LE VIGNETTE DI RIMA: LIVORNO, OPERAZIONE #PRATINO5STELLE, MA DAL 2021

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LE VIGNETTE DI RIMA: LIVORNO, OPERAZIONE #PRATINO5STELLE, MA DAL 2021
LE VIGNETTE DI RIMA: LIVORNO,
OPERAZIONE #PRATINO5STELLE,
MA DAL 2021

RiMa

“A Livorno è partita l’”Operazione
Pratino”. L’”Operazione Pratino” è
un’operazione che noi abbiamo tenuto
assolutamente segreta all’interno di
tutto il percorso di Giunta, che prevede
lo spegnimento dell’inceneritore di
Livorno,        lo       smantellamento
dell’inceneritore, la bonifica dell’area,
e al posto di tutto questo realizzeremo
un pratino all’inglese”.

Lo afferma in un post – dal titolo “A
Livorno l’inceneritore chiude, al suo
posto un #Pratino5Stelle”- sul blog di
Beppe Grillo il sindaco di Livorno
Filippo Nogarin. “Grazie all’operazione
di risanamento che stiamo portando avanti
in Aamps, e grazie soprattutto al fatto
che abbiamo intrapreso il percorso del
concordato preventivo in continuità: quel
percorso che ci veniva detto che non
potevamo fare, che noi non eravamo capaci
di governare, che non sapevamo quello a
cui saremmo andati incontro, e tutta una
serie di questioni che adesso possono
essere sintetizzate in tre punti”, spiega
Nogarin.

“L’erba dello struggino è sempre più
verde”, titola la vignetta animata del
disegnatore livornese RiMa e pubblica sul
suo canale Youtube.

Subito dopo – scrive Juna Goti sul
quotidiano Il Tirreno – ecco il tweet del
leader del Movimento 5 Stelle, che lancia
una freccia in direzione del sindaco di
Parma, Federico Pizzarotti: “Un vero
sindaco 5 Stelle, se lo promette,
l’inceneritore lo chiude sul serio”. In
rete è subito partita una pioggia di re-
tweet. Qualcuno ha reagito come se
l’impianto del Picchianti fosse pronto ad
essere   smantellato     da  un   giorno
all’altro. Qualcun altro si è anche
lanciato    in    commenti    del    tipo
“Inceneritore chiuso! Avanti così”.

Ma l’inceneritore di Livorno non chiuderà
domani. E neppure dopodomani. Non è
questo che hanno detto ieri mattina in
commissione sia l’assessore all’ambiente
Giuseppe Vece che l’assessore al bilancio
Gianni Lemmetti. E non è questo che ha
detto neppure il sindaco Filippo Nogarin
nel video pubblicato poco dopo sulla sua
pagina Facebook. A meno che non si
vogliano far passare scommesse – anche
importanti – per successi già portati a
casa.

L’inceneritore    dovrà    continuare   a
bruciare rifiuti almeno fino al 2021
(quindi due anni dopo la scadenza del
mandato amministrativo, quindi nel mezzo
ci sono le elezioni), perché così è
previsto dal piano di concordato che
Aamps ha presentato al tribunale per
garantire il pagamento dei creditori e al
tempo stesso estendere servizi come il
porta a porta (a tutta la città entro la
fine di quest’anno), senza aumentare la
tariffa (anzi diminuendola).
In questo periodo, con l’estensione del
porta a porta, l’impianto brucerà meno
rifiuti livornesi, ma accoglierà la
stessa quantità di spazzatura e incasserà
anche di più perché brucerà rifiuti in
arrivo da fuori città.

Cosa hanno detto, allora, prima Lemmetti
in commissione poi Nogarin via Fb e sul
blog   di    Grillo?    Hanno   lanciato
l’“operazione pratino”, che prevede di
arrivare a chiudere l’impianto dopo l’era
del concordato, accantonando da oggi i
soldi necessari a smantellarlo e a
bonificare l’area del Picchianti. “Fino
al 2021 – spiega Lemmetti – è previsto
che l’inceneritore continui a bruciare a
beneficio del piano di risanamento
dell’azienda. Contemporaneamente iniziamo
ad accantonare per la prima volta le
risorse    per  la   bonifica    che   ci
consentiranno     di   spegnerlo   senza
aumentare le tariffe”.

L’assessore usa l’immagine del treno che
non può essere fermato quando è in corsa
alla massima velocità, ma va rallentato,
portato in stazione e smantellato. “Noi
la chiamiamo operazione pratino, come se
lì ci venisse un prato dove montare
giochi per bambini. È iniziata nel 2017
accumulando    le   risorse   necessaria
affinché quando si deciderà di spegnerlo
ci siano i soldi per fare la bonifica e
ricreare eventualmente un parco pubblico.
Contemporaneamente è compito del Comune,
insieme    all’azienda,    studiare    le
alternative sostenibili per gestire i
rifiuti indifferenziati prodotti in
città…”.

E il nodo è qui. Secondo Lemmetti,
incalzato dalle opposizioni, il costo
della gestione post mortem dell’impianto,
quindi    smantellamento    e   bonifica
dell’area, sarebbe “inferiore ai 10
milioni». Ma «al netto delle spese per la
gestione dei rifiuti indifferenziati e
dei mancati ricavi”. I tempi? “Sono
legati al concordato”, aveva dichiarato
poco prima anche Vece. Intanto nel fondo
di accantonamento per il rispristino
ambientale – riferisce ancora Lemmetti –
saranno accantonti 650mila euro nel 2017,
1,7 milioni nel 2018 e 1,5 milioni nel
2019.

“Al posto di tutto questo realizzeremo un
pratino all’inglese”, si lancia via
social Nogarin prima di rivolgersi a
quanti gli chiedevano di spegnere
l’inceneritore appena arrivato in Comune:
“Non potevamo perché avrebbe voluto dire
mandare a casa centinaia di persone,
mandare a gambe all’aria un’azienda, e
noi non siamo incoscienti. Abbiamo messo
giù la testa, in silenzio, abbiamo
lavorato durissimo e oggi siamo qui a
dirvi che abbiamo un piano, che è stato
validato dal tribunale e all’interno del
concordato,    e   già    oggi   abbiamo
accantonato      650.000     euro     per
quell’operazione pratino…”.
Ma   viene     da
chiedersi l’inceneritore non era stato
già   chiuso.    Il   20   ottobre   2015
l’ingegnere aerospaziale sindaco di
Livorno Filippo Nogarin, in diretta
nazionale su Otto e Mezzo la trasmissione
di Lilli Gruber su La7, aveva dichiarato
di avere “bloccato il più grande
inceneritore della Toscana”. Forse si
riferiva ad altro perché l’inceneritore è
ancora funzionante, almeno fino al 20021.
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                             Fonte: Il Tirreno
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