LAZIO TREK Lungo gli sconosciuti sentieri della Tuscia - I Viaggi ...
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LAZIO TREK Lungo gli sconosciuti sentieri della Tuscia Tra boschi rigogliosi, ameni siti archeologici e pittoreschi borghi medievali 8 giorni: in agriturismo e hotel Un originale itinerario a piedi lungo i percorsi più affascinanti della Tuscia viterbese che sorprendono per la selvaggia bellezza della natura e le misteriose testimonianze storiche. Si cammina lungo sentieri che si snodano in un territorio caratterizzato da profondi valloni ombrosi, dolci colline, verdi pascoli, laghi cristallini, noccioleti e uliveti, boschi rigogliosi, ameni siti archeologici, antiche vie di comunicazione e pellegrinaggio, borghi medievali costruiti su speroni di roccia tufacea, una variegata cucina tipica e ottimi vini. La Tuscia è uno di quei luoghi della cui bellezza e peculiarità non ci si può rendere conto se non immergendovisi completamente. Dal Parco dei Mostri di Bomarzo alla misteriosa Piramide Etrusca e ai ruderi del Castello di Colle Casale; dal “Borgo Fantasma” di Celleno a Sant’Angelo di Roccalvecce, il “Paese delle Fiabe”; dal Moai di Vitorchiano all’insediamento rupestre di Corviano; dal lago di Vico, con la faggeta depressa e il “Pozzo del Diavolo”, al maestoso Palazzo Farnese di Caprarola; dalle rovine dell’antica Vulci al Castello della Badia e al “Ponte del Diavolo” sul fiume Fiora; lungo la Via Francigena da Capranica al meraviglioso Parco Archeologico di Sutri con l’Anfiteatro Romano, la Necropoli Etrusca e il Mitreo; dal borgo di San Martino al Cimino a Montecalvello, con l’imponente Castello Balthus. Un trekking semplice e alla portata di tutti i camminatori, in luoghi sconosciuti che suscitano grandi emozioni in chi ha voglia di lasciarsi condurre fuori dai sentieri battuti. Con nostro Tour Leader a partire da un minimo di 6 partecipanti.
PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenze Estate 2022 1° giorno / Roma – Bomarzo (100 km in minibus) Il pittoresco borgo di Bomarzo con le caratteristiche scale a “profferlo” Nel primo pomeriggio incontro con il tour leader alla stazione di Roma Termini. Pick-up del gruppo e partenza verso nord per il borgo di Bomarzo, che sorge nel cuore della Tuscia, immerso in un bel paesaggio agreste e ubertoso, tra le pendici dei Monti Cimini e la valle del Fiume Tevere. Il cuore del centro storico, denominato “Il Dentro”, arroccato su uno sperone di roccia vulcanica e dominato dalla possente struttura di Palazzo Orsini, conserva numerosi vicoli medievali che si snodano tra le case caratterizzate dalle caratteristiche scale a “profferlo”. La scala a “profferlo”, tipica dell’architettura medievale viterbese, è costituita da una sola rampa che corre lungo la facciata dell’edificio. In cima alla scala una piccola loggia precede la porta di ingresso dell’abitazione. Al di sotto della scala si apre un mezzo arco che racchiude l’accesso all’ambiente del piano terreno, generalmente destinato a bottega, a cantina o, più raramente, a stalla. Pernottamento in agriturismo. Pasti: cena in agriturismo. 2° giorno / Bomarzo – la forra del fosso Castello – il Parco dei Mostri – Bomarzo (7 km in minibus + 10 km a piedi) La misteriosa Piramide Etrusca, le rovine del Castello di Colle Casale e il “Sacro Bosco” degli Orsini Dopo la prima colazione partenza per l’escursione a piedi nella forra del fosso Castello, tributario del fiume Tevere, uno dei percorsi più affascinati della Tuscia (percorso ad anello; lunghezza:10 km; dislivello: 200 mt; durata: circa 5 ore; livello difficoltà: turistico/escursionistico), che sorprende per la bellezza della natura e le numerose e misteriose testimonianze lasciate dagli antichi abitatori del luogo. Camminando tra boschi di cerri, ornielli e corbezzoli, si incontrano, come in un sogno, illuminati dai raggi del sole che filtrano attraverso il folto della vegetazione, i ruderi di antiche civiltà: tagliate e altari sacrificali etruschi, insediamenti rupestri, mulini e castelli medievali. La più grande sorpresa di questa escursione è sicuramente la Piramide Etrusca, un manufatto rupestre destinato al culto, realizzato su uno dei numerosi massi erratici staccatisi dalla soprastante rupe di peperino e rotolati lungo il fianco della valle. Presumibilmente la piramide fu realizzata nel VI-VII sec. a.C. per officiare le divinazioni dedicate al mondo dei morti. Altro sito degno di nota è l’insieme dei ruderi del Castello di Colle Casale,
scoperto da Pier Paolo Pasolini nel 1964 per girarvi alcune scene del suo film più discusso, “Il Vangelo secondo Matteo”. Il famoso regista-scrittore amava definire questo luogo come il “paesaggio più bello del mondo” e all’inizio degli anni Settanta decise di acquistarlo e ristrutturarne una torre da adibire a propria abitazione da diporto. Pranzo al sacco nei pressi di una pittoresca cascatella, allietati dal fragore delle acque che scendono a valle. Dopo la pausa rigenerante si conclude il percorso naturalistico facendo rientro a Bomarzo e proseguire poi in minibus per il Parco dei Mostri, fatto realizzare intorno alla metà del 1500 da Pier Francesco (detto Vicino) Orsini, originale e romantico personaggio del Rinascimento italiano. Nello stupefacente parco artistico una splendida scenografia naturale si fonde con la fantasia un po’ grottesca delle imponenti sculture realizzate in pietra vulcanica. Al termine della visita rientro in agriturismo. Pernottamento in agriturismo. Pasti: colazione e cena in agriturismo, pranzo libero. Chiamato da Vicino Orsini “Sacro Bosco” e dedicato alla moglie Giulia Farnese, questo esempio di “Manierismo italiano”, ideato dall’architetto Pirro Ligorio (colui che completò la Basilica di San Pietro dopo la morte di Michelangelo), venne ribattezzato “Parco dei Mostri” dalla fantasia popolare. All’ingresso del parco, sormontato dallo stemma degli Orsini, si viene accolti dai versi incisi su due Sfingi che presentano ed elogiano ciò che il visitatore si accinge a vedere. Le molte sculture in peperino sono armoniosamente integrate nel lussureggiante paesaggio con grandi prati e viali alberati. Il parco è articolato su terrazze degradanti alla sommità delle quali sorge il Tempietto a forma ottagonale sormontato da una cupola. Gli incredibili scenari con la Lotta tra i Giganti, Proteo e Glauco, la Ninfa dormiente e il gruppo scultoreo composto da una Balena sormontata da una Tartaruga che a sua volta sorregge una Donna alata, simbolo del passaggio di purificazione, richiamarono l’attenzione di molti intellettuali del tempo per i loro aspetti simbolici e alchemici. Natura, arte e fantasia si fondono in modo bizzarro e insolito rendendo il parco particolarmente suggestivo e stupefacente. 3° giorno / Bomarzo – Celleno – Roccalvecce – Sant’Angelo di Roccalvecce – Celleno – Bomarzo (60 km in minibus + 9 km a piedi) Lungo il sentiero dei castelli e delle fiabe, dal “Borgo Fantasma” al “Paese delle Fiabe”
Dopo la prima colazione partenza in minibus verso nord-ovest per lo sconosciuto Borgo Fantasma di Celleno, che sorge su uno sperone di tufo con la stessa conformazione morfologica di Civita di Bagnoregio. Celleno, abbandonato alla fine del 1800 in seguito a epidemie e frane avvenute in anni non precisati, fu distrutto da un terremoto nel 1931. Il borgo è costituito da un intricato dedalo di viuzze su cui si affacciano case prive d’intonaco e resti di palazzi in pietra. Il Castello Orsini, acquistato e restaurato dall’artista Enrico Castellani nel 1970, è sicuramente la costruzione più affascinante, circondata da un fossato e munita di un imponente torre di guardia. Dalla punta dello sperone roccioso lo sguardo si perde nella valle fino a scorgere il Monte Soratte a sud e i Monti Cimini a est. Al termine della visita del borgo si inizia a percorrere il suggestivo Sentiero dei Castelli e delle Fiabe (percorso ad anello; lunghezza: 9 km; dislivello: 300 mt; durata: circa 6 ore; livello difficoltà: turistico/escursionistico) che si snoda nella splendida Tuscia Teverina, lambita dal fiume Tevere e da sempre terra di confine. Dalla valle del Tevere emergono, arroccati su terrazze vulcaniche, piccoli borghi con relativi castelli, testimonianza di un glorioso passato a difesa di antiche vie di comunicazione. Il panoramico sentiero costeggia le antiche mura di Celleno consentendo allo sguardo di spaziare su campi coltivati, boschi e balze rocciose. Poi entra nel folto della vegetazione fin quando raggiunge il piccolo borgo di Roccalvecce arroccato anch’esso su una rupe tufacea, con mura di cinta e case in pietra vulcanica che ne seguono la forma ellittica, sovrastate dall’imponente Castello Costaguti. Prosegue infine per Sant’Angelo di Roccalvecce, oggi conosciuto come il “Paese delle Fiabe”. Pranzo al sacco con possibilità di acquistare pizza e panini nel forno del paese. Dopo un’immersione nel mondo fatato della fantasia, si riprende il percorso ad anello per tornare a Celleno sempre camminando attraverso la campagna della Tuscia. Rientro a Bomarzo nel tardo pomeriggio. Pernottamento in agriturismo. Pasti: colazione e cena in agriturismo, pranzo libero. Fino al 2016 Sant’Angelo di Roccalvecce era del tutto sconosciuto e al di fuori degli itinerari turistici. Nel dicembre dello stesso anno Gianluca Chiovelli, nativo del territorio, certo di voler dare un nuovo impulso al borgo, decise di fondare l’associazione culturale ACAS con il preciso intento di realizzare un audace progetto che lo avrebbe trasformato in uno sfavillante e magico palcoscenico dove far rivivere i personaggi delle fiabe. Ecco che grazie alla collaborazione di un team, di “artisti di strada”, tutto al femminile, le piazze, le vie, i vicoli un tempo desolati, come per magia ripresero vita, si colorarono, si animarono di storie come
in un enorme libro di favole. A oggi sulle facciate delle abitazioni sono stati realizzati più di quaranta murales rappresentanti i magnifici personaggi protagonisti delle storie e delle avventure che hanno allietato e continuano ad allietare l’infanzia di intere generazioni: I quattro musicanti di Brema, Il libro della giungla, Peter Pan, Il piccolo principe, Le fate di Avalon, La piccola fiammiferaia, Il brutto anatroccolo, Hansel e Gretel, Alì Babà e i Quaranta Ladroni, La bella addormentata nel bosco, Gli gnomi dei Grimm … e tante altre ancora. Visitando questa “pinacoteca en plein air” è impossibile non esser soggiogati da tanto “incantamento” e non lasciarsi trasportare dalle ali dell’immaginazione! 4° giorno / Bomarzo – Vitorchiano – Corviano – Vitorchiano – Bomarzo (25 km in minibus + 11 km a piedi) Il pittoresco borgo medievale, il suggestivo insediamento rupestre e l’impressionante Moai dell’Isola di Pasqua Dopo la prima colazione partenza verso sud-ovest per Vitorchiano (tra I Borghi più belli d’Italia), caratteristico e pittoresco borgo medievale tra i Monti Cimini e la Valle del Vezza. Il paese è posto su grandi massi di peperino ed è protetto a sud da mura intramezzate da torri ancora tutte coronate di merli, ad est, ovest e nord da profondi e ampi burroni. All’interno delle mura castellane conserva la tipica architettura medievale con le caratteristiche case, le torri, le viuzze, le piazzette, le scale a “profferlo”. Le sue origini, dati i numerosi reperti archeologici tra cui avanzi di muri a conci di peperino senza malta, sembra risalgano al tempo degli Etruschi. Al termine della visita del borgo si inizia la camminata odierna che ci porta a scoprire l’insediamento rupestre di Corviano, un’escursione molto interessante sia sotto il profilo storico-archeologico che sotto quello naturalistico (percorso ad anello; lunghezza: 11 km; dislivello: 150 mt; durata: circa 6 ore; livello difficoltà: turistico/escursionistico, sono previsti 2 semplici guadi). La prima parte del sentiero scende fino al livello del fiume per proseguire, attraverso dolci colline coltivate a noccioli, fino all’ingresso dell’area protetta. Il sito è strettamente connesso al contesto culturale e geologico dell’ambiente. L’imponente sperone roccioso fu ampiamente scavato e modellato in grotte, pestarole, tombe, fondi di capanne, mura e da tutti quegli interventi che gli Etruschi eseguirono al tempo della loro colonizzazione del territorio. Le ripide pareti di peperino, bagnate da torrente Martelluzzo, ospitano ancora, immerse in un paesaggio di selvaggia bellezza, le abitazioni ipogee utilizzate, senza soluzione di continuità, dal Neolitico fino alla fine del XIV secolo. Queste si affacciano, con le loro nere finestre simili ad occhiaie vuote, sulle rupi tufacee che delimitano il
poggio a nord e ad est. Salendo sulla parte sommitale del sito il paesaggio alterna zone boscate, suoli rocciosi e aridi, pianori con prati, un tempo tenuti a pascolo, e aree destinate a coltivazioni. La presenza di numerose “pestarole” (vasche scavate nella roccia utilizzate per depositarvi e pigiarvi l’uva), sparse in tutto il territorio, lascia supporre che in epoca etrusco-romana e forse anche nel medioevo l’intera zona venisse coltivata a vigneto. Pranzo al sacco presso l’insediamento rupestre di Corviano o nei pressi della Cascata del fiume Martelluzzo. Il percorso ad anello riconduce a Vitorchiano e con il minibus si prosegue per andare ad ammirare il famoso Moai scolpito nel peperino, realizzato dagli artigiani dell’Isola di Pasqua. Nel tardo pomeriggio si rientra a Bomarzo. Pernottamento in agriturismo. Pasti: colazione e cena in agriturismo, pranzo libero. Dal 1990 un imponente Moai dell’Isola di Pasqua, scolpito in un blocco di peperino, si staglia inaspettatamente su una terrazza naturale nei pressi di Vitorchiano. Il gigantesco dio di pietra, dall’inconfondibile profilo appuntito, lo sguardo vuoto che fissa attonito l’infinito, il ventre prominente, su cui poggiano le mani rigidamente congiunte a sfiorare le lunghe e affusolate dita, non è una riproduzione in cemento o cartapesta di qualche artista locale, in vena di esotica ispirazione, ma uno dei rarissimi Moai scolpiti nel mondo al di fuori dell’Isola di Pasqua dagli stessi indigeni che abitano l’isola sperduta nell’Oceano Pacifico. Gli artefici di questo incredibile gemellaggio, che superando oceani e millenni di storia, hanno unito due punti della terra così lontani e due civiltà tanto affascinanti e misteriose, come quella pre-incaica e quella etrusca, sono due geniali clan familiari, affratellati dall’amore comune per la propria pietra vulcanica, quella dei Monti Cimini e quella del Vulcano Rano-Raraku. Si tratta della famiglia Anselmi di Viterbo, proprietaria della più illustre ed antica industria per l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione a livello internazionale del peperino, e la famiglia di Juan Atan Paoa, l’ultimo discendente della popolazione delle “Orecchie Lunghe” da cui provenivano gli scultori-sacerdoti, autori di tutti i circa settecento colossi presenti sull’Isola di Pasqua ed unici depositari della loro avanzata tecnica di costruzione. 5° giorno / Bomarzo – Lago di Vico – Caprarola – San Martino al Cimino (65 km in minibus + 4 km a piedi) L’antico Vulcano Vicano, la faggeta depressa, il “Pozzo del Diavolo” e il Palazzo Farnese, maestosa residenza del Cinquecento Dopo la prima colazione partenza verso sud per il Lago di Vico, area protetta dal 1982. L’intera superfice del lago è circoscritta da un anello montuoso i cui crinali
rappresentano la circonferenza dell’antico Vulcano Vicano che sprofondando gli diede origine. Con la sua inconfondibile forma a ferro di cavallo si trova a un’altitudine di 510 mt ed è il terzo lago del Lazio in ordine di grandezza. La camminata odierna (lunghezza: 4 km; dislivello: 270 mt; durata: circa 4 ore; livello difficoltà: medio-impegnativa) si sviluppa lungo un sentiero che attraversa la suggestiva “faggeta depressa”, una delle più belle d’Europa (candidata a Patrimonio dell’Umanità UNESCO), così chiamata per essersi sviluppata ad una quota insolitamente bassa e che annovera esemplari pluricentenari con tronchi di enormi dimensioni. Arrivati ad una quota di 800 mt, sulla cima del Monte Venere (l’ultimo cono vulcanico che in origine era un’isola) si raggiunge il “Pozzo del Diavolo”, l’unico esempio di cavità vulcanica della regione Lazio. L’ambiente sotterraneo deve essersi originato per lo svuotamento della massa lavica ma la leggenda raccontata dagli affreschi del vicino Palazzo Farnese, dice che Ercole, in un gesto di rabbia, abbia scagliato la sua clava sul terreno conficcandola nel punto dove ora c’è la grotta. Dal buco creatosi uscì una grande quantità di acqua che scesa sul fondo del monte creò il lago. Precedenti scavi archeologici hanno accertato che la grotta venne frequentata nel passato, ed i reperti lasciano ipotizzare che sia stata utilizzata come antico luogo di culto nell’era neolitica. Il percorso termina sulla riva del lago. Pranzo al sacco o in una delle trattorie locali. Dopo pranzo trasferimento a Caprarola, borgo edificato sopra uno sperone a più di cinquecento metri sul livello del mare. Presenta una peculiare struttura urbanistica basata su un impianto viario orientato lungo l’asse dell’antica “Via dritta”, la maggiore via cittadina, culminante nel piazzale antistante lo splendido Palazzo Farnese, maestosa residenza dell’omonima famiglia la cui costruzione, su progetto di Antonio da Sangallo, venne affidata al Vignola a partire dal terzo decennio del Cinquecento. Al termine della visita rientro a San Martino al Cimino. Pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi. Il Vignola fece tagliare la collina per dare a Palazzo Farnese una collocazione “superiore”, per isolarlo dal resto del borgo di Caprarola e conferirgli una vista panoramica. Dalla doppia scala si accede al cortile di forma circolare con due porticati sovrapposti e volte affrescate. Le meraviglie degli interni iniziano subito a partire dalla Scala Regia, una scalinata a chiocciola retta da trenta colonne doriche. I gradini, molto ampi, tradiscono il lusso per la comodità di Alessandro Farnese nipote: non voleva salirli a piedi, quindi li fece costruire a grandezza di cavallo! Da questa scalinata si accede al Piano Nobile e alcune delle sale più belle
del palazzo. Si susseguono la Camera dell’Aurora (camera da letto) e la Stanza dei Fasti Farnesiani, con affreschi che raccontano la vita dei Farnese; l’Anticamera del Concilio e la Sala dei Fasti di Ercole, decorata da Federico Zuccari, che racconta il mito della creazione del vicino Lago di Vico. Secondo la leggenda fu Ercole a creare il lago con un colpo di clava! Una delle stanze più belle del palazzo è la Stanza delle Geografiche o del Mappamondo, in cui è possibile vedere quale era la conoscenza del mondo al tempo dei Farnese. Una stanza singolare è la Sala degli Angeli o Dell’Eco chiamata così per i particolari effetti acustici. Sul retro del palazzo ci sono dei magnifici giardini all’italiana e la Casina del Piacere usata da Luigi Einaudi come residenza estiva del Presidente della Repubblica. 6° giorno / San Martino al Cimino – Vulci – Castello della Badia – San Martino al Cimino (130 km in minibus + 5 km a piedi) Il Parco Naturalistico-Archeologico, il laghetto del Pellicone, il Castello della Badia e il “Ponte del Diavolo” sul fiume Fiora Dopo la prima colazione partenza verso ovest per il Parco Naturalistico- Archeologico di Vulci. La piacevole camminata odierna (percorso ad anello; lunghezza: 5 km; dislivello: 150 mt; durata: circa 4 ore; livello difficoltà: facile) consente di ammirare gli scavi archeologici dell’antica metropoli etrusco-romana immersi in una natura dai tratti incontaminati. Al termine della camminata, e dopo una sosta pranzo al punto di ristoro del parco, si prosegue in minibus per la visita del vicino Museo Archeologico allestito nel Castello della Badia da dove si gode di una favolosa vista su tutto il territorio circostante segnato profondamente dal passaggio del fiume Fiora che nel corso dei secoli ha eroso la roccia vulcanica tipica della Tuscia e ha dato vita al canyon che si scorge proprio al di sotto dell’antico Ponte della Badia, detto anche “Ponte del Diavolo”. Il castello ha origini molto antiche anche se il suo aspetto attuale risale al XII secolo. Tra i grandi personaggi che lo abitarono ricordiamo Luciano Bonaparte, principe di Canino, e Alessandro Torlonia. All’interno del museo sono ospitati i ricchi corredi delle tombe di Vulci, secondo un percorso che dall’epoca più antica (III millennio a.C.) giunge ai reperti archeologici di epoca romana, passando attraverso eleganti vasi etruschi in bucchero e raffinati vasi greci figurati. Rientro a San Martino al Cimino nel tardo pomeriggio. Pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi.
Dall’ingresso del Parco Naturalistico-Archeologico di Vulci si percorre un sentiero che sale sulla sommità del pianoro su cui si sviluppava in antico la città etrusco-romana. Entrando da Porta Ovest e camminando sul basolato romano si giunge al Tempio Grande e ai vicini Edifici in Laterizi ed Edificio Absidato. Si prosegue visitando la suggestiva Domus del Criptoportico, scendendo nei sotterranei della residenza di epoca romana, e successivamente si raggiunge il Mitreo. Ritornando a percorrere il decumano, si attraversa l’incrocio con il cardo, si superano i resti del Sacello di Ercole e, attraversata la Porta Est, si esce dalla città antica. Immediatamente all’esterno della porta si possono osservare i resti della Vasca con funzioni sacre. Il decumano scende poi nella valle del Fiora dove grazie a recenti scavi, sono emersi i resti dell’Emporium, delle mura in opera quadrata che fungevano anche da argine del fiume, del ponte che attraversava il Fiora, di alcune fornaci per la cottura di vasi a vernice nera. Il sentiero fiancheggiato da staccionate prosegue fino al fondo della valle dove attacca il percorso in salita e la scalinata che riporta sulla sommità del pianoro. Giunti in alto, il sentiero costeggia a destra il limite del pianoro e riscende, con alcune rampe di scale, fino al laghetto del Pellicone, con le sue scure rocce vulcaniche e le suggestive “barbe” di travertino formate dallo scorrere delle acque. Questo bellissimo specchio d’acqua formato dal fiume Fiora è stato scelto da molti registi per le riprese cinematografiche dei loro film. Si pensi ad esempio alla scena con Leonardo da Vinci nel celebre “Non ci resta che piangere” di Roberto Benigni. 7° giorno / San Martino al Cimino – Capranica – Sutri – San Martino al Cimino (40 km in minibus + 8 km a piedi) A piedi lungo un tratto della Via Francigena, il Parco Archeologico di Sutri con l’Anfiteatro Romano, la Necropoli Etrusca e il luogo di culto dedicato al dio Mitra Dopo la prima colazione partenza verso sud per Capranica da dove inizia la camminata odierna che, lungo uno dei tratti più belli e suggestivi dell’intera Via Francigena, conduce alla località di Sutri (lunghezza: 8 km; dislivello: 150 mt; durata: circa 5 ore; livello difficoltà: escursionistico, sono previsti dei guadi). Il bellissimo sentiero coperto dagli alberi passa e ripassa più volte, attraverso ponticelli di legno, sul torrente Santa Barbara. La morfologia di tutta l’area è caratterizzata dai depositi del Vulcano Vicano in un paesaggio collinare inciso in più punti da numerosi corsi d’acqua, che formano valli dai ripidi versanti e dal fondo stretto, a testimonianza del processo erosivo ancora in atto. Al termine del percorso si giunge allo splendido Parco Archeologico di Sutri, dove tante e affascinanti sono le testimonianze del passato: l’Anfiteatro Romano
completamente scavato nel tufo; la vasta Necropoli Etrusca con una nutrita serie di tombe rupestri del VI-IV sec. a.C; la Chiesetta della Madonna del Parto, già sepolcreto etrusco e poi luogo di culto del dio Mitra, anch’essa ricavata nella roccia, che conserva gli interessanti affreschi del Pellegrinaggio sul Monte Gargano; il giardino della settecentesca Villa Savorelli, con i resti di un castello che la tradizione lega a Carlo Magno. Pranzo al sacco lungo il percorso o in uno dei ristoranti di Sutri. Nel pomeriggio visita del pittoresco borgo di Sutri (tra I Borghi più belli d’Italia), dalle remote origini risalenti all’età del bronzo, ma fiorente soprattutto a partire dal periodo della dominazione etrusca. Nei primi secoli del Medioevo subì le sorti di molti altri feudi vicini, passando di mano in mano tra varie famiglie potenti fin quando Carlo Magno non decise di assegnarlo a sua sorella, ormai diseredata. Secondo la leggenda ella partorì qui, in una grotta, il famoso Orlando, nominato paladino di Francia. Al termine delle visite rientro a San Martino al Cimino. Pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel, pranzo e cena liberi. Nel 990 l’abate Sigerico partì da Canterbury per Roma, per ricevere l’investitura di vescovo da Papa Giovanni XV, e scrisse un dettagliato e preciso diario di viaggio. Il “diario di Sigerico”, con la descrizione delle tappe percorse e delle località attraversate, divenne un riferimento per milioni di pellegrini d’oltralpe, che intraprendevano il viaggio sacro dalla “Terra dei Franchi” verso Roma… e così nacque il nome di “Via Francigena”. La Francigena si posizionava centralmente nel traffico delle tre “peregrinationes maiores”: Roma, Santiago, Gerusalemme. Un percorso religioso privilegiato e un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale dell’Europa medievale. La Via Francigena si trasformò progressivamente in un percorso commerciale per le spezie, le sete e altre mercanzie provenienti dall’Oriente verso i mercati nord europei passando per l’Italia. Nei secoli successivi, con lo svilupparsi dei commerci e l’individuazione di percorsi alternativi, la Via perse la sua unicità e cambiò il nome in via Romea, che meglio ne caratterizzava la destinazione verso il soglio di Pietro nella città eterna. L’itinerario originario da Canterbury a Roma era di 1.600 chilometri e la difficoltà del tragitto, che rappresentava in se un atto di penitenza, consegnava simbolicamente e materialmente il pellegrino nelle mani di Dio. Il percorso a piedi infatti esponeva i credenti a ogni sorta di pericolo, alle fiere e alle intemperie. Motivo per cui lungo l’asse della Francigena si svilupparono prima villaggi e poi città e altri borghi ricchi di opere artistiche note e meno note. Oggi non si corrono più i pericoli di un tempo e percorrere la Via è l’occasione per un rinnovato rapporto con la natura e il territorio, ma anche con la
storia, le tradizioni, il folclore delle genti del passato e del presente. Dalla ricerca interiore il cammino della Francigena rappresenta per i turisti e i pellegrini moderni un viaggio alle radici della cultura italiana ed europea. 8° giorno / San Martino al Cimino – Montecalvello – Roma (130 km in minibus) Il Castello Balthus e uno dei paesaggi più suggestivi e romantici della Tuscia Dopo la prima colazione partenza verso nord per la visita dell’insediamento fortificato di Montecalvello, un luogo davvero unico e speciale, normalmente chiuso al pubblico. Il nucleo originale dell’austero castello fu costruito, secondo alcuni studiosi, tra il 774 ed il 776 dal re longobardo Desiderio, tuttavia si hanno notizie certe sull’incastellamento del sito soltanto a partire dalla prima metà del Duecento, quando signore Ghibellino del luogo risultava essere Alessandro Calvelli, dal quale si presume derivi il suo nome. Nel 1970 l’imponente costruzione divenne proprietà del famoso pittore di arte contemporanea Balthasar Klossowski de Ròla, Balthus, che lo usò come dimora fino alla sua morte lasciandolo in eredità ai figli. Entrando dall’unica porta, accessibile da uno slargo detto popolarmente la Piazza, si attraversa una breve galleria che porta fino al sagrato della chiesa parrocchiale di Santa Maria. Proseguendo si arriva alla corte del castello, dove si trovano l’ingresso dell’edificio, una fontana ed il piccolo borgo medievale. La corte offre, inoltre, un affaccio su quella parte della Valle del Tevere caratterizzata da un paesaggio ora dolce ora segnato da aspri calanchi, uno dei territori più suggestivi e romantici della Tuscia. Al termine delle visite partenza verso sud per la stazione di Roma Termini. Pasti: colazione in hotel, pranzo libero. Sistemazioni previste: Bomarzo: Agriturismo Le Querce o similare (4 notti). San Martino al Cimino: Balletti Park Hotel (4*) o similare (3 notti).
Itinerario: Altre informazioni: Trasporti – Si utilizzano minibus 17 posti per 6-9 partecipanti e minibus 30 posti per 10-14 partecipanti. Nostro Tour Leader e guide locali. Su richiesta il viaggio può essere organizzato anche su base 2-5 partecipanti. Pernottamenti e pasti – 4 notti in agriturismo a Bomarzo e 3 notti in hotel 4* a San Martino al Cimino. Le strutture sono state selezionate per il buon servizio e per le suggestive location. Sono incluse tutte le prime colazioni e 4 cene. I pranzi liberi in corso di escursione sono da considerarsi prevalentemente al sacco. Clima – Il nord del Lazio è caratterizzato da un clima mediterraneo lungo le coste, che diventa continentale verso le pianure e le vallate interne. Le piogge in generale non sono abbondanti. Le precipitazioni cadono principalmente in autunno e inverno. Le estati sono calde con valori che superano i 30°C di giorno. Sui rilievi il clima è mitigato dall’altitudine con nottate fresche e giornate non troppo calde, mentre sulle coste un ruolo importante lo giocano le brezze che moderano gli eccessi di caldo. In Inverno le aree costiere restano abbastanza miti con temperature che spesso raggiungono i 10°C e minime quasi sempre maggiori di 0°C. Caratteristiche del viaggio e grado di difficoltà – Itinerario adatto agli appassionati di natura, di camminate e di vita all’aria aperta. Le escursioni a piedi non presentano particolari difficoltà. Attrezzatura – Scarponcini da trekking alla caviglia; piccolo zaino da escursione giornaliera, pronto soccorso personale, due borracce da 1 lt, abbigliamento a strati, k-way/mantellina/guscio, bastoncini da trekking, cappellino, crema solare.
NOTA IMPORTANTE Per via delle incertezze derivanti dal Covid-19, i prezzi attualmente pubblicati sono gli stessi dell’inverno 2020-21. Faremo il possibile per mantenerli invariati seppur non siamo in grado di assicurarlo. Gli eventuali aggiornamenti di quota verranno comunicati in fase di prenotazione e comunque prima di confermare la partecipazione al viaggio. QUOTAZIONI PER PERSONA da Roma a Roma: € 1.730 base 10-14 partecipanti € 2.100 base 8-9 partecipanti € 2.180 base 6-7 partecipanti Da aggiungere: - i treni/voli su richiesta - supplemento singola € 145 - copertura assicurativa di viaggio vedi tabella sotto - costo individuale gestione pratica € 90 NB: il supplemento singola è eliminabile in caso di condivisione in camera doppia con un altro partecipante, previa verifica della disponibilità. Date di partenza: 1) da domenica 22 a domenica 29 Maggio 2022 2) da domenica 19 a domenica 26 Giugno 2022 3) da domenica 4 a domenica 11 Settembre 2022 4) da domenica 16 a domenica 23 Ottobre 2022 Promozione “Prenota Prima” Prenotate il vostro viaggio con un anticipo di almeno 90 giorni dalla partenza e otterrete uno sconto del 50% sul costo della copertura assicurativa “all inclusive”. Le quotazioni includono: Accoglienza e trasferimenti stazione/hotel e viceversa, i trasporti con minibus privato, i pernottamenti con prima colazione, 4 cene, gli ingressi ai siti e ai musei, il nostro Tour Leader, guide locali, tasse di soggiorno, assicurazione come specificato, omaggio da viaggio. Le quotazioni non includono: Tutti i pranzi e 3 cene, le bevande, le mance, l’assicurazione obbligatoria, le spese personali e gli extra e quant’altro non espressamente indicato.
La nostra nuova ed esclusiva copertura assicurativa “all inclusive” - Annullamento del viaggio prima della partenza - Interruzione viaggio (con rimborso dei giorni persi fino a € 5.000) - Assistenza sanitaria tramite centrale operativa h24 - Spese mediche in viaggio fino a € 600 - Bagaglio fino a € 750 - Viaggi Rischio Zero per eventi fortuiti e casi di forza maggiore in corso di viaggio - Indennizzo fino a € 150.000 per infortunio che causi decesso o invalidità permanente COPERTURA COVID 19 INCLUSA Rientro alla residenza Nel caso in cui restrizioni dipendenti da Covid19 rendano impossibile il rientro con il mezzo previsto dal contratto di viaggio, è fornito un titolo di viaggio con un mezzo alternativo (massimale per assicurato € 1.500,00). Prolungamento del soggiorno Nel caso in cui restrizioni dipendenti da Covid19 obblighino il prolungamento del soggiorno i costi per la struttura prevista sono rimborsati fino a 15 giorni (massimale per assicurato € 100,00 al giorno) Il costo a passeggero del pacchetto assicurativo è da aggiungere alle spese accessorie e da versare al momento dell’iscrizione al viaggio. Il calcolo dell’importo si evince dalla tabella che segue: Quota totale fino a: Costo a passeggero* € 1.000,00 € 50 € 2.000,00 € 90 € 3.000,00 € 130 € 4.000,00 € 165 € 5.000,00 € 190 € 10.000,00 € 200 NB: il conteggio del totale assicurabile non deve includere visto e spese gestione pratica. *comprensivo di imposte di assicurazione e diritti di agenzia. Le condizioni dettagliate delle coperture assicurative sono consultabili sul nostro sito www.viaggilevi.com.
NOTE IMPORTANTI I servizi locali sono quotati in Euro. I prezzi non sono quindi soggetti ad adeguamenti valutari. Per ragioni tecnico-organizzative in fase di prenotazione o in corso di viaggio l’itinerario potrebbe subire delle modifiche, mantenendo invariate quanto più possibile le visite e le escursioni programmate. Il programma descritto rispetta le misure governative anti-Covid in vigore all’atto dell’elaborazione dello stesso. Qualora subentrino modifiche nelle disposizioni regionali che influiscano sui servizi inclusi, le quote potrebbero subire leggere variazioni. In caso di difficoltà di riapertura di alcune strutture previste, queste saranno sostituite con altre di pari categoria. Anche alcune visite potrebbero essere cancellate o sostituite con altre, in funzione di eventuali nuove regole di accesso ai siti di interesse. Faremo comunque il possibile per mantenere invariate quote e itinerario. Milano, 11.08.2021 n.1 Organizzazione tecnica: I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italia) Tel 0039 02 34934528 // Fax 0039 02 34934595 E-mail: info@viaggilevi.com – Web site: www.viaggilevi.com
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