La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria

Pagina creata da Federica Catalano
 
CONTINUA A LEGGERE
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
la guida
degli azzurri
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
Parola d’ordine: riscatto. Le Olimpiadi invernali di PyeongChang
2018 devono rappresentare la svolta per la spedizione italiana, reduce
da due edizioni davvero deludenti. A Vancouver 2010, a salvare i colori
azzurri fu Giuliano Razzoli, medaglia d’oro nello slalom speciale. L’u-
nico acuto di un’Olimpiade davvero nefasta che ha visto la nostra na-
zionale chiudere il medagliere al 16° posto, con 5 podi complessivi. Un
bottino misero al quale si sarebbe poi andato ad aggiungere quello di
Sochi 2014: più titoli, 8 in tutto, ma zero ori e un pessimo 22° posto nel
medagliere. Una vera e propria onta per la storia dello sport italiano.
In Corea del Sud i risultati dovranno ragionevolmente essere diversi.
Se guardiamo alle ultime 3 rassegne, per rientrare nella top 10 l’Italia
dovrà vincere non meno di 3 ori, preferibilmente 4. Basti pensare che a
Torino 2006, con 5 primi posti a fronte di 11 medaglie complessive, la
spedizione di casa arrivò nona, mettendo in scena prestazioni ammire-
voli nel pattinaggio, nello slittino e nello sci di fondo ma fallendo nello
sci alpino. Ed è proprio dallo sci alpino che deve arrivare la riscossa in
questo 2018: Sofia Goggia, Federica Brignone, Christof Innerhofer,
Peter Fill e Dominik Paris saranno le punte di diamante della “valanga
azzurra” che nella stagione 2016/2017 è tornata a ruggire con il record
dei 43 podi conquistati nella stagione di Coppa del Mondo. Impossibile
non nutrire aspettative anche nello short track, con la portabandiera
Arianna Fontana alla quarta Olimpiade della carriera. Un’edizione nel-
la quale l’atleta lombarda proverà a puntare al metallo più pregiato, che
finora le è sempre sfuggito (1 argento e 4 bronzi nel suo palmarès). Al di
là dei risultati dei nostri connazionali, quel che è certo è che la prossima
rassegna invernale a cinque cerchi sarà diversa dalle precedenti. Non
ci sarà la Russia, travolta dalla valanga del doping per la quale è stata
estromessa come paese, fatta salva la partecipazione di alcuni atleti che
prenderanno parte alle gare sotto la bandiera olimpica e solo dopo aver
dimostrato in modo tangibile la loro totale estraneità ai fatti. Saranno
inoltre le Olimpiadi dei pochi biglietti venduti e degli spalti, forse, un
po’ troppo vuoti, due fattori non di certo agevolati dalla vicinanza con la
Corea del Nord e dalla lontananza geografica con i continenti (Europa

                                                                               2
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
e Nord America) dalla maggiore tradizione sciistica. Saranno infine le
Olimpiadi “smontabili”, con lo stadio Olimpico di PyeongChang, dalla
tanto insolita quanto suggestiva forma pentagonale, che sparirà non
appena saranno terminati i Giochi Paralimpici a marzo. La palla ora
passa ai protagonisti in scena sulle piste e nei palazzetti: spetterà a loro
il compito di rendere questa edizione ugualmente memorabile e degna
di nota.

                                                                               3
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
Indice

BIATHLON..............................................................................................................................................................        pag 6
   intervista a Dominik Windisch ..............................................................................................................                               pag 8
Bob........................................................................................................................................................................   pag 10
COMBINATA NORDICA.........................................................................................................................................                    pag 11
   intervista a Samuel Costa.....................................................................................................................                             pag 13
CURLING................................................................................................................................................................       pag 15
   intervista a Joël Retornaz....................................................................................................................                             pag 17
FREESTYLE...........................................................................................................................................................          pag 19
HOCKEY SU GHIACCIO.........................................................................................................................................                   pag 20
PATTINAGGIO DI FIGURA.....................................................................................................................................                    pag 22
PATTINAGGIO DI VELOCITA’................................................................................................................................                      pag 24
  intervista a Nicola Tumolero................................................................................................................                                pag 26
SALTO CON GLI SCI...............................................................................................................................................              pag 28
SCI ALPINO............................................................................................................................................................        pag 30
   intervista a Federica Brignone............................................................................................................                                 pag 32
SCI DI FONDO........................................................................................................................................................          pag 34
SHORT TRACK......................................................................................................................................................             pag 36
   intervista ad Arianna Fontana............................................................................................................                                  pag 38
SKELETON.............................................................................................................................................................         pag 40
SLITTINO................................................................................................................................................................      pag 42
sNOWBOARD........................................................................................................................................................             pag 44
   intervista a Michela Moioli....................................................................................................................                            pag 46
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
Le discipline
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
BIATHLON
Il biathlon è uno sport invernale che, come suggeriscono le radici latina (bi: due) e
greca (athlon: gara) si costituisce, all’interno della medesima competizione, di due
specialità differenti: sci di fondo e tiro a segno con la carabina. Gli atleti, infatti,
sono chiamati a compiere quanto più velocemente un determinato percorso sugli
sci, sostando, contestualmente, ad una serie di postazioni di tiro; ed ogni errore
alla carabina comporta una penalità.
Il biathlon, a sua volta, si costituisce di sei differenti tipi di gara: l’individuale,
l’inseguimento, la sprint, la partenza in linea, la staffetta e la staffetta mista. Nella
gara individuale, la più antica, gli atleti partono ogni trenta secondi per affrontare
quattro postazioni (ogni errore comporta una penalità di un minuto; si tira, alter-
nando, in piedi e a terra) e un percorso di 20km per gli atleti e 15km per le atlete.
Rispetto all’individuale, la gara sprint si presenta: più corta (10km e 7,5km), con
meno sessioni di tiro (due: prima a terra e poi in piedi), le cui penalità consistono
nell’aggiunta non di secondi, ma di 150m. Nell’inseguimento, invece, sessanta at-
leti hanno diritto partire per primi (ordine e dilazione di partenza vengono decisi
in base al risultato d’una gara precedente): il percorso si compone di 12,5km e
10km, quattro postazioni (due in piedi, due a terra, con penalità da 150m ciascuna).
Nella partenza in linea, invece, i biatleti (o biatlete) partono all’unisono, dovendo
affrontare 15km (o 12,5km), nonché quattro postazioni (in egual misura a terra e
in piedi, con 150m di penalità all’errore). Nella staffetta 4x7,5km, invece, atleti di
medesimo sesso e nazionalità competono sulla medesima distanza, con due posta-
zioni ciascuno (ogni atleta dispone di otto colpi per cinque bersagli; 150m le pena-
lità eventuali). La staffetta mista si differenzia, oltre che per la partecipazione di
due atleti per sesso, membri della medesima nazionale, per le differenti lunghezze
da percorrere: 7,5km per ciascun uomo, 6km per ciascuna donna.

                                                                                      6
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
LA FORZA DEL GRUPPO E QUELLA DI DOROTHEA WIERER
La squadra di biathlon della FISI, la Federazione Italiana Sport Invernali, si pre-
senta ben compatta e coesa, nonché poliedrica ed eterogenea, annoverando tra le
proprie fila atleti dalla differente “specializzazione”, nonché giovani dall’innegabile
talento, già pronti per i massimi palcoscenici (Alexia Runggaldier e Lisa Vittozzi
su tutti, ma anche Thomas Bormolini e Federica Sanfilippo).

       LA STELLA
            La stella del biathlon azzurro è sicuramente Dorothea Wierer: bronzo
              olimpico a Sochi 2014 nella staffetta mista (con Karin Oberhofer,
                Lukas Hofer e Dominik Windisch), argento mondiale a Oslo
                2016 nell’inseguimento, due volte bronzo mondiale nella staffetta,
                nonché vincitrice della Coppa del Mondo 2016 nella specialità
               individuale (competizione nella quale vanta ben venticinque podi,
             di cui quattro vittorie), anno nel quale, miglior risultato in carriera, si
          classificò terza nella classifica generale.
    Dorothea, classe ‘90 di Brunico, nella Coppa del Mondo 2017 si è classificata
quinta nella generale (così nelle classifiche dell’inseguimento e della partenza in
linea), come l’Italia tra le nazioni (spicca, poi, il terzo posto di Alexia Runggaldier
nelle gare della specialità individuale), confermandosi tra le migliori al mondo nella
disciplina.

                                                                                     7
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
intervista a dominik windisch
Coppa del Mondo 2017/2018: come giudichi il tuo inizio e quello del gruppo?
Come squadra siamo partiti molto bene: stiamo dimostrando che siamo ad un
livello alto e possiamo giocarcela anche contro i migliori. Il mio inizio, invece, è
stato un po’ così, con alti e bassi: ma sono contento, so dove devo lavorare. Guardo
avanti e sono fiducioso.
Chi ti sono sembrati gli atleti più in forma?
Tra gli azzurri Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer e Lukas Hofer. Quanto alle altre nazio-
ni, oltre ai soliti Martin Fourcade e Johannes Bø, ci sono un sacco di ottimi atleti;
questo è il biathlon: il livello è tale per cui tutti i migliori quaranta possono andare
a podio, oppure vincere.
           L’inizio di stagione racconta d’un gruppo con esperienza, che tutta-
               via non rinuncia al rinnovamente; sbaglio?
                 Secondo me è un lavoro continuo, costante. Io e Lukas [Hofer, ndr]
                  abbiamo imparato tanto da [Christian, ndr] De Lorenzi e Markus
                   Windisch, mio fratello, e ora che siamo noi due “i vecchietti” del
                   gruppo cerchiamo di dare qualche consiglio ai nostri giovani. Stan-
                  no crescendo e faranno ancora un ulteriore step in avanti: l’Italia
                 diventa sempre più forte.
              L’ultima medaglia di un biatleta italiano ai Giochi porta la tua fir-
         ma, oltre a quelle di Hofer, Oberhof e Wierer. Che cosa ti aspetti da
questa edizione delle Olimpiadi?
Sì, è già bello che abbiamo fatto medaglia a Soci, quindi [ride, ndr] non è che ne
aspetto un’altra. Ovvio, ogni gara cerco di partire per far medaglia, però non è che
vado a casa deluso se non faccio medaglia. In fondo non ho fatto un podio in singo-
lo quest’anno, quindi non puoi andar lì aspettandoti il podio… Devi essere realista,
conoscere il tuo livello. Diciamo: è possibile, però non è obbligatorio. Vado in Corea
del Sud per divertirmi, per godermi le Olimpiadi e poi vediamo cosa succederà.
In quale momento della carriera di Dominik Windisch arrivano queste Olim-
piadi?
Spero in un buon momento: la forma è buona e al tiro, ultimamente, sto facendo
delle belle serie, quindi non è che vada tutto male. Però, ovviamente, non ho la
costanza dell’anno scorso, ma continuo a lavorare. Questo è il biathlon: nulla è
sempre uguale, bisogna sempre lavorare, mai mollare, mai essere appagati.

                                                                                     8
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
Ci racconteresti un aneddoto sulla tua carriera?
Posso raccontarti un aneddoto sulla scorsa Olimpiade [Soci 2014, ndr]: per evitare
di pensare ho iniziato a guardare la serie televisiva “Friends” e, sì, ho continuato
a guardarla per tutto il giorno, per avere altri pensieri, e alla fine ho finito tutte e
dieci le stagioni in due settimane [ride, ndr].
PyeongChang 2018: un obiettivo e qualcosa che credi sia utile non dimenti-
care mai.
L’obiettivo è andar lì e far bene, però, comunque, sono realista, e mi godo l’Olim-
piade. Quello che secondo me è utile non dimenticarsi mai è che è già un gran cosa
arrivar lì, perchè conosco tantissima gente che ha provato e non è mai arrivata a
questa possibilità: è un traguardo importante.

                                                                                     9
La guida degli azzurri - Azzurri di Gloria
BOB
Non sono più gli anni d’oro del grande Eugenio Monti capace di far appas-
sionare tanti italiani ad uno sport come il bob, abile e veloce sulle piste tan-
to da conquistare 11 medaglie d’oro ai campionati mondiali e 6 medaglie
olimpiche, 2 d’oro, 2 d’argento e 2 di bronzo. Capace anche di grandissimi
gesti di sportività come privarsi di un bullone, togliendolo dal suo mezzo
per darlo ad un avversario che non lo aveva e di fatto regalargli la vittoria,
accontentandosi del gradino più basso del podio.
Ora il bob italiano non riesce più ad avvicinarsi ai grandi successi del pas-
sato e deve accontentarsi di guardare gli avversari darsi battaglia per le
medaglie che contano, ma con la convinzione che il lavoro ripagherà tutti
gli sforzi di atleti e addetti ai lavori.
Il bob sarà una delle quindici discipline protagoniste ai Giochi Olimpici
Invernali di PyeongChang 2018, ed assegnerà un totale di tre medaglie
d’oro: bob a due maschile, bob a due femminile e bob a quattro fem-
minile.
A decidere la distribuzione delle quote, per un massimo di 170, saranno i
ranking IBSF aggiornati al 14 gennaio 2018 (questi tengono conto dei risul-
tati della Coppa del Mondo e dei circuiti continentali europeo e nordameri-
cano). Potranno qualificarsi ventinove equipaggi per ciascuna gara maschi-
le e diciannove equipaggi per quella femminile, con un massimo di tre team
per Paese. In qualità di nazionale di casa, la Corea del Sud è sicura di poter
schierare almeno un equipaggio per gara.
Per quanto concerne i favoriti alla vittoria della medaglia d’oro in questa
categoria sono sicuramente la Germania, gli USA e il Canada, ma atten-
zione perché un minimo errore in fase di spinta o in pista può davvero
far cambiare tutti gli scenari possibili con sorprese che nessuno mai si po-
trebbe aspettare, come anche la Coppa del Mondo ci ha riservato nei mesi
precedenti.

                                                                               10
COMBINATA NORDICA
La combinata nordica è una delle poche discipline che resiste sin dalla pri-
ma edizione delle Olimpiadi Invernali, cioè quella di Chamonix-Mont-Blanc
1924. Specialità ancora riservata ai soli uomini, si basa sulla modalità Gun-
dersen: non è altro che una combinazione differente di due discipline in-
vernali, nella quale la prima è necessaria per stabilire un ordine di parten-
za, mentre la seconda serve per stabilire la classifica finale in una gara ad
inseguimento.
Alle Olimpiadi invernali la combinata nordica si presenta in tre gare dif-
ferenti: una prima Gundersen che vede un trampolino corto e una fondo
da 10 km, una seconda che vede un trampolino lungo e sempre una 10 km,
ed infine una staffetta 4x10km a squadre. Nelle prime gare partecipano tut-
ti i combinatisti iscritti alle Olimpiadi, mentre nella staffetta solo le squadre
nazionali che raggiungono i 4 atleti.
La spedizione azzurra sarà quasi sicuramente composta da quattro atleti,
anche se la certezza arriverà solamente a pochi giorni dall’inizio della ma-
nifestazione (21 gennaio 2018), quando il ranking del biennio 2017-2018
sarà definito e da questo si potranno definire i partecipanti all’olimpiade
(55 in totale, massimo 5 per nazione). Gli atleti che certamente partecipe-
ranno saranno Alessandro Pittin (la punta di diamante degli azzurri nella
specialità) e Raffaele Buzzi, mentre ci sono ancora da definire le posizioni
di Lukas Runggaldier, Armin Bauer e Manuel Maierhofer. Questi com-
binatisti hanno già preso parte a diverse tappe della Coppa del Mondo, ma
ancora non hanno conquistato un posto stabile all’interno di questa mani-
festazione, dunque dovranno aspettare quella data per avere la sicurezza
di andare in Corea.
Certamente sarà assente uno degli atleti più talentuosi della Federazione
Italiana Sport Invernali, Samuel Costa. Il 25enne ha subito un brutto infor-
tunio al ginocchio seguito da una cura sbagliata che lo ha costretto a torna-
re sotto i ferri e a saltare quasi l’intera stagione sportiva della combinata
nordica, oltre che le Olimpiadi di PyeongChang 2018.

                                                                              11
LA STELLA
Per la spedizione azzurra, ovviamente la stella non può essere che Ales-
   sandro Pittin, unico nostro connazionale a riuscire a vincere una me-
      daglia in questa disciplina nella storia delle Olimpiadi Invernali. Rag-
        giunse questo traguardo nell’edizione di Vancouver 2010, quando
        il 27enne friulano conquistò la medaglia di bronzo nel trampolino
        corto. Risultato che non riuscì a ripetere nella successiva edizione
        di Sochi 2014, quando sfiorò il gradino più basso del podio, clas-
       sificandosi quarto sempre nel trampolino corto. L’esordio nella ma-
     nifestazione olimpica, invece, è da attribuirsi all’edizione casalinga di
   Torino 2006, dove assunse il ruolo di primo atleta assoluto. Quello nella
Coppa del Mondo è datato 2009.
Pittin è tesserato per le Fiamme Gialle, vanta inoltre una medaglia d’argen-
to ai Mondiali di Falun 2015, ben 4 ai Mondiali juniores e diversi piazzamen-
ti in tappe di Coppa del Mondo. Inoltre è il campione italiano in carica della
disciplina, avendo battuto a ottobre 2017 i compagni Bauer e Buzzi, giunti
rispettivamente secondo e terzo.
Riuscirà la nostra stella della combinata nordica a portare a casa un’altra
medaglia?

                                                                           12
intervista a Samuel Costa
Dopo un promettente inizio, un 2017 che si è rivelato sfortunato. A
che punto sei con il recupero dall’infortunio? Quando ti rivedremo in
gara?
Il recupero dopo quest’ultima operazione sta andando molto bene e sono
contento per questo. Per l’allenamento del fondo soprattutto. Il problema
rimane il salto perchè ancora non riesco a chiudere l’angolo fino alla fine.
Volendo potrei già partecipare agli eventi di fine stagione, ma ho scelto di
rimanere fermo e di preparare al meglio la prossima. È importante arrivare
a dicembre 2018 in perfetta forma.
        Come vedi i tuoi compagni di nazionale in questa stagione?
           Devo dire che il giovane Kostner sta facendo molto bene e l’ho vi-
             sto molto deciso e determinato nei suoi obbiettivi, visto anche
              il Mondiale Juniores che dovrà affrontare.
              Considerazione generale, come vedi il movimento italia-
             no di Combinata nordica al momento? Quali sono le pro-
            spettive per il futuro?
         Purtroppo il lavoro che viene fatto sul salto non è corretto e si
   nota bene come ogni anno vi sia un leggero peggioramento. Alessandro
Pittin è un caso a parte, perchè lui è un talento e in qualche maniera riesce
sempre a portare a casa qualche risultato, come il podio a Ramsau. Secon-
do me con lo staff giusto Alessandro potrebbe vincere tanto perché ha un
potenziale altissimo e ricordiamo che spesso negli anni passati è partito
nelle prime posizioni in CdM. Sarebbero da cambiare alcune cose, ma quel-
lo è lavoro dei direttori sportivi e della federazione di ascoltare gli atleti e
lavorare insieme a loro. Lo scorso anno scelsi di allenarmi da autodidatta
per il salto, un azzardo che poi si è rivelato vincente. Diciamo che anche i
giovani non hanno le adeguate motivazioni per poter emergere.

                                                                             13
Parliamo della combinata in sé, come si prepara un atleta per questa
disciplina?
Dopo la fine della stagione abbiamo vacanza fino ai primi di maggio quando
riparte l’allenamento. Si parte subito con il fondo con 20/25 ore settimanali,
per avere un’ottima preparazione fisica. A giugno si incomincia a saltare con
alcuni raduni estivi, per poi avere cicli di carico/scarico per entrambe le disci-
pline fino ad ottobre, parallelo a un grande lavoro in palestra.
Chi ritieni siano i favoriti per le 3 gare alle Olimpiadi?
 È un po’ difficile fare previsioni. Diciamo che nel trampolino corto i fondisti
   sono più avvantaggiati: un Frenzel o un Rydzek possano essere i favoriti.
      Su quello grande invece sono più i norvegesi quelli che possono fare
        meglio, considerando anche che il trampolino di PyeongChang è per
        “volatori”. Per la gara a squadre, che si terrà sempre sul trampolino
         grande, la battaglia sarà tra Norvegia e Germania per il primo posto.
        Quali sono le possibilità per la spedizione azzurra?
        Sul trampolino piccolo vedo Pittin come un possibile outsider, soprat-
     tutto se le condizioni meteo sono favorevoli potrebbe fare bene, magari
ottenendo un ottimo piazzamento. Per la gara a squadre la vedo molto gri-
gia che possano arrivare risultati pesanti a meno di stravolgimenti in questo
mese.

                                                                            14
Curling
Per la prima volta nella storia, il curling azzurro ha ottenuto la qualifica-
zione “sul campo” alle Olimpiadi invernali. La squadra maschile, formata da
Joël Retornaz (skip), Amos Mosaner (third), Andrea Pilzer (second), Da-
niele Ferrazza (lead) e Simone Gonin (alternate), ha conquistato il pass nel
torneo preolimpico giocato a Plzen in Repubblica Ceca (5-10 dicembre).
Agli azzurri è bastato vincere il primo turno di playoff, 6-5 alla Danimarca,
dopo aver chiuso la competizione al secondo posto nel round robin (dove, a
parte i danesi, hanno sfidato anche Repubblica Ceca, Finlandia, Germania,
Olanda, Russia e Cina). Sarà un 2018 ricco di appuntamenti per gli uomini:
prima di ottenere il pass per PyeongChang, gli azzurri infatti avevano otte-
nuto la qualificazione ai Mondiali di Las Vegas 2018 (in programma dal 31
marzo al 8 aprile prossimo). Una doppia soddisfazione per la Federazione
Italiana Sport del Ghiaccio che ha speso energie e risorse per favorire
la crescita di tutto il movimento azzurro. Danimarca dolce per gli uomini
e amara per le donne. La Nazionale di curling femminile, formata da
Diana Gaspari (skip), Verona Zappone (third), Stefania Constantini (se-
cond), Angela Romei (lead), Chiara Olivieri (alternate), ha visto sfumare la
qualificazione alle prossime Olimpiadi invernali proprio avendo perso con
le danesi per 5-4 nel secondo playoff del torneo preolimpico (le ragazze
avevano chiuso il round robin in prima posizione). Una grossa delusione
dopo il successo ottenuto agli Europei di San Gallo 2017, dove le azzurre
hanno conquistato uno storico bronzo, terza medaglia continentale (dopo
gli argenti di Kirkcaldy 1982 e di Basilea 2006). La qualificazione centrata
dagli uomini e quella solo sfiorata dalle donne sono lì a manifestare co-
munque la crescita del nostro curling, avvenuta grazie anche al grande la-
voro fatto dal direttore tecnico Marco Mariani in collaborazione con Soren
Gran, allenatore della Nazionale maschile, e con Violetta Caldart, mister
di quella femminile.

                                                                          15
LA STELLA
La stella della Nazionale maschile di curling è senza dubbio lo skip Joël
Retornaz. Il 34enne si è guadagnato le luci della ribalta alle Olimpiadi di
Torino 2006 insieme una squadra di semi-professionisti: in quell’occasione
       la nostra Nazionale, qualificata ai Giochi in qualità di Paese ospi-
            tante, collezionò importanti vittorie contro squadre di grande
             tradizione come Canada, Stati Uniti e Germania. Joël Retor-
              naz, che ha vissuto sulla sua pelle la mancata qualificazione
              a Vancouver 2010 e Sochi 2014, farà da trait-d’union tra l’e-
              sordio del 2006 e la prima volta da qualificata “sul campo” del
             2018. “È la prima volta che raggiungiamo i Giochi giocandocela
           sul ghiaccio, senza il vantaggio di essere Paese ospitante, e que-
      sto dà l’idea della nostra impresa. – ha dichiarato lo skip – Abbiamo
vinto le partite giuste e ce lo siamo meritati, è il giorno più importante della
mia carriera”. Joël voleva che i suoi compagni di squadra potessero provare
che lui aveva provato a Torino 12 anni fa ed è stato accontentato.

                                                                             16
Intervista a Joël Retornaz
Joël, che cosa avete provato dopo questo storico risultato?
Abbiamo scritto la storia di questo sport. Ne siamo onorati: riuscire a
qualificarci “sul ghiaccio” e non come Paese ospitante ha tutto un altro sa-
pore rispetto a quanto accaduto nel 2006. E io sono felice di poter giocare
un’altra Olimpiade nella mia carriera.
Nel challenge di Plzen avete vinto la prima sfida dei playoff con la
Danimarca per 6-5…
Entrambe ci giocavamo la prima delle due opportunità per andare ai
Giochi. Qualora avessimo perso, avremmo avuto una seconda opportunità
contro la Repubblica Ceca. Doversela giocare all’ultima partita disponibile
però sarebbe stato un po’ più duro.
La Danimarca è stata amara per le donne invece…
Peccato, sarebbe stata una grandissima doppietta. Le ragazze però non
sono state fortunate. Erano testa di serie al challenge olimpico e avevano
    vinto la medaglia di bronzo agli Europei di San Gallo. Purtroppo, han-
          no perso contro le danesi una partita giocata colpo su colpo.
            Nella Nazionale maschile, per la prima volta, sono stati
              convocati i giocatori migliori del campionato e non tutti
              quelli della squadra campione. La considera la mossa
              vincente?
              La Federazione ha costruito uno staff di primo livello a par-
            tire da Marco Mariani, storico compagno di squadra del team
        di Torino, diventato il direttore tecnico della Nazionale. E poi c’è
 Soren Gran, un allenatore di primo livello che vanta già partecipazioni ai
Giochi: questa sarà la sesta per lui, ottenuta con il quarto Paese diverso.
Un applauso va anche ai mental coach. La svolta epocale di selezionare i
migliori atleti ha influito: i ragazzi hanno disputato degli ottimi Europei e
sono riusciti ad agguantare una storica qualificazione olimpica.

                                                                            17
Joël farai da trait d’union tra 2006 e 2018. Hai cambiato un look da
allora: lo hai fatto per scaramanzia?
Sono passati 12 anni: un cambio di look ci può stare. La barba mi sta ac-
compagnando in questo momento della mia vita. A Torino i miei occhialini
sembravano una trovata mediatica, ma non lo erano: a 22 anni io ero quel
ragazzo. Ero semplice, sono rimasto semplice.
Che cosa ti aspetti da queste Olimpiadi?
Sarebbe un successo riuscire a migliorare la prestazione di 12 anni fa.
Riuscire ad agguantare tante vittorie non sarà facile, ma la consapevolez-
za di poter far bene c’è. La qualificazione ottenuta sul ghiaccio ci fa ben
sperare. La qualificazione al Mondiale di Las Vegas 2018 ci dice che siamo
tra le migliori del mondo. In Corea faremo del nostro meglio.
Questa qualificazione è una rivincita per il vostro sport?
Non c’è consenso al 100% quando si parla di curling. Sui social leggo
spesso che questo non è uno sport. Non mi dà fastidio sentirlo dire: la
gente parla di noi in ogni caso, significa che c’è interesse. Le Olimpiadi
danno visibilità: nei mesi successivi bisogna lavorare tanto per finire nel
dimenticatoio.

                                                                              18
freestyle
Con l’edizione di PyeongChang 2018, il freestyle compirà trent’anni di
presenza ai Giochi olimpici invernali: nell’edizione di Calgary 1988, questo
sport approdò nel mondo delle Olimpiadi, articolandosi in un numero sem-
pre maggiore di discipline nel corso degli anni. La primissima introdotta
era quella delle gobbe, nella quale gli atleti discendono una pista piena di
dossi artificiali con gli sci. Da Lillehammer 1994 c’è stato spazio anche per
i salti (o aerials), veri e propri giochi di destrezza aerei effettuati sciando su
trampolini innevati. Le discipline più recenti e più praticate sono invece:
- ski cross (introdotto solo 8 anni fa ai Giochi olimpici di Vancouver), consi-
stente in una gara sciistica molto tecnica e spettacolare lungo un percorso
artificiale;
- halfpipe (presente dalla scorsa edizione a Soči), che si svolge su una ram-
pa semicircolare di neve;
- slopestyle, introdotto anch’esso nell’ultima edizione del 2014, incentrato
su acrobazie in discesa agevolate da rampe e ostacoli di vario genere.
L’Italia è fino a questo momento del tutto assente nel medagliere olimpico
di questa disciplina, ancora giovane e poco diffusa. In questi soli trent’anni
di storia del freestyle, sono gli Stati Uniti ad aver vinto di più (21 meda-
glie), seguiti dal Canada (18) e dall’Australia (7). Sebbene negli ultimi anni
il freestyle azzurro stia crescendo, non è ancora molto concreta la possibi-
lità di arrivare a vincere medaglie a PyeongChang, anche se la competizione
rappresenterà di certo un momento importante per questa disciplina, non-
ché un importante banco di prova e di crescita per i nostri connazionali, su
tutti Stefan Thanei, Andrea Tonon e Siegmar Klotz nello ski cross e Ralph
Welponer, Christof Schenk e Igor Lastei nello slopestyle.

                                                                               19
hockey su ghiaccio
L’Italia non ci sarà, ma i due tornei di hockey ghiaccio che si svolgeranno
in Corea, quello maschile e quello femminile, terranno sicuramente incol-
lati agli schermi gli appassionati di questo sport. Non mancheranno, in-
fatti, le migliori nazionali del mondo: mancheranno i giocatori della NHL,
la lega nordamericana che raccoglie le migliori stelle di questo sport non
lascerà partire i suoi giocatori (non accadeva dal 1994). Discorso diverso
per la KHL, la massima competizione continentale europea, la quale, dopo
aver minacciato di seguire l’esempio della NHL, ha deciso di dare il nulla
osta ai suoi atleti. L’Olimpiade sarà quindi l’occasione per vedere all’opera
diversi giocatori interessanti. Ad ogni modo, le squadre che occupano le
prime otto posizioni del ranking IIHF sono qualificate d’ufficio, per questo
prenderanno parte alla rassegna olimpica Svezia, Finlandia, Canada, Stati
Uniti, Repubblica Ceca, Svizzera e Slovacchia. Si sono qualificate invece
Slovenia, Germania e Norvegia; la Corea del Sud parteciperà in quanto
Paese ospitante. Le nazionali, divise in tre gironi, si affronteranno in un
girone all’italiana di sola andata: al termine di questa prima fase, verrà sti-
lata una classifica complessiva e le prime quattro andranno direttamente
ai quarti, mentre le squadre dalla quinta alla dodicesima passeranno dai
playoff per cercare di raggiungere la fase a eliminazione diretta. Le partite
del torneo maschile verranno giocate, tra il 13 e il 25 febbraio, nello stadio
di Gangneung da 10mila posti.
Per il torneo femminile, ci saranno invece Stati Uniti, Canada, Finlandia
e Svezia (qualificate d’ufficio), Giappone e Svizzera (passate attraverso le
eliminatorie) e la Corea del Sud (ospitante). Le squadre, divise in due gironi
all’italiana, dovranno lottare per raggiungere uno dei due primi posti: solo
così potranno accedere alle semifinali. L’impianto di Kwandong da 6mila
posti ospiterà il torneo tra il 10 e il 22 febbraio.

                                                                            20
Un discorso particolare va fatto per la Russia, nazionale che rientra nel
gruppo delle migliori del mondo: la formazione erede della storica com-
pagine sovietica, infatti, è stata travolta dallo scandalo legato al doping di
Stato. Come tutti gli atleti russi che prenderanno parte ai Giochi olimpici
di PyeongChang, anche la squadra di hockey è stata colpita dall’esclusione
voluta dal CIO. I giocatori russi saranno comunque presenti in Corea del
Sud con un team neutrale chiamato OAR (Olympic Athlete from Russia).
In questo caso, potranno partecipare solo i giocatori ritenuti idonei, cioè
quegli atleti che risulteranno estranei in tutto e per tutto al caso doping e
che supereranno i test preolimpici.

                                                                           21
Pattinaggio di figura
Due medaglie, entrambe di bronzo e in due specialità differenti, danza e
artistico femminile. Questo lo scarno bottino dell’Italia alle Olimpiadi In-
vernali nel pattinaggio artistico, che ha dovuto attendere i primi Giochi
Olimpici del nuovo millennio, quelli di Salt Lake City del 2002, per vedere
la bandiera tricolore sul podio con la coppia Barbara Fusar-Poli e Mauri-
zio Margaglio. La seconda medaglia è quella di Carolina Kostner a Sochi
2014. Quest’anno l’Italia si presenta alle Olimpiadi di PyeonChang 2018
con ben 7 posti e per la terza volta avrà rappresentanti per tutte le gare in
programma, parteciperà inoltre al team event. A regalare l’ultimo pass a
cinque cerchi al team azzurro è stato Matteo Rizzo con il suo piazzamen-
to di Oberstdorf. Il pattinatore dell’IceLab di Bergamo è arrivato quarto al
Nebelhorn Trophy (Germania), quinta tappa del circuito Challenger Series
e ultima prova di qualificazione olimpica. La Federazione italiana ha quindi
a disposizione un posto per la gara maschile, due per quella femminile,
due coppie di danza e due coppie di artistico, eguagliando il numero di at-
leti partecipanti alle Olimpiadi in Russia. I nominativi degli atleti selezionati
sono stati ufficializzati dopo i Campionati nazionali di metà dicembre in
scena a Milano: Carolina Kostner e Giada Russo (femminile), Anna Cap-
pellini/Luca Lanotte e Charlene Guignard/Marco Fabbri nella danza,
Valentina Marchei/Ondrej Hotarek e Nicole Della Monica/Matteo Gua-
rise per le coppie. Il settore maschile ha visto un vero testa a testa tra Mat-
teo Rizzo, forte dei punteggi ottenuti nel Lombardia Trophy e nella prova
di qualificazione olimpica e Ivan Righini. A salire sull’aereo diretto in Corea
è però Rizzo, premiato per il pass ottenuto in Germania. Quali sono però
le reali possibilità di medaglia per gli azzurri? Per i risultati visti in stagione
la sola a poter aspirare al podio è Carolina Kostner, mentre difficile pen-
sare in un piazzamento tra i primi tre nella danza nonostante il potenziale
espresso dalla coppia Cappellini-Lanotte. Nell’artistico coppie si cercherà
di entrare nella top 10, mentre per l’individuale maschile l’accesso alla
finale sarebbe già un risultato importante.

                                                                                22
LE STELLE
Carolina Kostner avrà l’occasione di raggiungere un’impresa storica,
portare all’Italia la sua terza medaglia e salire sul podio due volte in due
     Olimpiadi. A sfiorare il traguardo erano stati Barbara Fusar-Poli e
        Maurizio Margaglio dopo il bronzo di Salt Lake City 2002 e partiti
          come grandi favoriti a Torino 2006, a negare il podio alla coppia
            un sollevamento sbagliato proprio all’ultimo del libero. Carolina
            ha un programma che permette di sperare in un risultato im-
             portante, come già visto alle finali di Nagoya del Grand Prix
             e nel corso della stagione a fare la differenza tra una medaglia
            o meno sono i dettagli. Il quarto posto in Giappone è stato il
        frutto anche di due errori che hanno tolto punti fondamentali,
ma al netto di una prestazione senza sbavature il podio è un traguardo
raggiungibile.

Cappellini-Lanotte, La coppia azzurra è alla sua terza rassegna a cinque
cerchi e ha il potenziale per fare bene, ma l’infortunio di Anna ha ritardato
la preparazione e si è notato il gap con gli avversari nelle tappe del Grand
       Prix, nonostante un bronzo a Osaka e un argento a Lake Placid che
            gli hanno permesso di essere presenti alle finali di Nagoya. Se
             infatti lo short program sembra essere al momento il punto
             di forza della coppia, che è riuscita ad andare sempre oltre i
             70 punti, non si può dire lo stesso per il libero. La performance
            sulle musiche de “La vita è bella” non ha avuto il riscontro spe-
        rato nei giudizi, con il livello di difficoltà nei sollevamenti valutato
  sotto le aspettative. A meno di clamorose sorprese inoltre la corsa al po-
dio si gioca su due soli gradini, i francesi Gabriella Papadakis e Guillau-
me Cizeron infatti sembrano destinati alla medaglia d’oro dopo aver vinto
tutto a inizio stagione.

                                                                             23
PATTINAGGIO DI VELOCITA’
La Nazionale italiana del pattinaggio di velocità sul ghiaccio non ha
mai avuto una grandissima tradizione alle Olimpiadi invernali. L’unica volta
in cui l’Italia può vantare di aver conquistato una medaglia (in quel caso,
ben tre) in questa disciplina è a Torino 2006. Lì fu Enrico Fabris a spezzare
il digiuno azzurro con due ori e un bronzo. Oggi, dopo le successive nega-
tive spedizioni a Vancouver 2010 e a Sochi 2014, è arrivato il momento di
portare a casa almeno un podio.
L’International Skating Union ha comunicato le quote olimpiche della pi-
sta lunga a tutte le nazioni. All’Italia sono toccate sedici card olimpiche, di
cui undici al maschile e cinque al femminile. La delegazione azzurra a Pye-
ongchang sarà composta da nove atleti. Da segnalare il bellissimo en plein
italiano sui 5000m maschili, con Andrea Giovannini e Nicola Tumolero
(grazie ai piazzamenti) e Davide Ghiotto (per il tempo) che sono rientrati
nella top 10 dei primi dodici qualificati. Sarà però compito del ct Marchetto
scegliere i due che potranno gareggiare. Lo stesso Marchetto ha anche det-
to la sua sulle prestazioni dei suoi atleti: “Nella Mass Start sia maschile che
femminile, nel Team Pursuit degli uomini e nelle distanze lunghe abbiamo
raggiunto obiettivi davvero eccellenti, lasciandoci alle spalle nazioni e atleti
quotati. Sulle distanze brevi potevamo raccogliere qualcosa in più, ma c’è
tanta concorrenza in particolare con le nazioni asiatiche, competitive e nu-
merose come non mi era mai capitato di vedere”. Agli Europei di Russia è
andata bene, con due ori e due argenti, dove ben tre medaglie sono state
conquistate nella mass start. E poi c’è stato l’oro di Nicola Tumolero nei
5000m maschili.

                                                                            24
LA STELLA
Al maschile è senz’altro Andrea Giovannini quello che potrebbe portare
 l’Italia alla conquista di una medaglia. Salta all’occhio il primo posto nella
          Mass Start della terza tappa di Coppa del Mondo di Caligary (Ca-
             nada). E l’argento agli Europei di Kolomna (Russia) nella mass
               start maschile. Il ventiquattrenne trentino si è giocato molto
               bene le sue carte in quella che è (ed è stata) la stagione più
               importante della sua carriera, che può terminare col botto in
               Corea del Sud.
             La pattinatrice di velocità sul ghiaccio più quotata, al momen-
           to, è Francesca Lollobrigida. Nipote della celebre attrice, anche
     lei si è imposta nella Mass Start come Giovannini, ma a Salt Lake, la
tappa successiva a Caligary, e soprattutto all’Europeo di Kolomna, con il
primo posto davanti alla connazionale Francesca Bettrone, mina vagante
delle prossime Olimpiadi. L’Italia, in questa specialità, è senza dubbio una
delle candidate alla vittoria finale.

                                                                            25
intervista a Nicola Tumolero
Raccontaci le tue emozioni per gli Europei di Kolomna e la tua straor-
dinaria medaglia d’oro nei 5000 metri.
Un’emozione grandissima. Per me è stato un ottimo riscontro anche in vista
delle prossime Olimpiadi. Ho fatto un bel tempo che mi lascia ben sperare
in previsione della Corea.
Ti aspettavi una prestazione del genere da parte tua?
È stata una sorpresa per me. Puntavo al podio perché mi ci sono avvicinato
più volte in Coppa del mondo, ma vincere è stato qualcosa di sorprendente
che mi ha davvero emozionato.
Che spinta ti dà questo risultato in vista delle Olimpiadi invernali?
     Preferisco dare il meglio di me e poi tirare le somme. Voglio avere
          l’attenzione focalizzata sulla gara e nient’altro: quel che verrà ver-
             rà. A questi Europei mancava anche Sven Kramer, che era il
               detentore del record del mondo sui 5000 metri prima che
               il canadese Ted-Jan Bloeman glielo sottraesse a dicembre.
               Loro saranno sicuramente i principali avversari, ma penso
              che saremo in 6 o 7 per a contenderci il podio. Sarà una bella
           battaglia!
  Quando partirete per la Corea?
Prima di andare in Corea andremo una settimana in Giappone per abituarci
al fuso orario. Non possiamo andare direttamente a Gangneung (città che
ospita le gare di pattinaggio, n.d.r.) perché lì la pista aprirà solo una setti-
mana prima dell’inizio dei Giochi.
Prima di te, solo un certo Enrico Fabris era riuscito a conquistare un
oro europeo...
Sì, lui ci era riuscito nel vecchio formato della competizione basato sulle 4
distanze, mentre ora vengono considerate le distanze singole. Oltre a es-
sere aiuto-allenatore della nazionale è anche mio allenatore nelle Fiamme
Oro e siamo molto legati. Il suo aiuto è davvero valido perché era molto
bravo dal punto di vista tecnico e sa come esprimersi con gli atleti. Ci ha
appunto insegnato a correggere e perfezionare la tecnica che è una compo-
nente imprescindibile del nostro sport.

                                                                             26
L’Italia del pattinaggio sembra tornata competitiva dopo due edizioni
olimpiche senza medaglie. Pensando anche ai tuoi compagni di nazio-
nale, sia donne che uomini, sicuramente l’ambizione di portare a casa
dei risultati importanti c’è…
      Da quest’anno siamo tutti migliorati moltissimo. Siamo molto vicini
          tra noi umanamente e siamo i primi a festeggiare quando ot-
             teniamo risultati importanti e a incoraggiarci quando invece
              le cose non vanno bene. Siamo sicuramente ambiziosi, ma
              preferisco non aggiungere altro.
              Quanto allenamento richiede il tuo sport?
             Durante la preparazione estiva facciamo 11 o 12 allenamenti
           a settimana, con 6 o 7 ore al giorno totali. Questo succede ov-
        viamente in fase di preparazione atletica in cui carichiamo tanto.
Durante la stagione i carichi di lavoro sono ovviamente minori.
Cosa ti piace fare al di fuori della pista di pattinaggio?
Mi piace camminare in montagna e andare sulla moto da trial. Quando
posso mi piace svagare un po’ la mente. Di tempo libero comunque non ne
ho molto e a casa ormai ci sto poco.

                                                                       27
salto con gli sci
Il salto con gli sci fa parte del calendario delle Olimpiadi Invernali sin dalla
primissima edizione di Chamonix-Mont-Blanc 1924.
PyeongChang non farà eccezione e quella del salto sarà una delle quindici
discipline protagoniste dei Giochi numero XXIII, che andranno in scena da
venerdì 9 Febbraio 2018 fino a domenica 25 Febbraio.
Le competizioni di salto con gli sci sono tutte in programma presso l’Al-
pensia Ski Jumping Centre e assegneranno un totale di quattro titoli fra
normal hill (“trampolino normale”, introdotto negli anni Cinquanta) sia
maschile che femminile, e large hill (“trampolino lungo”, quello più tradi-
zionale) maschile, ai quali va ad aggiungersi una prova a squadre sempre al
maschile. Il tutto tenendo conto delle otto ore di fuso orario che separano
la Corea del Sud e l’Italia.
    Per quanto riguarda il numero totale dei partecipanti, sono in tutto
       cento le pettorine che si presenteranno al via delle gare di Pyeon-
         gChang 2018, con un tetto massimo di quattro atlete e quattro at-
         leti per ogni singolo Paese, per un totale di 35 donne e 65 uomini.
         Le quote sono decise in base all’Olympic Quota Allocation List
         (OQAL): si tengono in considerazione i punteggi ottenuti dai par-
        tecipanti di tutte le gare di Coppa del Mondo e di Summer Grand
      Prix, tenutesi nel periodo di tempo compreso tra l’1 luglio del 2016 e
   il 21 gennaio 2018. A questa graduatoria vanno poi ad aggiungersi i punti
ottenuti nelle prove di Continental Cup disputate nello stesso periodo.
Nel caso della prova a squadre maschile ogni nazionale ha la possibilità,
se desidera, di aggregare al proprio quartetto un quinto atleta extra-con-
tingente come riserva. Questi potrà gareggiare solo ed esclusivamente nel
team event e non potrà quindi presenziare nessuna delle prove individuali,
a meno che non si tratti di un forfait (per esempio a causa di seri problemi
di salute) di uno dei quattro “titolari”, che dopo la sostituzione non potrà
più prendere parte alla competizione.

                                                                             28
Le gare di specialità prenderanno il via giovedì 8 febbraio, il giorno prima
della cerimonia di apertura dei Giochi, con le qualificazioni del normal
hill maschile, la cui finale si disputerà invece sabato 10 febbraio (ore 21.35
locali, le 13.35 italiane). Per quanto riguarda le donne, la corsa all’oro olim-
pico andrà in scena lunedì 12 febbraio sempre nell’Alpensia Ski Jumping
Centre, alle ore 21.50 sud coreane (13.50 italiane).
Le qualificazioni di long hill, in programma venerdì 16 febbraio, precede-
ranno di sole 24 ore la finale di specialità di sabato 17 febbraio. Mentre la
gara a squadre maschile interesserà la giornata di lunedì 19 febbraio, che di
fatto concluderà il programma di salto con gli sci di PyeongChang 2018.
Le speranze italiane di andare a medaglia sono pressoché nulle, viste le
grandi difficoltà dei nostri ad emergere nelle maggiori competizioni inter-
nazionali, ma la volontà di centrare la qualificazione Olimpica certo non
manca. I nomi degli azzurri che hanno la possibilità di agguantare la parte-
cipazione sono quelli dei quattro che già partecipano alla Coppa del Mondo
di disciplina: si tratta di Davide Bresadola, Sebastian Colloredo, Roberto
Dellasega, Alex Insam. Per quanto riguarda la squadra femminile, occhi
puntati e dita incrociate per Lara Malsiner, Manuela Malsiner ed Elena
Runggaldier.

                                                                             29
sci alpino
Un punto fermo, una fucina di podi: lo sci alpino è sempre stato una sicu-
rezza alle Olimpiadi invernali, e ha portato all’Italia la bellezza di 29 meda-
glie a cinque cerchi. 13 ori, 9 argenti e 7 bronzi, con gli exploit di Alberto
Tomba e Deborah Compagnoni e un po’ di stanca nel recente passato:
le ultime Olimpiadi ci hanno regalato la doppia medaglia di Christof In-
nerhofer (argento in discesa e bronzo in combinata) a Sochi, e l’oro di Giu-
liano Razzoli nello slalom di Vancouver, ma PyeongChang 2018 è senza
dubbio l’edizione dell’ottimismo e delle grandi attese.
Vuoi per i 43 podi del 2016-17 e per la strepitosa prestazione di squadra
nella scorsa Coppa del Mondo, vuoi per i tanti talenti presenti nella rosa
azzurra, che avrà tante carte da giocarsi nelle prossime Olimpiadi invernali,
a partire dalle discipline veloci. Al femminile c’è una Sofia Goggia reduce
da un’annata da sogno e dalla svolta in Val d’Isere che le ha regalato i primi
podi stagionali, e ci sono tante atlete da possibile top-10 (Brignone, Fan-
chini, Schnarf), al maschile invece ecco i tre tenori: Christof Innerhofer
(in via di rilancio dopo l’infortunio del 2016-17), Dominik Paris e Peter Fill
sono tutti potenzialmente da podio e da medaglia ‘’pesante’’ sia in discesa
che in Super-G, e l’Italia può giocarsi tre campioni per sfidare i vari Svindal,
Jansrud, Mayer e Feuz.
Situazione diversa, invece, per le discipline tecniche: lo slalom gigante
femminile è una potenza, con Sofia Goggia, Federica Brignone (diven-
tata un’atleta polivalente, che può andare a podio ovunque ed è una delle
favorite nella combinata) e Marta Bassino grandi protagoniste della scor-
sa stagione a suon di successi e podi e chiamate a ripetersi, oltre a una
Manuela Moelgg che è partita alla grande nel 2017-18 (podio a Soelden
e Killington) e vuole coronare con una medaglia di prestigio la sua ultima
stagione sportiva. Il gigante maschile, invece, vive l’ennesimo anno zero
e ha in De Aliprandini la grande speranza per il futuro: Manfred Moelgg,
invece, ha iniziato male la stagione, e questo va a ripercuotersi anche sulle
chances dello slalom, che si aggrappa a Manni e a uno Stefano Gross

                                                                             30
discontinuo tra una manche e l’altra (mentre Razzoli non è ancora tornato
quello del 2010) per tornare sul podio. Slalom con poche chances anche al
femminile: puntiamo tutto su Chiara Costazza, in una disciplina dominata
da Mikaela Shiffrin (competitiva anche in discesa, ha vinto a Lake Louise) e
dalla Mika-Mania.

LA STELLA
Sono tanti i volti di spicco nello sci alpino azzurro, ma puntiamo tutto su
Sofia Goggia e Peter Fill. La bergamasca sarà chiamata a guidare l’Italia
  al femminile, e ha tutte le carte in regola per conquistare delle medaglie
       olimpiche: parlano per lei i 13 podi del 2016-17 e il terzo posto nel-
          la scorsa CdM, ma anche un precedente interessante e stimo-
             lante. Sofia ha infatti vinto le sue uniche gare in Coppa del
              Mondo proprio sulla pista di Jeongseon (discesa e Super-G),
              che ospiterà le gare olimpiche: un segnale incoraggiante in
              ottica-PyeongChang 2018, e la condizione fisica della 25enne
             sembra crescere di gara in gara, come dimostrano i due podi
         in Val d’Isere dopo un avvio di stagione così così.
Peter Fill, invece, è chiamato a colmare un vuoto imperdonabile all’inter-
no di una carriera da campionissimo: l’altoatesino, vincitore della Coppa
di specialità nella discesa libera nel 2016-17, non ha mai conquistato una
medaglia olimpica, ma ha tutte le carte in regola per poterlo fare e cercherà
di conquistare questo traguardo nella sua ultima Olimpiade (è un classe
‘82). Anche per lui la stagione 2017-18 non è partita nel migliore dei modi
(nessun podio e una gara sfortunata in Val Gardena), ma siamo sicuri che
Peter (insieme a Innerhofer e Paris) saprà farsi trovare pronto e riuscirà a
lottare per una medaglia a PyeongChang.

                                                                             31
intervista a federica brignone
Quali sono le tue condizioni fisiche dopo l’infortunio nella pre-season,
ti sei ripresa e stai andando molto bene ultimamente. Possiamo dire
che sei vicina al 100%?
Sto molto meglio, ultimamente mi sono allenata sugli sci molto bene, men-
tre subito dopo l’infortunio faticavo anche ad allenarmi. Non posso dirvi
quale sarebbe il mio stato di forma senza quei giorni di pausa, però devo
dire che sto bene e non mi lamento.
La tua stagione sin qui ti ha visto ottenere due vittorie e tre podi: sei
soddisfatta di questa Coppa del Mondo 2017-18, oppure ti aspettavi
di più?
Sono soddisfatta per come si era messa la situazione a ottobre-novembre,
molto soddisfatta. Ovviamente sono arrabbiata per quei due mesi di stop
          per l’infortunio, però non si può tornare indietro e certamente
            prendo tutto quello che mi sta capitando nel presente: sto an-
              dando bene in più discipline e non sono costretta a concen-
               trarmi su una, dunque sono molto contenta’’.
               Nel weekend di Bad Kleinkirchheim, dopo aver vinto in
              Super-G, hai conquistato un favoloso 2° posto in discesa
             libera: un podio inaspettato, come tu stessa avevi dichia-
           rato dopo la gara…
    Un podio totalmente inatteso! Per l’infortunio avevo saltato due mesi
di preparazione sugli sci ma anche di parte atletica, e l’ultima volta che ave-
vo messo gli sci da discesa era stato a fine settembre e per soli tre giorni:
praticamente da lì in poi li ho rimessi solo nella prima prova, e vedendo
quel podio certamente sono rimasta davvero sorpresa, anche perché avevo
ottenuto al massimo un 12° posto.
Ormai sei diventata la donna dei tripli podi, quando tre atlete azzurre
monopolizzano il podio ci sei sempre!
(ride) Devo dire che mi fa piacere, è sempre una bella emozione salire sul
podio con le compagne ed è una festa tutta italiana: abbiamo dato risalto
alla nazione, e poi farlo a Bad e in Austria è stato semplicemente fantastico.

                                                                            32
Passiamo a PyeongChang 2018. Avevate provato la pista che ospiterà
le gare l’anno scorso, come vi siete trovate sul tracciato olimpico? E
quali sono le aspettative per le Olimpiadi invernali?
Al momento sono ancora concentrata sulle gare attuali, penso giorno per
giorno perché le gare di adesso sono il trampolino di lancio per andare for-
te a febbraio: mi concentro sul presente e poi penserò all’approccio olim-
  pico. Per quel che riguarda la Nazionale, il ritmo è ovviamente alto dopo
     i recenti successi, e vogliamo far bene. Venendo alle piste, il tracciato
       per le gare di velocità non presenta grandi pendenze ed è abbastan-
        za facile, anche se ci sono molti movimenti del terreno: per quel
          che riguarda Super-G, gigante e slalom invece dipenderà tutto
          dalla tracciatura e dalla neve che troveremo a febbraio.
          In una recente intervista, hai parlato dell’elevata pressione
          mediatica che gli atleti italiani subiscono in vista dell’Olim-
         piade: è qualcosa che può influenzare le prestazioni?
       Sicuramente, tutti gli atleti sono influenzati dalla pressione mediati-
ca prima di un’Olimpiade e non solo: c’è anche una pressione personale,
perché noi stessi abbiamo una voglia matta di vincere e fare grandi cose,
dato che l’Olimpiade è il sogno di ogni atleta. Già ti stressi da solo, poi arriva
tutto il contesto e questo finisce con l’aumentare i rischi. Starà a noi essere
bravi a isolarci nel momento giusto, gestire l’ansia preolimpica e concen-
trarci sulla gara: penso di aver fatto dei passi in avanti sotto quest’aspetto.

                                                                               33
sci di fondo
La presenza dello sci di fondo alle Olimpiadi invernali è diventata una
costante, già a partire dalla primissima edizione nel 1924. Inizialmente, le
competizioni coincidevano totalmente o parzialmente con i Campionati del
mondo. Così è stato fino al 1984, quando le due manifestazioni presero
due percorsi distinti. Inizialmente le competizioni erano riservate agli atleti
     di sesso maschile ed è stato così fino ai Giochi di Oslo 1952, quando
           anche le donne ebbero la possibilità di prendere parte alle gare.
              Altri cambiamenti significativi sono stati il passaggio della di-
               stanza da 18 a 15 km e l’introduzione delle gare a squadre nel
               ’36, la riduzione da 30 a 10 km a tecnica classica e l’apertura
               a corse a tecnica libera. In Corea del Sud, i riflettori saran-
               no puntati sul mattatore della Coppa del Mondo, Johannes
             Klaebo. Il norvegese è partito fortissimo, ma, si sa, l’Olimpiade
         è ben altra cosa. Del resto, nessuno è imbattibile. Lo hanno ribadi-
  to i suoi due avversari più pericolosi: Dario Cologna e Federico Pellegri-
no. Il primo è reduce dalla vittoria al Tour de Ski, il secondo è già riuscito
a battere Klaebo allo sprint. Senza dimenticare altre insidie come Simen
Hegstad Krüger e Jan Thomas Jenssen sono le giovani promesse pronte a
ritagliarsi spazio. Attenzione al vecchio leone, quel Johnsrud Sundby capa-
ce di vincere le ultime tre edizioni della CDM. In ambito femminile, la fa-
vorita è Heidi Weng. Attenzione anche alle rivali Stina Nilsson e Charlotte
Kalla. Nel medagliere generale, comanda la Norvegia, davanti alla Svezia.
L’Italia è al sesto posto assoluto di tutto rilievo.

                                                                            34
Puoi anche leggere