La depressione vascolare nell'anziano. Quale ruolo per l'infiammazione?

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261     Editoriale                                                                                    Recenti Prog Med 2011; 102: 261-266

      La depressione vascolare nell’anziano. Quale ruolo per l’infiammazione?
      Giovanni Viscogliosi, Paola Andreozzi, Iulia Maria Chiriac, Evaristo Ettorre, Achiropita Vulcano,
      Adriana Servello, Benedetta Marigliano, Vincenzo Marigliano

      Riassunto. La depressione è la comorbilità più frequente           Summary. Vascular depression in the elderly. Does inflam-
      nell’anziano, rappresentando una causa significativa di di-        mation play a role?
      sabilità. Le forme depressive ad esordio tardivo sono spes-
      so associate a patologia cardiovascolare. Sintomi depressi-        Depression is the most common comorbidity in the elder-
      vi possono conseguire al danno vascolare cerebrale, so-            ly, and it is a major determinant of disability. The late-onset
      prattutto quando sono compromesse aree strategiche re-             depression in highly associated to cardiovascular disease.
      golanti il tono dell’umore, ma la depressione è altamente          Depressive symptoms may follow vascular brain damage,
      associata alle malattie cardiovascolari in generale, anche         expecially when mood regulating areas are affected. How-
      quando non è obbiettivabile il danno cerebrale. Di recente         ever depression is strongly associated to vascular disease
      è stata posta attenzione all’infiammazione cronica, fisiopa-       even when there is no manifest brain damage. Recently
      tologicamente legata sia all’aterosclerosi che alla sindrome       large attention has been given to chronic inflammation,
      metabolica nella genesi della depressione. Evidenze sia cli-       both related to depression and vascular disease. Both ex-
      niche sia sperimentali hanno mostrato aumento delle con-           perimental and clinical evidence shows that a rise in the
      centrazioni di citochine pro-infiammatorie e glucocorticoi-        concentrations of proinflammatory cytokines and gluco-
      di nei soggetti depressi, facendo ipotizzare come molte for-       corticoids in depressed patients is associated with defect in
      me depressive associate a vasculopatia e a sindrome meta-          serotonergic function. Chronic inflammation may underlie
      bolica abbiano alla base l’infiammazione cronica. L’impor-         many forms of depression associated with vascular disease
      tanza di questa ipotesi si riflette nella possibilità che molti    and metabolic syndrome. The importance of the inflam-
      farmaci psicotropi abbiano proprietà anti-infiammatorie a          mation hypothesis of depression lies is that psychotropic
      livello centrale e che nuove categorie di farmaci anti-in-         drugs may have central anti-inflammatory action, and that
      fiammatori possano trovare utilità nel trattamento della de-       new generation of central anti-inflammatory drugs may be
      pressione.                                                         useful in depression treatment.

      Parole chiave. Anziano, depressione, farmaci antinfiam-            Key words. Anti-inflammatory drugs, chronic inflamma-
      matori, infiammazione cronica, vasculopatie.                       tion, depression, elderly, vascular disease.

      Introduzione

          L’anziano è, per varie cause, più predisposto a                    Molto spesso, infatti, il tono dell’umore non vie-
      sviluppare depressione1,2. Tutti i disturbi del tono               ne indagato nell’anziano, e manifestazioni anche
      dell’umore classificati nel DSM-IV occorrono più fre-              evidenti e severe di malattia vengono erroneamen-
      quentemente nell’anziano, rappresentando la co-                    te ritenute conseguenza naturale del processo di in-
      morbilità più frequente, ed è ritenuto che la de-                  vecchiamento, e quindi né approfondite né tratta-
      pressione per sé sia responsabile del 6,8% del Disa-               te. Altra causa di sottostima è rappresentato dalla
      bility-Adjusted Life Years (DALY), un indice del ca-               spesso anomala presentazione del disturbo depres-
      rico globale di patologia espresso in anni perduti per             sivo nell’anziano: è molto frequente la prevalenza
      malattia, disabilità e mortalità prematura1,2. Negli               di sintomi somatici rispetto a quelli più stretta-
      USA è stimato che circa l’1% della popolazione ul-                 mente legati all’umore, e sono di facile riscontro sin-
      trasessantacinquenne sia affetta da disturbo de-                   tomi psicotici e disturbi d’ansia correlati. Questi fat-
      pressivo maggiore; la percentuale sale all’11% negli               tori rendono spesso difficile la diagnosi ed è tutt’al-
      anziani istituzionalizzati, e sintomi depressivi più               tro che raro che sintomi atipici di depressione ven-
      o meno variabilmente isolati, anche non sufficienti                gano attribuiti a condizioni mediche generali. L’an-
      a configurare un vero e proprio disturbo del tono                  ziano, inoltre, rispetto ai pazienti più giovani, ha
      dell’umore, si osserverebbero nel 25% degli istitu-                capacità di insight decisamente più scarse, con po-
      zionalizzati2. Tali percentuali, già di per sé elevate,            ca propensione a comunicare il proprio stato d’ani-
      sono certamente sottostimate per varie ragioni.                    mo, mascherando la problematica sottostante1,3,4.

         Dipartimento di Scienze cardiovascolari, respiratorie, nefrologiche e geriatriche, Sapienza Università di Roma.
         Pervenuto il 24 gennaio 2011.
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          Di conseguenza, anche eventuali intenti suici-      stanza recenti, ed appare tuttora incerta, com-
      dari saranno espressi in misura nettamente infe-        plessa e biunivoca. Nel 1997 Alexopoulos parlò di
      riore, ed è forse per questo che più facilmente sono    “depressione vascolare” proponendo un sottotipo
      messi in atto. È indubbio, infatti, come casi di sui-   eziologicamente distinto di depressione, ipotiz-
      cidio siano più numerosi tra soggetti anziani ri-       zando che nell’anziano il disturbo depressivo sia il
      spetto al resto della popolazione generale1,3.          risultato di malattia vascolare5. Nella concezione
          Nonostante il DSM-III e IV non abbiano rico-        originaria, tale disturbo depressivo era peculiar-
      nosciuto la specificità della depressione nell’an-      mente late-onset e si esibiva con manifestazioni
      ziano, è evidente che l’anziano ammala di depres-       atipiche, con frequente declino cognitivo e rallen-
      sione con frequenza particolarmente elevata. La         tamento motorio, in assenza di vulnerabilità bio-
      depressione può insorgere quale reazione ad av-         logica e familiarità. Tale ipotesi veniva corrobora-
      venimenti esterni come il lutto e carenza affetti-      ta da studi di neuroimaging sull’encefalopatia a
      va, o può essere condizionata dalla presenza di pa-     genesi vascolare in anziani depressi. Nonostante
      tologia: la polipatologia e la sindrome da fragilità    molti soggetti portatori di lesioni cerebrali non ab-
      presentano stretta associazione con la depressio-       biano concomitanti sintomi depressivi, l’estensio-
      ne. La disabilità e la riduzione dell’autonomia fun-    ne e la localizzazione delle stesse in zone ritenute
      zionale possono esse stesse deflettere il tono del-     strategiche correlano strettamente con disturbi
      l’umore, e allo stesso tempo la depressione può fa-     del tono dell’umore, in particolare quando com-
      vorire la diminuzione del livello di funzionamento      promettono la sostanza bianca profonda dei poli
      del soggetto1-4.                                        frontali e la corteccia prefrontale dorsolaterale6,7.
          Grande importanza concettuale in geriatria          In questi soggetti la depressione può essere a tut-
      assumono l’età e la modalità di insorgenza del di-      ti gli effetti considerata un sintomo focale di dan-
      sturbo depressivo. Con grande frequenza i di-           no encefalico.
      sturbi del tono dell’umore tendono ad essere ad             Un’altra linea di evidenza sull’associazione tra
      esordio tardivo (late-onset) nel paziente anzia-        depressione ed eventi vascolari maggiori sia cere-
      no2,5. Ciò significa che è molto raro rintracciare      brali che extra-cerebrali è stata variabilmente so-
      antecedenti disturbi dell’umore nell’anamnesi di        stenuta da studi clinici controllati. È stato messo
      un anziano a cui per la prima volta si fa diagno-       in luce come circa un terzo dei pazienti con pre-
      si di depressione, a differenza di quanto accade,       gresso infarto acuto del miocardio sviluppi depres-
      quasi di regola, in pazienti più giovani, con esor-     sione ad un anno6,7,9, e come molto più frequente
      dio precoce di malattia (early-onset)2,5. La de-        sia la depressione post-ictus, con grande percen-
      pressione late-onset è strettamente associata ad        tuale di persistenza a lungo termine dopo l’even-
      alterazioni organiche cerebrali, soprattutto alla       to7. Lo studio MRFIT (Multiple Risk Factor Inter-
      atrofia corticale e, ancora più significativamen-       vention Trial) ha dimostrato, in 12866 uomini sen-
      te, alle lesioni vascolari della sostanza bianca        za antecedenti cardiovascolari, in follow up di 18
      sottocorticale6. Rimane, tuttavia, incerta la reale     anni, che sintomi depressivi si associavano signifi-
      entità dell’associazione tra depressione e demen-       cativamente a maggior rischio di mortalità cardio-
      za, in primo luogo per la difficoltà a misurare la      vascolare, specialmente per ictus. La significativi-
      depressione nel paziente con declino cognitivo          tà persisteva, ed era maggiore nei pazienti con de-
      progredito, ed anche perché molti quadri depres-        pressione più severa, anche dopo aggiustamenti
      sivi possono caratterizzarsi per il coinvolgimento      per età, razza, fumo, pressione arteriosa, coleste-
      quasi esclusivo della sfera cognitiva. Un disturbo      rolemia ed occorrenza di eventi cardiovascolari non
      depressivo scarsamente remittente può tuttavia          fatali durante il trial9. Nello studio LIPID, in 1130
      rappresentare un sintomo di esordio di demenza,         soggetti è stata dimostrata una debole associazio-
      ed in un gran numero di pazienti le lesioni cere-       ne tra sintomi depressivi ed eventi cardiovascola-
      brali possono non essere clinicamente e radiolo-        ri (HR: 1.42, CI 95%: 1.13-1.77), ma non con la
      gicamente manifeste quando la depressione in-           mortalità cardiovascolare (HR: 1.12, CI 95%: 0.71-
      sorge6. Nonostante la depressione nell’anziano          1.77); ed anche se la probabilità di presentare de-
      sia frequentemente associata ad insulto organi-         pressione era più elevata nei diabetici, ipertesi ed
      co encefalico, né l’età di esordio della stessa, né     in generale nei soggetti con peggior performance
      l’eventuale presenza di una sottostante lesione         status, la depressione non appariva più quale fat-
      sembrano associate a minore risposta al tratta-         tore di rischio per vasculopatia dopo correzione per
      mento farmacologico8.                                   tali fattori10.
                                                                  Tali discordanze possono avere varie spiega-
                                                              zioni. È lecito pensare che la depressione possa
      Evidenze di associazione                                essere biologicamente correlata con la vasculopa-
      tra vasculopatia e depressione                          tia, evidentemente quando quest’ultima determi-
                                                              na sofferenza cerebrale, ma è anche vero che de-
         Gli eventi vascolari cardiaci e cerebrali incido-    flessioni più o meno severe del tono dell’umore
      no inequivocabilmente in misura maggiore nel-           possono essere considerate reattive all’evento va-
      l’anziano, e rappresentano la causa maggiore di         scolare, sia cerebrale che extracerebrale, così co-
      mortalità. La relazione tra depressione e malattia      me a tutte le malattie disabilitanti o potenzial-
      vascolare è stata messa in luce in tempi abba-          mente tali.
G. Viscogliosi et al.: La depressione vascolare nell’anziano. Quale ruolo per l’infiammazione?   263

Aterosclerosi e depressione                                     le fino al 45% dei casi, deflessione che quasi sem-
                                                                pre regrediva al momento della sospensione. Ana-
    Dall’analisi della letteratura ci si rende conto            logamente, nell’ambito delle vaccinazioni e som-
come ancora pochi studi siano stati realizzati sul-             ministrazione di lipopolisaccaride (un induttore
l’associazione di depressione ed aterosclerosi sub-             citochinico), si osservava, oltre allo sviluppo dei
clinica. La stima dell’aterosclerosi può rappre-                sintomi depressivi, anche una correlazione tra se-
sentare un indice di danno vascolare, anche pre-                verità di questi ed aumento dei livelli plasmatici
clinico, sicuramente più accurato rispetto alla va-             della concentrazione delle citochine. Tali dati so-
lutazione dei classici fattori di rischio cardiova-             no supportati da innumerevoli studi sul modello
scolari o agli eventi maggiori stessi già occorsi. È            animale, in cui la somministrazione di citochine
poco chiaro se l’aterosclerosi in fase subclinica si            sia in acuto che in cronico,o di loro induttori, pro-
associ alla depressione. Il Rotterdam Study del                 duceva sintomi come anedonia, ipoattività, decli-
2004, uno studio di prevalenza su 4019 pazienti                 no cognitivo e disturbi del sonno. Nell’uomo la
ultrasessantenni, dimostrava come la severità                   somministrazione cronica di citochine come INF-
dell’aterosclerosi, misurata in vari distretti, cor-            α produce, nel 20-30% dei casi, marcate altera-
reli con sintomi depressivi: in particolare con la              zioni comportamentali e quadri di depressione
coronaropatia severa (OR: 3,89, CI 95% 1,55-9,77)               persistenti sovrapponibili ai disturbi depressivi
e le calcificazioni aortiche (OR: 2,00, CI 95%: 1,02-           maggiori idiopatici, variabilmente rispondenti ai
3,96)11. Dato il carattere dell’indagine, tuttavia,             farmaci antidepressivi. È stato dimostrato in mol-
non è possibile stabilire la natura temporale di ta-            ti studi come soggetti depressi siano affetti da pa-
le associazione. Uno studio longitudinale del 2005              tologie organiche che non presentano elevazione
su 599 soggetti ultraottantacinquenni che all’ini-              significativa del titolo di molte citochine infiam-
zio del follow-up non presentavano né depressio-                matorie e dei relativi recettori solubili sia nel pla-
ne né declino cognitivo, ha mostrato come, in cin-              sma che nel liquor cefalo-rachidiano, né delle con-
que anni di follow-up, presenza e severità di ate-              centrazioni nel sangue di proteine di fase acuta,
rosclerosi si associno a sviluppo di declino cogni-             chemochine, molecole di adesione e metaboliti
tivo, ma non di depressione12. Un altro studio lon-             dell’acido arachidonico, rispetto ai controlli non
gitudinale del 2010 ha concluso che l’aterosclero-              depressi14,15.
si non aumenta l’incidenza di depressione nel-
l’anziano in 6 anni di follow-up13.                                 Per quanto concerne le citochine pro-infiam-
    Appare dunque controversa la reale associa-                 matorie, da vari studi emerge che IL-1, IL-6 e
zione tra aterosclerosi e depressione, mentre è                 TNF-α, tutti mediatori dell’immunità innata, pos-
chiaro come la coesistenza di malattia vascolare e              sano essere considerati marker di depressione. È
sintomi depressivi sia molto frequente. Quello che              stata documentata anche associazione con indici
rimane oscuro è se l’aterosclerosi di per sé possa              di attivazione dei linfociti T, come per esempio au-
essere il trigger della depressione. Se così fosse,             mentate concentrazioni plasmatiche del recettore
la deflessione del tono dell’umore non potrebbe                 solubile dell’IL-2.
più essere spiegata in termini di reazione ad un                    Le citochine infiammatorie sembrano implica-
evento cardiovascolare clinicamente manifesto e                 te nella genesi dei disturbi depressivi attraverso
disabilitante, ed inoltre i vari studi analizzati dif-          molteplici vie che includono il metabolismo dei
feriscono enormemente nell’intervallo di tempo                  neurotrasmettitori, meccanismi neuroendocrini e
tra la diagnosi di malattia vascolare e quella di               di plasticità neuronale. Essendo le citochine mo-
depressione, rendendo difficile stabilire la reale              lecole polipeptidiche relativamente grandi, con pe-
natura temporale dell’associazione. Bisognerebbe                so molecolare generalmente nell’ambito di 15-25
invece comprendere se la presenza e la severità                 kDa, molti esperimenti erano stati condotti al fine
di aterosclerosi di per sé, anche in fase subclinica,           di comprendere se e come queste potessero attra-
sia effettivamente associata alla depressione. In               versare la barriera ematoencefalica14. Dal model-
questo caso la depressione potrebbe essere conse-               lo animale è stato chiarito come le citochine pos-
guenza diretta dell’aterosclerosi o potrebbe deri-              sono prima di tutto attraversare la barriera at-
vare da uno o più meccanismi fisiopatologici in co-             traverso sue deiescenze, ma anche come esistano
mune.                                                           molecole di trasporto specifiche e saturabili per le
                                                                citochine. È stata documentata l’attivazione delle
                                                                cellule endoteliali e dei macrofagi peri-vascolari,
Infiammazione e depressione.                                    che possono essere di per sé fonte di sintesi cito-
Meccanismi fisiopatologici                                      chinica e di altri mediatori dell’infiammazione15.
                                                                Esistono inoltre recettori per le citochine nelle fi-
   Una crescente quantità di evidenze sia speri-                bre nervose afferenti, soprattutto del vago, che
mentali che cliniche suggerisce come la depres-                 possono trasmettere il segnale a diverse regioni
sione si associ ad infiammazione14,15. Le prime                 centrali come l’ipotalamo ed il nucleo del tratto so-
ipotesi a riguardo risalgono probabilmente a non                litario14,15. Il segnale citochinico può produrre am-
più di 30 anni fa. Si osservava su pazienti rice-               plificazione della risposta infiammatoria a livello
venti INF-α a scopo terapeutico una importante                  centrale attraverso l’attivazione di vari tipi cellu-
deflessione del tono dell’umore in una percentua-               lari, soprattutto della glia.
264    Recenti Progressi in Medicina, 102 (6), giugno 2011

          È stato osservato come la somministrazione di           sociali, come per esempio il parlare in pubblico e lo
      INF-α a pazienti con epatite C determinasse in-             stress mentale matematico aumentino il DNA bin-
      cremento dell’ INF-α nel liquor, correlando anche           ding da parte del NF-kB ed i livelli di IL-615,16. Si-
      con aumentate concentrazioni liquorali di IL-6,             tuazioni stressanti croniche, inoltre, sono associa-
      chemochine e molecola di attrazione dei monociti            te ad aumento delle proteine di fase acuta, protei-
      (MCP-1)15. MCP-1, inoltre, stimola la microglia a           na C reattiva, IL-6 ed altri mediatori dell’infiam-
      sintetizzare IL-1 e TNF-α nel roditore come rispo-          mazione. L’induzione infiammatoria dello stress
      sta alla somministrazione di lipopolisaccaride. La          sembra largamente dipendente dalla microglia, ma
      microglia è ritenuta una sorgente primaria di cito-         altri meccanismi fondamentali riguardano il siste-
      chine pro-infiammatorie14,15. Come già accennato,           ma nervoso simpatico (SNS) oltre all’asse ipotala-
      il segnale citochinico può agire sui neurotrasmet-          mo-ipofisi surrene. Il SNS è in grado di attivare
      titori, influenzandone la sintesi, il rilascio e la rias-   l’infiammazione attraverso lo stimolo sia α- che β-
      sunzione. Nell’animale è dimostrato come le cito-           adrenergico, mediante soprattutto NF-kB. È stato
      chine alterino significativamente il metabolismo di         dimostrato come l’acetilcolina di origine vagale ini-
      serotonina, noradrenalina e dopamina, e molti far-          bisca l’effetto delle citochine nel modello animale,
      maci inibitori della riassunzione di serotonina e           e nell’uomo è dimostrato come aumenti di IL-6 e
      noradrenalina, e polimorfismi genici a carico dei           proteina-C reattiva siano associati a diminuzione
      trasportatori di queste monoamine, sono in grado            dell’attività parasimpatica, testimoniata da ridu-
      di influenzare lo sviluppo dei sintomi depressivi ci-       zione nella variabilità della frequenza cardiaca14,15.
      tochine-indotti sia nell’animale che nell’uomo. Ri-
      guardo ai vari meccanismi sottesi, grande atten-
      zione è stata posta all’enzima indolamina 2,3 dei-          Infiammazione, depressione, aterosclerosi.
      drogenasi (IDO), coinvolto nel metabolismo del              Evidenze cliniche
      triptofano, che viene attivato dalla cascata citochi-
      nica. L’attivazione di tale enzima comporta au-                 Dalla quantità di studi analizzati, sia nell’uo-
      mento del turnover del triptofano, il precursore            mo sia nell’animale, emerge che infiammazione e
      della serotonina, con aumento del metabolita ki-            disturbi del tono dell’umore sono strettamente as-
      nurenina. Nell’animale, il blocco di IDO inibisce lo        sociati, con solide basi fisiopatologiche. Quello che
      sviluppo di sintomi depressivi dopo somministra-            rimane oscuro è la comprensione della direzione di
      zione di lipopolisaccaride, e la somministrazione di        tale associazione, e cioè se la depressione conduca
      sola kinurenina induce i sintomi nel ratto15. Le ci-        ad infiammazione, o se una condizione infiamma-
      tochine influenzano anche la sintesi di dopamina.           toria possa essere considerata predittiva di de-
      La tetraidrobiopterina (BH4) è un coenzima fon-             pressione; ciò soprattutto per l’insufficiente nume-
      damentale della tirosina-idrossilasi, che converte          rosità di studi longitudinali sull’uomo. Dalle evi-
      la tiroxina in diidrossifenilalanina (DOPA), ed è           denze disponibili possiamo affermare:
      l’enzima limitante la sintesi di dopamina. L’inie-              1. l’infiammazione può determinare depressione;
      zione intramuscolare di INF-α nel ratto ha ridotto              2. l’infiammazione correlata all’aterosclerosi
      in un esperimento le concentrazioni encefaliche di          può determinare, nel tempo, compromissione di
      BH4 e dopamina. Anche il reuptake delle monoa-              aree cerebrali coinvolte nella regolazione del tono
      mine può essere influenzato dalle citochine, pro-           dell’umore;
      babilmente attraverso l’attivazione dei trasporta-              3. le emozioni negative e la risposta allo stress
      tori di membrana delle monoamine, mediato da va-            sono in grado di determinare aumento nella sinte-
      rie molecole di proliferazione, differenziazione ed         si di citochine pro infiammatorie;
      apoptosi14,15. La disregolazione del feedback nega-             4. la depressione può promuovere e mantenere
      tivo regolante l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-      l’infiammazione attraverso la desensibilizzazione
      surrene è classicamente ritenuto marker di de-              all’effetto anti-infiammatorio dei glucocorticoidi17.
      pressione maggiore, con aumento dei livelli pla-                Già uno studio trasversale del 1999 dimostrava
      smatici basali di cortisolo, sconvolgimento del suo         su 1686 soggetti ultrasettantenni come i sintomi
      pattern circadiano di secrezione e non responsivi-          depressivi correlassero con i livelli di IL-6 anche do-
      tà al test di soppressione con desametasone16. È            po correzione per età, razza e sesso17. Un altro stu-
      stato dimostrato come le citochine pro-infiamma-            dio di prevalenza del 2008 su 1285 soggetti ultra-
      torie siano in grado di attivare molecole effettrici        sessantacinquenni valutava i livelli basali plasma-
      della cascata infiammatoria come NF-kB,                     tici di IL-6 e proteina-C reattiva, e misurava i sin-
      MAPKp38 e STAT5, e attraverso queste di inibire             tomi depressivi tramite la scala CES-D. Dopo ag-
      la traslocazione dei recettori per i glucocorticoidi        giustamenti per vari fattori, dimostrava che alte
      dal citoplasma al nucleo15,16. La down-regulation           concentrazioni di IL-6 si associavano a depressione
      recettoriale per i glucocorticoidi conseguente alla         maggiore (OR: 2,49, CI: 1,07-5,80) sia ricorrente sia
      cronica elevazione della cortisolemia determina de-         come primo episodio, mentre livelli moderatamen-
      sensibilizzazione centrale, con deprivazione degli          te elevati di proteina C-reattiva non si associavano
      effetti anti-infiammatori dei glucocorticoidi sul tes-      più al punteggio CES-D dopo aggiustamento per
      suto nervoso14-16. L’infiammazione sembrerebbe              età e polipatologia18. Le limitazioni di questi studi
      coinvolta anche nei meccanismi neurali di risposta          risiedono nel fatto che l’associazione depressione-
      allo stress. È stato dimostrato come stress psico-          infiammazione è indagata a breve termine.
G. Viscogliosi et al.: La depressione vascolare nell’anziano. Quale ruolo per l’infiammazione?   265

    Uno studio longitudinale del 2009 su 5978 sog-              li di sICAM-1, IL-6 e PCR in 481 soggetti, due me-
getti di età adulta con follow-up di 12 anni inda-              si dopo un episodio di sindrome coronarica acuta.
gava la correlazione tra sintomi cognitivi della de-            I soggetti depressi esibivano livelli infiammatori
pressione, misurati con scala a 4 item derivata dal             significativamente maggiori, tranne che per l’IL-
General Health Questionnaire, e concentrazioni                  6, anche dopo aggiustamento per sesso, fumo, sin-
plasmatiche di IL-6 e PCR misurate all’inizio ed                drome metabolica20. Uno studio del 2008 su 323
alla fine del follow-up. Risultava che sia l’IL-6 (p:           maschi con e senza sindrome metabolica e senza
0,005) che la PCR (p: 0,004) erano predittori dei               malattia cardiovascolare ha dimostrato come i
sintomi indagati, anche dopo correzione per fumo,               sintomi depressivi misurati mediante Beck De-
alcol, BMI, esercizio fisico, pressione arteriosa, co-          pression Inventory (BDI) fossero più frequenti nei
lesterolemia HDL, coronaropatia, diabete, farmaci               soggetti affetti da sindrome metabolica, anche do-
(IL-6 p: 0,018; PCR p: 0,036). La presenza dei sin-             po aggiustamento per età, livello di educazione,
tomi depressivi all’inizio del follow-up non risulta-           fumo. La sindrome metabolica si associava ine-
va invece predittore di aumento degli indici in-                quivocabilmente al punteggio BDI, con prevalen-
fiammatori17. Le limitazioni (probabili) di questo              za del pattern sintomatologico neurovegetativo,
studio consistono nel fatto che veniva indagato so-             ed i pazienti con la sindrome esibivano maggiori
lo un aspetto del corteo sintomatologico dei distur-            livelli infiammatori. Non erano inoltre presenti
bi depressivi, e cioè il cluster dei sintomi cognitivi.         differenze tra i due gruppi in termini di antece-
                                                                denti anamnestici depressivi, suggerendo come la
                                                                depressione fosse dovuta più alla condizione pa-
Sindrome metabolica,                                            tologica in atto che non ad una predisposizione in-
infiammazione e depressione                                     dividuale19. Anche qui, essendo uno studio tra-
                                                                sversale, rimane poco chiara la direzione dell’as-
    Rilevante attenzione è stata posta di recente               sociazione dimostrata.
alla sindrome metabolica – riconosciuta come fat-
tore maggiore ed indipendente di rischio cardio-
vascolare – nello sviluppo di infiammazione. L’in-              Implicazioni pratiche
fiammazione è ormai riconosciuta come compo-
nente chiave della sindrome metabolica, ed alti li-                 Se è vero che l’infiammazione svolge un ruolo
velli di PCR, di IL-6 e TNF-α rappresentano un                  importante nella genesi della depressione, è lecito
fattore di rischio per lo sviluppo della sindro-                pensare che molti farmaci antidepressivi attual-
me19,20. L’obesità centripeta sembra essere il de-              mente in uso possano influire sulla risposta in-
terminante maggiore dell’infiammazione cronica:                 fiammatoria. Esistono già evidenze sul fatto che gli
il tessuto adiposo, ormai considerato metabolica-               antidepressivi in vitro inibiscano il rilascio di me-
mente attivo e con proprietà endocrine, è in grado              diatori flogistici da colture di sangue e che stimo-
di produrre e secernere molecole infiammatorie in-              lino il rilascio di molecole anti-infiammatorie come
cluse la PCR e le citochine. Il bilancio energetico             l’IL-1014. Inoltre si è osservato come pazienti che
positivo in cronico determina accumulo lipidico sia             rispondevano poco o affatto ai farmaci esibissero
nel tessuto adiposo con ipertrofia adipocitaria, sia            livelli plasmatici elevati di IL-6 e proteine di fase
in altri organi. Si ritiene che il tessuto adiposo sot-         acuta, ed è stato ipotizzato che questi soggetti pos-
tocutaneo abbia maggior capacità di accumulo del-               sano essere portatori di alleli mutati dei geni per
l’eccesso lipidico rispetto al compartimento visce-             l’IL-1, TNF ed anomalie nella risposta T-mediata14.
rale. L’adipocita ipertrofico è maggiormente su-                È quindi chiaro come i farmaci antinfiammatori
scettibile alla rottura, ed è noto come la lisi cellu-          potranno essere candidati alla terapia anti-de-
lare rappresenti un focus infiammatorio, con mi-                pressiva.
grazione macrofagica e sintesi, da parte di queste                  Bisogna puntualizzare che l’infiammazione è
cellule, di TNF-α. La flogosi è tuttavia anche so-              soprattutto un meccanismo di protezione, filoge-
stenuta dall’adipocita stesso, che in caso di ipe-              neticamente molto antico. Il processo infiammato-
raccumulo sintetizza e rilascia vari mediatori flo-             rio inizia nello stesso momento in cui l’organismo
gogeni come la leptina, il PAI-1, IL-1 e 6, proteina            è invaso da una noxa patogena: di origine microbi-
di attrazione monocitaria e varie chemochine19,20.              ca, virale, oncogena. Solo nel momento in cui i me-
L’accumulo adiposo in vari organi come il pancre-               diatori infiammatori presentano concentrazioni
as, il fegato ed il muscolo conduce invariabilmen-              ben al di sopra della soglia fisiologica, iniziano ad
te a resistenza insulinica.                                     agire in senso sfavorevole. Questa è la situazione
    È altresì noto come sintomi depressivi siano                che si manifesta in molti dei pazienti affetti da di-
frequenti in pazienti affetti da sindrome metabo-               sturbo del tono dell’umore, ed anche se qui la flo-
lica13,17-21. Uno studio del 2007 misurava, su 1598             gosi è il trigger della malattia, bisogna sempre te-
soggetti a rischio cardiovascolare, le componenti               nere presente il suo ruolo vitale di protezione. Per
della sindrome metabolica e la depressione. Sia                 questo i nuovi farmaci ad azione antinfiammato-
negli uomini che nelle donne la sindrome meta-                  ria ed immunomodulante andranno selezionati e
bolica si associava a depressione anche dopo cor-               somministrati con cautela, quando diventeranno a
rezione per età, fumo, stile di vita, fattori socioe-           tutti gli effetti farmaci antidepressivi di impiego
conomici21. Uno studio del 2004 misurava i livel-               clinico.
266     Recenti Progressi in Medicina, 102 (6), giugno 2011

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      Indirizzo per la corrispondenza:
      Dott. Giovanni Viscogliosi
      Viale Palmiro Togliatti, 1572
      00155 Roma
      E-mail: giovanni.viscogliosi@libero.it
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