ne di presa in carico di due
•   outcome su cui l’organiz-         early outcome, affidando la
    zazione intende attivarsi in      generazione del rimanente a
    un secondo momento                un soggetto terzo:
•   outcome che verranno re-
    alizzati da altri player attivi
    nel contesto di riferimento

                                                     15
4. DEFINIZIONE                                     5. INDICATORI
ATTIVITA’

La parte di identificazione delle attività è gene- Per rendere operativa la ToC, il gruppo deve
ralmente la più semplice per le organizzazioni, arrivare alla definizione degli indicatori, com-
dato che i membri sono esperti e abituati alla binando metriche quantitative e qualitative.
pianificazione degli interventi e saranno desi-
derosi di definire le azioni da implementare.       PROCEDIMENTO
                                                    Domande guida
  PROCEDIMENTO
  Domande guida                                     Idealmente ogni outcome nella ToC dovrebbe
                                                    riportare un indicatore e per ognuno i
  • Quale tipo di intervento è necessario per       partecipanti dovrebbero rispondere alle seguenti
  produrre l’outcome?                               domande:
  • Quali attività che già implementiamo possono
  produrre l’outcome?                               • Su chi si verificherà l’impatto?
  • Quali azioni sono necessarie per avviare le     • Di quanto cambieranno i beneficiari?
  partnership di cui abbiamo bisogno per produrre   • Quando si verificherà il cambiamento?
  specifici outcome?

In questa fase il ruolo del facilitatore è gene-  Si tratta di una fase impegnativa e time-consu-
ralmente limitato: normalmente è opportuno        ming: è opportuno focalizzarsi solo su alcuni
suddividere il gruppo, assegnando a sotto-        outcome principali durante la sessione con il
gruppi o a singoli individui uno o due outcome    gruppo completo, spiegando che il lavoro ver-
della mappa, e chiedendo di definire le attività  rà completato in un secondo momento dal
che potranno produrli.                            facilitatore in allineamento con un team ri-
                                                  stretto (che dovrà sicuramente comprendere
Successivamente, ogni sottogruppo riporta a il referente monitoraggio e valutazione dell’or-
tutti i partecipanti per arrivare a un allinea- ganizzazione).
mento - attaccando i post-it con gli interventi
progettati sotto a ogni outcome di riferimento. Si consiglia di proiettare/mostrare le definizio-
                                                  ni dei termini fondamentali (indicatore, popo-
Continuando con l’esempio del progetto di lazione target, threshold ecc.), dividendo i par-
occupazione giovanile, potremmo prevedere tecipanti in sottogruppi che saranno incaricati
un’attività “A1.1 - Formazione specialistica” per di specifici elementi. È verosimile che non tutti
i beneficiari che produrrà un output “Op 1.1 - potranno apportare un contributo di valore
Realizzazione di corsi professionalizzanti”.      in questa fase, ma è importante stimolare la
                                                  partecipazione per favorire la crescita di una
                                                  cultura organizzativa evidence-based e far con-
                                                  frontare membri dello staff, tradizionalmente
                                                  focalizzati su aree professionali diverse, sulle
                                                  reciproche esigenze (es. referente monitorag-
                                                  gio, staff sul campo, area comunicazione ecc.).

                                                   Nel nostro caso, una misura essenziale riguar-
                                                   derà il numero di ragazzi che ha trovato un
                                                   lavoro grazie all’iniziativa e l’indicatore potreb-
                                                   be prendere la seguente forma (puramente
                                                   esemplificativa):

                                                16
6. VERIFICA DELLE
ASSUMPTIONS E DEGLI
ENABLERS
                                                      Nel nostro esempio, il fatto che i ragazzi pos-
                                                      sano potenziare la propria preparazione al
Una volta che il gruppo è pervenuto alla defi-        mondo del lavoro dipende in primis dalla
nizione degli elementi della ToC, uno degli ul-       loro effettiva frequenza dei corsi, che si basa
timi – ma decisivi – step da compiere riguarda        su una serie di ipotesi quali: la corretta scel-
la verifica di quelle condizioni limitatamente        ta degli orari; l’identificazione di una location
sotto il controllo dell’organizzazione. L’obietti-    di svolgimento a cui i beneficiari possano fa-
vo è rilevare le ipotesi (assumptions) alla base      cilmente accedere; la comprensione da parte
della ToC prefigurata che possono determina-          dei ragazzi dell’importanza di seguire la for-
re il successo o il fallimento del modello, com-      mazione, ecc.
prendendo nella riflessione anche i facilitatori      In parallelo, la presenza di genitori che inco-
(enablers) interni o esterni e prevedendo, ove        raggino i figli a frequentare il programma e di
possibile, adeguate contromosse.                      formatori in grado di motivare e coinvolgere
                                                      svolge un ruolo fondamentale e caratterizza
 PROCEDIMENTO                                         questi stakeholder come enablers di cui l’or-
 Domande guida                                        ganizzazione dovrà tenere conto in fase d’im-
                                                      plementazione in un’ottica di risk-management
 Per avviare il processo, il facilitatore può         - per intervenire in caso si registrino cali nel
 percorrere la ToC, procedendo questa volta “in       tasso di partecipazione che potrebbero com-
 avanti” – partendo dalle attività per arrivare       promettere il raggiungimento dell’outcome
 all’obiettivo d’impatto – e soffermandosi su ogni    obiettivo.
 passaggio causale per porre al gruppo domande
 come:
 • Quali fattori assicurano il successo di questo
 passaggio?
 • Quali evidenze abbiamo di questo passaggio?
 Esistono prove consolidate o è necessario
 svolgere una ricerca specifica?
 • Quali player interni o esterni possono creare
 valore aggiunto in questa fase? Quali possono
 ostacolare il conseguimento di questo risultato?
 Come possiamo coinvolgerli?

                                                     17
FOLLOW-UP E
   RESTITUZIONE FINALE
LA RELAZIONE FINALE                                                     •
                                                                                         3
                                                                            Ipotesi alla base della ToC
                                                                            ed eventuali aree su cui
                                                                            l’organizzazione si riserva

T    ra un incontro e l’altro e     dati necessari per sostanziare          di effettuare ulteriori ana-
     al termine del workshop,       le scelte effettuate dal gruppo         lisi
il facilitatore ha il compito di    o suggerirà eventuali modifi- •         Lista degli indicatori per il
raccogliere le evidenze condi-      che per mantenere la coeren-            monitoraggio e la valuta-
vise dai partecipanti su fogli,     za del modello.                         zione
post-it, lavagne, ecc. e siste-
matizzarle in un formato coe-       Il risultato di questa fase di   L’obiettivo della relazione fi-
rente e fruibile.                   lavoro si traduce operativa-     nale ToC è duplice: da un lato
                                    mente in una versione anali-     rappresenta il piano strate-
Il principale task consiste tipi-   tica della ToC (relazione finale)gico che l’organizzazione ha
camente nel refinement delle        che viene condivisa con l’or-    a disposizione internamente
definizioni di outcome e nel        ganizzazione per validazione     per guidare l’implementa-
loro posizionamento: il facili-     e che comprende:                 zione dell’iniziativa in tutte
tatore deve assicurarsi della                                        le sue fasi – dall’attuazione
chiarezza di ogni passaggio,        •   Agenda e partecipanti al al monitoraggio. Dall’altro, le
eliminando eventuali elemen-            workshop                     organizzazioni la utilizzano
ti ridondanti, perfezionando        •   Glossario                    tipicamente per estrarre ma-
la formulazione, e monito-          •   Informazioni     di    back- teriale di comunicazione, con-
rando i passaggi del modello            ground                       dividendone parti più o meno
causale. Ovviamente questo          •   Analisi di contesto e map- ampie a seconda dei propri
comporta una buona capacità             patura degli stakeholder     obiettivi e dello specifico sta-
di sintonia da parte del facili-    •   Target population            keholder (major donors, part-
tatore in modo da produrre          •   Teoria del cambiamento: ner, beneficiari, ecc.).
una restituzione professiona-           sintesi grafica (diagram-
le senza snaturare le indicazio-        ma) e spiegazione estesa
ni espresse dai partecipanti.           di tutti gli elementi consi-
Al contempo, ove si sia riscon-         derati nel processo (obiet-
trata la mancanza di evidenze           tivo d’impatto, outcome,
quali-quantitative a supporto           output, ecc.)
di determinati passaggi della
ToC, il facilitatore ricercherà i

                                                   18
IL CHECK DI QUALITA’ DELLA TOC
Una volta completato il processo partecipato, la validazione della ToC tocca tre livelli prin-
cipali, descritti brevemente di seguito.

Il primo riguarda il grado di condivisione del modello all’interno dell’organizzazione. In
questo senso, la ToC va valutata in termini di:

• Plausibilità. La ToC riassume un modello convincente e senza salti logici nella disposizio-
ne causale degli outcome?

• Fattibilità. È verosimile che il modello possa produrre l’obiettivo d’impatto? L’organiz-
zazione ha le risorse e le competenze per implementare le attività? Sono necessari altri
partner?

• Misurabilità. Gli indicatori sono solidi, misurabili, e basati su informazioni che l’organiz-
zazione potrà reperire? Potranno fornire indicazioni utili per valutare il grado di successo
dell’iniziativa?

Il secondo livello consiste in una verifica formale degli elementi della ToC, che può es-
sere condotta seguendo una checklist:

     La ToC comprende tutti gli elementi (attività, outcome, …)?
     La ToC si basa su una solida analisi di contesto?
     La ToC identifica chiaramente la target population?
     Il bisogno su cui l’iniziativa agisce è ben definito?
     Gli outcome e l’obiettivo finale sono misurabili?
     Gli outcome sono espressi in modo semplice, specifico e univoco?
     I passaggi causali sono chiari e comprensibili?
     I passaggi causali sono basati su evidenze?
     Sono stati identificati un mix di indicatori di tipo quantitativo e qualitativo?
     …

Infine, è buona norma verificare se la ToC è in grado di “parlare” a un interlocutore ester-
no. Per questo è importante confezionare una breve descrizione narrativa, un sommario
della ToC di massimo 2-3 pagine che riassume la logica del modello, i principali passaggi
e ipotesi, fornendo una rapida panoramica sulla vision e la motivazione alla base del pro-
getto.

La narrativa dovrebbe essere visionata da un interlocutore esterno, che non ha conoscen-
za dell’iniziativa e dell’organizzazione, per verificare se la ToC riesce a trasmettere in modo
sintetico e distintivo la logica del progetto. Una ToC di qualità dovrebbe riuscire a posizio-
nare immediatamente il modello di impatto anche a chi non ha competenze specifiche del
settore di pertinenza progettuale.

                                              19
ULTIMI STEP:
LA TOC COME STRUMENTO DINAMICO

Una volta confermata la qualità della ToC a livello di allineamento interno, verifica formale e
narrativa esterna, l’ultimo passaggio consiste nella trasposizione del modello nel Logical Fra-
mework (LF). Come anticipato il nuovo LF varato da EuropeAid ha integrato al suo interno la
ToC, come risulta particolarmente evidente dalla colonna della Results Chain che comprende le
voci “obiettivo di impatto – outcome – output”, in pieno allineamento con la teoria del cambia-
mento.
Nonostante permanga una maggiore rigidità insita rispetto alla ToC, la matrice del LF rappre-
senta il principale strumento utilizzato per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione dei
progetti. È quindi opportuno e relativamente poco time-consuming traslare le voci della ToC nel
LF che riassume in un modello lineare il progetto.
Si sottolinea che all’interno del LF vanno inseriti solo gli elementi progettuali che l’organizzazio-
ne perseguirà concretamente: ad esempio, se durante il processo di ToC si è scelto di affidare
la realizzazione di alcuni outcome a un partner esterno, queste voci entreranno a far parte del
LF solo se alla decisione corrispondono specifiche attività e relativi indicatori di risultato. Que-
sto criterio dovrebbe essere rispettato anche nella ToC ma è particolarmente rilevante in un
modello lineare e unidirezionale come il LF in cui A  B  C ecc.

                       Il nuovo Logical Framework mutua la logica della ToC

                                                 20
Il processo di ToC in 10 passi principali

A questo punto il processo di ToC è formalmente concluso; in realtà, però, una volta comunica-
ta e ufficializzata agli stakeholder interni ed esterni, l’organizzazione dovrebbe considerare la
teoria del cambiamento come un modello di apprendimento continuo che può e deve mutare
nel tempo in base alle nuove informazioni e ai risultati rilevati in fase di monitoraggio e valu-
tazione.

Quest’approccio iterativo e dinamico costituisce uno dei principali elementi e novità della The-
ory of Change, che deve essere periodicamente rivista dall’organizzazione per accrescere l’effi-
cacia progettuale e favorire la diffusione di una cultura dei risultati – e dei fallimenti. Se l’obiet-
tivo di una fondazione, ma in generale di ogni operatore sociale, è quello di mostrare come un
problema potrebbe essere risolto, l’insuccesso è un risultato utile quanto un successo: mostra-
re l’inefficacia di determinati interventi vale quanto evidenziare casi efficaci perché consente di
evitare di ripetere tecniche, strumenti, modelli che non portano agli obiettivi prefissati.

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