La riforma del Welfare in Basilicata: verso la Rete Regionale Integrata dei Servizi di Cittadinanza Sociale - Febbraio 2008

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La riforma del Welfare in Basilicata: verso la Rete Regionale Integrata dei Servizi di Cittadinanza Sociale - Febbraio 2008
La riforma del Welfare in Basilicata: verso la Rete Regionale
                Integrata dei Servizi di Cittadinanza Sociale

                                                     Febbraio 2008

              Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                   1
Indice

I.   Definizione del concetto di Welfare.
II. Evoluzione del concetto di Welfare.
III. Le politiche di Welfare in Italia: la Legge
     328/00
IV. Le politiche di Welfare in Basilicata.
V. La riforma del Welfare in Basilicata.
VI. Scheda Tecnica della L.R. 4/07.
VII.Timetable del programma

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Definizione del concetto di welfare

•   La prima volta che “welfare” compare su un libro è nel 1941, il titolo
    dell’opera è Citizen and Churchman. L’autore di tale
    lavoro,l’arcivescovo William Temple, non avrebbe mai pensato di
    aver individuato con tale neologismo la chiave principale di lettura
    delle politiche democratiche dei governi occidentali del XX e del XXI
    secolo.
•   La parola venne coniata semplicemente per sottolineare la differenza
    tra i governi “warfariani” e quelli welfariani: in particolare Temple
    volle evidenziare come le politiche naziste mirassero alla potenza e
    alla forza dello stato e della sua popolazione, mentre Churchill
    conduceva il Regno Unito verso uno stato di benessere, con
    politiche, appunto, attente allo stato di salute della popolazione. Da
    allora “welfare” ha assunto il significato di assetto statale vicino alle
    esigenze primarie della popolazione.

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Definizione del concetto di welfare

• Le policies di contrasto alla povertà sono però molto
  antecedenti al 1941 infatti già nel secolo XVII la “Poor
  Law” (legge sulla povertà) della regina Elisabetta
  d’Inghilterra può essere intesa come espressione di una
  politica welfariana.
• Tale espressione è genericamente usata per definire le
  politiche statali attente alle problematiche sociali, dalla
  sicurezza alla salute, dall’istruzione all’abitazione.

• In una definizione più recente (e più completa) il Welfare
  diventa quindi l’insieme delle politiche di promozione e di
  protezione dei diritti sociali.

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Definizione del concetto di welfare

• Una definizione estensiva del concetto propone il welfare
  state come l’insieme degli interventi dello Stato che
  strutturano l’assetto sociale ed economico, ossia come
  l’ammontare di spesa pubblica dei singoli governi.

• P.es a livello internazionale, sia l’International Labour
  Office (ILO) che l’Organisation for the European
  Cooperation and Developement (OECD) hanno, infatti,
  guardato al welfare come l’insieme delle politiche
  macroeconomiche di spesa pubblica dei vari governi.

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Definizione del concetto di welfare

•   Alcuni studiosi di questa opinione hanno la spesa pubblica in tre
    aree di interesse:

    1. l’area “tradizionale”;
    2. il “welfare state”;
    3. l’“economia mista”.

•   La prima “comprende la spesa per la difesa, la giustizia, l’ordine
    pubblico e i servizi generali; il welfare state comprende la spesa per
    i merit goods (salute, istruzione, edilizia popolare) e per il sostegno
    dei redditi familiari (previdenza ed assistenza); infine l’economia
    mista comprende le partecipazioni statali, i sussidi alla produzione,
    gli interessi sul debito pubblico…”

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Evoluzione del concetto di Welfare

ƒ   Il Welfare è uno dei tratti caratterizzanti la società del XX sec. poiché nasce e si
    struttura sul concetto di lavoro ovvero sulla redistribuzione delle risorse prodotte
    dai lavoratori allo scopo di proteggere gli stessi lavoratori da congiunture
    sfavorevoli.
ƒ   L’enorme crescita dei costi di sistemi di protezione sociale insieme al progressivo
    processo di dissoluzione del legami tra produzione e redistribuzione delle risorse
    nella nuova dimensione dell’economia globale, sta producendo profonde
    modificazioni di espressione delle politiche di welfare.
ƒ   Aspetti patologici:
    anche a causa delle degenerazioni burocratiche delle istituzioni tradizionali dello
    stato sociale, ha preso corpo una rappresentazione del welfare come zavorra
    dello sviluppo, una concezione residuale del welfare intesa come area di costi
    sociali da sopportare e da contenere, nel migliore dei casi una sua versione
    ‘funzionalista’ quale forma di raffreddamento del conflitto sociale.

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Evoluzione del concetto di Welfare

•   Ma è altrettanto vero che a queste si è andata affiancando e
    contrapponendo sempre più nettamente l’idea di un welfare
    concepito come asse fondamentale del complessivo disegno di
    sviluppo di una società più aperta, inclusiva, come infrastruttura
    determinante per un modello di sviluppo orientato all’equità, al
    benessere distribuito.
•   Più che di welfare state si parla ormai da tempo di welfare
    community, per indicare il nuovo contesto compartecipativo di
    riferimento, e di welfare mix, per significare la dimensione post-
    statale e l’impostazione di sussidiarietà che ispira il nuovo welfare,
    che è sempre di più chiamato a misurarsi con la rivoluzione
    demografica ed epidemiologica in atto, con lo spostamento del
    baricentro dell’attenzione sull’invecchiamento della popolazione e
    sulle complesse patologie legate al fenomeno, con la gestione dei
    nuovi rischi sociali

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Evoluzione del concetto di Welfare
•   In Europa si sviluppano storicamente diversi modelli di Welfare.

•   Modello Socialdemocratico dei paesi scandinavi (Finlandia, Svezia,
    Danimarca), ad impostazione universalista, con un forte ruolo dello
    Stato, con un’offerta molto ampia di misure di protezione
•   Modello liberale dei paesi anglosassoni (Regno Unito, Irlanda),
    imperniato sul protagonismo della famiglia e sui meccanismi del
    mercato, con un ruolo minore ed emergenziale dello Stato
•   Modello corporativo dei paesi dell’Europa centrale (Germania,
    Olanda, Francia, Belgio), in cui Stato e famiglia recitano la parte
    fondamentale, con politiche significative di protezione dei lavoratori
    dalle congiunture sfavorevoli.
•   Modello familistico dei paesi mediterranei (Spagna, Italia, Portogallo,
    Grecia), in cui sono presenti tratti del modello corporativo, ma con
    una più forte accentuazione sulla coesione della famiglia, sul ruolo
    del capofamiglia

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Evoluzione del concetto di Welfare

• In realtà i modelli accelerano la loro evoluzione
  compensando le mutazioni dello scenario socio-
  economico nell’era dell’economia globale e della IT.
• Così il modello socialdemocratico comincia a spostare la
  sua attenzione dalla protezione del posto di lavoro alla
  protezione all’interno del mercato del lavoro, tentando di
  conciliare flessibilità, sicurezza ed economia della
  conoscenza (la c.d. flexicurity scandinava).
• Il nostro stesso modello mediterraneo accenna ad
  evolvere verso una crescente defamilizzazione, anche se
  attraverso un diffuso ricorso al mercato sommerso,
  sottoretribuito ed irregolare, della cura e assistenza
  domiciliare p.es.

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Evoluzione del concetto di Welfare
                                          -      La Danimarca destina risorse in
• Molto eterogeneo è anche il                    misura del 33% del PIL
  livello di priorità delle               -      L’Italia solo il 25% (Tale dato non
  agende governative rispetto                    considera, però, le imposte
  al nostro tema al quale ad                     prelevate a vario titolo sulle
                                                 prestazioni        che     alleviano
  es.                                            sensibilmente l’effettiva incidenza
                                                 della spesa sociale sul bilancio
                                                 pubblico, essendo pari a circa il
                                                 2% del Pil).
                                          -      Media europea 26%

• Evidente anche il divario del           -      13,7% in Svezia
  tasso di occupazione nel                -      8% nel Regno Unito
  settore dei servizi alla                -      6,9% in Germania
  persona:                                -      5,7% in Francia
                                          -      3,4 in Italia.

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Evoluzione del concetto di Welfare
•   Anche all’interno della stesso                           a) la prima, dall’offerta più
    paese i livelli possono mutare in                           completa (le regioni a statuto
    maniera significativa.                                      speciale del nord);
•   Una analisi di benchmarking di                           b) la seconda, dalla spesa più
    alcuni indicatori chiave rileva                             selettiva ed efficiente (le
    l’esistenza in Italia di almeno 4                           regioni settentrionali);
    welfare State.                                           c) la terza, dove il         divario
•   Il dato è difficilmente contestabile,                       bisogni-risorse si fa più
    basta guardare alla mappa di due                            accentuato (le regioni del
    fenomeni rivelatori, il tasso di                            centro);
    occupazione femminile e la                               d) la      quarta      a        forte
    capacità ricettiva delle strutture per                      caratterizzazione      familistica
    anziani, per avere un immediato                             (le regioni meridionali).
    riscontro della attendibilità di
    questa geografia differenziata
    della cittadinanza sociale nel
    nostro Paese

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Evoluzione del concetto di Welfare

• Come si è detto il XX secolo è stato considerato come il
  secolo del welfare state.
• In Italia però per rintracciare un antecedente significativo
  alla regolazione legislativa proposta dalla legge-quadro 8
  novembre 2000 n. 328 bisogna risalire addirittura di 110
  anni, cioè alla legge Crispi del 1890 il che non significa,
  evidentemente, anche da noi non si sia assistito ad una
  lenta ma continua espansione delle finalità delle politiche
  sociali, che p.es. la carta costituzionale ha recepito tra i
  compiti dello Stato democratico.

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Le politiche di Welfare in Italia
•   In Italia il processo per la                     •       L’ architettura istituzionale:   è
    predisposizione ed approvazione                          quella       della      governance
    di una legge quadro di riforma                           multilivello    (Stato,    Regioni,
    socio-assistenziale, apertosi fin                        Comuni, soggetti sociali);
    dalla metà degli anni Sessanta e
    declinatosi     attraverso    tante              •       punti nodali del sistema prevista
    legislature, ha conseguito una sua                       diventano:
    positiva      conclusione       con
    l’approvazione della L. 328/2000.
                                                     a. I livelli essenziali delle prestazioni
•   La legge n. 328/2000 comprende                      sociali,
    enunciazioni       di   principio    e           b. la carta dei diritti sociali,
    specifiche indicazioni operative,                c. la programmazione di zona,
    ma che punta espressamente a                     d. l’integrazione socio-sanitaria,
    configurare un sistema integrato di              e. i meccanismi di accreditamento e
    servizi    e      interventi    sociali             di controllo.
    finalizzato a trasformare il welfare
    della sanità e della previdenza in
    un welfare delle famiglie e delle
    politiche sociali.

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Le politiche di Welfare in Italia
•   Tuttavia dopo pochi mesi da tale approvazione,la L. Cost. 3/2001 ha
    innovato il dettato costituzionale,modificando il quadro delle
    competenze tra i diversi livelli di governo per la programmazione e
    l’attuazione delle politiche sociali.

•   Il nuovo testo del Titolo V della parte seconda della Costituzione, con
    una clausola di tipo residuale (Cost. art. 117, c. 4), attribuisce infatti
    alle Regioni “la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non
    espressamente riservata alla legislazione dello Stato” ai commi 2 e 3
    dello stesso articolo.

•   Fra le materie riservate allo Stato (Cost. art. 117, c. 2 e 3) non si
    colloca quella socio-assistenziale, rispetto alla quale le Regioni
    hanno quindi potestà legislativa primaria, ossia non limitata dai
    principi fondamentali della legislazione statale, ma soltanto dal
    rispetto della Costituzione, dell’ordinamento comunitario europeo e
    dagli obblighi internazionali.

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Le politiche di Welfare in Italia

• Ma, anche se con la riforma del Tit. V la L.328 ha perso
  tecnicamente la sua portata vincolante per il legislatore
  regionale, la legge n. 328/2000 ha continuato ad
  esercitare una forte ed imprescindibile funzione di
  riferimento per l’attività legislativa regionale.
• La maggior parte delle Regioni si è mossa con ritardo sul
  fronte dell’elaborazione di una disciplina normativa
  organica di riordino del sistema dei servizi sociali
  regionali, dando invece priorità all’adozione di
  provvedimenti settoriali parziali (piani di zona, procedure
  di autorizzazione e accreditamento, affidamento di servizi
  al terzo settore).

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Le politiche di Welfare in Basilicata

• La Regione Basilicata, non avendo prodotto una legge di
  recepimento e di attuazione della legge n. 328, ha
  continuato a far riferimento alla L.R. 19 maggio 1997 n.
  25.
• La L.R. n. 25/97 “Riordino del sistema socio
  assistenziale” ha dettato un modello organico di
  programmazione degli interventi e determinato il nuovo
  assetto organizzativo ed istituzionale, a partire da una
  nuova individuazione delle competenze da parte dei
  soggetti pubblici titolari.
• Sempre la L.R.25/97 ha previsto il Piano socio
  assistenziale quale strumento operativo per l’attuazione
  dei servizi, degli interventi e delle azioni di natura sociale,
  uno strumento quindi, regolatore dei servizi alla persona.

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Le politiche di Welfare in Basilicata

•   Con DCR n° 1280 del 21/12/99 la Regione ha adottato il primo
    “Piano socio assistenziale 2000/2002”. Per favorire l’avvio concreto
    delle riforme si è poi provveduto, con DEL. G.R. 1760/2000 a fornire
    assistenza tecnica ai Comuni per l'implementazione del piano.
•   Il primo Piano socio-assistenziale (PSA) segna, insieme alla legge
    regionale di riordino, una svolta nella storia della Regione Basilicata:
    alle politiche sociali viene attribuito un valore strategico all’interno di
    una prospettiva più complessiva di sviluppo del territorio.
•   Ciò significa che il Piano non ha un puro significato di risposta ai
    bisogni (quelli amministrativi e programmatori degli Enti Pubblici,
    quelli socio-assistenziali della popolazione), ma si configura come
    progetto di politiche sociali attive.

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Le politiche di Welfare in Basilicata

•   Il PSA delinea il quadro delle competenze istituzionali su cui si va a
    strutturare il sistema di servizi.
•   Esso pone in capo alla Regione, alle Province e ai Comuni la
    titolarità delle funzioni socio-assistenziali.
•   Le Aziende Sanitarie concorrono alla realizzazione del sistema.
•   Viene quindi recuperato il ruolo del Comune nel governo territoriale
    della sanità, insieme ad una responsabilità piena e operativa
    dell’Ente nel campo dei servizi socio-assistenziali.
•   La necessità primaria è quella di favorire la gestione diretta da parte
    dei Comuni dei servizi sociali: non quindi la delega alla AUSL, ma "la
    gestione diretta e consapevole nel quadro di un’azione programmata
    di coordinamento, collaborazione, integrazione tra Comune e AUSL".

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Le politiche di Welfare in Basilicata

• In attuazione dell’art.11 comma 1 della L.R.25/97 il PSA
  assume come obiettivo di riqualificazione dell’assetto
  istituzionale e del sistema di responsabilità, l’attivazione
  dei Piani di zona.
• Il Piano di Zona viene letto dal legislatore regionale come
  “lo strumento per realizzare la piena affermazione
  dell’autonomia locale nella programmazione e
  gestione dei servizi sociali e l'occasione offerta alle
  comunità locali per leggere, valutare, programmare e
  guidare il proprio sviluppo”.

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Le politiche di Welfare in Basilicata

• Gli strumenti formali per la realizzazione del PSA.
  ÂConvenzioni
  ÂConferenza dei sindaci
  ÂAccordo di programma fra tutti i soggetti pubblici
  Âcoinvolti nel Piano;
  ÂAccordi fra le pubbliche amministrazioni coinvolte;
  ÂConferenza di servizi quale modalità procedimentale
     che favorisca il raggiungimento degli accordi fra i
     soggetti istituzionali;
  ÂAccordi di diverso tipo con i soggetti non istituzionali
     anche sotto forma di accordi integrativi o sostitutivi del
     provvedimento amministrativo, limitatamente agli
     aspetti attuativi.

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Le politiche di Welfare in Basilicata

•   Il Piano individua nella gestione associata la forma migliore per
    garantire l'uniformità e il governo del sistema che pone in capo a
    Regione, Province e Comuni, la titolarità delle funzioni socio
    assistenziali mentre le Aziende sanitarie concorrono alla
    realizzazione del sistema socio-assistenziale.
•   I Comuni possono scegliere di non partecipare alla gestione
    associata limitatamente alle attività di assistenza economica, di
    reddito minimo di inserimento, di informazione e di promozione
    sociale.
•   I Comuni possono attribuire alla gestione associata ulteriori servizi
    sociali di loro competenza, possono prevedere convenzioni o accordi
    di programma qualora lo ritengano opportuno, per progetti speciali e
    sperimentali in aree innovative.

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Le politiche di Welfare in Basilicata

                                 Alto Bradano

                  Vulture

                                           Basento
               Marmo
               Melandro                                                           Matera
                             Potenza
                                                                 Basento
                                                                 Bradano

                                                                                      Basso
                      Agri                                                            Basento
                      Melandro

                                                                   Collina
                                                                   Materana
                                                Agri Sauro
                                 Alto Agri

                                                                              Basso Sinni

                                                             Alto Sinni
                             Lagonegrese

                                       Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                     23
Le politiche di Welfare in Basilicata

•   Un primo bilancio:

     ÎLe azioni poste in essere in questi anni hanno comprensibilmente
      risentito di una fase faticosa di start up, anche per l’insieme delle
      operazioni organizzative necessarie, dalla costituzione degli
      ambiti territoriali all’attivazione degli uffici sociali comunali, dal
      rodaggio delle gestione amministrativa associata all’effettuazione
      dei procedimenti di gara per l’affidamento dei servizi.
     ÎAd oggi risultano attivati tutti i 15 ambiti istituiti; negli uffici sociali
      comunali lavorano 150 operatori (psicologi e assistenti sociali);
      risultano implementate le misure relative all’area Handicap,
      all’area Infanzia ed all’area Anziani; molto più circoscritta l’area di
      intervento per le Tossicodipendenze.

                                  Start UP - Rete Cittadinanza Sociale          24
Le politiche di Welfare in Basilicata

- Stato di attuazione dei servizi del PSA
- a fine 2005 su registrava l’attivazione dell’85% dei
  servizi previsti dai PSZ

    100,00%

     80,00%

     60,00%

     40,00%

     20,00%

     0,00%
              Servizi attivati        Affidati ma non attivi            Non attivi

                                    apr-05       dic-05

                                 Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                25
Le politiche di Welfare in Basilicata\

  Tot. somme trasferite per area di
     intervento 1ma triennalità

                                                                    Uff. Soc.
Area Handicap         4.468.107,48                                  Comunali
                                                                                        Handicap
                                                                      13%
                                                                                          14%
                                         Tossicodip.
Area Anziani          10.641.208,3
                                            4%

Area Infanzia       11.001.448,26
                                                 Anziani                                           Infanzia
Area
                                                  34%                                                35%
Tossicodip.           1.357.248,69
Uff. Sociali
Com.                  4.177.635,42                       Totale trasferimenti regionali: € 31.645.648,00

               Tot. 31.645.648,15

                                      Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                            26
Le politiche di Welfare in Basilicata

•   Il carattere ancora limitato                  •      La struttura per classi d’età della
    dell’intervento regionale esclude,                   popolazione lucana è infatti
    ovviamente, la presenza di un                        cambiata molto nell’ultimo
    indirizzo programmatico                              decennio in conseguenza di un
    espressamente dedicato alla long                     processo di invecchiamento che
    term care, cioè all’obiettivo del                    andrà progressivamente
    sostegno dell’autonomia possibile                    intensificandosi nei prossimi anni e
    delle persone non autosufficienti,                   che inevitabilmente costituirà il
    soprattutto anziane over 65, che in                  cambiamento strutturale di
    Basilicata ammontano, secondo                        maggiore impatto sulle politiche
    stime attendibili, a non meno di                     sociali (Long Term Care).
    25.000 unità, solo marginalmente              •      Le modifiche nella struttura per età
    rientranti nel raggio di azione dei                  della popolazione hanno a che
    servizi di Assistenza Domiciliare                    fare tanto con l’aumento della
    Integrata.                                           speranza di vita quanto con la
                                                         riduzione della natalità.

                                  Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                     27
Le politiche di Welfare in Basilicata

•   Struttura demografica della popolazione
•   In linea con quanto sta accadendo oggi nel resto del Paese la
    Basilicata sta osservando un ininterrotto invecchiamento della
    propria struttura demografica con un costante aumento del peso
    relativo delle classi di età più anziane di 65 e più anni. Se nel
    2006 l’indice di invecchiamento ha fatto registrare un valore del
    20,0%, ossia 2 anziani con più di 64 anni ogni 10 individui
    residenti in Regione (assai vicino al valore di 19,9% che si
    registra su scala nazionale), il trend di lungo periodo è alquanto
    allarmante. Nel giro di soli 10 anni l’indice aumenterà fino al 25%,
    prima di andare nell’anno 2051 a sfiorare il tetto del 35%, un
    individuo su 3 in Regione Basilicata sarà ultra 64enne.

                               Start UP - Rete Cittadinanza Sociale        28
Le politiche di Welfare in Basilicata

•    Al     fine   di     capire      quanto                      Rapporto caregiver informali / grandi anziani
     l’invecchiamento della popolazione                    (50-74 aa / ≥ 85 aa) in Basilicata. Stime previsionali al 2051
     inciderà anche sul sistema di
                                                    15,0
     welfare locale, incentrato come noto
     sul         modello          familistico       12,5
     mediterraneo, è utile gettare uno
     sguardo al rapporto fra i caregiver            10,0

     informali e i grandi anziani con più
                                                     7,5
     di 84 anni (popolazione a maggior
     necessità         di        assistenza          5,0
     sociosanitaria):     tale      rapporto
     passerà dall’attuale valore di 13               2,5

     caregiver ogni ultra-84enne a un
                                                     0,0
     valore di 3 a 1 nel 2051, sintomo
     questo di un costante e rapido
     deterioramento        del       network
     familiare di supporto all’anziano
     fragile e ad una crescente necessità
     di esternalizzare l’onere di cura.

                                           Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                                             29
Le politiche di Welfare in Basilicata
•    Per quanto riguarda le riflessioni circa il sistema
     di assistenza sociosanitaria della Regione
     Basilicata è da rilevare uno scarso livello di
     penetrazione dell’offerta di assistenza
     residenziale per anziani del territorio.
•    La Basilicata si distingue infatti per avere uno
     dei più bassi indici di penetrazione (4‰) tra le
     Regioni del Sud Italia, per cui la media è del                   Indice di penetrazione strutture residenziali per anziani
                                                                      (raffronto fra regioni italiane) – valori ‰
     6,4‰, a fronte di un dato nazionale che è del
     18,9‰. Tale dato è sia sintomo di una scarsa                     Regione /
     offerta residenziale per la popolazione anziana                  Ripartizione                 Indice di penetrazione

     in termini di posti letto, sia oltretutto segno di               Basilicata                            4,0

     una bassa propensione da parte delle famiglie                    Abruzzo                              13,3

     all’istituzionalizzazione della cura dell’anziano                Molise                               16,8

     fragile. Questo pertanto è uno dei fattori che                   Campania                              3,9

     primariamente possono spiegare il recente                        Puglia                                7,3

     aumento della domanda di assistenti familiari e                  Calabria                              4,4

     il costante afflusso di donne straniere dai Paesi                Sud                                   6,4

     dell’Est Europa candidate a ricoprire tali                       Italia                               18,9

     mansioni di assistenza.                                          Fonte: Istat

                                           Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                                             30
Le politiche di Welfare in basilicata

•   Analisi della natalità:
       nel 2004 si stima che i nati per ogni donna in età feconda
       siano stati complessivamente 1,33.

•   Si tratta di un dato che conferma il processo di prolungata
    flessione avviatasi dalla metà degli anni sessanta, quando si
    contavano 2,7 figli per donna: in soli quindici anni, tra l’inizio degli
    anni ‘70 e la metà degli anni ‘80, il numero di figli per donna si era
    infatti ridotto di una unità, per poi calare di un’altra mezza unità nel
    decennio successivo.

                                 Start UP - Rete Cittadinanza Sociale          31
Le politiche di Welfare in basilicata

• Il limitato grado di sviluppo del sistema socio-
  assistenziale si riverbera, ovviamente, sul fatturato
  complessivo dell’economia sociale ovvero:

• 1,6% di entrate rispetto al PIL, la metà della media
  nazionale e sul livello di organizzazione e di estensione
  del c.d. terzo settore, che risulta alquanto basso.

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   32
La riforma del Welfare in Basilicata. Il
percorso verso “una rete integrata dei
servizi di cittadinanza sociale”

                Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   33
La riforma del Welfare in Basilicata

• L’approvazione della L.R. 19 gennaio 2005 n. 3 per la
  “promozione della cittadinanza solidale” segna l’avvio di
  una svolta politica e legislativa nell’ottica di un ri-
  allineamento agli indirizzi della legislazione nazionale.
• Pur dando vita ad un programma sperimentale di
  contrasto alla povertà ed all’emarginazione sociale, essa
  assume a riferimento l’idea di una società, che impegna
  tutte le sue strutture di servizio per favorire il recupero e
  la reintegrazione sociale e lavorativa dei più deprivati, e
  l’immagine di un welfare, che non elargisce sussidi
  assistenziali ma predispone una serie di opportunità,
  proponendo ai destinatari degli interventi un contratto di
  cittadinanza, un impegno alla costruzione di percorsi di
  inserimento ed alla coproduzione del reddito.

                          Start UP - Rete Cittadinanza Sociale    34
La riforma del Welfare in Basilicata

•   Di cosa si tratta?
•   Una serie di misure di contrasto della povertà e dell’esclusione
    sociale attraverso un sussidio monetario integrativo del reddito che è
    strettamente correlato all’adesione a progetti personalizzati di
    inclusione diretti ad accompagnare i beneficiari ed i loro nuclei
    familiari al perseguimento dell’integrazione sociale e dell’ autonomia
    economica.
•   Come funziona?
•   Il Programma è imperniato su un patto di cittadinanza (denominato
    “contratto di inserimento”), in base al quale, a fronte di un sussidio
    monetario integrativo del reddito, i beneficiari si impegnano ad
    attuare progetti di inclusione sociale specificamente concordati.

                               Start UP - Rete Cittadinanza Sociale      35
La riforma del Welfare in Basilicata

•   A chi si rivolge?
•   Possono partecipare al Programma le persone maggiorenni residenti
    in Basilicata appartenenti a nuclei familiari in particolare stato di
    disagio socio-economico, la cui situazione economica, misurata
    dall’ISE (indicatore della situazione economica) risulti non superiore
    alle “soglie di accesso” definite. Le “soglie di accesso” variano in
    funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e di
    condizioni di particolare disagio sociale.
•   Fra gli obblighi che la famiglia assume, oltre all’impegno a seguire i
    percorsi personalizzati di inserimento sociale specificamente
    concordati, vi è anche l’obbligo di accettare le offerte di lavoro anche
    a tempo determinato che dovessero essere intercettate dal sistema.

                                Start UP - Rete Cittadinanza Sociale       36
La riforma del Welfare in Basilicata
   La stima dei possibili impatti macroeconomici su occupazione e valore
   aggiunto. Abstract di una analisi valutativa in corso.

Ö Una questione importante per la valutazione degli effetti possibili del
  programma in corso riguarda la stima ex-ante dell’impatto potenziale del
  programma sul sistema economico regionale nel suo insieme.
  Fondamentalmente, infatti, il programma di cittadinanza solidale è anche un
  provvedimento di spesa pubblica, che mira, nella sua componente
  monetaria, ad integrare il reddito individuale tramite trasferimenti pubblici.
  Ciò non potrà non avere un impatto di tipo macroeconomico, per il tramite
  della propensione al consumo, e gli usuali meccanismi keynesiani di
  moltiplicazione del prodotto lordo regionale, tramite un impulso sulla
  domanda aggregata. Pertanto, gli impatti misurati sulla variazione del PIL e
  degli occupati incorporano solamente effetti di spesa, ovvero gli effetti di tipo
  “keynesiano”, dal lato della domanda aggregata, generati dalla mera
  iniezione di denaro pubblico nel circuito economico.

Ö Tale esercizio, ovviamente, costituisce una stima di tipo generale e non
  conclusivo, in quanto, l’intervento pubblico di spesa modifica i parametri
  fondamentali di misurazione della struttura di fondo dell’economia, rendendo
  quindi parzialmente inadeguato il modello stesso utilizzato per la
  misurazione dell’impatto.
                                  Start UP - Rete Cittadinanza Sociale            37
La riforma del Welfare in Basilicata
•   Inoltre, la propensione al consumo, ovvero il coefficiente che stima l’intensità
    dell’impatto di un incremento dei consumi indotto dal trasferimento monetario, e lega
    tale incremento al valore aggiunto, è una media calcolata sull’insieme delle famiglie
    lucane, mentre invece sarebbe necessario, per una misurazione più precisa, disporre
    del moltiplicatore dei consumi delle fasce più povere della popolazione. E’ infatti noto
    che il modello di consumo, e la stessa propensione a consumare, variano in funzione
    della classe di reddito.
•   In termini numerici, lo scenario minimo comporta che il PIL regionale benefici di una
    crescita aggiuntiva complessiva, al di sopra del suo trend “senza intervento”, di 0,33
    punti percentuali complessivamente nel biennio 2007-2008, e che l’occupazione,
    espressa in unità di lavoro, cresca di 0,3 punti percentuali aggiuntivi, rispetto allo
    scenario senza intervento, sul medesimo periodo.
•   Nello scenario massimo, invece, la crescita aggiuntiva del PIL si attesta a 0,5 punti
    percentuali, e quella dell’occupazione a 0,4 punti percentuali in più rispetto allo
    scenario senza intervento. Si tratta comunque di contributi significativi alla crescita, a
    dimostrazione del fatto che uno stimolo sulla domanda aggregata, quale quello
    previsto dal programma di cittadinanza solidale, può generare effetti congiunturali non
    indifferenti, sebbene, in larga misura, temporanei, nel senso che, cessata
    l’integrazione al reddito di fonte regionale, il reddito reale, e quindi anche i consumi dei
    soggetti, tenderanno di nuovo a diminuire, a meno che i percorsi di inserimento
    sociale previsti dal programma non abbiano generato opportunità di inserimento nel
    mercato del lavoro per una quota significativa della platea di beneficiari (aspetto che
    potrà essere analizzato soltanto nel futuro rapporto di valutazione ex post).

                                       Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                   38
La riforma del Welfare in Basilicata

•   A quali logiche risponde la riforma del Welfare promossa con la L.R.
    4/07 ?

a. Colmare il gap con gli orientamenti della legislazione nazionale
b. Riconoscimento della competenza costituzionalmente garantita dal
   novellato art. 117 della Cost. alla Regione per l’implementazione di
   un modello di promozione e tutela dai diritti sociali realmente
   corrispondente alle attese della comunità lucana.
c. Una generale revisione delle politiche orientate alla salute ed al
   benessere in una logica della integrazione stimolando ovvero la
   riforma di un sistema sanitario troppo incentrato sul sistema
   ospedaliero e in generale poco propenso ad uno spostamento del
   proprio baricentro verso azioni orientate alla prevenzione ed alla
   assistenza territoriale.

                              Start UP - Rete Cittadinanza Sociale        39
La riforma del Welfare in Basilicata

d. Più di tutto essa risponde soprattutto ad una esigenza
   vitale e imprescindibile dello sviluppo complessivo della
   società regionale, nel momento in cui, per effetto del
   phasing out ovvero la sua ricollocazione al di fuori
   dell’area dell’Obiettivo 1, la Basilicata sarà costretta ad
   adottare politiche più selettive e competitive, ma dovrà
   nel contempo preoccuparsi di rafforzare la coesione
   sociale e contrastare i rischi di allargamento dei divari
   sociali e territoriali.

                          Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   40
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   All’aperto dibattito sulla funzione del welfare che schiera da un lato
    i fautori dell’affidamento alle capacità organizzative del mercato e
    dall’altro i sostenitori di un rilevante ruolo di una funzione pubblica
    rinnovata – la L.R. 4 risponde puntando decisamente sulla
    creazione e sul consolidamento di un sistema territoriale di servizi,
    che costituisce il terreno di più accentuato svantaggio di cui soffrono
    le regioni meridionali.
ƒ   Il modello di welfare cui essa si ispira risponde appunto ad un’idea
    di sviluppo regionale in quanto punto di equilibrio, sostenibile nel
    medio-lungo periodo, tra economia di mercato, democrazia
    partecipativa e coesione sociale;
ƒ   Adotta una strategia di investimenti nelle risorse di fiducia, nel
    capitale sociale e relazionale, avendo comunque uno scrupoloso
    riguardo all’efficienza delle gestioni ed al controllo dei costi
    nell’ottica di una ottimizzazione delle risorse.

                               Start UP - Rete Cittadinanza Sociale      41
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   Tale impostazione concettuale del Welfare regionale si
    pone anche in armonia con lo spirito della nuova
    Agenda Sociale Europea che muove dalla
    considerazione che – per pacifico assunto della
    comunità scientifica – i determinanti di salute
    appartengono per il 75% a fattori extrasanitari
    richiamando quindi l’attenzione sui costi indotti dalle
    mancate politiche sociali.
ƒ   Il modello delineato dalla Legge adotta la logica
    orizzontale e pluralistica della “rete”, animata da una
    governance della cooperazione interistituzionale (già
    sperimenta con la L.R. 3/05) e dell’integrazione tra
    pubblico e privato-sociale.

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   42
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   Il motivo ispiratore della rete è quello di un welfare non residuale né
    caritatevole, di un welfare promozionale, proattivo, abilitante,
    affrancato dalle tradizionali logiche risarcitorie e invece orientato a
    suscitare risposte di autonomia e di capacità da parte dei cittadini;
    di un welfare produttivo
ƒ   E’ l’integrazione sociosanitaria, a costituire la principale scommessa
    di questa legge.
ƒ   La storia del confronto tra il ‘sociale’ e il ‘sanitario’, nonostante i
    reiterati sforzi della legislazione (legge n. 502/1992, legge n.
    419/1998, legge n. 229/1999, legge n. 328/2000, D.P.C.M. 14
    febbraio 2001, D.P.C.M. 29 novembre 2001), resta una storia di
    separatezza e di incomunicabilità, alimentata da un assetto
    istituzionale ancora imperniato sulle competenze, che ha di fatto
    impedito di apprestare quella unitarietà e continuità di risposta ai
    bisogni di salute e di assistenza degli utenti.

                               Start UP - Rete Cittadinanza Sociale       43
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   E’ la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a teorizzare da
    tempo che il concetto di salute non va inteso soltanto come assenza
    di malattia, ma come uno stato di equilibrio tra diversi elementi che
    comprendono anche il campo delle relazioni degli esseri umani tra
    di loro e con l’ambiente in cui vivono, e a raccomandare una
    inversione delle strategie nel senso della concentrazione delle
    risorse e delle risposte.

    Â   Dottore, prima di tutto mi stringa la mano – Corriere della sera 12
        Giugno 07
        Per il rapporto e per l'efficacia delle cure una stretta di mano può
        essere più importante di quello che si crede
        CHICAGO (Usa) - Una calorosa stretta di mano, per cominciare. Poi il
        dottore si presenta in modo chiaro dicendo il proprio nome e cognome,
        chiede quello del paziente, lo invita a parlare chiamandolo per nome, con
        un atteggiamento professionale ma anche amichevole e rassicurante.
        Questo è l'inizio di una visita medica ideale, non solo secondo il senso
        comune, ma anche in base ai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista
        Archives of Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Northwestern
        University di Chicago.

                                  Start UP - Rete Cittadinanza Sociale                 44
La riforma del Welfare in Basilicata

•   Perché una rete integrata?
•   Perché la persona è “una” anche se i bisogni sono
    differenziati
•   Perché integrazione significa continuità tra azioni
    preventive, di cura, di riabilitazione e di inclusione
    sociale
•   Perché la “salute” è il prodotto della relazione tra
    sistemi.

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La riforma del Welfare in Basilicata

                    Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   46
La riforma del Welfare in Basilicata

• “Even relatively short periods of stress may
  cause changes that leave brain cells
  hypersensitive for weeks, reports Israeli
  scientists trying to uncover the molecular root of
  post-traumatic stress disorder.” Washington
  (Associated Press) September 2001.

• “Pregnant women who often feel stressed out
  could be programming their fetuses’ nervous
  systems for heightened reactions to stress and a
  greater lifetime risk of heart attacks, scientists
  reported over the weekend.” San Diego (USA
  Today) March 1999

                     Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   47
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   La parola-chiave della riforma è, dunque, l’integrazione in tutte le
    sue declinazioni: integrazione istituzionale, disciplinare, finanziaria,
    organizzativa etc.
ƒ   Sul tema dell’integrazione socio-sanitaria le Regioni ha evidenziato
    tendenze diverse ed innovative che procedono sostanzialmente in
    due direzioni:
    Î da un lato, assegnando alle Aziende Sanitarie Locali la titolarità
        degli interventi integrati (è il caso di molte regioni del nord
        attraverso una sorta di retrocessione della delega dai Comuni);
    Î dall’altro, producendo nuove soluzioni di partenariato
        istituzionale, all’interno delle quali le competenze dei Comuni e
        delle ASL vengono messe insieme e gestite in forma unitaria (si
        pensi all’esperimento toscano delle Società della Salute);

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La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   La soluzione prescelta dalla Legge Regionale 4/07 si
    muove su un terreno intermedio, poiché:

    Ö dispone forme vincolate di cooperazione tra i Comuni
      e le ASL, attraverso l’unificazione della
      programmazione e gestione dei servizi sociali e
      socio-sanitari,
    Ö riscopre ed esalta la funzione del Distretto Sanitario
      quale struttura-chiave del processo di integrazione e,
      di conseguenza, della riforma dell’assetto dello
      stesso Sistema Sanitario Regionale

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   49
La riforma del Welfare in Basilicata

      Scheda Tecnica della L.R. 4/07

                    Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   50
La riforma del Welfare in Basilicata

  L’impianto della legge:
Ö È suddivisa in 7 titoli e composta da 33 articoli,
Ö Obbiettivo: delineare un sistema regionale, ovvero una
  rete territoriale integrata di servizi retta da una
  governance multilivello e presidiata da un protagonismo
  permanente dei cittadini e dei soggetti sociali.
Ö Oggetto: sono le prestazioni sociali, socio-assistenziali,
  socio-sanitarie, socio-educative e socio-lavorative, che
  la legge ricomprende nella dizione generale di “servizi di
  cittadinanza sociale”: servizi diretti, per l’appunto, a
  rendere realmente visibile e fruibile l’universalità della
  cittadinanza.

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   51
La riforma del Welfare in Basilicata

Ö i principi ispiratori: sono quelli dell’universalità,
  dell’equità, della selettività, della responsabilità e della
  sostenibilità (art. 1 c.1), che si integrano con quelli del
  rispetto, delle pari opportunità, della non
  discriminazione, dell’appropriatezza e dell’efficacia (art.
  3 c.4).
Ö La esigibilità dei diritti è scandita da condizioni di
  espansione progressiva e di sostenibilità finanziaria ed è
  garantita dall’adozione della Carta della qualità dei
  servizi sociali e dall’implementazione di una serie di
  momenti e livelli di tutela dei diritti del cittadino utente
  (artt. 4 e 5).

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   52
La riforma del Welfare in Basilicata

Ö La strategia per il raggiungimento della rete è
  l’integrazione dei servizi ovvero il perseguimento della
  unitarietà di risposte ai bisogni delle persone e delle
  famiglie per una reale presa in carico del cittadino utente
  (art. 1 c.2).
Ö Gli indirizzi generali per l’attuazione delle politiche
  sociali integrate afferiscono segnatamente alla logica
  della sussidiarietà e della solidarietà, alla mobilitazione
  di tutte le risorse di socialità, all’esaltazione del valore
  della famiglia e della comunità locale, al perseguimento
  degli obiettivi della personalizzazione e della
  domiciliarità degli interventi, ma anche all’osservanza di
  criteri di omogeneità, congruità, efficienza, efficacia e
  sostenibilità (art 2).

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   53
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   Metodo operativo: La Legge promuove la cooperazione
    e la concertazione permante tra i livelli istituzionali
    coinvolti e tra questi e
Ö   Le OO.SS.;
Ö   Le categorie economiche;
Ö   Le organizzazione del terzo settore;
Ö   Le associazioni degli utente e dei consumatori.

ƒ   La rete regionale integrata eroga i livelli essenziali ed
    appropriati delle prestazioni sociali (LEAPS) - tema di
    definizione cost. art. 117

                           Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   54
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   Le aree di intervento della rete comprendono:
    Ö i problemi e le criticità della vita familiare,
    Ö delle donne e dei minori in particolare;
    Ö la condizione dei disabili, degli anziani;
    Ö i bisogni dei soggetti interessati da patologie mentali,
    Ö da devianze e da dipendenze;
    Ö le esigenze di integrazione sociale dei poveri, dei migranti, degli
        ex detenuti (art. 3).
    Ö Meritevole di menzione la specifica attenzione all’area cruciale
        della fragilità e della non autosufficienza, tematica tuttora
        irrisolta delle politiche sociali nazionali, per affrontare la quale
        vengono previsti un programma organico di interventi, un fondo
        integrativo speciale di finanziamento ed anche una specifica
        articolazione organizzativa delle ASL (art. 4).

                               Start UP - Rete Cittadinanza Sociale        55
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   Il modello di Governance
    Ö L’assetto istituzionale del sistema è disegnato da logiche di
        sussidiarietà verticale ed orizzontale, con due funzioni
        preminenti:
    Ö La regia generale del sistema, affidata alla Regione ed alla sua
        programmazione (artt. 10 e 15), (con il concorso degli enti
        locali, delle formazioni sociali e del terzo settore).
    Ö La gestione attiva, riservata ai Comuni associati in Ambiti
        Socio-Territoriali (artt. 8, 12, 16, 21 e ss.) che diventano titolari
        della programmazione locale, dell’attuazione e della valutazione
        degli interventi sociali e insieme alle ASL anche degli interventi
        socio-sanitari.
    Ö Le Province esercitano un ruolo attivo di assistenza e di
        partenariato a favore dei Comuni (art. 9).
    Ö ..\Documents\Corso per il CSV\flow chart L.4.pdf

                               Start UP - Rete Cittadinanza Sociale         56
La riforma del Welfare in Basilicata

Ö Rilevante il ruolo e lo spazio riservato ai soggetti sociali
  del c.d. ‘terzo settore’, che intervengono in condizioni di
  complementarietà e pari dignità per riempire ogni
  interstizio tra istituzioni e comunità locali (art. 1 c.2, 14).

Ö Per la delimitazione degli Ambiti si fa riferimento ad aree
  subregionali omogenee. In attesa del riordino delle
  Comunità Montane e della riforma degli enti intermedi
  subregionali, si fa ricorso per la gestione associata a
  due strumenti contemplati dal D. Lgs. 18 agosto 2000 n.
  267: la convenzione tra i Comuni e l’accordo di
  programma tra Comuni e Aziende Sanitarie (artt. 8 e12).

                           Start UP - Rete Cittadinanza Sociale     57
La riforma del Welfare in Basilicata

Ö Particolarmente importante la speciale configurazione
  che la legge impone all’attività delle Aziende Sanitarie
  Locali rendendole coprotagoniste, insieme con le
  Autonomie Locali, di quella strategia della cooperazione
  istituzionale e dell’integrazione socio-sanitaria, che pone
  in discussione la tradizione della separatezza e del
  parallelismo delle funzioni, che configura un terreno
  nuovo e più avanzato di organizzazione ed erogazione
  dei servizi alla persona e che, come si è già sottolineato,
  dà luogo alla vera, grande scommessa della riforma
  (artt. 11 e 15).

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   58
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   Muta radicalmente il contesto di riferimento normativo e regolatorio.
    Ö Lo strumento programmatorio fondamentale è unificato: il Piano
       Regionale della Salute e dei Servizi alla Persona che nega
       legittimità al tradizionale dualismo ‘sociale/sanitario’ (art. 15).
    Ö Gli Ambiti Socio-Territoriali vengono fatti coincidere con i
       Distretti Socio-Sanitari.
    Ö Comuni e Aziende Sanitarie sono assoggettati a precisi vincoli
       di cooperazione e addirittura di co-amministrazione attraverso
       l’operatività dei Distretti e degli Uffici del Piano Sociale (art. 13).
    Ö I Comuni associati approvano un Piano intercomunale dei
       servizi sociali e socio-sanitari e lo assumono a strumento di
       coordinamento delle politiche locali di promozione della crescita
       e del benessere (art. 16).

                                Start UP - Rete Cittadinanza Sociale         59
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   Naturalmente, il sistema integrato si avvale di strumenti di
    partecipazione e consultazione permanente (art. 8 c.3, art. 12 c.6
    lett. c, art. 14 c.8, art. 16 c.3, art. 17), ovvero

    Ö i Comuni istituiscono sedi permanenti di concertazione,
      controllo e vigilanza con le formazioni del terzo settore, con le
      oo.ss. ed altri soggetti pubblici impegnati a livello locale
    Ö La conferenza Istituzionale dell’ambito Socio-territoriale
      (organismo per la gestione associata dei servizi) convoca le
      conferenze di programmazione e di valutazione sociale.
    Ö Il ruolo delle cooperative sociali e delle imprese sociali nel
      quadro dello sviluppo delle politiche sociali viene riconosciuto
      anche attraverso accordi e convenzioni e strumenti di
      collaborazione innovativi.
    Ö Viene istituita la Consulta regionale permanente per la
      programmazione sociale e sanitaria quale organo di
      consultazione della Giunta Regionale per la predisposizione
      delle linee e delle scelte di programmazione.

                             Start UP - Rete Cittadinanza Sociale    60
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   Il sistema integrato di avvale ancora di strumenti di osservazione,
    monitoraggio e valutazione (artt. 18, 19 e 20) ed in particolare:
Ö   L’osservatorio Regionale delle Politiche sociali con una serie di
    competenze relative alla:

       •   definizione e l’aggiornamento degli elementi costitutivi dei livelli
           essenziali ed appropriati di assistenza sociale e sanitaria assicurati
           sul territorio;
       •   il monitoraggio delle dinamiche professionali ed occupazionali nel
           comparto sociale regionale;
       •   Impact analisys ovvero l’analisi di impatto sociale delle normative e
           della regolazione amministrativa;
       •   l’elaborazione di indicatori e sistemi di valutazione delle esperienze
           di implementazione delle prestazioni sociali di cui alla presente
           legge;
       •   lo svolgimento di iniziative di studio e ricerca, anche in
           collaborazione con enti pubblici, università, istituti di ricerca,
           soggetti di promozione sociale.
       •   alla raccolta sistematica dei dati e l’analisi delle dinamiche afferenti
           le aree di intervento

                                Start UP - Rete Cittadinanza Sociale             61
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   Lo strumento operativo che alimenta l’osservatorio è il SIS, che permette la
    raccolta e l’elaborazione dei dati.
    Ö Il SIS definisce la rete telematica integrata di livello regionale in grado
        di collegare i vari attori dei servizi sociali a partire dagli strumenti già
        presenti sul territorio in grado di fornire servizio ed evitare la
        duplicazione delle informazioni, e quindi:
    Ö I cittadini;
    Ö Gli utenti dei servizi di cittadinanza sociale (singoli o nuclei familiari)
        che hanno accesso a dati e servizi specialistici;
    Ö Gli Addetti al settore delle Politiche di cittadinanza sociale
        appartenenti a strutture pubbliche (Enti ONLUS, Scuole, Università,
        etc.) o private (Imprese, Aziende Formative, Intermediatori, etc), i
        soggetti gestori degli interventi (Regione, Province, Aziende sanitarie
        Locali, ecc.) in grado di partecipare alla gestione della community ed
        erogare veri e propri servizi;
    Ö I servizi provinciali connessi alle Politiche sociali (strutture, servizi e
        operatori), nonché i Servizi per l’Impiego provinciali, che possono
        contribuire alla costituzione della Rete Regionale dei servizi sociali
        grazie alla loro presenza capillare sul territorio e ai compiti istituzionali
        a loro riservati (gestione del collocamento mirato, azioni di
        orientamento per le fasce svantaggiate, ecc.).

                                  Start UP - Rete Cittadinanza Sociale             62
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   Il SIS è pertanto un GIACIMENTO INFORMATIVO per l’elaborazione dei
    seguenti prodotti:

    Ö   Relazione Sociale Regionale periodica (cadenza biennale)
    Ö   Indicatori sociologici e demografici per il governo del Sistema di
        Welfare regionale/locale (supporto all’attività legislativa,
        programmativa, erogativa, valutativa)
    Ö   Report annuali valutativi quali-quantitativi su singoli
        problemi/fenomeni/monitoraggio della qualità dei servizi e della
        costumer satisfation
    Ö   Archivio-dati regionale informatizzato
    Ö   Archivi-Dati di Ambito informatizzati .
    Ö   Il SIS si interfaccia con gli altri sistemi informatici, non solo della
        Regione Basilicata ma anche con Asl, Inps, Scuole ed Università,
        Agenzie formative, Borsa Nazionale del Lavoro, i servizi Statistico-
        informatici che possono fornire utili informazioni per la definizione delle
        politiche di cittadinanza sociale, per realizzare un modello integrato per
        la gestione in qualità dei servizi per l’orientamento, per l’impiego e
        sociali.

                                 Start UP - Rete Cittadinanza Sociale             63
La riforma del Welfare in Basilicata

ƒ   Inoltre la “Rete Integrata”
    Ö provvede ad un’azione sistematica di valorizzazione
       e qualificazione delle risorse umane e professionali
       (art. 25), istituendo anche Il Repertorio regionale
       delle professioni sociali (art. 26) come strumento di
       identificazione e di certificazione dei profili
       professionali      richiesti  dalla   programmazione
       regionale;
    Ö si preoccupa di portare a compimento la
       modernizzazione         delle  ancora    sopravvissute
       Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza,
       disponendone l’estinzione o la trasformazione (art.
       28 e ss.).

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   64
La riforma del Welfare in Basilicata
ƒ   In relazione alla gestione degli interventi, il modello prescelto di
    welfare mix esalta la funzione forte dei soggetti pubblici, ma
    valorizza ampiamente la partecipazione e l’iniziativa economica
    degli operatori privati e, segnatamente, di quelli ricompresi nel
    ‘privato sociale’ secondo modalità rispondenti ad un sistema di
    accreditamento istituzionale, cioè di “concorrenza per il mercato”,
    ovvero qualitativo, o di “concorrenza nel mercato”.
ƒ   Quanto alla erogazione di titoli sociali (voucher), la legge la
    considera solo in via subordinata rispetto all’erogazione diretta dei
    servizi ed esprime la sua preferenza per la predisposizione di
    pacchetti integrati di prestazioni da comporre a misura delle
    esigenze degli utenti.
ƒ   All’interno della disciplina dei titoli sociali trova una prima
    configurazione giuridica anche il fenomeno delle assistenti familiari,
    meglio conosciute come “badanti”, le cui di attività vengono
    riconosciute purchè svolte con competenza professionale ed
    all’interno di rapporti di lavoro trasparenti.

                              Start UP - Rete Cittadinanza Sociale      65
Il timing del programma.

        Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   66
Come raggiungere gli obbiettivi?
La costituzione degli organismi della Legge.

•   La Consulta regionale permanente per la
    programmazione sociale e sanitaria.

•   L’ osservatorio Regionale delle Politiche Sociali

•   Il tavolo permanente di coordinamento
    interdipartimentale delle strutture deputate all’attuazione
    delle politiche della salute e del benessere,
    dell’ambiente, della formazione e della scuola, della
    casa, del lavoro, della cultura e del tempo libero, e ne
    disciplina le modalità operative.

                          Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   67
Come raggiungere gli obbiettivi?
Avvio della nuova Programmazione.

• Redifinizione degli ambiti/distretti socio-sanitari.
• Revisione ed adeguamento della legislazione esistente
  alla nuova Legge.
• Implementazione di un sistema di accreditamento e della
  qualità.

                        Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   68
Come raggiungere gli obbiettivi?
L’agenda della nuova programmazione.

• Predisposizione del nuovo piano.
• Approvazione del Piano Integrato.
• Redifinizione dei nuovi strumenti territoriali (piani
  d’ambito e distretto).
• Completamento della fase precedente e
  predisposizione degli strumenti di gestione.
• A regime con il nuovo piano nel 2009.

                        Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   69
Come raggiungere gli obbiettivi?
La gestione della transizione.

•   A. Costituire nuovi organismi nel territorio sulla base delle nuove
    delimitazioni territoriali.
•   B. Organizzare le strutture gestionali.
•   C. Gestire una pianificazione di transizione per il periodo 2007-2008.
→ Come gestire la transizione 2007-2008?
•   Area socio-sanitaria: Il principio è quello di cominciare un percorso
    di integrazione.
•   Per il Sociale l’impegno è quello di trasferire risorse pari a quelle
    della prima triennalità del PSA.
•   Si provvede a trasferire progressivamente l’erogazione dei servizi o
    dei vaucher ora gestiti centralmente dalla Regione.
•   Analogamente le Province trasferiscono ai Comuni le funzioni socio-
    assistenziali attive relative ai minori naturali nonché degli audiolesi e
    videolesi. (Art. 5 L. 67/93).

                                Start UP - Rete Cittadinanza Sociale        70
Come raggiungere gli obbiettivi?
L’agenda della transizione.

• Gli ambiti Sociali di Zona nella attuale conformazione
  aggiornano i Piani di Ambito e traguardano l’erogazione
  dei servizi alla scadenza del 31-12-2008 che diventa la
  dead-line dei vecchi servizi.
• Dal 1-01-2009 parte la nuova organizzazione dei servizi.

• Costruire un piano di comunicazione a due livelli:
→ Verso il dipartimento.
→ Verso gli attori della nuova Legge.

                         Start UP - Rete Cittadinanza Sociale   71
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