Mantua Humanistic Studies - Volume XIII - OSF
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Mantua Humanistic Studies Volume XIII Edited by Giovanni Pasta
The scientific series “Mantua Humanistic Studies” (ISSN 2612-0437) is devoted to collect studies, proceedings, and papers in the field of Humanities. Every volume is peer-reviewed, and is published with its own ISBN code. A full electronic version (PDF) of the volume is shared for free in “Gold Open Access” – and fully indexed – on Google Books database. Moreover, traditional paper copies are available for purchasing at major booksellers. Peer-reviewing process for MHS is operated on each proposed essay, and can be conduct- ed by members of Publisher’s Scientific Committee or by external reviewers. Every single Author accepts his own full responsability for the originality and paternity of the published text. Accepted topics of MHS include the whole field of Humanities, and namely: An- thropology, Archaeology, Arts (Visual Arts, Architecture), Classics, Philology, Philosophy, Law and Politics, Linguistics, Literature, Sociology, Economics. Corrispondent scientific classification in Italy covers the following fields (cf. D.M. 855/2015): Area 10 “Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche”; Area 11 “Scienze storiche, filoso- fiche, pedagogiche, psicologiche”; Area 12 “Scienze giuridiche”; Area 13 “Scienze economi- che e statistiche”; Area 14“Scienze politiche e sociali”. International Scientific Committee: Edoardo Scarpanti (Direttore), Accademia Nazionale Virgiliana Paolo Carpeggiani, Politecnico di Milano Sarah Cockram, University of Edimburgh, U.K. Alberto Grandi, Università degli Studi di Parma Beatrice Nicolini, Università Cattolica del Sacro Cuore Luisa Mucciante †, Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara Riccardo Roni, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” Donald C. Sanders, Samford University, Birmingham (AL), U.S.A. © 2020, Universitas Studiorum S.r.l. - Casa Editrice Mantova (MN) - Italy www.universitas-studiorum.it Progettazione grafica di Collana: Ilari Anderlini, Art Director Impaginazione e redazione: Luigi Diego Di Donna Il presente volume è pubblicato a seguito di revisione scientifica paritaria (peer review) effettuata a cura del Comitato Scientifico di Collana. Prima edizione nella Collana “Mantua Humanistic Studies” dicembre 2020. Finito di stampare nel dicembre 2020 ISBN 978-88-3369-107-7
Summary Cicerone in Tacito: analisi di un modello nel Dialogus de oratoribus 5 Giusy Barracca Cliente, utente o paziente? La standardizzazione della terminologia delle scienze sociali 25 Antonio Castorina Quale comunicazione per gli immigrati? Il riassetto digitale delle PA in termini di mediazione 43 Chiara Colombo Una breve storia sociale e tipologia delle fiere del vino naturale in Italia 69 Mario de Benedittis Alle origini dei nuovi elementi strutturali dell’insularità. L’Islanda alla fine degli anni Novanta 89 Giovanni Pasta Nuova globalizzazione, transizione post-industriale e insularità. Flussi e reti islandesi agli inizi del III millennio 121 Giovanni Pasta Mercato globale e discriminazione territoriale. Il processo di gentrification etnica. Il caso del Sud degli Stati Uniti 143 Giovanni Pasta Una politica riluttante. La politica estera dell’Unione 187 Ciro D’Amore Giornalismo scientifico e verità. Questioni deontologiche 233 Stefano Colloca Fatti e valori nel giornalismo. Per una griglia di analisi deontologica 249 Stefano Colloca 3
Fatti e valori nel giornalismo. Per una griglia di analisi deontologica Stefano Colloca Università di Pavia Abstract Journalism does not only consist in reporting facts, but also in proposing axiological values (points of view, criticism, interpretations). The paper addresses the deontological questions implied by this twofold task of journalism and outlines a model of analysis for assessing (and encourag- ing) the deontological fairness of journalistic communications. Keywords: deontology, factual dimension, axiological dimension, trans- parency, freedom of press. 1. Due dimensioni del linguaggio del giornalismo Negli studi di etica e deontologia dell’informazione giorna- listica non è stato ancora proposto un modello sistematico convincente di analisi della correttezza deontologica dei ser- vizi giornalistici che tenga conto della duplice dimensione del linguaggio del giornalismo. Come è noto, il linguaggio giornalistico ha due dimensioni: una fattuale (ricostruire e rappresentare fatti) e una assiologica o valoriale (valutare in termini di valori etico-normativi i fatti rappresentati o ela- borare proposte di tipo etico-normativo).1 Tali funzioni pos- sono essere esercitate contemporaneamente nel medesimo servizio giornalistico oppure separatamente. La golden rule prescrive che il giornalista rispetti il dovere della riconoscibi- lità: il giornalista deve sempre rendere riconoscibile lo statuto 1. Sul rapporto tra fatti e valori nella riflessione giusfilosofica cfr. ad esempio Scarpelli 1982, Antiseri 2008, Colloca 2020. 249
Mantua Humanistic Studies Volume XIII della propria comunicazione; in altri termini, egli deve sem- pre rendere riconoscibile ciò che sta facendo: ad esempio, se sta propugnando una tesi, se sta riportando una tesi altrui, se sta registrando tutte le posizioni in campo.2 Tale golden rule è stata declinata in vari modi, secondo il nume- ro dei doveri che si ritiene essere da essa implicati. Un model- lo forte (cioè particolarmente esigente) include tutti i seguenti quattro doveri: (i) il dovere di operare una distinzione il più possibile riconoscibile tra questioni di fatto (dimensione fattua- le) e questioni di valore (dimensione assiologica); (ii) il dovere di dire al lettore se, per una certa materia, vi è una pluralità di opzioni valoriali rilevanti; (iii) il dovere di comunicare al lettore con accuratezza e correttezza il contenuto delle diverse opzio- ni valoriali; (iv) il dovere di rendere riconoscibile la eventuale presa di posizione del giornalista. Ma sono giustificabili, a parer mio, anche modelli più deboli (meno esigenti, più liberali), che ad esempio includano soltanto i doveri (i) e (iv). 2. Una griglia di analisi deontologica L’individuazione del dovere della riconoscibilità e delle sue quattro specificazioni ci permette di elaborare una griglia di 2. A margine, segnalo che sul dovere di rendere riconoscibile il proprio orientamento nel giornalismo di cronaca così si è espresso il celebre giornalista italiano Enzo Biagi: «Sto riflettendo su una confidenza che mi fece Ted Koppel, un famoso giornalista televisivo americano: “Come voto non lo dico neppure a mia moglie”. Capisco che, in certi momenti, uno possa essere riservato anche con la consorte, ma non riesco a convincermi che il silenzio è una dimostrazione di indipendenza. C’è, secondo me, un problema di lealtà verso il pubblico; la bottiglia deve contenere quello che l’etichetta promette. Non si fa della cronaca se non si ha un punto di vista: e mi sembra onesto dichiararlo» (Biagi 1986: 109). 250
Mantua Humanistic Studies Volume XIII analisi deontologica che ritengo possa essere utile in partico- lare per quei settori dell’informazione maggiormente caratte- rizzati dalla compresenza di elementi fattuali ed elementi as- siologici (ad esempio, il giornalismo politico, il giornalismo economico, il giornalismo culturale, il giornalismo bioetico). Tale griglia di analisi contiene possibili combinazioni rile- vanti tra i seguenti elementi rintracciabili nei servizi giornali- stici: (i) la presenza (o assenza) del racconto di fatti (scoperta scientifica, ricerca scientifica in corso, approvazione di una legge, pronuncia di una sentenza giudiziaria, ecc.); (ii) la pre- senza (o assenza) del racconto delle principali opzioni assio- logiche riguardanti un determinato fatto; (iii) la presenza (o assenza) del racconto di solo una o di alcune delle principali opzioni assiologiche riguardanti un determinato fatto; (iv) la presenza (o assenza) di una presa di posizione riconoscibile; (v) la presenza (o assenza) di una presa di posizione non ri- conoscibile. 2.1. Dieci modi di trattamento giornalistico La presenza (o assenza) dei cinque elementi sopra elencati produce le seguenti 10 combinazioni (o modi) rilevanti. A. Servizio giornalistico contenente solamente il racconto di fatti. B. Servizio giornalistico contenente il racconto di fatti e il racconto delle principali opzioni assiologiche. C. Servizio giornalistico contenente il racconto delle princi- pali opzioni assiologiche. D. Servizio giornalistico contenente il racconto dei fatti, il racconto delle principali opzioni assiologiche, una presa di posizione riconoscibile. 251
Mantua Humanistic Studies Volume XIII E. Servizio giornalistico contenente il racconto delle principali opzioni assiologiche, una presa di posizione riconoscibile. F. Servizio giornalistico contenente il racconto di fatti e una presa di posizione riconoscibile. G. Servizio giornalistico contenente solamente una presa di posizione riconoscibile. H. Servizio giornalistico contenente il racconto di fatti, il racconto delle principali opzioni assiologiche, una presa di posizione non riconoscibile. I. Servizio giornalistico contenente il racconto di fatti e una presa di posizione non riconoscibile. L. Servizio giornalistico contenente il racconto delle princi- pali opzioni assiologiche e una presa di posizione non rico- noscibile. La presentazione di queste dieci combinazioni permette di formulare alcune osservazioni. In primo luogo, le combinazioni B, C, D, E, H sono tutte connotate dalla presentazione, in ogni caso, dei diversi e più rilevanti punti di vista in campo. Una testata ideologi- camente orientata potrebbe ad esempio adottare i modelli D ed E: in tal caso, essa non si sottrae al compito di soste- nere uno specifico punto di vista (proprio del proprio oriz- zonte morale, culturale o politico), ma comunica al lettore che sono diffuse anche tesi contrastanti con quella da essa propugnata. Tuttavia, non si richiede che ogni volta una testata che fa delle proprie battaglie ideali una delle proprie ragioni d’es- sere presenti necessariamente tutti i punti di vista in campo. Si richiede tuttavia che essa renda esplicito lo statuto di ciò che in un determinato articolo sta compiendo: se sta soste- 252
Mantua Humanistic Studies Volume XIII nendo un punto di vista, deve essere evidente che l’oggetto dell’articolo è il sostegno di un punto di vista particolare, parziale, e non il racconto dell’unico punto di vista o di un mero fatto: la natura dell’articolo deve essere riconoscibile al lettore mediamente attrezzato. I modelli in cui si sostiene un punto di vista e lo si fa in modo riconoscibile sono i modelli D, E, F, G. L’etica del giornalismo richiama non alla neutralità, ma alla riconoscibilità; il pluralismo delle idee non è la somma di tante rappresentazioni neutrali o complete, ma la somma di tante voci (più numerose sono meglio è) discordanti. In secondo luogo, la questione di un servizio che presen- ti e sostenga uno specifico punto di vista senza altri che lo contraddicano si configura in modo assai peculiare nel caso della televisione. Evidentemente nei dibattiti tele- visivi il contraddittorio è doveroso, perché la tv è mag- giormente influente nella formazione delle opinioni, sia in quanto raggiunge un pubblico più vasto, sia in quanto richiede all’utente una minor consapevolezza critica (esso è un mezzo che non prevede quegli affirmative steps propri di altri mezzi di comunicazione quali i giornali, il cinema, ecc.). In terzo luogo, non tutte le questioni sono potenzialmente suscettibili di essere trattate secondo tutti i dieci modelli. Ad esempio, se una testata, in mancanza di un accadimento specifico, avvia un confronto di opinioni su di un tema, non c’è alcun fatto da raccontare o notizia da rivelare: in tali casi, dunque, i trattamenti giornalistici possibili (pur se non tutti parimenti raccomandabili) sono quelli dei mo- delli C, E, G, L. 253
Mantua Humanistic Studies Volume XIII 2.2. Valutazione della correttezza dei dieci modi di trat- tamento giornalistico Sulla base del soddisfacimento del requisito della riconosci- bilità, è possibile individuare sette modi deontologicamen- te corretti e tre modi deontologicamente scorretti: i modi deontologicamente corretti sono A, B, C, D, E, F, G; i modi deontologicamente scorretti sono H, I, L. Ho mostrato che non vi è un solo modello deontologicamen- te corretto di trattare nel giornalismo le questioni di bioetica: possono senz’altro essere compatibili con un ottimo modo di fare giornalismo articoli unilaterali nei quali si prenda una posizione riconoscibile su di un tema senza necessariamente riferire tutte le posizioni in campo. Aggiungo che, tuttavia, nel complesso del trattamento giornalistico dei settori connota- ti dalla compresenza di una dimensione fattuale e di una di- mensione axiologica, quali la politica, l’economia, la cultura, sia auspicabile una presenza rilevante nella stampa di servizi giornalistici realizzati secondo i seguente modelli: B, C, D, E. Riferimenti bibliografici Antiseri, D. 2008. “Ma esiste il diritto naturale?” In Di Blasi, F. ed Heri- tier, P. eds. La vitalità del diritto naturale. Palermo: Phronesis. 317-335. Bettetini, G. e Fumagalli, A. 2013. Quel che resta dei media. Idee per un’e- tica della comunicazione. Milano: Franco Angeli. Biagi, E. 1986. Fatti personali. Milano: Mondadori. Colloca, S. 2020. “La rivoluzione copernicana di Kelsen e il diritto priva- to.” Teoria e storia del diritto privato 13: 1-23. Partipilo, M. 2018. La deontologia del giornalista. Ai tempi dell’informa- zione digitale. Roma: Centro di documentazione giornalistica. Scarpelli, U. 1982. L’etica senza verità. Bologna: Il Mulino. 254
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