Insegnanti ebook per gli - ApertaMente

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Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
ebook per
gli
      insegnanti
        4 strategie per gestire
efficacemente le classi difficili
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
analizza
                          questionario
                                                           il clima
                           intrusioni
                                                         della classe
                          interruzioni                                              come
                                                                                 ti vedono
                                                                               i tuoi alunni
                                                             STRUMENTI
                           STRUMENTI

identificare
  le classi               interruzioni           quali sono gli
   difficili              movimento             insegnanti che
                            disturbi           funzionano nelle
                          della lezione          classi difficili

     STRUMENTI

                                        focus                             sanzioni
         fattori che                                                    e punizioni:
      rendono difficile             sugli elementi                       sono utili?
     lavorare in classe              di difficoltà
                                                                    STRUMENTI

                                                                                  contratto
                                                                                  educativo
               gestione delle
                classi difficili
                                                                    osservazione
                                                                     sistematica
                                                  analisi
                                                funzionale

           4 strategie per gestire efficacemente le classi difficili

         progettare
                                            attivare risorse
                    organizzare
                                                        motivare
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
indice

                                                                                 4gestire classi difficili
                                                                                  strategie         per
INTRodUzIoNE                                                         Pag.   4

FocUS SUglI ElEMENTI dI dIFFIcolTà:                                         6

 - fattori specifici che rendono difficile lavorare in classe               7
 - interruzioni, rumori, movimento e disturbi della lezione                 11
 - quali sono gli insegnanti che funzionano nelle classi difficili          13
 - sanzioni e punizioni: sono utili?                                        16

glI STRUMENTI dEll’INSEgNaNTE:                                              24

 1° strategia: PRogETTaRE
    (creare routine)                                                        25
 2° strategia: oRgaNIzzaRE
    (tempi, spazi e materiali)                                              28
 3° strategia: aTTIVaRE lE RISoRSE
    (classe = gruppo?)                                                      36
 4° strategia: MoTIVaRE allo STUdIo
   (6 suggerimenti pratici per creare interesse e motivazione)              39

BIBlIogRaFIa                                                                45
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
introduzione

                                                                                4gestire classi difficili
                                                                                 strategie         per
Il cambiamento dEl sistema scolastico o NEl sistema scolastico?

   Non c’è dubbio: qualcosa è cambiato. la società, i giovani, le relazioni,
le informazioni, il lavoro, la famiglia; e la scuola? No, la scuola forse non
è cambiata, o almeno, non abbastanza: si è solo adattata. adattata con
nuove tecnologie, con nuove metodologie didattiche, con una revisione
dei programmi. Ma questo adattamento non può incidere sul sistema, non
ha la forza di modificare il comportamento; certo, può produrre successi
che però troppo spesso rimangono isolati e occasionali facendo dell’in-
segnante una della professioni più “a rischio”: insoddisfazione, disillu-
sione, frustrazione, demotivazione sono alcuni degli stati d’animo che
molti insegnanti e forse anche tu provi quotidianamente:

          “Agli inizi della mia carriera mi vedevo a capo di una allegra
          banda di studenti, con tanta voglia di imparare, di esplorare, di
          scoprire. Non è stato così. L’insegnamento non mi entusiasma
          più, temo ogni nuova classe, ogni nuovo giorno. E così pure gli

                                caMBIaMENTo

         dEl                                                         NEl
      SISTEMa                                                      SISTEMa
    ScolaSTIco                                                   ScolaSTIco

                                                                  PRodUcE
     PRodUcE                                                    ModIFIcazIoNE
   adaTTaMENTo                                                       dEI
                                                               coMPoRTaMENTI
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
studenti. Mi sento come un negriero che spezza la frusta sulla

                                                                                4gestire classi difficili
          testa di un branco di buoni a nulla il cui solo interesse è quello

                                                                                                   per
          di smettere il prima possibile di lavorare. Essi mentono, ingan-
          nano, si mettono l’uno contro l’altro, sembrano avere un solo

                                                                                 strategie
          interesse, cioè quello di fare il meno possibile e di essere ugual-
          mente promossi”. (Gordon, 1991, p.36).

   Il cambiamento allora deve
andare al cuore del sistema sco-
lastico, rivedendone le finalità e
promuovendo le attività e le
strategie che privilegiano la re-
lazione.

                                              gn ant i
                                         inse

                    nn i
                alu
                                                           fa
                                                              m
                                                                    ig
                                                                      lie
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
focus sugli

                                                              4gestire classi difficili
                                                                                 per
 elementi

                                                               strategie
     difficoltà
di

                     FaTToRI cHE
                 RENdoNo dIFFIcIlE
                 laVoRaRE IN claSSE

     SaNzIoNI                               INTERRUzIoNI,
 E PUNIzIoNI:    dIFFIcolTà              RUMoRI, MoVIMENTo,
                                              dISTURBI
 SoNo UTIlI?
                                           dElla lEzIoNE

                    QUalI SoNo
                   glI INSEgNaNTI
                 cHE FUNzIoNaNo
                NEllE claSSI dIFFIcIlI
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
Fattori che rendono difficile

                                                                                   4gestire classi difficili
lavorare in classe

                                                                                    strategie         per
          “Gestione della classe….tutto ciò che l’insegnante
          mette in opera per stabilire e mantenere un am-
          biente favorevole all’attività di insegnamento/ap-
          prendimento” (comoglio, prefazione all’edizione
          italiana di “Gestire la classe”, charles, 2002).

   gestire la classe è un insieme di problemi complessi:
    Il primo problema è che la classe non sempre è un gruppo. Un gruppo
è per definizione qualcosa che va oltre la semplice somma dei membri
che lo compongono, è un sistema dinamico in cui avvengono continui
scambi interpersonali e spesso non hai tutte le informazioni necessarie
per comprendere la natura delle relazioni. Quando entri in classe proba-
bilmente vuoi insegnare, non pensi che dovrai invece lavorare affinché la
classe diventi un gruppo.
   Il secondo problema, derivante dal primo, è che ad ogni comporta-
mento corrisponde una reazione o risposta che, a sua volta, genera una
nuova reazione, in una catena infinita il cui primo anello a volte resta sco-
nosciuto. Questa catena di azioni e reazioni genera spesso i problemi di
disciplina: ma quando entri in classe vuoi insegnare, non vuoi imporre la
disciplina.
   Il terzo problema si basa sul principio dell’omeostasi: la classe, come
tutti i sistemi, tenderà ad un equilibrio interno ma non è detto che questo
equilibrio sia di aiuto agli obiettivi educativi e didattici; spesso la tendenza
a mantenere l’equilibrio porta alla cristallizzazione di alcuni comporta-
menti, reazioni e relazioni disfunzionali, e la classe implode.
   Il quarto problema è che tu, prima di essere un insegnante, sei una per-
sona e provocherai tu stesso reazioni, comportamenti, equilibri e disequi-
libri all’interno della classe. Probabilmente cerchi di controllare il più
possibile le tue reazioni e i tuoi comportamenti perché vorresti essere per-
fetto: per anni si è cercato di delineare il profilo dell’insegnante ideale a
cui forse anche tu cerchi di assomigliare:
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
- l’insegnante ideale è tranquillo, paziente, non perde mail la calma, è

                                                                               4gestire classi difficili
  equilibrato;

                                                                                strategie         per
- Non ha pregiudizi, preferenze, è imparziale con gli studenti;

- È coerente, costante, non ha sbalzi di umore;

- Sa sempre dare risposte perché sa più cose degli studenti;

- difende sempre i propri colleghi davanti alla classe, anche se non è d’ac-
  cordo, perché gli studenti devono avere un fronte unico.

- In altre parole, l’insegnante ideale deve essere perfetto.

   Tutto ciò è una trappola che non ti permette di comportarti come una
persona normale e autentica, e il fatto di pretendere di essere diversa da
come sei veramente non aiuta la relazione con gli studenti. E se non riesci
a costruire un rapporto autentico con gli alunni, nessuna tecnica di inse-
gnamento andrà bene.
   Indubbiamente non è così scontato che la costruzione di un rapporto
autentico con i tuoi studenti dipenda esclusivamente da te: ci sono stu-
denti che si comportano in maniera insostenibile, creano problemi sia a
te che ai compagni. Prima di decidere un piano strategico e di metterlo
in pratica, è molto importante analizzare la situazione della tua classe at-
traverso uno strumento di osservazione che ti permetta di isolare le com-
ponenti di disturbo e focalizzare le tue azioni su determinati ambiti. È per
questo che il primo strumento che ti proponiamo di adottare è il “Que-
stionario di identificazione delle classi difficili”.
Insegnanti ebook per gli - ApertaMente
4gestire classi difficili
                  IdENTIFIcazIoNE claSSE dIFFIcIlE

                                                                                                      per
                  QUESTIoNaRIo PER l’INSEgNaNTE

                                                                                    strategie
In quante delle vostre lezioni di questa settimana gli studenti hanno ma-
nifestato le caratteristiche indicate di seguito? Usate questa scala di valu-
tazione e attribuite un punteggio alle lezioni che avete tenuto.

a. Questo tipo di comportamento non si è mai verificato durante le mie
   lezioni.

B. Questo tipo di comportamento si verifica occasionalmente, in poche
   delle mie lezioni.

c. Questo tipo di comportamento si verifica regolarmente in alcune delle
   mie lezioni.

d. Questo tipo di comportamento è frequente nelle mie lezioni.

E. Questo tipo di comportamento, insieme a comportamenti anche peg-
   giori, si verifica nella maggior parte delle mie lezioni.

1. gli studenti non vogliono entrare in classe all’inizio della lezione e sono
   riluttanti a togliersi i cappotti e a sedere ai loro banchi senza un inter-
   vento energico dell’insegnante (perdendo almeno cinque minuti di le-
   zione).

2. Piccoli gruppi di studenti arrivano in ritardo. Entrano e immediatamente
   iniziano a parlare con i loro compagni che voi avete cercato di predi-
   sporre alla lezione. l’intero processo di farli sedere, far loro tirare fuori
   i libri dallo zaino e farli liberare dai cappotti deve cominciare di nuovo.

3. Mentre cercate di cominciare la lezione, alcuni studenti continuano a
   chiacchierare fra loro ed è molto difficile farli smettere. ciò può essere
   aggravato dal fatto che sono piegati di lato o vi danno le spalle.

4. alcuni studenti abbandonano il loro posto senza chiedervene il per-
   messo e vanno a parlare o a disturbare dei compagni.

5. alcuni studenti urlano. Si alzano dai banchi, picchiano dei compagni o
   sottraggono loro qualche oggetto. Questi studenti spesso corrono
   fuori dall’aula e vi ritornano senza fare caso alle vostre istruzioni.
6. alcuni studenti iniziano a parlare con i compagni di banco appena ini-

                                                                                      4gestire classi difficili
   ziate a rivolgervi alla classe o fate una domanda.

                                                                                                         per
7. alcuni studenti urlano risposte, o gridano commenti o domande che

                                                                                       strategie
   sovrastano quello che state dicendo, e ciò blocca l’andamento regolare
   della lezione, anche perché il più delle volte quel che dicono non ha
   alcuna attinenza con ciò di cui stavate parlando.

8. alcuni studenti discutono animatamente e si insultano a vicenda: ciò
   può sfociare nel peggiore dei casi in una lotta fisica e nel migliore in
   un’accesa lite verbale.

9. alcuni studenti hanno uno scoppio di rabbia se si chiede loro di smet-
   tere di parlare. ciò ha spesso come conseguenza un confronto verbale
   se insistete nel chiedere dì smettere di disturbare. d’altro canto, se de-
   cidete di spostare chi disturba lontano dal suo gruppo di amici sapete
   che vi verrà opposto un rifiuto con un conseguente confronto aperto.

10. alcuni studenti stracciano le schede su cui dovrebbero lavorare e but-
   tano per terra la carta lacerata o le usano per farne freccette e pallot-
   toline che lanciano ai compagni o a voi. Scarabocchiano libri e
   quaderni. Si scambiano messaggi su pezzi dì quaderno o di scheda (o
   tramite telefonino, che tengono acceso con la vibrazione).

11. alcuni studenti mangiano dolci, salatini e chewing-gum per tutto il corso
   della lezione. gettano gli involucri per terra o li lanciano con scarso im-
   pegno in direzione del cestino, dove si ammucchiano per terra.
12. alcuni studenti scrivono soltanto poche righe durante l’ora, molto di
   meno di quel che potrebbero. Ignorano le vostre istruzioni di metter
   via i libri o di portarli a casa (o, viceversa, non li portano). I libri restano
   sul banco o per terra mentre i ragazzi si precipitano fuori.

13. alcuni studenti, quando si avvicina la fine dell’ora, cominciano a infilare
   i cappotti o a mettere via i libri prima che voi abbiate chiesto loro di
   farlo. lasciano il banco prima che suoni il campanello e gironzolano
   per l’aula o escono. dovete usare molta energia per cercare di persua-
   derli a tornare ai loro posti.

14. c’è un senso generale di irrequietezza e di “movimento” nell’aula fin
   da quando la lezione ha inizio, i ragazzi si stirano o si stravaccano sulle
   sedie. Sono così impegnati a parlare fra loro che fanno fatica a prestarvi
   attenzione.
15. ancor peggio, in alcune lezioni specialmente prima del pranzo o nel

                                                                                  4gestire classi difficili
   pomeriggio — c’è un’atmosfera generale che potrebbe essere definita

                                                                                                     per
   di semifrenesia. I ragazzi cadono dalla sedia, urlano qualcosa all’indi-

                                                                                   strategie
   rizzo di qualcuno in particolare o al vuoto, si sbellicano dalle risate
   come se fossero ubriachi o isterici. Hanno la tendenza a commettere
   prepotenze, a giocare in modo pesante o a fare delle vere e proprie
   lotte. Quando vi rivolgete a uno di loro con voce calma, vi urlano ag-
   gressivamente la risposta. Parlare loro è quasi impossibile.

Blum, 2013

Se hai ottenuto a in tutte le risposte, probabilmente non troverai utile questo
e-book, ma se la predominanza delle risposte spazia fra B ed E troverai validi
suggerimenti nelle prossime pagine. Se anche hai segnato solo un B nelle
affermazioni 5, 6 o 14, un confronto sul tema potrà esserti utile.

Interruzioni, rumori
movimento e disturbi della lezione

          dialoghi tra insegnanti: “Spesso in classe è impos-
          sibile fare lezione”, “Quei due vanno separati al-
          trimenti mi bloccano tutto il lavoro”, “Oggi non si
          tenevano, sarà l’avvicinarsi delle vacanze”, “Non si
          riesce a spiegare, devo continuamente interrom-
          pere la lezione per ripristinare un po’ di silenzio ”.

   Probabilmente mantenere un buon ritmo alla lezione è una delle sfide
per te più importanti. Non sempre questo ti è possibile e non solo per
colpa di alcuni comportamenti che giudichi inaccettabili da parte dei tuoi
alunni: la classe spesso è organizzata in modo da rendere difficile agli stu-
denti la motivazione e il coinvolgimento nel processo educativo. Prova a

                                                                                      4gestire classi difficili
porre attenzione direttamente al contesto, ripensandolo in maniera crea-

                                                                                                         per
tiva: valorizza l’ambiente attraverso piccoli accorgimenti, per esempio

                                                                                       strategie
cambiando la disposizione dei banchi, crea delle aree specifiche per le at-
tività alternative, riduci gli stimoli distraenti, organizza la didattica in ottica
laboratoriale pianificando le attività, i ruoli e gli incarichi da dare ai tuoi
alunni. Fai in modo che le attività proposte abbiano dei tempi di realizza-
zione ben definiti e, all’interno del tempo previsto, cerca di evitare il più
possibile interruzioni o intrusioni dall’esterno (ad esempio mettendo sulla
porta un cartello “non entrare, lavori in corso” e rendi partecipi i tuoi
alunni della necessità di mantenere il più possibile il focus attentivo sul
compito da svolgere).
   Prova a rispondere alle domande che ti proponiamo nel questionario
che segue, per analizzare quanto le interruzioni alla tua lezione pesano
sulla qualità della stessa:

                     INTRUSIoNI E INTERRUzIoNI
                   QUESTIoNaRIo PER l’INSEgNaNTE

con quale frequenza delle intrusioni esterne impediscono il progresso
delle vostre lezioni? Esaminate questo elenco, ripensate alla vostra gior-
nata lavorativa e scrivete:
F per “frequentemente”
R per “raramente” (una o due volte l’anno)
M per “mai”

1. altri insegnanti entrano nella vostra classe e vi rivolgono domande o
   parlano agli alunni.

2. alunni di altre classi vogliono entrare nella vostra classe e parlare ad
   un loro amico.

3. alcuni alunni di altre classi vi vengono mandati perché si comportano
   male.
4. alunni di altre vostre classi o che seguite per altre attività di istituto cer-

                                                                                     4gestire classi difficili
   cano di coinvolgervi in un problema mentre state cercando di fare le-

                                                                                                        per
   zione e loro dovrebbero trovarsi nella loro classe.

                                                                                      strategie
5. alunni che hanno disertato la loro classe bighellonano fuori della vostra,
   disturbando.

6. genitori intrusi irrompono nella vostra classe e chiedono di parlarvi di
   un incidente accaduto al loro figlio.

7. Intrusi entrano nella vostra aula alla ricerca di un alunno.

8. Un alunno (o più alunni) che avete mandato fuori continua ad aprire la
   porta e a urlare qualcosa alla classe. 9. alcuni alunni arrivano in ritardo
   e interrompono il buon andamento della lezione.

Blum, 2013

Quali sono gli insegnanti
che funzionano nelle classi difficili

   abbiamo già detto che non esiste un modello di insegnante perfetto.
È però innegabile che alcuni insegnanti riscuotono più “successo” di altri.
cosa fa di un insegnante un bravo insegnante? Non sono tanto le carat-
teristiche personali a fare la differenza quanto il possedere o meno solide
conoscenze relativamente ai bisogni degli allievi e, su questa base, riuscire
a costruire relazioni positive tra insegnante e allievo e tra allievi, in modo
da far percepire la classe come una comunità di supporto; è fondamentale
inoltre utilizzare metodi che sollecitano gli studenti ad esaminare e cor-
reggere comportamenti inappropriati ricorrendo a tecniche che esplici-
tano una chiara organizzazione della vita di gruppo. Prova a chiedere a
ciascuno dei tuoi alunni come si sente nella propria classe e qual è l’idea
che ha di te.
Ti suggeriamo i due strumenti che seguono:

                                                                                    4gestire classi difficili
                                                                                     strategie         per
Psicologia a Scuola. L’insegnante e la gestione della classe, Giunti Scuola, 2009

Psicologia a Scuola. L’insegnante e la gestione della classe, Giunti Scuola, 2009
come avrai notato osservando le domande proposte nel box, emerge

                                                                                  4gestire classi difficili
l’abilità di essere una presenza significativa in classe. la classe cioè deve

                                                                                                     per
essere progettata come luogo educativo di incontro dei bisogni di tutti i

                                                                                   strategie
suoi componenti, poiché l’inclusione deve rappresentare un modello for-
mativo integrato capace di rispondere con significatività alle esigenze spe-
cifiche di ogni studente. Il modello pedagogico da seguire richiede,
quindi, la pianificazione della vita di classe e delle opportunità formative
ed è volto a creare un clima educativo efficace per favorire le “integra-
zioni”; gli insegnanti più capaci sono tali non per le loro abilità nel man-
tenere l’ordine e la disciplina, o per le loro competenze disciplinari e
culturali, ma per le loro capacità nel favorire un clima di apprendimento
sereno e proficuo per tutti gli allievi presenti in classe. Questi insegnanti
sono in grado di esercitare un’influenza positiva sull’intero gruppo non
con l’autoritarismo ma con semplicità e con naturalezza, vivendo il rap-
porto con gli allievi ed il gruppo classe in modo sereno; inoltre, la chia-
rezza delle loro modalità comunicative e l’attenzione che riversano sui
singoli sono molto accentuate. Un’altra caratteristica che presentano è
che raramente sono seduti dietro una cattedra, ma trascorrono tutto il
loro tempo in classe rimanendo in piedi, avvicinandosi o allontanandosi
dai ragazzi in base a piccoli e appena percettibili segnali di disagio che
riescono ad intuire intervenendo immediatamente con efficacia, riuscendo
così a soddisfare i bisogni degli allievi e prevenendo probabili ulteriori
problemi. ciò significa adottare sistematicamente alcune tecniche e mo-
dalità di agire. Ti suggeriamo alcuni spunti che potrai sviluppare secondo
le tue necessità e inclinazioni:

• coinvolgi ragazzi nel programma che intendi svolgere in modo da in-
  tercettare anche i loro interessi.
• cerca di capire quali argomenti possono essere di forte interesse per i
  ragazzi e approfondiscili.
• Rendi consapevoli gli allievi delle proposte formative; informali del pro-
   gramma che vuoi realizzare.
• Fornisci periodicamente a tutti gli allievi una copia degli obiettivi e delle
   attività da realizzare. In questo modo il coinvolgimento è maggiore: i
   ragazzi, informati sul programma, sono responsabili dei vari compiti da
   realizzare.
• all’interno di ogni unità di apprendimento offri a tutti una vasta gamma
  di proposte didattiche e di strade alternative per raggiungere l’obiet-
  tivo: occorre dare agli studenti l’opportunità di accrescere le proprie
competenze consentendo anche la libera scelta delle attività previste

                                                                                4gestire classi difficili
   dal programma disciplinare.

                                                                                                   per
• aiuta gli allievi a comprendere i procedimenti più idonei per raggiun-

                                                                                 strategie
  gere il successo nelle proposte presentate.
• dimostra con esempi concreti come i compiti devono essere eseguiti e
  controllali.
• chiarisci agli allievi che di fronte a un risultato negativo troveranno un
  insegnante disponibile a farsi carico del problema e in grado in ogni
  momento di aiutarli a superare la difficoltà fornendo correttivi e sug-
  gerimenti.
• chiama gli allievi per nome e con il sorriso.
• Parla spesso individualmente con i ragazzi, soprattutto nei momenti
  non strutturati.
• Insisti molto sul comportamento responsabile da utilizzare in classe.
• Imposta un controllo attento, preciso, risoluto sui comportamenti dei
   ragazzi in classe.
• Parla frequentemente in classe delle conseguenze delle azioni inade-
  guate.
• occupati sempre del comportamento inadeguato.
• Utilizza, quando possibile, incentivi positivi per i comportamenti idonei.

Sanzioni e punizioni: sono utili?

   la valenza della punizione come metodo educativo di correzione, ap-
plicata dal genitore, dal docente o da un’altra figura autorevole nei con-
fronti del bambino è stata oggetto di controversie, in particolare a partire
dal XX secolo: ricerche di carattere psicologico e psicoanalitico, svolte per
esempio da Bruno Bettelheim, donald Woods Winnicott e alice Miller,
hanno evidenziato la scarsa utilità e persino la nocività di un approccio
educativo basato sulla punizione; come afferma allendy, “le punizioni in-
coraggiano l’indisciplina poiché il colpito tende, nella maggior parte dei
casi, a non darsi per vinto. Forse reagirà, forse cercherà di coalizzarsi con
altri compagni, forse sarà ancora meno disponibile all’apprendimento. lo

                                                                                 4gestire classi difficili
stesso avviene quando la punizione si presenta sotto forma di nota, di

                                                                                                    per
voto di comportamento, se questo non si accompagna con una giustifi-

                                                                                  strategie
cazione articolata che possa essere capita dall’interessato e venga anche,
almeno parzialmente, condivisa”. Il rischio maggiore che si corre nell’in-
fliggere una punizione è quello della “scalata simmetrica”: “Tu alunno hai
infranto la regola, io ti punisco - Tu docente mi hai punito, allora io reagi-
sco e ti punisco a mia volta”. Una punizione ne richiamerà un’altra, spesso
un po’ più forte, fino ad un punto di non ritorno. Malgrado ciò, di fronte
ai comportamenti “problematici”, bisogna intervenire ma per farlo è ne-
cessario seguire una strategia ed un piano d’azione ben definito: esistono
cioè alcune strategie precise che si possono mettere in campo per agire
efficacemente in modo da scoraggiare quel determinato comportamento.

   Il primo step che precede l’intervento sul comportamento consiste in
un‘osservazione strutturata del comportamento stesso che valuti:

• la qualità del comportamento: il comportamento problema viene ana-
  lizzato tenendo conto delle varie piccole azioni che lo compongono,
  cioè è fondamentale capire che ogni comportamento è causato da
  qualcosa e porta con sé conseguenze, che è cioè sempre inserito in
  un dinamica di causa-effetto: capire cosa “scatena” il comportamento
  e che cosa il bambino “ottiene” mettendolo in campo può fornirci ri-
  sposte preziose per intervenire al meglio.

• la quantità del comportamento: in particolare andando ad osservare
  in maniera più precisa e sistematica la frequenza (quante volte al
  giorno?), la durata (per quanto tempo?) e l’intensità (quanto coinvolge
  la vita familiare?): spesso questa osservazione aiuta a relativizzare un
  problema che sembrava enorme ma che poi, con uno sguardo un po’
  più “oggettivo”, appare di piccole dimensioni e non così tanto “signi-
  ficativo”.

Per compiere un’osservazione sistematica puoi utilizzare degli strumenti
che ti guidano passo passo nel processo di analisi. Ti proponiamo due
strumenti di analisi del “comportamento problema” dei tuoi alunni: il
primo ha l’obiettivo di capire perché certi comportamenti si manifestano
e quali “rinforzatori” li mantengono; il secondo invece mira alla quantifi-
cazione cioè quante volte e per quanto tempo si manifesta il comporta-
mento indesiderato:
ScHEda dI aNalISI FUNzIoNalE

                                                                                        4gestire classi difficili
                                                                                         strategie         per
a (aNTEcEdENTI)                B (coMPoRTaMENTo)           c (coNSEgUENzE)

Situazioni che controllano     ciò che il bambino fa     ciò che accade dopo il mani-
un comportamento,                                        festarsi del comportamento
facilitandone l’emissione                                del bambino

       Per comprendere come utilizzare l’analisi funzionale ti può servire la
    scheda aBc, una semplice scheda che devi iniziare a compilare dalla se-
    conda colonna (comportamento) in cui viene descritto il comportamento-
    problema, per poi passare alla prima colonna (antecedenti) in cui devi
    provare ad inserire tutto quello che è successo prima e infine, nella co-
    lonna “coNSEgUENzE” devi inserire quello che succede dopo. Nell’ul-
    tima colonna puoi inserire le reazioni dell’alunno dopo che il suo
    comportamento-problema è stato gestito dall’insegnante. lo schema di
    riferimento seguente:

            a                             B                        c
      aNTEcEdENTI                 coMPoRTaMENTI              coNSEgUENzE

                                 Il comportamento è            le conseguenze
  gli antecedenti sono
                                       qualcosa di           sono gli eventi che si
     gli eventi che si
                                 osservabile che una           verificano dopo.
  verificano prima di un
                                 persona compie, di         Possono essere positive
    comportamento:
                                 cui si può contare la            o negative
                                   frequenza e che si
                                     può modificare.
                                 Può essere positivo
      • Regole                         o negativo                • Premi
      • aspettative                                              • Punizioni
      • comunicazioni
      •Pensieri
                                    la pigrizia, il non lavorare non sono
                                    comportamenti.
                                    camminare, urlare, colpire sono comportamenti
Vediamo un esempio esplicativo:

                                                                                     4gestire classi difficili
                                                                                                        per
   durante lo svolgimento di un lavoro individuale di analisi grammaticale

                                                                                      strategie
   Marco viene ripreso a voce alta dalla maestra perché non sta seduto com-
   posto e si dondola sulla sedia. Un compagno lo prende in giro sottovoce
   per il richiamo ricevuto. Marco si alza dal suo posto, va verso il banco del
   compagno e rovescia a terra tutto il materiale di quest’ultimo. l’inse-
   gnante sgrida Marco e lo manda fuori dalla porta.

   come procedere:

   1. Individuare i comportamenti problematici.
   2. considerare i comportamenti problematici ed individuare gli antece-
      denti e le conseguenze (aBc).
   3. considerare l’intervento dell’insegnante:
      - È stato efficace?
      - avrebbe potuto agire diversamente?
      - come?
   4. Possiamo trarre qualche considerazione dalla storia di Marco?

   a (aNTEcEdENTI)           B (coMPoRTaMENTo)               c (coNSEgUENzE)

ESERcIzIo INdIVIdUalE         MaRco SI doNdola           l’INSEgNaNTE RIPRENdE
dI aNalISI gRaMMaTIcalE       SUlla SEdIa                MaRco E glI dIcE dI STaRE
                                                         SEdUTo coMPoSTo

                                                         l’INSEgNaNTE SgRIda
l’INSEgNaNTE RIPRENdE         MaRco SI alza E
                                                         MaRco E glI dIcE dI
MaRco-UN coMPagNo             RoVEScIa Il MaTERIalE
                                                         aNdaRE FUoRI dalla
lo PRENdE IN gIRo             dEl coMPagNo a
                                                         PoRTa
dI NaScoSTo                   TERRa

l’INSEgNaNTE SgRIda          MaRco PRoVa                 l’INSEgNaNTE dIcE cHE
MaRco E glI dIcE dI          a dIFENdERSI                NoN VUolE SENTIRE
aNdaRE FUoRI dalla                                       lE SolITE ScUSE E lo
PoRTa                                                    MaNda FUoRI dalla PoRTa
l’analisi Funzionale permette un intervento su più livelli:

                                                                                   4gestire classi difficili
                                                                                                      per
- lavorare sugli aNTEcEdENTI: anticipare la richiesta e indicare alcune

                                                                                    strategie
  conseguenze positive rispetto all’adempimento della stessa.

- lavorare sulle coNSEgUENzE: verificare l’utilità delle minacce rispetto
  ad altre soluzioni.

- Possibilità di sviluppare delle alTERNaTIVE e di verificarne l’adegua-
  tezza.

   Sarebbe inoltre importante monitorare la frequenza con cui si ripetono
gli episodi problematici integrando la compilazione della scheda aBc con
un accurato rilevamento degli episodi spiacevoli nel corso della
giornata/settimana.

  Utilizzando in maniera sistematica questo strumenti ti accorgerai che
non tutti i comportamenti negativi sono ugualmente gravi e non tutti si
presentano in maniera costante: alcuni sono solo disturbanti mentre altri
sono gravemente negativi.

   Una prima strategia che puoi utilizzare è ignorare i comportamenti lie-
vemente negativi per tentare di estinguerli: spesso l’alunno li mette in
atto per attirare l’attenzione tua, dei compagni e, indirettamente, dei ge-
nitori; ignorarli toglie a quelle condotte la loro utilità. devi però isolare il
comportamento da ignorare e ignorarlo sempre perché il procedimento
di estinzione perde la sua efficacia se anche una sola volta l’alunno, assu-
mendo la stessa condotta, otterrà di nuovo il risultato desiderato.

Il processo di estinzione avverrà seguendo questi passaggi:

   IgNoRaRE Il coMPoRTaMENTo lIEVEMENTE INadEgUaTo

            aUMENTo FREQUENza dElla SUa coMPaRSa

                    aTTEggIaMENTo dEll’adUlTo
                                 coERENTE E FERMo

      RIdUzIoNE PRogRESSIVa dElla SEQUENza INEFFIcacE
la seconda strategia è quella di punire i comportamenti gravemente

                                                                              4gestire classi difficili
negativi.

                                                                               strategie         per
Per farlo hai a disposizione due tipi di punizioni:

1. Punizioni aversive, cioè quelle che suscitano paura, dolore nel bambino
   (ad esempio minacce, sgridate, note, sospensioni);

2. Punizioni non aversive o sottrattive, quelle cioè che tolgono all’alunno
   privilegi o cose piacevoli.

  le punizioni aversive sono inefficaci perché generano emozioni
spiacevoli e provocano una sorta di “assuefazione”. la punizione al
contrario deve essere un segnale per comprendere la gravità della
dell’azione compiuta e il suo scopo quello di fornire un’alternativa
comportamentale individuando un’azione corretta da rinforzare, in-
compatibile con quella negativa. Una strategia non aversiva è ad
esempio il rinforzamento differenziale: consiste sostanzialmente nello
“spostare l’attenzione” dal comportamento problema e premiare in-
vece altri comportamenti positivi e adeguati che sono indirettamente
in contrasto e incompatibili rispetto al comportamento problema
stesso; in questo modo gratificando e ricompensando l’allievo
quando mette in atto questi comportamenti avremmo in conse-
guenza una riduzione proprio del comportamento “negativo” ( per
es. l’alunno continua ad arrivare in ritardo in classe dopo la ricrea-
zione; anziché mettergli continuamente note commentiamo solo le
volte in cui entra puntuale rinforzando e “premiando” la condotta
corretta). Un altro esempio di strategia non aversiva è una tecnica
chiamata costo della risposta: quando l’alunno emette un compor-
tamento negativo perde un premio promesso o un’attività piacevole.
È importante ricordare che tale tecnica:

                                                                                  4gestire classi difficili
• È utile per comportamenti non gravi

                                                                                                     per
• Il pegno da pagare deve essere proporzionale alla gravità dell’azione

                                                                                   strategie
  compiuta
• le regole stabilite devono essere sempre rispettate
• l’alunno deve conoscere i motivi per i quali viene punito

• Il valore educativo di tale punizione dipende dalla capacità dell’inse-
  gnante di non agire in maniera aggressiva e di proporsi come modello
  positivo da cui apprendere.
   a questo proposito è utile richiamare alcuni principi generali che val-
gono sempre: perché una punizione possa sortire gli effetti desiderati (de-
crementare cioè il comportamento problema che la precede) è necessario
che la stessa sia:

• IMMEdIaTa
• coNTINUa
• SIgNIFIcaTIVa PER cHI la SUBIScE

ed è necessario essere sereni e calmi quando la si eroga.

   Per rendere “ufficiale” e condivisa una regola può essere utile stipulare
con la classe o con i singoli allievi un “contratto educativo”. Il contratto
educativo risulta essere una strategia potenzialmente utile per associare
forme di rinforzo sociale a comportamenti adeguati e alternativi rispetto
ai comportamenti individuati. Inoltre il contratto permette di condividere
obiettivi e procedure educative con la famiglia divenendo un mezzo per
attivare relazioni positive tra genitori e scuola e per generalizzare strategie
efficaci anche al di fuori del contesto scolastico. la procedura del con-
tratto va spiegata all’alunno o alla classe in un incontro strutturato in cui
gli alunni hanno la possibilità di negoziare i termini delle richieste e dei
rinforzi o di proporre cambiamenti all’insegnante. Il contratto deve avere
una durata e va firmato dall’alunno (o dai rappresentanti di classe se inte-
ressa tutta la classe, e dall’insegnante.
di seguito ti presentiamo un esempio di contratto educativo stipulato

                                                                           4gestire classi difficili
tra un alunno e tutti gli insegnanti della classe:

                                                                            strategie         per

Psicologia e Scuola. La gestione dei comportamenti problematici. Fasci-
colo monotematico per gli insegnanti. Firenze, Giunti Scuola, 2013.
strumenti
gli

                                       4gestire classi difficili
                                                          per
        insegnante

                                        strategie
 dell’

            PRogETTaRE

 MoTIVaRE
   allo     STRaTEgIE    oRgaNIzzaRE
  STUdIo

             aTTIVaRE
                lE
             RISoRSE
1° strategia: PRogETTaRE

                                                                                   4gestire classi difficili
(creare routine)

                                                                                    strategie         per
  Perché la classe diventi un gruppo nulla può essere lasciato al caso: l’or-
ganizzazione, la didattica, le relazioni devono strutturarsi facendo riferi-
mento ad una precisa pianificazione delle azioni e delle procedure, senza
dar spazio all’improvvisazione. gli alunni delle classi difficili hanno più bi-
sogno di routine degli altri perché il loro comportamento è così estremo
che essi hanno bisogno di sapere che esistono regole “rassicuranti” in
grado di contenerli.

alcuni esempi di routine in classe potrebbero essere:

- ingresso in classe
- disposizione in fila
- inizio lezione
- presentazione
- presentazione delle attività e relativi tempi di lavoro
- pause concordate
- attività ricreative stabilite a priori
- dettatura dei compiti ad orario stabilito
- routine di saluto

ESEMPIo dI RoUTINE PER l’INIzIo dElla lEzIoNE

- l’insegnante discute con gli alunni e insieme si elencano le attività da
  svolgere prima dell’inizio della lezione e se ne decide l’ordine

- Si crea su un cartellone una checklist di tali attività e si appende in classe

- Inizialmente l’insegnante guida i bambini, elencando attività dopo atti-
  vità e aspettando che tutti i bambini abbiano concluso

- In un secondo momento il compito dell’insegnante passa ad un incari-
  cato diverso ogni giorno

- Infine, la routine viene svolta in autonomia dagli alunni.
ESEMPIo dI RoUTINE al caMBIo dEll’oRa

                                                                                   4gestire classi difficili
                                                                                                      per
- Se gli alunni sono fuori in parte o tutti (lezione di laboratorio, di educa-

                                                                                    strategie
  zione fisica, ricreazione ecc.) provate a stare in piedi dinanzi alla porta e
  a salutare gli alunni ad uno ad uno mentre entrano.

- dite qualcosa di amichevole, anche solo un “ciao” seguito dal nome.

- Trovate studenti affidabili che siano sempre puntuali e date loro il com-
  pito di distribuire il materiale della lezione o le prove scritte che avete
  corretto.

- Fate sedere la classe e fate togliere subito cappotti e giacche.

ESEMPIo dI RoUTINE PER l’aSSEgNazIoNE dEI coMPITI

- Predisporre uno spazio fisso sulla lavagna nel quale scrivere i compiti
  che si assegnano alla classe.

- Mantenere i compiti scritti fino alla fine della mattinata (le insegnanti
  successive aggiungono i propri)

- al termine della mattinata, concludere l’attività 5/10 minuti prima per
  permettere agli alunni di controllare, a coppie, che tutti i compiti siano
  correttamente segnati sul diario.

RoUTINE E STRaTEgIE dIdaTTIcHE

   le strategie didattiche non sono esattamente le routine della classe,
anche se molte delle vostre strategie di insegnamento diventeranno “rou-
tine”. la chiave del successo sta nell’uso regolare di alcune strategie di-
dattiche cosicché gli alunni si sentano rassicurati dalla familiarità del vostro
approccio e dalle vostre aspettative.
   Ma, come di consueto nell’insegnamento, deve esistere un equilibrio
tra la routine, che può annoiare attraverso la monotona regolarità, e la
“varietà” che mantiene gli alunni stimolati e sulla corda. Quindi, bisogna
anche cercare di variarle.
Il miglior compromesso in una classe molto difficile è quello di avere

                                                                                   4gestire classi difficili
un repertorio di strategie didattiche routinarie per iniziare la lezione, stra-

                                                                                                      per
tegie che avete utilizzato molte volte e sapete essere efficaci. la prima

                                                                                    strategie
regola della “strategie didattiche” è quella di proporre quelle che vi
danno la possibilità di iniziare bene una lezione:

1. Proponete lavori di gruppo che non comportino molti cambiamenti del
   modo in cui gli allievi sono seduti.

2. Proponete un lavoro di gruppo che non vi costringa a dare istruzioni
   scritte e orali che gli alunni dovranno attendere e ascoltare per lungo
   tempo.

3. cercate di non insistere troppo a lungo quando voi e/o alcuni ragazzi
   leggete ad alta voce.

4. cercate di guardare sempre la classe evitando di voltare troppo a lungo
   le spalle alla classe per scrivere gli esercizi sulla lavagna (posizionate la
   lavagna in modo che con la coda dell’occhio riusciate a guardare la
   classe).

5. alternate momenti in cui parlate voi (massimo 10 minuti di seguito) e
   altri in cui gli alunni si confrontano tra loro, si esercitano o avviano una
   discussione con voi.

6. Insistete affinché gli alunni ascoltino in silenzio (considerate i tempi di
    attenzione … vedi punto 5).

7 cercate di non rivolgervi agli alunni mentre vi danno le spalle (cercate
  il contatto visivo).

8. cercate di non parlare o gridare sopra il rumore di ragazzi che stanno
   parlando tra loro.

   In conclusione: una giornata in classe in cui le attività si ripetono in
modo regolare, prevedibile e sistematico permette agli alunni di poter re-
golare meglio il proprio comportamento perché sanno quello che dovreb-
bero fare. Se gli alunni mettono in atto comportamenti negativi
sistematicamente in corrispondenza di alcune routine, riuscirai ad antici-
pare meglio quegli eventi.
2° strategia: oRgaNIzzaRE

                                                                               4gestire classi difficili
(tempi, spazi e materiali)

                                                                                strategie         per
Per creare un ambiente prevedibile è necessario agire su diversi piani:

a. oRgaNIzzazIoNE dEl MaTERIalE

  È importante investire del tempo per insegnare agli alunni a gestire il
materiale scolastico. Il progetto funziona ancora meglio se realizzato in
collaborazione con le famiglie. È utile preparare un cartellone da appen-
dere in classe con l’elenco dei materiali necessari utilizzando anche le im-
magini degli stessi per rendere ancora più chiare le richieste.

            libro di lettura                           Penne blu e nere

            Sussidiario                                Penna rossa

            Quaderni (copertina rossa:
            matematica, copertina blu:                 gomma e matita
            italiano, ecc.)

            Righello                                   goniometro

            Matite colorate                            Squadrette

            Pennarelli

ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti (2013)
Inoltre per aiutare nel riconoscimento di quaderni e libri, è consiglia-

                                                                                  4gestire classi difficili
bile usare delle copertine colorate, un colore per materia, magari utiliz-

                                                                                                     per
zando lo stesso colore per i libri e i quaderni della stessa materia e

                                                                                   strategie
delle etichette con il nome della materia/titolo del libro, usare figure cor-
rispondenti ai materiali da portare e preparare uno schema del materiale
necessario per ogni materia da inserire nel proprio diario:

             ITalIaNo                                  MaTEMaTIca

             libro di lettura                            Sussidiario

             Sussidiario                                 Quaderno rosso

             Quaderno blu                                Righello e goniometro

             Penne                                       Penne

             Matite                                      Matite

             Pennarelli                                  Pennarelli

ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti (2013)

anche il tipo di diario che si sceglie è importante. dovrebbe essere:

- abbastanza grande, in modo che ci sia spazio per scrivere i compiti
- con pochi disegni e scritte nelle pagine, che tolgono spazio per la scrit-
  tura dei compiti
- con i giorni scritti sulle pagine, cioè con indicata la data già corrispon-
  dente al giorno della settimana.
- con cordino, che li aiuti ad identificare più facilmente il giorno ed il mese
- con le singole pagine divise, così da avere degli spazi già predisposti dove

                                                                                      4gestire classi difficili
      scrivere le singole materie, gli esercizi e le pagine da studiare

                                                                                                         per
    - con mesi di colori diversi, così da identificarli più facilmente.

                                                                                       strategie
       Inoltre è importante che l‘orario settimanale sia molto chiaro, meglio
    se figurato, cioè accostando un’immagine di “riconoscimento” ad ogni
    singola materia e creato insieme all’alunno, così da renderlo facilmente
    comprensibile a lui, in base alle sue caratteristiche e preferenze.

       lunedì           Martedì        Mercoledì        giovedì           Venerdì

1                                        123
      RElIgIoNE       aNTologIa      MaTEMaTIca         INglESE         gEogRaFIa

2                       ABC
         EPIca       gRaMMaTIca          EPIca           MUSIca         gEoMETRIa

3                                                                         ABC
        INglESE       gEogRaFIa       aNTologIa          SToRIa         gRaMMaTIca

4
      gEoMETRIa         SToRIa       Ed. aRTISTIca     FRaNcESE          Ed. FISIca

5        123
     MaTEMaTIca        FRaNcESE      Ed. aRTISTIca    Ed. TEcNIca        Ed. FISIca

    B. oRgaNIzzazIoNE dElla claSSE

       Parlare di organizzazione della classe come spazio fisico significa tenere
    in considerazione gli elementi della comunicazione in classe e ciò implica
    una riflessione sugli obiettivi e delle attività didattiche, sulle modalità di
    interagire e sugli obiettivi sociali che si intendono realizzare.
       Potremmo allora riflettere sull’opportunità di utilizzare diversi contesti
    “fisici” o “setting” per quanto riguarda l’assetto dell’aula, degli arredi e
    dei materiali. la disposizione dei banchi, delle persone e degli oggetti e
    la loro organizzazione saranno di volta in volta diversi per meglio rispon-
    dere alle esigenze di una programmazione flessibile. così, al mutamento
di uno degli elementi indicati sopra , corrisponde poi una diversa dinamica

                                                                                  4gestire classi difficili
di comunicazione e un diverso obiettivo didattico.

                                                                                                     per
   Per esempio in una attività in cui l’insegnante diventa il “regista” della

                                                                                   strategie
comunicazione ed è al centro di un vero sistema di scambio sarà necessa-
rio che anche il setting venga accuratamente predisposto perché corri-
sponda all’attività prescelta. le attività saranno svolte in un contesto
interazionale e relazionale appropriato. Tali attività risponderanno agli
obiettivi selezionati per la lezione (ad esempio un circle time o un lavoro
che prevede una fase di brain storming). In questi casi la classe potrebbe
essere strutturata come gli esempi che seguono:

   anche la soluzione che rappresenta la cosiddetta aula “normale”, cioè
disposta con i banchi a “platea” ha la sua finalità comunicativa: ad esem-
pio è ottimale per la cosiddetta “lezione frontale”. l’insegnante sta alla
cattedra o si muove fra i banchi; gli alunni non si guardano in faccia; i primi
banchi, se l’insegnante non si muove in continuazione nella classe sono
quelli “più vicini”, non solo in termini di vicinanza fisica ma anche di con-
tatto emotivo nella comunicazione... a quali attività didattiche è soprat-
tutto adatta tale sistemazione? Per una lettura fatta dall’insegnante, per
una spiegazione, per una attività di revisione individuale o in coppia degli
alunni, per una verifica.
4gestire classi difficili
                                                                                                    per
   Se poi l’input fosse dato da un film, o

                                                                                  strategie
da una lezione alla lIM o con un proiet-
tore, la migliore sistemazione resterebbe
senz’altro quella prevista nella figura
sotto.

                                         Mentre per un lavoro cooperativo
                                      in coppia o in piccoli gruppi sarebbe
                                      necessario modificare nuovamente
                                      l’assetto realizzando una disposi-
                                      zione con i banchi “a isola”:

   Molti insegnanti rinunciano a modificare la struttura dell’aula perché
negli spostamenti, si provoca sempre un certo disordine e la maggior
parte degli alunni ne approfitta per fare rumore oltre il dovuto e per “sca-
tenarsi”. Questo però accade perché non si è ancora strutturata una rou-
tine: gli alunni cioè percepiscono la trasformazione dell’aula come una
novità, un elemento di eccezionalità che predispone ad un clima festoso,
autorizzando alcuni a comportamenti inadeguati. Spesso, dopo i primi
tentativi fallimentari, gli insegnanti abbandonano l’idea di realizzare atti-
vità diverse dalla lezione frontale per evitare questi inconvenienti; al con-
trario dovrebbero insistere affinché l’organizzazione dello spazio di lavoro
diventi per gli alunni uno dei normali compiti della didattica, da eseguire
in modo organizzato e nel più breve tempo possibile. In ogni caso sarebbe
auspicabile una sistemazione che permetta ad ognuno di:

1. vedere facilmente sia la postazione dell’insegnante sia la lavagna
2. essere fisicamente molto vicino ai compagni di lavoro: favorisce l’inte-
   razione
3. essere distanziato il più possibile dagli altri gruppi per contenere il di-
   sturbo reciproco
Per la sistemazione a coppie

                                                                                  4gestire classi difficili
                                                                                                     per
Può bastare un banco per due alunni. la vici-

                                                                                   strategie
nanza favorisce la condivisione del materiale. gli
alunni possono disporsi uno accanto all’altro o ai
due lati contigui di un banco. la posizione uno
di fronte all’altro non sempre è efficace: non per-
mette di leggere o lavorare sullo stesso foglio.

Sistemazione in gruppi di quattro

Per la maggior parte delle attività è sufficiente un
banco per 4 alunni.

anche una disposizione tradizionale può essere velocemente utilizzata per
passare dal lavoro individuale a quello in coppia e al lavoro in gruppo di 4.

organizzazione dello spazio aula quando non è possibile fare spostamenti
(problemi di spazio, di sicurezza, vincoli ambientali e architettonici)

   Si può ipotizzare anche una disposizione complessiva dei banchi che
eviti spostamenti quando si passa da situazioni frontali (spiegazioni, foca-
lizzazione sulla lavagna…) al lavoro di gruppo.

   É possibile disporre i banchi in molti modi, senza dimenticare che tutti
i membri dei gruppi devono potersi facilmente orientare verso la lavagna
e voltarsi l’uno verso l’altro; devono poter utilizzare un foglio di lavoro co-
mune. Sarebbe opportuno che nessuno volgesse le spalle all’insegnante.
Ecco un esempio:

                                                                                 4gestire classi difficili
                                               caTTEdRa

                                                                                  strategie         per
c. oRgaNIzzazIoNE dEI TEMPI dI laVoRo

    Molto spesso si dà per scontata la capacità degli alunni di adattarsi al-
l’organizzazione scolastica imposta dall’insegnante: in realtà non sempre
agli studenti è chiaro il programma giornaliero cioè come le varie attività
si susseguono e quale è il motivo di quella successione. Uno dei segnali
che spesso i tuoi alunni ti lanciano e che dovrebbero farti riflettere è la
continua richiesta di sapere cosa dovrà fare dopo, quanto durerà l’attività
proposta, quando ci sarà la pausa e quando si potrà fare altro. Potresti
fare alla classe questa proposta: “dato che è difficile ricordare tutto quello
che dobbiamo fare durante la giornata, cerchiamo una strategia per sa-
pere in anticipo cosa ci aspetta, come se avessimo un menù per sapere
quale piatto ci sapere dopo”. a questo punto si possono fare delle pro-
poste e si può sentire cosa ne pensano gli alunni. la proposta potrebbe
essere quella di preparare un cartellone con una colonna a sinistra che
scandisce i tempi di lavoro, e una a destra che spiega i compiti. Nella co-
lonna a destra alcune azioni saranno ripetitive perché costituiranno le rou-
tine e quindi possono essere scritte direttamente sul cartellone. altre
attività invece cambiano e quindi è bene prevedere delle tasche traspa-
renti in cui inserire ogni giorno etichette con compiti diversi. oppure po-
tresti realizzare il cartellone su una lavagna in sughero in modo da fissare
le etichette con le puntine. ogni giorno dovrai dedicare alcuni minuti al-
l’inizio della lezione per la stesura del menù facendo collaborare i tuoi
alunni e richiamando l’attenzione sul menù ogni volta che si cambia atti-
vità. Vicino al menù sarebbe utile avere un orologio in modo che gli alunni

                                                                                    4gestire classi difficili
si possano autoregolare senza bisogno di chiedere continuamente quanto

                                                                                                       per
manca per terminare l’attività in corso o per la ricreazione. la parete della

                                                                                     strategie
tua classe dedicata al menù della giornata potrebbe risultare così:

  oRaRIo       coMPITI

     8,30      PREPaRazIoNE dEl PRogRaMMa gIoRNalIERo

     8,45      coRREzIoNE dEI coMPITI a caSa

     9,15      ESERcIzIo dI gRaMMaTIca: aNalISI gRaMMaTIcalE

     9,45      dETTaTo

    10,15      aUTocoRREzIoNE E REVISIoNE a coPPIE

    10,30      PaUSa

    11,15      IllUSTRo E coloRo coN glI acQUEREllI
               l’aRgoMENTo dEl dETTaTo

                                                  11 12                     1
                                            10                                  2
                                          9                                         3
                                               8                                    4
                                                    7         6                 5
3° strategia: aTTIVaRE lE RISoRSE

                                                                                4gestire classi difficili
                                                                                 strategie         per
   Quella costituita dai compagni di classe rappresenta una risorsa straor-
dinaria per la crescita di ciascuno in quanto la risorsa compagni è ciò che
consente di ricostruire un modello di società e quindi di sperimentare le
“regole” e le modalità di realizzazione dell’inclusione sociale. l’adeguata
attivazione di tale risorsa richiede però un lavoro di preparazione da parte
dell’insegnante che deve prendere in considerazione sia il contesto classe
che le competenze sociali degli allievi: sono necessarie quindi una serie
di azioni che concorrano a creare un clima inclusivo all’interno della classe
in modo che possano concretizzarsi azioni di rispetto, considerazione e
aiuto reciproco. Ti suggeriamo alcune strategie:

STRaTEgIE cH FaVoRIScoNo l’accoglIENza

   Si crea accoglienza quando c’è la valorizzazione dell’altro e delle sue
risorse, quando ognuno si prende cura del benessere dell’altro, quando
tutti sono consapevoli che un clima di classe ospitale dipende dal pro-
prio contributo e dalla propria attenzione verso l’altro. Ti suggeriamo di
dedicare del tempo alla conoscenza reciproca degli alunni intesa come
conoscenza delle competenze e delle risorse: attento però a non con-
fondere il momento dell’accoglienza con i giochi di socializzazione che
ormai in quasi tutte le scuole si fanno all’inizio dell’anno scolastico e che
possono essere scambiati dagli alunni per un momento in cui “si fa
festa”: l’accoglienza è un atteggiamento mentale ed emotivo quoti-
diano: come ti accorgi che l’altro ha un problema? come potresti aiutarlo
se è in difficoltà? Se non riesce ad apprendere? Se è triste e scorag-
giato? Se si comporta in modo scorretto? In questo modo ognuno di-
venta educatore dell’altro e comincia a percepire il suo senso di
responsabilità verso l’altro e verso il gruppo. Per farlo puoi utilizzare al-
cune attività:

- La presentazione reciproca al gruppo: invita gli alunni a raccontarsi a
  coppie alcune esperienze e a descriversi come persone e come studenti.
  Poi ciascuno presenterà il proprio compagno al gruppo. Questa presen-
  tazione reciproca sviluppa l’ascolto, l’empatia, la competenza narrativa,
la sensibilità: chi si sente raccontato è molto attento e curioso, chi rac-

                                                                                   4gestire classi difficili
 conta l’altro sente il dovere di capire il significato delle parole, di indivi-

                                                                                                      per
 duare gli aspetti essenziali e di esprimerli con attenzione.

                                                                                    strategie
- Sviluppa le abilità sociali: insegna le tecniche di comunicazione per fa-
  vorire un clima cooperativo in classe.

     • Valorizza il linguaggio del corpo (com’è la tua postura quando
       ti avvicini all’altro?)

     • Sviluppa le capacità di rispecchiamento e di verbalizzazione
       (cioè prova a dire in altre parole il messaggio dell’interlocutore)

     • Esprimi un feedback emotivo (quale emozione ha suscitato il
       suo messaggio?)

     • Riformula il messaggio (arricchiscilo di consigli, di indicazioni,
       offri suggerimenti)

     • Utilizza i giochi di ruolo per sviluppare l’empatia e la capacità
       di mettersi nei panni dell’altro.

STRaTEgIa dEllE REgolE coNdIVISE

  la regola contrattata e condivisa favorisce il riconoscimento e il valore
dell’altro dando significato al concetto di comunità: il rispetto della regola
equivale dunque al rispetto della comunità. all’inizio di ogni nuovo anno
scolastico è opportuno dedicare del tempo alla creazione di regole o al
miglioramento di quelle adottate nell’anno precedente.

- Elaborazione delle regole condivise: nei primi giorni di scuola puoi dire:
  “impegniamoci a individuare, scegliere e stabilire una lista di regole e
  di principi che vadano bene per tutti, siano condivisi e ci aiutino a stare
  bene per tutto il tempo che passeremo insieme. ognuno scriva su un
  foglio quello che ritiene indispensabile. Poi le metteremo insieme e cree-
  remo un cartellone che metta tutti d’accordo”. Per rendere più efficace
  l’elaborazione delle regole si possono suddividere gli studenti in piccoli
  gruppi di 3-4 che si concentrano sull’individuazione di 5 regole: sulla
  parte sinistra del foglio si scrive la regola, su quella destra si descrivono
  almeno 5 vantaggi che il singolo e il gruppo trarranno dal rispettare la
  regola. Questa riflessione è fondamentale: fissare le regole è facile, è in-
vece difficile e faticoso giustificare le ragioni per rispettarle; senza questo

                                                                                   4gestire classi difficili
 passaggio è difficile creare il consenso.

                                                                                                      per
- Quando le regole non vengono rispettate cosa si può fare? Prima di pas-

                                                                                    strategie
  sare alla sanzione (vedi punizioni aversive e non aversive) è necessario
  ricorrere alla strada dell’argomentazione: cosa impedisce a quell’alunno
  di rispettare la regola? Non gli vanno più bene le cose che aveva accet-
  tato prima? Sta imponendo un suo capriccio? E chiedere: cos’è che non
  va bene per te? cosa pensano i compagni di questa tua opposizione? a
  questo punto il ragazzo comincia ad uscire dal suo egocentrismo, ad ac-
  corgersi della presenza degli altri e del fatto che i suoi desideri si scon-
  trano con altre esigenze. la punizione, che sembra essere la via più
  diretta per arginare i comportamenti oppositivi di alcuni alunni, in realtà
  non convince a comportarsi diversamente anzi, è un modo per escogi-
  tare vie di fuga e percorsi alternativi per evitarla…percorsi che sono
  spesso ancor più scorretti del non aver rispettato la regola! Meglio in-
  tervenire con il dialogo, con le proposte di nuove forme di comporta-
  mento e di atteggiamenti più cooperativi.
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