Le isole di plastica E come eliminarle - A.S. 2020/2021 IV CM - IIS Gastaldi-Abba
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A.S. 2020/2021 IV CM Le isole di plastica E come eliminarle Martina Mazzone Simone Carillo Alisia Sorrento Neshma Najera
Le isole di plastica Che cosa sono? Un’isola di plastica è un accumulo di spazzatura composto da rifiuti di vario genere, soprattutto da miliardi di frammenti di plastica. La plastica frantumata rilascia delle sostanze che non si trovano in natura, quindi dannose per lo sviluppo della fauna marina. Inoltre può essere ingerita da pesci, uccelli e altri animali. Come si formano? Ogni anno si riversano nell’oceano da 1,15 a 2,41 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. La plastica più resistente galleggia e può essere trasportata su lunghe distanze, facendosi strada al largo con le correnti. Infine, si accumula in un’area generata da un vortice. https://lecopost.it/cambiamento-climatico/isola-di-plastica-pacifico/
Dove si trovano? Artic Garbage Patch: la più piccola North Atlantic Garbage Patch: stimata sui 4 milioni di km² Pacific Trash Vortex: stima che possa occupare dai 700 mila km² fino ai 10 milioni di km² Indian Ocean Garbage Patch: si estende per più di 2 km South Pacific Garbage Patch: ha una superficie di 2,6 milioni di km² South Atlantic Garbage Patch: si estende per oltre 1 km² https://www.savetheplanet.green/isole-di-plastica-ecco-le-sei-piu-grandi-al-mondo/
Pacific Trash Vortex Quando è stata scoperta? La sua esistenza è nota già dagli anni ’80, ma la sua scoperta risale al 1997, quando il velista Charles Moore, durante una gara in barca, si ritrovò circondato da rifiuti plastici. Da cosa è composta? È composta in maniera predominante da plastica, ma anche da metalli leggeri e residui organici in decomposizione.
Un’isola in Italia Da chi è stata scoperta? François Galgani, responsabile dell’Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer di Bastia, in Corsica, ha rilevato la presenza di una lunga striscia di rifiuti nel Mar Tirreno che ciclicamente giunge fino alle coste della Corsica, spinto dalla corrente. Da cosa è formata? L’isola in questo caso è costituita principalmente di rifiuti monouso come bicchieri, piatti e cannucce. Essendo le correnti presenti nel Tirreno differenti da quelle degli Oceani, nella maggior parte dei casi questi agglomerati durano pochi giorni o poche settimane, per poi essere nuovamente dispersi in mare. https://www.money.it/Isole-di-plastica-piu-grandi
Le microplastiche Che cosa sono? Le microplastiche sono pezzi di plastica molto piccoli di dimensioni comprese tra il millimetro e il nanometro. Queste non possono essere assorbite in modo naturale dall’ambiente e tendono ad accumularsi. Le microplastiche si dividono in due categorie: microplastiche primarie e microplastiche secondarie. Primarie Secondarie Le microplastiche primarie sono piccoli Le microplastiche secondarie si formano in pezzi di plastica fabbricati appositamente e seguito alla degradazione di plastiche possono provenire da vari campi, tra cui abbandonate in mare e provengono anche dal detergenti viso, cosmetici e medicinali. lavaggio di capi sintetici. https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20181116STO19217/microplastiche origini-effetti-e-soluzioni
Impatto sulla salute e sull’ambiente Le microplastiche non sono biodegradabili e quindi si accumulano nell'ambiente. Queste non inquinano solo le acque ma anche l’aria, dato che essendo molte piccole possono viaggiare anche sotto forma di fibre o polveri. I pesci e gli uccelli scambiano molto spesso le microplastiche per cibo, ciò può provocare molti danni, come problemi neurologici e problemi nella riproduzione. Le microplastiche provocano dei danni non solo agli animali ma anche agli esseri umani dato che sono tossiche, cancerogene e possono provocare danni alla salute, per esempio alla tiroide. Infatti, una volta ingerite dai pesci, risalendo da un anello all’altro lungo la catena alimentare, arrivano fino all'uomo. https://www.arpal.liguria.it/homepage/acqua/microplastiche.html
Come eliminare le isole di plastica Introduzione Ormai dal mare arrivano molte notizie allarmanti riguardo inquinamento e plastica: animali intrappolati nelle reti, tartarughe soffocate dai sacchetti, per non parlare delle isole di plastica galleggianti. Per risolvere una parte di questi problemi molte persone hanno iniziato a progettare delle soluzioni. Alcune ormai sono conosciute in tutto il mondo e sono sicuramente una potente arma contro la plastica in mare.
Progetto Ocean CleanUp Ideatore: Boyan Slat Data di inizio: L’idea è partita nel 2013 Obiettivo: e il prototipo mandato nel 2020 Eliminare in circa 5 anni la metà della plastica finita negli oceani, mentre lo stesso risultato con metodi tradizionali richiederebbe 79.000 anni. Progettazione: Il sistema consiste in un tubo di 1,2 m di diametro e lungo 2 km che ha il compito di concentrare e recuperare le plastiche dove le correnti e i vortici marini le hanno convogliate. Questo si muove lentamente nell’acqua, guidato dalle correnti e dai venti e riesce a catturare sia la plastica in superficie sia quella fino a circa tre metri di profondità. Critiche: Impatto ambientale Inoltre sarà controllato tramite satelliti per capire quando andare impossibilità di raccogliere microplastiche a recuperare la plastica. https://greennetworkenergy.it/green-stories/futuro-green/ocean-cleanup/ https://www.nationalgeographic.it/ambiente/2020/02/la-macchina-che-rimuove-la-plastica-dal-pacifico-ha-avuto-un-problema
The Seabin project Ideatore: Ceglinski e Turton Data di inizio: 2014 e il prototipo nel 2017 Obiettivo: L’obiettivo del Seabin è quello di poter pulire tutti i porti dai detriti galleggianti. Progettazione: Il concetto è molto semplice e consiste in un tubo dotato di filtro in grado di catturare plastica e microplastica e rilasciare in mare acqua depurata anche senza oli inquinanti. Il tutto ha utilizzo infinito e l’unico sforzo che richiede è il cambio filtro ogni volta che si riempie. Critiche: la critica maggiore è sicuramente la poca bo efficienza e quindi se messi in bassa quantità, i risultati ottenuti saranno insufficienti. https://seabinproject.com/ https://thenexttech.startupitalia.eu/5593-20160119-seabin-spazzatura-oceani- plastica#:~:text=Come%20funziona%20Seabin,i%20rifiuti%20galleggianti%20e%20i%20detriti.
Le Manta Ideatore: Yvan Bourgnon Data di inizio: Venne presentata a Ginevra nel 2018 e il suo Obiettivo: prototipo prototipo verrà rilasciato Le Manta raccoglierà fino a 250 tonnellate di rifiuti galleggianti in in mare nel 2022 che verranno trattati e compattati in cubi capaci poi di produrre carburante che verrà distribuito, gratuitamente, alle popolazioni dei Paesi più poveri. Progettazione: L’imbarcazione è lunga 70 metri e larga 50, la propulsione della nave sarà data dalle vele e dai motori elettrici ricaricati da pannelli solari e turbine eoliche. La plastica verrà raccolta tramite dei tapis roulants e portata in centri di smistamento interno e analizzata in un laboratorio che consentirà la geo localizzazione, la quantificazione e la Critiche: La capacità di raccolta di una barca rimane qualificazione dei rifiuti e i dati verranno forniti all’intera limitata, da 300 a 600 m3, rispetto al volume di plastica comunità internazionale. Le Manta ha anche sistema sonoro che esistente in mare. manterrà i pesci lontani per evitarne la cattura. https://www.elledecor.com/it/lifestyle/a35352163/le-manta-catamarano-che-pulisce-oceano/
L’Isola Riciclata Ideatore: Ramon Knoester Data di inizio: 2009 Obiettivo: Trasformare la plastica catturata e riciclata in piccole "isole" totalmente sostenibili. Progettazione: La Recycled Island Foundation ha come progetto quello di creare delle ‘’trappole’’ per catturare plastica da canali e fiumi, questa plastica viene poi lavorata e trasformata in esagoni componibili utilizzabili per zone relax o per creare piccoli habitat. La più grande isola si trova tra le Hawaii e San Francisco, dotata di una speciale patina ruvida (considerata dalla fauna marina come naturale) a contatto con l’acqua. Critiche: Il costo è il problema maggiore. https://www.dkpost.it/lisola-riciclata/ Alcuni dicono che non sia ottimale per https://news.fidelityhouse.eu/ambiente/costruita-unisola-verde-con-la-plastica-del- l’ambiente. fiume-354196.html
Waste Boat service Ideatore: WBS fondata nel 2016 da Paola Obino Data di inizio: idea nel 2016 e prototipo nel 17 Obiettivo: È quello di poter raccogliere e smaltire tutti i rifiuti galleggianti emessi dalle imbarcazioni. Nel 2017 l’attività dell’azienda ha permesso di raccogliere circa 50 tonnellate di rifiuti da maxi- yacht. Progettazione: Il progetto di Paola Obino e il suo team è un sistema che si unisce alla barca senza troppi sforzi e in base a quello che riesce a prende possono analizzare e capire le zone di concentramento della plastica. Critiche: purtroppo questo progetto non è ancora molto conosciuto ma si sta lavorando per portarlo in tutto il Mediterraneo http://wasteboatservice.com/chi-siamo/
Eco-Robot mobile Un sistema ancora in fase di progettazione: un robot che sarà depositato in mare. Il sistema sarà controllato attraverso dei satelliti che permetteranno di elaborare dati specifici sulla zona, inoltre sarà dotato di sistemi di filtraggio che tratterranno i rifiuti e rilasceranno l’acqua pulita. Dall’Origine Imbarcazioni di raccolta Secondo una grande percentuale di scienziati il Questo metodo non prevede la presenza problema deve essere affrontato all’origine: dell’uomo: questa nave è comandata attraverso riducendo la quantità di plastica monouso rilasciata nelle acque; in questo caso si pensa che il metodo di l’uso di tecnologia GPS e alimentata da energia raccolta attraverso barche sia sufficiente. solare ed eolica, con lo scopo di raccogliere soprattutto i rifiuti galleggianti attraverso un sistema di ruote a pale. https://www.viaggipersub.it/ambiente/isole-di-plastica-soluzioni/ https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/inquinamento-oceani-4-soluzioni-alle-isole-di-plastica/
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