LATTOFERRINA 200 - capsule - Herboland

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LATTOFERRINA 200 - capsule - Herboland
LATTOFERRINA 200 - capsule
                                                                            Integratore alimentare a base di
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                                                                            				(1 capsula)
                                                                            						(%VNR)
                                                                            Lattoferrina			                200 mg
                                                                            Zinco		          		             11 mg		         110
                                                                            Vitamina D3      		               5 μg		        100

Prodotto da LARIX LABORATORI                                                                                                                       Seguici su:
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LATTOFERRINA 200 - capsule - Herboland
LATTOFERRINA

     Regola le difese immunitarie e
ostacola l’entrata dei virus nell’organismo
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MECCANISMI DELL’IMMUNITÀ
Il sistema immunitario attua due forme di difesa: l’immunità aspecifica o innata e l’immunità specifica o adattativa.
IMMUNITÀ INNATA: interviene velocemente dopo l’entrata del patogeno nell’organismo, tramite l’attivazione di meccanismi
infiammatori. Dal momento che questi meccanismi sono generici, spesso non risolvono il problema, ma mettono in uno stato di
allarme il sistema immunitario che nel giro di qualche giorno attiva l’immunità specifica.
IMMUNITÀ SPECIFICA: si attiva in un secondo momento e porta alla produzione di anticorpi specifici diretti contro il patogeno.
Estirpa il patogeno perchè gli anticorpi sono cuciti su misura per esso.

RUOLO DEL FERRO NELL’OMEOSTASI INFIAMMATORIA
Il bilancio del ferro nell’organismo gioca un ruolo fondamentale nelle infezioni virali e nei
concomitanti processi infiammatori. In condizioni fisiologiche il ferro è legato a proteine quali
transferrina, ferroportina, ferritina e lattoferrina, mentre il Ferro libero è pochissimo. Un eccesso di
ferro libero, infatti, porta a un incremento di produzione di radicali liberi, i quali provocano danni
alle strutture cellulari dei tessuti e degli organi. Durante le infezioni virali l’equilibrio di legame
del ferro è perturbato, esponendo l’organismo a una maggior suscettibilità all’infezione, ai danni
derivanti da radicali liberi e a una maggior suscettibilità ai processi infiammatori. Inoltre, siccome
le infezioni virali necessitano di un metabolismo cellulare attivo, l’elevata presenza di ferro libero
favorisce e sostiene la replicazione virale.

SARS-CoV2
Triste protagonista della pandemia attualmente in corso nel mondo, è un virus altamente
trasmissibile da uomo a uomo. Il suo genoma è un RNA a singolo filamento che codifica per diverse
proteine tra cui una chiamata ‘’Spike’’, che è in grado di interagire con un recettore (Recettore
ACE-2) espresso sulla superficie delle cellule polmonari, cardiache, renali ed endoteliali. Tra i sintomi
dell’infezione sono noti quelli respiratori, essendo il tratto respiratorio il principale punto di entrata,
ma sembra esserci anche un coinvolgimento gastrointestinale con diarrea e nausea (11-24% dei
pazienti). Molti pazienti infetti dal SARS-CoV2 mostrano sintomi lievi come anosmia, alterazioni del
gusto, tosse, febbre, affaticamento e mal di testa e guariscono senza grossi problemi. Circa il 15%
sviluppa una grave forma di polmonite e il 5% progredisce verso la cosiddetta sindrome da stress
acuto respiratorio (ARDS), caratterizzata da una potente e diffusa infiammazione polmonare che
necessita il ricovero in terapia intensiva e spesso l’intubazione. Come succede per molte patologie,
alla base della gravità del quadro clinico e del grosso danno tissutale c’è un’iperattivazione anomala
della risposta infiammatoria dell’organismo.
Dal momento che contro il SARS-CoV2 non è ancora stato messo a punto nè un farmaco efficace,
nè un vaccino, una delle strategie proposte è identificare molecole prive di effetti collaterali, che possano rinforzare le difese locali
dell’ospite in modo da contenere l’infezione virale, ristabilendo una buona omeostasi del ferro e un contenimento dei meccanismi
dell’infiammazione.

LATTOFERRINA
Glicoproteina appartenente alla famiglia delle transferrine. E’ abbondante nel latte materno
umano, nel quale è l’unica proteina in grado di legare il ferro. E’ un componente fondamentale
dell’immunità innata e rappresenta un elemento chiave contro le infezioni microbiche e virali,
esercitando un effetto anti-infiammatorio, immunomodulatore, oltre alla capacità di regolare il
metabolismo del Ferro. Infatti, la lattoferrina è in grado di tenere legati due ioni Ferro e, essendo
una proteina carica positivamente, riesce a legare superfici cariche negativamente.
La sua potente attività antinfiammatoria e immunomodulatoria dipende dalla sua capacità di entrare
nelle cellule e andare a regolare l’espressione dei geni dell’infiammazione, ad es. diminuendo la
produzione di citochine e potenziando la risposta immunitaria specifica, quella che va a produrre
anticorpi specifici per il patogeno. Questa capacità della lattoferrina è già stata testata in molti
studi clinici. Inoltre, sequestrando il Ferro in eccesso la lattoferrina riequilibra l’omeostasi di questo
ione. Molti studi dimostrano ampiamente l’efficacia di questa proteina contro diversi tipi di virus
(ad es. Retrovirus, Papillomavirus, Herpesvirus, Pneumovirus, Rotavirus, Virus dell’influenza A e virus
parainfluenzali).
E’ stato visto che la lattoferrina riesce a ostacolare l’entrata dei virus nelle cellule ospiti grazie alla sua capacità di legare i recettori
(generalmente carichi negativamente) che il virus utilizza per infettare le cellule. Pertanto la lattoferrina ha effetto di prevenzione
dell’infezione virale.
Alla luce di questo, i ricercatori ipotizzano che l’effetto protettivo sull’infezione da SARS-CoV2 si esplicherebbe in 2 modi:
1- bloccando l’entrata del virus grazie all’interazione con la superficie delle cellule;
2- contrastando l’iperattivazione incontrollata della risposta infiammatoria (la cosiddetta tempesta delle citochine) che porta alla
sindrome respiratoria acuta.

               Materiale informativo riservato al corpo professionale ai sensi dell’art. 6 comma II del d.l.vo 111/92, è vietata la diffusione al pubblico
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INTEGRAZIONE
Nel latte umano la lattoferrina è molto abbondante (7 g/litro nel colostro, 1g/litro nel latte maturo).
Tra la lattoferrina umana e quella bovina esiste un’omologia di sequenza di circa il 70%, ma sembra
che entrambe abbiano funzioni analoghe. Di fatto è la lattoferrina bovina che viene utilizzata per
l’integrazione. Si purifica dal latte bovino in cui è presente a una concentrazione che in genere è
molto bassa (in letteratura si trova da 0,03 a 0,5 mg/ml a seconda dello stadio della lattazione e
della quantità di latte prodotto giornalmente, ma non si esclude che ci possano essere molte altre
variabili legate al tipo di mucca, alla regione geografica, al tipo di nutrizione etc.). Questo significa
che per assumere la dose consigliata di lattoferrina di 200mg al giorno occorrerebbe assumere circa
da 400ml (nel caso di latte proveniente da una mucca che ha partorito da pochi giorni) a 6,5 litri
di latte bovino al giorno.
STUDI CLINICI
Più di 140 studi clinici sono disponibili per la consultazione online, in cui è dimostrata una chiara
efficacia della supplementazione di lattoferrina nelle infezioni batteriche e virali, nelle infiammazioni
croniche e nella prevenzione delle setticemie, oltre che in caso di anemia. Appare chiaro inoltre che
la supplementazione è sicura anche in gravidanza, efficace e priva di effetti collaterali sia per via orale che tramite spray intranasale.
LA LATTOFERRINA E’ ANCHE EFFICACE CONTRO LE ANEMIE
Diversi studi clinici condotti su donne in gravidanza affette da gravi forme di anemia o talassemia, hanno dimostrato che la
supplementazione congiunta di ferro e lattoferrina dava effetti sorprendenti sia sul miglioramento dei parametri infiammatori
(diminuzione dell’Interleuchina 6), sia sull’incremento dell’emoglobina e del livello totale di ferro nel sangue, assieme ad un
incremento del numero di globuli rossi. Il placebo consisteva nella somministrazione orale del solo Ferro Solfato, che invece non ha
quasi dato effetti.

VITAMINA D3
La vitamina D oltre ad essere fondamentale per il metabolismo osseo, svolge tutta una serie di altri
effetti su molti organi. Infatti il recettore a cui essa si lega è presente in molti tipi diversi di cellule.
Per quanto riguarda il sistema immunitario, il recettore per la vitamina D è presente nella maggior
parte delle cellule del sistema immunitario e influenza l’attività sia dell’immunità innata che
dell’immunità specifica. Gli studi evidenziano un effetto della vitamina D come antinfiammatorio,
poichè riduce la secrezione di citochine proinfiammatorie, oltre a un effetto soppressivo su fenomeni
autoimmunitari tramite l’azione su alcuni tipi di linfociti T, sui linfociti B e sulle cellule presentanti
l’antigene. Studi epidemiologici hanno associato la carenza di vitamina D nella popolazione,
condizione molto frequente in autunno-inverno a causa della mancanza di esposizione solare, a un
incremento di incidenza di infezioni a carico del sistema respiratorio.

ZINCO
Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Grazie alla sua capacità
immunostimolante, contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario. Lo Zinco è
particolarmente abbondante nelle ostriche.

Bibliografia
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