Malattie infettive e farmacologia - Domande e controversie in Neonatologia - Antonio Delfino Editore
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Domande e controversie in Neonatologia Malattie infettive e farmacologia William E. Benitz, MD Philip Sunshine Professor of Neonatology Division of Neonatal and Developmental Medicine Stanford University School of Medicine Lucile Packard Children’s Hospital Palo Alto, California P. Brian Smith, MD MPH MHS Professor of Pediatrics Division of Neonatal-Perinatal Medicine Duke University Medical Center Duke Clinical Research Institute Durham, North Carolina Consulting Editor Richard A. Polin, MD William T. Speck Professor of Pediatrics College of Physicians and Surgeons Columbia University Director Division of Neonatology New York Presbyterian Morgan Stanley Children’s Hospital New York, New York
Presentazione La comprensione “Ciòdeiche meccanismi dobbiamo di base che imparare contribuiscono a fare lo impariamo allefacendo” lesioni cerebrali perina- tali continua ad avanzare come conseguenza della ricerca in corso, che ha– facilitato, Aristotelein alcuni casi, l’introduzione di strategie mirate. La terza edizione di questo libro affronta nuovamente È con piacerealcuni e grande dei principali soddisfazionefattorichechepresentiamo contribuiscono la traduzione alle lesionidel cerebrali libro Infectious e descrive alcuneand Disease dellePharmacology nuove opzioni curato terapeutiche nella edizione introdotte americana nell’ultimo da Richard decennio.Polin,Sono professore stati aggiunti della Columbia due nuovi University. capitoli relativi alle epilessie ad esordio neonatale (vedi capitolo 8) e all’impatto della Il volume cardiopatia è parte di congenita una collana (CHD)di sette sullolibri sviluppo che affronta cerebrale tutti gli (Vedi aspetti capitolo della 15). Neonatologia, Nel quarto disciplina capitolo,ini daticontinua emergenti evoluzione. indicano che una maggiore durata dell’ipotermia terapeutica o una Le duetemperatura tematiche più principali bassa dell’opera, dello standard l’infettivologia può di fatto neonatale, essere dannosa settore diper intensa i neonati attività con scientifica l’encefalopatia in particolare ipossico-ischemica. nei neonati pretermine, Inoltre, ci esono la farmacologia pochi dati che che siindicano pone lo scopo un beneficio di ac- crescere dall’ipotermia le conoscenze per l’encefalopatia relative alla farmacocinetica, ipossico-ischemica si intersecano tra neonaticon conl’obiettivo encefalopatia principale lieve, dii ottimizzare neonati pretermine la terapiaoantibiotica i neonati nel neineonato. paesi a basso o medio reddito. Il nuovo capitolo 8 sulle Attraverso epilessie una ad serie esordio di domande neonatale e controversie mette in evidenza sono declinati i progressigli aspetti nella diagnosi più impegnativi precoce e dell’assistenza nel trattamento neonatale, di queste così rare dapatologie offrire una rese guida possibili professionale, dal crescente scientifica, utilizzosperimentata di test neuro-e sicura diagnostici su opzioninell’unità diagnostiche di terapiae terapeutiche. intensiva neonatale (UTIN), compreso neuroimmaging e video-EEG, Noti esperti insieme di livelloadinternazionale analisi genetiche affrontano e metaboliche i problemifacilmente clinici che disponibili, destanoconsentono maggiore preoccupazione, il riconoscimento condividono e il trattamento la loropersonale conoscenza dei delle nuovinuove fenotipitendenze elettroclinici, nell’assistenza ovvero l’ence- neo- natale, falopatiain modo KCNQ2.da gestire Nel capitolo i problemi 10 sull’iperbilirubinemia, difficili della pratica quotidiana, gli autoriattraverso propongono cureunottimali nuovo che termine siano ”Kernicterus basate sull’evidenza. Spectrum Disorders (KSDs)” per definire clinicamente e categorizzare iVengono sottotipiaffrontati della gravità contenuti del kernittero. completi e aggiornati sull’epidemiologia, le manifestazioni cli- niche,Nel ilcapitolo trattamento 12 sulla e gli meningoencefalite esiti tra alcune dellevirale, più importanti gli autoriinfezioni discutono neonatali sul virus e perinatali. Zika emer- Sigente approfondiscono e le sue devastanti inoltre temi conseguenze come la neuroprotezione sullo sviluppo del edcervello. il trattamento Nel capitolo delle convulsioni, 16 dedicato laalsindrome follow-up di astinenza a lungo termine neonatale dele la neonato terapia estremo per il reflusso prematuro, gastroesofageo, si sottolinea nonchéil fatto aspetti che diquesti farmacocinetica neonati sono e farmacogenetica a rischio di deficit in ambito funzionali neonatale. esecutivi chiave che possono predisporre aSiamo prestazioni fiduciosiscadenti. che il testo, Il capitolo strutturato 15 siinconcentra modo discorsivo sulla comprensione e facilmente consultabile, della fisiopatologia potrà consentire specifica un delle rapido lesioni trasferimento cerebrali acquisite delle conoscenze nei neonatiai Colleghi CHD per e inottimizzare particolareilaitrattamento medici in formazione, delle strategie cosìdidaprotezione essere applicate cerebrale. nellaI pratica. restanti aggiornamenti dei capitoli sono tutti ecce- zionali per la loro profondità e completezza di recensioni e rendono la lettura avvincente. L’obiettivo primario di questa terza edizione è quello di Lina fornire Bollani – Mauro al lettore una piùStronati chiara strategia di gestione dei disturbi neurologici comuni e rari del neonato sulla base della più aggiornata comprensione della patofisiologia di base. Un obiettivo secondario desiderato è che le lacune evidenziate nella conoscenza serviranno da forte stimolo per la ricerca futura.
Prefazione A causa del loro sistema immunitario immaturo, i neonati sono spesso colpiti da una vasta gamma di infezioni, che sono frequentemente associate a conseguenze per tutta la vita. Inoltre la loro funzionalità renale ed epatica immatura, porta sovente a profon- de differenze nella esposizione ai farmaci, rispetto ai bambini più grandi ed agli adulti. Anche quando l’esposizione al farmaco è simile a quella dei bambini più grandi e degli adulti, i neonati possono dimostrare una diversa efficacia e sicurezza. In questa prima edizione di Malattie Infettive e Farmacologia, volume di “Neonatologia: domande e con- troversie”, noi offriamo un aggiornamento dell’epidemiologia, manifestazioni cliniche, te- rapia ed esiti delle infezioni neonatali e perinatali. Questo volume darà ai lettori le ultime informazioni sul dosaggio degli antibiotici, degli antivirali e degli antifungini. Sono inoltre discusse le terapie per il reflusso neonatale, le convulsioni, la neuroprotezione, la sindrome da astinenza neonatale e sono forniti aggiornamenti di farmacocinetica e osservazioni di farmacogenetica nella cura del neonato. Questa informazione è cruciale nella popolazione neonatale, a causa dei rapidi cambiamenti che si verificano nei primi mesi di vita in fisio- logia, vie metaboliche, eliminazione renale. I collaboratori includono pediatri, neonatologi, ed esperti in malattie infettive pediatriche, neurologi e farmacologi, con una vasta gamma di interessi di ricerca. Speriamo che questi aggiornamenti saranno preziosi per i nostri col- leghi che sono responsabili della gestione dei neonati mentre questi varcano il passaggio, spesso pericoloso, alla vita extrauterina. William E. Benitz P. Brian Smith
Piano dell’opera sezione a Malattie infettive Capitolo 1 Gestione del neonato asintomatico a rischio di sepsi................................. 3 Sagori Mukhopadhyay, Karen Marie Puopolo Capitolo 2 Terapia antibiotica empirica per la sepsi neonatale................................. 15 Olivia B. Payne, Jessica E. Ericson Capitolo 3 Quando e come trattare le infezioni neonatali da CMV ......................... 27 Kristin E.D. Weimer, Sallie R. Permar Capitolo 4 Infezione neonatale da Herpes Simplex Virus.......................................... 37 Nazia Kabani, David W. Kimberlin Capitolo 5 Antibiotic Stewardship.. . . . . . . . . ..................................................................... 45 Tamara I. Herrera, Charles Michael Cotten Capitolo 6 Profilassi dell’infezione da Candida.......................................................... 63 Mihai Puia Dumitrescu, Daniel K. Benjamin Jr. Capitolo 7 Diagnosi, fattori di rischio, esiti e valutazione delle infezioni invasive da Candida .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..................................................................... 69 David Kaufman, Hillary Liken, Namrita J. Odackal Capitolo 8 Quando eseguire la puntura lombare in neonati a rischio di meningite nella Unità di Terapia Intensiva Neonatale ........................ 87 Rachel G. Greenberg, Tamara I. Herrera Capitolo 9 Biomarcatori per la diagnosi della sepsi neonatale .............................. 103 J. Lauren Ruoss, James Lawrence Wynn Capitolo 10 Sindrome da infezione congenita da virus zika..................................... 113 Maria Elisabeth Moreira, Rosana Richtmann sezione B Farmacologia Capitolo 11 Considerazioni farmacocinetiche nei neonati . . ..................................... 123 Adam Frymoyer Capitolo 12 Farmacogenetica neonatale................................................................... 141 Tamorah Lewis Capitolo 13 Considerazioni per la terapia antibiotica della enterocolite necrotizzante.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................................................. 155 Marie-Eve Rochon, Ahmed Moussa, Julie Autmizguine Capitolo 14 Considerazioni sul dosaggio degli antibiotici nei neonati a termine e pretermine.. . . . . . . . .................................................................. 167 Samantha Dallefeld, Chi Dang Hornik, Kanecia Zimmerman, Michael Cohen-Wolkowiez
xii Piano dell’opera Capitolo 15 Considerazioni sulla posologia dei farmaci antifungini nei neonati a termine e pretermine....................................................... 185 Jodi Lestner, William Hope Capitolo 16 Considerazioni sulla posologia dei farmaci antivirali nei neonati a termine e pretermine....................................................... 193 Kelly C. Wade Capitolo 17 Terapia farmacologica antiepilettica nei neonati.................................. 207 Amanda G. Sandoval Karamian, Courtney J. Wusthoff Capitolo 18 Terapie neuroprotettive nei neonati...................................................... 229 Sonia L. Bonifacio, Krisa VanMeurs Capitolo 19 Terapia farmacologica per la sindrome da astinenza neonatale ......... 245 Prabhakar Kocherlakota Capitolo 20 Terapie per il reflusso gastroesofageo nel lattante ............................. 261 Ninfa M. Candela, Jenifer R. Lightdale indice analitico.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....................................................... 279
CAPITOLO 1 Gestione del neonato asintomatico a rischio di sepsi di Sagori Mukhopadhyay, Karen Marie Puopolo 1 • L’attuale incidenza della sepsi ad esordio precoce (early-onset sepsis EOS) tra i neonati nati a ≥ 37 settimane è relativamente bassa (circa 1/2.000) e fino a 10 volte inferiore tra i neonati asintomatici. • Esistono tre principali approcci per la valutazione del rischio di EOS tra i neonati a termine: valutazione categoriale dei fattori di rischio, valuta- zione multivariata dei fattori di rischio in combinazione con le condizioni cliniche e valutazione delle condizioni cliniche da sole così come evolvono nelle prime 48 ore dopo la nascita. • I test di laboratorio attualmente disponibili mancano di sensibilità per la previsione di EOS confermata tra i neonati a termine. • Le attività cliniche associate alla valutazione di EOS hanno un impatto signifi- cativo nella iniziale interazione madre-neonato e per l’inizio dell’allattamento. • A seconda della struttura dei punti nascita, le attività per la valutazione del rischio di EOS sono costose in termini di tempo del personale, alloca- zione delle risorse e spesa monetaria. • Studi preclinici su animali e clinici sull’uomo dimostrano che gli antibiotici somministrati nel periodo perinatale hanno un impatto sulla iniziale com- posizione del microbioma intestinale del neonato. • Studi epidemiologici retrospettivi associano la somministrazione di anti- biotici in epoca perinatale o precocemente nell’infanzia con molteplici pa- tologie della prima infanzia. Abstract Dal momento che l’incidenza della sepsi ad esordio precoce si è ridotta, l’approccio per la valutazione del rischio di sepsi è diventato sempre più controverso, in particolare fra i neonati asintomatici. Attualmente il dibattito si concentra su diversi argomenti inclusa la proporzione di neonati da sottoporre a valutazione, l’utilizzo ottimale dei test di laboratorio disponibili, le conseguenze impreviste della valutazione per sepsi e i rischi e benefici di una precoce esposizione agli antibiotici. Parole chiave Sepsi precoce neonatale Valutazione del rischio Streptococco di gruppo B Antibiotici perinatali Introduzione La gestione dei neonati a rischio di sepsi batterica ad esordio precoce (EOS) è uno dei più comuni incarichi clinici compiuti dai neonatologi. A seconda della struttura dei punti nascita
Infezione neonatale da Herpes Simplex Virus 41 Tab 4.1 | Mortalità e morbilità relativa a 295 neonati con infezione da HSV, Indagine effettuata da “The National Institute of Allergy and Infectious Disease Collaborative Antiviral Study Group” tra il 1974 e 1997. Terapia Caratteristiche dell’infezione Place- Vidarabi- Aciclovir 30 Aciclovir 60 bo20 na18 mg/kg/die18 mg/kg/die16 Malattia disseminata n = 13 n = 28 n = 18 n =34 deceduti 11 (85%) 14 (50%) 11 (61%) 10 (29%) viventi 2 (15%) 14 (50%) 7 (39%) 24 (71%) fisiologici 1 (50%) 7 (50%) 3 (43%) 15 (63%) con patologie 1 (50%) 5 (36%) 2 (29%) 3 (13%) situazione non nota 0 (0%) 2 (14%) 2 (29%) 6 (25%) 4 Infezione con coinvolgimento del SNC n=6 n = 36 n =35 n = 23 deceduti 3 (50%) 5 (14%) 5 (14%) 1 (4%) viventi 3 (50%) 31 (86%) 30 (86%) 22 (96%) fisiologici 1 (33%) 13 (42%) 8 (27%) 4 (18%) con patologie 2 (67%) 17 (55%) 20 (67%) 9 (41%) situazione non nota 0 (0%) 1 (3%) 2 (7%) 9 (41%) Infezione con coinvolgimento di cute, occhi, n=8 n = 31 n = 54 n=9 bocca - SEM deceduti 0 (0%) 0 (0%) 0 (0%) 0 (0%) viventi 8 (100%) 31(100%) 54 (100%) 9 (100%) fisiologici 5 (62%) 22 (71%) 45 (83%) 2 (22%) con patologie 3 (38%) 3 (10%) 1 (2%) 0 (0%) situazione non nota 0 (0%) 6 (19%) 8 (15%) 7 (78%) Adattamento da: Kimbelin DW. Advances in the treatment of neonatal herpes simplex infections. Rev med Virol 2011;11:157-163. 1 0.9 Proporzione dei sopravvissuti 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Mesi 30 mg/kg/die (n = 18)* 45 mg/kg/die (n = 7) 60 mg/kg/die (n = 34) Fig. 4.2 Mortalità dei pazienti con malattia disseminata da infezione HSV neonatale. Adattamento da Kimberlin DW, Lin CY, Jacobs RF et al. Safety and efficacy of high-dose intravenous acyclovir in the management of neonatal herpes simplex virus infections. (Pediatrics. 2011; 108: 230-238). La neutropenia costituisce la principale reazione avversa della terapia con aciclovir a do- saggio maggiore.16 La conta assoluta di neutrofili (ANC) dovrebbe essere monitorata 2 volte a settimana durante tutto il periodo di somministrazione dell’antivirale. Se la neutropenia si manifesta con valori 750/µL.
42 Malattie infettive e farmacologia 1 0.9 Proporzione dei sopravvissuti 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 A 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Mesi 30 mg/kg/die (n = 35)* 45 mg/kg/die (n = 5) 60 mg/kg/die (n = 23) Fig. 4.3 Mortalità dei pazienti con infezione da HSV neonatale con coinvolgimento del SNC. Adattamento da Kimberlin DW, Lin CY, Jacobs RF et al. Safety and efficacy of high-dose intravenous acyclovir in the management of neonatal herpes simplex virus infections. (Pediatrics. 2011;108:230-238). La somministrazione orale di aciclovir, quale terapia soppressiva, per 6 mesi, a seguito della terapia parenterale, si è dimostrata efficace nel migliorare gli esiti neurologici dei ne- onati con infezione del SNC.24 È noto che il virus HSV può occasionalmente essere latente nei gangli sensoriali e quindi riattivarsi, dando origine alla malattia ricorrente. La sua riat- tivazione, nei bambini che sono stati soggetti a infezione con coinvolgimento del SNC, può essere la causa di un inadeguato sviluppo neurologico. È stato eseguito uno studio relativo a bambini con infezione del SNC trattati per 6 mesi con aciclovir in confronto a bambini trattati con placebo, utilizzando il test di Bayley per la valutazione del grado di sviluppo mentale, all’anno di età. I risultati hanno evidenziato un punteggio significativamente mag- giore per i bambini trattati con aciclovir (88 vs. 68, P=0,046) nel punteggio della scala di Bayley.28 Inoltre, si è registrato un miglior sviluppo neurologico a livello generale, sempre nel gruppo trattato (Fig. 4.4). La terapia soppressiva con aciclovir è in grado di prevenire le n = 46 n=2 n = 28 n = 13 n = 13 n = 13 n = 18 100 80 Percentuale % 60 Grave 40 Moderata Lieve 20 Normale 0 30 30 30 60 60 30 60 mg/ mg/ mg/ mg/ mg/ mg/ mg/ kg/die kg/die kg/die kg/die kg/die kg/die kg/die SEM Coinvolgimento del SNC Malattia disseminata Fig. 4.4 Morbilità dei pazienti con esito clinico noto dopo 12 mesi di vita. Adattamento da Kimberlin DW, Lin CY, Jacobs RF et al. Safety and efficacy of high-dose intravenous acyclovir in the management of neonatal herpes simplex virus infections. Pediatrics. 2011; 108: 230-238, e Kimberlin WD, Whithley RJ, Wan W et al, per il «NAID» Collaborative Antiviral Study Group. Oral acyclovir suppression and neurodevelopment after neonatal herpes. N Eng J Med. 2011, 365(14):1284-1292.
Diagnosi, fattori di rischio, esiti e valutazione delle infezioni invasive da Candida 73 7 Fig. 7.2 Fattori di rischio per infezioni invasive da Candida. (A) Effetti da pelle immatura, funzionalità neutrofila e catetere venoso centrale. (B) Fattori predisponenti del tratto gastrointestinale. PPI, inibitore della pompa protonica. pazienti ricoverati (14% vs. 7%), mentre la C. parapsilosis era quella isolata dalle mani del personale sanitario.13 Il sistema immunitario Il ruolo dell’immaturità del sistema immunitario (primario) o l’alterazione dell’integrità di barriera nel controllo della colonizzazione e nella prevenzione delle infezioni è evidente a livello della cute, dell’intestino, e delle vie respiratorie (Fig. 7.2). Per esempio, a 26 settima- ne di età gestazionale, lo strato corneo è composto da soli tre strati di cellule e produce un sottile strato di cheratina a confronto con i 15 strati di cellule e quello spesso di cheratina che ricoprono la superficie cutanea dei neonati a termine (Fig. 7.2A).15 I neutrofili rappresentano una delle componenti più importanti dell’immunità innata nella risposta iniziale alle infezioni da Candida, sia direttamente per la funzione fagocitaria sia per la formazione di trappole extracellulari (neutrophil extracellular trap, NET). I neutrofili dei neonati pretermine sono meno efficaci nel trovare i siti d’infezione, nel fagocitare i patogeni e nel produrre NET.16 Inoltre, nei neonati pretermine sono meno efficienti diverse funzioni dell’immunità cellulare ed è ridotta la produzione di proteine. Il microbioma intestinale Come il sistema immunitario, il microbiota intestinale e i microrganismi che lo compongono giocano un ruolo importante nel contrastare la colonizzazione e prevenire l’infezione invasiva. Il microbiota intestinale dei neonati pretermine differisce in composizione ed è meno vario ri- spetto a quello dei neonati a termine.17 I topi neonati privi di timo colonizzati con la C. albicans mostrano una riduzione significativa delle infezioni sistemiche quando essi sono colonizzati anche con specie di batteri probiotici (Lactobacillus acidophilus, L. reuteri, L. casei GG [LGG] o Bifidobacterium animalis).18 I neonati pretermine che ricevono quotidianamente probiotici (L. reuteri e L. rhamnosus) hanno livelli di colonizzazione da Candida nelle feci significativamente più bassi rispetto ai controlli e quelli che ricevono quotidianamente LGG e lattoferrina presen- tano una riduzione delle ICI, anche se senza differenze della colonizzazione.19,20 Farmaci Alcuni farmaci, compresi gli antibiotici, gli H2-antagonisti e i corticosteroidi post-natali, aumentano il rischio di ICI (Fig. 7.2B). La durata della terapia antibiotica, la necessità di uti- lizzo di due o più antibiotici, le cefalosporine di terza e quarta generazione e gli antibiotici
78 Malattie infettive e farmacologia (Fig. 7.5).2 La CCC può associarsi o meno alla disseminazione dell’infezione, come ad esem- pio alla polmonite o alla BSI. In assenza però di trattamento immediato la disseminazione nel torrente circolatorio, all’apparato urinario o al CNS può verificarsi nell’11% dei casi nei neonati a termine, nel 33% di quelli di peso compreso fra 1.000 e 2.500 g e nel 66% degli ELBW.52 Le biopsie cutanee evidenziano un’alta carica di miceti che invadono l’epidermide e il derma, infiammazione e danno tissutale con la formazione di granulomi, necrosi focali ed emorragie.53 Pertanto, i neonati a termine e pretermine devono essere trattati tempesti- vamente, al momento dell’esordio del rash, con i farmaci antifungini sistemici e la terapia deve proseguire per almeno 14 giorni. Il ritardo del trattamento sistemico, il solo utilizzo della terapia topica (nistatina) o la durata del trattamento inferiore a 10 giorni si associano alla diffusione della Candida al torrente circolatorio.2 A La valutazione del rash diffuso della CCC nella prima settimana di vita prevede l’esecuzio- ne delle colture della cute per la ricerca dei batteri aerobi e dei miceti per l’identificazione dell’agente etiologico. La ricerca di placche giallastre sul cordone ombelicale e sulla placen- ta può inoltre essere utile per orientare la diagnosi; entrambi dovrebbero essere inviati per l’esame istologico con colorazione specifica per i funghi e per l’esame colturale. In aggiunta devono essere inviate le colture del sangue, se dopo le prime 48 ore, delle urine e del CSF se non è presente il rash sul dorso. Molti esperti consigliano di rinviare la rachicentesi quando il rash coinvolge la cute del dorso per evitare l’invasione del derma ed il rischio di veico- lare la Candida nel CSF. In attesa dei risultati delle colture deve essere iniziata la terapia antifungina empirica. La diagnosi differenziale si pone con l’infezione stafilococcica e con le altre infezioni cutanee batteriche o fungine. In alcuni casi, oltre a quella antifungina, è necessario intraprendere empiricamente anche la terapia antibiotica anti-stafilococcica, in attesa dell’esito degli esami colturali. La diagnosi di CCC contempla il riscontro del rash cutaneo diffuso alla maggior parte del corpo, all’estremità, al volto o al cuoio capelluto e/o la funisite nella prima settimana di Fig. 7.5 Candidiasi cutanea congenita. (A) Rash maculopapulare. (B) Rash con desquamazione bianco-gialla su base eritematosa. (C) Desquamazione con rash esfoliante secco. (D) Placche bianco-gialle del cordone ombelicale.
Sindrome da infezione congenita da virus Zika 117 10 Fig. 10.4 Tipica presentazione con microcefalia in infezione congenita da virus Zika: riduzione della distanza biparieta- le, occipite prominente e cute ridondante della regione nucale. Fig. 10.5 Tomografia computerizzata cerebrale con calcificazioni e altre anomalie: depressione parietale, protrusione occipitale e lissencefalia. gico del neonato affetto evidenzia ipertonia e spasticità, irritabilità manifesta sotto forma di pianto continuo, disfagia e, meno frequentemente, ipotonia. In alcuni neonati con sospetta infezione con- genita da ZIKV sono state riscontrate anomalie del tracciato elettroencefalografico, ed altri neonati presentano scariche di punte focali o multifocali. Sono stati inoltre descritti tremori ed anomalie posturali compatibili con disfunzione del sistema extrapiramidale.22
136 Malattie infettive e farmacologia Fig. 11.13 Velocità di filtrazione glo- 120 merulare (VFG) nei neonati sulla base di età gestazionale (EG) ed età postna- 25–28 settimane tale. (Dati da Schwartz GJ, Brion LP, 29–34 settimane Spitzer A: The use of plasma creatinine 100 38–42 settimane concentration for estimating glome- rular filtration rate in infants, children, and adolescents. Pediatr Clin North Am 1987;34:571–590.) VFG (mL/min/1,73 m2) 80 60 B 40 20 0 1 settimana 2–8 settimane > 8 settimane Età postnatale Analogamente al metabolismo epatico, la funzionalità renale e l’eliminazione dei farmaci attraverso il rene sono ridotti nei neonati. La nefrogenesi è attiva fino alla 34ª settimana di gestazione, i neonati prematuri hanno una VFG minore dei neonati a termine (Fig. 11.13). Dopo la nascita l’aumento della perfusione renale porta a rapidi cambiamenti della VFG nella prima settimana di vita. La VFG continua a cambiare durante il primo anno di vita, con il 50% della VFG degli adulti che, per un neonato a termine, viene raggiunto, ai 2 mesi di età (PMA 48 settimane).24 A 1 anno di età, si raggiunge più del 90% della VFG degli adulti. La maturazione della CL della gentamicina, un farmaco eliminato per via renale, segue uno schema simile alla maturazione della VFG (vedi Fig. 11.12). Le strategie nello stabilire il regime di dosaggio nei neonati, per i farmaci con eliminazione renale, dovrebbero tenere conto di questi cambiamenti che avvengono durante il processo di maturazione della funzionalità renale. Fisiopatologia e funzione organica I neonati gravemente malati sono spesso soggetti ad alterazioni fisiologiche ed a disfunzioni d’organo a causa della loro sottostante condizione patologica. Per identificare i neonati con clea- rance del farmaco alterata è necessario individuare la presenza di lesioni al fegato e/o ai reni. La creatinina sierica offre una misura diretta della funzionalità renale ed è utile nel suggerire la opportunità di un aggiustamento della dose per quei farmaci eliminati per via renale. Ad esempio, la vancomicina viene eliminata immodificata nelle urine e la clearance nei neonati è calcolata sulla base della creatinina sierica (Fig. 11.14).25 Nei neonati con valori elevati della creatinina sierica e ridotta funzionalità renale sono necessarie dosi più basse e/o intervalli di dosaggio più prolungati. Le raccomandazioni di dosaggio dell’AAP Redbook per la vanco- micina nei neonati sono ora basate sulla creatinina sierica del paziente.26 Per una creatinina sierica ≤ a 0,6 mg/dL, si raccomanda una dose di 15 mg/kg ogni 12 ore. Per i bambini con una creatinina sierica elevata da 1,0 a 1,2 mg/dL, si raccomanda una dose di 15 mg/kg ogni 24 ore. Sfortunatamente, i biomarcatori di funzionalità e danno epatico non sono così sensi- bili né predittivi di alterazioni nella clearance dei farmaci metabolizzati dal fegato. Tuttavia, i neonati con marcata insufficienza epatica come evidenziato da livelli di enzimi epatici elevati e ridotta funzione sintetica (cioè, albumina, ammoniaca e fattori di coagulazione) possono giustificare il ricorso ad una riduzione della dose. È noto che alcune popolazioni neonatali presentano frequentemente alterazioni nella farmacocinetica del farmaco. Oltre alle lesioni al cervello, i neonati con EII sono spesso
150 Malattie infettive e farmacologia 50 AUC (ng·h/mL), AUC rapporto 40 30 20 B 10 0 Morfina M3G/M M6G/M AA(45%)a GA(50%)a GG(5%)a a Indica la frequenza del genotipo nella popolazione studiata Fig. 12.6 I pazienti affetti da anemia falciformeportatori dell’allele 840G nell’UGT2B7 hanno una glucuronidazion eminore della morfina. Nei pazienti omozigoti per -840G, l’AUC del farmaco originario morfina è maggiore e la proporzione tra il metabolita ed il farmaco originario è minore. (Figura 1 da Darbari et al.: UGT2B7 promoter variant −840G>A contributes to the variability in hepatic clearance of morphine in patients with sickle cell disease. Am J Hemato- logy 2008;83:200–202.) analizzato in un gruppo di 263 bambini che erano stati sottoposti a tonsillectomia per individuare correlazioni con la depressione respiratoria. I bambini con genotipi GG ed AA per rs9282564 dell’ABCB1 hanno un rischio maggiore di depressione respiratoria, che comporta una permanenza prolungata nei reparti di osservazione postanestesia. Ogni copia in più dell’allele recessivo aumentava il rischio di 4-7 volte.26 I medici che usano la morfina per trattare il dolore postoperatorio nei lattanti hanno avuto esperienza di casi di depressione respiratoria imprevedibile con le dosi basse o normali usualmente impiegate ed in alcuni casi i neonati hanno dovuto essere reintubati. È ipotizzabile che il tasso di eliminazione dell’oppiaceo dal SNC determinato geneticamente contribuisca alla variabilità della depressione respiratoria osservata nella popolazione neonatale. Se un medico sapesse che un neonato è portatore di un genotipo ad alto rischio per la depressione respiratoria, potrebbe usare un non-oppiaceo come l’acetaminofene endovena come terapia di primo livello per il controllo del dolore. Il fentanyl è un altro oppiaceo a breve durata d’azione usato comunemente per il controllo del dolore nelle NICU. Gli studi farmacogenetici negli adulti hanno mostrato che una certa quota di variabilità nella richiesta di fentanyl per il controllo del dolore postoperatorio può essere spie- gata dalla variabilità genetica delle proteine che controllano la meccanotrasduzione sensoriale. In 350 adulti che hanno subito una colectomia laparoscopica, la condizione di portatore di va- rianti SNP in LAMB3 (che codifica per laminina beta-3) è risultato associato con le richieste di fentanyl nelle 24 ore del postoperatorio.27 I pazienti portatori di un allele variante necessitavano più boli di analgesico per autosomministrazione rispetto ai controlli e più spesso doveva essere loro proibito di premere il pulsante troppo frequentemente. Inoltre, i portatori di varianti alleli- che richiedevano più frequentemente antidolorifici aggiuntivi ed anche se avevano ricevuto una dose di oppiacei postoperatoria maggiore, raggiungevano punteggi di dolore più alti dei control- li. Ci sono inoltre studi sugli adulti che dimostrano che la variazione genetica nell’OPRM128,29 e nel CYP3A430 è associata alla richiesta di oppiacei postoperatori in diverse popolazioni. Il metadone è impiegato sempre più frequentemente nella popolazione neonatale ed infan- tile per il trattamento della sindrome da astinenza neonatale (NAS), sia dopo esposizione all’oppiaceo in utero, sia come conseguenza dell’esposizione prolungata agli oppiacei te- rapeutici nelle NICU. Negli adulti vi sono numerose dimostrazioni del fatto che le varianti genetiche del CYP2B6 hanno un impatto significativo sulla farmacocinetica del metadone.
210 Malattie infettive e farmacologia il fenobarbital come farmaco di prima scelta per il trattamento delle convulsioni neonatali.8 Le convulsioni non responsive o responsive solo parzialmente al fenobarbital devono essere trattate con un farmaco aggiuntivo di seconda scelta: fenitoina, benzodiazepine o lidocaina.8 Sebbene non ancora incluso nelle linee-guida ufficiali, anche il levetiracetam è sempre più diffuso come farmaco di seconda scelta. Come trattamento di terza scelta non esiste nessuna chiara lineaguida diversa dall’uso dei farmaci di seconda scelta già noti. Il farmaco di terza scelta dipende in gran parte dalle preferenze dello specialista e del centro. Nei neonati con con- vulsioni refrattarie ad adeguate dosi di più farmaci antiepilettici (AED) e quando non vi è una chiara eziologia per convulsioni evidenti, devono essere prese in considerazione le encefalopa- tie epilettiche responsive alle vitamine. Devono essere effettuati tentativi con piridossina, piri- dossal 5’-fosfato (PLP) e acido folinico. Deve anche essere eseguita la valutazione per specifiche B cause genetiche e metaboliche di convulsioni neonatali, considerando in alcuni casi selezionati la dieta chetogenica. Il neuroimaging deve essere effettuato il prima possibile per valutare cause acute di convulsioni ed anomalie strutturali; la risonanza magnetica è la modalità di imaging preferita.10,11 L’identificazione della causa sottostante delle convulsioni può essere utile per gui- dare la scelta del trattamento e per fornire informazioni sulla durata prevista del trattamento. Farmaci antiepilettici Fenobarbital Il fenobarbital, anche se è un vecchio antiepilettico, rimane il cardine del trattamento delle convulsioni neonatali. Le linee guida dell’OMS del 2011 sulle convulsioni neonatali defini- scono il fenobarbital come il trattamento di prima scelta.8 Analogamente, studi effettuati da neuropsichiatri infantili e neonatologi confermano che il fenobarbital rimane il farmaco di prima scelta per la maggior parte dei medici che trattano le convulsioni neonatali.12-15 Questo è in gran parte dovuto al fatto che l’uso del fenobarbital si basa sulle evidenze più ampie, su molti dati ottenuti da modelli animali e su una migliore esperienza clinica.16-21 Meccanismo d’azione Il fenobarbital è un barbiturico, che agisce come agonista del recettore A dell’acido gam- ma-aminobutirrico (GABA) per aumentare la neurotrasmissione inibitoria. Il fenobarbital, legandosi al recettore GABA-A, innesca l’apertura del canale postsinaptico dello ione cloru- ro che nei neuroni maturi, consente il passaggio intracellulare del cloro, iperpolarizzando la cellula e quindi riducendo l’eccitabilità (vedi Fig. 17.2A). Nei neuroni immaturi, tuttavia, esiste un meccanismo diverso che potrebbe spiegare perché il fenobarbital è efficace solo Neurone Fenitoina, Neurone presinaptico lidocaina presinaptico Levetiracetam Na2+ Ca2+ A B Levetiracetam SV2A Recettore Fenobarbital, Glutammato GABA-A midazolam Recettore NMDA Recettore AMPA Cl– Cl– Cl– Neurone Neurone postsinaptico postsinaptico Fig. 17.2 (A) Meccanismo d’azione degli AED alla sinapsi GABAergica. Fenobarbital e midazolam agiscono entrambi tramite il recettore GABA-A per aprire i canali di ione cloruro postsinaptici. (B) Meccanismo di azione degli AEDs presso la sinapsi glutammatergica. Fenitoina/fosfenitoina e lidocaina inibiscono entrambi i canali del sodio presinapti- co voltaggio-dipendenti. Il levetiracetam blocca il rilascio di glutammato presinaptico attraverso la proteina 2A della vescicola sinaptica e inibisce i canali del calcio presinaptici per prevenire l’afflusso di calcio nel neurone.
Terapie neuroprotettive nei neonati 231 18 A B Fig. 18.1 Immagini RMN di un neonato pretermine nato a 26 settimane di età gestazionale. (A) Mostra un’immagine sagittale della linea mediana ottenuta tra 26 e 27 settimane. (B) (La stessa immagine nel neonato è stata ripetuta do- po 7 settimane). Si notino la complessità della crescita e dello sviluppo durante l’intervallo di tempo in cui il neonato veniva curato in terapia intensiva neonatale. Strategie assistenziali per ridurre IVH e migliorare lo sviluppo neurologico Le pratiche di assistenza durante il periodo prenatale e perinatale possono influenzare la pa- togenesi del danno cerebrale. A causa della complessa fisiopatologia che porta allo sviluppo di IVH, in studi sul miglioramento della qualità delle cure per tentare di ridurre la percentuale di IVH e infine di migliorare lo sviluppo neurologico, sono state usate strategie assistenziali per evitare alterazioni della coagulazione.16 Gli steroidi prenatali e il solfato di magnesio sono associati a percentuali più basse di IVH. Anche la gestione al momento del parto, incluso il ritardato clampaggio del cordone,17 le tecniche di rianimazione come l’uso precoce di suppor- to respiratorio a pressione positiva (CPAP),18 la somministrazione di liquidi (sia il volume che le velocità di infusione), e anche le strategie di “ventilazione gentile” o non invasiva possono ridurre il danno cerebrale.18 Il posizionamento della testa lungo la linea mediana, le mani- polazioni ridotte al minimo indispensabile, la riduzione dello stress e delle procedure dolo- rose e la prevenzione delle carenze nutrizionali sono state identificate come potenzialmente utili.16,19 Data la capacità limitata del neonato pretermine di autoregolare il flusso ematico cerebrale, devono essere adottate misure per evitare ipotensione, ipertensione e ipocapnia o ipercapnia. Anche l’iperossia è tossica per il cervello in via di sviluppo dal momento che fa- vorisce la produzione di radicali liberi dell’ossigeno.20 Target di saturazione dell’ossigeno ben definiti possono aiutare a prevenire l’esposizione a livelli elevati di ossigeno. L’introduzione precoce del latte materno può migliorare lo stato immunitario e la immatura funzionalità in- testinale e quindi ridurre il rischio di sviluppare enterocolite necrotizzante.21 Anche pratiche di assistenza indirizzate allo sviluppo come il contenimento, la protezione da inquinamento acustico e luminoso, e la marsupioterapia o cura pelle–a–pelle sono frequentemente inclusi nell’insieme delle cure assistenziali.22 Tuttavia, sono limitate le evidenze che ne dimostrano l’efficacia nella prevenzione di IVH, PVHI, leucomalacia periventricolare grave o di deteriora- mento motorio o cognitivo a lungo termine. Betametasone prenatale Tra i neonati con peso alla nascita molto basso (VLBW) (
Terapie per il reflusso gastroesofageo nel lattante 267 Fig. 20.1 Esofago normale con vasco- larizzazione ben visualizzabile 20 nofila, che raramente si manifesta nei lattanti. Ciò dipende in parte dal fatto che non vi è una chiara relazione tra esofagite e gravità dei sintomi, comprese le manifestazioni extraesofagee.8 Trattamento Gestione non farmacologica In molti casi il GER fisiologico e la GERD non complicata dei lattanti possono essere gestiti empiricamente e con interventi minimi. Tuttavia, l’educazione dei genitori e la assicurazione relativa ai riscontri normali dell’esame obiettivo, compresa la documentazione di una crescita regolare, sono della massima importanza se ci si propone di evitare l’abuso di farmaci. Il trat- tamento dei lattanti con disturbi da reflusso, infatti, deve sempre focalizzarsi subito e prin- cipalmente sulla educazione dei genitori, sulla loro rassicurazione e supporto. In particolare, un colloquio sulle manovre calmanti così come sulle tecniche di alimentazione e posturali può essere molto utile per i genitori in ansia.36 Idealmente i lattanti con GERD non devono essere lasciati in posizioni che aumentano la pressione addominale, ma piuttosto tenuti dritti dopo i pasti. Anche favorire l’eruttazione più volte dopo i pasti può ridurre il GER. È ben noto che la corretta posizione del bambino può esercitare un ruolo nei disordini da reflusso. Ad esempio, i seggiolini dell’auto e il sollevamento della culla (posizione vertica- le senza supporto) possono essere associati ad un peggioramento dei sintomi, forse a causa dell’aumento della pressione addominale.37 Altri studi hanno dimostrato che il decubito laterale sinistro dopo i pasti riduce sensibilmente i TLESR, diminuendo così gli episodi di reflusso.38,39 In uno studio sulla postura, 18 prematuri con GER clinicamente significativo sono stati studiati prospetticamente per 24 ore usando la pH-metria esofagea. I bambini venivano randomizzati per 3 diverse posizioni durante la poppata (prona, laterale destra o laterale sinistra) per 8 ore consecutive.37 In questo studio l’indice di reflusso medio per il gruppo era 13,8% (range 5,8-40,4%), ma variava con la posizione. La posizione prona e laterale sinistra riducevano significativamente il numero e la durata degli episodi di GER. La posizione prona durante il sonno è tuttavia associata ad un aumentato rischio di morte improvvisa del lattante.40,41 Quindi la posizione prona non è raccomandata nei bambini di età inferiore a 12 mesi ed i lattanti devono sempre essere messi in posizione supina durante il sonno, indipendentemente dalla presenza di segni clinici suggestivi di GER.41 Inspessimento degli alimenti per trattare il GER Le linee guida del reflusso gastroesofageo pediatrico redatte dal NASPGHAN nel 2009 rac- comandavano l’adozione di un latte inspessito come terapia di prima linea per i disordini da reflusso nei bambini alimentati con formule.8 Nei lattanti prematuri, tuttavia, non si
Indice analitico I numeri di pagina seguiti da “f” indicano le figure e “t” indicano le tabelle A Aminoglucosidi, con gentamicina, 17 AAP. Vedi Accademia Americana di Pediatria Amniocentesi per la sindrome congenita da Accademia Americana di Pediatria (AAP), Zika, 119 247–249 Ampicillina Acetaminofene, rischio di asma e, 147 per la meningite batterica, 179 Aciclovir Analisi economica del rischio di EOS, farmacodinamica target per efficacia e valutazione, 9–10 tollerabilità, 195 Anidulafungina, neonati, 186t, 188 farmacologia clinica e farmacocinetica, Anomalie oculari, 117 194–195 Antiacidi, vedi Agenti tampone acido, 269 per infezioni da HSV, 22, 194–197 Antibiotic stewardship, 45–61 Acido folico, per le convulsioni neonatali, 221 Antibiotics “timeout”, 54–55 Acido gastrico, 263 Antibiotici per Acido valproico, per crisi neonatali, 219 conseguenze di, 10–11, 11t Aedes aegypti, 113 infezioni invasive da Candida, 73 Agenti antiacidi per reflusso GER, 269 nei neonati con corioamnionite, 52 Agenti antisecretori, per GER, 269 nella NICU, 49–50 Agenti stimolanti l’eritropoiesi per enterocolite necrotizzante, 155–166 per neonati a termine, 234–235 per EOS, 5 per neonati pretermine, 231–232 per neonati a termine e pretermine con Algoritmo nella EOS, 4–5 tachipnea transitoria del neonato, 50 Alimentazione nelle infezioni invasive da per VLBW neonati, 48 Candida, 73 prolungato impiego di, in NICU, 48 Alimentazione transpilorica, per GERD, 268 rivalutazione di, 52–53, 53t Allattamento Antibiotici neonatali, per EOS, 10-11 SNP polimorfismo a singolo nucleotide ed Antibiotici perinatali, per EOS, 10-11, 11 t effetti farmacologici durante l’allattamento, Antibiotico empirico ad ampio spettro, uso in 147-148 unità di terapia intensiva neonatale, 48 Allattamento al seno Antibiotico resistenza, infezioni neonatali, 48–49 efavirenz conseguenze, 147, 148f acido folico, 221 nei neonati con SAN, 246 Antiepilettici, terapia per neonati, 207–226 Allele, definizione, 143t benzodiazepine, 215–216 Esofagite allergica. Vedi esofagite eosinofila. biotina, 221 Allergia al latte vaccino dosaggio di, 209t malattia da reflusso gastroesofageo vs., 264t fenitoina/fosfenitoina, 212–213 proteine, 265 fenobarbital, 209–212 Allopurinolo, per neonati a termine, 236–237 interruzione, 221–222 AmB. Vedi Amfotericina B. levetiracetam, 216–218 AmB deossicolato (DAmB), 187–188 lidocaina, 213–215, 214t Amfotericina B (AmB), per neonati, 186t, 187–188 obiettivi, 207–208
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