Lo scompenso cardiaco Che cosa é?

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Lo scompenso cardiaco

Che cosa é?
Lo scompenso cardiaco è una malattia sempre più frequente e seria, che
origina quando il muscolo del cuore è indebolito e non riesce a pompare con
sufficiente forza il sangue. In altre parole, il sangue affluisce con difficoltà ai
tessuti e agli organi, che non ricevono abbastanza ossigeno e nutrienti vitali.
Anche se la malattia è grave, migliorando il proprio stile di vita, prendendo i
farmaci prescritti dal medico o sottoponendosi a specifici interventi chirurgici è
assolutamente possibile vivere bene e tranquilli.

Lo scompenso cardiaco è frequente?
Lo scompenso cardiaco colpisce oltre 14 milioni di europei, con una stima di
oltre 30 milioni previsti nel 20201.
Ogni anno in Europa sono diagnosticati oltre 3,6 milioni di nuovi casi1.
Lo scompenso cardiaco è purtroppo molto più comune dei più frequenti tumori:
mammella, testicoli, utero e intestino2.
La prevalenza dello scompenso cardiaco in Europa cresce costantemente. Ciò
è dovuto a una combinazione tra l’allungamento della vita media e,
paradossalmente, l’aumento della sopravvivenza all’infarto miocardico.
Lo scompenso cardiaco è più comune tra gli uomini. E’ anche la malattia
diagnosticata più frequentemente nelle persone oltre i 65 anni4.

La prognosi dello scompenso cardiaco
Circa il 40% dei malati muore entro un anno dal primo ricovero ospedaliero e
solo il 25% degli uomini e il 38% delle donne sopravvive oltre i cinque anni dalla
diagnosi5,6.
Negli ultimi 50 anni la sopravvivenza in caso di scompenso cardiaco è
migliorata in entrambi i sessi4. Ciò è dovuto a cure farmacologiche e chirurgiche
più efficaci. Ciò nonostante, poiché il numero di persone con scompenso
cardiaco è in crescita, il numero di decessi è aumentato in termini assoluti.

Quali sono le cause dello scompenso cardiaco?
L’indebolimento del muscolo cardiaco è legato a numerose cause. Le più
comuni sono la malattia coronarica, in particolare l’infarto, e la pressione
elevata (ipertensione)3.
La malattia coronarica sarebbe responsabile del 52% di tutti i nuovi casi di
scompenso cardiaco7.
          SHAPE è un’organizzazione di ricerca internazionale, attiva in Francia, Germania,
          Gran Bretagna, Italia, Olanda, Polonia, Romania, Spagna, Svezia, sotto la gestione
    di un Comitato Esecutivo composto da 12 tra i massimi esperti europei di scompenso cardiaco
                                 www.scompensocardiaco-europa.com

                   Segreteria Italia: c/o CPR Italia, Via A. Bertani 2, 20154 Milano
                               Tel: 02 31804.211 – Fax: 02 33614827
                                   e-mail: d.freri@cprworldwide.com
Poiché la malattia coronarica è la causa più frequente, lo scompenso cardiaco è
strettamente correlato ai maggiori fattori di rischio cardiovascolare, tra cui:
    – colesterolo elevato (iperlipidemia)
    – fumo
    – ipertensione
    – diabete
    – sovrappeso e obesità.
Altre cause di scompenso cardiaco possono essere:
    – disfunzioni del muscolo cardiaco
    – disfunzioni delle valvole cardiache
    – aritmie
    – infezioni cardiache3.

Come si scopre?
Le forme lievi sono difficili da individuare, perchè i sintomi sono molto blandi.
Tuttavia, sarebbe importante intervenire tempestivamente sin dall’inizio, con la
cura più corretta.
Il primo sospetto, da confermare con specifici test cosiddetti di “funzionalità
cardiaca”, dovrebbe venire quando si notano alcuni segnali8. I più comuni sono:
    – respiro difficoltoso a riposo o dopo un breve esercizio
    – gonfiore alle caviglie, per accumulo di liquidi
    – senso di stanchezza continuo.
Altri segnali da considerare sono:
    – aumento o diminuzione di peso ingiustificati (dovuti ad aumento o perdita
        di fluidi)
    – palpitazioni e aumento del battito cardiaco
    – senso di vertigine, di confusione o irritabilità (per ridotto apporto di
        ossigeno al cervello)
    – pressione bassa (negli stadi avanzati della malattia)
    – perdita dell’appetito.
Poiché di solito lo scompenso cardiaco si sviluppa lentamente, spesso i sintomi
si manifestano solo dopo alcuni anni dall’inizio della malattia. Il cuore cerca di
adattarsi, modificando lo spessore delle pareti (ipertrofia), aumentando di
volume e velocizzando il suo battito (tachicardia). Queste modificazioni, che
dovrebbero migliorare la capacità di pompare sangue nelle arterie da parte del
cuore, tendono invece a peggiorare la condizione perchè a lungo andare il
muscolo cardiaco si “sfianca” ancora di più.
Il sospetto di scompenso cardiaco è confermato da analisi specifiche, quali
l’elettrocardiogramma, la radiografia del torace, l’ecocardiogramma ed esami
del sangue8.

Chi deve temere in particolare lo scompenso cardiaco
Chi soffre di pressione alta, i diabetici, coloro che hanno avuto problemi
coronarici (angina o infarto) o interventi cardiochirurgici devono sottoporsi a
controlli cardiologici per verificare la funzione di pompa del cuore e prevenire lo
sviluppo di scompenso cardiaco.

Come curare lo scompenso cardiaco?
Gli scopi del trattamento sono:
    1. invertire il decorso o rallentare la progressione della malattia
    2. aumentare la durata della vita
    3. migliorare la qualità della vita alleviando i sintomi
    4. ridurre i ricoveri ospedalieri.
E’ possibile intervenire con farmaci, dispositivi che aiutano il cuore e in alcuni
casi interventi chirurgici 8. Fondamentale è comunque lo stile di vita.

Stile di vita
Alcuni semplici consigli per il proprio stile di vita aiutano a mantenere una
buona funzione cardiaca, a prevenire lo scompenso o a minimizzarne gli effetti
una volta che si sia manifestato:
     – vietato fumare
     – ridurre il consumo di alcool
     – peso sotto controllo e sana alimentazione
     – fare regolarmente attività fisica.
Il fumo, in particolare quello di sigaretta, contiene monossido di carbonio che
interferisce con il trasporto dell’ossigeno nell’organismo, induce tachicardia e
favorisce l’ipertensione.
L’alcool può deprimere la funzione contrattile del muscolo cardiaco.
Il peso e la dieta sono fondamentali poiché sovrappeso e obesità sono fattori di
rischio per lo scompenso, ma anche per l’ipertensione, l’infarto, l’ictus e il
diabete. Il peso eccessivo sovraccarica il cuore, rendendolo poco efficiente.
Anche l’alimentazione è importante. Chi soffre di scompenso cardiaco dovrebbe
ridurre il sale, perchè elevati quantitativi di sodio provocano ritenzione idrica.
Inoltre, anche troppo colesterolo è dannoso, perchè facilita la malattia
coronarica. Consigliata quindi la dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura e
con meno grassi.
Infine, un po’ di esercizio fisico, senza esagerare, è utile a migliorare la forma e
la qualità della vita.

Terapia farmacologica
I farmaci maggiormente utilizzati per la cura dello scompenso cardiaco sono:
    - ACE-inibitori, aiutano a dilatare le arterie, abbassano la pressione del
       sangue e migliorano la funzionalità del muscolo cardiaco. In questo
       modo favoriscono la sopravvivenza, riducono i sintomi e i ricoveri
       ospedalieri.
    - Betabloccanti, riducono la frequenza cardiaca e migliorano la funzionalità
       del muscolo. Anch’essi favoriscono la sopravvivenza e riducono i sintomi
       e i ricoveri ospedalieri.
    - Inibitori dell’aldosterone, riducono la fibrosi cardiaca; facilitano la
       sopravvivenza, riducono il tasso di morte improvvisa, riducono i ricoveri
       ospedalieri.
    - Sartani (ARB, Angiotensin receptor blockers), hanno un profilo
       farmacologico comparabile agli ACE-inibitori e vengono utilizzati quale
       alternativa, nel caso di intolleranza a questi ultimi. Anch’essi favoriscono
       la sopravvivenza e riducono i ricoveri ospedalieri. Alcuni dati recenti
       indicano un ulteriore miglioramento di questi parametri in caso di
       associazione tra sartani e ACE-inibitori.
    - Diuretici, prevengono l’edema polmonare, riducono gli edemi periferici,
       facilitano il respiro, ma non migliorano né la funzionalità del cuore né la
       sopravvivenza e quindi sono utilizzati soprattutto per alleviare i sintomi.
    - Digitale, antico rimedio utilizzato attualmente soprattutto per controllare
       la fibrillazione atriale; è efficace per ridurre i sintomi, ma non aumenta la
       sopravvivenza.
La Società Europea di Cardiologia ha sviluppato linee guida specifiche per
aiutare i medici ad utilizzare ogni singola classe di farmaci nel modo più
appropriato8.

Dispositivi medici
La Terapia di Risincronizzazione Cardiaca (CRT) è un trattamento che sfrutta
un dispositivo che trasmette stimoli elettrici ad entrambi i lati del cuore,
risincronizzando e allo stesso tempo migliorando la sua azione di pompa. Un
pacemaker convenzionale stimola esclusivamente il lato destro del cuore,
avendo effetti esclusivamente sul battito cardiaco. Uno studio recente8 ha
dimostrato che la CRT diminuisce significativamente, in pazienti con
scompenso cardiaco in fase avanzata, con alcune caratteristiche particolari, il
rischio di morte per tutte le cause e i ricoveri ospedalieri, se aggiunta al
trattamento con i farmaci che controllano la malattia. La CRT ha anche
dimostrato, in combinazione con un defibrillatore impiantabile, di ridurre
significativamente la mortalità8.

Chirurgia
La rivascolarizzazione e altri interventi chirurgici (ad esempio sulla valvola
mitralica) possono, intervenendo sulle cause dello scompenso, migliorare la
sintomatologia. Non esistono ancora, tuttavia, studi controllati che lo provino
fuor di ogni dubbio.
Si ricorre al trapianto cardiaco negli ultimi stadi della malattia. Nei casi in cui sia
necessario, il trapianto migliora la sopravvivenza, la capacità di compiere sforzo
fisico, la possibilità di tornare al lavoro e la qualità della vita.

Bibliografia:

1.   SHAPE Survey Results to the General Public, Annual Congress of the European Society of
     Cardiology in Vienna, September 2003.
2.   Stewart S et al. More ‘malignant’ than cancer? Five year survival following a first admission for heart
     failure. The European Journal of Heart Failure 2001; 3: 315-322
3.   McMurray JJ, Stewart S. Epidemiology, aetiology, and prognosis of heart failure. Heart 2000; 83: 596-
     602
4.   Levy D, Kenchaiah S, Larson MG et al. Long-term trends in the incidence of and survival with heart
     failure. N Engl J Med 2002; 347: 1397-1402
5.   Blackledge HM, Tomlinson J, et al. Prognosis for patients newly admitted to hospital with heart failure:
     survival trends in 12 220 index admissions in Leicestershire 1993-2001. Heart 2003;89:615-620
6.   Ho KK et al. Survival after the onset of congestive heart failure in Framingham Heart Study subjects.
     Circulation 1993; 88: 107-15
7.   Fox KF, Cowie MR, Wood DA et al. Coronary artery disease as the cause of incident heart failure in
     the population. Eur Heart J 2001; 22: 228-236
8.   Remme WJ & Swedberg K. Task Force for the Diagnosis and Treatment of Chronic Heart Failure,
     European Society of Cardiology. Guidelines for the diagnosis and treatment of chronic heart failure.
     Eur Heart J 2001; 22: 1527–60
9.   Bristow MR, Saxon LA, Boehmer J et al. Cardiac-Resynchronization Therapy with or without an
     Implantable Defibrillator in Advanced Chronic Heart Failure. N Engl J Med 2004; 350: 2140-2150
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