LATTOFERRINA 200 - capsule - Herboland
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LATTOFERRINA 200 - capsule Integratore alimentare a base di Lattoferrina, Vitamina D3 e Zinco. INGREDIENTI: Lattoferrina 90%, Zinco Ossido, Vitamina D3 da Cladonia Rangiferina 100000 U.I./g. MODO D’USO: si consiglia di assumere una capsula al giorno. CONTENUTO: 45 CAPSULE VEGETALI DA 320 mg (14,4 g). Apporto ingredienti funzionali per dose giornaliera (1 capsula) (%VNR) Lattoferrina 200 mg Zinco 11 mg 110 Vitamina D3 5 μg 100 Prodotto da LARIX LABORATORI Seguici su: via Mandella 603 - Isola Rizza (Verona) - Italia Tel 045 7125664 info@larixlaboratori.com www.larixlaboratori.com Materiale informativo riservato al corpo professionale ai sensi dell’art. 6 comma II del d.l.vo 111/92, è vietata la diffusione al pubblico
MECCANISMI DELL’IMMUNITÀ Il sistema immunitario attua due forme di difesa: l’immunità aspecifica o innata e l’immunità specifica o adattativa. IMMUNITÀ INNATA: interviene velocemente dopo l’entrata del patogeno nell’organismo, tramite l’attivazione di meccanismi infiammatori. Dal momento che questi meccanismi sono generici, spesso non risolvono il problema, ma mettono in uno stato di allarme il sistema immunitario che nel giro di qualche giorno attiva l’immunità specifica. IMMUNITÀ SPECIFICA: si attiva in un secondo momento e porta alla produzione di anticorpi specifici diretti contro il patogeno. Estirpa il patogeno perchè gli anticorpi sono cuciti su misura per esso. RUOLO DEL FERRO NELL’OMEOSTASI INFIAMMATORIA Il bilancio del ferro nell’organismo gioca un ruolo fondamentale nelle infezioni virali e nei concomitanti processi infiammatori. In condizioni fisiologiche il ferro è legato a proteine quali transferrina, ferroportina, ferritina e lattoferrina, mentre il Ferro libero è pochissimo. Un eccesso di ferro libero, infatti, porta a un incremento di produzione di radicali liberi, i quali provocano danni alle strutture cellulari dei tessuti e degli organi. Durante le infezioni virali l’equilibrio di legame del ferro è perturbato, esponendo l’organismo a una maggior suscettibilità all’infezione, ai danni derivanti da radicali liberi e a una maggior suscettibilità ai processi infiammatori. Inoltre, siccome le infezioni virali necessitano di un metabolismo cellulare attivo, l’elevata presenza di ferro libero favorisce e sostiene la replicazione virale. SARS-CoV2 Triste protagonista della pandemia attualmente in corso nel mondo, è un virus altamente trasmissibile da uomo a uomo. Il suo genoma è un RNA a singolo filamento che codifica per diverse proteine tra cui una chiamata ‘’Spike’’, che è in grado di interagire con un recettore (Recettore ACE-2) espresso sulla superficie delle cellule polmonari, cardiache, renali ed endoteliali. Tra i sintomi dell’infezione sono noti quelli respiratori, essendo il tratto respiratorio il principale punto di entrata, ma sembra esserci anche un coinvolgimento gastrointestinale con diarrea e nausea (11-24% dei pazienti). Molti pazienti infetti dal SARS-CoV2 mostrano sintomi lievi come anosmia, alterazioni del gusto, tosse, febbre, affaticamento e mal di testa e guariscono senza grossi problemi. Circa il 15% sviluppa una grave forma di polmonite e il 5% progredisce verso la cosiddetta sindrome da stress acuto respiratorio (ARDS), caratterizzata da una potente e diffusa infiammazione polmonare che necessita il ricovero in terapia intensiva e spesso l’intubazione. Come succede per molte patologie, alla base della gravità del quadro clinico e del grosso danno tissutale c’è un’iperattivazione anomala della risposta infiammatoria dell’organismo. Dal momento che contro il SARS-CoV2 non è ancora stato messo a punto nè un farmaco efficace, nè un vaccino, una delle strategie proposte è identificare molecole prive di effetti collaterali, che possano rinforzare le difese locali dell’ospite in modo da contenere l’infezione virale, ristabilendo una buona omeostasi del ferro e un contenimento dei meccanismi dell’infiammazione. LATTOFERRINA Glicoproteina appartenente alla famiglia delle transferrine. E’ abbondante nel latte materno umano, nel quale è l’unica proteina in grado di legare il ferro. E’ un componente fondamentale dell’immunità innata e rappresenta un elemento chiave contro le infezioni microbiche e virali, esercitando un effetto anti-infiammatorio, immunomodulatore, oltre alla capacità di regolare il metabolismo del Ferro. Infatti, la lattoferrina è in grado di tenere legati due ioni Ferro e, essendo una proteina carica positivamente, riesce a legare superfici cariche negativamente. La sua potente attività antinfiammatoria e immunomodulatoria dipende dalla sua capacità di entrare nelle cellule e andare a regolare l’espressione dei geni dell’infiammazione, ad es. diminuendo la produzione di citochine e potenziando la risposta immunitaria specifica, quella che va a produrre anticorpi specifici per il patogeno. Questa capacità della lattoferrina è già stata testata in molti studi clinici. Inoltre, sequestrando il Ferro in eccesso la lattoferrina riequilibra l’omeostasi di questo ione. Molti studi dimostrano ampiamente l’efficacia di questa proteina contro diversi tipi di virus (ad es. Retrovirus, Papillomavirus, Herpesvirus, Pneumovirus, Rotavirus, Virus dell’influenza A e virus parainfluenzali). E’ stato visto che la lattoferrina riesce a ostacolare l’entrata dei virus nelle cellule ospiti grazie alla sua capacità di legare i recettori (generalmente carichi negativamente) che il virus utilizza per infettare le cellule. Pertanto la lattoferrina ha effetto di prevenzione dell’infezione virale. Alla luce di questo, i ricercatori ipotizzano che l’effetto protettivo sull’infezione da SARS-CoV2 si esplicherebbe in 2 modi: 1- bloccando l’entrata del virus grazie all’interazione con la superficie delle cellule; 2- contrastando l’iperattivazione incontrollata della risposta infiammatoria (la cosiddetta tempesta delle citochine) che porta alla sindrome respiratoria acuta. Materiale informativo riservato al corpo professionale ai sensi dell’art. 6 comma II del d.l.vo 111/92, è vietata la diffusione al pubblico
INTEGRAZIONE Nel latte umano la lattoferrina è molto abbondante (7 g/litro nel colostro, 1g/litro nel latte maturo). Tra la lattoferrina umana e quella bovina esiste un’omologia di sequenza di circa il 70%, ma sembra che entrambe abbiano funzioni analoghe. Di fatto è la lattoferrina bovina che viene utilizzata per l’integrazione. Si purifica dal latte bovino in cui è presente a una concentrazione che in genere è molto bassa (in letteratura si trova da 0,03 a 0,5 mg/ml a seconda dello stadio della lattazione e della quantità di latte prodotto giornalmente, ma non si esclude che ci possano essere molte altre variabili legate al tipo di mucca, alla regione geografica, al tipo di nutrizione etc.). Questo significa che per assumere la dose consigliata di lattoferrina di 200mg al giorno occorrerebbe assumere circa da 400ml (nel caso di latte proveniente da una mucca che ha partorito da pochi giorni) a 6,5 litri di latte bovino al giorno. STUDI CLINICI Più di 140 studi clinici sono disponibili per la consultazione online, in cui è dimostrata una chiara efficacia della supplementazione di lattoferrina nelle infezioni batteriche e virali, nelle infiammazioni croniche e nella prevenzione delle setticemie, oltre che in caso di anemia. Appare chiaro inoltre che la supplementazione è sicura anche in gravidanza, efficace e priva di effetti collaterali sia per via orale che tramite spray intranasale. LA LATTOFERRINA E’ ANCHE EFFICACE CONTRO LE ANEMIE Diversi studi clinici condotti su donne in gravidanza affette da gravi forme di anemia o talassemia, hanno dimostrato che la supplementazione congiunta di ferro e lattoferrina dava effetti sorprendenti sia sul miglioramento dei parametri infiammatori (diminuzione dell’Interleuchina 6), sia sull’incremento dell’emoglobina e del livello totale di ferro nel sangue, assieme ad un incremento del numero di globuli rossi. Il placebo consisteva nella somministrazione orale del solo Ferro Solfato, che invece non ha quasi dato effetti. VITAMINA D3 La vitamina D oltre ad essere fondamentale per il metabolismo osseo, svolge tutta una serie di altri effetti su molti organi. Infatti il recettore a cui essa si lega è presente in molti tipi diversi di cellule. Per quanto riguarda il sistema immunitario, il recettore per la vitamina D è presente nella maggior parte delle cellule del sistema immunitario e influenza l’attività sia dell’immunità innata che dell’immunità specifica. Gli studi evidenziano un effetto della vitamina D come antinfiammatorio, poichè riduce la secrezione di citochine proinfiammatorie, oltre a un effetto soppressivo su fenomeni autoimmunitari tramite l’azione su alcuni tipi di linfociti T, sui linfociti B e sulle cellule presentanti l’antigene. Studi epidemiologici hanno associato la carenza di vitamina D nella popolazione, condizione molto frequente in autunno-inverno a causa della mancanza di esposizione solare, a un incremento di incidenza di infezioni a carico del sistema respiratorio. ZINCO Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Grazie alla sua capacità immunostimolante, contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario. Lo Zinco è particolarmente abbondante nelle ostriche. Bibliografia - Chang R. et al., (2020) Lactoferrin as potential preventative and - Masson P. L. & Heremans J. F. (1971) Lactoferrin in milk from different treatment for COVID-19. Int J Antimicrob Agents. Jul 30:106118. species. Comp. Biochem. Physiol. 39B:119-129; - Campione E., et al., (2020) Lactoferrin as protective natural barrier - Giansanti F. et al., (2016) Lactoferrin from Milk: Nutraceutical and of respiratory and intestinal mucosa against coronavirus infection and Pharmacological Properties. 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