L'ETÀ DI HAYDN - MOZART - BEETHOVEN
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08/05/2011 L’ETÀ DI HAYDN – MOZART - BEETHOVEN Nella storia della musica il termine Classicismo indica l'epoca e lo stile dei 3 grandi maestri “viennesi” HAYDN, MOZART, BEETHOVEN (Classicismo viennese). Questo concetto entrò in uso dopo la morte di BEETHOVEN, suggerito dalla perfezione della forma e dall'ideale di bellezza presenti, in particolare, nella musica di MOZART. Classico significa in genere esemplare, bello, equilibrato, armonioso e insieme semplice e comprensibile. Un equilibrio perfetto tra sentimento e ragione, ma anche tra contenuto e forma. WINCKELMANN definì classica l'arte dell'Antichità, di cui, conformemente agli ideali del suo tempo, ammirava la «nobile semplicità e quieta grandezza» (1755). 1
08/05/2011 Il concetto di classicismo in musica fu elaborato per primo da Amadeus Wendt (Università di Göttingen) Pubblicò il volume Sullo stato attuale dell'arte 1836 2
08/05/2011 L’età di Haydn, Mozart e Beethoven LA FORMA – SONATA La forma-sonata Il procedimento compositivo maggiormente adoperato nel periodo classico (resterà valido fino ad Ottocento inoltrato) è la «forma-sonata». Si tratta non di una forma nel senso stretto del termine, quanto piuttosto di un principio compositivo fondato sulla organizzazione coerente e unitaria di elementi armonico-tonali e tematici che si succedono nel tempo secondo una strategia fatta di tensioni e di risoluzioni, di rapporti di contrasto/ contrapposizione e/o affinità. La forma-sonata è di norma adoperata nei primi movimenti di una qualsiasi composizione strumentale, sia solistica (sonate) che cameristica (quartetti, quintetti per archi) che orchestrale (sinfonie e concerti). Molto spesso la si applica anche ai movimenti finali e, talvolta, ai movimenti intermedi. Risale al primo Ottocento la codificazione teorica della forma-sonata come struttura tipica dello stile classico. Principali responsabili della teorizzazione della forma-sonata furono 3 autori di trattati di composizione che influirono segnatamente sul corso della didattica musicale ottocentesca. Il primo ad esporre lo schema di questa forma fu il boemo Antonín Reicha (1770-1836), attivo prima a Vienna, dove fu in contatto con Haydn e Beethoven, e poi a Parigi come professore di contrappunto e fuga al Conservatoire de Musique. Con lui, nel 1826, studiarono Berlioz e Liszt. 3
08/05/2011 Musica strumentale e forma-sonata Sonata Sinfonia concerto forma-sonata Duo quartetto Trio 4
08/05/2011 Permangono alcuni generi ereditati dal periodo barocco: musica strumentale Sonata Trio (dalla Sonata a Tre) nell’orbita della forma- sonata Concerto Sinfonia Divertimento per fiati o archi (dalla Suite) musica sacra: Messa opera: Opera seria e opera buffa Novità della forma-sonata Per la prima volta nella forma-sonata la musica si organizza in un linguaggio sintatticamente complesso e non preso a prestito da altri linguaggi; la suite era strutturata secondo il modello delle danze, e quindi di una cerimonia sociale; il concerto grosso e quello solistico tripartito di tipo vivaldiano, pur avviando il processo di formazione di un linguaggio musicale autonomo, riflettono le forme e gli stilemi del teatro melodrammatico. Solo la forma-sonata realizza per la prima volta compiutamente l'aspirazione ad una musica che parli un suo linguaggio in un ambito suo proprio; per usare una metafora letteraria si potrebbe dire che se l'invenzione dell'armonia ha posto le basi di una grammatica del linguaggio musicale, la forma-sonata ha creato non solo una sintassi, ma una struttura narrativa paragonabile al romanzo modernamente inteso. L'accusa che gli illuministi muovevano alla musica strumentale - di non riuscire a parlare, a comunicare, ad esprimersi in modo compiuto ma solamente a sfiorare i sensi - viene di fatto superata proprio nell'impianto linguistico e narrativo della forma-sonata. 5
08/05/2011 IL LAVORO DEL COMPOSITORE E IL RUOLO DELLA MUSICA NELLA SOCIETÀ Franz Joseph Haydn (1732-1809) Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Ludwig van Beethoven (1770-1827) 6
08/05/2011 Haydn (1732-1809) nasce a Rohrau da una famiglia di assai modeste condizioni. Fu fanciullo cantore della cattedrale di Santo Stefano a Vienna. Ma con la muta della voce Haydn fu congedato; iniziò così per lui un decennio (1750-60) assai difficile fra stenti e difficoltà economiche di ogni genere. La sua condizione sociale mutò radicalmente soltanto a partire dal 1761, anno in cui il conte Paul Anton Esterházy lo volle al suo servizio. Nel 1762, dopo la morte di Paul Anton, gli successe il fratello Nikolaus, grande amatore di musica e appassionato suonatore di baryton. A partire dal 1776 Nikolaus trasferì la propria residenza a Esterháza Haydn rimase al servizio di Nikolaus per tutta la vita, e a Esterháza compose la maggior parte della sua musica. A sua disposizione aveva un ambiente tranquillo, tempo per lavorare, e, più importante di tutto, una piccola orchestra di circa venti elementi e un piccolo gruppo di cantanti. 7
08/05/2011 Divenuto famoso, Haydn cominciò, pur rimanendo sempre legato alla corte, a intrattenere rapporti con gli editori, a promuovere sottoscrizioni per la pubblicazione dei quartetti e a firmare contratti per l'esecuzione delle sue Sinfonie al di fuori della corte, a Vienna, a Parigi e a Londra. A Parigi Haydn approdò grazie alla Loge Olympique massonica per la quale compose 6 sinfonie (nn.82-87) presentate ai Concerts de la Loge Olympique e al Concert Spirituel. A queste sinfonie vanno aggiunte altre 5 sinfonie (nn.88-92) sempre pensate per esecuzioni parigine. Anche in questi lavori si vede come Haydn fosse sempre alla ricerca di effetti nuovi sia nel campo della forma che dell'orchestrazione. 8
08/05/2011 Morto Nikolaus nel 1790, suo fratello Paul Anton licenziò l'orchestra tenendo Haydn come maestro di cappella ma sollevandolo da qualunque obbligo (gli venne pertanto accordata una congrua pensione annua già del resto accordatagli da Nikolaus). Libero da impegni ma confortato dalla somma annua elargitagli dalla corte, Haydn firmò un contratto con Johann Peter Salomon grande impresario di Bonn ma residente a Londra, per la composizione di 12 Sinfonie per Londra. Salomon portò Haydn con sé a Londra dove rimase per due stagioni: dal 1791-92 e dal 1794-95). Le dodici Sinfonie (dalla 93 alla 104) in seguito dette "Londinesi" ebbero uno straordinario successo (Haydn ricevette persino una laurea Honoris causa dall'università di Oxford). L’età di Haydn, Mozart e Beethoven CONSIDERAZIONI PRELIMINARI SULLO STILE DI HAYDN 9
08/05/2011 Haydn è considerato “padre” della Sinfonia e del Quartetto, e tale era anche per i suoi contemporanei con particolare riguardo a Mozart e a Beethoven. La forma-sonata va definendosi con lui. Sul piano stilistico Haydn non è un musicista dialettico: i temi non sono mai contrapposti, lo sviluppo non è un campo di battaglia, la ripresa non risolve alcun conflitto. Haydn ha invece il dono del saper discorrere e conversare; il quartetto è lo strumento principe attraverso cui si realizza questa capacità di colloquiare che si rivela soprattutto nello sviluppo: un colloquiare che non è lo scambio futile di battute in un salotto, o il piacevole o distratto brusio attorno ad una mensa imbandita. Haydn è un sapiente narratore e la struttura della forma-sonata è finalizzata alla costruzione di un racconto denso, con vari personaggi e vicende complesse, con un inizio e una fine. Il romanzo-sonata va seguito passo passo dall'ascoltatore con attenzione e partecipazione, rincorrendo le varie fasi attraverso cui si snoda la vicenda. In questo romanzo, come in tutti i romanzi del Settecento, è implicito un insegnamento, uno sfondo etico che regge la vicenda: una lezione di severità e di serietà morale, la fede nella ragione costruttrice, nella coerenza del discorso, nel valore del proprio lavoro artigianale, ed infine nella capacità della musica di reggersi autonomamente come discorso pienamente valido senza bisogno di ricorrere ad espedienti, a virtuosismi di sorta, emotivi o tecnici. Ancora Goethe scrive acutamente di Haydn che «fa senza esaltazione ciò che fa», con «innocenza e ironia», lontano in fondo, possiamo aggiungere, dai turbamenti e dalle improvvise malinconie dello Sturm und Drang, come dal pathos mozartiano. Si rileva però nella sua musica anche il gusto per il sorprendere, per l’effetto non previsto: dal colpo di timpano, agli strumenti di una sinfonia che abbandonano la scena, alla reinterpretazione in senso strumentale di gustose onomatopee o immagini (l’orologio a pendola, la danza dell’orso e così via). Ascolto: finale Sinfonia n. 45 – «degli addii» Video Partitura 10
08/05/2011 Il periodo classico MOZART Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791). Mozart è annoverato tra i geni della musica. Dotato di raro talento, manifestatosi precocemente, morì a trentacinque anni di età lasciando pagine indimenticabili di musica sinfonica, sacra, da camera e operistica. La musica di Mozart è considerata la "musica classica" per eccellenza; Mozart è il principale esponente del "Classicismo" settecentesco, i cui canoni principali erano l'armonia, l'eleganza, la calma imperturbabile e l'olimpica serenità. E Mozart raggiunge nella sua musica vertici di perfezione ineguagliabile, tanto che Nietzsche lo considererà il simbolo dello "Spirito Apollineo della Musica", in contrapposizione a Wagner, che Nietzsche definirà l'emblema dello "Spirito Dionisiaco della Musica". 11
08/05/2011 La vita di Mozart si snoda in alcuni periodi fondamentali: 1. 1762-1772: il periodo della formazione comprendente i viaggi di studio 2. 1772-1781: il periodo dei capolavori fino al distacco da Salisburgo 3. 1781-1791: gli anni della maturità a Vienna 12
08/05/2011 Nel 1763 viaggia a Monaco, Augusta, Treviri, Magonza, Francoforte, Bonn, Bruxelles, Parigi e Londra, Amsterdam, L'Aia, Parigi di nuovo e, attraverso la Svizzera, il ritorno a casa nel 1766. Durante questi viaggi conosce a Londra J.Chr. Bach il cui stile sinfonico e il cui stile galante influiranno profondamente nel talento del fanciullo prodigio. A Parigi conosce alcuni intellettuali fra cui Grimm, l'enciclopedista. Dopo tre anni passati a Salisburgo Leopold ritiene Mozart maturo per affrontare il melodramma italiano nella sua patria naturale: i due partono così alla volta dell'Italia. I viaggi di Mozart in Italia sono tre: Primo viaggio: dal 1769 al 1771. E' a Verona, Mantova, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e quindi Torino e Venezia. Mozart quattordicenne conosce così Piccinni e Noverre a Milano, Giovanni Battista Martini (grande conoscitore della musica rinascimentale italiana e particolarmente di Palestrina) a Bologna, Nardini a Firenze, l'opera seria e buffa a Napoli, la polifonia romana. Rappresenta la sua opera il Mitridate a Milano ottenendo grande successo. Secondo e terzo viaggio: del 1771 (il secondo) dal 1772 al 1773 (il terzo). Sono entrambi più brevi e fanno capo essenzialmente a Milano per allestirvi la serenata Ascanio in Alba e l'opera seria Lucio Silla. 13
08/05/2011 I due poli verso cui tende Mozart dopo i viaggi in Italia sono Vienna e Monaco. A Vienna passa l'estate del 1773 dove conosce i primi capolavori di Haydn. Alla fine del 1774 è a Monaco dove rappresenta una sua opera di grande successo: La Finta giardiniera. Non ottenendo però il posto sperato a corte, parte alla volta di Parigi, non più con il padre ma con la madre. La partenza avviene nel settembre 1777 via Monaco e Mannheim: qui Mozart si concede una lunga sosta a contatto con la seconda generazione dei mannheimer (Cannabich era allora il direttore). A Parigi vi arriverà soltanto nel marzo del 1778. Tuttavia non si ripetono i successi della precedente visita parigina. Su tutto poi si abbatte la morte della madre e la prova dell'infedeltà della donna amata, Aloysia Weber. Dopo il ritorno a casa (Salisburgo) da Parigi, Mozart verrà allontanato dalla corte di Salisburgo (1781) per incomprensioni con l’arcivescovo Colloredo (Lettere). Si trasferirà a Vienna dove, a parte saltuari e brevi allontanamenti, rimarrà stabile fino al 1791, anno della sua morte. 1781-1791 decennio viennese (anni della libera professione) Scrive opere in musica (9 su un totale di 19) Concerti per pianoforte e orchestra (17 su un totale di 27) Quartetti per archi (10 su un totale di 23) Sonate per pianoforte (10 su un totale di 19) Sinfonie (7 su 41 di cui 3 nel 1788) Declina la produzione sacra 14
08/05/2011 L’età di Haydn, Mozart e Beethoven CONSIDERAZIONI PRELIMINARI SULLO STILE DI MOZART Se in Haydn i temi hanno ben raramente carattere contrastante, tanto che alcuni critici hanno definito la forma- sonata haydniana come fondamentalmente monotematica, tutto diverso è quanto si verifica in Mozart. In Mozart i temi hanno sempre il rilievo di protagonisti, quasi due caratteri e personaggi diversi: da essi si origina quel confronto che si manifesta nello sviluppo, dove appariranno come innalzati su un ideale palcoscenico. Gli altri aspetti dello stile mozartiano sono la perfezione e l’equilibrio formali (in questo senso Mozart non è stato inventore di generi nuovi al pari di Haydn, se facciamo eccezione per il concerto per pianoforte e l’inserimento dello stesso nella musica da camera), la coerenza stilistica, il gusto per la variazione tematica, il perfetto equilibrio (dosaggio) di elementi melodici e contrappuntistici, l’espressività melodica. 15
08/05/2011 Il linguaggio di Mozart parla all’uomo e con l’uomo si identifica e in questo senso pur appartenendo a una sfera celeste, esso riflette la natura umana più di qualunque altro, senza però mai dimenticare la propria natura apollinea, tutta squisita misura e decenza: «Poiché le passioni anche violente non devono mai arrivare fino al disgusto, così pure la musica, anche nel momento più terribile, non deve mai offendere l'orecchio, ma sempre far godere e rimanere sempre musica (al padre, Vienna, 26 settembre 1781)». Recitativo METASTASIO, P. Demofoonte At.1, sc.4 Recitativo Ma che vi fece, o stelle, la povera Dircea, che tante unite sventure contro lei! Voi, che inspiraste i casti affetti alle nostr'alme; voi, che al pudico imeneo foste presenti, difendetelo, o numi: io mi confondo. M'oppresse il colpo a segno, che il cor mancommi, e si smarrì l'ingegno. Aria Sperai vicino il lido, credei calmato il vento, Audio Antonio Duni Demofoonte, 1737 ma trasportar mi sento Audio Gluck Demofoonte (Milano, 6 gennaio 1743) fra le tempeste ancor. Audio Mozart Ma che vi fece o stelle, K 368 1781 E, da uno scoglio infido mentre salvar mi voglio, urto in un altro scoglio del primo assai peggior. 16
08/05/2011 "Vorrei spiegarvi, oh Dio!", K.418 – 1783 Il curioso índiscreto, il, 6 (Da Ponte?) Vorrei spiegarvi, oh Dio! qual è l'affanno mio; ecc. ma mi condanna il fato a piangere e tacer. Arder non può il mio core per chi vorrebbe amore e fa che cruda io sembri, un barbaro dover, ecc. Vorrei spiegarvi, oh Dio, ecc. Ah conte, partite, correte, fuggite, lontano da me. La vostra diletta Emilia v’aspetta; Languir non la fate, è degna d'amor. Ah stelle spietate! nemiche mi siete. Mi perdo s'ei resta, oh Dio! mi perdo. Ah conte, partite, ecc. Audio Partite, Correte, d'amor non parlate, è vostro il suo cor, ecc. BEETHOVEN 17
08/05/2011 Beethoven il primo periodo, della formazione, comprende le opere giovanili legate ad Haydn e ai modelli settecenteschi sui quali Beethoven si era formato. Questo periodo termina intorno al 1802 e corrisponde grosso modo al periodo della stesura del testamento di Heiligenstadt (testamento). (Opere: primi concerti, trii con pf, quartetti op. 18, sinfonie 1 e 2) il secondo periodo, detto periodo eroico, comprende le opere più celebri di Beethoven (la conoscenza di Beethoven presso i compositori romantici si deve proprio alla diffusione di queste opere). Esso termina intorno al 1815-16 gli anni tristi dei dissidi con la madre di Karl, e della delusione amorosa con l'immortale amata. (Sinfonie 1– 6; Fidelio, quartetti op. 59, concerti pf 3– 5) il terzo periodo, a cui appartengono gli ultimi sei quartetti, le ultime cinque sonate per pianoforte, la nona sinfonia e la missa solemnis è quello delle opere "difficili", delle opere non comprese né dai contemporanei, né dai posteri. Queste composizioni furono giudicate "bizzarre" e ricondotte alla tragica sordità che attanagliava il compositore negli ultimi anni. Episodio significativo nella vita di Beethoven: nel 1808 Girolamo Bonaparte gli offerse il posto di maestro di cappella a Kassel. Fu allora che tre nobiluomini viennesi, l'arciduca Rodolfo, il principe Lobkowitz e il principe Kinsky, gli offersero senza condizione alcuna una rendita annua di 4000 fiorini purché egli declinasse l'invito e continuasse a rimanere a Vienna. Cosa che Beethoven accettò con l'impegno formale di un contratto. 18
08/05/2011 BEETHOVEN DI FRONTE ALLA MUSICA Molti musicisti romantici hanno meditato e scritto sulla loro arte, - Beethoven, Hoffmann, Schumann, Berlioz, Weber, Liszt, Wagner ecc. - e i loro scritti rappresentano un documento del massimo interesse per poter tracciare una linea della storia dell'estetica musicale nel romanticismo. Beethoven tuttavia, meriterebbe un posto particolare: la sua opera, la sua vita, il suo destino sfortunato sono diventati simboli nel romanticismo e hanno alimentato una vasta letteratura che spesso ha mitizzato la sua figura. L'ideale della musica e del musicista romantico trovano in Beethoven il modello più perfetto e la sua arte è stata considerata per molti decenni come il punto culminante della storia della musica. Anche se, come si è detto, Beethoven è stato un mito non solo musicale, ma anche estetico, culturale e politico per buona parte dell'Ottocento, in questa sede interessa soprattutto per i suoi scritti. Beethoven ha lasciato infatti con i suoi quaderni di conversazione - è noto che negli ultimi anni la sordità lo costringeva a comunicare col prossimo per iscritto - con il suo ricco epistolario, una preziosa testimonianza del suo pensiero. Beethoven, vissuto nell'epoca di passaggio tra l'illuminismo e il romanticismo ha raccolto con la sua pronta sensibilità e con la sua vasta cultura gli echi del profondo travaglio della sua età. Rileggendo il suo epistolario e i quaderni di conversazione rimastici, si trova una insospettata ricchezza e profondità di pensiero che rivela una cultura non comune: Beethoven lesse filosofi, poeti, storici e critici e il suo sapere era ben più vasto rispetto alla normale cultura di un musicista. 19
08/05/2011 In una lettera del 1809 agli editori Breitkopf e Hartel in cui sollecitava l'invio di molti libri scriveva: «Non c'è quasi trattato che sia oggi troppo dotto per me. Senza presumere di possedere una vera erudizione io mi sono sforzato fin dall'infanzia di comprendere il pensiero dei migliori e dei più saggi di ogni tempo. Vergogna all’artista che non considera una colpa il non spingersi almeno cosi lontano». Con ciò Beethoven intendeva affermare un ideale di musicista e di uomo antitetico al concetto di musicista come artigiano. La musica deve impegnare tutto l'uomo e la condizione dell'artista non può che essere l'assoluta libertà da qualsiasi vincolo morale e materiale. Numerose sono le lettere in cui Beethoven riafferma questo ideale umanistico del musicista testimoniando inoltre la viva esigenza d'inserire la musica nel tessuto vivo della cultura. In una lettera del compositore a F. A. Hoffmeister scriveva ironicamente: «Nel mondo ci dovrebbe essere un'unica organizzazione di vendita dell’arte; l'artista dovrebbe inviare semplicemente là le sue opere e in cambio gli si darebbe tanto denaro quanto gli occorre per i suoi bisogni...». Alcuni anni più tardi, nel 1809, in un abbozzo di contratto affermava: «Deve essere il fine e l'aspirazione di ogni vero artista di procurarsi una posizione in cui non infastidito da altri compiti o da preoccupazioni economiche ... possa votarsi alle composizioni di grandi opere da offrire al pubblico...». Questo senso d'insofferenza per tutti quei legami e condizionamenti che i musicisti del passato sopportavano senza neppur pensare alla possibilità di mutarli, in Beethoven è unito alla viva coscienza dell'individualità della propria opera. In una conversazione con Louis Schlösser del 1822 o 23 analizza lucidamente tutto il processo creativo mostrando come la stesura fosse preceduta da un lungo travaglio, da una paziente meditazione. Così si spiegava: «lo porto i miei pensieri con me per molto tempo prima di trascriverli. Posso fidarmi della mia memoria ed essere certo che, una volta trovato un tema, non lo dimenticherò anche dopo anni...». Continuando ad esporre il lento lavorio creativo così conclude: «Voi mi chiedete donde provengano le mie idee. lo non posso rispondere con certezza: esse nascono più o meno spontaneamente. Le afferro con le mani nell'aria, passeggiando nei boschi, nel silenzio della notte, o agli albori del giorno. Stimolato dai sentimenti che il poeta traduce in parole, ed io in suoni che riecheggiano dentro di me e mi tormentano fino al momento in cui infine mi stanno dinnanzi nella forma di note». Questi e numerosi altri frammenti pur non avendo un particolare valore da un punto di vista strettamente estetico e filosofico, testimoniano soprattutto il senso prettamente romantico della missione dell'artista e del musicista, del valore della propria opera e della individualità e rappresentano il sostrato culturale su cui si è sviluppata la concezione romantica della musica. 20
08/05/2011 Si è già detto come Beethoven non fosse per nulla digiuno di filosofia e si può dire che i suoi maestri siano stati Kant e Schelling. Il primo per quanto riguarda il suo rigorismo morale; trascrisse infatti significativamente nei suoi quaderni dalla Critica della ragion pratica «la legge morale in noi ed il cielo stellato sopra di noi. Kant!!! » ed altre citazioni ancora tratte dalle opere di Kant, a testimonianza dell’ammirazione per il filosofo tedesco. Da Schelling invece ha tratto il suo concetto dell' arte come rivelazione dell'Assoluto, come incarnazione dell'infinito. Alla musica Beethoven riconosce la più alta funzione unificatrice, il valore di messaggio eterno; in essa vive «una sostanza eterna, infinita, non del tutto afferrabile». Beethoven anzitutto con l'esempio della sua stessa vita e poi nei suoi appunti disordinati e nelle sue lettere ha delineato con estrema suggestione l'atteggiamento del musicista romantico di fronte alla musica e non per nulla è rimasto un punto di riferimento per tutta la letteratura musicale della prima metà dell'Ottocento sino a Wagner. 59 1805/6 Quartetti "Rasoumousky" 59 / 1 1805/6 Quartetto n. 7 in fa maggiore 59 / 2 1805/6 Quartetto n. 8 in mi minore 59 / 3 1805/6 Quartetto n. 9 in do maggiore Ignaz Schuppanzigh 1776 - 1830 Partitura Audio finale op. 59 n. 3 21
08/05/2011 Periodo classico LA MUSICA Periodo classico LA PRODUZIONE SINFONICA 22
08/05/2011 HAYDN E L’ORCHESTRA Partitura Haydn Sinfonia degli Addii 23
08/05/2011 MOZART – SINFONIE La sinfonia n. 35 in Re maggiore K 385 è nota come sinfonia Haffner e fu composta da Mozart nei primi anni del suo soggiorno viennese. Sigmund Haffner Junior, a cui la sinfonia è stata dedicata, era un membro di un'altolocata famiglia saliburghese legata da rapporti di stima e di amicizia con la famiglia Mozart. La sinfonia, nella tonalità di Re maggiore, doveva rappresentare un brano brillante e di intrattenimento e originariamente fu piuttosto concepita come una serenata: erano infatti previsti due minuetti e una marcia. La sua forma era quindi ben lontana dal rigido sinfonismo viennese che prevedeva quattro movimenti ben definiti. La sinfonia doveva essere eseguita per il conferimento del titolo nobiliare "von Imbachhausen" alla famiglia Haffner ed è quindi logico che il carattere dovesse essere quello brillante. Mozart tuttavia non scrisse mai la marcia ed inviò a Salisburgo la partitura in più riprese. Si presume che in occasione della festa la marcia fosse rimpiazzata con quella presente nella serenata K 250 scritta anch'essa nella medesima tonalità. Lo schema del primo movimento (allegro con spirito) è una forma-sonata in cui la cui struttura è nascosta da una elaborazione di un unico tema articolato su un gioco contrappuntistico di grande effetto. L'impianto di questo tempo e il suo ampio respiro preludono le più grandiose sinfonie della maturità. Seguono un andante un minuetto e un presto. Audio partitura 24
08/05/2011 audio Jupiter spartito BEETHOVEN – SINFONIE 25
08/05/2011 Sinfonia n. 3 spartito Spartito I movimento III movimento IV movimento 26
08/05/2011 Partitura 27
08/05/2011 28
08/05/2011 L’età di Haydn, Mozart e Beethoven LA PRODUZIONE DI QUARTETTI Quartetti di Haydn (1732– 1809) (68 quartetti di cui 6 spuri) 6 quartetti op. 9 (1771) 6 quartetti op. 17 (1771) 6 quartetti op. 20 (1772) 6 quartetti op. 33, “Quartetti Russi” (1781) 1 quartetto op. 42 (1785) 6 quartetti op. 50, Quartetti Prussiani (1787) 3 quartetti op. 54, 3 quartetti op. 55 (1788) 6 quartetti op. 64 (1790) 3 quartetti op. 71, 3 quartetti op. 74 (1793) 6 quartetti op. 76 (1796-1797) 2 quartetti op. 77 (1799) 1 quartetto op. 103 (1803) 29
08/05/2011 Haydn, quartetto op. 20 primo movimento Haydn, Quartetto op. 20 – finale – Fuga a due soggetti 30
08/05/2011 Partitura completa 1° mov – 2° mov. – 3° mov. – 4° mov. I quartetti di Mozart (1756– 1791) nn. 14– 19 – “dedicati ad Haydn” 31
08/05/2011 32
08/05/2011 Quartetto in re min. (Sviluppo – complessità contrappuntistica) 18 1798/1800 Sei Quartetti I quartetti di 18 / 1 1798/1800 Quartetto n. 1 in fa maggiore Beethoven (1770– 18 / 2 1798/1800 Quartetto n. 2 in sol maggiore 1827) 18 / 3 1798/1800 Quartetto n. 3 in re maggiore 18 / 4 1798/1800 Quartetto n. 4 in do minore 18 / 5 1798/1800 Quartetto n. 5 in la maggiore 18 / 6 1798/1800 Quartetto n. 6 in si bemolle maggiore 59 1805/6 Quartetti "Rasoumousky" 59 / 1 1805/6 Quartetto n. 7 in fa maggiore 59 / 2 1805/6 Quartetto n. 8 in mi minore 59 / 3 1805/6 Quartetto n. 9 in do maggiore 74 1809 Quartetto n. 10 in mi bemolle maggiore "Harpe" 95 1810 Quartetto n. 11 in fa minore "Quartetto serioso" 127 1823/4 Quartetto n. 12 in mi bemolle maggiore 130 1825/6 Quartetto n. 13 in si bemolle maggiore 131 1826 Quartetto n. 14 in do diesis minore 132 1825 Quartetto n. 15 in la minore 135 1826 Quartetto n. 16 in fa maggiore 133 1825/6 Grosse fugue in si bemolle maggiore (nata come finale dell’op. 130) 33
08/05/2011 classicismo MOZART – OPERE Die Schuldigkeit des ersten Gebotes' [L'obbligo del primo comandamento) K35 Apollo et Hyacinthus K38 - (13 maggio 1767, Università di Salisburgo) Bastien und Bastienne K50 - (2 ottobre 1390. Architektenhaus. Berlino) La finta semplice K51 - (1 maggio 1769. Corte dell'Arcivescovo. Salisburgo) Mitridate, re di Ponto K87 (K.74a) - (26 dicembre 1770. Teatro Regio Ducale. Milano) Ascanio in Alba K111- (17 ottobre 1771. Teatro Regio Ducale. Milano) Il sogno di Scipione K126 - (1 maggio 1772. Residenza Arcivescovile. Salisburgo) Lucio Silla K135 - (26 dicembre 1772, Teatro Regio Ducale. Milano) La finta giardiniera K196 - (13 gennaio 1775. Redoutensaal. Monaco) Il re pastore K208 - (23 aprile 1775, Residenza Arcivescovile. Salisburgo) Zaide K344 (opera incompiuta) - (27 gennaio 1866. Francoforte) Thamos König in Ägypten K345 (cori e intermezzi musicali) Idomeneo, ossia llia ed Idamante, K366 - (29 gennaio 1781. Court Theatre. Monaco) Die Entführung aus dem Serail [II ratto dal serraglio) K384 - (16 luglio 1782. Burgtheater. Vienna) L'oca del Cairo K422 (opera incompiuta) (1784. aprile 1860. Francoforte) Lo sposo deluso, ossia La rivalità di tre donne per un solo amante K430 (opera incompiuta) (1784) Der Schauspieldirektor (L'impresano teatrale) K486 (7 febbraio 1786. Palazzo Schönbrunn. Vienna) Le nozze di Figaro K492 - (1 maggio 1786. Burgtheater. Vienna) Don Giovanni, ossia II dissoluto punito K527 - (29 ottobre 1787. Teatro Nazionale di Praga) Così fan tutte, ossia La Scuola degli Amanti K588 - (26 gennaio 1790. Burgtheater. Vienna) Die Zauberflöte [II flauto magico) K620 . (30 settembre 1791. Theater auf der Wieden. Vienna) La clemenza di Tito K621 - (6 settembre 1791. Teatro Nazionale di Praga) 34
08/05/2011 Mozart – Le Nozze di Figaro libretto di Lorenzo Da Ponte dalla commedia Le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais Commedia per musica in quattro atti Prima: Vienna, Burgtheater, 1 maggio 1786 Personaggi: il conte d’Almaviva, grande di Spagna (B); la contessa d’Almaviva, sua moglie (S); Susanna, cameriera della contessa (S); Figaro, cameriere del conte (B); Cherubino, paggio del conte (S); Marcellina, governante (Ms); Bartolo, medico di Siviglia (B); Basilio, maestro di musica (T); Don Curzio, giudice (T); Antonio, giardiniere del conte e zio di Susanna (B); Barbarina, sua figlia (S); paesani, contadinelle 1764 1770 1774 1777 1781 1784 1787 1790 opere serie 21 21 20 23 18 20 25 18 opere buffe 30,6 30 30 30 55 56 55 79 35
08/05/2011 La diffusione del genere dramma giocoso nel Settecento Titolo del grafico 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1764 1770 1774 1777 1781 1784 1787 1790 opere serie opere buffe Contessa Barbarina Conte ? Susanna Cherubino ? Figaro Marcellina ? 36
08/05/2011 Atto I Duettino Figaro e Susanna Cinque, dieci, venti, trenta, trentasei, quarantre… Duettino Figaro Susanna – Vienna 1786 A B A+B B Figaro Susanna Temi sovrapposti Figaro (misurando la (fra sé, camera) (a Figaro, seguitando a FIGARO guardandosi nello guardarsi) specchio davanti Sì, mio core, or è Cinque... dieci... al quale sta più bello: venti... trenta... Guarda un po', mio caro sembra fatto inver provandosi un Figaro, trentasei... cappellino ornato per te. quarantatré... guarda adesso il mio di fiori) cappello. Ora sì ch'io son FIGARO contenta: Cinque... dieci... venti... sembra fatto inver per me. 37
08/05/2011 Atto I ...i vantaggi d’essere a due passi dalle camere dell’aristocratica coppia (“Se a caso Madama”). Lo jus primae noctis La contessa suona il campanello e Susanna deve correre al servizio. Atto I Rimasto solo, Figaro medita sul da farsi (cavatina “Se vuol ballare, signor contino”). 38
08/05/2011 Atto I • Uscito Figaro, entra in scena la vecchia Marcellina, governante a palazzo: è in compagnia del dottor Bartolo che si offre di farle da avvocato. Atto I • Duetto Susanna Marcellina (“Via resti servita, Madama brillante”). 39
08/05/2011 Atto I • Cherubino (“Non so più cosa son, cosa faccio”). Atto I • Conte / Susanna / Cherubino 40
08/05/2011 Atto II • Entra Susanna che racconta alla contessa dei tentativi di seduzione del conte nei suoi confronti. Giunto nella stanza, Figaro comincia a ordire la trama per smascherare il padrone. • Figaro invia quindi nella camera Cherubino – non ancora partito per Siviglia – in modo che provi gli abiti femminili. Atto II • Coperto di rossore, il paggio viene poi obbligato dalla contessa a cantarle la canzonetta che ha scritto (“Voi che sapete”), e quindi Susanna comincia a vestirlo… 41
08/05/2011 Atto II • Ritorno improvviso del Conte. Cherubino si nasconde nel bagno… poi, mentre il Conte è alla ricerca di un mezzo per buttar giù la porta, si getta dalla finestra. • Nel bagno entra Susanna Atto II • Confessione della Contessa e conseguente litigio • Apparizione di Susanna con stupore del Conte e della Contessa. Riconciliazione dei coniugi. • Entrata di Figaro, e suo primo interrogatorio. • Entrata di Antonio e secondo interrogatorio di Figaro. • Entrata di Marcellina, Basilio e Bartolo. 42
08/05/2011 Finale II – Struttura • Conte + Contessa • Conte + Contessa + Susanna • Conte + Contessa + Susanna + Figaro • Conte + Contessa + Susanna + Figaro + Antonio • Uscita Antonio • Conte + Contessa + Susanna + Figaro + Marcellina + Bartolo + Basilio Atto IV • Giunge in giardino Susanna con la contessa, e comincia la recita degli inganni. Fingendo di restar sola «a prendere il fresco», Susanna eccita la gelosia di Figaro (“Deh vieni non tardar”). 43
08/05/2011 Mozart, Nozze di Figaro, Vienna 1786 N. 28. Recitativo ed Aria SUSANNA Giunse alfin il momento che godrò senz'affanno in braccio all'idol mio. Timide cure, uscite dal mio petto, a turbar non venite il mio diletto! Oh, come par che all'amoroso foco l'amenità del loco, la terra e il ciel risponda, come la notte i furti miei seconda! Deh, vieni, non tardar, oh gioia bella, vieni ove amore per goder t'appella, finché non splende in ciel notturna face, finché l'aria è ancor bruna e il mondo tace. Qui mormora il ruscel, qui scherza l'aura, che col dolce sussurro il cor ristaura, qui ridono i fioretti e l'erba è fresca, ai piaceri d'amor qui tutto adesca. Vieni, ben mio, tra queste piante ascose, ti vo' la fronte incoronar di rose. Fidelio di Ludwig van Beethoven (1770-1827) libretto di Joseph Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke, da Léonore di Jean-Nicolas Bouilly Opera in due atti Prima: Vienna, Theater an der Wien, 20 novembre 1805 (seconda versione: Theater an der Wien, 29 marzo 1806; Personaggi: Don Fernando, ministro (B); Don Pizarro, governatore di una prigione di stato (B); Florestan, un prigioniero (T); Leonore, sua moglie, sotto il nome di Fidelio (S); Rocco, carceriere (B); Marzelline, sua figlia (S); Jaquino, portiere (T); prigionieri, ufficiali, guardie, popolo 44
08/05/2011 Fidelio libretto 45
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