ITINERARIO ARCHEOLOGICO - NELLA PROVINCIA DI PESARO E URBINO - Valliascoprire.it
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ITINERARIO ARCHEOLOGICO NELLA PROVINCIA DI PESARO E URBINO La Provincia di Pesaro e Urbino è ricchissima dal punto di vista archeologico e conserva rilevanti testimonianze della storia e della cultura materiale dell’uomo dal Paleolitico al Rinascimento passando per l’epoca romana. L’epoca romana è peraltro caratterizzata – nella nostra Provincia – da una co- spicua presenza di notevoli fenomeni urbani ed una occupazione capillare delle campagne. A ciò va aggiunto un notevole patrimonio paleontologico che fa della Provincia e della Regione Marche uno dei territori più importanti da tale punto di vista. L’ «Itinerario Archeologico e delle città sotterranee» non ha la presunzione di rap- presentare l’intero ed immenso patrimonio di questa Provincia. Si muove all’interno di un percorso, di una “rete” che alcuni Comuni – insieme alla Confcommercio – hanno deciso di percorrere per valorizzare e promuovere il territorio, le proprie risorse ambientali, culturali, enogastronomiche e turistiche all’insegna dell’ «ITINERARIO DELLA BELLEZZA della Provincia di Pesaro e Urbi- no». Ciò non di meno questo «Itinerario» contiene e rappresenta il patrimonio più rilevante – a volte meno noto – della Provincia. Amerigo Varotti Direttore Generale Confcommercio Pesaro e Urbino/Marche Nord
Itinerario Archeologico nella provincia di Pesaro e Urbino PESARO COLLI AL METAURO FANO FOSSOMBRONE TERRE ROVERESCHE CAGLI S. ANGELO IN VADO PERGOLA M AR CH E I territori dell’attuale Provincia di Pesaro e Urbino in epoca romana. Tratto da “Atlante Storico” - Istituto Geografico De Agostini - Novara
la via flaminia Due vie consolari hanno attraversato del TIBERIS (Tevere) e, attraversato il l’Appennino, partendo da Roma, e Passo della Scheggia, la via entrava raggiunto la costa Adriatica: la Flami- nel versante Adriatico e proseguiva nia e la Salaria. fino ad ARIMINUM (Rimini). La Provincia di Pesaro e Urbino è in- Procedendo dagli Appennini verso la teressata al percorso della FLAMINIA costa, lungo la Flaminia sono segnala- che è praticamente tutta all’interno te la mutatio ad Ensem presso il Pas- dell’ITINERARIO DELLA BELLEZZA. so della Scheggia, il centro di Luceolis La Flaminia è stata aperta – in età re- (Cantiano), poi il vicus Cale (Cagli), la pubblicana – nel 220 a.C. anche se la mutatio ad Intercisa (l’odierno Furlo). maggior parte della documentazione Segue la civica Forum Sempronii (Fos- scritta che possediamo è successiva sombrone), poi la mutatio ad Octavo all’età imperiale e talvolta al III – IV (Calcinelli) e quindi sulla costa le città secolo d.C. di Fanum Fortunae (Fano), Pisaurum Da Roma la strada risaliva la vallata (Pesaro) ed infine Ariminum (Rimini).
FANO La città di Fano si trova lungo la costa bri. Tutte le nazioni – popolazioni – Adriatica, a nord della foce del fiume del centro Italia furono coinvolte nello Metauro (lungo il fiume Metauro, nei scontro che, con la vittoria romana, pressi di Fossombrone, si svolse il 22 aprì a Roma la strada del dominio giugno del 207 a.C. la Battaglia del dell’Italia centrale). Metauro nel corso della 2ª Guerra Pu- La deduzione* della colonia di FA- nica con la sconfitta dei Cartaginesi di NUM FORTUNAE (Iulia Fanestris) è Asdrubale). riferita agli anni tra il 31 e il 27 a.C. Il territorio fanese fu frequentato fin con Augusto ma i reperti archeologici dall’età preistorica e vide lo sviluppo testimoniano che esisteva già un in- della civiltà Picena durante l’Età del sediamento di una certa consistenza Ferro. probabilmente sorto all’epoca della Nel IV secolo a.C. il Piceno settentrio- prima romanizzazione e della apertu- nale subì l’invasione dei Galli Senoni ra della via Flaminia (220 a .C.) attor- che vennero sconfitti dai Romani nella no al fanum della dea Fortuna. Battaglia delle Nazioni nel 295 a.C. o Ma è proprio con Augusto, all’epo- Battaglia del Sentino (si chiama “Bat- ca della deduzione coloniale, che la taglia delle Nazioni” perché oppose Città viene ricostruita con la realizza- i Romani – alleati dei Piceni – ad una zione della Basilica nel Forum e la co- alleanza di popolazioni composta da struzione della cinta muraria in cui si Etruschi, Sanniti, Galli Senoni ed Um- aprivano le porte, di cui alcune monu- * Deduzione (deductio): indica la fondazione di una colonia romana da insediare nell’area conqui- stata (deducere coloniam)
mentali (le mura di Fano, molto ben 1463. conservate, vennero costruite dai ro- Un’altra porta romana è conservata mani poi ampliate dai Malatesta. Han- poco più a nord dell’Arco: si tratta no uno spessore di circa 1,80 metri, della PORTA ROMANA – presso le una lunghezza di circa 2 km e un’al- «mura della mandria» caratterizzata tezza di 14 metri con 28 torri cilindri- da un solo fornice. che. Le mura di Fano rappresentano Adiacente all’Arco di Augusto, all’in- la cinta muraria romana conservata terno della Chiesa di San Michele, è più lunga, seconda solo a quella di stato allestito il Museo della Via Fla- Roma). La porta principale – punto di minia che ripropone virtualmente e in accesso principale della Città nel pun- modo innovativo, attraverso schermi to di arrivo della Flaminia – è l’Arco di HD, dispositivi touch e visioni in realtà Augusto. aumentata e immersiva , il patrimonio La monumentale Porta è costruita archeologico presente lungo l’antica da tre fornici di cui quello centrale di Via Flaminia. Con ciò è possibile ef- maggiori dimensioni. La sola facciata fettuare una visita interattiva e molto esterna è rivestita da blocchi di calca- coinvolgente che valorizza la consolare re bianco. Sulla trabeazione del forni- Flaminia, testa di ponte per la conqui- ce centrale c’è una iscrizione in latino sta romana dell’Italia settentrionale. che permette di datare – 1° luglio 9 Nel centro della Città – Piazza Amiani d.C. – 1° luglio 10 d.C. – l’edificazione – è stata aperta la Mediateca Monta- della cinta muraria. nari che conserva nei suoi sotterra- Originariamente l’Arco era sormon- nei i resti di antiche strutture romane tato da un attico abbattuto dall’arti- che, grazie a nuovi studi e recenti glieria di Federico da Montefeltro nel scoperte, oggi è riconosciuto come
l’AUGUSTEUM di FANUM FORTU- NAE, l’edificio di grande prestigio dedicato al culto imperiale tra i più sontuosi della Regione, una grande aula di forma rettangolare con por- tico e colonne corinzie. Nella parete di fondo su un podio erano poste le statue di Claudio e Britannico oggi conservate all’interno del MUSEO ARCHEOLOGICO E PINACOTECA DEL PALAZZO MALATESTIANO. Il Museo è allestito all’interno del Pa- lazzo Malatestiano e raccoglie reperti e opere che vanno dall’età preistorica fino all’arte contemporanea. Di grande importanza l’esposizione delle iscrizioni e della statuaria roma- na dove spiccano – per bellezza – il ritratto femminile di Ottavia (sorella di Augusto), la Statua monumentale di Claudio e quella di Britannico. Nella successiva sala della Fortuna si conserva la statua della dea Fortuna. Ulteriore testimonianza della glorio- sa storia della città romana di Fanum Fortunae è l’AREA ARCHEOLOGICA DI SANT’AGOSTINO. Nei sotterra-
nei – in corrispondenza della Chiesa e tante Tempio della dea Fortuna o la dell’annesso convento – un imponen- famosa basilica vitruviana. te criptoportico porta a diversi vani, Significativi resti ipogei di Domus alcune esedre e divisioni. sempre probabilmente di età augu- L’identificazione dell’edificio, che sor- stea si trovano in piazza XX settem- geva sopra al criptoportico, è ancora bre, raggiungibili attraverso la sede controversa: si tratterebbe di un alto della Carifano e l’Ufficio di accoglien- podio su cui doveva sorgere l’impor- za turistica del Comune di Fano.
Vitruvio Marco Vitruvio Pollione – Marcus Vi- di grande dignità e bellezza. truvius Pollio – (80 a.C. circa – dopo Le indicazioni contenute nel trattato il 15 a.C. circa) è stato un architetto e rivelano che la Basilica si affacciava scrittore romano – di origine incerta con un lato sul centro del Foro ed era ma la sua provenienza fanese è accre- in asse con il prospiciente Tempio di ditata come la più probabile da molti Giove nell’altro lato della piazza. autorevoli studiosi – considerato il più Purtroppo resti monumentali che ap- famoso teorico dell’architettura di tut- partengono con sicurezza all’edificio ti i tempi. non si sono conservati. Continuano La sua fama è dovuta al trattato – in le ricerche e gli studi sulla misteriosa 10 libri – DE ARCHITECTURA dedica- Basilica che resta, però, nella memo- to ad Augusto. ria letteraria, bellissima e intoccabile Nel capitolo V del “De Architectu- (come scrive il Centro Studi Vitruviani ra” Vitruvio descrive una Basilica che di Fano). Lo stesso Andrea Palladio, egli dice di aver costruito nella città riprendendo la descrizione di Vitruvio, di Fano. Si tratta dell’unico edifico di la definì nei suoi quattro libri “Edificio cui Vitruvio afferma di aver curato la che doveva essere di bellezza e digni- costruzione ed a cui attribuisce valori tà grandissima”.
Pesaro PISAURUM, antico insediamento pi- causa della continuità di vita del sito, ceno e colonia romana dal 184 a.C., è difficile ricostruire l’impianto urbani- nasce sulla costa del Mare Adriatico, stico. Si può comunque riconoscere in una piana alluvionale, fra la foce l’impianto a scacchiera della colonia, del fiume Pisaurus (attuale Foglia) con il decumano massimo nell’asse e il torrente Genica. Subì le vicende corso XI settembre/via San Francesco delle guerre civili del I secolo a.C. e e il cardine massimo nell’attuale asse fu occupata da Cesare nel 49 a.C.; fu via Rossini/via Branca. rifondata una prima volta nel 41 a.C. PISAURUM giunse all’apice del suo da Antonio ed una seconda tra 31 e splendore tra il I secolo a.C. e la fine il 27 a.C. da Ottaviano con il nome di del II secolo d.C. - con nuovi sviluppi Colonia Iulia Felix Pisaurum. edilizi documentati da numerosi ritro- Numerose sono le attestazioni della vamenti musivi - ma già dal III seco- fase romana della Città anche se, a lo d. C. si avviò una crisi sociale ed
economica per ritrovare prosperità secolo d.C.) ed è costituita da uno durante l’età altomedievale quando straordinario tappeto musivo con ric- divenne una tra le città episcopali che decorazioni geometriche e figu- dipendenti dall’Esarcato di Ravenna rative cariche di simbologie cristiane – Pentapoli marittima – (insieme a Ri- e riempitivi figurativi riconducibili a mini, Fano, Senigallia e Ancona). rifacimenti di epoca medievale. Il mo- Di grande rilievo la documentazione saico sottostante (IV – V secolo d.C.), rappresentata dai mosaici pavimentali ricco di motivi geometrici e floreali, rimessi in luce all’interno del Duomo. appartiene ad una prima fase paleo- Si tratta di due estese pavimentazioni cristiana, della Cattedrale. a mosaico policromo, tra di loro so- Non lontano dal Duomo recenti sco- vrapposte. Quella superiore appar- perte archeologiche invenute in via tiene alla basilica di età bizantina (VI dell’Abbondanza hanno attestato la
presenza di una domus signorile che come i cubicula. Nel V secolo d.C. qui era riccamente decorata da affreschi venne edificato un ampio ambiente colorati, stucchi e mosaici in tessere termale. bianche e nere. L’abitazione, costruita L’area archeologica è fornita di alcune tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio vetrine in cui sono esposti i materiali del I secolo d.C., presenta una plani- provenienti dalle varie fasi di vita del metria regolare, incentrata sull’asse sito. Il percorso di visita è arricchito Ingresso-Atrio-Peristilio. da nuovi strumenti multimediali che Su quest’ultimo, un cortile di cui rima- permettono la ricostruzione 3D degli ne buona parte della struttura porti- antichi ambienti della domus, garan- cata, si affacciavano gli ambienti de- tendo al visitatore una esperienza di stinati alla vita privata della famiglia, grande impatto emotivo.
Di grande interesse è il Museo Archeolo- gico Oliveriano dove sono conservati i ma- teriali raccolti dal nobile pesarese Annibale Olivieri, provenienti soprattutto dalla Città e dal territorio che nel 1756 furono donati al Comune. Il Museo, nelle sue varie sale, con- serva statue, sarcofagi, stele, cippi, materiali ed utensili, vasi etc. Una sala dedicata alla Necropoli picena di Novilara (borgo collinare di Pesaro) da cui provengono numerosi corredi funerari di tombe femminili e maschili nonchè tre stele in arenaria (VIII – VI secolo a.C.) tra cui la fa- mosa “Stele di Novilara”.
A Colombarone, nel cuore del Parco ed in parte diventò luogo di culto con regionale naturale del San Bartolo, nei ampio abside, affiancato da una torre pressi della località balneare di Gabic- campanaria. Fu così che la lussuosa vil- ce Mare, è stato portato alla luce un la divenne una chiesa cristiana identifi- sito archeologico di grande interesse. cabile con la Basilica di San Cristoforo Qui, tra la fine del III secolo d.C. e la ad Aquilam, citata dal Liber Pontifica- metà del IV d.C., venne edificata una lis come sede dello storico incontro lussuosa villa, residenza rurale di un nel 743 tra Papa Zaccaria e l’Esarca ricco possidente terriero. Nel VI se- Eutiche (info e video su: www.parco- colo d.C. la villa mutò la sua funzione sanbartolo.it e www.marcheology.it ).
colli al metauro Il Comune – che si trova nella vallata (Fossombrone), la mutatio ad Octavio del fiume Metauro – è stato istituito il (presso Calcinelli in Comune di Colli 1° gennaio 2017 dalla fusione dei Co- al Metauro) per raggiungere Fanum muni di Montemaggiore al Metauro, Fortunae (Fano), Pisaurum (Pesaro) e Saltara e Serrungarina. poi Ariminum (Rimini). Siamo lungo l’antica via Flaminia, Lungo la Flaminia nel tratto interes- principale arteria stradale di età ro- sante l’odierno Comune di Colli al mana che, attraversando l’intera Pro- Metauro, troviamo la località di Taver- vincia di Pesaro e Urbino, collegava nelle, che deriva il proprio nome dalla Roma a Rimini (Ariminum). La costru- parola latina TABERNULAE (piccole zione della strada consolare che colle- taverne). Fin dall’antichità il piccolo gasse Roma con l’Italia settentrionale, centro ricoprì il ruolo di stazione di iniziò nel 220 a.C. per opera di Gaio sosta; un posto di ristoro per uomi- Flaminio Nepote. ni e cavalli in transito sul tratto della Il ramo principale della Flaminia at- strada consolare Flaminia compreso traversava gli Appennini grazie al tra Fossombrone e Fano. Tutto ciò è passo della Scheggia e seguendo stato confermato da rinvenimenti ar- la Valle del Burano giungeva a Luc- cheologici nell’area dell’attuale chie- colis (Cantiano), al vicus Cale (Cagli) sa parrocchiale dove è stato creato e, dopo la galleria del Furlo – fatta anche un piccolo antiquarium (alcuni scavare dall’imperatore Vespasiano ritrovamenti, tra cui una testa marmo- – discendeva lungo la Valle del Me- rea, sono custoditi nel Museo di Fo- tauro passando per Forum Sempronii rum Sempronii – Fossombrone).
A pochi chilometri da Tavernelle tro- viamo la località di Saltara che deve probabilmente il proprio nome dalla tradizione romana, cioè da SALTUS AERIS (“bosco del bronzo”). Secondo una leggenda, infatti, nei boschi limitrofi alla località i Cartagi- nesi abbandonarono le loro armature dopo la disfatta subita ad opera dei Romani nella battaglia del Metau- ro del 207 a.C. durante la Seconda Guerra Pirrica. A Saltara, nell’ex chie- sa del Gonfalone, sono conservati dei bellissimi mosaici appartenenti ad una antica domus romana. Si tratta di tre frammenti musivi( II-III sec. d. C.) di 3mx1m ognuno rinvenuti nel 1928 in via Gambarelli, non molto lontano dalla “mutatio ad Octavo”, Le strutture archeologiche riportate nei pressi di Calcinelli. alla luce dimostrano chiaramente la I tre frammenti costituivano il pavi- presenza di una sorta di fattoria-al- mento di una domus e raffigurano bergo, cioè di un luogo di produzione scene di caccia: e lavorazione di prodotti agricoli che offriva allo stesso tempo possibilità 1) un’antilope rincorsa da un cane di alloggio e ristoro ai viaggiatori. Di 2) una lepre notevole interesse è la presenza di un 3) un giaguaro e parte di emblema piccolo tempio (Sacello) dedicato ad con zampe di ippocampo. Attis, pastore frigio amato dalla dea Il primo mosaico circoscritto in tutti e Cibele e divenuto suo sacerdote. quattro i lati da fasce di inquadramen-
to monocrome, poteva essere collo- imperiale di “buona qualità” scrive il cato nella soglia della domus. prof. Filippo Venturini nel saggio “Il Rappresentano questi mosaici un mosaico di Saltara e la produzione esempio di arte musiva del periodo musiva locale”.
Terre roveresche E’ un Comune “sparso” istituito il 1° ta a pianta cruciforme. Sono presen- gennaio 2017 e nato dalla fusione dei ti nicchie e decorazioni geometri- Comuni di Barchi, Piagge, San Gior- co-simboliche in rilievo sulle pareti gio di Pesaro e Orciano. e nella volta. Il tutto perfettamente Nella vallata del Metauro, Terre Rove- simmetrico, quindi una disposizione resche rappresenta al meglio il siste- non casuale ma studiata. Si tratta si- ma dei borghi collinari che caratteriz- curamente di un luogo di culto paleo- za la provincia di Pesaro e Urbino. cristiano, ed è giunto così intergo da Il municipio di Piagge è il più vicino al diventare un esempio unico. Le forme mare e alla città di Fano. Storicamen- utilizzate per le decorazioni sono sim- te sembra essere il più antico poiché boli cristiani antichissimi, tant’è che la sua fondazione risale all’età roma- l’ipogeo presenta un impianto tipica- na quando era denominato “Lubaca- mente basilicale. ria”. A seguito di una ricerca storica Occorre ricordare tra l’altro che il ter- su Piagge iniziata dal 1996 dall’Archi- ritorio di Piagge ha origini storiche tetto Gabriele Polverari, è venuta alla romane documentate ed è noto che luce la Grotta Ipogeo, una antica ba- i primi secoli d.C. sono secoli di gran- silica paleocristiana scavata a 7 metri de diffusione del Cristianesimo – ma di profondità sotto le mura. Si entra sono stati anche secoli di forti contra- nel sotterraneo attraverso una rampa sti e persecuzioni. Quindi gruppi di di scalini in tufo. L’ipogeo si presen- Cristiani o congreghe religiose posso-
no aver trovato rifugio scavando que- alle 20.00. Per gli altri giorni su pre- ste grotte e poi averle trasformate in notazione chiamando i seguenti nu- luoghi di culto. meri: 338/1883227 – 329/0838037 Attualmente la Grotta Ipogeo è visi- – 328/0290650 - infopiaggeproart@ tabile tutti i sabato sera dalle 17.00 gmail.com
Fossombrone La città di Fossombrone è il maggior oggi con i tanti negozi e le botteghe centro della media Val Metauro. Ca- lungo il meraviglioso Corso Garibaldi ratterizzata da un centro di impronta su cui si affacciano decine di edifici medievale con numerosi edifici no- storici e religiosi), e al famoso tribur- biliari, deriva il proprio nome da FO- no della plebe Gaio Sempronio Grac- RUM SEMPRONII, l’antica città roma- co che intervenne in queste zone ad na che si trova a circa 2 km dall’attuale applicare la legge agraria del 133 a.C. centro cittadino, in località San Marti- L’abitato si estendeva su un’area di no del Piano. circa 35 ettari ed era attraversato dal- L’abitato è sorto nel II secolo a.C.; la Via Consolare Flaminia che ne de- nel I secolo a.C. diventa Municipium terminò il principale asse viario: decu- e mantiene la sua importanza fino ai manus maximus. primi secoli dell’età imperiale. I continui scavi archeologici hanno FORUM SEMPRONII deve la sua de- consentito di riportare alla luce nu- nominazione al termine Forum che in- merose strutture in grado di rivelarci dica un luogo di mercato (lo è ancora la grandezza e l’importanza di Forum
Sempronii. Una domus con atrio co- rinzio e pregevoli mosaici pavimenta- li; il selciato originario della Flaminia e il decumano minore della città, la via parallela alla consolare che, lastricata con pietre del Furlo e visibile per ol- tre 100 metri è fiancheggiata da una antica fognatura; due cardini minori, un grande complesso termale che conta almeno venti ambienti, disposti attorno ad un cortile centrale, dotati di vasche e canalette per l’acqua ed il riscaldamento; una grande sala absi- data con pavimentazione in mosaico (forse il frigidarium). Il Parco Archeologico di Forum Sempronii, l’unico della Provincia di Pesaro e Urbino, è visitabile rivolgen- dosi all’Ufficio Turistico di Fossombro- ne (tel. 0721/723263 – 340/8245162).
In un’ala del palazzo Ducale di Fos- sombrone, nella Corte Alta, posta a metà del Colle di Sant’Aldebrando, appena sotto la fortezza malatestiana, edificato da Federico da Montefeltro, è stato allestito il Museo Archeologi- co Vernarecci. Istituito nel 1901 da Monsignor Au- gusto Vernarecci, è caratterizzato da un’ampia collezione archeologica che testimonia il succedersi delle culture umane nella media Valle del Metau- ro dalla preistoria all’età romana. Di grande rilevanza è la collezione di età romana articolata in tre sezioni: la prima relativa alla città di Forum Sempronii e al suo territorio in cui sono esposti importanti resti scultorei databili dal I secolo d.C. al IV secolo
d.C. La seconda dedicata agli aspetti rinvenuti nelle sepolture del Recinto e alle testimonianze della vita quoti- funerario a Calmazzo risalente al II se- diana. La terza destinata alle tombe e colo d.C. (Calmazzo si trova lungo il ai rituali funerari. percorso della via Flaminia, tra il Furlo Qui sono esposti i corredi funerari e Fossombrone).
SANT’ANGELO IN VADO Cittadina dell’Alta Valle del Metauro al Tifernum Mataurense nell’epoca ro- limitare dell’Appennino umbro-mar- mana, recentissimi scavi hanno con- chigiano nei pressi del valico di Bocca seguito il più importante ritrovamen- Trabaria è di origini medievali e sorge to archeologico venuto alla luce negli sulle rovine della città romana Tifer- ultimi 50 anni. num Mataurense. Nell’area è emersa l’intera articolazio- Il centro storico è ricco di monumenti, ne di una domus gentilizia – di circa palazzi e chiese di varie epoche: dal 1.000 mq – eretta verso la fine del I trecentesco Palazzo della Regione al secolo d.C., impreziosita da un ricco secentesco Palazzo Fagnani; dall’an- complesso di mosaici figurati, sicura- tico Palazzo Mercuri alla Chiesa di mente il più importante venuto in luce Santa Caterina delle bastarde; dalla nelle Marche da diversi decenni. secentesca Chiesa ottagonale di San La pavimentazione affiorata è quella Filippo a Santa Maria extra muros con originale del I secolo d.C. e rappre- l’adiacente ex monastero dei servi di senta scene legate alla mitologia clas- Maria – solo per citarne alcuni -. sica. Ecco perché è stata battezzata Ma la Città affonda le sue radici nel- “Domus del Mito”. la cultura preistorica e protostorica e In quello che è il vestibolo campeggia diventa municipio romano tra il 90 – “il trionfo di Nettuno” che impugna il 88 a.C. ed è menzionata per la prima tridente, sul carro trainato da due ip- volta nella Naturalis Historia di Plinio pocampi, accompagnato dalla sposa il Vecchio. Anfitrite, mentre al di sotto nuotano A testimonianza dell’importanza di i delfini.
Segue, nel probabile tablinium, un busto di Dioniso con la corona di fo- glie di vite. Nella parte mediana della domus un atrio con mosaici geome- trici ed intorno almeno tre vani di rap- presentanza. Una grande sala presenta mosaici con motivi geometrici e vegetali con, al centro, la testa della Medusa irta di serpentelli. E poi in altre sale ricche composizioni policrome con figure simboliche, animali reali e fantastici, scene di caccia con battitore, cani, ca- pro selvatico e cinghiale.
Museo Archeologico “Tifernum Mataurense” Allestito al secondo piano di palaz- zo Mercuri, splendido edificio del XIX secolo, ubicato nella centra- lissima Piazza Umberto I, il Museo Archeologico Tifernum Matauren- se racconta la storia del territorio di Sant’Angelo in Vado a partire dal Neolitico, attraverso l’esposizione di oggetti in selce, ceramica d’impasto e bronzi che attestano l’esistenza di insediamenti nei terrazzi fluviali del- la città e dell’alta valle del Metauro, fino a giungere alla fase tardoantica e alto medievale. Cospicua è la collezione di età ro- mana, rappresentata da numerose iscrizioni, riproposte su lapidi, cippi e are, e materiali di uso comune. I reperti sono esposti secondo un criterio tematico: si può visitare la
sezione delle lucerne e delle cerami- che fini, come la ceramica a vernice nera, le ceramiche da mensa impe- riali, come la terra sigillata italica e la ceramica a pareti sottili, i monili e gli oggetti in vetro, i giochi, i pesi e le misure, la sezione dedicata alle deco- razioni architettoniche e ai frammenti di statue, le monete e il lapidario.
Cagli L’antica CALE, posta sulla via conso- sorgono, come il Ponte Mallio, po- lare Flaminia alla confluenza dei due derosa opera di ingegneria stradale. fiumi che la circondano,Bosso e Bura- Il suo nome Manlio è la conseguen- no, entrò a far parte assieme alle città za dalla errata lettura di una iscrizio- vescovili di Gubbio, Urbino, Fossom- ne falsa posta sul parapetto, in cui si brone e Jesi, del territorio della Pen- leggeva il nome di M. Allius Tirannus, tapoli Montana. edificato in epoca tardo repubblicana Negli ultimi anni, si è accertata una e restaurato nel I-II secolo d.C. frequentazione del territorio cagliese Il Museo Archeologico e della Via già dall’età del bronzo antico (1800 Flaminia di Cagli è situato nei locali a.C.), nella Grotta delle Nottole, ap- del Palazzo Pubblico, ospita numerosi partenente allo scenografico com- reperti archeologici riferibili alla città plesso dell’Arco di Fondarca. e al territorio, che coprono un arco Con il periodo romano e con l’apertu- cronologico molto ampio, dalla prei- ra della via Flaminia che attraversa Ca- storia-protostoria al medioevo. gli, grazie ai riferimenti degli itinerari Il piano terra contiene gli oggetti legati alla via Flaminia, come nell’Iti- provenienti da raccolte o da colle- nerarium Antonini datato al III-IV sec. zionismo. Sono esposti soprattutto d.C. dove viene anche precisata la vasi greci e magnogreci, acquistati collocazione: al 151° miglio da Roma nel mercato antiquario; due reperti e alle importanti strutture che su essa romani (un busto di statua e un ru-
binetto in piombo),alcuni minerali e Nel piano primo invece sono esposti fossili appartenenti ad una collezione i reperti del territorio provenienti da ottocentesca e anche alcuni reperti, scavi archeologici, la prima stanza è soprattutto monete, frutto di raccolte interamente dedicata allo scavo della nel territorio. grotta di Fondarca,mentre nella stan- Il lungo vestibolo d’ingresso al mu- za più grande sono esposti i reperti seo ospita oggetti relativi allo scavo del territorio cagliese a partire dall’e- di un butto post-classico sotto il piano poca protostorica fino all’alto medio- dell’ingresso stesso. evo.
Cagli da libero comune passò al Du- cato di Urbino, mantenendo sempre un ruolo di spicco nel ducato. Il Duca Federico da Montefeltro fece costru- ire nel 1481 da Francesco di Giorgio Martini un imponente complesso for- tificato composto dal Torrione posto a cavallo delle mura cittadine e dalla Rocca situata sul Colle dei Cappucci- ni. La Rocca, in origine a forma rom- boidale, fu parzialmente demolita dai Cagliesi per evitare che cadesse nel- le mani delle milizie spagnole, della struttura romboidale si conservano il puntone principale e i due torrioni la- terali. La Rocca e il Torrione sono in collega- mento tra loro attraverso un sugge- stivo camminamento segreto detto «Soccorso Coverto» composto da 365 gradini ed è interamente percorribile. Cagli è attorniata dalle vette più affa- scinanti dell’Appennino, in un territorio intergo dal punto di vista ambientale.
Pergola La città di Pergola, nata come libero località Montesecco, di un diverticolo Comune nel 1234, è situata all’interno della via Flaminia che collegava Suasa della Provincia di Pesaro e Urbino lun- a Sentinum (Sassoferrato) . go la Valle del Cesano. Dista 45 km La romanizzazione del territorio è da Urbino e 55 km da Pesaro ai confi- ben documentata dal ritrovamento ni con la Provincia di Ancona. di tombe, vasi e suppellettili varie sia Recentemente è stata inserita tra i in città che nelle località di Grifoleto, BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA. Ferbole, Valrea, Monterolo e Monte- Il territorio risulta abitato fin dalla secco. Tra questi un bellissimo mosai- preistoria, come attestano i reperti co policromo rettangolare del IV – V risalenti all’età neolitica, all’età del secolo d.C. appartenuto ad una do- bronzo e all’età del ferro. Abitata da mus in località Montesecco, custodito genti umbre, etrusche e celtiche, è nel Museo della Città. però nell’età romana che il territorio viene maggiormente sfruttato – pro- Ma la notorietà di Pergola è dovuta al babilmente grazie al passaggio, in ritrovamento – nel luglio 1946 – in lo-
calità Santa Lucia di Calamello presso Cartoceto di Pergola – di un Gruppo equestre in bronzo dorato. I Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola hanno una grande importanza ed inestima- bile valore essendo l’unico gruppo dorato al mondo di età romana, giun- to sino a noi. Casualmente, il 26 giugno 1946, due contadini, per creare un canale per le abbondanti piogge cadute, scopriro- no diverse centinaia di frammenti di bronzo dorati di vari quintali di peso, che dopo un lungo, tormentato ed impegnativo restauro (diverse cas- se contenenti i frammenti vennero travolte e rimasero sepolte per anni a causa dell’alluvione di Firenze del 1966) condotto dal 1949 al 1959 e poi dal 1972 al 1988, consentì la ri- costruzione di un Gruppo equestre composto da quattro statue, due donne velate stanti e due personaggi
maschili, vestiti con corazza, a caval- della Città di Pergola in cui è presen- lo. Numerose sono le teorie per una te anche una ricca pinacoteca ed una corretta identificazione delle perso- sezione numismatica imperniata sulle nalità raffigurate e della datazione dei monete coniate dalla zecca di Pergola Bronzi dorati. C’è chi vi ha riconosciu- attiva alla fine del XVIII secolo. to Neore Cesare e Livia, l’imperatore Nella primavera del 2019 la Sala che Tiberio e Giulia di Druso Minore. Altri, ospita i Bronzi dorati è stata oggetto ancora, Cicerone. di un consistente ammodernamento Anche questa inevitabile incertezza, con la creazione di una sala immersi- insieme alle cause della frammenta- va – realizzata dal fisico Paco Lancia- zione delle statue e del luogo del ri- no – che grazie all’utilizzo di moderne trovamento, costituiscono il fascino ed tecnologie e applicazioni consente il mistero dei bellissimi e unici Bronzi una piena immersione nel periodo ro- dorati da Cartoceto di Pergola, custo- mano ed una piena valorizzazione del diti nel Museo dei Bronzi dorati e gruppo equestre.
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