L'apprendimento integrato di lingue e discipline: principi di base e strategie dida5iche - Cristina Oddone Torino, 20 maggio 2016
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L’apprendimento integrato di lingue e discipline: principi di base e strategie dida5iche Cristina Oddone Torino, 20 maggio 2016
L2 e lingua di studio: BICS e CALP La distinzione tra Basic Interpersonal Communicative Skills (BICS) e Cognitive Academic Language Proficiency (CALP) è stata introdotta da Jim Cummins (1979) allo scopo di attirare l’attenzione degli educatori sui tempi e le difficoltà che gli studenti stranieri devono affrontare in L2 per tenere il passo con i pari nello studio delle discipline.
BICS e CALP BICS si riferisce all'apprendimento e all'uso della lingua nella comunicazione corrente, soprattutto per scambi nella vita quotidiana, quando la situazione stessa fornisce supporti non verbali che facilitano la comunicazione. CALP si riferisce, invece, a situazioni "accademiche", quando attraverso il linguaggio si compiono operazioni cognitive di livello superiore, senza il supporto fornito dalla situazione comunicativa e per esprimere concetti importanti per il successo scolastico
Difficoltà del compito, ruolo del contesto
CLIL L’acronimo CLIL (Content and Language Integrated Learning) indica l’apprendimento integrato di lingua e disciplina riferendosi ai contesti in cui una L2 è usata per sviluppare competenze disciplinari e linguistiche Questa definizione mette in luce un aspetto fondamentale del CLIL, vale a dire il concetto di integrazione tra lingua e contenuto e l’importanza che entrambi ricevono
Studente e CLIL Il ruolo dello studente diventa centrale: il percorso CLIL viene calibrato sui pre-requisiti e sui reali bisogni formativi Sono gli alunni ad essere coinvolti in percorsi attivi in cui negoziare significati e creare nuove conoscenze, mentre utilizzano la lingua per apprendere contenuti disciplinari e sviluppano competenze linguistiche
Proge?are in CLIL Selezione dei contenuti: individuare precisi “bisogni” e identificare i materiali più adatti al contesto Input comprensibile (i+1) e multimodale: materiali rapportati al livello e differenziati in modo tale da potersi adattare ai diversi stili di apprendimento e alle diverse abilità linguistiche.
Proge?are in CLIL Supporto (scaffolding): che cosa serve allo studente per apprendere in L2? Quali specifiche abilità di studio gli studenti devono praticare o sviluppare per poter acquisire quei contenuti con successo? Attività, compiti o task che devono essere elaborati per stimolare operazioni cognitive e sviluppare relative competenze linguistiche Output: quale prodotto finale o performance ci si aspetta dagli studenti? Quanto e quale tipo di supporto è necessario anche in questa fase? (Meyer, 2010)
Rapporto disciplina- lingua Il contenuto disciplinare guida le scelte di programmazione e l’attenzione alla lingua Il contenuto “trascina” la lingua nel senso che determina la lingua dell’apprendimento, la lingua per apprendere e la lingua che emerge dal processo di apprendimento (Coyle, Hood, Marsh, 2010)
Language Tryptych (Coyle, 2010)
Lingua dell’apprendimento Lingua di cui gli studenti necessitano per acquisire concetti di base e sviluppare le abilità relative a una materia o argomento. Questa richiede una forte consapevolezza da parte del docente CLIL, quali la conoscenza e l’uso del lessico specifico e delle strutture linguistiche tipiche di quell’ambito disciplinare (ad esempio l’uso del passivo nei report scientifici).
Lingua per l’apprendimento Quel patrimonio linguistico necessario sia agli insegnanti sia agli studenti per operare nell’ambito di una lingua straniera o seconda. Gli studenti usano questa “lingua” per comunicare relativamente al contenuto
La lingua “a?raverso” l’apprendimento La lingua che emerge e nasce dai contesti di scambio e collaborazione. In un certo senso non è quindi prevedibile dal docente CLIL che può però trarre vantaggio dall’uso creativo della lingua e dall’emergere di nuove forme che possono essere riutilizzate e consolidate.
Scaffolding e zona di sviluppo prossimale L’idea di scaffolding è legata ad un altro concetto, quello della "zona di sviluppo prossimale" (Vygotsky, 1978). Le tecniche di scaffolding si basano infatti sul presupposto che esiste una distanza cognitiva tra ciò che gli allievi sanno e sono in grado di fare da soli e quello che possono fare con l'assistenza di un esperto, di una persona più competente. Questa crescita potenziale è definita come "la distanza tra il livello effettivo di sviluppo autonomo e il livello di sviluppo potenziale realizzato attraverso il problem-solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci" (Vygotsky, 1978). Lo scaffolding, è temporaneo e destinato a scomparire man mano che lo studente acquisisce sicurezza ed autonomia.
Tipi di scaffolding • Teacher/peer scaffolding che si verifica in un continuum e maggiore supporto viene fornito quando vengono proposti nuovi task e nuove sfide; • Scaffolding del contenuto quando l’insegnante guida progressivamente gli studenti verso concetti e abilità più complesse; • Scaffolding del task quando gli studenti procedono da compiti più semplici a quelli più complessi; • Scaffolding dei materiali quando una varietà di materiali è utilizzata per guidare i processi cognitivi degli studenti (ad es. mappe concettuali, organizzatori grafici, tabelle, immagini, ecc.)
A?enzione alle strategie di apprendimento Sono specifiche azioni o tecniche – spesso usate consciamente – per raggiungere gli obiettivi di apprendimento. Alle strategie di apprendimento corrispondono le strategie di insegnamento, quelle che un buon insegnante usa per aiutare gli studenti ad apprendere.
Tecniche sul testo Gli adattamenti possono essere effettuati a livello testuale (curando l’architettura del testo, ad esempio, dal generale al particolare) Esempi: • Dividere il testo in parti con relative attività • Usare immagini, organizzatori grafici, schemi e altri elementi visivi che facilitano la comprensione • Usare titoli e sottotitoli per i paragrafi • Inserire glossari e definizioni
A livello della frase: • Usare frasi attive al posto di quelle passive • Usare forme esplicite • Cambiare le frasi in forme più semplici • Evidenziare concetti chiave A livello lessicale: • Sottolineare o evidenziare parole usando caratteri o stili diversi • Parafrasare • Inserire immagini che illustrano il significato di una parola
Strategie del docente Il docente deve fornire supporto linguistico dalla fase input all’output Esempi: - modellare o riformulare frasi - fornire modelli di produzione scritta e orale - utilizzare immagini, oggetti reali, rappresentazioni grafiche e visive - sottolineare verbalmente cose e concetti importanti - usare domande guida, espandere forme e tentativi di comunicazione dello studente - controllare e verificare costantemente la comprensione
Altre tecniche Promuovere l’autovalutazione, lo sviluppo dell’autonomia e l’impiego di strategie da parte dello studente Aiutare gli studenti a sviluppare strategie di lettura e comprensione (ad es. inferire significati, usare elementi importanti, fare sintesi finali, sottolineare parole chiave, ecc.) Suddividere le attività e i task in fasi e differenziarli a seconda delle abilità e del livello di competenza degli studenti
Esempi di a?ività • Vero o falso • Cloze test • Matching (immagine-parola, immagine-frase, ecc.) • Riodrinare (parole, frasi, ecc.) • Scelta multipla • Trasferire informazioni su tabelle e organizzatori grafici • Riassumere • Fornire un titolo o una frase chiave • Domande aperte
Esempi di a?ività lessicali • Creare campi semantici o mappe concettuali • Usare tecniche di inclusione ed esclusione di tipo insiemistico • Ordinare le parole secondo criteri prestabiliti • Associare parole o abbinarle a immagini • Utilizzare giochi lessicali
• Bibliografia Coonan C., La Lingua Straniera Veicolare, Torino, UTET, 2002. • Coyle D., Hood P., Marsh D., 2010, CLIL Content and Language Integrated Learning, Cambridge, Cambridge University Press. • Cummins J., 1979, Cognitive/academic language proficiency, linguistic interdependence, the optimum age question and some other matters. Working Papers on Bilingualism, 19 • Meyer O., 2010, Towards CLIL Quality: successful planning and teaching strategies, Pulso, 33, 11-29 • Vygotsky, L.S. (1978). Mind and society: The development of higher psychological processes. Cambridge, MA: Harvard University Press. • Balboni P.E., 1997, Tecniche didattiche per l’educazione linguistica, UTET, Torino • Cardona M., 2004, Apprendere il lessico di una lingua straniera. Aspetti linguistici, psicolinguistici e glottodidattici, Bari, Adriatica.
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