Lo Scarabeo Giapponese - Popillia japonica Dall'oriente una seria minaccia per molte specie vegetali - Regione Toscana
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Regione Toscana Lo Scarabeo Giapponese Popillia japonica Dall’oriente una seria minaccia per molte specie vegetali DIREZIONE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Servizio Fitosantario Regionale
2 Cos’è lo Scarabeo Giapponese Popillia japonica Newman, 1841 Coleoptera, Fam. Rutelidae Questo insetto, conosciuto in Italia anche come Coleot- tero Giapponese, è un piccolo scarabeo di origine asiatica capace di creare notevoli danni economici ed ambientali. Popillia japonica è un insetto polifago, capace cioè di ali- mentarsi a scapito di numerose specie vegetali tra cui molte coltivate a scopo alimentare. Per questi motivi l’insetto fin dal 1975 è stato inserito nella lista A2 redatta dall’European and Mediterranean Plant Protection Or- ganization (EPPO): un elenco di organismi da quarante- na la cui diffusione nel territorio comunitario deve essere in ogni modo ostacolata. Purtroppo nell’estate 2014 è stato individuato il primo focolaio di Popillia japonica sul territorio Italiano nelle aree di confine tra Piemonte e Lombardia, lungo il corso del Ticino. La Toscana al fine di scongiurare l’insediamento e l’eventuale espansione di questo temibile coleottero ha pertanto avviato una cam- pagna di monitoraggio ed informazione. Diffusione e Biologia Popillia japonica ha un areale molto esteso: originaria del Giappone, si è diffusa in buona parte degli Stati Uniti Centro-Orientali, nel sud est del Canada, nelle isole Az- zorre (Portogallo) e recentemente anche in Italia. Ciclo biologico di Popillia japonica
3 L’insetto ha un ciclo annuale che in relazione alle condi- zioni stazionali può subire delle variazioni, nella pagina precedente se ne riporta il ciclo biologico più frequente. Gli adulti sono visibili dalla tarda primavera/inizio esta- te, fino alla fine dell’estate rimanendo attivi dai 30 ai 45 giorni. La femmina subito dopo lo sfarfallamento si accoppia e la deposizione delle uova viene fatta all’inter- no di gallerie scavate nel terreno, ad una profondità di 5-10 cm . Il processo di ovideposizione viene effettuato in più momenti e tra una deposizione e l’altra la fem- mina esce dal terreno per alimentarsi e ad accoppiarsi nuovamente. Le uova sono deposte in genere in gruppetti di 4-5, per un totale di 40-60 per femmina. Dopo circa due settimane avviene la schiusa e la piccola larva inizia subito ad alimentarsi a carico delle radici. Con l’arrivo dell’inverno, quando la temperatura del terreno è inferiore ai 10°C, le larve ormai quasi matu- re smettono di alimentarsi arrestando repentinamente il loro sviluppo ed entrando in diapausa invernale. Rimangono quindi in attesa di condizioni climatiche più miti stazionando ad una profondità di terreno va- riabile tra i 10 e i 25 cm. In primavera, quando le tem- perature del terreno tornano a superare i 10°C, le larve risalgono verso la superficie e riprendono ad alimentarsi a carico delle radici delle piante erbacee. Raggiunta la maturità ogni larva si costruisce intorno una cella pupale di terreno compattato, all’interno della quale conduce la sua metamorfosi trasformandosi in adulto dopo una/tre settimane. Morfologia Di seguito si indicano le principali caratteristiche mor- fologiche di P. japonica, nelle sue varie fasi di sviluppo. Le uova sono deposte nel terreno, singolarmente o in gruppetti (massimo 4 o 5). L’uovo è inizialmente bianco ed ellittico e misura circa 1,5 mm, poi aumenta di volu- me e diventa sferico .
4 Larva di terza età La larva ha un colore biancastro con capo e zampe bruno chiare. Il corpo è spesso raccolto a formare una “c” ed è fittamente ricoperto di peli soprattutto nella parte distale dove la colorazione diventa più scura a causa di accumuli fecali. Complessivamente si hanno tre stadi larvali, la lun- ghezza della larva passa da circa 1.5 mm appena sgusciata dall’uovo a 25-32 mm quando giunge a maturità. Pupa,di P.japonica nel terreno La pupa ha dimensioni di circa 15 mm di lunghezza per 5-6 mm di larghezza In relazione al grado di maturità il colore varia dall’ocra al metallizzato. Le celle pupali si pos- sono trovare a pochi cm di profondità dalla superficie.
5 Un’immagine dell’adulto. L’adulto, lungo 8-12 mm, ha un corpo robusto di forma ovale, con una colorazione dai riflessi metallici che va- riano dal verde al bronzo. Il capo, il protorace ed primi segmenti delle zampe sono verdi, le ali anteriori (elitre) variano la loro colorazione dal bronzo/rame centrale al verde metallico sui bordi. L’addome, non completamente coperto dalle elitre, pre- senta cinque ciuffi di peli bianchi per lato e due, più fol- ti, all’estremità posteriore. Questo carattere macrosco- pico permette di riconoscere facilmente gli adulti di P. japonica rispetto ad altri scarabeidi simili. Tra i due sessi si ha uno scarso dimorfismo sessuale, la femmina è in genere un po’ più grande del maschio ma, per un sicuro riconoscimento, è necessario analizzare tibie e tarsi delle zampe anteriori. Identificazione Alcune abitudini di P. japonica possono essere alquanto utili per l’identificazione. Gli adulti hanno uno spiccato comportamento gregario, alimentandosi in gruppo a spese di foglie, frutti e fiori; ed è facile quindi ritrovare numerosissimi individui pre- senti contemporaneamente su una sola pianta.
6 In genere il danno procurato da un solo individuo è estremamente modesto ed è quindi la tendenza ad ali- mentarsi in gruppo a causare danni rilevanti alle colture; ciò non toglie che a seconda del tipo di alimento scelto, anche un solo insetto può rendere non commercializ- zabile il prodotto, vedasi ad esempio la coltura dei fiori recisi. A sinistra erosione su foglie di Rubus, a destra su foglia di Rumex acetosella Anche la modalità di alimentarsi a carico della lami- na fogliare può essere utile per il riconoscimento di P.japonica. Questo insetto erode la lamina fogliare nelle porzioni più morbide, lasciando progressivamente sco- perte le sole nervature andando così a “scheletrizzare” progressivamente la foglia. Le larve non hanno comportamento gregario e quando il loro numero è elevato, si può assistere anche a fenome- ni di cannibalismo. Il danno provocato dalle forme giovanili di P. japonica è rilevante soprattutto sulle specie erbacee, preferibilmen- te graminacee, con deperimenti e seccumi più o meno estesi in prati, tappeti erbosi di giardini e campi da golf, ma possono essere attaccate anche piante in vivaio, bar- batelle e astoni, giovani impianti di vite e fruttiferi. Nei tappeti erbosi inizialmente il danno si manifesta con avvizzimento ed ingiallimento delle specie erbacee pre- senti e successivamente, in tarda estate si può assistere a
7 veri e propri disseccamenti del cotico, dovuti soprattutto alla riduzione dell’apparato radicale causata dall’attività trofica delle larve. Larva in alimentazione Un’altra indicazione sull’abbondanza delle larve nel ter- reno può essere data dalla proliferazione di tumuli e gal- lerie scavate da talpe che, come altri predatori (compresi cinghiali e svariati uccelli) se ne cibano attivamente. Effetti sull’ambiente e danni Questo insetto, innocuo per l’uomo, è protagonista di ingenti danni economici, sia allo stadio larvale che allo stadio adulto. In America, dove è stato ritrovato per la prima volta agli inizi del ‘900, P. japonica è diventata la specie che provo- ca maggiori danni alle colture prative. Negli Stati Uniti gli interventi per il contenimento di P. japonica hanno un costo stimato annualmente di 460 milioni di dollari. Questo coleottero, allo stadio adulto è capace di ali- mentarsi a spese di oltre 300 tipi di piante, risultando nocivo su oltre 100. Di seguito un elenco di alcune delle specie più colpite.
8 Nome Nome Nome Scientifico Nome Scientifico Comune Comune Aceri Acer spp. Melograno Punica granatum Altea Althaea sp. Mora Rubus ulmifolius Arancio Citrus sinensis Nocciolo Corylus avellana Asparagio Asparagus officinalis Noce nero Juglans nigra Betulla Betula spp. Olmo Ulmus spp. Cilieglio Prunus avium Pesco Prunus persica Corbezzolo Arbustus unedo Pioppo nero Populus nigra Cotogno Cidonia oblonga Platano Platanus spp. Solanum Erba medica Medicago sativa Pomodoro lycopersicum Fagiolo Phaseolus vulgaris Quercia Quercus spp. Robinia Fragola Fragaria vesca Robinia pseudoacacia Glicine Glycne max Rose Rosa spp. Aesculus Ippocastano Salice Salix spp. hippocastanum Lampone Rubus ideaus Susino Prunus domestica Larice Larix spp. Tiglio Tila cordata Mais Zea mays Trifoglio Trifolium spp. Melo Malus domestica Vite Vitis spp. Anche allo stadio larvale ha un comportamento polifa- go, con predilezione per le graminacee. Normativa vigente P.japonica è uno degli organismi da quarantena presen- ti nell’Allegato 1, parte A sezione 2 della direttiva CEE 2000/29. La sua introduzione e diffusione nel territorio della repubblica Italiana è vietata, e punibile ai sensi del DLS , n°214 del 2005. E’ fatto obbligo a chiunque dare tempestiva comuni- cazione della presenza effettiva o sospetta di questo insetto. Tecniche e strumenti di prevenzione e lotta In circa un secolo di presenza in America, sono sta- te adottate svariate misure di lotta; il risultato è che il contenimento di questo insetto è possibile mentre la sua completa eradicazione ad oggi è alquanto difficile.
9 Questa esperienza ripropone con forza l’importanza di impedirne per quanto possibile la diffusione. Sulla capacità di volo degli adulti, le fonti sono discor- danti, in letteratura si trovano distanze che variano da 1 fino circa 10 km. Al di là delle sue capacità di volo la diffusione di questo insetto è avvenuta attraverso la movimentazione di merci e persone. In America, dove sembra che l’insetto sia arrivato allo stadio larvale dentro il terriccio di piante ornamentali, sono stati creati dei rigidi protocolli per il monitoraggio ed il controllo del trasporto aereoportuale e delle aziende vivaistiche pre- senti nelle aree infestate. Anche in Italia sono state adottate misure analoghe e sono allo studio provvedimenti aggiuntivi atti ad impe- dire la diffusione di questo insetto dalle aree infette verso le aree indenni anche attraverso il monitoraggio di aree sensibili, come porti ed aeroporti. In generale è importante prestare la massima attenzione a non trasportare involontariamente gli adulti che nel pe- riodo di volo sciamano in grandi quantità e possono in- trodursi ad esempio negli abitacoli dei mezzi di trasporto. Una volta che quest’insetto si insedia in un territorio, per salvaguardare le produzioni agricole e vivaistiche, si rende necessaria l’adozione di tecniche per contenerne lo sviluppo ed impedirne la diffusione . Le modalità di contenimento, che vanno scelte in rela- zione all’entità della popolazione ed alle caratteristiche del territorio, possono essere condotte a carico delle lar- ve o degli adulti, o preferibilmente di entrambi gli stadi. Di seguito si elencano alcune delle tecniche di lotta/con- trollo applicabili: Cattura massale con trappole a ferormoni: tecnica che va a incidere sul numero degli adulti di P. japonica sessual- mente maturi impedendone la diffusione e l’eventuale ovideposizione. Le esche contengono un attrattivo com- posto da un richiamo alimentare e da un feromone spe- cifico. Le trappole dovranno essere posizionate in aree aperte per permettere agli attrattivi di diffondersi in modo omogeneo nell’ambiente circostante.
10 Rimozione Fisica Al fine di ridurre la popolazione una delle tecniche per- seguibili è la cattura degli adulti, pratica adottabile grazie alla tendenza degli adulti ad alimentarsi in gruppo. La cattura viene fatta nelle prime ore del mattino, quando gli insetti sono poco attivi. Controllo chimico In commercio sono presenti svariati tipi di prodotti chi- mici che potrebbero essere utilizzati per la lotta a P. ja- ponica. Gli interventi chimici hanno una loro efficacia in ambiente confinato (vivai, giardini) ma non possono essere utilizzati in ambiente naturale come nei boschi; inoltre si deve considerare che questo tipo di tecnica crea delle contaminazioni e delle dispersioni nell’ambiente che è bene limitare al massimo. Controllo biologico con modificazioni dell’ambiente Uno dei modi per diminuire la presenza di questo in- setto è la sostituzione nell’ambiente delle specie vegetali appetite con altre delle quali l’insetto si nutre poco o non si nutre del tutto. Altri accorgimenti sono la tempestiva rimozione di frutta matura o marcescente, che funziona da richiamo per gli adulti, e la limitazione dell’irrigazio- ne dei prati/campi nel periodo di ovideposizione (uova e primi stadi larvali non sopravvivono in terreni asciutti). Controllo biologico con antagonisti naturali: • Nematodi entomopatogeni: Le numerose . Ricerche condotte negli Stati Uniti e nelle isole Azzorre, hanno permesso di selezionare due nema- todi particolarmente efficaci per il controllo biologico delle larve di P. japonica: Steinernema glaseri (non presen- te nella nematofauna italiana) e Heterorhabditis bacterio- phora (presente sul territorio Italiano). Buoni risultati sono stati inoltre ottenuti utilizzando la specie Steinernema carpocapsae nei confronti degli adulti dello scarabeide.
11 P.japonica con uova di Istocheta aldrichi” • Insetti entomoparassiti Tra gli insetti antagonisti che sono stati utilizzati per la lotta a P. japonica vi sono tra gli altri due imenotteri di origine asiatica: Tiphia vernalis e Tiphia popilliavora; queste due “vespe” parassitizzano le larve di P. japonica portandole a morte. Un’altro insetto che è stato utilizzato con buoni esiti è Istocheta aldrichi, un dittero la cui femmina depone le uova sul torace degli adulti di P. japonica., determinan- done la morte attraverso l’attività trofica delle sue larve.
12 Servizio Fitosanitario - Difesa delle colture e delle foreste - Vigilanza e controllo Segnalazioni Servizio Fitosanitario Regionale Via Pietrapiana, 30 - 50121 Firenze Tel 055 4384076 - Fax 055 4383990 seviziofitosanitario@regione.toscana.it www.regione.toscana.it Nota tecnica realizzata da: Dalia Del Nista, Servizio Fitosanitario Regione Toscana Con la collaborazione di: Leonardo Marianelli, CREA-ABP di Firenze Giovanni Bosio, Servizio Fitosanitario Regione Piemonte A cura della Regione Toscana - Servizio Fitosanitario Regionale 2016 Realizzazione: Direzione generale della Giunta Regionale Agenzia per le attività di informazione degli Organi di Governo della Regione
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