L'alunno con difficoltà comportamentali in classe - COSA PUO' FARE LA SCUOLA? 14/09/2015
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* L’alunno con difficoltà comportamentali in classe COSA PUO’ FARE LA SCUOLA? 14/09/2015 Dott.ssa Giulia Miolo www.cdarchimede.it giulia.miolo@cdarchimede.it
Il nostro percorso… Data Titolo Argomento INTERVENTI BASATI SUGLI ANTECEDENTI Strategie e tecniche di La predisposizione di un contesto facilitante: intervento a scuola: vantaggi di un ambiente prevedibile 14 settembre procedure di L’organizzazione del materiale intervento basate sulla Attività pianificate nel tempo libero o nelle PREVENZIONE situazioni di transizione Normativa Normative e strumenti compensativi: il Piano 28 settembre ministeriale in Didattico Personalizzato materia di ADHD L’OSSERVAZIONE: Introduzione all’Analisi L’alunno con Funzionale Descrittiva (ABC) difficoltà PROCEDURE DI INTERVENTO BASATE SULLE 12 ottobre comportamentali: CONSEGUENZE: capire e valutare il l’applicazione delle conseguenze positive comportamento Interventi basati sulle conseguenze negative 26 ottobre Supervisione sull’applicazione effettuata in classe
Il nostro percorso… Data Titolo Argomento - Le regole Il coinvolgimento della 7° incontro - La Token Economy CLASSE Il coinvolgimento 8° incontro Il TUTORAGGIO della CLASSE Il coinvolgimento 9° incontro L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO della CLASSE STRATEGIE DI COMUNICAZIONE: 10° incontro SCUOLA-FAMIGLIA E SCUOLA-ALUNNO Supervisione sull’applicazione effettuata in classe
Paolo ha nove anni, frequenta la quarta elementare e da qualche tempo il suo comportamento è stato considerato "problematico" sia dagli insegnanti che dai suoi genitori. Già da quando era molto piccolo Paolo era piuttosto irrequieto e non sembrava ben adattarsi a ritmi regolari di alimentazione e di sonno; alla scuola materna era fra i bambini più vivaci, poteva fare cose non prevedibili e reagire in modo particolare a quello che gli altri bambini o le insegnanti gli dicevano, tanto da essere definito come un bambino un po' difficile da controllare e da orientare verso attività organizzate. Ad esempio, se Paolo stava giocando con un oggetto che gli piaceva molto, non permetteva agli altri bambini di partecipare al gioco, arrivando anche a respingerli con la forza e rifiutandosi di abbandonare la sua attività anche quando gli veniva chiesto dall'insegnante; in altri casi invece poteva passare molto rapidamente da un gioco ad un altro senza terminarne uno e senza interessarsi ad alcun oggetto per lungo tempo. Se a passeggio con i genitori vedeva qualcosa di interessante, cercava con ostinazione di ottenerla a tutti i costi; quando il suo desiderio veniva soddisfatto, la cosa ottenuta perdeva quasi subito di interesse; anche adesso pare esserci una sproporzione fra il modo insistente di richiedere un giocattolo e l’uso che Paolo poi ne fa, di solito frettoloso e limitato nel tempo. *
Con l'inizio delle scuole elementari la situazione si è un po' complicata: la sua difficoltà a restare attento durante le lezioni in cui venivano insegnate le basi per leggere e scrivere, ha portato Paolo ad avere difficoltà a mantenersi al passo con gli altri e a manifestare un rendimento scolastico non completamente adeguato. In questo periodo, Paolo mostra curiosità per attività non scolastiche di tipo pratico che vengono da lui eseguite applicando una competenza attentiva inaspettata. I compiti scolastici che gli vengono assegnati in generale sono eseguiti in modo disordinato e contengono errori, o addirittura in certi casi non vengono svolti o portati a termine; a volte sembra anche che Paolo non abbia capito o non sia in grado di ricordare le indicazioni date dall'insegnante sul lavoro da fare. Capita così che spesso Paolo riceva rimproveri per non essere stato attento o per non aver svolto nel modo giusto un lavoro assegnato e anche che la valutazione di ciò che è riuscito a realizzare non sia delle migliori. Per rendere quindi a modo suo più divertente la scuola, Paolo ha escogitato il sistema di diventare un po' il bullo della classe facendo battute spiritose, ridendo fragorosamente degli errori dei compagni, rispondendo in maniera provocatoria all'insegnante e mostrando di essere superiore anche alle punizioni e ciò in realtà ha ridotto ancor di più le sue possibilità di recuperare il suo rendimento già non ottimale e alla lunga ha stufato anche i compagni che non sempre sono disposti ad accettare il suo comportamento.
* È proprio in un ambiente come quello della classe, dove ci si aspetta che gli studenti prestino attenzione alle lezioni, stiano seduti al loro banco e completino i loro compiti, in cui disattenzione, iperattività e impulsività si rendono evidenti pur essendo costantemente presenti durante l’intera giornata. * Di conseguenza bambini e adolescenti con ADHD: - Non sono capaci di portare a termine i loro obiettivi accademici - Possono essere puniti per i loro comportamenti dirompenti - Possono avere bisogno di un insegnante di sostegno - Non tengono il passo dei loro compagni di classe - Abbandonano la scuola *
• Non mi piace fare i compiti, non sono capace • É inutile studiare tanto domani non ricordo • Non sono come i miei compagni • Tutti dicono che sono cattivo • È sempre colpa mia • Spesso mi rifiutano *
A B (behavior) C ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA PREVENZIONE ESTINZIONE/RINFORZO Interventi basati sugli Interventi basati sulle ANTECEDENTI CONSEGUENZE La predisposizione di un contesto l’applicazione delle facilitante: vantaggi di un ambiente conseguenze positive prevedibile L’organizzazione del materiale Interventi basati sulle Attività pianificate nel tempo libero o conseguenze negative nelle situazioni di transizione *
* Attivitàdi autoregolazione messe in atto al fine di modificare i comportamenti del soggetto così da favorire il raggiungimento di obiettivi prescelti (Barkley, 2012,p.8). * Le componenti esecutive sono comportamenti di autocontrollo che permettono di scegliere un obiettivo (es. risolvere un problema) e individuare, mettere in atto e mantenere un piano d’azione distribuito nel tempo. *
* Pianificazione e organizzazione del tempo * Organizzazione dei materiali * Memoria di lavoro * Automonitoraggio * Inizio dell’attività * Inibizione della risposta * Cambiamento/flessibilità * Controllo emotivo “Cooper-Kahn e Dietzel (2008)” *
* “Cooper-Kahn e Dietzel invitano l’insegnante, il tutor e l’adulto a entrare in empatia con il bambino, cercando di comprendere come i successi o gli insuccessi nella gestione delle attività scolastiche possano avere pesanti ricadute sullo sviluppo di adeguati o inadeguati livelli di autostima, senso di efficacia e comportamenti di adattamento all’ambiante sociale”. Attività del docente: * Supporto fornito all’alunno per garantire una buona performance a livello scolastico * Azionedi prevenzione attraverso il sostegno nello sviluppo di competenze esecutive. * “Cooper-Kahn e Dietzel (2008)” *
* Evitare di di proporre compiti troppo facili e OBIETTIVI svalutanti, che non rispecchiano quelli che il resto del gruppo è chiamato a gestire Sostenere la possibilità di gestire con successo * Evitare di proporre nell’immediato un compito. attività eccessivamente articolate, che potrebbero alimentare Esercitare e rafforzare nel atteggiamenti tempo, attraverso un programma a lungo termine, le rinunciatari competenze esecutive che gli permettano di conquistare progressivamente l’autonomia. * “Cooper-Kahn e Dietzel (2008)”
Come far sì che gli alunni con difficoltà di attenzione e pianificazione arrivino a possedere un repertorio di strategie sufficientemente ricco? Come giungere alla flessibilità?
Una delle modalità più efficaci per costruire delle competenze esecutive è attraverso lo sviluppo di abitudini e routine che diventeranno eventualmente automatiche. Costruire abitudini richiede ripetere, ripetere e ancora ripetere…Ricordate, questo non è un problema di conoscenza. Come per gli adulti che cercano di cambiare alcuni loro comportamenti (avete mai provato a seguire una dieta?), i bambini sanno che cosa dovrebbero fare, ma tendono ad affidarsi alle vecchie abitudini apprese. Una volta che comportamenti ripetuti diventano automatici, non è più necessario uno sforzo cosciente. Fino a quel punto, è probabile che le prestazioni siano indipendenti dal comportamento desiderato. Per questo motivo, è importante fornire un ambiente protesico mentre le competenze sono in via di sviluppo. Quando i figli crescono, diventa sempre più importante che imparino a rispondere alle esigenze quotidiane e che sappiano come supplire alle carenze nelle competenze esecutive. L’adulto è chiamato a sollecitarlo attivamente a sperimentare strategie diverse, così da individuare quelle che meglio si adattano al loro stile operativo. Per ogni problema è fondamentale attivare interventi basati sull’idea che è fondamentale costruire competenze sia a breve che a lungo termine. “Cooper-Kahn e Dietzel (2008)”
*Diretti verso il cambiamento prima che il problema si presenti. (concetto di prevenzione) *Modificare l’AMBIENTE che circonda i bambini con difficoltà comportamentali in modo da: Ridurre i comportamenti disfunzionali Aumentare i comportamenti desiderabili *
OBIETTIVO: Creare un contesto prevedibile a) Offrire delle informazioni di ritorno/comunicazione b) Organizzazione dell’aula c) Organizzazione dei materiali d) Attività routinarie e) Attività di transizione e momenti liberi f) Regole g) Organizzazione del lavoro *
* a) OFFRIRE DELLE INFORMAZIONI DI RITORNO I bambini con ADHD spesso hanno una scarsa capacità di prevedere le conseguenze spiegare al bambino perché si sia verificata una determinata conseguenza dando chiare indicazioni sul grado di correttezza del suo comportamento. Spiegazioni chiare e sintetiche, con tono di voce basso ma deciso Non discussioni “ti sei tagliato perché stavi giocando con le forbici…le forbici servono per tagliare la carta e non per giocare” “hai preso una nota perché hai urlato per tutta la mattina…a scuola si parla con un tono di voce normale”
* a) LA COMUNICAZIONE ALCUNE MODALITA’ COMUNICATIVE NEGATIVE DA EVITARE: Dare comandi vaghi : “Fa il bravo”, “Piantala…” Dare comandi in forma interrogativa: “Ti dispiace mettere via i tuoi giochi?”; “Puoi riordinare il banco?” Dare troppi comandi contemporaneamente Ripetere gli stessi comandi senza applicare conseguenze Minacciare ripetutamente senza applicare conseguenze Non prestare attenzione ai comportamenti positivi
* a) LA COMUNICAZIONE ALCUNE MODALITA’ COMUNICATIVE POSITIVE DA POTENZIARE: Dare comandi brevi, semplici e specifici Porsi come modello e supporto per risolvere i problemi Stabilire e far rispettare delle regole di comportamento: poche, comprensibili e accettate Dimostrare coerenza nelle gratificazioni e nei contratti comportamentali Prestare molta attenzione ai comportamenti positivi Gratificare il bambino subito dopo l’azione Ignorare i comportamenti lievemente negativi Non perdere il controllo del ragazzo
* b) ORGANIZZAZIONE DELL’AULA TRE OBIETTIVI: limitare noia e disturbo favorire le interazioni positive incrementare l’applicazione al compito
* b) ORGANIZZAZIONE DELL’AULA * Dalla cattedra si vede il bambino? * È facilmente raggiungibile? * È favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino? * Ha compagni vicino a lui? * Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci? * Se il bambino si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti? * È corretta la posizione delle fonti di luce? * Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre? * Il bambino quanti bambini osserva dal suo posto?
* b) ORGANIZZAZIONE DELL’AULA Indicazioni • prima fila, al centro (sguardo, monitoraggio) • vicino a compagni attenti • lontano da fonti di distrazione (cartelloni, cestino, finestre, porta, orologio) • spazio fisico che consenta libertà di movimento (“buoni movimento”)
METODO START: Spazio, Tempo, Attività, Revisione, Trasferibilità LA CLASSE IDEALE OBIETTIVI: - Riflettere con la classe sugli elementi presenti nell’ambiente che potrebbero influenzare positivamente e negativamente l’attenzione e la concentrazione degli alunni. -Progettare una nuova disposizione degli elementi presenti in classe che possa ridurre le fonti di distrazione e sostenere la concentrazione. ATTIVITA’: -Gruppi di 5/6 bambini -Disegnamo la nostra classe -Pro e contro -Creiamo la nostra nuova classe
* c) ORGANIZZAZIONE DEI MATERIALI OBIETTIVI incrementare la capacità di organizzazione e pianificazione ridurre i comportamenti di disturbo (es. lamentarsi di non avere il materiale, chiederlo al compagno durante la lezione)
* c) ORGANIZZAZIONE DEI MATERIALI cartelloni da appendere in classe con l’elenco dei materiali schema con l’elenco del materiale per ogni materia da apporre sul diario (o figurine per ogni elemento del materiale scolastico) cassetta in cui poter riporre il materiale quaderni e cartellette ben contrassegnate (colore, etichetta)
* d) INSTAURARE DELLE ROUTINE Esempi di routine: Ingresso in classe Inizio della lezione Presentazione delle attività e relativi tempi di lavoro Pause concordate o fisse Attività ricreative prestabilite in momenti liberi Tempo di “decompressione” Dettatura dei compiti ad orario stabilito Routine di saluto
METODO START: Spazio, Tempo, Attività, Revisione, Trasferibilità IL MENU’ DELLA GIORNATA OBIETTIVI: - Rendere riconoscibili le modalità di suddivisione e organizzazione della giornata scolastica -Introdurre delle routine che possano facilitare la gestione del tempo Cosa facciamo adesso? Quanto dura? Quando facciamo merenda?
* e) ATTIVITÀ DI TRANSIZIONE E MOMENTI LIBERI Possono diventare scatenanti di comportamenti negativi Intervallo, tempo libero, spostamenti • Non negarli • Sottolinearne le regole • Stabilire una precisa tempistica, soprattutto dei momenti di transizione • Fornire una banca delle attività Mensa • Dare ruoli di controllo • Token Economy e premio mensa • Eventuale contratto comportamentale con premio a casa
* f) LE REGOLE Favoriscono: l’organizzare dei propri spazi e tempi il sapere in anticipo quali azioni siano da considerarsi fuori dalle norme stabilite ACCORGIMENTI PER LA STESURA DELLE REGOLE: 1. Coinvolgimento degli alunni nella messa a punto delle regole attraverso discussione partecipata 2. Brevi e poco numerose (al massimo 4 o 5) 3. Formulazione chiara e specifica, non interpretabile 4. Concrete e con riscontro pratico nella vita di tutti i giorni, descrittive dell’azione in modo operativo 5. Eque, adatte all’età degli alunni, funzionali al benessere dell’intera classe 6. In forma di proposizioni e non di divieti: con formulazione positiva e/o con simboli pittorici colorati 7. Con specifiche conseguenze o penalità dell’infrazione 8. Ritorno periodico con modifiche
* g) ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO I bambini ADHD sono poco abili nel fare le stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà. Abituarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e ad essere efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro. All’inizio l’insegnante guiderà i tempi, poi coinvolgerà i bambini in forma di gioco “quanto tempo serve per..?”. È molto utili introdurre simboli pittorici.
METODO START: Spazio, Tempo, Attività, Revisione, Trasferibilità LO STORYBOARD OBIETTIVI: - Rendere consapevoli gli alunni delle fasi in cui è suddiviso ogni compito - Mostrare ciò che è richiesto allo studente in ogni fase e individuare le possibili forme di supporto che un insegnante può offrire ATTIVITA’: -Scegliere insieme alla classe un compito (es: problema di geometria) -Analizzare il compito cercando di esplicitare le fasi generali per portarlo a termine
Problema: in un triangolo isoscele la base, che misura 2,7 cm, è la metà del lato obliquo. Calcola il perimetro. Fasi di lavoro per giungere alla soluzione da parte dell’alunno. 1. Leggo il testo 2. Sottolineo i dati 3. Disegno la figura geometrica 4. Recupero le formule 5. Eseguo i calcoli 6. Inserisco i dati sul disegno 7. Verifico la correttezza dei risultati
* g) ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Anche le caratteristiche della lezione possono favorire, o sfavorire, il manifestarsi di una adeguata abilità di modulazione dell’attenzione. Come realizzare quindi una lezione efficace per tutti i bambini?. • Seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio della mattina • Usare tempi di lavoro corretti, non troppo lunghi • Presentare l’argomento in modo stimolante, con figure, audiovisivi, stimoli colorati, ponendo ai bambini degli interrogativi • Ricordare che le domande rendono i bambini attivi, quindi più motivati, e che se fatte utilizzando i loro nomi catturano di certo la loro attenzione • Strutturare il più possibile i compiti, rendendo esplicite le procedure utili per il loro svolgimento • Usare un tono di voce variato, vivace • Alternare compiti attivi, che richiedono al bambino di agire, e compiti passivi quali ad esempio l’ascolto di una spiegazione • Favorire la partecipazione attiva, ma secondo le regole di comportamento condivise (es. alzare la mano, rispettare il proprio turno, non interrompere un compagno che parla,..)
* g) ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Per il bambino ADHD • accorciare i tempi di lavoro, quando possibile spezzettando con brevi pause • ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia verbali che gestuali o visivi • far ripetere al bambino le informazioni rilevanti in un testo, consegna, spiegazione • chiarire i tempi di lavoro, il grado di difficoltà del compito, i materiali utili al suo svolgimento • verificare che tutto sia predisposto prima che i bambini inizino a svolgere la consegna • Riassumere le consegne per punti piuttosto che in modo discorsivo
*Ripensando ai tentativi che ho fatto nell’applicare qualche strategia, cosa ha funzionato e cosa no? Perché no? *
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DIARIO START - Avventura nello spazio Il diario intelligente per organizzare e gestire meglio i compiti a casa, la preparazione dei materiali e gli impegni scolastici Organizzare la classe con il metodo START Materiali e strumenti per una gestione efficace di spazi, tempi e attività nella scuola primaria *
*28/09/2015 Normativa ministeriale in materia di ADHD Normative e strumenti compensativi: il Piano Didattico Personalizzato *
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