Serge Salat Parigi / New York 1215 1815 - 2015. Otto secoli di gerarchia di scala nelle lottizzazioni urbane1

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Serge Salat Parigi / New York 1215 1815 - 2015. Otto secoli di gerarchia di scala nelle lottizzazioni urbane1
Parigi / New York 1215 – 1811 – 2015. Otto secoli di gerarchia di scala nelle lottizzazioni urbane   7

                 *Serge Salat                 Parigi / New York
                                              1215 – 1815 – 2015.
                                              Otto secoli di gerarchia di scala
                                              nelle lottizzazioni urbane1
                                              DOI: 10.14609/Ti_1_15_1i

     Parole chiave: Parigi, New York, frattali, multifrattali a scala urbana, emergenza, platting

     Abstract I cambiamenti della Parigi intra-muros (100 kmq) e della planimetria di Manhattan (66 kmq)
     elaborata dal Commissioners’ Plan (Piano regolatore) si inseriscono in due scale temporali diverse:
     due millenni nel caso di Parigi, due secoli nel caso di Manhattan. In apparenza molto diverse, la
     competitività dei poteri feudali da un lato, in una società chiusa, e la competitività del mercato dall’altro,
     in una società aperta, hanno tuttavia fatto emergere gerarchie parcellari, contraddistinte da gerarchie di
     scala sorprendentemente simili, come ci fosse all’opera una certa universalità.

GERARCHIE, PAVIMENTAZIONI E UNIVERSAL ITÀ
     La gerarchia di scala è il marchio della complessità frattale delle strutture urbane
     Nei sistemi urbani, le medie non hanno alcun significato se non rispetto ai valori rappresentati dai punti
     d’intensità: la City di Londra si estende su un miglio quadrato (2,56 kmq) e produce l’8,5% del PIL del
     Regno Unito; i 25 kmq (1/4 della Parigi intra-muros) dei 23 ward di Tokyo (600 kmq e 9 milioni di
     abitanti) costituiscono il 18% del consumo energetico complessivo della città. Il paesaggio dei valori
     urbani non è piatto. Infatti, più le città sono attive, potenti, competitive, come New York, Tokyo, Londra,
     Parigi e più i valori di ricchezza, i prezzi del mercato immobiliare, le dimensioni degli elementi, la
     concentrazione di reti negli hub presentano forti disparità. A New York, la densità energetica in
     rapporto al suolo (ovvero il numero di Watt di energia operativa necessario al funzionamento della città
     per mq di suolo urbano, calcolata su scala del lotto fiscale), varia di un fattore pari a 100 tra i quartieri
     costituiti da torri/grattacieli/edifici multipiano di Lower Manhattan e Long Island. Le strutture frattali e le
     relative classi d’universalità ben descrivono le regolarità matematiche di questi sistemi, molto
     disomogenei e irregolari quali le reti stradali, le parcellazioni e la densità energetica urbana. Il concetto
     base è una forma di simmetria: l’invarianza di scala. È il risultato della complessità strutturale generata
     da un’evoluzione dei sistemi urbani verso la complessità dovuta agli effetti di adattamento a vincoli
     esterni (Salat, 2011).

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       L'articolo sarà pubblicato in lingua francese sulla rivista Données Urbaines, dicembre 2015. L'autore ringrazia Denise Pumain,
     Brigitte Baccaïni, Marie-Flore Mattei e tutta la redazione per i loro preziosi commenti e approfondimenti.

     * Presidente dell'Istituto di Morfologia Urbana e dei Sistemi Complessi, Parigi, www.urbanmorphologyinstitute.org/
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    La simmetria della dilatazione, o invarianza di scala, è riscontrabile in un numero incalcolabile di fenomeni
    naturali e negli organismi viventi, la cui evoluzione ha favorito strutture a invarianza di scala per via della
    loro efficienza e della loro resilienza. Le leggi di potenza inversa mettono quindi in relazione le diverse
    scale: la frequenza di un elemento di dimensioni x è inversamente proporzionale alla sua dimensione
    elevata a un esponente m, caratteristica delle proprietà scalari di un sistema. Pochi sono gli elementi di
    grande scala, mentre gli elementi di medie dimensioni figurano in numero intermedio e gli elementi piccoli
    (una lunga coda), invece, sono moltissimi. La frequenza relativa di ciascun tipo è determinata dal
    parametro scalare della legge della potenza inversa.
    Questa profonda regolarità matematica emerge nelle città resilienti come in tutti gli organismi viventi.
    Nelle città in continua evoluzione, è dovuta a millenni di stratificazione storica (è il caso di Parigi) o a
    intense forze di mercato (è il caso di New York). La distribuzione degli elementi e delle connessioni non
    obbedisce al teorema di Gauss (concentrazione attorno ai valori medi, Figura 1), ma alle leggi di potenza
    inversa a invarianza di scala (leggi di Pareto, Figura 2).

                                                                      Numero normalizzato di eventi

         Figura 1 Distribuzione secondo il teorema di Gauss,                                      Figura 2 Distribuzione secondo la legge di potenza
         68% dei valori si trovano in un intervallo di due distanze                               inversa, più l’esponente scalare è elevato, più il
         dal centro                                                                               gradiente tra i valori elevati e la lunga coda di valori
                                                                                                  deboli è in pendenza, in altri termini, più la
                                                                                                  distribuzione è sbilanciata

    La resilienza parcellare: correlazioni temporali di lunga portata
    Osservare la parcellazione è fondamentale per comprendere le strutture urbane perché è uno degli
    elementi più stabili di una città. Una volta stabilite, le distribuzioni parcellari presentano forti inerzie e
    correlazioni temporali su scale molto lunghe proprio in termini temporali. Roma è un esempio di tale
    permanenza. Alla caduta dell’Impero, si sono osservati molteplici fenomeni concomitanti: la
    progressiva sparizione delle antiche forme di habitat, la reinterpretazione dei monumenti pubblici e, in
    particolare, dei templi, trasformati in chiese o demoliti e smembrati, la sovrapposizione, in modo che le
    strutture fondiarie e l’antica frammentazione in lotti rimanessero molto presenti anche nella città
    medievale e moderna.
    Durante il grande incendio di Londra del 1666, durato dal 2 al 5 settembre, 13.200 abitazioni, 87 chiese
    parrocchiali, la cattedrale di St. Paul e la maggior parte degli edifici delle autorità cittadine furono ridotti
    in cenere. L’incendio costò la casa al 90% degli 80.000 londinesi della City propriamente detta. Il
    tracciato stradale del centro urbano, con la sua rete di vie pavimentate, strette, tortuose e sovraffollate,
    era essenzialmente medievale. Furono proposti diversi piani per una ricostruzione radicalmente
    differente della City, movimento, questo, incoraggiato dal monarca, ma in assenza di una soluzione al
    problema della proprietà, nessuno dei piani grandiosi, degni di una città barocca, numerose piazze e
    viali, poté essere realizzato. Pertanto, l’antico tracciato fu riprodotto, per la maggior parte, nella nuova
    City che conservò la lottizzazione e i tracciati medievali.
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PARIGI: OTTO SECOL I DI RESIL IENZA DELL E STRUTTURE PARCELL ARI
     Una classe di universalità frattale
     Le trasformazioni spaziali di Parigi durante il Medioevo e alla fine del XIX secolo, così come quelle di
     Hong Kong o quelle di Manhattan, obbediscono a determinanti sociali ed economici molto diversi,
     sebbene la proprietà fondiaria presenti regolarità matematiche identiche nelle dimensioni delle
     frammentazioni. Abbiamo scoperto l’esistenza di legami nascosti tra fenomeni urbani in apparenza molto
     diversi, che i fisici definiscono “classi di universalità”. Queste raggruppano fenomeni che, a priori, non
     hanno nulla in comune, ma che ciononostante adottano, da un certo punto di vista, comportamenti simili.
     Vedremo poi che la densità energetica di Manhattan, cioè la quantità di energia operativa necessaria agli
     edifici e alle attività umane (che è un’approssimazione dell’intensità dello sviluppo e della concentrazione
     economica), appartiene alla stessa classe d’universalità del frammento parcellare. Cosa hanno in
     comune la densità energetica e il frammento parcellare? Cosa hanno in comune i lotti nella Parigi di
     Filippo II e nella Parigi di Haussmann, e cosa hanno in comune Parigi e Manhattan, Wall Street e Hong
     Kong? La geometria. Tutti questi frammenti seguono la legge dell’invarianza di scala, il che significa che il
     loro aspetto non dipende dalla scala in cui li si osserva. Sono, infatti, frattali, cioè che, contrariamente alle
     linee e alle superfici abituali che hanno una o due dimensioni, hanno una dimensione frazionaria secondo
     la teoria geometrica sviluppata da Benoît Mandelbrot per descrivere questo tipo di oggetti. L’elemento
     interessante in questo caso è che le proprietà di queste superfici urbane non dipendono da fattori
     economici e sociali, almeno per quanto riguarda la forma che assumono. Abbiamo a che fare con una
     nuova forma di universalità, diversa da quella cui la fisica ci ha abituati e secondo cui le leggi della natura
     sono universali nel senso che sono applicabili ovunque allo stesso modo. In questo caso l’universalità si
     manifesta con il fatto che tali sistemi, sebbene di diversa natura, adottino apparenze simili in quanto
     possiedono la stessa dimensione frattale.
     Un’analisi della gerarchia di scala condotta su due quartieri di Parigi molto differenti tra loro mostra
     l’universalità dei parametri gerarchici del sistema urbano parigino. La città si fa più complessa in sé o si
     estende, dilatandosi in nuovi quartieri secondo una gerarchia di scala stabile. La lottizzazione della piazza
     de l’Étoile (Figure 5 e 6) sembra, considerato il punto di vista della struttura scalare, semplicemente una
     versione dilatata di Rue Mouffetard (Figure 3 e 4) risalente all’alto Medioevo. Sono passati oltre sette
     secoli dal primo di questi due sviluppi urbani e i meccanismi sociali ed economici della speculazione
     borghese del XIX secolo sono molto diversi da quelli feudali esistenti ai tempi di Filippo II. Eppure
     ritroviamo lo stesso fattore scalare di -0,5 nelle lottizzazioni di Hong Kong e in quelle di Lower Manhattan,
     dove la finanza internazionale si è concentrata nei modelli stradali della Nuova Amsterdam del XVII
     secolo. Il fattore scalare della lottizzazione sembra attraversare immutato epoche e continenti,
     determinato non da fattori economici e sociali, ma da una forma di universalità geometrica delle superfici
     delle particelle.

     Figura 3 e Figura 4: Parigi, Rue Mouffetard. In questa lottizzazione che risale all’alto Medioevo, la frequenza delle dimensioni
     parcellari (in mq e in unità logaritmiche) è distribuita secondo la legge di potenza inversa con un esponente scalare di -0,5. Le analisi
     sulla classificazione/dimensione parcellare sono qui mostrate su scala logaritmica in cui la pendenza a destra corrisponde
     all’esponente della legge di potenza inversa (Fonte: Loeiz Bourdic, Istituto di Morfologia Urbana e dei Sistemi Complessi, 2014)
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     Figura 5 e Figura 6: Parigi, Étoile. In questa lottizzazione del XIX secolo, la frequenza delle dimensioni delle parcelle (in mq e in unità
     logaritmiche) è ugualmente distribuita secondo una legge di potenza inversa con esponente scalare pari a -0,5, che indica
     l’esistenza di una classe di universalità frattale (Fonte: Loeiz Bourdic, Istituto di Morfologia Urbana e dei Sistemi Complessi, 2014)

     La classe di universalità frattale della planimetria parigina è definita da un esponente -1/2 cioè il
     contrario della dimensione topologica di una superficie.

     Un palinsesto multifrattale
     Le classi di universalità non rappresentano che un primo approccio, ma rendono omogenee le
     irregolarità locali discrete derivate dalla lunga e movimentata storia morfologica delle città. Quindi è
     necessario trovare un modello descrittivo che conservi il dettaglio delle irregolarità in tutte le scale.
     A Parigi, dall’alto Medioevo fino alla Rivoluzione, il suolo si trovava diviso tra varie signorie. I signori
     hanno poco a poco concesso agli individui insediati sui propri terreni delle mezzadrie, di cui
     percepivano una tassa annuale, il censo livellare (da cui deriva il nome di “censive” dato alle signorie
     parigine). La frammentazione medievale del suolo parigino nasce dallo sviluppo multicellulare della
     città a partire dalle lottizzazioni di quei feudi signorili ed ecclesiastici (Noizet et al. 2013). È
     contrassegnata dalle fratture morfologiche delle cinte murarie medievali successive, dalla distruzione
     delle mura erette da Filippo II, per esempio, che crea asimmetrie ancora più percepibili nelle
     lottizzazioni, a cinque secoli dal catasto napoleonico di Vasserot del 1810-1836. Al tempo in cui Filippo
     II, tra il 1190 e il 1215 (data del completamento della cinta muraria in cui inizia questa nostra storia),
     faceva costruire il muro di fortificazione, il re espresse chiaramente il desiderio di vedere tutta la
     superficie, così racchiusa, occupata dalle case dei nuovi abitanti. Era questa, infatti, una città nuova,
     costruita pezzo per pezzo dai Templari, quando decisero di attribuire un certo valore ai propri terreni
     feudali del Marais, ancora poco popolati. I cavalieri fecero aprire una nuova porta nell’antica cinta reale
     (la porta dello Chaume) e tracciare una nuova via tra Rue du Temple e Rue Vieille-du-Temple, asse
     mediano della lottizzazione, detta Rue de la Porte-Neuve (oggi Rue des Archives).
     Sei secoli dopo, le asimmetrie esistenti all’epoca di Filippo II sono ancora percepibili sulla carta di
     Vasserot del 1810-1836. Hélène Noizet ed Étienne Lallau (Noizet et al. 2013) hanno osservato in
     questa mappa le dimensioni delle parcelle lungo Rue du Temple, Porte-du-Chaume e Rue Vieille-du-
     Temple, rilevando che nel 1836 vi era un’asimmetria spaziale legata all’asimmetria temporale
     riguardante le porte costruite all’epoca di Filippo II. Le due vie più antiche mostrano una forte densità di
     lotti più piccoli (20,3 parcelle per ettaro lungo Rue due Temple; 15,5 per ettaro lungo Rue Vieille-du-
     Temple, aperta nel 1203) rispetto alla parcellazione esistente lungo Rue Porte-du-Chaume, aperta nel
     1288 (11,3 parcelle per ettaro con una dimensione media due volte inferiore alle parcelle lungo Rue du
     Temple). Attraverso il tempo, le asimmetrie parcellari trasmettono il ricordo di sedimentazioni
     successive alla morfogenesi urbana.
     La fondazione di nuovi borghi ottenuta tramite la lottizzazione di terreni feudali fu molto frequente,
     intercalando, tanto sulla riva sinistra quanto sulla riva destra, negli spazi lasciati tra i tessuti organici dei
     primi centri abitati, terreni disposti in maniera regolare, molto spesso lungo una via assiale. Queste
     lottizzazioni dall’aspetto geometrico ricollegavano tra loro quelle più antiche, dall’aspetto più
     complesso. Il risultato di questa costante riscrittura creatrice della città su se stessa è una molteplicità
     di frattali incastrati fra loro, cioè dei “multifrattali”.
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Nella metà degli anni Ottanta, i matematici hanno cominciato a interessarsi a funzioni che sembrano
molto irregolari in alcune regioni e molto più regolari in altre, senza che a tali regioni si possano
assegnare chiaramente delle frontiere perché al centro di una zona piuttosto regolare si trovano zone
irregolari e viceversa, una combinazione che compare in tutte le scale. Tale complessità “multiscalare”
fa pensare invariabilmente ai frattali. L’analisi multifrattale in fisica intende comprendere e analizzare
funzioni molto complesse e introdurre nuovi parametri quantitativi che ne permettano la classificazione.
Il fine di questa analisi è lo studio delle funzioni in base a cui la regolarità puntiforme varia da un punto
all’altro.
I primi strumenti di misurazione della regolarità sono noti a tutti: continuità, derivabilità in un punto.
L’esponente di Hölder introduce un continuum tra queste nozioni e permette di rilevare con precisione
la regolarità, grazie ad un parametro positivo reale. Viene introdotta così la nozione di singolarità sotto
forma dell’esponente di Hölder.
La regolarità puntiforme qui risulta molto utile, ma è necessario aggiungervi informazioni strutturali.
L’analisi locale è completata da una descrizione globale, di livello più alto, che consiste nel misurare la
dimensione frattale di Haussdorff di insiemi di punti aventi la stessa regolarità (“isohölder”), che sono
insiemi frattali. La nozione della dimensione di Hausdorff amplia la nozione dimensionale naturale di
curve e superfici regolari applicata agli insiemi frattali (la cui dimensione potrebbe essere non intera).
Gli insiemi isohölder corrispondono ai diversi periodi morfologici della città. Tali periodi si incastrano nei
vuoti lasciati dai periodi precedenti, deformati ma mai completamente eliminati, succedendosi a un
ritmo più o meno rapido, più o meno intermittente, esso stesso caratteristico di una temporaneità
frattale legata alle evoluzioni economiche.

Due assi morfogenetici strutturanti
La superficie delle parcelle in età preindustriale è generalmente compresa tra i 50 e i 100 mq. La
presenza di lotti dalla superficie inferiore a 300 mq sulla carta di Vasserot del 1810-1836, individuata
dal progetto ALPAGE (Noizet et al., 2013), rivela una densità parcellare più grande (11 lotti per ettaro)
sulla sponda destra, asse privilegiato dello sviluppo medievale rispetto alla sponda sinistra, rimasta più
rurale nel Medioevo (8 lotti per ettaro). L’estratto grafico di parcelle più piccole nella Parigi napoleonica
rivela, come conseguenza del passato medievale, un’immagine frattale (Figura 7) dell’espansione
chiaramente inserita tra due assi perpendicolari formanti un angolo con l’est geografico.

   Figura 7 Estratto della carta Vasserot (1810-1836) delle               Figura 8 Carta di orientamento dei segmenti della
   parcelle di superficie inferiore a 300 mq. Insieme frattale            parcellazione Vasserot (1810-1836) e delle strutture
   che mostra Parigi com’era cinque secoli fa. Fonte:                     archeologiche di Parigi. Fonte: ALPAGE, E. Grosso,
   APUR, ALPAGE, 2011                                                     P. Chareille, S. Robert, H. Noizet, A.L. Bethe, 2010

L’orientamento della lottizzazione conferma la distribuzione parcellare in base a due assi
perpendicolari dominanti (Figura 8), a un angolo compreso tra 60° e 74° rispetto all’est cartografico,
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     che rappresenta soltanto il 36% del totale dei segmenti della parcellazione di Vasserot. Questo
     orientamento poggia su due assi morfogenetici, che possono cioè generare e trasmettere forme:
     l’allineamento formato da Rue Saint-Martin e Rue Saint-Jacques e la Senna (Noizet et al. 2013). Da
     tempo gli archeologi hanno identificato la dominanza di tale orientamento in epoca antica. L’asse
     morfogenetico della suddivisione ortogonale regolare antica è l’allineamento Saint-Martin - Saint-
     Jacques, che corrisponde in parte al cardo dell’antica fondazione e poggia su antiche isole presenti
     una volta nel letto della Senna. Tale orientamento domina anche la rete stradale che esisteva alla fine
     del XIV secolo. Si conclude quindi che il Medioevo ha avuto un ruolo essenziale nella resilienza del
     principale orientamento romano, diffondendola ampiamente sulla sponda destra (Noizet et al. 2013).

NEW YORK: LA SCACCHIERA E L’INTERRUZIONE DI SIMMETRIA
     Caselle di una scacchiera
     La partita giocatasi sulla scacchiera di Manhattan, che a Parigi è durata otto secoli, si è conclusa nel
     giro di una generazione. A New York infatti, tutto comincia con il collasso finanziario della città nel
     1776, al termine della Guerra d’Indipendenza. Gli elementi fondamentali di Manhattan alla fine della
     Rivoluzione Americana del 1776 erano rimasti per lo più immutati dai tempi della scoperta dell’isola da
     parte di Hudson, ad eccezione di una piccola cittadina di 32.000 abitanti, nella parte meridionale
     dell’isola. La città in rovina economica decide di vendere il proprio demanio, circa 5 km² di terreno
     roccioso, completamente indesiderabile, situato nel centro dell’isola (Figura 9), proprio il luogo in cui
     oggi si concentrano le più grandi ricchezze globali.

            Figura 9 Mappa del                                                             Figura 10 La carta del
          British Headquarters                                                             Commissioners' Plan
             di New York, Long                                                             (1807-1811) che
         Island, Hudson River,                                                             sovrappone una
          East River riportante                                                            griglia di rettangoli, in
                 le fortificazioni                                                         apparenza uniformi,
                   britanniche e                                                           sul territorio
         americane e risalente                                                             dissestato dell'isola
                  al 1782 circa,
             National Archives,
              Regno Unito, MR
                            1/463

     La griglia di Manhattan (Figura 10) fu innanzitutto uno strumento per facilitare la vendita dei terreni e lo
     sviluppo edilizio. Nella griglia, infatti, l’isola reale è stata svuotata da qualsiasi particolare locale e
     topografico, rendendola pura superficie astratta. Le colline furono appiattite, in un movimento
     irresistibile di viali che si aprono verso nord e che lascia provvisoriamente alcune case, quelle dei primi
     coloni, come sospese in aria. La griglia trasformò così l’isola in puro concetto, reinterpretandola nei
     termini di un mercato immobiliare infinitamente duttile, misto, aperto ad una speculazione infinita, che
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si ricrea incessantemente, grazie ad una crescita costante dei valori fondiari e immobiliari: nel 1807, il
valore immobiliare di New York ammontava a 25 milioni di $, nel 1887, lo stesso valore arrivò a 2
miliardi di $: un fattore moltiplicativo di 80!
Dalla griglia in apparenza omogenea, isotropa, che appiana tutte le differenze, sarebbe nata
un’incredibile diversità e strutture gerarchizzate: quartieri con identità completamente diverse, come la
Washington Square di Henry James, Soho, Tribeca o l’Upper East Side o ancora la Brooklyn di Woody
Allen. Come fanno tali varietà, diversità e gerarchia scalare a emergere da una griglia? Grazie a sottili
differenziazioni, a interruzioni nella simmetria che, come accade in fisica, creano strutture che
diventano poi sempre più complesse.
La griglia di Manhattan contiene innanzitutto due modelli metrici che creano varietà. Uno di questi è
rappresentato dalla larghezza delle strade: 30 metri per i viali orientati in direzione nord-sud, 20 metri
per le vie traverse standard, con 15 strade principali, larghe anch’esse 30 metri, poste a intervalli
irregolari. Il secondo modello riguarda la varietà di dimensione degli isolati urbani. Ogni isolato misura
60 metri in larghezza, da nord a sud, mentre la lunghezza, da est a ovest, varia, riducendosi man
mano che, dal centro, si va verso il litorale. Per cui dalla Terza alla Sesta Strada gli isolati misurano
280 metri di lunghezza, verso est si riducono a 189, 198, 195 metri di lunghezza, e verso ovest si
accorciano uniformemente fino a 244 metri di lunghezza.
La griglia è gerarchica anche rispetto alle proprietà topologiche delle strade. La teoria dei grafi
definisce la continuità stradale come la serie di segmenti della stessa strada tra le varie intersezioni e
definisce la connettività stradale come il numero delle altre strade che questa interseca. Siccome i viali
di Manhattan sono connessi a 155 strade, mentre le strade collegano circa 11 viali, vi è un’importante
variazione nella scala topologica tra viali e strade.
Queste prime interruzioni nella simmetria planimetrica saranno sufficienti a contribuire ad una crescita
vertiginosa della complessità, creando una forma d’ordine sottile e complessa, in grado allo stesso
tempo di stabilità e di evoluzione, e generando nuove strutture per adattarsi a condizioni sempre
mutevoli. Manhattan quindi non è un cristallo. Il suo ordine, contrariamente a quello della Ville
Radieuse di Le Corbusier, non è cristallizzato nelle tre dimensioni, la sua forma è definita solo dalla
griglia di una mappa. Il trasferimento dei permessi edilizi lascia una libertà pressoché infinita allo
sviluppo nella terza dimensione. Si tratta di una scacchiera su cui lo spostamento dei pezzi permette
un numero di partite infinito.
Ma chi sono i giocatori? Interagendo quotidianamente con le forme fisiche della città, i giocatori sono
gli esseri umani, le cui interazioni, costantemente riconfigurate, gli scambi e le trasformazioni di
denaro, di segni simbolici, di materie e di energia, aumentano incessantemente la quantità di
informazioni algoritmiche del sistema urbano. La varietà delle posizioni possibili è fondamentale e
permette di giocare queste partite. Semplici calcoli dimostrano che la dimensione delle caselle
elementari della scacchiera, a New York come a Barcellona, i lotti, è 3.000 volte inferiore rispetto ai
super blocchi della Ville Radieuse di Le Corbusier. Tale cifra conduce a differenze vertiginose in
termini di connettività e di varietà di percorso nella struttura urbana e anche in termini di potenziale
d’interazione e di diversità e varietà di posizioni possibili. Grazie a combinazioni matematiche,
connettività, diversità e varietà aumentano quasi all’infinito, mentre il reticolo urbano diventa finissimo,
in funzione di fattori che esprimono il numero di posizioni possibili e di connessioni tra i pezzi sulle
caselle della scacchiera.

Il mercato immobiliare crea la gerarchia scalare
In questo immenso spazio di configurazioni, le attività umane non comportano un aumento
dell’entropia fino al caos, ma si sovrappongono alla griglia omogenea creando un’altra struttura,
dall’ordine molto più flessibile e mobile, che, allo stesso tempo, mostra permanenze e stabilità. Questo
secondo ordine trasforma costantemente l’organizzazione spaziale pur conservandola. Ed è proprio
questa la complessità. A Manhattan, gli isolati furono inizialmente suddivisi per la vendita in lotti identici
Serge Salat Parigi / New York 1215 1815 - 2015. Otto secoli di gerarchia di scala nelle lottizzazioni urbane1
14   Serge Salat

     di 205 m², che, sotto l’influenza delle forze di mercato, furono poi consolidati creando un gigantesco
     mosaico dalla combinazione di circa 300.000 parcelle. La lottizzazione di Manhattan, nella sua
     straordinaria diversità frattale inserita in una griglia euclidea, ibridazione perfetta di ordine e novità, fu
     essenzialmente completa verso il 1835, una generazione dopo il piano dei Commissioners.
     Il mercato fondiario di Manhattan fu un acceleratore temporale formidabile per la differenziazione e per
     la nascita di strutture a invarianza di scala. Un esempio è rappresentato dalla strategia di Charles
     Moore per lo sviluppo edilizio della sua vasta proprietà, che sarebbe diventata poi il quartiere di
     Chelsea (Figura 11). L’interruzione della simmetria creata da Chelsea Square, dalla chiesa e dal
     giardino pubblico ha provocato una differenziazione a cascata nella dimensione e nel valore delle
     parcelle in base alla loro posizione in prossimità della chiesa.

                   Figura 11 Mappa della proprietà di Charles Moore nel 1835, che sarebbe diventata poi il quartiere di
                   Chelsea. Collezione della New York Historical Society. A partire dal 1835, la mappa mostra le strategie
                   di vendita per le grosse proprietà immobiliari

     Moore centrò l’intero quartiere di Chelsea su Chelsea Square, costituita da due isolati di Manhattan,
     che donò alla chiesa episcopale nel 1819. Dal 1835 in poi, i lotti attorno alla piazza, il cui valore
     immobiliare era molto più elevato, furono consolidati da ricchi compratori per formare lotti più grandi.
     Nel 1820 Moore stimò la sua proprietà per un valore di 17.000 $. Il valore totale fu stimato a 350.000 $
     nel 1845 e a 600.000 $ nel 1855, che rappresenta un fattore moltiplicativo di 35 in 35 anni. La
     differenziazione e l’asimmetria nei prezzi dei terreni emersero molto rapidamente nella griglia
     planimetrica. Nel 1860, il valore delle proprietà lungo la Quarta Strada oscillava tra i 3.500 e i 10.000 $,
     mentre i lotti lungo Madison Avenue erano valutati tra i 18.000 e i 55.000 $, in base alla prossimità a
     Madison Square.
     In un sistema morfologico a invarianza di scala come la griglia e la parcellazione di Manhattan, la
     forma e il prezzo di ciascun elemento sono influenzati dalle interazioni che questo ha, in scale diverse,
Parigi / New York 1215 – 1811 – 2015. Otto secoli di gerarchia di scala nelle lottizzazioni urbane    15

con tutti gli altri elementi. Quando il risultato di tali interazioni crea una forma, questa non è mai né
fissa né simmetrica, ma presenta un grado di plasticità che le permette di evolvere.

Figura 12 Parcellazione di Manhattan attorno a Madison Square (a sinistra) e a Brooklyn (a destra). Partendo da unità modulari
identiche di piccola scala, la parcellazione di Manhattan è stata ricreata dalla nuova suddivisione, costituendo così una gerarchia di
scala. Analisi di classificazione e dimensione (in mq e in unità logaritmiche): in basso a sinistra Madison Square, in basso a destra
Brooklyn (Fonte: Loeiz Bourdic, Istituto di Morfologia Urbana e dei Sistemi Complessi, 2014)

Le analisi di classificazione/dimensione della lottizzazione (Figura 12, qui mostrate in scala logaritmica,
in cui la pendenza di destra corrisponde all’esponente della legge di potenza inversa) mostrano
l’universalità frattale tra Madison Square, molto sviluppata, e Brooklyn, in cui l’80% dei lotti ha ancora
oggi la forma e la dimensione che aveva all’inizio del XIX secolo. Certo, col tempo, la gerarchia di
Madison Square è aumentata, ma questo è avvenuto come se la classe d’universalità di New York
fosse caratterizzata da un esponente dell’ordine di -0,6, ad eccezione di Lower Manhattan, la parte più
antica e la più irregolare, quella precedente cioè alla griglia del Commissioners’ Plan. Come abbiamo
visto nella Figura 2, più l’esponente scalare è elevato, più il gradiente tra i valori elevati e la lunga coda
di valori deboli si inclina, in altri termini, più la distribuzione è sbilanciata. Infatti, il mercato immobiliare
a Manhattan e a Brooklyn si distribuisce in maniera più sbilanciata (la struttura di scala è più
accentuata) rispetto a Lower Manhattan o a Parigi. La domanda è se tale disparità sia dovuta a una
competitività più dura delle forze di mercato presenti a New York rispetto a Parigi. Se osserviamo le
16   Serge Salat

     cartine e gli istogrammi, constatiamo però che non è così. Le forze di mercato hanno trasformato
     Manhattan molto di più rispetto a Brooklyn, che presenta pertanto la stessa gerarchia di scala. Attorno
     a Madison Square, solo il 40% delle parcelle è quello dell’inizio del XIX secolo, mentre Brooklyn è
     rimasta quasi immutata dall'epoca di Henry James, con l'80% di parcelle risalenti al XIX secolo. I
     sistemi parcellari di Brooklyn e di Manhattan nella griglia del Commissioners’ Plan, che avevano ben
     conosciuto evoluzioni diverse, hanno adottato una geometria simile, dalla stessa dimensione frattale.
     Come spiegare quindi che Wall Street, capitale finanziaria mondiale, Rue Mouffetard nella Parigi di
     Filippo II e Hong Kong, con i suoi reticoli stradali risalenti al XIX secolo, appartengono tutte alla stessa
     classe d’universalità frattale con un esponente pari a 0,5, che si distingue da quello della griglia del
     Commissioners' Plan? Ancora una volta, con la geometria. Le superfici urbane aventi un esponente di
     0,5 sono presenti nei reticoli stradali irregolari che costituiscono la sovrastruttura geometrica della
     forma degli isolati tramite rettangoli regolari, come quelli di Madison Square o di Brooklyn. Wall Street
     domina la finanza globale partendo da una strada sinuosa, tracciata da emigrati olandesi nel XVII
     secolo. Sembra dunque che la scacchiera euclidea aumenti la gerarchia frattale in rapporto a superfici
     urbane la cui irregolarità, come a Parigi o a Lower Manhattan, non sia inserita in una geometria
     ortogonale. In compenso, sebbene la parcellazione non si inserisca in una griglia euclidea come
     avviene per Lower Manhattan (Figura 13), che presenta ancora pressoché immutato il tracciato
     stradale della Nuova Amsterdam, si riscontra anche qui la classe d’universalità frattale con l’esponente
     di -1/2 che caratterizza Parigi intra-muros e Hong Kong nelle parcellazioni irregolari, evolutesi in
     maniera organica per via di incastri multifrattali.

                                                                              10000
                                                                 Dimensione

                                                                               1000
                                                                                100
                                                                                 10       y = 2971,2x-0,508
                                                                                            R² = 0,9863
                                                                                  1
                                                                                      1       10       100            1000
                                                                                            Classificazione

     Figura 13 Analisi classificazione/dimensione (in mq e in unità logaritmiche) della parcellazione di Lower Manhattan (Fonte:
     Loeiz Bourdic, Istituto di Morfologia Urbana e dei Sistemi Complessi, 2014)

     Per funzionare, una città consuma energia. Si può elaborare un’idea di densità energetica analoga alla
     densità demografica, cioè al consumo energetico in rapporto alla superficie su cui questa viene
     consumata (espresso in Watt per mq di suolo urbano, Figura 14). Tale densità energetica è una buona
     approssimazione della concentrazione di attività sul suolo urbano. Per esempio, se si osserva New
     York da lontano, si nota come due grandi zone concentrino le maggiori densità energetiche, e cioè i
     due Central Business District (CBD) di Midtown e Lower Manhattan, mentre Long Island e Brooklyn
     presentano una densità energetica più debole. Ingrandendo la mappa e gli isolati urbani, si osserva
     che, all’interno di uno stesso isolato principale, la superficie urbana presenta una grande varietà. Se si
     ingrandisce ancora, si nota come siano ora le parcelle stesse a differenziarsi. La “superficie
     energetica” di New York presenta quindi una combinazione in tutte le scale di regolarità e di
     irregolarità, caratteristica dei multifrattali.
     Un’analisi classificazione/dimensione del consumo energetico in base al riscaldamento degli edifici di
     New York rivela tale complessità, come fosse un “marchio”. Ricompare infatti l’esponente dello 0,5
     come coefficiente di gerarchizzazione del consumo energetico di New York.
Parigi / New York 1215 – 1811 – 2015. Otto secoli di gerarchia di scala nelle lottizzazioni urbane   17

     Figura 14 Densità energetiche (in Watt/mq) dei lotti di New York. A sinistra, New York nella sua totalità; a destra i dintorni di
     Madison Square. Fonte delle mappe: Spatial distribution of urban building energy consumption by end use, B. Howard, L.
     Parshall, J. Thompson, S. Hammer, J. Dickinson, V. Modi, 2011.
                     Consumo energetico relativo al riscaldamento
                                    (in galloni)

                                                                                                                 Dimensioni edificio

                             Figura 15 Analisi classificazione/dimensione del consumo energetico di riscaldamento
                                                                                   Classificazione   dell’edificiodegli edifici
                             dotati di riscaldamento centralizzato a New York (Fonte: Loeiz Bourdic, Istituto di Morfologia
                             Urbana e dei Sistemi Complessi, 2014)

L E L EGGI DI SCAL A URBANA PER COMPRENDERE IL PASSATO E COSTRUIRE IL FUTURO
     L’analisi delle superfici non è che un esempio della complessità urbana ordinata da regolarità
     matematiche frattali. Gli studi sulla geografia urbana, e in particolare quello di Denise Pumain, hanno
     mostrato da tempo la presenza di leggi di classificazione e dimensione e della gerarchia di scala nei
     sistemi urbani, elaborando una teoria evolutiva in grado di spiegarli. I nostri studi consentono di
     comprendere tali risultati su tutte le scale della struttura urbana stessa. Quindi non soltanto le dimensioni
     di città aventi una gerarchia di scala, ma anche la scala più sottile del tessuto urbano, cioè la
     frammentazione parcellare, presenta tale regolarità matematica. I nostri lavori precedenti hanno
     dimostrato che la dimensione dei giardini pubblici di Parigi e di Manhattan è ugualmente gerarchizzata da
     leggi di scala, questa volta per ottimizzare l’accessibilità partendo da una superficie minima, come in altri
     fenomeni frattali studiati dalla fisica. Lo stesso avviene per le reti stradali di Parigi o per la frequenza (la
     lunghezza cumulativa) dei diversi tipi di strada: sia i viali di Haussmann che le vie strette e curve del
     Medioevo rispettano una legge di scala. Altri studi, in particolare quelli di Sergio Porta, Paolo Crucitti e
     Vito Latora, hanno dimostrato che se si costruisce un “grafo duale” delle strade (cioè se si considerano le
18   Serge Salat

     strade come entità e le loro intersezioni come legami) e se si applicano a questi grafi le tecniche d’analisi
     utilizzate per le reti sociali, si osservano, in particolare in città complesse come Ahmedabad o Venezia,
     proprietà di gerarchia di scala dei gradi dei nodi (vale a dire del numero di intersezioni per via),
     caratteristiche della connettività dei reticoli complessi, naturali quanto il cervello o artificiali quanto internet
     o il web. I sistemi stradali sono dunque scalari sia nelle loro proprietà metriche (le frequenze delle diverse
     geometrie stradali) che nella loro organizzazione topologica (la connettività delle strade tra di loro).
     Queste si riflettono ugualmente nel numero di linee per stazione e nei volumi dei passeggeri delle
     metropolitane di Parigi o di Londra, obbedienti anch’essi a gerarchie scalari, come evidenziato da Loeiz
     Bourdic nell’ambito delle ricerche dell’Istituto di Morfologia Urbana e dei Sistemi complessi. Infine anche
     le densità demografiche e d’impiego (come si è visto per numerose città europee) e di consumo
     energetico, obbediscono a leggi di scala urbana con maglie estremamente fini.
     Come nei frattali naturali, la presenza della gerarchia di scala nei numerosi fenomeni urbani risulta dalla
     selezione operata dall’evoluzione delle strutture più efficienti e più resilienti. Rimandiamo quindi per
     approfondimenti ai nostri studi precedenti. Questi risultati offrono nuovi orizzonti alla comprensione delle
     città in tutte le scale, quella della complessità e della gerarchia di scala, permettendo anche di migliorarne
     la gestione. Abbiamo dimostrato in particolare che il consumo relativo alla viabilità di una città dipende
     molto meno dalla densità media della città che dal coefficiente gerarchico di tale densità. Abbiamo poi
     reso ancora più efficienti i modelli di valore nodale e locale, sviluppati inizialmente da Luca Bertolini, per
     spiegare le evoluzioni delle metropolitane. Questo nuovo modello, già applicato alla pianificazione
     strategica di Shanghai in programma per il 2050 in collaborazione con la Banca Mondiale e la
     Development and Reform Commission, integra la gerarchia di scala di distribuzione delle densità
     economiche tramite la rete di connettività. Stiamo applicando operativamente questo modello anche alla
     pianificazione delle città cinesi in base alle 6000 stazioni metropolitane in programma per il 2020 in Cina.
     Le numerose leggi di scala che abbiamo scoperto nelle città rappresentano sì un metodo per
     comprendere il passato, ma anche e soprattutto un metodo per costruire il futuro.

     Bibliografia
     Ballon H. (2012), The Greatest Grid - The Master Plan of Manhatan 1811-2011, New York, Museum of the City of New York and
     Columbia University Press.

     Noizet H., Bove B. (2013), Costa L., Paris, de parcelles en pixels: Analyse géomatique de l'espace parisien médiéval et moderne,
     Paris, Coédition PU Vincennes

     Pumain D., Paulus F., Vacchiani-Marcuzzo C., Lobo C., «An evolutionary theory for interpreting urban scaling laws», Cybergeo :
     European Journal of Geography [En ligne], Systèmes, Modélisation, Géostatistiques, document 343, mis en ligne le 05 juillet 2006,
     consulté le 12 octobre 2013.

     Salat S. (2011), Les villes et les formes: Sur l’urbanisme durable, Paris, CSTB et Hermann.
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