La tenuta sotto controllo di un Sistema di Gestione - Ing. Paolo Genovesi RFI-Sicurezza di Rete e Qualità
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La tenuta sotto controllo di un Sistema di Gestione ….. Ing. Paolo Genovesi RFI-Sicurezza di Rete e Qualità … – 28 febbraio 2019
I principali ambiti tematici della legislazione UE 89/391 CEE (direttiva quadro), Reg.1907/2006/CE e s.m.i. (Registrazione, valutazione, autorizzazione Direttiva 2008/68/CE, 89/654 CEE (luoghi di lavoro), e restrizione delle sostanze chimiche relativa al trasporto 89/656 CEE, 425/2016 UE (DPI), (REACH) 90/269 CEE (movimentazione Reg. 1221/2009 sistema di interno di merci manuale di carichi) ecogestione e audit (EMAS) pericolose e s.m.i. 90/270 CEE (videoterminali) Direttiva 2008/57/CE e s.m.i. (IT: 91/322 CEE (esp. agenti chimici) ! 09/104 CE (attrezzature di lavoro) D.Lgs. n. 191/2010) Sostituita dalla Dir. 2016/797/UE in via di recepimento Direttiva 2012/34/EU ! Spazio Unico Europeo ! Sostituita dalla Aggiornata con Dir. Dir. 2016/798/UE 2016/2370/UE in via di recepimento Direttiva 2004/49/CE e s.m.i. (IT: D.Lgs. n. 162/2007 e s.m.i) 2
SGS: come può essere definito? D. Lgs. 162/2007 «L’organizzazione e i provvedimenti messi in atto da un gestore dell’infrastruttura o da un’impresa ferroviaria per assicurare la gestione sicura delle operazioni» Norme ISO serie 9000 «L’insieme di elementi tra loro correlati o interagenti per stabilire politica ed obiettivi per la qualità e per conseguire tali obiettivi» Più in generale… SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA L'insieme delle regole, dell'assetto organizzativo, delle infrastrutture (asset) e RISORSE REGOLE delle risorse dalla cui interazione una Organizzazione riesce a perseguire gli obiettivi di sicurezza prefissati da ORGANIZZAZIONE ASSETS conseguire nel breve, medio e lungo periodo, nel rispetto degli obblighi normativi esistenti. 4
Il SIGS di RFI SIGS (quota parte integrata dei tre sistemi indipendenti, linee guida di «sistema») SGS SGA SGL Un sistema di gestione della sicurezza può estendere il proprio ambito fino a comprendere, oltre alle normative di carattere Procedure proprie del singolo strettamente ferroviario, anche altre normative applicabili, come sistema, ruoli specifici (CO 443/2017) ad esempio quelle relative alla tutela ambientale alla salute e sicurezza sul lavoro: in tali casi il sistema di gestione della sicurezza si dice integrato (SIGS) 5
ISO 9001: approccio per processi • Definire le politiche Politica Politica (Che (Checosa) cosa) • Identificare i ruoli • Pianificazione e • Garantire livelli di conduzione delle preparazione verifiche ispettive • Formazione del personale interne (VII) Organizzazione tutti i livelli • Report delle V II Organizzazione • Identificazione responsabilità • Raccolta e analisi (Chi) (Chi) • Allocazione risorse dei dati • Definire procedure Pianificazione Pianificazione • Fissare obiettivi misurabili Audit Audit Attuazione Attuazione • Definire piani operativi (Azione) (Azione) • Definire le azioni per raggiungere gli obiettivi P – Plan (pianificazione); Monitoraggio • Definire procedure per la Monitoraggio raccolta e l’analisi dei dati (Risultati) (Risultati) • Specificare la tipologia dei dati • Istituire banche dati D – Do (esecuzione del programma); • Impostare sistemi di Controllo Controllo indicatori che coprano Direzionale Direzionale (Miglioramento) (Miglioramento) l’organizzazione, le risorse, i processi e i mezzi di lavoro C – Check (test e controllo, studio e • Definire le procedure di reporting raccolta dei risultati e dei riscontri); A – Act (azione per rendere definitivo e/o migliorare il processo esteso all'intera organizzazione). 6
Il SIGS di RFI – Il concetto di integrazione Procedure per l’esecuzione delle attività ferroviarie che contengono anche misure di prevenzione di sicurezza del SGS lavoro SGL SGA Procedure per l’esecuzione delle attività ferroviarie che contengono anche misure per gestire impatti ambientali Procedure per la gestione dei processi di sistema, in generale riconducibili alle fasi di check e act del PDCA: audit, monitoraggio, gestione azioni di miglioramento, ecc… 7
Il SIGS di RFI Il SIGS si fonda su una Politica integrata della sicurezza, dettagliata in relazione alla specificità dei singoli ambiti considerati. Il SIGS è costituito dall’insieme di tre sistemi di gestione tematici, conformi ai relativi standard internazionali di riferimento (ISO): Sistema di Gestione della Sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario (SGS-norma ISO 9001:2015); Sistema di Gestione della Sicurezza e salute sul Lavoro (SGL-norma BS OHSAS 18001:2007); Sistema di Gestione Ambientale (SGA-norma ISO 14001:2015 ). 8
L’evoluzione della certificazione del SIGS Estensione Transizione Rinnovo certificazione certificazioni Certificazioni SGL (ISO 9001:2015 - ogni tre anni a tutta RFI ISO 14001:2015) 2004-2006 2009-2015 2016 2017 2018 2019 Prima Estensione Rinnovo Rinnovo certificazione certificazioni certificazioni per i prossimi tre Autorizzazione di del SIGS SGS e SGA Sicurezza (SGS) anni a tutta RFI Certificazione: atto mediante il quale una terza parte indipendente dichiara che un determinato prodotto, persona, sistema, è conforme ad una specifica norma 9
Ruolo ANSF relativo all’Autorizzazioni di Sicurezza Dal 16/06/2019 Reg. 2018/762 ! Regolamento 1169/2010/UE Rilascio, rinnovo, ritiro, sospensione Supervisione Gestori Infrastruttura SGS Requisiti e elementi Art.13 e All.III D.Lgs. 162/2007 + Coordinamento IF operanti sull’infrastruttura Coordinamento emergenze Progettazione, funzionamento e manutenzione di infrastruttura e sistemi di comando- controllo e segnalamento 11
L’Autorizzazione di Sicurezza di RFI (SGS) Ottenuta il 30 giugno 2014 (validità 5 anni) A partire dalla 1^ domanda di AdS, nel 2011, si sono avute 2 autorizzazioni provvisorie: - A febbraio 2013, per sei mesi, - A settembre 2013 per nove mesi prima di quella definitiva 12
SGS: il contesto normativo di riferimento Normativa Comunitaria Autorizzazione di Sicurezza rilasciata Direttiva 49/2004/CE (*) dall’ANSF: «certificazione» della Regolamento 1169/2010 (**) conformità del SGS alla Legge Regolamento 402/2013 Regolamento 1078/2012 …. Normativa Nazionale D. Lgs.162/2007 Disp. GI 13/2001 …. Normativa Safety Authority Decreto ANSF 4/2012 Decreto ANSF 10/2009 …. *Dir. 798-2016 da recepire entro il 16 giugno 2019 **Reg. (UE) 762-2018 in vigore dal 16 giugno 2019 13
Direttiva 49/2004/CE • Passaggio da un ambito di autoregolamentazione ad un ambito di regolamentazione pubblica mantenendo costanti le prestazioni di sicurezza (separazione dei GI dalle IF) • Introdotto il concetto di operatori ferroviari i quali devono garantire la gestione sicura della propria parte di sistema, coordinandosi fra di loro per quanto possibile per controllare i rischi • Attuare il processo di liberalizzazione (creazione di uno spazio unico ferroviario europeo) senza per questo diminuire i livelli prestazionali di sicurezza fin qui raggiunti dai vari stati membri. Tale obiettivo è perseguibile attraverso la definizione di adeguati indici prestazionali e di adeguati valori obiettivo per la sicurezza • Creazione di un organismo tecnico europeo (ERA) per elaborare standard e metodi comuni, nonché individuare indicatori di sicurezza, obiettivi comuni e metodi comuni di valutazione delle prestazioni di sicurezza nonché un metodo comune per attuare il processo di miglioramento continuo • Creazione di Autorità nazionali di Sicurezza (NSA) autonome e di Organismi nazionali indipendenti (OI-MIT) per indagare tutti gli incidenti (diverso e indipendente dalla magistratura) • Necessità dell’adozione a cura degli operatori ferroviari di un sistema di gestione della sicurezza 14
D.Lgs. 162/2007 • Art.8 - Gestori delle Infrastrutture, Imprese ferroviarie, fabbricanti ed enti appaltanti 1. Ciascun gestore dell'infrastruttura e ciascuna impresa ferroviaria e‘ responsabile della propria parte di sistema e del relativo funzionamento sicuro, compresa la fornitura di materiale e l'appalto di servizi nei confronti di utenti, clienti, lavoratori interessati e terzi. • Art.13 - Sistemi di gestione della sicurezza 2. Il sistema di gestione della sicurezza … garantisce il controllo di tutti i rischi connessi all'attività dei gestori dell'infrastruttura o delle imprese ferroviarie, compresa la manutenzione, i servizi, la fornitura del materiale e il ricorso ad imprese appaltatrici. 15
D.Lgs. 162/2007 • Allegato III – Sistemi di Gestione della Sicurezza 1. Requisiti del Sistema di Gestione della Sicurezza Il SGS deve essere documentato in tutte le sue parti pertinenti e descrivere in particolare la ripartizione responsabilità… Occorre indicare come la direzione garantisca un controllo a tutti i livelli, come sia garantita la partecipazione a tutti i livelli del personale e dei rispettivi rappresentanti e in che modo sia garantito il miglioramento costante del sistema di gestione della sicurezza. • 2. Elementi essenziali del Sistema di Gestione della Sicurezza a) Politica approvata e comunicata a tutto il personale b) Obiettivi qualitativi e quantitativi assegnati c) Procedure che soddisfano gli standard tecnici e operativi d) Procedure di applicazione di analisi e di controllo del rischio e) Adeguata offerta formativa per il personale f) Adeguata informazione sia interna che verso l’esterno g) Adeguata gestione della documentazione pertinente il sistema di sicurezza h) Procedure per indagini su «incidenti, inconvenienti e quasi incidenti» i) Piani di emergenza condivisi con le Autorità pubbliche di competenza j) Adeguata programmazione ed esecuzione di Piani di Audit 16
Il Regolamento 1169/2010/UE Destinatari • Autorità Nazionali di Sicurezza (ANSF) • 87 Criteri ripartiti secondo la lista dei requisiti e Criteri degli elementi essenziali del Sistema di Gestione della Sicurezza • Articolo 9 e Allegato III della Dir. 2004/49/CE Riferimento (corrispondenti all’Articolo 13 e Allegato III del D. Lgs. 162/2007) 17
Reg. (UE) 1169/2010 All. II - Criteri per valutare la conformità ai requisiti per il rilascio delle Autorizzazioni di sicurezza (criteri che devono essere soddisfatti da un SGS per poter essere autorizzati dalle NSA) A: Misure di controllo per tutti i rischi connessi all'attività del gestore dell'infrastruttura A.1 Esistono procedure in atto per individuare i rischi connessi alle operazioni ferroviarie, inclusi quelli direttamente derivanti dalle attività lavorative, dalla progettazione del lavoro o dal carico di lavoro e dalle attività di altre organizzazioni/persone. …. E: ripartizione del sistema di gestione della sicurezza E.1 Esiste una descrizione dell'attività che chiarisce il tipo, l'entità e il rischio del funzionamento … U: Funzionamento sicuro dell’infrastruttura U.1 Esistono procedure volte a garantire che l'infrastruttura sia gestita e funzioni in modo sicuro, tenendo in considerazione il numero, il tipo e l'entità degli operatori che gestiscono i servizi sulla rete comprese tutte le interazioni necessarie a seconda della complessità del funzionamento. … V: Fornitura di manutenzione e materiale V.1 Esistono procedure volte a garantire che la manutenzione dell'infrastruttura sia eseguita in modo sicuro, includendo un controllo chiaro della gestione nonché ispezioni e audit documentati. … W: Manutenzione e funzionamento del sistema di controllo del traffico e di segnalamento W.1 Esistono procedure volte a garantire che il funzionamento e la manutenzione del sistema di controllo del traffico e di segnalamento assicurino la sicurezza del funzionamento dell'infrastruttura ferroviaria 18
Regolamento (UE) 1078/12 – attività del processo di monitoraggio definizione di strategia, priorità e piani di monitoraggio raccolta e analisi delle informazioni elaborazione di un piano d’azione per casi di non conformità inaccettabili rispetto ai requisiti stabiliti nel sistema di gestione attuazione del piano di azione Valutazione dell’efficacia delle misure del piano d’azione 19
Processi di sistema I requisiti del D.Lgs. 162/2007, i criteri del reg. (UE) 1169/2010, i requisiti della Disp. 13/2001 e le fasi della norma ISO 9001, nel complesso richiedono l’attuazione di 7 processi di sistema (= processi del sistema di gestione della sicurezza). 1. Monitoraggio e miglioramento 2. Audit D. Lgs. 162/2007 3. Formazione tecnico-professionale del personale Regolamento (UE) 1169/2010 4. Gestione della documentazione e delle Disp. GI 13/2001 informazioni di sicurezza ISO 9001 5. Valutazione e gestione dei rischi, gestione delle modifiche 6. Indagini 7. Gestione delle emergenze 20
Processi operativi Mediante i processi di sistema, sono definiti i principi, gli indirizzi e le modalità attraverso cui RFI gestisce i rischi legati alla propria parte di sistema ed attua il miglioramento delle prestazioni. Essi assicurano il «metodo» per gestire e controllare i rischi e attuare il miglioramento, costituendo la leva del processo decisionale. I processi operativi, invece, rappresentano la “regola d’arte esecutiva” ed assicurano l’attuazione delle misure di sicurezza di tipo tecnico e di tipo procedurale: - Manutenzione dell’infrastruttura - Gestione della circolazione - Progettazione e realizzazione nuovi impianti e/o modifica di quelli esistenti - Fornitura di materiali e manutenzione - … 21
Architettura documentale Organizzazione, Ruoli e Responsabilità (I Livello) Regole dei processi I documenti del Sistema di Regole dei processi del operatvi gestione della Sicurezza sistema di gestione (III e IV Livello) (II Livello) Architettura documentale strutturata in modo tale da: dare evidenza delle regole che si è data l’organizzazione per assicurare che le attività (PROCESSI OPERATIVI) che influenzano direttamente o indirettamente la sicurezza siano eseguite a «regola d’arte» dare evidenza delle regole che l’organizzazione si è data per assicurare il miglioramento continuo (PROCESSI DI SISTEMA) 22
Architettura documentale In documenti societari aventi carattere normativo interno sono classificati in base alla loro tipologia - come Disposizioni, Procedure, Manuali, Linee Guida, Metodologie, ecc. Ai fini dell’attuazione del SIGS i documenti devono essere ricondotti a specifici LIVELLI di appartenenza che sono caratterizzati dall’ambito di regolamentazione trattato, come di seguito indicato: a) documenti tesi a definire l’organizzazione e le relative responsabilità b) documenti tesi a fornire le regole per l’attuazione dei processi di sistema c) documenti tesi a fornire regole che assicurano l’esecuzione a regola d’arte delle attività previste nei vari processi operativi aziendali I documenti del SIGS sono classificati secondo 4 LIVELLI 23
Architettura documentale • Manuali (SGS, SGL, SGA) I Livello • Politica della sicurezza • Organizzazione aziendale (ruoli e responsabilità) Principi: indicazioni da recepire nelle regole operative in quanto derivanti da norme cogenti II Livello Indirizzi: indicazioni per assicurare omogeneità di approccio e di comportamento nella definizione dei processi e delle attività (Processi di sistema) Regole operative per la gestione in sicurezza dei processi di: • Gestione della circolazione III Livello • Gestione della manutenzione • Sviluppo rete (progettazione) Regole operative territoriali (es. dettagli applicativi di regole IV Livello di III Livello, OdST, FL, RdS, M47, CT, ecc…) 24
Architettura documentale Documenti di I Livello Per definire l’organizzazione aziendale ed attribuire ruoli e responsabilità al suo interno: • Missioni e Responsabilità di RFI • Politica Integrata e politiche tematiche per la Sicurezza di RFI (Sicurezza Esercizio, Sicurezza Lavoro e Tutela Ambientale) • Manuali di RFI Documenti di II Livello Per definire le REGOLE COMUNI per l’attuazione dei processi di sistema trasversali a tutti i processi operativi, aventi influenza sulla sicurezza dell’esercizio ferroviario, del lavoro e dell’ambiente. In relazione agli aspetti da recepire nonché alla specifica organizzazione di RFI, taluni aspetti sono trattati all’interno di Linee Guida (che presuppongono quindi un adeguato recepimento all’interno di documenti di III livello cui al successivo punto), mentre altri sono trattati all’interno di Procedure i cui contenuti sono direttamente applicabili. 25
Architettura documentale Documenti di II Livello Per quanto riguarda la sicurezza dell’esercizio ferroviario, l’elenco dei documenti di II livello è il seguente: RFI LG 01: Il processo di monitoraggio e di miglioramento; RFI LG 02: Il processo di audit interno; RFI LG 03: La formazione tecnico-professionale di RFI; RFI LG 04: Gestione della documentazione; RFI LG 05: Processo di gestione delle emergenze; RFI P SE 01: Individuazione dei pericoli e valutazione dei rischi; RFI P SE 02: Gestione delle modifiche infrastrutturali, operative e organizzative; RFI P SE 03: Accertamenti ed indagini di RFI in caso di incidenti o inconvenienti ferroviari RFI P SE 04: Gestione delle comunicazioni e delle informazioni con l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e l’Organismo Investigativo 26
Architettura documentale Documenti di III Livello Sono i documenti che definiscono le regole valide su tutto il territorio nazionale per l’esecuzione “a regola d’arte” delle attività previste nei vari processi operativi aziendali. Sono documenti altresì identificati come “regole operative”. Tali documenti, ove necessario o opportuno, recepiscono anche i principi e prendono in considerazione gli indirizzi definiti nelle linee guida di II Livello, oltre, ovviamente, ai requisiti di natura tecnico-normativa relativa allo specifico processo operativo trattato. I documenti di III livello, che costituiscono la parte più voluminosa dell’intero corpo normativo di RFI, sono anche disponibili in modalità elenco. 27
Architettura documentale Documenti di IV Livello Sono documenti che hanno le medesime caratteristiche di quelli appartenenti al III Livello ma con un campo di applicazione limitato a specifici contesti operativi locali. Ad esempio: • Documenti di operatività territoriali (DOT) • Documenti territoriali di coordinamento (RdS M30, M43, M47…) • Documenti territoriali di gestione fornitori (Contratti) • Documenti territoriali gestione circolazione (Circolari Dispositive, Circolari normative a livello territoriale, FD, OdS territoriali, Disposizioni/Prescrizioni ambito territoriale specifico..) • Documenti territoriali gestione interfacce (Fascicolo linea, Fascicolo orario, Convenzioni…) • Documenti territoriali gestione infrastruttura (Manuali di Uso e Manutenzione apparecchiature, Istruzioni di dettaglio impianti, Istruzioni Operative, ..) 28
Correlazione fra documentazione «integrata» e «specialistica» Documentazione integrata (comune) per i tre ambiti della sicurezza (1) Documentazione specialistica Sicurezza della circolazione Documentazione specialistica Documentazione specialistica Treni ed Esercizio Ferroviario Salute e Sicurezza sul Lavoro Tutela Ambientale (2) (3) (4) Documenti del SIGS: 1 + 2 + 3 + 4; documenti del SGS: 1 + 2; documenti del SGL: 1 + 3; documenti del SGA: 1 + 4 I e II Livello (1): (2): -Politica Integrata per la Sicurezza di RFI -Politica Integrata per la Sicurezza di RFI – Politica per la sicurezza della -Articolazione Organizzativa di RFI circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario; -Missioni e Responsabilità di RFI -RFI SGS M Manuale SGS; -RFI LG 01: Il processo di monitoraggio e di -RFI P SE 01 Individuazione dei pericoli e val. rischi; miglioramento; -RFI P SE 02 Gestione delle modifiche infrastrutturali, operative e -RFI LG 02: Il processo di audit interno; organizzative; -RFI LG 03: La formazione tecnico-professionale di RFI; -RFI P SE 03 Accertamenti ed indagini di RFI in caso di incidenti o -RFI LG 04: Gestione della documentazione; inconvenienti ferroviari. -RFI LG 05: Processo di gestione delle emergenze; RFI P SE 04: Gestione delle comunicazioni e delle informazioni con l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e l’Organismo Investigativo 29
Piattaforma SIGS-Web La documentazione di RFI, nella sua articolazione precedentemente descritta, trova spazio in una piattaforma informatica integrata SIGS-Web con altre utilities di gestione del miglioramento, quali ad esempio la gestione degli audit, delle non conformità o delle azioni correttive. Infatti i documenti di I, II e III Livello del SIGS sono accessibili nella piattaforma integrata SIGS-WEB di RFI, che costituisce il riferimento societario per la consultazione degli stessi. Documenti di I e II livello: selezionando l’apposito tasto, si apre la documentazione di proprio interesse 30
Piattaforma SIGS-Web Nel caso la ricerca sia rivolta a documenti di III livello (regole operative), si apre una pagina dedicata alla ricerca del documento di interesse, tramite opportuni campi da compilare. Nel caso in cui la ricerca da effettuare sia più generica, la pagina di ricerca può anche essere aperta, tramite apposito tasto, indipendentemente dal livello del documento cercato. Pagina contenente i criteri di ricerca dei documenti 31
Piattaforma SIGS-Web Nella piattaforma integrata sono disponibili per la consultazione e il download: • l’Elenco dei documenti di III livello • I documenti di III Livello (circa 4.000 documenti) Di seguito alcuni esempi di documenti relativi ai processi operativi del SGS RFI DIN PD SVI 001 B RFI DTC P SE 01 1 2 DPR P SE 36 1 0 Acquisizione e mantenimento delle competenze del L'operatività del Soggetto Tecnico nella Messa in servizio dei Sottosistemi personale che svolge Attività di Sicurezza. gestione degli investimenti Strutturali Preparazione dei Treni Accompagnamento Dei Treni RFI DIN PD SVI 005 A DCE PSE 01 1 0 RFI DPO PD ORG 008 B Il Collaudo Tecnico-Amministrativo degli Qualificazione degli istruttori e degli Procedura Operativa per l’aggiornamento appalti di lavori gestiti da RFI esaminatori di RFI del Modello Rete ASTER/Scheda Treno RFI DPS PD ORG 001 A RFI DPR MO IFS 1496 Gestione Banca Dati documentale RFI e- Manutenzione circuito di protezione TE POD 32
Piattaforma SIGS-Web – Elenco documenti di III livello Conformità al Reg. Gestione dei rischi (UE) 1169/2010 33
Piattaforma SIGS-Web – Elenco documenti di III livello L’elenco di III livello rende disponibili a chiunque le misure di sicurezza (mitigative dei pericoli) di tipo tecnico ed operativo, finalizzate a dettagliare le modalità di esecuzione delle attività di sicurezza: in particolare, tali misure sono associate alle figure professionali che sono tenute ad applicarle. Ad ogni documento è stato associato un ruolo, al quale a sua volta è legata l’attività ed il processo. Tale approccio fornisce una visione organica e coerente dell’intero sistema di gestione e fornisce quindi al lettore “terzo” un quadro delle procedure. Il collegamento tra il documento ed il pericolo consente di individuare le aree di criticità: ad esempio, nei processi di audit sia interni che esterni (ANSF, Organismi di certificazione), ogni NC individuata viene associata al documento disatteso: ciò consente di formulare efficaci piani di miglioramento, in coerenza con il Regolamento della Commissione n. 1078/2012/UE. 34
Gestione dei documenti del SIGS I documenti vengono prelevati direttamente dalla banca dati documentale e-POD la quale, in tal modo, rimane l’unica data depository delle norme aziendali. Infatti la gestione dei documenti del SIGS avviene direttamente nell’applicativo e-POD a cura dei “Redattori e-POD”: tali utenti, profilati per inserire, modificare ed eliminare i documenti nell’applicativo e-POD provvedono, nel momento in cui inseriscono un nuovo documento, a valorizzarne i seguenti elementi: • Codice documento; • Attività di sicurezza; • Ruolo; • Requisito Reg. 1169-2010 • Contesto operativo, • Macro processo; • Processo operativo; • Pericolo Tali elementi consentono di “caratterizzare” il documento e di “posizionarlo” correttamente nella struttura del SIGS. 35
Il modello di funzionamento e l’approccio per processi del SIGS RFI recepisce l’approccio del miglioramento continuo così come definito dalle norme internazionali di riferimento sui sistemi di gestione • Plan: stabilire gli obiettivi e i processi necessari per fornire risultati in conformità ai requisiti delle norme cogenti e volontarie, alle esigenze degli stakeholders e alla Politica • Do: dare attuazione ai processi come stabilito • Check: monitorare e misurare i processi a fronte delle politiche, degli obiettivi e dei requisiti • Act: adottare le azioni necessarie per migliorare le prestazioni Il ciclo di Deming 36
L’operatività del modello di funzionamento • All.to III D.Lgs.162/2007 • Reg. UE 1169/2010, Reg. UE 402/2013, STI, norme nazionali • Standard ISO Reg. (UE) 1169/2010 ESECUZIONE DELLE ATTIVITA’ PROGETTAZIONE PROCESSI E ATTIVITA’, E (Progettazione ESECUZIONE eDELLE realizzazione ATTIVITA’asset, ASSET gestione della circolazione, Attuazione dei processi gestione • Politica e obiettivi di sicurezza della manutenzione, ecc..) • Organizzazione, regole per la gestione degli assets e dei processi operativi (controllo dei rischi) Reg. UE 1078/2012 VERIFICARE CORREGGERE O MIGLIORARE • Monitoraggi • Riesami (CoAP, Cotap, ecc…) • Audit • Azioni correttive (Preventive) • Indagini • Piani di azione / Piani di sicurezza • Analisi NC NB: questi 4 macro-elementi devono essere gestiti in ogni Direzione Centrale/Territoriale/UP 37
La fase del «PLAN» PROGETTAZIONE PROCESSI E ATTIVITA’, REGOLE PER LA GESTIONE DEGLI ASSET ESECUZIONE DELLE ATTIVITA’ Attuazione dei processi •Nell'implementare/progettare un sistema di gestione si deve tenere conto sia degli obblighi di legge imposti per il tipo di attività svolta, sia di eventuali requisiti prestazionali richiesti da altri soggetti interessati alle attività dell'Organizzazione (portatori di interesse o stakeholder). •Nella fase di progettazione del sistema, riveste particolare importanza la definizione dei «livelli di prestazione» che devono assicurare i processi e le attività aziendali: nel caso della sicurezza, ovviamente, si parla di prestazioni di sicurezza e, tra queste, quello che assume il massimo rilievo è il non superamento delle soglie di rischio (di sicurezza) tollerate dalla collettività • All.to III D.Lgs.162/2007 • Reg. UE 1169/2010, • Reg. UE 402/2013, STI, norme nazionali • Standard ISO 38
La fase del «PLAN» «rischio (R)» rappresenta la probabilità ESECUZIONE (P)DELLE cheATTIVITA’ si manifesti un evento pericoloso (*) (presenza di un Attuazione pericolo) cioè ad esempio che dei processi verifichi un incidente o un inconveniente dannoso e il livello di gravità del danno (G) Se P non è noto è possibile R=P*G utilizzare la Frequenza (es. eventi/anno) Cioè in alternativa R=F*G (*): qualunque situazione che in condizioni diverse si sarebbe potuta evolvere in incidente 39
La fase del «PLAN» Individuazione dei pericoli e valutazione dei rischi – Procedura RFI PSE 01 CLASSE DI F FREQUENZA (n.ro/anno) Disp. GI 51/2007 Frequente F>= 4 Indesiderabile Intollerabile Intollerabile Intollerabile Probabile 0,8
La fase del «PLAN» Individuazione dei pericoli e valutazione dei rischi – Procedura RFI PSE 01 Valutazione del Accettabilità del Azioni Rischio rischio Trascurabile Il rischio è accettabile Non occorrono ulteriori azioni Il rischio è accettabile Occorre verificare e dimostrare attraverso specifici monitoraggi e/o audit se sono state attuate correttamente tutte le Tollerabile con controllo misure di sicurezza previste per il pericolo oggetto di valutazione. In caso di esito positivo delle verifiche occorre adeguato. introdurre, ove possibile e praticabile ulteriori misure/cautele suggerite dalla tecnica e dalla pratica. ESECUZIONE DELLE ATTIVITA’ Il rischio può essere a) nell’immediato occorre: Attuazione dei processi accettato solo dopo 1. applicare le azioni previste per i casi di rischi valutati tollerabili; che è stato 2. analizzare tutti gli eventi e le relative cause (tecniche, operative od organizzative) che hanno determinato dimostrato che la l’indesiderabilità e, ove possibile, identificare misure di sicurezza aggiuntive che possono ridurre frequenza e/o riduzione del rischio gravità a valori tali da ricondurre il rischio, nell’immediato, a livello almeno “tollerabile” Indesiderabile è impraticabile e che 3. qualora non sia possibile individuare misure di sicurezza aggiuntive, sono introdotte opportune ed immediate esso non comporta il misure operative, di tipo transitorio che rendano accettabile il rischio: esse possono essere rimosse solo dopo superamento di uno l’attuazione di quanto illustrato nel successivo punto b) o più dei valori a) in parallelo è avviato un nuovo è più approfondito procedimento di valutazione del rischio, con metodologie obiettivo nazionali più idonee (parere di esperti, analisi di dati di benchmark, Albero degli eventi, ecc…) teso a identificare le (NRV). necessarie misure di sicurezza che rendano il rischio accettabile a) nell’immediato, qualora non sia possibile individuare misure di sicurezza aggiuntive, sono introdotte opportune ed immediate misure operative, di tipo transitorio che rendano accettabile il rischio: esse possono essere rimosse solo Il rischio non è dopo l’attuazione di quanto illustrato nel successivo punto b) Intollerabile accettabile e deve b) in parallelo è avviato un nuovo è più approfondito procedimento di valutazione del rischio, con metodologie più essere eliminato idonee (parere di esperti, analisi di dati di benchmark, Albero degli eventi, ecc…) teso a identificare le necessarie misure di sicurezza che rendano il rischio accettabile LIMITI DEI METODI BASATI SU DATI STORICI • è possibile stimare solo eventi classificati al più come probabili e frequenti (no eventi rari). • Se non si sono registrati incidenti, non è possibile affermare che essi sono inverosimili o improbabili. • non sono utilizzabili per nuovi pericoli 41
La fase del «DO» ESECUZIONE DELLE ATTIVITA’ (Attuazione dei processi di sistema ed operativi) Una volta definite le regole necessarie per erogare i servizi nel rispetto del controllo dei rischi, occorre anche definire un'Organizzazione idonea a poterle attuare e fornire le risorse necessarieESECUZIONE DELLEelementi (anche questi ATTIVITA’ devono essere Attuazione dei processi definiti nei documenti del SGS) per attuare i processi e le attività in accordo alle regole progettate in precedenza: a ciò concorrono tutti i soggetti e le figure organizzative individuati nell' ambito dell' organizzazione, ciascuno in base al perimetro di responsabilità assegnato: in altri termini, occorre applicare quanto è stato in precedenza progettato (pianificato o predisposto). L'attuazione di un sistema di gestione è riconducibile alle azioni e alle responsabilità di più figure aziendali, così come individuate dall'Organizzazione, ciascuna per l'ambito di responsabilità assegnato. • Reg. UE 1169/2010 Criteri U, V, W 42
La fase del «DO» REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2010 U: Funzionamento sicuro dell’infrastruttura ESECUZIONE DELLE ATTIVITA’ U.1 Esistono procedure volte a garantire che l'infrastruttura sia gestita e funzioni in modoAttuazione dei processi sicuro, tenendo in considerazione il numero, il tipo e l'entità degli operatori che gestiscono i servizi sulla rete comprese tutte le interazioni necessarie a seconda della complessità del funzionamento. … V: Fornitura di manutenzione e materiale V.1 Esistono procedure volte a garantire che la manutenzione dell'infrastruttura sia eseguita in modo sicuro, includendo un controllo chiaro della gestione nonché ispezioni e audit documentati. … W: Manutenzione e funzionamento del sistema di controllo del traffico e di segnalamento W.1 Esistono procedure volte a garantire che il funzionamento e la manutenzione del sistema di controllo del traffico e di segnalamento assicurino la sicurezza del funzionamento dell'infrastruttura ferroviaria 43
Le fasi del «Check-Act» - Il processo di monitoraggio e miglioramento di RFI • Ad ogni evento indesiderato viene associata una NC • Le NC sono poi correlate alle norme disattese (misure di sicurezza di tipo operativo) ed alla causa della loro mancata o non corretta applicazione, dovuta all’errore umano • L’errore umano è classificato secondo le categorie previste nell’approccio metodologico denominato “GEMS” definito nella RFI LG 01. 44
Le fasi del «Check-Act» - Il processo di monitoraggio e miglioramento di RFI L’analisi delle cause degli scostamenti dagli obiettivi degli indicatori prestazionali e l’analisi delle cause delle NC (in particolare di quelle gravi o ripetitive) consente di individuare le azioni di miglioramento. 45 03/05/2018
L’analisi dell’errore umano • Le regole (barriere) sono conosciute e possono essere applicate ma non Cause a monte A sono applicate (disapplicazione sistema di gestione) • Le regole sono conosciute ma non Causa indiretta possono essere applicate sempre o in (procedure) Pericolo alcuni casi = B Causa indiretta Potenziale • La conoscenza delle regole è carente (competenze) Causa diretta c L’approccio GEMS (Generic Error Modeling System) Incidente/inconveniente CAUSA DIRETTA = Pericolo che o si è concretizzato in incidente ovvero che non si è Una adeguata analisi degli errori concretizzato per cause fortuite umani (azioni non sicure) può fornire importanti indicazioni sulla efficacia delle barriere e/o sui fattori latenti 46
Efficacia del sistema di gestione Individuato tutto il quadro normativo di RFI e definita la codifica degli errori umani è possibile associare le NC, gli incidenti e gli inconvenienti al «codice azione non sicura» e al «codice norma disattesa». Così operando si è costruita una banca dati di «informazioni strutturate» da cui è possibile valutare in modo oggettivo: • l’efficacia o meno delle procedure operative (misure di sicurezza) • l’efficacia o meno della formazione • la necessità di ulteriori azioni migliorative • i più opportuni indicatori per monitorare nel tempo i fenomeni critici Per tutte le misure di miglioramento così definite risulterà possibile la verifica «oggettiva» della loro efficacia. EFFICACIA DEL SISTEMA DI GESTIONE 47
Il modello organizzativo del SIGS CO 256/AD 2019 «Modello organizzativo per la gestione del Sistema Integrato di Gestione della Sicurezza di RFI» Direttore Generale Comitato di Alta Direzione Sicurezza Lavoro e Ambiente RSIGS Un unico Responsabile del SIGS, anche Responsabile SGS come da Decreto ANSF 4/2011 SGS SGA SGL Responsabili di Unità Referenti Referenti Centrali Referenti Centrali Produttiva Direzionali SGS SGA SGL D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81“Testo unico sulla salute e Referenti sicurezza sul lavoro” Referenti SGA Referenti SGL Territoriali SGS 48
Il modello organizzativo del SIGS CO 443/AD del 14/04/2017- Principali responsabilità dei ruoli coinvolti nella gestione SGS Responsabile del Sistema Integrato di Gestione e Sicurezza – RSIGS (individuato nel responsabile SRQ) • definisce e propone all’Alta Direzione la Politica Integrata della Sicurezza e la Politica per la sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario (SGS); • predispone il riesame della direzione di RFI per il SGS, anche sulla scorta dei riesami delle Direzioni centrali; • assicura il monitoraggio delle prestazioni di sicurezza mediante l’utilizzo delle banche dati aziendali; • assicura il monitoraggio della corretta attuazione dei CSM da parte delle Direzioni societarie coinvolte; • in qualità di RSGS societario, rappresenta l’interfaccia con l’ANSF per tutte le problematiche legate all’AdS, per tutti gli aspetti inerenti all’organizzazione documentale del SGS, per lo scambio delle informazioni legate all’attività di supervisione e ad eventi indesiderati (incidenti, inconvenienti) Formato data GG/MM/AAAA 49
Il modello organizzativo del SIGS CO 443/AD del 14/04/2017- Principali responsabilità dei ruoli coinvolti nella gestione SGS Referenti del Sistema di Gestione della Sicurezza - RDSGS • assicurano al RSIGS il supporto documentale ed informativo necessario per la gestione dei rapporti con l’ANSF; • verificano la coerenza degli indirizzi e degli obiettivi della Direzione con le linee guida di II livello, assicurando che gli stessi siano recepiti ed attuati; • adottano le azioni di miglioramento in seguito ai processi di monitoraggio e di riesame; • forniscono al RSIGS tutti gli elementi necessari alla produzione del Piano Annuale della Sicurezza e della Relazione Annuale della Sicurezza; • assicurano il monitoraggio delle prestazioni di sicurezza e l’individuazione dei pericoli associati con i rischi per la sicurezza dell’esercizio ferroviario; • assicurano la pianificazione, la programmazione e l’esecuzione delle attività di audit interno; • individuano la necessarie azioni di miglioramento; • assicurano l’attuazione e/o l’ottemperanza alle eventuali prescrizioni e/o Raccomandazioni pervenute dall’ANSF • e/o dall’Organismo Investigativo; forniscono al RSIGS tutte le informazioni necessarie; • assicurano al proprio Responsabile la predisposizione di tutte le informazioni necessarie all’ANSF, in relazione Formato data GG/MM/AAAA Titolo presentazione I Nome relatore5 all’interfaccia con le IF, alla costruzione dell’infrastruttura ferroviaria e ai processi di formazione. 50
Il modello organizzativo del SIGS CO 443/AD del 14/04/2017- Principali responsabilità dei ruoli coinvolti nella gestione SGS Referenti del SGS - RTSGS • assicurano al RDSGS il supporto documentale ed informativo necessario alla gestione dei rapporti con ANSF; • verificano la coerenza degli indirizzi e degli obiettivi della Direzione territoriale di appartenenza con i processi del sistema di gestione, informando il RDSGS sulla necessità di eventuali azioni di miglioramento; • assicurano che il RDT e il RDSGS siano a conoscenza delle prestazioni del sistema di gestione e che siano loro forniti tutti gli elementi per ogni esigenza di miglioramento; • forniscono al RDSGS tutti gli elementi necessari per la produzione del Piano Annuale della Sicurezza e della Relazione Annuale della Sicurezza; • supportano il RDT nella individuazione dei pericoli nell’ambito di giurisdizione e nel monitoraggio dei relativi rischi per la sicurezza dell’esercizio ferroviario, fornendo evidenza di tali attività al RDSGS; • assicurano la propria partecipazione agli Audit interni; • Individuano gli interventi finalizzati a migliorare la sicurezza della circolazione e dell’Esercizio Ferroviario, verificando la corretta e tempestiva attuazione dei piani di azione definiti (correzioni immediate, azioni correttive a breve termine, Schede Operative di progetto del PIS per azioni a medio-lungo termine) fornendo evidenza al RDSGS; • verificano (mediante audit, esiti delle indagini, ecc.) che la normativa vigente sia correttamente recepita ed attuata e che il personale sia adeguatamente formato ed istruito, portando a conoscenza il RDT delle eventuali criticità. Formato data GG/MM/AAAA Titolo presentazione I Nome relatore5 51
DOr n.30/AD del 05 ott.2018 La DOr n.30/AD del 05 ott.2018 ha introdotto una importante variazione nel modello organizzativo di RFI per la gestione del processo di circolazione, istituendo alle dirette dipendenza dell’ADDG la struttura macro DIREZIONE CIRCOLAZIONE. OBIETTIVO • definire un presidio di responsabilità diretta sui processi di circolazione, ricomponendo la filiera organizzativa attualmente collocata tra la Direzione Produzione e la Direzione Commerciale ed Esercizio Rete in un unico soggetto organizzativo; • rifocalizzare le responsabilità della Direzione Produzione sulla gestione degli asset di infrastruttura, con particolare riferimento ai processi di manutenzione e sviluppo; • consolidare l’efficacia del processo di pianificazione, di sviluppo della rete e delle conseguenti ricadute commerciali verso le imprese ferroviarie e gli stakeholders istituzionali. MISSIONE della DIREZIONE CIRCOLAZIONE • Presidiare il processo di programmazione, gestione, coordinamento e controllo della Circolazione dei Treni garantendone la sicurezza, la qualità dei servizi e l’efficienza gestionale. 52
DOr n.30/AD del 05 ott.2018 RESPONSABILITÀ della DIREZIONE CIRCOLAZIONE • garantire coordinamento e controllo della circolazione dei treni e dei servizi di manovra, presidiando la sicurezza dell’esercizio ed il rispetto degli obiettivi qualitativi e quantitativi definiti; • assicurare la definizione dei programmi e degli standard gestionali mirati al raggiungimento del miglior livello di qualità ed efficienza della circolazione; • garantire la definizione degli obiettivi quali/quantitativi dei prodotti della circolazione ed i relativi KPI di efficienza in coerenza con gli indirizzi del Vertice Aziendale; • assicurare, nell’ambito delle proprie competenze, il monitoraggio sull’applicazione delle normative e delle prescrizioni operative in materia di sicurezza della Circolazione dei Treni, nonché l’elaborazione delle procedure di III livello per la Gestione della Circolazione dei Treni, nel rispetto delle leggi e delle norme in materia di sicurezza, igiene del lavoro e di tutela dell’ambiente; • assicurare la definizione del Piano Integrato annuale di Sicurezza della Direzione, anche indirizzando e consolidando quello delle dipendenti strutture territoriali; • garantire, in attuazione del Regolamento CE 1371/2007, l’erogazione dei servizi per l’assistenza alle Persone a Ridotta Mobilità (PRM) e la definizione delle relative regole e norme attuative, informando le competenti strutture di FS per la gestione con le Associazioni di settore; • assicurare i rapporti con le competenti strutture di Direzione Risorse Umane e Organizzazione per: i processi di pianificazione degli organici, selezione, gestione, sviluppo, nonché l'analisi dei fabbisogni di formazione a carattere istituzionale; la definizione delle esigenze organizzative e di comunicazione interna; la gestione delle relazioni industriali di competenza e delle tematiche di legge ad esse riferite. 53
DOr n.30/AD del 05 ott.2018 ARTICOLAZIONE ORGANIZZATIVA della DIREZIONE CIRCOLAZIONE 54
Novità regolamentari Dir. 2004/49/CE non è stato necessario alcun recepimento D.Lgs. 162/2007 I Regolamenti comunitari sono direttamente applicabili Entro Entro 16/06/2019 16/06/2019 Reg. Delegato (UE) Dir. 2016/798 2018/762 55
Novità regolamentari HIGH LEVEL STRUCTURE Con la revisione dei CSM, viene adottata, anche per la sicurezza dell’esercizio, la struttura del modello denominato «Struttura generale ad Alto Livello - High Level Structure», messo a punto dalla ISO con l’emissione delle 9001 e 14001. 56
Novità regolamentari CONTESTO DELL’ORGANIZZAZIONE Reg. Delegato (UE) 2018/762- Allegato II, p.to 1 L'organizzazione deve: a) descrivere il carattere e l'entità delle proprie operazioni; b) individuare i rischi gravi per la sicurezza connessi alle proprie operazioni ferroviarie, siano esse eseguite dall'organizzazione stessa o da subappaltatori, partner o fornitori soggetti al suo controllo; c) individuare le parti interessate (per esempio organismi normativi, autorità, imprese ferroviarie, gestori dell'infrastruttura, contraenti, fornitori, partner), comprese le parti esterne al sistema ferroviario, che sono rilevanti per il sistema di gestione della sicurezza; d) individuare i requisiti giuridici e di altro tipo connessi alla sicurezza che si applicano alle parti interessate di cui alla lettera c) e agire nel loro rispetto; e) garantire che i requisiti di cui alla lettera d) siano tenuti in considerazione durante l'elaborazione, l'attuazione e il mantenimento del sistema di gestione della sicurezza; f) descrivere l'ambito di applicazione del sistema di gestione della sicurezza, indicando quale parte delle attività sia inclusa o meno in tale ambito e tenendo in considerazione i requisiti di cui alla lettera d). 57
Novità regolamentari LEADERSHIP Reg. Delegato (UE) 2018/762- Allegato II, p.to 2.2.1 «L'alta dirigenza deve dimostrare qualità di leadership e un impegno a sviluppare, implementare, mantenere e migliorare continuamente il sistema di gestione della sicurezza…» LEADERSHIP = CAPACITÀ E VOLONTÀ DI GUIDA Requisiti richiesti alla LEADERSHIP (ALTA DIREZIONE): • Leadership e impegno • Politica di sicurezza • Ruoli organizzativi, responsabilità, oneri e poteri • Consultazione del personale e di altre parti 58
Novità regolamentari FATTORE UMANO Dir. 2016/798 – art. 9, comma 2 «…È necessario un chiaro impegno ad applicare in modo coerente le conoscenze e i metodi derivanti dal fattore umano. Tramite il sistema di gestione della sicurezza, i gestori dell'infrastruttura e le imprese ferroviarie promuovono una cultura della fiducia e dell'apprendimento reciproci in cui il personale è incoraggiato a contribuire allo sviluppo della sicurezza e, nel contempo, è garantita la riservatezza.» INTEGRAZIONE DEI FATTORI UMANI E ORGANIZZATIVI Reg. Delegato (UE) 2018/762- Allegato II, p.to 4.6 «L'organizzazione deve dimostrare di avere un metodo sistematico per integrare i Ilfattori modello di J.e organizzativi umani Reason ha fatto emergere nell'ambito le responsabilità del sistema di gestionedel dellasistema e laTale sicurezza. necessità metodo di spostare l’attenzione dalla deve: ricerca delle responsabilità alla ricerca delle cause. a) comprendere il ricorso ad esperti e l'impiego di metodi riconosciuti provenienti dal campo dei fattori umani e organizzativi; b) affrontare i rischi associati alla progettazione e all'impiego di strumentazione, mansioni, condizioni di lavoro e provvedimenti organizzativi tenendo in considerazione le capacità umane e le limitazioni ad esse connesse, nonché l'influenza che esse esercitano sulla prestazione umana.» Le tecniche di riduzione dell’errore umano (valutazione delle performance in termini di workload, stress, fatica, orari, …) e le analisi del rischio mirate al fattore umano vanno selezione sistematizzate ed inserite nel SGS, avendo come obiettivo finale il miglioramento continuo e lo sviluppo di una cultura formazione INCIDENT della sicurezza all’interno dell’organizzazione. E organizzazione del lavoro 59
Novità regolamentari FATTORE UMANO Dir. 2016/798 – art. 9, comma 2 «…È necessario un chiaro impegno ad applicare in modo coerente le conoscenze e i metodi derivanti dal fattore umano. Tramite il sistema di gestione della sicurezza, i gestori dell'infrastruttura e le imprese ferroviarie promuovono una cultura della fiducia e dell'apprendimento reciproci in cui il personale è incoraggiato a contribuire allo sviluppo della sicurezza e, nel contempo, è garantita la riservatezza.» Il modello di J. Reason ha fatto emergere le responsabilità del sistema e la necessità di spostare l’attenzione dalla ricerca delle responsabilità alla ricerca delle cause. Le tecniche di riduzione dell’errore umano (valutazione delle performance in termini di workload, stress, fatica, orari, …) e le analisi del rischio mirate al fattore umano vanno selezione sistematizzate ed inserite nel SGS, avendo come obiettivo formazione finale il miglioramento continuo e lo sviluppo di una cultura INCIDENT E organizzazione del della sicurezza all’interno dell’organizzazione. lavoro 60
Novità regolamentari Cultura Cultura CULTURA DELLA SICUREZZA organizza Professio tiva nale Reg. Delegato (UE) 2018/762- Allegato II, p.to 7.2.3 «L'organizzazione deve disporre di una strategia finalizzata al miglioramento continuo della Cultura sua cultura della sicurezza, che comprenda il ricorso ad esperti e sociale l'impiego di metodi riconosciuti per individuare problemi comportamentali che interessano le varie parti del sistema di gestione della sicurezza e predisporre le misure necessarie ad affrontarli.» Cultura della Sicurezza Ogni specifico contesto sociale (nazione, comunità professionale, industria) sviluppa una sua specifica idea di pericolo e di sicurezza. Nei sistemi ferroviari essa è stata declinata come: «La combinazione di valori, credenze, visione, finalità, politiche, obiettivi e stili di leadership che influenzano la sicurezza dell'organizzazione.» (Reg. (EU) 2018/762). Oggi più che mai la sicurezza è affidata alle azioni e alle decisioni delle persone. Parlare di cultura della sicurezza significa quindi parlare della CONSAPEVOLEZZA DIFFUSA DELLE REALI CONSEGUENZE DI CIÒ CHE SI FA 61
EUAR: valutazione della “culture maturity of the companies” Le iniziative oggi note: 1. Modello Hudson sulla cultura della sicurezza (Pathological, Reactive, Calcultive, Proactive, Generative) 2. Modello “conversazioni di Sicurezza” (range 1-5) 3. Modello “near miss” (range 1-5) Criticità: Sono basati su approcci soggettivi che “conducono a giudizi diversi a seconda della cultura di provenienza del giudicante non contengono criteri oggettivi di valutazione Necessario un metodo comune basato su criteri oggettivi, che declini esplicitamente una cultura europea condivisa e che definisca una metodologia di approccio comune per perseguire la GIUSTA CULTURA DELLA SICUREZZA 62
Evoluzione del contesto normativo: il nuovo Regime sanzionatorio Art.18 Legge 07/07/2016 n° 122 e circolare ANSF n. 14110/2017: attuazione art. 5.5 D.Lgs 162/2007 E’ diventato operativo il regime sanzionatorio Esso prevede anche l’adozione di misure cautelari quali: la sospensione totale o parziale dell’efficacia del titolo autorizzativo l’inibizione della circolazione di veicoli l’utilizzo del personale sino alla cessazione delle condizioni che hanno comportato l’applicazione della misura stessa. SANZIONI Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 4.000 per le inosservanze da parte degli operatori ferroviari degli obblighi di fornire all’ANSF assistenza tecnica, informazioni o documentazione Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 20.000 per le inosservanze da parte degli operatori ferroviari delle disposizioni adottate dall’ANSF in materia di sicurezza ferroviaria Sanzione amministrativa pecuniaria da euro 20.000 a euro 200.000 per il mancato adeguamento alle misure di sicurezza indicate nelle disposizioni emanate dall’ANSF entro il termine prescritto (a cui si applica, per ogni giorno di ritardo, un’ulteriore sanzione amministrativa pecuniaria pari al 10 per cento 5 Luglio 2018 della sanzione da applicare) Riesame della Direzione di RFI I Giuseppe Acquaro 63
Progetti in corso Allineamento dei documenti del SGS al nuovo Reg. Delegato (UE) 2018/762: previsto modello standard per procedure e linee guida di III livello (nota SRQ prot. 611 del 25.10.2018) per la caratterizzazione dei documenti del SGS, che dovrà essere utilizzato a far data dal 1/12. Tale modello è già previsto nella RFI LG 04 1 1 Cultura della sicurezza Avviato un progetto con la collaborazione della università La Sapienza di Roma, per sistematizzare ed inserire compiutamente nel SGS di RFI i requisiti della cultura della sicurezza e del fattore umano definiti dalla nuova normativa 64
Collaborazione di RFI con FCU e FSE finalizzata ad ottenere Autorizzazione di Sicurezza Ing. Paolo Genovesi Direttore Sicurezza di Rete – RFI S.p.A. 28 Febbraio 2018
L’ Estensione del campo di applicazione del D.Lgs. 162/2007 Creazione di uno spazio ferroviario europeo Superamento del D. Lgs 188/2003 Individuazione delle reti ferroviarie regionali che rivestono una importanza strategica per il mercato ferroviario Mercato ferroviario Sicurezza ferroviaria 28/02/2019 La tenuta sotto controllo di un Sistema di Gestione Collaborazione di RFI con FCU e FSE finalizzata ad ottenere Autorizzazione di Sicurezza I Ing. Paolo Genovesi 66
L’ Estensione del campo di applicazione del D.Lgs. 162/2007 L’accelerazione 28/02/2019 La tenuta sotto controllo di un Sistema di Gestione Collaborazione di RFI con FCU e FSE finalizzata ad ottenere Autorizzazione di Sicurezza I Ing. Paolo Genovesi 67
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