LA CONOSCENZA DEL PROBLEMA - Dott.ssa Annalisa Barone Psicologa e Psicoterapeuta - Isiss Gregorio Ronca

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LA CONOSCENZA DEL PROBLEMA - Dott.ssa Annalisa Barone Psicologa e Psicoterapeuta - Isiss Gregorio Ronca
LA CONOSCENZA DEL PROBLEMA

         Dott.ssa Annalisa Barone
         Psicologa e Psicoterapeuta
LA CONOSCENZA DEL PROBLEMA - Dott.ssa Annalisa Barone Psicologa e Psicoterapeuta - Isiss Gregorio Ronca
Un’orchestra senza direttore

                      Dott.ssa Annalisa Barone
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Ragioni dell’interesse clinico

 Elevata incidenza del disturbo
 Compresenza di numerosi altri disturbi (comorbilità)
 Elevata probabilità di manifestare nel prosieguo della vita gravi
  difficoltà

                                                        Dott.ssa Annalisa Barone
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Dott.ssa Annalisa Barone
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Dott.ssa Annalisa Barone
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False credenze

 Il b/o con ADHD non riesce a prestare attenzione a nulla
 Il b/o con ADHD è sempre distratto e iperattivo
 Il b/o con ADHD è dispettoso e si oppone a tutto ciò che gli viene proposto
 Il b/o con ADHD è maleducato
 L’ADHD è transitorio
 L’ADHD è un disturbo nuovo
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 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

                                 Dott.ssa Annalisa Barone
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Disturbi del neurosviluppo

Il DSM-5 sostituisce i capitoli sui Disturbi solitamente
 diagnosticati per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza o
 nell’adolescenza con un nuovo capitolo definito “I disturbi del
 neurosviluppo”
Questi disturbi appaiono per la prima volta nelle prime fasi del
 periodo evolutivo, in genere prima che il bambino inizi la scuola
I deficit che ne derivano causano difficoltà nel funzionamento
 personale, sociale, scolastico o lavorativo
I disturbi del neurosviluppo si presentano frequentemente in
 concomitanza

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Disturbi del neurosviluppo

Disturbo dello sviluppo intellettivo
Disturbi della comunicazione
Disturbi dello spettro autistico
Disturbo da deficit di attenzione /iperattività
Disturbo specifico dell’apprendimento
Disturbi del movimento

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Disturbo da deficit di
           attenzione/iperattività (DDAI)
Il DDAI è un disturbo caratterizzato da livelli invalidanti di
 disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività.
La disattenzione e la disorganizzazione comportano l’incapacità di
 mantenere l’attenzione su un compito, l’apparente mancanza di
 ascolto e la perdita di oggetti
L’iperattività-impulsività comporta un livello di attività eccessivo,
 agitazione, incapacità di rimanere seduti, intromissione nelle
 attività altrui e incapacità di aspettare-sintomi che sono eccessivi
 per l’età o il livello di sviluppo

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Disturbo da deficit di
          attenzione/iperattività (DDAI)
Durante la fanciullezza, il DDAI si sovrappone frequentemente a
 disturbi     spesso      ritenuti    «disturbi    esternalizzanti»
 (comportamentali), come il disturbo oppositivo provocatorio e il
 disturbo della condotta
Il DDAI spesso persiste nell’età adulta, con conseguente
 compromissione del funzionamento sociale, scolastico e
 lavorativo

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 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

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Sintomi nucleari dell’ADHD
                           1. DIFFICOLTA’ DI ATTENZIONE
 Attenzione: capacità di focalizzare, cioè portare e mantenere nel focus
  attentivo gli stimoli presenti nell’ambiente esterno e di organizzare risposte
  appropriate
 Differenti componenti dell’attenzione:
 Attenzione sostenuta: consente di mantenere uno sforzo prolungato nel tempo
 Attenzione selettiva: consente di focalizzare solo gli aspetti rilevanti di un
  compito
 Attenzione divisa: consente di mantenere un impegno attentivo su due stimoli
  diversi
 Shift d’attenzione: consente di spostare l’attenzione da un compito a un altro
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Sintomi nucleari dell’ADHD
                         1. DIFFICOLTA’ DI ATTENZIONE

 Le ultime ricerche sembrano concordi nello stabilire che il problema
  maggiormente evidente nell’ADHD sia il mantenimento dell’attenzione
  (attenzione sostenuta), soprattutto durante attività lunghe e ripetitive, come
  quelle scolastiche
 Le difficoltà di attenzione si manifestano             sia   nelle    situazioni
  scolastiche/lavorative, che in quelle sociali
 Sono presenti anche nelle situazioni ludiche, nelle quali il bambino
  manifesta frequenti passaggi da un gioco a un altro, senza completarne
  nessuno
 Non è causata da atteggiamenti di sfida o da mancanza di comprensione

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Sintomi nucleari dell’ADHD
               DIFFICOLTA’ DI AUTOREGOLAZIONE DELL’ATTENZIONE

 In molte altre situazioni che richiedono attenzione il bambino con ADHD
  non presenta però particolari problemi, per cui recentemente l’accento è
  stato posto sulla difficoltà di autoregolazione e cioè sull’incapacità di regolare
  autonomamente il proprio comportamento, inclusa l’attenzione
 Il bambino con ADHD avrebbe una buona capacità di comportamento
  eteroregolato (cioè di regolare il proprio comportamento quando viene
  guidato da altri, soprattutto nella relazione a due adulto-bambino) e
  incontrerebbe invece difficoltà nel comportamento autoregolato
 «Sembra non ascoltare o avere la testa da un’altra parte quando gli si parla».
  Passando vicino al banco di un bambino con ADHD si può rimanere
  colpiti dal disordine con cui gestisce il materiale scolastico e dalla facilità
  con cui viene distratto da suoni o da altri stimoli irrilevanti
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Dott.ssa Annalisa Barone
Sintomi nucleari dell’ADHD
                               2. IPERATTIVITA’

 Eccessivo livello di attività motoria o vocale in momenti in cui essa non è
  appropriata
 Il bambino con ADHD manifesta continua agitazione, difficoltà a rimanere
  seduto e fermo al proprio posto: è sempre in movimento sia a scuola che a
  casa, durante i compiti e il gioco

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Sintomi nucleari dell’ADHD
                                3. IMPULSIVITA’
 Si manifesta nella difficoltà a dilazionare una risposta, a inibire un
  comportamento inappropriato, ad attendere una gratificazione
 I bambini impulsivi: rispondono troppo velocemente (a scapito
  dell’accuratezza delle loro risposte), interrompono frequentemente gli altri
  quando stanno parlando, non riescono a stare in fila e attendere il proprio
  turno
 Si manifesta anche nell’intraprendere azioni affrettate senza considerare le
  possibili conseguenze negative (attraversare la strada senza guardare)

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Sintomi nucleari dell’ADHD
                      Difficolta’ di inibizione delle risposte
 Si manifesta nella difficoltà a inibire le risposte automatiche - quelle che
  istintivamente tendiamo a mettere in atto prima di riflettere su quale sia la
  migliore
 Per risolvere un compito è necessario considerare tutte le info utili allo
  scopo e pianificare una soluzione
 I bambini con ADHD hanno difficoltà nella gestione simultanea di questi
  aspetti perchè ogni stimolo distraente, esterno al compito, lo distoglie da
  esso e dale alter azioni in corso
 Necessitano di attività altamente strutturate e organizzate, dove gli stimoli
  sono solo quelli specifici e necessari per iniziare e portare a termine un
  compito
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Sintomi nucleari dell’ADHD
                          Percezione del tempo alterata
 Mentre l’insegnante spiega, un b/o capace di selezionare gli stimoli e
  trattenerli ascolta non curandosi del resto; il b/o con ADHD guarda fuori,
  osserva i cartelloni in aula, parla con il compagno, ecc.
 La percezione contemporanea di più stimoli e la conseguente difficoltà a
  selezionare le info (utili o non), comporta che il b/o con ADHD, rispetto
  agli altri, segue più stimoli e che i minuti trascorsi saranno percepiti da lui
  come un periodo di tempo maggiore con conseguenze negative sulla sua
  capacità di controllare e organizzare il comportamento
 Aiutarlo a identificare le info rilevanti
 Utilizzare poche parole e organizzare attività brevi e veloci

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Sintomi nucleari dell’ADHD
                     Difficoltà a posticipare le gratificazioni

 I b/i con ADHD sono positivamente motivate dai premi (verbali o
 materiali) purchè siano immediate, in particolare per il fatto che essi non
 riescono ad attendere prima di ricevere una gratificazione e necessitano di
 frequenti e rapidi feedback sul loro modo di agire o lavorare
 Di fronte alla scelta tra una ricompensa immediata e una maggiore ma più
  lontana nel tempo, in genere scelgono la prima, indipendentemente
  dall’entità e pur essendo capaci di comprendere quale sia il premio
  maggiore (attendere la fine della giornata il premio delle figurine per aver
  svolto il compito di matematica non crea spinta motivazionale perchè
  anche due ore sono percepite come talmente lunghe che il premio perde la
  sua funzione di rinforzo)
 Per mantenere alto il livello motivazionale del b/o con ADHD sono
  necessarie recompense semplici e tempestive        Dott.ssa Annalisa Barone
Sintomi secondari
                 Interazione tra i sintomi primari e l’ambiente

Comportamenti    Difficoltà          Problematiche                 Disturbi
  aggressivi    scolastiche          interpersonali                emotivi

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Sintomi secondari

 I b/i con ADHD con manifestazioni di aggressività non esibiscono
  intenzionalmente questi comportamenti, e sono sinceramente sorpresi
  dagli esiti negativi che scaturiscono dalle loro azioni
 I b/i con ADHD vengono descritti come non cooperativi in situazioni
  di gruppo, intrusivi, aggressivi e provocatori e per questo rischiano di
  non beneficiare delle opportunità di socializzazione
 Più comportamenti cooperativi osservati in contesti strutturati tra
  compagni, dove i b/i con ADHD assumono un ruolo più attivo e
  collaborativo

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Sintomi secondari

 I problemi di autocontrollo comportamentale si ripercuotono anche
  sulle relazioni interpersonali
 Si osserva un’alta frequenza di comportamenti inadeguati sia verbali
  che non verbali, minore interazione con i pari, bassi livelli di
  espressione affettiva e maggior ritiro sociale
 I b/i con ADHD vengono più spesso rifiutati e sono meno popolari
  tra i compagni
 Gli insegnanti spesso li valutano negativamente non solo dal punto di
  vista del profitto, anche sotto l’aspetto comportamentale e del rispetto
  delle regole sociali

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Sintomi secondari

 Le caratteristiche di impulsività e disattenzione si riflettono
  negativamente sul rendimento scolastico
 I b/i con ADHD tendono a liberarsi presto dal compito, a evitare la
  lettura di testi, a non rileggere un brano per rispondere alle domande,
  sono distratti da stimoli interferenti e non riescono a trattenere in
  memoria troppe info, non attendono che l’insegnante completi la
  consegna, interrompono frequentemente
 Se si insegnano loro le strategie più efficaci, essi ottengono buoni
  risultati

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Sintomi secondari

 Le conseguenze della serie di fallimenti in ambito familiare, scolastico e
  sociale sull’immagine di sé sono importanti
 Gli individui con ADHD si sentono rifiutati e non amati
 Insicurezza rispetto alle loro capacità e incertezza sui risultati dei loro
  comportamenti

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 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

                                 Dott.ssa Annalisa Barone
Principali cambiamenti nel DSM-5 per il
            Disturbo da deficit di
       attenzione/iperattività (DDAI)
La descrizione dell’età di esordio è stata modificata (da “alcuni
 sintomi di iperattività-impulsività o di disattenzione che causano
 menomazione devono essere stati presenti prima dei 7 anni di
 età” a “diversi sintomi di disattenzione o di iperattività-impulsività
 devono essere presenti prima dei 12 anni”)
Ora è possibile una diagnosi in comorbidità con un disturbo dello
 spettro dell’autismo
Per gli adulti cut off di 5 sintomi (invece dei 6 richiesti per gli
 individui più giovani, sia per disattenzione, sia per iperattività-
 impulsività)

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Criteri diagnostici secondo il DSM-5
A. Un pattern persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce
con il funzionamento o lo sviluppo, come caratterizzato da (1) e/o (2):
1. Disattenzione
2. Iperattività e impulsività
B. Diversi sintomi di disattenzione o di iperattività-impulsività erano presenti prima dei
12 anni
C. Diversi sintomi di disattenzione o di iperattività-impulsività si presentano in due o
più
contesti (per es., a casa, a scuola o al lavoro; con amici o parenti; in altre attività)
D. Vi è una chiara evidenza che i sintomi interferiscono con, o riducono, la qualità del
funzionamento sociale, scolastico o lavorativo
E. I sintomi non si presentano esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o di
un altro disturbo psicotico e non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (per
es., disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo, disturbo di personalità,
intossicazione o astinenza da sostanze)

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Manifestazioni del DDAI secondo il DSM-5

Manifestazione con disattenzione predominante
Manifestazione con iperattività/impulsività predominanti
Manifestazione combinata

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Criteri diagnostici secondo il DSM-5 per
Manifestazione con iperattività/impulsività
              predominanti

1. Debbono esser riscontrati 6 o più dei sintomi di
IPERATTIVIITA’-IMPULSIVITA’
2. Debbono essere presenti almeno per un periodo di 6 mesi con
un’intensità incompatibile con il livello di sviluppo e che ha un
impatto negativo diretto sulle attività sociali e scolastiche/lavorative

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Criteri diagnostici secondo il DSM-5 per
    Manifestazione con iperattività/impulsività
                   predominanti
 Spesso agita o batte mani e piedi o si dimena sulla sedia
 Spesso lascia il proprio posto in situazioni in cui si dovrebbe rimanere seduti
 Spesso scorrazza e salta in situazioni in cui farlo risulta inappropriato
 È spesso incapace di giocare o svolgere attività ricreative tranquillamente
 È spesso “sotto pressione”, agendo come se fosse “azionato/a da un
  motore”
 Spesso parla troppo
 Spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate
 Spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno
 Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (es. si
  intromette nelle conversazioni o nei giochi)
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Criteri diagnostici secondo il DSM-5 per
Manifestazione con disattenzione predominante

1. Debbono essere riscontrati 6 o più sintomi di
DISATTENZIONE
2. Debbono essere presenti per almeno 6 mesi con un’intensità
incompatibile con il livello di sviluppo e che ha un impatto negativo
diretto sulle attività sociali e scolastiche/lavorative

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Criteri diagnostici secondo il DSM-5 per Manifestazione
               con disattenzione predominante
 Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività (per
  es., trascura o omette dettagli, il lavoro non è accurato)
 Ha spesso difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco (per es., ha difficoltà a rimanere concentrato/a durante una
  lezione, una conversazione o una lunga lettura)
 Spesso non sembra ascoltare quando gli/le si parla direttamente (per es., la mente sembra altrove, anche in assenza di distrazioni evidenti)
 Spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro (per es., inizia i compiti
  ma perde rapidamente la concentrazione e viene distratto/a facilmente)
 Ha spesso difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività (per es., difficoltà nel gestire compiti sequenziali; difficoltà nel tenere in ordine
  materiali e oggetti; lavoro disordinato, disorganizzato; gestisce il tempo in modo inadeguato, non riesce a rispettare le scadenze)
 Spesso evita, prova avversione o è riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (per es., compiti scolastici o
  compiti a casa; per gli adolescenti più grandi e gli adulti, stesura di relazioni, compilazione di moduli, revisione di documenti)
 Perde spesso gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., materiale scolastico, matite, libri, strumenti, portafogli, chiavi, documenti,
  occhiali, telefono cellulare)
 Spesso è facilmente distratto/a da stimoli esterni (per gli adolescenti più grandi e gli adulti, possono essere compresi pensieri incongrui)
 È spesso sbadato/a nelle attività quotidiane (per es., sbrigare le faccende; fare commissioni; per gli adolescenti più grandi e per gli adulti,
  ricordarsi di fare una telefonata; pagare le bollette; prendere appuntamenti)

                                                                                                                  Dott.ssa Annalisa Barone
Criteri diagnostici secondo il DSM-5
       per manifestazione combinata

1. 6 o più dei sintomi di DISATTENZIONE persistiti per almeno 6
mesi con intensità che provoca disadattamento e contrasta con il
livello di sviluppo
2. 6 o più sintomi di IPERATTIVITA’-IMPULSIVITA’ persistiti per
almeno sei mesi con un’intensità che causa disadattamento e
contrasta con il livello di sviluppo

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Ad insorgenza
     Pervasivi
                                          precoce

                       I sintomi
                        descritti
                      nell’ADHD
                          sono

Significativamente
                                    Inadeguati rispetto al
interferenti con le
                                      livello di sviluppo
attività quotidiane

                                                  Dott.ssa Annalisa Barone
La diagnosi

 È di competenza del Neuropsichiatra Infantile o di altri operatori della
  salute mentale dell’età evolutiva con specifiche competenze sulla
  diagnosi e il trattamento dell’ADHD
 Si basa sulla raccolta di informazioni fornite dai genitori e dagli
  insegnanti e sull’osservazione e valutazione clinica del bambino da
  parte dello specialista, prevedendo anche l’impiego di questionari,
  interviste diagnostiche e scale di valutazione

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Dott.ssa Annalisa Barone
Osservazione comportamentale

                             La sintomatologia
Si riduce e non è osservabile          Peggiora significativamente
 In setting altamente strutturati      In setting non strutturati
 In situazioni nuove                   In situazioni noiose
 In attività interessanti              Durante attività ripetitive
 Quando il b/o è seguito               In presenza di molte distrazioni
  individualmente                       Se serve attenzione sostenuta o
 Se frequentemente                      sforzo mentale
  ricompensato                          Durante attività lente e
 Durante attività brevi e rapide        prolugate

                                                       Dott.ssa Annalisa Barone
 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

                                 Dott.ssa Annalisa Barone
Epidemiologia

Incidenza: Studi sulla popolazione indicano che il DDAI si
verifica nella maggior parte delle culture in circa il 5% dei bambini e
il 2,5% degli adulti (APA, 2014)
Le percentuali variano frequentemente a seconda delle fonti prese
in considerazione (caregiver, insegnanti) e gli studi sull’incidenza del
disturbo conducono a risultati differenti a seconda del livello di
precisione dei criteri diagnostici
Prevalenza: più frequente nei maschi con un rapporto di 2:1 nei bambini
e di 1,6:1 negli adulti. Le femmine più dei maschi tendono a manifestare
primariamente caratteristiche di disattenzione

                                                   Dott.ssa Annalisa Barone
 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

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Eziologia

 L’ADHD è un disturbo ad eziologia multifattoriale
 I fattori responsabili della sua manifestazione sono diversi

Genetici         Neurobiologici            Ambientali
Le regioni frontali rappresentano oltre un terzo del cervello e sono coinvolte nella programmazione ed
esecuzione dei comportamenti complessi: controllano l’attenzione sostenuta, la MBT, la pianificazione e
la correzione degli errori (funzioni esecutive); sono collegate anche alle aree collegate alla motivazione e
alle emozioni
                                                                                  Dott.ssa Annalisa Barone
Neurobiologia
Gli studi condotti le tecniche di visualizzazione cerebrale (fMRI, PET, EEG),
hanno rilevato come l’ADHD sia un disturbo con deficit neurobiologici
associati con:
 una riduzione media del 5% del volume totale del cervello – essa si presenta
  precocemente nello sviluppo (età prescolare)
 scarsa disponibilità nello spazio intersinaptico di DA (neurotrasmettitore
  coinvolto nella regolazione/modulazione di risposte emotive e
  comportamentali)
 la presenza di pattern anomali di attivazione cerebrale delle cortecce
  prefrontali, dei gangli basali, e del cervelletto
 l’aumento delle “onde lente” dell’attività cerebrale, quindi una bassa
  attivazione fisiologica rilevata con l’EEG
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Genetica

L’ADHD costituisce uno dei disturbo con più elevata
 ereditarietà
Una percentuale variabile tra il 50 e il 90% dei gemelli
 monozigoti di bambini con ADHD presenta lo stesso
 disturbo e studi condotti su gemelli adottati suggeriscono
 una natura genetica piuttosto che ambientale di tale
 familiarità
Si ritiene che i fattori genetici determinino la predisposizione
 al disturbo (rischio aumentato), e l’attivazione di questa
 predisposizione sia modulata da fattori ambientali
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Fattori ambientali

                              Basso peso alla
                                   nascita
                           Esposizione a fumo-
                           alcool in gravidanza
                              Storia di abuso,
Modulano l’effetto dei
                               trascuratezza,
fattori neurobiologici e
                            adozioni multiple,
         genetici
                               esposizione a
                             neurotossine (es.
                            piombo), infezioni

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 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

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Comorbilità
 Il 50%-87% degli individui ADHD presenta almeno un altro disturbo
  in comorbidità, mentre due o più nel 33% di questi (Biederman et al.
  1993; Adler et al. 2008).
 Disturbo oppositivo provocatorio (>50%) e disturbo della condotta
  sono i più frequenti
 Disturbo specifico dell’apprendimento (25-40%)
 Disturbi d’ansia e disturbo depressivo maggiore
 Disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi da tic, disturbo dello spettro
  dell’autismo
 Negli adulti disturbo da uso di sostanze, disturbo antisociale e altri
  disturbi di personalità (10-25%)
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Comorbilità

Tutti caratterizzati da difficoltà di
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regolazione delle emozioni e dei comportamenti
 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

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Sviluppo e decorso
 Inizialmente osservata un’eccessiva attività motoria nei primi anni di
  vita del bambino, ma prima dei 4 anni i sintomi sono difficilmente
  distinguibili dai comportamenti normali altamente variabili
 Il DDAI è molto spesso identificato durante gli anni della scuola
  elementare, e la disattenzione diventa più preminente e invalidante
 Il disturbo è relativamente stabile durante la prima adolescenza, ma
  alcuni individui possono avere un decorso peggiore con lo sviluppo di
  comportamenti antisociali
 In molti individui con DDAI, i sintomi dell’iperattività motoria
  diventano meno evidenti nell’adolescenza e nell’età adulta, ma
  persistono difficoltà legate a irrequietezza, disattenzione, scarsa
  pianificazione e impulsività
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Sviluppo e decorso
 Una percentuale rilevante di bambini con DDAI rimane relativamente
  compromessa in età adulta
 Età prescolare: l’iperattività è la principale manifestazione
 Età scolare: la disattenzione diventa più preminente
 Adolescenza: i segni di iperattività (per es., correre e arrampicarsi) sono
  meno comuni e possono essere limitati ad agitazione o a una
  sensazione interiore di nervosismo, irrequietezza o impazienza
 Nell’età adulta, insieme alla disattenzione e all’irrequietezza,
  l’impulsività può rimanere problematica anche quando l’iperattività è
  diminuita

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 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

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Trattamenti efficaci

                PSICOEDUCAZIONE

BAMBINO          FARMACOTERAPIA

                      TCC

                PSICOEDUCAZIONE
FAMIGLIA
                PARENT TRAINING

                PSICOEDUCAZIONE
SCUOLA             INTERVENTI
                COMPORTAMENTALI
                                  Dott.ssa Annalisa Barone
 Introduzione
 Sintomi nucleari e secondari
 Inquadramento diagnostico
 Epidemiologia
 Eziologia
 Comorbilità
 Sviluppo e decorso
 Trattamenti efficaci
 Homework

                                 Dott.ssa Annalisa Barone
Dott.ssa Annalisa Barone
Riferimenti bibliografici

 Cornoldi C., De Meo T., Offredi F. & Vio C. (2001). Iperattività e
  autoregolazione cognitiva. Edizioni Erickson
 Dario Ianes, Sofia Cramerotti. (2012). ADHD a scuola. Strategie efficaci per
  gli insegnanti. Edizioni Erickson
 American Psychiatric Association (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e
  statistico dei disturbi mentali. Cortina Raffaello Editore
 Barkley R.A. (1997). ADHD and the nature of self-control. Guilford Press, New
  York

                                                             Dott.ssa Annalisa Barone
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