La legge in Tommaso d'Aquino: una archeologia del principio di legalità - Giampaolo Azzoni

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La legge in Tommaso d'Aquino: una archeologia del principio di legalità - Giampaolo Azzoni
Giampaolo Azzoni
   La legge in Tommaso d’Aquino:
una archeologia del principio di legalità
Tommaso d’Aquino

                            1225-1274

                            diritto naturale classico

                            vs.
                            antico

                            vs.
                            moderno

                            Summa Theologiae
                            Ia-IIae, qq. 90 ss.

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1.
    I costitutivi essenziali della legge

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1° costitutivo essenziale:
l’appartenenza della legge alla ragione

                            vs. volontà

  “affinché la volizione di quanto viene comandato abbia natura
        di legge è necessario che sia regolata dalla ragione.
  E in questo senso è vero che la volontà del principe ha vigore
  di legge: altrimenti la volontà del principe, più che una legge,
                         sarebbe un‘iniquità”

      “Sed voluntas de his quae imperantur, ad hoc quod legis
     rationem habeat, oportet quod sit aliqua ratione regulata.
   Et hoc modo intelligitur quod voluntas principis habet vigorem
    legis, alioquin voluntas principis magis esset iniquitas quam
                                 lex.”

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2° costitutivo essenziale:
l’ordinazione della legge al bene comune

                            societas perfecta

         “la comunità o società perfetta è quella politica, come
                insegna ancora Aristotele [Polit. 1, 1].”

  “Come il bene dell‘uomo singolo non è l‘ultimo fine, ma viene
   ordinato al bene comune, così il bene di ciascuna famiglia è
     ordinato al bene dello stato, che è la comunità perfetta.
  Chi dunque governa una famiglia ha il potere di dare comandi
   e regolamenti; tuttavia essi propriamente non hanno vigore
                             di leggi.”

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3° costitutivo essenziale:
insufficienza della ragione di un privato per creare una legge

                              popolo

   “La legge in senso proprio, primario e principale dice ordine al
                            bene comune.
    Ora, indirizzare una cosa al bene comune spetta o a tutto il
                      popolo o a chi ne fa le veci.
    Perciò fare le leggi spetta o all‘intero popolo, o alla persona
     pubblica che ha cura di esso. Poiché ordinare al fine spetta
        sempre a colui che riguarda tale fine come proprio.”

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4° costitutivo essenziale:
necessità della promulgazione/pubblicazione

  “Perché una legge abbia la forza di obbligare, il che è la sua
  caratteristica, è necessario che venga applicata a coloro che
                    devono regolarsi su di essa.

 Ora, tale applicazione avviene portando la legge a conoscenza
             di costoro mediante la promulgazione.

  Quindi la promulgazione è necessaria perché la legge abbia il
                         suo vigore.”

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La definizione di legge in Summa Theologiae

        “un comando della ragione ordinato al bene comune,
          promulgato da chi è incaricato di una collettività”

    “quaedam rationis ordinatio ad bonum commune, ab eo qui
            curam communitatis habet, promulgata”

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2.
                            I tipi di legge

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1. Legge eterna

                                2. Legge naturale

                            3.1. Legge positiva divina
                            3.2. Legge positiva umana

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Lex aeterna vs. lex naturalis

  La distinzione tra lex aeterna e lex naturalis segna una cesura
  tra il pensiero di Tommaso ed il pensiero stoico

  Ma ancora più importante è la cesura che la distinzione tra lex
  aeterna e lex naturalis segna tra il pensiero di Tommaso e il
  giusnaturalismo moderno

  Il giusnaturalismo moderno può essere letto come una
  secolarizzazione della lex aeterna e, insieme, una
  eliminazione della lex naturalis

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Lex aeterna

  “la lex aeterna non è altro che la ragione [“ratio”] della divina
  sapienza, in quanto è direttiva di tutti gli atti e movimenti”;
  pertanto essa è “come la ragione di Dio”

  la lex aeterna, in quanto tale, è per noi ignota poiché essa si
  trova nella mente divina

  ogni creatura razionale, allo stesso modo in cui conosce in
  qualche modo la verità, conosce anche la lex aeterna almeno
  quanto ai principî comuni della lex naturalis

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Lex naturalis

  la partecipazione della lex aeterna nella creatura razionale
  “participatio legis aeternae in rationali creatura”

  nella differenza tra lex aeterna e lex naturalis si apre lo
  spazio per la libertà dell’uomo e per l’apertura della sua
  storia (con le relative possibilità di evoluzione o declino),
  insieme alla consapevolezza della fallibilità della ragione
  umana e dei limiti strutturalmente propri di ogni attività
  normativa
  una concezione del diritto naturale nella quale siano
  tomisticamente compresenti lex aeterna e lex naturalis
  appare coerente con una moderna società liberale.

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Precetti primi vs. precetti secondi della lex naturalis

  mentre i precetti primi hanno per sé stessi forza coattiva di
  precetto, invece le norme della lex naturalis prescritte in
  quanto derivate dai principî primi della lex naturalis non
  hanno per sé stesse forza coattiva di precetto se non dopo
  che siano state sancite dalla legge divina o umana

  e tra queste norme derivate Tommaso pone anche la norma
  che prescrive la monogamia e quella che prescrive
  l’indissolubilità del matrimonio

  nella reazione al volontarismo di impronta scotista, gli
  interpreti tomisti, come Caietano (1468-1534) e Francisco de
  Vitoria (1483-1546), attenuarono la differenza tra precetti
  primi e precetti secondi considerando entrambi come
  incondizionatamente valevoli: grave errore ermeneutico

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Caratteristiche della lex naturalis

                             NELLO SPAZIO
          assolutezza vs. relatività della legge naturale
         la lex naturalis è la medesima presso tutti gli uomini
                 riguardo ai suoi primi principî comuni

                              NEL TEMPO
         immutabilità vs. mutabilità della legge naturale
         La lex naturalis può sempre essere mutata mediante
                      l’aggiunta di nuove norme

      Poiché la natura umana “non è immutabile come quella
   divina”, “le norme di diritto naturale variano secondo gli stati
                    e le condizioni degli uomini”

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Naturalità e storicità del diritto

  Rudolf Stammler (1856-1938): “diritto naturale a contenuto
  variabile” ripreso con originali variazioni da Raymond Saleilles
  (1865-1912)

  Georges Renard (1876-1943): “droit naturel à contenu
  progressif”

  Alfred Verdroß (1890-1980): ha contrapposto diritto naturale
  statico e diritto naturale dinamico ed ha riproposto la
  distinzione tra “diritto naturale primario” e “diritto naturale
  secondario”

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Naturalità e storicità del diritto

  Paul Foriers (collega e collaboratore di Chaïm Perelman):
  “droit naturel positif”

  Giuseppe Capograssi (1889-1956): “diritto naturale vigente”

  Sergio Cotta (1920-2007): sviluppò ampiamente il concetto di
  “diritto naturale vigente” insieme alla distinzione, da lui
  proposta, di “diritto naturale relativo” e “diritto naturale
  assoluto”

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Lex humana

  integrazione necessaria della lex naturalis

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Il “positivismo” di Tommaso

  Quando la legge umana non si uniforma alla retta ragione,
  essa non ha ragione di legge [“non habet rationem legis”],
  ma piuttosto di una certa violenza [“sed magis violentiae
  cuiusdam” ]

  Ma ciò rileva solo nei casi di antinomia con i principî comuni
  della lex naturalis da tutti conosciuti o, al più, con le
  conseguenze di essi che gli uomini migliori possono trarre con
  sicurezza

  In tutti gli altri casi, l’iniquità oggettiva (rispetto alla retta
  ragione che è interamente solo nella lex aeterna) non può
  costituire il criterio per decidere del dovere di osservanza di
  una legge umana

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Il criterio decisivo diventa quello della legittimità della fonte
                           della legge umana

      La stessa legge iniqua è detta derivare dalla lex aeterna
                       [“derivatur a lege aeterna”]
      nella misura in cui conserva qualche somiglianza di legge
         [“inquantum servatur aliquid de similitudine legis”]
              in virtù dell’ordine dell’autorità che la pone
          [“propter ordinem potestatis eius qui legem fert”].

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Limiti al dovere di mutare la legge umana

  Pertanto la legge umana va cambiata solo quando il vantaggio
  che deriva dalla posizione di una nuova migliore disciplina
  compensi almeno il danno che deriva dal mutamento.

  Pur essendo, sia il diritto sia le tecniche, scoperte della
  ragione umana, mentre se nelle tecniche si trova qualcosa di
  meglio, si abbandonano le acquisizioni precedenti, questo non
  succede per il diritto.

  Le tecniche derivano l’intera loro efficacia dalla ragione [“ex
  sola ratione”], mentre, come aveva già scritto Aristotele, le
  leggi ottengono il massimo vigore dalla consuetudine.

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Per approfondire

  Lex aeterna e lex naturalis: attualità di una distinzione
  concettuale

   http://cfs.unipv.it/

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