La mostra Vienna 1900. Grafica e design diventa un tour virtuale

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La mostra Vienna 1900. Grafica e design diventa un tour virtuale
La   mostra   Vienna  1900.
Grafica e design diventa un
tour virtuale
Da oggi la mostra “Vienna 1900. Grafica e design”, allestita a
Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, potrà essere visitata
gratuitamente e a qualsiasi ora del giorno, grazie a un tour
virtuale accessibile da pc, smartphone o tablet.

Inaugurata nell’ottobre 2020, la mostra chiuderà ufficialmente
il 28 aprile, anche se, a causa dell’emergenza Covid19, la sua
apertura al pubblico è stata fortemente limitata. Ecco allora
che Erpac FVG, ente che gestisce la sede espositiva e che ha
organizzato la mostra, ha pensato a un tour virtuale per
renderla sempre disponibile.

La visita virtuale consente di entrare nelle sale della mostra
e di ammirare le opere dei protagonisti più significativi
della Secessione Viennese, da Klimt a Moser, da Auchentaller a
Olbrich, da Hoffmann a Roller.

Muoversi all’interno delle sale è semplicissimo. Se si accede
da pc è sufficiente utilizzare il mouse, se invece si utilizza
uno smartphone o un tablet basta usare la funzione “zoom” o il
doppio tocco sullo schermo.

Una volta entrati nel tour virtuale, si devono seguire le
frecce per spostarsi da una sala all’altra, mentre per
avvicinarsi alle opere ci si deve posizione, cliccandoci
sopra, sui pulsanti fissi che appaiono sul pavimento.

Per leggere le didascalie delle opere è sufficiente puntare il
mouse sull’icona che appare al centro dell’opera oppure basta
un semplice   click   sulla   stessa   icona,   che   ingrandirà
l’immagine.
La mostra Vienna 1900. Grafica e design diventa un tour virtuale
Il percorso espositivo è stato ricostruito con immagini reali,
grazie al lavoro svolto da Fluido.it, in collaborazione con
Erpac FVG.

Di    seguito    il    link     per    accedere          alla
mostra: www.fluido360.com/virtualtour/attems/

CAPAREZZA – Nuovo album per
la star del rap e nuovo tour
nei palasport in partenza da
Jesolo
Zenit srl, in collaborazione con il Comune di Jesolo e Jesolo
                           Turismo

                           presenta

                CAPAREZZA
NUOVO SINGOLO, DISCO IN USCITA E UN NUOVO
 TOUR NEI PALASPORT PER LA STAR DEL RAP
                ITALIANO
 IL VIAGGIO LIVE DELL’ARTISTA PARTIRÀ IL
 PROSSIMO 19 FEBBRAIO 2022 DAL PALAINVENT
              DI JESOLO (VE)
 DA OGGI IN RADIO IL SINGOLO “LA SCELTA”,
 CHE ANTICIPA IL NUOVO ALBUM “EXUVIA”, IN
            USCITA IL 7 MAGGIO
CAPAREZZA
                 “Exuvia Palasport 2022”

 Sabato 19 febbraio 2022, ore 21.00 – JESOLO (VE),
                     PalaInvent

 I biglietti in vendita in presale dalle 11.00 del 7 maggio,
  fino al 13 maggio. General sale dalle 11.00 del 14 maggio
online sui circuiti Vivaticket e TicketOne e nei punti vendita
              autorizzati. Info su www.azalea.it

Caparezza, rapper e cantautore fuori dal comune, artista fra i
più amati dal pubblico italiano per l’acutezza dei testi e per
le formidabili performance live, ha annunciato il nuovo tour
nei Palasport di tutta Italia. Questa nuova tappa del viaggio
del “Capa”, al secolo Michele Salvemini, partirà ufficialmente
dal PalaInvent di Jesolo (Ve), con il concerto in programma il
prossimo sabato 19 febbraio 2022, per poi toccare i palazzetti
delle principali città italiane. I biglietti per lo spettacolo
saranno disponibili in presale dalle 11.00 del 7 maggio, fino
alle 23.59 del 13 maggio. Il via alla vendita generale sarà
dalle 11.00 del 14 maggio online sui circuiti Vivaticket e
TicketOne e nei punti vendita autorizzati. Info su
www.azalea.it

Sul palco del nuovo “Exuvia Palasport 2022” Caparezza porterà
le canzoni del nuovo omonimo album “Exuvia”, in uscita il
prossimo 7 maggio in digitale e in formato CD e LP su
etichetta Polydor/Universal Music, oltre a tutti i suoi grandi
successi. Di oggi, venerdì 16 aprile, è invece la
pubblicazione del primo singolo estratto dal nuovo lavoro in
studio dal titolo “La scelta”. “Uno degli elementi ricorrenti
del nuovo album è la stasi, il limbo, il “non luogo” senza via
d’uscita. Come si viene fuori da questa impasse? Esiste un
solo modo: fare una scelta, prendere una decisione”, ha
commentato l’artista.

Michele Salvemini, in arte Caparezza, si approccia alla musica
fin da piccolo studiando il pianoforte. Nel 1998 il percorso
dell’artista prende la svolta giusta con la pubblicazione dei
demo “Ricomincio da capa”, “Zappa” e “Con Caparezza… nella
monnezza”. Nel 2000 esce l’album d’esordio, “?!”, che include
12 dei 14 brani originariamente pubblicati nei suoi tre demo.
Dall’album vengono estratti i primi singoli di grande
successo, come ad esempio “Tutto ciò che c’è”. Nel 2003 per
Caparezza arriva il secondo lavoro in studio, intitolato
“Verità supposte”, che ottiene un buon successo, soprattutto
grazie ai singoli “Il secondo secondo me”, “Vengo dalla Luna”
e “Fuori dal tunnel”, quest’ultimo diventato in breve tempo un
vero e proprio tormentone. Del 2006 è invece l’album “Habemus
Capa”, disco che si discosta dalla prima parte della carriera
dell’artista, pur senza rinnegarla, in quanto poco coerente
rispetto al suo attuale pensiero di musicista lontano dal
mainstream e dalle logiche di mercato. Dopo “Le dimensioni del
mio caos” del 2008, nel 2011 arriva “Il sogno eretico”, album
anticipato dal singolo “Goodbye Malinconia”, realizzato
insieme a Tony Hadley degli Spandau Ballet. Alla pubblicazione
dell’album segue un lungo tour esaurito in tutta Italia.
Caparezza è a questo punto un artista maturo e completo, punto
di riferimento della scena hip hop nazionale, quando nel 2014
pubblica il suo sesto album in studio “Museica”, anticipato
dal singolo “Non me lo posso permettere”. L’album debutta al
numero uno dei dischi più venduti dove staziona per due
settimane, il tempo necessario per essere certificato Disco
d’Oro per le 25 mila copie vendute. L’ultimo album pubblicato
è “Prisoner”, nel settembre 2017, trainato dal singolo “Ti fa
stare bene”.

Da oggi in libreria “In fil
di trama”, la nuova raccolta
di   poesie   di    Stefania
Rabuffetti
100 parole – una per poesia – concatenate una con l’altra a intessere
                              una trama.
 Un libro agile, denso di parole che aiutano a ritrovare un senso nel
                        labirinto della vita.

                     In fil di trama
     nuova raccolta di poesie di Stefania Rabuffetti
Castelvecchi Editore

In fil di trama è la nuova raccolta di poesie di Stefania Rabuffetti,
in libreria dal 15 aprile per Castelvecchi Editore con una prefazione
di Massimo Arcangeli (pp. 112 – euro 14,50).

100 parole – una per poesia – concatenate una con l’altra a intessere
una trama, come fa un ragno con la sua ragnatela. Non a caso, sono
proprio questi i due vocaboli che aprono e chiudono l’antologia. I
versi qui raccolti, esito di un’intensa indagine su di sé resa
possibile da una lunga pratica poetica, abbracciano molteplici
contrasti: vita/morte, nulla/tutto, prigione/libertà, pace/guerra,
notte/giorno, sorriso/pianto, per citarne alcuni. Queste dicotomie
sono fondanti della vita stessa e necessarie per una visione
universale, che abbraccia il mondo, l’infinito e il tempo nella sua
interezza, «ciò che non ha dimensione», e – spingendosi ancora più in
alto – lo Spirito.

La raccolta è frutto di un richiamo irresistibile della poesia. Come
spiega l’italianista Massimo Arcangeli nella prefazione: «Se la poesia
ti detta dentro non puoi farci niente. La cerchi, e non sempre la
trovi (e, se anche la trovi, non sempre ti ascolta), ma quando è lei a
trovarti, stanandoti da infingimenti e paure, non puoi resisterle, sei
costretto   a   riportarne   le   parole.   Stefania   Rabuffetti    vive
l’esperienza poetica in questa misura».

L’atto di scrivere diventa quindi atto necessario, l’autrice ha
bisogno in modo insaziabile della poesia per dar voce a se stessa e
ritrovarsi. Nei suoi versi si incontra una fame sazia di parole, e
ancora un’infinita voglia di lasciare traccia della vena creativa.

                             La ruota gira

                           la mente si muove

                          il pensiero respira

                          germogliano parole

                   la penna scivola sul foglio

                          l’inchiostro scrive

                           la poesia rivive.

La scrittura è, dunque, per la poetessa lo specchio dell’anima:
riflette la sua irrequietudine e le sue debolezze, ma è anche
testimone di una costante ricerca di senso e della volontà di seguire
il filo che si intreccia con al vortice/labirinto della vita, in «un
abbraccio mortale che – come scrive Arcangeli – in realtà, è una
promessa di rinascita.»

Stefania Rabuffetti è nata a Roma, dove vive. Per dieci anni ha
lavorato nella redazione di programmi televisivi
della Rai. Le sue poesie hanno dato vita a
diverse   raccolte,   pubblicate   da   Manni:   Il
perimetro dell’anima (2009, Premio Minturnae
2010), Libertà vigilata (2011), Vietati gli
specchi (2016), Cartoline dall’universo (2017,
finalista al 44° Premio internazionale Città di Marineo), Parole
affamate di parole (2019).

Ufficio stampa Delos

IL CRAF ACQUISISCE LO STORICO
FONDO   FOTOGRAFICO     DELLA
FAMIGLIA BORGHESAN
 L’attività iniziata da Angelo negli anni Trenta del 900 con
un piccolo laboratorio è poi proseguita con Gianni e Giuliano,
riconosciuti protagonisti del neorealismo friulano nella
fotografia

Spilimbergo (PN), 16 aprile 2021 – Nuove importanti conquiste
per l’archivio del CRAF. Il Centro di Ricerca e Archiviazione
della Fotografia di Spilimbergo ha siglato infatti l’acquisto
dello storico fondo fotografico di Angelo, Gianni e Giuliano
Borghesan che porta al deposito climatizzato 13mila esemplari
tra negativi, positivi e diapositive databili fra il 1935 e il
2019.

“Per noi si realizza un sogno – afferma il presidente Enrico
Sarcinelli – il Centro ha colto l’opportunità di conservare
materiale davvero prezioso che peraltro rappresenta la città
di Spilimbergo, patria e culla della fotografia”. Gianni
Cesare e Barbara, i figli di Giuliano mancato nel 2019 , hanno
manifestato il desiderio di non disperdere il patrimonio di
famiglia in altri istituti italiani ma lasciarlo alle
amorevoli cure del CRAF: “Gianni e Giuliano sono stati
protagonisti del neorealismo friulano nella fotografia,
riconosciuti in questo ruolo culturale anche da Martin
Scorsese – sottolinea il direttore Alvise Rampini– non
possiamo dimenticare il loro supporto e la disponibilità
dimostrati al nostro Centro durante gli esordi della rassegna
Friuli Venezia Giulia Fotografia, in cui peraltro sono stati
premiati rispettivamente nel 1990 e nel 1998”.

                     Giuliano Borghesan inoltre è stato
                     presidente onorario del CRAF per alcuni
                     anni: “Una scelta ispirata alla
                     gratitudine per la sua costante
                     collaborazione ai nostri progetti
                     espositivi – afferma Sarcinelli – mi
                     auguro che l’immenso archivio acquisito
                     possa essere valorizzato e studiato,
                     anche attraverso borse di studio e master
                     universitari con gli atenei regionali”.

Nato nel 1924 e morto nel 2004 a Spilimbergo, Gianni imparò il
mestiere dal padre Angelo, che aveva rilevato negli anni
Trenta del Novecento lo studio di Olga e Pietro Zamperiolo.
Dopo la guerra ereditò lo studio del padre e iniziò ad
esercitare il mestiere, eseguendo principalmente ritratti con
risultati encomiabili. Iniziò a collaborare con importanti
riviste specializzate, tra cui «Ferrania», «Fotografia»,
«Rivista Fotografica Italiana» e, nel 1955, insieme al
fratello Giuliano (classe 1934), Aldo Beltrame, Carlo
Bevilacqua, Toni Del Tin, Fulvio Roiter e Italo Zannier, diede
vita, a Spilimbergo al “Gruppo friulano per una nuova
fotografia”.   All’attività di routine (ritratti in studio,
cerimonie, eccetera) unì un interesse artistico da cui
nacquero immagini “impegnate” che espose in mostre personali e
collettive, anche a New York.

Altra vicenda per Giuliano che emigrò nel 1958 in Marocco,
dove rilevò il Royal Studio di Casablanca e si affermò,
attraverso numerose mostre personali.
La rivista Maroc Tourisme, pubblicò dal 1958 al 1975 numerose
fotografie di Giuliano eleggendolo protagonista della cultura
fotografica fra Sahara e Atlas.
Esportò in Marocco non soltanto il
mestiere, ma anche l’arte, ovvero il
modo    di   vedere    e   ritrarre
l’umanità:      i    bambini,     la
femminilità, la maternità, il lavoro
manuale, la povertà, le feste
popolari e i paesaggi: “Erano questi
i temi che lo attraevano – spiega
Rampini – rinunciò sempre alle
chimere e alle seduzioni del
folclore per inclinare la sua lente
verso la verità”. Dal suo rientro al 2014 ha collaborato con
La Maison di moda “Pierre Balmain”.

Alcune fotografie di Giuliano si sono trasformate in icone del
neorealismo italiano (“L’accordo-truffa”, “Pioggia a
Spilimbergo”, “Ada”, “Madre e figlio”) e sono state esposte a
San Pietroburgo, Madrid, Parigi, New York.

“A noi il compito di conservare questa miniera di arte e
storia – conclude Sarcinelli – lo faremo con i professionisti
del nostro staff, con l’attenzione e la competenza che
caratterizza il nostro impegno per la fotografia”.

Il Piccolo                  Opera Festival
entra   a                   pieno   titolo
nell’importante                          rete            di
Italiafestival

Il Piccolo Opera Festival entra a pieno titolo nell’importante
ensemble Italiafestival, nata nel 1987 in seno all’Agis,
l’Associazione Generale dello Spettacolo, che oggi rappresenta
ben 33 dei più importanti eventi italiani e 4 reti di
festival che operano nell’ambito musicale, teatrale, delle
arti performative e della danza, della letteratura e di altre
manifestazioni artistiche.

Un riconoscimento alla qualità di una realtà musicale portata
avanti da 14 anni con entusiasmo e professionalità
dal direttore artistico Gabriele Ribis. Un festival conosciuto
ed apprezzato in Italia ed all’estero (principalmente
nell’area mitteleuropea), che ha portato l’Opera e l’Operetta
in tutte le loro modulazioni a un uditorio sempre più vasto,
creando eventi di grande suggestione in luoghi carichi di
storia ed arte del Friuli Venezia Giulia, contribuendo quindi
a farli conoscere anche dal punto di vista turistico.
Quest’anno il Piccolo Opera Festival si terrà dal 19 giugno al
18 luglio e diventerà transfrontaliero con una serie di
spettacoli ed eventi anche in Slovenia: un progetto originale
in grado di offrire – come recita il suo claim – un’autentica
“Esperienza Opera senza confini”. Confermato il format di
successo degli scorsi anni, che condurrà gli spettatori
in castelli, antiche dimore, giardini storici (alcuni dei
quali aperti eccezionalmente per l’occasione), che faranno da
splendido palcoscenico agli spettacoli ed avranno come
corollario visite guidate, aperitivi, introduzioni
all’ascolto, degustazioni, cene prima e dopo gli appuntamenti
musicali. Per un’esperienza che permetterà di conoscere non
solo architetture, storia, paesaggi di queste straordinarie
terre di confine, ma anche sapori e vini.
Con l’entrata del Piccolo Opera Festival nella rete
di Italiafestival, si arricchisce la rappresentanza
regionale all’interno di questa rete di spettacoli
assolutamente prestigiosa, dove sono già presenti il
Mittelfest e il Festival di Musica Sacra di Pordenone.

“L’accoglimento della nostra richiesta di adesione ad
Italiafestival rappresenta un motivo di grande soddisfazione –
dice Gabriele Ribis – Ritrovarsi assieme ad alcune delle più
importanti manifestazioni festivaliere nazionali (fra cui
importantissimi festival operistici come il Festival Puccini
di Torre del Lago, il Rossini Opera Festival, il Festival
Verdi di Parma ed il Festival della Valle d’Itria) significa
sicuramente un importante passo avanti nel riconoscimento del
nostro progetto. Credo che fare fronte comune ora sia
indispensabile più che mai per dare un futuro allo spettacolo
dal vivo. Per questo auspico che dall’ingresso in questo
sodalizio nascano collaborazioni in grado di arricchire
l’offerta di musica lirica fra Friuli Venezia Giulia e
Slovenia, rendendo ancora più attrattivo questo territorio
sulla mappa del turismo musicale europeo.”

TRIESTE Il Giulia a casa tua
_  Il   Centro   commerciale
triestino avvia le consegne
gratuite a domicilio
Con “Il Giulia a casa tua”, il Centro commerciale triestino
avvia le consegne gratuite a domicilio direttamente dai negozi
che aderiscono liberamente all’iniziativa. Il nuovo servizio
di aggregazione e di consegna nell’ambito del comune di
Trieste è offerto dal Consorzio degli Operatori.

“Pensato da Il Giulia per mettere a disposizione dei suoi
operatori commerciali un servizio centralizzato e tracciato di
consegna della spesa, che consenta di abbattere i costi di
spedizione” – afferma la direzione – “Il Giulia a casa tua” si
rivolge ai clienti del Centro commerciale cittadino che
possono così ricevere la merce, acquistata anche in più
negozi, direttamente a casa propria, all’orario concordato con
il personale dedicato”.

Il   servizio    offre   ogni    giorno   dieci    consegne
gratuite direttamente a casa del consumatore ed è attivo dal
lunedì al sabato, dalle ore 9.00 alle ore 17.00. Il servizio
viene effettuato solo per articoli o gruppi di articoli non
superiori a cinque colli, dal peso massimo di 40 kg.

“Il Giulia a casa tua” è organizzato anche per favorire
l’accesso al Centro commerciale in comodità, senza l’uso della
macchina, usufruendo del trasporto pubblico. Utile per tutte
le fasce di pubblico, “Il Giulia a casa tua” è un servizio
aggiuntivo di valore in un periodo in cui la consegna a
domicilio sta diventando sempre più una necessità a causa
dell’emergenza sanitaria.

ARTEFICI. Residenze creative
FVG 2021 Al Teatro Comunale
di Cormons Dante Antonelli e
il suo ‘Atto di desiderio

   Domenica 18 aprile, alle 21 lo
 sharing su Zoom per condividere lo
       studio con gli artisti
ArtistiAssociati apre il teatro alle residenze. Dopo la
prolungata chiusura imposta dalle normative è il progetto
ARTEFICI.ResidenzeCreativeFVG, avviato dall’azienda goriziana
nel 2018 grazie al sostegno di Regione FVG e Ministero della
Cultura, a far riaccendere i proiettori del Comunale di
Cormons.

Mentre per il pubblico l’accesso in sala è ancora interdetto,
il palcoscenico sarà a disposizione degli artisti per un
periodo di residenza creativa. Un tempo sospeso e prezioso per
approfondire la propria ricerca artistica, sperimentare nuove
soluzioni sceniche e tecniche, dialogare col territorio
ospitante in un’ottica di reciproco arricchimento.

Il giovane regista romano Dante Antonelli (vincitore nel 2015
del Roma Fringe Festival con lo spettacolo FAK FEK FIK – le
tre giovani) è ospite al Teatro Comunale di Cormons per
lavorare al suo progetto Atto di desiderio assieme ai
protagonisti Valentina Beotti e Claudio Larena, al musicista
Mario Russo e al light designer Francesco Tasselli.

Secondo capitolo di una quadrilogia dedicata a Yukio Mishima
dopo Atto di adorazione (che ha debuttato a Roma Europa
Festival nel 2019), Atto di desiderio è il racconto dello
stravolgimento delle esistenze di due persone che, per
arrivare ad amarsi, devono mettere in discussione le proprie
certezze. Cosa si vive quando ci si riscopre come altro da sé,
altro dal sé che si è sempre creduto di essere. Il mare che li
circonda è la barriera naturale che fornisce l’esilio e il
rifugio necessari al compiersi intimo e privato del loro
percorso.

Dopo un primo momento di studio avvenuto lo scorso anno, Atto
di desiderio entra ora in una nuova fase di scrittura per lo
sviluppo della drammaturgia e della performance in
scena. Ripartire dal desiderio e cambiare la propria vita in
nome di esso: quanti rischi corrono i due protagonisti nel
rimanere dove sono, su una spiaggia in riva al mare lontani da
tutto e da tutti, solo loro due? A quale fine giungerà il
groviglio della loro relazione segreta? Dal piano
drammaturgico e attoriale la ricerca si estende ora al piano
musicale e visivo, attraverso la creazione di un tappeto
sonoro originale e la sperimentazione di diverse soluzioni
illuminotecniche.

La condivisione del processo creativo col pubblico avverrà per
la prima volta “in remoto”: uno sharing a distanza permetterà
agli spettatori interessati di assistere ad alcune fasi della
ricerca e della messa in scena, di ascoltare il racconto dei
protagonisti e di dialogare con la compagnia.

Lo sharing sarà trasmesso sulla piattaforma Zoom, domenica 18
aprile, alle 21. Per partecipare sarà sufficiente iscriversi
cliccando                                              sul
link https://artistiassociatigorizia.it/residenze-2021/ o

inquadrando il QR-Code
L’Orso d’Argento Wheel of
Fortune    and   Fantasy   in
concorso al FEFF 23 di Udine!
UDINE – Non sono tre episodi quelli che compongono Wheel of
Fortune and Fantasy (La ruota della fortuna e della fantasia):
sono tre movimenti, come se la sceneggiatura fosse musica. Tre
splendide partiture cinematografiche dedicate alle conseguenze
dell’amore e del destino. Quanto può influire sulla nostra
vita un semplice imprevisto? Premiato con l’Orso d’Argento
alla recentissima Berlinale online, il nuovo capolavoro
di Hamaguchi Ryusuke (Passion, Happy Hour, Asako I & II) sarà
ufficialmente in concorso al Far East Film Festival di Udine!

Se il FEFF 23, ricordiamo, si svolgerà dall’11 al 19
giugno sia in forma fisica che in forma digitale, Wheel of
Fortune and Fantasy non farà soltanto parte della line-up
udinese: la Tucker Film, che ne ha acquisito i diritti per
la distribuzione italiana, lo circuiterà infatti
nei principali cinema di qualità durante le giornate del
Festival.

Tanto minimale nella forma quanto vivido nella carica
emozionale, Wheel of Fortune and Fantasy indaga sulla rotta di
collisione tra cuore e sorte. Un tema per cui Hamaguchi, lo
abbiamo detto all’inizio, elabora tre variazioni
narrative, dettando il ritmo attraverso i dialoghi
(Hamaguchi firma anche lo script) e disegnando tre intensi
personaggi femminili alle prese con i propri sentimenti, con
la propria immaginazione e con l’imprevedibile geometria delle
coincidenze e delle casualità.
Questo il filo rosso che mette in connessione i tre capitoli
(Magic, Door Wide Open, Once Again) e le anime delle tre donne
(Meiko, Nao, Natsuko), questo il motore di un grande film dove
Tokyo, pur mantenendo la propria essenza giapponese, diventa
teatro di emozioni universali.

Elsa Martin protagonista di
Polinote Music Room di lunedì
19 aprile on line dal Caffe
Letterario
                  Polinote Music Room
     Lunedì 19 aprile ore 21, on line su Fb
 Francesca Ziroldo intervista Elsa Martin al Caffè
              Letterario di Pordenone

Prosegue la programmazione di Polinote Music Room,
che raccoglie sempre più consensi e apprezzamenti da
personalità del mondo musicale, appassionati e
curiosi, per la qualità e l’originalità della
proposta, che costituisce un unicum nel panorama
regionale.

Per l’appuntamento di lunedì 19 aprile, come di
consueto on line alle 21 sull’omonima pagina
Facebook, Polinote Music Room inaugura una nuova
preziosa collaborazione, per non dimenticare i
valori della socialità e dell’incontro accompagnati
da cibi che scaldano il cuore e l’anima, tra un
caffè e un calice di vino. “Grazie alla
collaborazione della titolare Claudia Casula –
annuncia la presidente di Polinote Giulia Romanin –
l’intervista a Elsa Martin, giovane talentuosa
artista friulana, cantante, compositrice e
performer, si svolgerà negli accoglienti locali del
Caffè Letterario in piazza della Motta: un luogo
polifunzionale, di incontro e di scambio, dove i
piaceri del palato si sposano con tutte le note
della cultura. Ristorazione e cultura sono tra i
settori che più hanno sofferto per le restrizioni
dovute all’emergenza sanitaria, per questo abbiamo
voluto unire le forze per creare un evento assieme,
nell’unico modo in cui ci è consentito ora. Un
sodalizio di rinascita e resilienza, per reagire
alla situazione mantenendo un contatto con il
territorio grazie alla cultura, alla musica e
all’incontro con tanti artisti straordinari del
nostro territorio”.

A presentare e intervistare Elsa Martin sarà la
cantante e insegnante Francesca Ziroldo. Elsa
Martin, cantante, compositrice e performer friulana,
è stata protagonista di numerose esibizioni in
Italia e all’estero. Nel 2012 ha pubblicato il suo
primo album intitolato “vERsO”, finalista alle
Targhe Tenco nella sezione “Opera Prima”. Vincitrice
di numerosi premi e riconoscimenti, attualmente
collabora col pianista e improvvisatore Stefano
Battaglia, con cui approfondisce la ricerca intorno
alla poesia friulana del ‘900 (Pier Paolo Pasolini,
Amedeo Giacomini, Federico Tavan, Luciano Morandini,
Novella Cantarutti, Pierluigi Cappello, Maria di
Gleria). In duo con Stefano Battaglia nel 2019 esce
l’album Sfueâi (Artesuono), finalista alle Targhe
Tenco 2019 nella categoria “miglior disco in
dialetto”, e ad agosto 2020 esce l’ultimo lavoro
discografico “Al centro delle cose” (Artesuono)
dedicato al poeta Pierluigi Cappello. In ambito
teatrale è attrice e cantante nello spettacolo “La
casa. Lagrimis di ajar e sore   ̂ li”, prodotto dal
Teatro stabil furlan. Polinote Music Room è un
progetto realizzato dalla scuola di musica Polinote
di Pordenone, la cui direzione artistica è affidata
ai batteristi Luca Colussi e Giovanni Truant.

Il progetto è realizzato in collaborazione con il
Comune di Pordenone, l’Associazione Sviluppo
Territorio C’entro Anch’io di Pordenone, lo studio
grafico Interno99 di Cordenons e con supporto
tecnico di Davide Pettarini della cooperativa Claps.

PORDENONE                       :       Genitori
connessi;                   i         proiettori
interattivi
L’illustrazione delle potenzialità didattiche dei proiettori
interattivi è il tema dell’ennesimo
appuntamento del ciclo “Genitori connessi” in programma per
venerdì 16 aprile dalle 18 alle 19.30
che genitori e insegnati in particolare, potranno seguire
linkando su https://youtu.be/k6Dfm6234iU.
I relatori Gregorio Ceccone, Matteo Maria Giordano e un
insegnante spiegheranno come questi
dispositivi possono essere utilizzati per ridisegnare in modo
efficace e costruttivo la scena della didattica
e l’esperienza dell’apprendimento.
Giunto alla quinta edizione il progetto Genitori Connessi
quest’anno in linea con le contingenze
imposte dell’ emergenza sanitaria, ha proposto temi e attività
focalizzate sulla didattica digitale, allo
scopo di promuovere l’utilità e il valore che le tecnologie
digitali possono avere per supportare i processi
educativi e il percorso formativo dei soggetti, enti e
istituzioni coinvolti.
Nei precedenti incontri condotti e coordinati in modalità
telematica dai relatori Paolo Ferri, Stefano
Moriggi Gregorio Ceccone, Matteo Maria Giordano Giusi
Grasselli, sono stati trattati argomenti sulle
metodologie e sulle strategie didattiche di insegnamento
cooperativo, su come condurre interazioni e
relazioni di qualità, didattiche e non mediante gli schermi
interattivi e sul ruolo attivo dei bambini e dei
genitori in casa.
Genitori connessi, che si concluderà il prossimo 6 maggio, è
un evento promosso ed organizzato dal
Rotary Club Pordenone Alto Livenza, in partnership ormai
consolidata con le Scuole e l’Amministrazione
Comunale di Pordenone che – commenta il consigliere comunale e
regionale Alessandro Basso – ha
sostenuto questa serie di webinar a partecipazione gratuita,
in cui nell’esperienza formativa e partecipata
sono stati coinvolti insegnanti, genitori e studenti”.
Ulteriori informazioni su www.genitoriconnessi.pn.it
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