La Mongolfiera Annuale 2014-2015 delle classi 3A e 3B della Scuola Primaria di Mosciano Sant 'Angelo - icmosciano.edu.it
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La Mongolfiera Annuale 2014-2015 delle classi 3A e 3B della Scuola Primaria di Mosciano Sant ‘Angelo L’ULTIMO VOLO DELLA MONGOLFIERA? di Gino Consorti Sono certo che a Mosciano ci lascerà un pezzo di cuore, soprattutto per i suoi alunni che nel corso degli anni, dieci, sono stati artefici insieme a lei di una meravigliosa esperienza editoriale. Sto parlando di Roberta Limoncelli, stimata e già rimpianta insegnante della scuo- la primaria dell’Istituto Comprensivo “G. Cardelli” di Mosciano Sant’Angelo e del giornalino di classe La Mongolfiera, nato da una brillante intuizione della maestra che dal prossimo settembre preste- rà la sua preziosa opera in un altro istituto scolastico. Ci lascerà un pezzo di cuore perché ha ricevuto tanto dai bambini e dalla Mongolfiera. Perché è riuscita a suscitare in loro la curiosità, la conoscenza del mondo e degli altri. Perché è riuscita a favorire la collaborazione, lo spirito di ricerca e di osservazione. E soprattutto perché è riuscita a infondere e coltivare in ogni alunno l’amore per le parole attraverso una cooperazione che definirei strategica. Poe- sie, filastrocche, interviste, racconti di fantasia, articoli, disegni, in- cursioni nel dialetto: La Mongolfiera ha fatto salire a bordo di tutto, volando alto insieme ai sogni di grandi e piccoli. Numerose, infatti, sono state le attività svolte. Penso alla lettura di libri in classe con la finalità di avvicinare gli alunni a questa “pratica” e quindi condurli L’ultima poesia alla consapevolezza della sua funzione formativa; alla visita a varie biblioteche dislocate sul territorio; all’incontro con autori di libri sul Quel giorno bastò un alito di vento a sospin- mondo della scuola; alla visita ad alcune redazioni di quotidiani e gerli in volo. E così un meraviglioso stormo mensili, eccetera, eccetera. Un grande lavoro con l’obiettivo di ag- la condusse dolcemente sul meridiano celeste gregare e nello stesso tempo stimolare gli alunni a un uso didattico da cui lei continuò ad ammirare lo stesso della scrittura servendosi di un efficace veicolo di comunicazione orizzonte... interna ed esterna alla scuola. E quindi arricchire il pensiero e svi- luppare le potenzialità espressive. Come spesso accade, soprattutto nel pianeta scuola, le difficoltà e gli ostacoli non sono di certo man- cati, ma la passione e l’amore per la professione hanno fatto la diffe- renza. Per il momento, dunque, La Mongolfiera si è posata al suolo. Tornerà un giorno a volare tra le nuvole insieme ai sogni e alle fan- tasie degli alunni della scuola primaria di Mosciano? È il mio augu- rio sincero. Spero proprio, infatti, che questa bellissima esperienza possa trovare continuità e soprattutto possa fungere da stimolo a tan- ti. Senza dubbio si tratta di un’esperienza impegnativa che drena energie mentali e fisiche, però sono certo che Roberta Limoncelli, nel suo nuovo “laboratorio”, con grande intelligenza e competenza saprà nuovamente coinvolgere gli allievi in un’avventura stimolante e formativa come quella del giornalino scolastico.
Imprevisti di stagione Non era quella della lego! Ehi, giù le mani dalla nostra fontana! In una tran- quilla mattina di ottobre, quando a tutto pensi fuor- La fontana disperata ché a un’improvvisa invasione di extraterrestri in Aiuto aiuto mi gettano terra addosso, casacca arancione con delle pale in mano, è giunto ma non sono mica in un fosso! alla nostra aula un rumore assordante e insistente Sono ancora viva seguito da uno stridio di freni. Subito ci siamo pre- e vorrei un giorno tornare a cantar giuliva. cipitati alla finestra per vedere chi fosse e, udite udi- Clop clop cloppete clop clop cloppete, te, abbiamo assistito a una scena incredibile. Il no- questa è la mia semplice canzone scritta per te! stro giardino sembrava un campo di battaglia: una gigantesca gru si agitava in lungo e in largo aprendo la sua enorme bocca e mostrando dei denti aguzzi da far paura! Poi, si è allontanata per qualche minuto ed è tornata di nuovo a seminare terrore riversando terra dalle sue fauci sulla vasca circolare della fonta- na. Ma cosa avrà fatto di male la nostra fontana per meritare questa punizione? Ci sono altri mille posti per gettare terra, proprio qui dovevano farlo? Mille i posti, mille gli interrogativi, mille le idee per risol- vere con urgenza un grave problema. Laggiù, in fondo a via Campo dei Fiori c’è La fontana arrabbiata un’immensa vallata, potrebbero versarla lì! Tutta Grrr grrr che rabbia, quella terra farebbe comodo a mio nonno e al suo son tutta piena di sabbia! orto!... Grr non posso andar qua e là a far castelli Forse lo stanno facendo per creare dei formicai in e neppur a piantarmi addosso ombrelli. vista dell’inverno! O forse per farla diventare a pri- Cara fontana, l’estate è ormai finita mavera un’aiuola fiorita e far succhiare il nettare è fredda terra quella che hai al girovita. alle api! Brrr brr etciù etciù che brutto raffreddore, Ho un’idea, domani porto la pala del nonno e le bimbi chiamate tolgo tutta quella terra di dosso! Quando arriverà un dottore! la stagione delle piogge, la vasca si riempirà di ac- Presto dottore, in qua al punto da straripare e la terra cadrà giù in via Campo dei maniera naturale! In quelle ore, un diluvio di parole Fiori, c’è una si è scatenato contro gli operai che senza batter ci- fontana malata! glio hanno livellato il cumulo di terra per poi dile- Ora sono occupa- guarsi prima che quel mostro di colore giallo uscisse to! dice con voce dal giardino. E un arcobaleno di pensieri è stato ri- seccata. volto, poi, alla povera fontana che, nonostante fosse in stato confusionale, voleva rendersi ancora utile... Non temere, ci siamo noi cara fontana; bevi questo tè al miele, è un vero toccasana! Ma oramai il guaio era stato combinato!
Imprevisti di stagione Soave allora un canto s'udì di madre E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s'udì di madre, e il moto di una culla. (Il Tuono, Giovanni Pascoli) Sbatabam, crash, fiuuuuuuuuu, gulp! E non erava- Io e la mamma nel buio pesto. Papà e le candele. mo in un fumetto. Giovedì 5 marzo è davvero stato Giovedì 5 marzo c’è stato maltempo in tutto brutto tempo. Il vento era fortissimo e la pioggia era l’Abruzzo. La mattina c’era tantissima pioggia e abbondantissima. Quando è tornato, papà ci ha detto vento messi insieme, l’acqua scorreva a fiotti lungo che Mosciano stazione era diventata un immenso le strade, il cielo cupo tuonava a più non posso e gli lago. A sera, al telegiornale hanno fatto vedere i di- alberi sbattevano in continuazione. Un vero e pro- sastri causati dal maltempo e hanno poi dato la noti- prio disastro, scene mai viste fino ad allora! Nella zia della chiusura delle scuole perché era pericolo- speranza che tornasse il bel tempo, il pomeriggio ho sissimo uscire per il vento che portava via ogni co- cercato di fare i compiti ma il vento ululava da pau- sa. Dopo un po’ è saltata la luce e io avevo molta ra e quasi me lo impediva. Finalmente sono riuscita paura, ma la mamma ha subito acceso le candele. Io a finirli ma, dopo essermi messa a giocare… di col- e la mamma eravamo dispiaciutissime perché c’era po le luci si sono spente: era un black-out! Non è la finale del nostro programma preferito durato molto ma a me è sembrato lunghissimo. “Masterchef” e avevamo paura che non potessimo Mamma non aveva né candele né torce e ha chiama- vederlo. Per fortuna il black-out si è risolto subito e, to papà raccontandogli tutto e dicendo che doveva quando sono andata a dormire ero la più felice al comprare delle candele. Nel frattempo era tutto mondo perché avevo visto fino alla fine il program- sempre più buio e scurissimo ma papà non ha tarda- ma e il giorno seguente potevo dormire un po’ di to ad arrivare. Veloce veloce sono corsa a prendere più perché non dovevo andare a scuola. l’accendino e dopo aver acceso le candele la mam- La notte ho avuto paura perché si sentiva il rumore ma ha cominciato a preparare la cena. Poco dopo, del vento che faceva muovere le tapparelle e sem- per fortuna, è tornata la luce ed io, ancora un po’ brava che qualcuno tirasse dei secchi pieni d’acqua spaventata, mi sono seduta a tavola. Dopo cena, ab- contro la finestra! Ma le dolci parole e i caldi ab- biamo saputo che l’indomani la scuola sarebbe stata bracci della mamma mi hanno rincuorato al punto chiusa. A quel punto, la mamma ha pensato bene di che sono sprofondata nel mondo dei sogni! farmi dormire nel lettone per farmi passare la paura!
Imprevisti di stagione Naufragio Scialuppa in mare, scialuppa in mare! Il veliero “La Torre di Cerrano è Norman Adriatic, da ore in balia di una tempesta, una delle antiche torri comincia ad affondare e gli uomini dell’equipaggio costiere del Regno di cercano di mettersi al più presto in salvo. Fortunata- Napoli, si trova sulla co- mente, uno ad uno, tutti riescono a salire sulla picco- s t a d e l l ' Ad r ia t ic o , la imbarcazione e, mentre si accingono a remare fati- in provincia di Teramo, cosamente per sfidare le intemperie delle onde, in tra Silvi e Pineto.Si tratta lontananza vedono risucchiare da un vortice improv- di uno dei pochi fortilizi viso il veliero. Per tutta la notte, vengono sbalzati superstiti facenti parte qua e là dalla forza del mare ma si aggrappano ad della fitta rete di fortifi- ogni pezzo del natante riuscendo a stare in superfi- cazioni costiere del Re- cie. Solo verso le prime ore dell’alba, il mare in bur- gno di Napoli, per re- rasca forza 8 comincia a calmarsi e gli uomini, stre- spingere i frequenti at- mati dalla fatica e dalla paura, cadono distesi cullati tacchi da mare di turchi e saraceni; risale al 1568 ed dalla barca. Più tardi vengono risvegliati dai bagliori è stata costruita su una costruzione preesistente del del sole ma, senza più remi, vengono trasportati dal- XIII secolo. Oggi dopo un intenso intervento di la lieve corrente. Dopo qualche ora, uno degli uomi- consolidamento e restauro da parte della Ammini- ni grida: - Terra, terra, siamo salvi! Sempre più vici- strazione Provinciale di Teramo ospita un Centro di ni alla terraferma, scorgono una torre sulla cui som- Biologia ed è sede dell’Area Marina Protetta “Torre mità sentono una sentinella gridare: - Avvistati uomi- del Cerrano” istituita nel 2008, che ha reso fruibile ni in mare, avvistati uomini in mare! Le guardie del il fortilizio, aprendosi al turismo sostenibile attra- re si precipitano sulla riva verso una serie di attività come visite guidate, even- con i fucili puntati verso i ti e attività di snorkeling sui resti del porto sommer- poveri naufraghi che, prima so, completando un programma di protezione e va- di mettere piede a terra, a lorizzazione dell’ambiente”. gran voce dicono: - Siamo Incuriositi, allora, si lasciano in pace, il nostro veliero è guidare all’interno del manie- affondato, eravamo diretti ro per esplorarlo fin su alla in Sicilia a portar cereali! I soldati prontamente ac- torre di guardia e scoprono colgono i naufraghi e danno loro delle cibarie, dei resti di animali marini, sche- vestiti e un giaciglio dove poter riposare dalle fati- letri di delfini e balenotteri e che. L’indomani, approfittando della cortesia di una mummie di tartarughe. E, do- guida, visitano l’isola da cima a fondo. po aver avvistato dall’alto un paesaggio meraviglioso, ridi- scendono lungo una scala a chiocciola dove c’è in bella mostra un veliero in miniatura, identico al loro Nor- man Adriatic, che è lì per ricordare le imprese dei prodi nel Mare Nostrum, culla delle civiltà. E riac- cendere la speranza che torni ad essere tale.
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