INFORMATIVA AL PUBBLICO - SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2020 APPROVATA REVISIONE DAL CDA DEL 05 NOVEMBRE 2021 - A-LEASING SPA
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INFORMATIVA AL PUBBLICO Situazione al 31 DICEMBRE 2020 Approvato dal CdA del 11 maggio 2021 Approvata revisione dal CdA del 05 novembre 2021 1
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 INDICE PREMESSA 4 OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO (ART.435) 6 AMBITO DI APPLICAZIONE (ART. 436 CRR) 10 FONDI PROPRI (ART. 437 CRR) 11 REQUISITI DI CAPITALE (ART. 438 CRR) 13 INFORMATIVA QUALITATIVA 13 INFORMATIVA QUANTITATIVA 16 RISCHIO DI CONTROPARTE (ART 439 CRR) 18 INFORMATIVA QUALITATIVA 18 INFORMATIVA QUANTITATIVA 18 RISERVE DI CAPITALE E INDICATORI DELL’IMPORTANZA SISTEMICA A LIVELLO MONDIALE (ART. 440, 441 CRR) 19 RISCHIO DI CREDITO INFORMAZIONI GENERALI E RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI (ART. 442 CRR) 20 INFORMATIVA QUALITATIVA 20 DEFINIZIONI DI CREDITI “SCADUTI” E “DETERIORATI” UTILIZZATE AI FINI CONTABILI 20 METODOLOGIE PER LA DETERMINAZIONE DELLE RETTIFICHE DI VALORE 22 INFORMATIVA QUANTITATIVA 23 ATTIVITA’ NON VINCOLATE (ART. 443 CRR) 26 RISCHIO DI CREDITO: USO DELLE ECAI (ART. 444 CRR) 27 INFORMATIVA QUALITATIVA 27 INFORMATIVA QUANTITATIVA 27 RISCHIO DI MERCATO (ART. 445, 455 CRR) 29 RISCHIO OPERATIVO (ART. 446,454 CRR) 30 2
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE (ART. 447 CRR) 31 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SU POSIZIONI NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE (ART. 448 CRR) 32 INFORMATIVA QUALITATIVA 32 NATURA DEL RISCHIO 32 MISURAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO 32 PERIODICITÀ DI MISURAZIONE DEL RISCHIO 33 INFORMATIVA QUANTITATIVA 33 ESPOSIZIONE IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE (ART. 449 CRR) 34 POLITICA DI REMUNERAZIONE (ART. 450 CRR) 35 LEVA FINANZIARIA (ART. 451 CRR) 36 USO DEL METODO IRB PER IL RISCHIO DI CREDITO (ART. 452 CRR) 37 USO DI TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO (ART. 453 CRR) 38 INFORMATIVA QUALITATIVA 38 POLITICHE E PROCESSI IN MATERIA DI COMPENSAZIONE E MISURA DI APPLICAZIONE 38 POLITICHE E PROCESSI DI VALUTAZIONE E GESTIONE DELLE GARANZIE REALI 38 PRINCIPALI TIPOLOGIE DI GARANZIE REALI ACCETTATE 40 DERIVATI CREDITIZI E CONCENTRAZIONE DEGLI STRUMENTI DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO 40 INFORMATIVA QUANTITATIVA 40 3
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 PREMESSA Dal 1° gennaio 2014 è applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 (di seguito anche il “Regolamento CRR”) e nella Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 (di seguito anche la “Direttiva CRD IV”), che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il framework “Basilea 3” si articola in tre ambiti principali (c.d. “Pilastri”). In particolare: • il Primo Pilastro si riferisce ai requisiti patrimoniali minimi che gli intermediari devono detenere per far fronte ai rischi tipici cui risultano esposti (rischio di credito e controparte, rischio di mercato, rischio operativo). Per la misurazione di ciascun rischio sono stabilite metodologie di calcolo differenziate in coerenza al principio di proporzionalità; • il Secondo Pilastro è riconducibile al processo di controllo prudenziale, sia per quanto riguarda il sistema di controlli interni di cui ciascun intermediario deve dotarsi per assicurare l’adeguatezza patrimoniale - attuale e prospettica - a fronte di tutti i rischi rilevanti per la sua attività (“Internal Capital Adequacy Assessment Process” - ICAAP), sia in riferimento ai controlli esterni che l’Autorità di Vigilanza esercita al fine di valutare la stabilità, l’efficienza, la sana e prudente gestione degli intermediari stessi (“Supervisory Review and Evaluation Process” - SREP). In proposito, le Autorità verificano l’affidabilità e la coerenza dei risultati e adottano, ove la situazione lo richieda, le opportune misure correttive; • il Terzo Pilastro ha la finalità di fornire al pubblico un’informativa completa e affidabile in merito all’adeguatezza patrimoniale, all’esposizione ai singoli rischi, nonché ai sistemi di identificazione, misurazione e gestione degli stessi. Il presente documento costituisce l’Informativa al pubblico della Società A-Leasing S.p.A. (di seguito anche “A-Leasing” o “la Società” o “l’Intermediario”), appartenente al Gruppo Raiffeisen, la cui operatività si focalizza nella concessione di finanziamenti al pubblico attraverso l’esercizio dell’attività di leasing strumentale e targato. La Società pubblica annualmente l’Informativa al pubblico sul proprio sito Internet all’indirizzo: http://www.a-leasing.it/ nella Sezione “Dati Societari – Informativa al Pubblico”. La struttura dell’Informativa al pubblico è organizzata in specifici quadri sinottici (c.d. “Tavole”), coerentemente ai contenuti obbligatori stabiliti dalla normativa, che riportano informazioni di natura quantitativa e qualitativa. In particolare, tale informativa al pubblico è stata redatta tenendo conto della normativa seguente: • Regolamento UE n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR); • Direttiva 2013/36/UE (CRD IV); 4
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 • Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari - Banca d’Italia, Circolare n. 288 del 3 Aprile 2015 – 2° aggiornamento. Il documento tiene altresì in considerazione i nuovi standard per la redazione dell’informativa al pubblico dettati dal documento “Guidelines on disclosure requirements under part eight of regulation (EU) N° 575/2013” pubblicato il 14 dicembre 2016 dall’ EBA e aggiornato il 7 Giugno 2017. Il principale obiettivo dell’Informativa al pubblico è quello di fornire informazioni trasparenti al mercato e agli attori economici, contribuendo così alla stabilità e alla solidità del sistema finanziario. Il grado di dettaglio informativo è calibrato, sulla base del principio di proporzionalità, tenendo conto della complessità organizzativa e del tipo di operatività della Società. In coerenza con quanto previsto dalla normativa, alcune informazioni ritenute non rilevanti (ad esclusione di quelle che costituiscono requisiti informativi di idoneità) sono state omesse. Per tali informazioni, sono indicate le motivazioni dell’omissione. Si evidenzia che, nel presente documento, sono state fornite solo le informazioni inerenti il perimetro di operatività, i rischi assunti e le metodologie utilizzate. Si segnala che A-Leasing, in qualità di intermediario di classe 3, ha tenuto conto degli effetti del Covid-19 nella quantificazione dei rischi e nelle conseguenti valutazioni di adeguatezza patrimoniale. In particolare con riferimento al core business della Società e come indicato nel bilancio con l’inizio della pandemia, seguendo l’approccio “olistico” dettato da regolamenti di gruppo che hanno attribuito un profilo di rischio specifico al Paese Italia per i potenziali effetti economici derivanti dalla pandemia, stressando contestualmente i fattori macroeconomici del modello, tutto il portafoglio crediti precedentemente classificato in stage 1 (circa 35 milioni di euro) è migrato a stage 2, con un conseguente incremento del costo del rischio di circa euro 0,7 milioni (+22% su portafoglio in bonis). Inoltre la Società ha deciso di sospendere le erogazioni di nuovo business, con l’obiettivo di focalizzare la propria attività sulla gestione dell’attuale portafoglio e garantendo alla propria clientela assistenza e pieno supporto all’accesso alle misure di sostegno messe in campo a livello governativo e regolamentare per far fronte alla situazione emergenziale. Successivamente, in considerazione del recupero superiore alle attese registrato nei mesi estivi su quasi tutti i settori, con eccezione di quello turistico e dei servizi, il Gruppo ha previsto il passaggio, a partire dall’ultimo trimestre dell’anno, ad un approccio meno conservativo che valuti non più il rischio attribuito al Paese Italia bensì il rischio attribuito ai singoli settori di business e alla tipologia di clientela: ciò ha comportato il ritorno a stage 1 di una quota di portafoglio pari a circa 13 milioni di euro di posizioni non interessate da moratorie Covid-19, con impatti comunque non significativi in termini di costo del rischio. Pertanto, al 31.12.2020 tutte le posizioni interessate da moratorie Covid-19 risultavano classificate a Stage 2. 5
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO (ART.435) . Nel presente paragrafo sono riportate le informazioni previste dall’art. 435, paragrafo 1, lettere da a) a d) del CRR. Il documento è redatto da A-Leasing S.p.A., società appartenente al 31/12/2020 al Gruppo Raiffeisen (di seguito anche il “Gruppo”), la cui operatività si focalizza sulla concessione di finanziamenti al pubblico attraverso l’esercizio dell’attività di leasing strumentale e targato. Le principali linee di intervento della Società sono rivolte all’ottimizzazione della gestione dell’attuale portafoglio, prevedendo una crescita moderata delle nuove erogazioni con assunzione di un profilo di rischio contenuto, attraverso la definizione di politiche creditizie prudenti in coerenza con le linee guida del Gruppo. Nel corso del 2020 la Società, a fronte dell’emergenza epidemiologica Covid19 che si è gradualmente diffusa a livello globale, ha deciso fin dall’inizio di marzo di sospendere le erogazioni di nuovo business, focalizzando la propria attività sulla gestione dell’attuale portafoglio e garantendo alla propria clientela assistenza e pieno supporto all’accesso alle misure di sostegno messe in campo a livello governativo e regolamentare per far fronte alla situazione emergenziale. In un contesto di forte incertezza economica e finanziaria, la Società ha ripreso, nell’ultimo trimestre dell’anno, l’erogazione di nuovi volumi concentrandosi sui comparti e i clienti meno rischiosi. L’organizzazione del governo dei rischi di A-Leasing vede il coinvolgimento, con diversi ruoli e responsabilità, del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, dell’Amministratore Delegato e di tutto il personale dell’Intermediario con particolare riferimento alle Funzioni di Controllo. Il Consiglio di Amministrazione assicura che il Sistema dei Controlli Interni sia sempre adeguato agli obiettivi strategici, al tipo di operatività svolta ed ai rischi tipici dell’Intermediario. L’Amministratore Delegato attua tutte le misure necessarie all’implementazione ed al mantenimento del Sistema dei Controlli Interni, secondo le strategie e gli indirizzi definiti dal Consiglio di Amministrazione. Il Collegio Sindacale vigila sull’adeguatezza e sulla funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Il Sistema dei Controlli Interni è articolato su tre livelli, ciascuno presidiato grazie alla definizione di processi specifici: • Controlli di I° livello (controlli di linea): sono quei controlli diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni; sono effettuati dalle stesse strutture produttive o incorporati nelle procedure ovvero eseguiti nell’ambito delle singole attività; • Controlli di II° livello (controllo sulla gestione dei rischi): i controlli sulla gestione dei rischi hanno come obiettivo la definizione delle metodologie di misurazione del rischio, la verifica del rispetto dei limiti assegnati alle varie Funzioni operative ed il controllo della coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati. Tali controlli sono affidati a strutture diverse da quelle produttive dipendenti sia gerarchicamente che funzionalmente dal Consiglio di Amministrazione. Esse sono: 6
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 - Funzione di Risk Management: ha la finalità di collaborare alla definizione delle relative politiche di governo dei rischi e all’implementazione di un adeguato processo di gestione dei rischi in maniera tale da garantire il mantenimento nel tempo di profili di rischio coerenti con le linee strategiche definite dal Consiglio; - Funzione di Compliance: ha l’obiettivo di controllare e gestire il rischio di non conformità verificando e presidiando in via autonoma ed indipendente l’aderenza dei processi organizzativi, delle procedure interne nonché dei comportamenti e delle prassi aziendali, ai provvedimenti normativi e di autoregolamentazione al fine di non incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione; • Controlli di III° livello: sono definiti come quell’insieme di attività volte ad individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Sono condotti nel continuo, in via periodica o per eccezioni, e affidati ad una struttura non produttiva: la Funzione di Revisione interna. Al fine di assicurare il presidio dei rischi più significativi a cui potrebbe essere esposta, A-Leasing ha inoltre definito politiche di gestione del rischio per ciascuna fattispecie identificata in funzione delle attività svolte. Sulla base delle periodiche attività condotte nell’ambito del processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (cd. ICAAP), l’Intermediario risulta esposto alle seguenti categorie di rischio significative: I Pilastro - Credito e Controparte; - Operativo; Altri Rischi - Tasso di interesse; - Reputazionale; - Strategico - Concentrazione Single Name e Geo-settoriale; - Rischio Immobiliare/Mobiliare; Ai sensi del Regolamento (UE) n. 575/2013 e della Circolare n. 288/2015 della Banca d’Italia, l’Intermediario quantifica i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi ai quali è esposto mediante l’utilizzo di metodologie standardizzate. L’Intermediario non risulta esposto a ulteriori fattispecie previste dalla disciplina di vigilanza prudenziale. Di seguito vengono sintetizzati i processi e le metodologie di calcolo dell’esposizione ai rischi identificati. Rischio di credito: utilizzo del metodo standardizzato Parte III Titolo II Capo 2 del Regolamento CRR N.575/2013. Il calcolo viene effettuato con frequenza trimestrale nell’ambito delle Segnalazioni di Vigilanza prudenziale. 7
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 Rischio di controparte: utilizzo della “Metodologia del Valore Corrente” riconducibile ad operazioni con strumenti derivati e non già esposti in bilancio. Rischi operativi: utilizzo del metodo di base con applicazione di un coefficiente regolamentare conteggiato sulla media del margine di intermediazione con riferimento all’ultimo triennio. Il calcolo viene effettuato con frequenza trimestrale nell’ambito delle Segnalazioni di Vigilanza prudenziale. Rischio di tasso d’interesse: utilizzo di un modello di misurazione semplificato che prevede la classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali in base alla loro vita residua. Per ogni fascia viene calcolata l’esposizione netta, compensando le posizioni di segno opposto. Le esposizioni nette di ciascuna fascia sono moltiplicate per i fattori di ponderazione che si ottengono moltiplicando l’indicatore di duration modificata relativa alle singole fasce per una variazione ipotetica dei tassi. Il calcolo viene effettuato con frequenza trimestrale nell’ambito delle Segnalazioni di Vigilanza prudenziale. Rischio strategico: confronto tra risultati consuntivi e budget attraverso l’elaborazione dei dati contabili ed analisi degli scostamenti rispetto ai periodi precedenti. La società adotta una politica di contenimento dei principali rischi operativi e di business, si espone ad un marcato rischio strategico connesso alla perdita ulteriore di quote di mercato e alla possibile ulteriore riduzione della marginalità operativa. Tale rischio non è quantificabile, per tale motivo l’intermediario adotta una serie di metodologie per monitorarlo. Rischio reputazionale: non è un rischio quantificabile, per tale motivo l’intermediario adotta una serie di metodologie per monitorarlo. Rischio di concentrazione: utilizzo della metodologia semplificata (Granularity Adjustment) di cui all’Allegato B al Titolo IV, Capitolo 14, della Circolare n. 288/2015 per quanto concerne il rischio derivante da esposizioni verso singole controparti o controparti connesse (concentrazione Single-Name) e della metodologia ABI per quanto concerne il rischio di concentrazione Geo-Settoriale. Rischio immobiliare/mobiliare: utilizzo di politiche di valutazione dei beni e di provisioning particolarmente prudenti. Tale rischio non è quantificabile, per tale motivo il monitoraggio e la gestione del rischio vengono condotti attraverso il Servizio Remarketing, che assicura la commercializzazione e la gestione dei beni in portafoglio, ed il Servizio Collateral Management, che è responsabile della valutazione, monitoraggio e rivalutazione degli stessi. La Società effettua quindi il calcolo del Capitale Interno Complessivo aggregando i requisiti patrimoniali dei rischi di Primo Pilastro con i capitali interni determinati in relazione ai rischi di Secondo Pilastro, secondo un approccio building block semplificato. L’approccio building block consiste nella somma algebrica dei singoli capitali interni. In seguito, ai fini della verifica della copertura del fabbisogno di Capitale Interno Complessivo, quest’ultimo viene riconciliato con il Capitale Complessivo. Per A-Leasing il Capitale Complessivo coincide con i Fondi Propri poiché la Società non dispone di strumenti di capitale e/o debito non configurabili nell’ambito dei Fondi Propri ma idonei 8
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 a coprire eventuali perdite inattese derivanti dal manifestarsi di eventi di rischio. La dotazione patrimoniale della Società, volta a fronteggiare il Capitale Interno Complessivo, è risultata adeguata rispetto al profilo di rischio complessivo e i sistemi di gestione del rischio messi in atto risultano in linea con il profilo e la strategia dell’Intermediario. Relativamente alle informazioni previste dall’art. 435, paragrafo 2, lettere da a) a e) del CRR si comunica quanto segue: • il Consiglio di Amministrazione è composto da 4 membri: il Presidente, l’Amministratore Delegato e 2 esponenti del Management di Raiffeisen Leasing; tutti i membri hanno esperienza pluriennale nel settore del leasing. Il Consiglio di Amministrazione, nominato dall’Assemblea dei Soci in data 23.04.2019, rimane in carica per 3 esercizi fino all’approvazione del bilancio 2021; • non è stato istituito un Comitato Rischi incaricato della gestione di tutti i rischi aziendali. Sono stati costituiti alcuni Comitati per la gestione di singoli rischi, nel dettaglio: − Comitato NPL: gestione delle tematiche relative ai credit deteriorati; − Comitato Crediti: gestione delle tematiche relative ai crediti in bonis; − Comitato Rischi Operativi: gestione di tutte le tematiche inerenti ai rischi operativi; • le Funzioni di controllo (Compliance, Antiriciclaggio, Risk Management e Internal Audit) presentano agli organi aziendali, secondo le periodicità previste nei rispettivi regolamenti e in ogni caso con cadenza almeno annuale, le risultanze delle attività svolte nel corso dell’anno in modo tale da fornire un quadro completo della situazione aziendale. 9
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 AMBITO DI APPLICAZIONE (ART. 436 CRR) Quanto contenuto nel presente documento di Informativa al Pubblico è riferito ad A-Leasing S.p.A., alla quale si applicano gli obblighi relativi alla presente informativa in coerenza con quanto esposto nel bilancio della stessa al 31 dicembre 2020. 10
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 FONDI PROPRI (ART. 437 CRR) Dal 1° gennaio 2014 è applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, che traspongono nell’Unione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. framework Basilea 3). • Il framework normativo prevede che i Fondi Propri (che hanno sostituito il concetto di Patrimonio di Vigilanza) siano costituiti dai seguenti livelli di capitale: Capitale di Classe 1 (Tier 1 Capital), a sua volta composto da: − Capitale Primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1); − Capitale Aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1 - AT1); • Capitale di Classe 2 (Tier 2 - T2). Fra gli elementi che compongono il CET1, ruolo preponderante hanno il Capitale versato e le riserve di utili, a cui si aggiungono riserve da valutazione, interessi di minoranza computabili e utile di esercizio computabile. Tali poste, per essere considerate computabili, devono rispettare alcune caratteristiche previste dalla CRR per garantire l’assorbimento delle perdite. La normativa prevede alcuni filtri prudenziali relativi a: • utili o perdite non realizzati su passività (derivati e non) valutate al fair value dovuti al proprio merito creditizio; • rettifiche di valore su attività al fair value, connesse alla “prudente valutazione”. È prevista inoltre la deduzione di alcuni elementi quali: - avviamento; - attività immateriali; - attività per imposte anticipate (c.d. DTA) che si basano sulla redditività futura; - investimenti significativi e non significativi in strumenti di CET1 in altri soggetti del settore finanziario, che vengono dedotti qualora il loro importo ecceda le franchigie previste dalla CRR. Il Patrimonio di Vigilanza dell’intermediario è composto unicamente da Patrimonio di Base. Il Patrimonio di Vigilanza al 31 dicembre 2020 risulta pari a € 74.495.964, interamente computati al Patrimonio di Base, come si può vedere dal prospetto successivo (dati in €/000). 11
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 Totale Totale 2020 2019 A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri 74.496 72.565 prudenziali B. Filtri prudenziali del patrimonio base: B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A + 74.496 72.565 B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C – D) 74.496 72.565 F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F + G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H – I) M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E + L – M) 74.496 72.565 12
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 REQUISITI DI CAPITALE (ART. 438 CRR) I NFORMATIVA QUALITATIVA Nel presente paragrafo sono riportate le informazioni previste dall’art. 438 del CRR. Il sistema interno adottato dalla Società per la valutazione della propria adeguatezza patrimoniale è diretto alla misurazione della capacità dei mezzi disponibili (Capitale Complessivo) di fronteggiare adeguatamente l’insieme dei rischi di primo e di secondo pilastro quantificabili (Capitale Interno Complessivo). Tale misurazione è realizzata tanto in ottica attuale che prospettica (orizzonte temporale di dodici mesi), e sia in condizioni di normale andamento del mercato, sia in ipotesi di stress. L’intero sistema è sottoposto ad un processo di “autovalutazione” da parte della Società, al fine di evidenziare punti di miglioramento e pianificare gli opportuni interventi. La Società ha proceduto all’individuazione dei rischi rilevanti a cui risulta o potrebbe risultare esposta, tenendo conto della propria operatività, dei mercati di riferimento, del modello di business e dei piani operativo / strategici. Per ciascun rischio rilevante, si è proceduto all’analisi delle modalità di manifestazione del rischio e dell’adeguatezza dei presidi in essere per la sua mitigazione e gestione. Il perimetro dei rischi ritenuti rilevanti e le metodologie applicate ai fini della misurazione del Capitale Interno, evidenziate nella tabella che segue, sono stati individuati in coerenza con quanto previsto per gli intermediari che rientrano nella Classe 3 ai fini ICAAP. RISCHI METODOLOGIA DI MISURAZIONE Metodologia Standardizzata - Parte III Titolo II Capo 2 del Regolamento CRR N.575/2013 Rischio di Credito e Controparte Metodologia del valore corrente - Titolo IV- Capitolo 9 del Regolamento CRR N.575/2013 Rischio Operativo Metodo Base - Articolo 315 della CRR. Rischio di concentrazione Granularity Adjustment - Allegato B - Circolare n° 288 Single-Name del 3 Aprile 2015 Rischio di concentrazione Geo- Metodologia ABI Settoriale Metodologia semplificata - Allegato C - Circolare n° 288 Rischio Tasso del 3 Aprile 2015 Rischio Reputazionale Non misurato (valutazioni interne) Rischio Strategico Non misurato (valutazioni interne) Rischio Immobiliare/Mobiliare Non misurato (valutazioni interne) Tra i rischi di Primo Pilastro non rileva per la Società il rischio di mercato (rischi di prezzo e cambio), in quanto per il rischio di prezzo dato il tipo di attività esercitata (finanziamento in leasing), la Società non detiene posizioni finanziarie attive e passive apprezzabilmente esposte ai rischi di prezzo; per il rischio di cambio la società non detiene attività o passività in valuta. 13
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 I rischi strategico, reputazionale e immobiliare / mobiliare sono stati identificati come rilevanti per la Società, ma non sono stati oggetto di quantificazione in quanto non sono al momento disponibili idonee metodologie di misurazione. Il rischio di liquidità e il rischio residuo da Credit Risk Mitigation sono al momento considerati non rilevanti per la Società. Attraverso l’applicazione delle metodologie riportate nella precedente tabella, la Società ha invece proceduto alla quantificazione dei requisiti di capitale (c.d. Capitale Interno) connessi ai rischi quantificabili, sia con riferimento alla situazione attuale (31 dicembre 2020), sia in ottica prospettica (situazione stimata al 31 dicembre 2021 in base alle attuali previsioni della Società). In coerenza con quanto previsto dalla normativa prudenziale, tali analisi sono state effettuate sia in condizioni di normale andamento del business, sia in opportune condizioni di stress. Al fine della determinazione del Capitale Interno in ottica prospettica, in normali condizioni di mercato, sono stati considerati i seguenti fenomeni: E’ stato tenuto in considerazione l’incremento delle attività in portafoglio previsto al 31/12/2020 e approvate dal Consiglio di Amministrazione, pari a 10 milioni di Euro in termini di esposizione creditizia. Per tali volumi, è stato considerato un anticipo medio corrisposto dai clienti pari al 9%. In particolare, per il rischio di concentrazione, a fronte di tale ipotesi è stato assunto che la totalità dei nuovi contratti assumano lo status “in bonis”, mentre per il rischio di credito e di concentrazione, è stato ipotizzato che l’intero volume di nuovi contratti che si prevede di stipulare nell’anno vengano ponderati al 100%. Per i rischi di credito e di controparte, di concentrazione (secondo entrambi gli approcci) e di tasso sono state considerate le variazioni storiche trimestrali degli ultimi tre anni relativi alla crescita dello scaduto (+ 0,69%) e alla decrescita delle posizioni in bonis (- 1,97%). Per il rischio di concentrazione, calcolato secondo l’approccio Single-Name, è stata ipotizzata una probabilità di default pari a 1 (analogamente a quanto ipotizzato per la determinazione del requisito al 31/12/2020) e si è tenuto conto dei contratti in scadenza entro l’anno. Per il rischio operativo è stato considerato il valore del margine di intermediazione stimato al 31/12/2021. Le prove di stress sono state basate: Rischio di Credito/Controparte: le prove di Stress sono state basate su un indicatore che rappresenta la percentuale media di passaggio dallo status in bonis allo status di default, ottenuto analizzando l’andamento del portafoglio creditizio su base mensile degli ultimi cinque anni. Il valore utilizzato per tale parametro risulta pari a 1,28%. Si precisa inoltre che riguardo all’implementazione della nuova Definizione di Default (DoD) a seguito dell'emanazione in sede europea delle "Linee guida sull'applicazione della definizione di default ai sensi dell'art. 178 del Regolamento (UE) n. 575/2013" (EBA/GL/2016/07) e delle "Norme tecniche di regolamentazione relative 14
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 alla soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato" e relativo Regolamento Delegato (UE) 171/2018 della Commissione Europea del 19 ottobre 2017 (EBA/RTS/2016/06), a loro volta recepite a livello nazionale da Banca d'Italia, le simulazioni effettuate nel corso del 2019 su richiesta della Capogruppo, Gruppo bancario significante vigilato EBA, che aveva optato per l’adozione anticipata, non avevano portato a rappresentare effetti significativi per il portafoglio ALEASING. Per completezza ALEASING, su richiesta di Capogruppo, aveva a sua volta fatto richiesta a Banca D’Italia per l’adozione anticipata, ricevendo però risposta negativa in quanto non era possibile l’adozione anticipata per intermediari finanziari non appartenenti a gruppi bancari nazionali. Ciò posto l’azienda ha implementato il proprio sistema gestionale e adottato le nuove regole a partire dal 01.01.2021. Alla data della presente Relazione in base alle analisi svolte dalle strutture competenti, non vi sono state migrazioni a default per effetto delle nuove regole, ne vi sono posizioni significative che potrebbero migrare nel breve periodo, questo per effetto anche dell’attuale moratoria covid in scadenza il prossimo 30.06.2021 e dei chiarimenti EBA sulla sospensione del conteggio dei giorni di scaduto per i contratti in moratoria. Pertanto le prove di stress hanno continuato ad essere applicate con la metodologia consolidata. Rischio Operativo: è stato ipotizzato un aumento del 5% del margine di intermediazione. Rischio di Concentrazione Single-Name: è stato ipotizzato al 31/12/2020 un incremento del 10% sulle prime 10 maggiori esposizioni. Rischio di Concentrazione Geo-Settoriale: le prove di Stress sono state basate su un indicatore che rappresenta la percentuale media di passaggio dallo status in bonis allo status di default, ottenuto analizzando l’andamento del portafoglio creditizio su base mensile degli ultimi cinque anni. Il valore utilizzato per tale parametro risulta pari a 1,28%. Rischio Tasso: è stato considerato un incremento di 50 basis points rispetto allo shock già previsto dal modello normativo (250 bps anziché 200 bps). Il requisito complessivo di capitale a copertura di tutti i rischi (c.d. Capitale Interno Complessivo) è stato ottenuto, in conformità a quanto previsto dalla normativa di vigilanza prudenziale per gli intermediari di Classe 3 ai fini ICAAP, effettuando una semplice somma algebrica delle singole componenti di capitale associate ai diversi rischi (c.d. approccio “building block”). I rischi non misurati (rischio strategico, rischio reputazionale e rischio immobiliare / mobiliare) non concorrono alla determinazione del Capitale Interno Complessivo, ma la loro valutazione qualitativa viene tenuta in debita considerazione nella più generale valutazione di complessiva adeguatezza patrimoniale. I mezzi disponibili (c.d. Capitale Complessivo) corrispondono al valore del Patrimonio di Vigilanza che, al 31 dicembre 2020, risulta costituito interamente dal Patrimonio di Base. 15
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 I NFORMATIVA QUANTITATIVA Le tabelle che seguono evidenziano la situazione di adeguatezza patrimoniale e la composizione del Patrimonio di Vigilanza. In particolare, la Tabella 1 contiene i requisiti patrimoniali al 31 dicembre 2020 a fronte del rischio di credito e di controparte e del rischio operativo. Sono, peraltro, evidenziati i coefficienti patrimoniali rappresentati dal “Tier 1 Capital Ratio” e dal “Total Capital Ratio”. Si precisa che nel computo del Capitale Interno a fronte del rischio di credito si è utilizzata una ponderazione al 6%. La Tabella 2 riporta il dettaglio della composizione del Patrimonio di Vigilanza. Come già accennato, il Patrimonio di Vigilanza è costituito esclusivamente da Patrimonio di Base. Tabella 1 – Adeguatezza Patrimoniale (valori in migliaia di euro) Importi non ponderati Importi ponderati/requisiti Categorie/Valori 2021 2020 2021 2020 A. ATTIVITA’ DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 1. Metodologia standardizzata 167.188 178.913 147.708 149.847 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIO DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte 8.862 8.991 B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito B.3 Rischio di regolamento B.4 Rischio di mercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.5 Rischio operativo 1. Metodo base 423 424 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato B.6 Altri requisiti prudenziali B.7 Altri elementi del calcolo 0 0 B.8 Totale requisiti prudenziali 9.285 9.415 C. ATTIVITA’ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate 154.752 156.916 C.2 Capitale primario di classe 1/Attività di rischio 47,05% 47,48% ponderate (CET1 capital ratio) C.3 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 47,05% 47,48% capital ratio) C.4 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio 47,05% 47,48% ponderate (Total capital ratio) 16
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 Tabella 2 – Patrimonio di Vigilanza (valori in migliaia di euro) Totale Totale 2020 2019 A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri 74.496 72.565 prudenziali B. Filtri prudenziali del patrimonio base: B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A + 74.496 72.565 B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C – D) 74.496 72.565 F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F + G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H – I) M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E + L – M) 74.496 72.565 17
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 RISCHIO DI CONTROPARTE (ART 439 CRR) I NFORMATIVA QUALITATIVA La società A-Leasing pone attenzione al monitoraggio del rischio controparte inteso come il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari (i.e. derivati OTC – Over the Counter, operazioni securities financing transactions e operazioni con regolamento a lungo termine) risulti inadempiente prima del regolamento della transazione. In linea con le disposizioni normative, la società A-Leasing utilizza il metodo “del valore corrente” per il calcolo del valore delle esposizioni per i derivati OTC e per le operazioni con regolamento a lungo termine. Tale metodologia consiste nella determinazione dell’esposizione corrente e di quella potenziale utilizzando il valore di mercato come esposizione attuale e l’add-on regolamentare per rappresentare, in modo semplificato, l’esposizione potenziale futura. Ad oggi tale metodologia è applicabile ad un unico contratto attivo in derivati peraltro di valore non rilevante. I NFORMATIVA QUANTITATIVA L’informazione quantitativa è riconducibile all’aggregato “rischio di credito e controparte” della Tabella 1 “Adeguatezza Patrimoniale”. 18
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 RISERVE DI CAPITALE E INDICATORI DELL’IMPORTANZA SISTEMICA A LIVELLO MONDIALE (ART. 440, 441 CRR) La riserva di capitale anticiclica (Countercyclical Capital Buffer), finalizzata ad accumulare risorse nelle fasi positive del ciclo congiunturale, determinata da Banca d’Italia, è attualmente pari a zero. La riserva di capitale per il rischio sistemico o macroprudenziale (Systemic Risk Buffer) destinata a fronteggiare il rischio sistemico non ciclico di lungo periodo del settore finanziario, da stabilirsi a cura degli Stati Membri, al momento non è stata ancora determinata da Banca d’Italia. Le riserve di capitale per gli enti a rilevanza sistemica globale (G-SII buffer) e per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII buffer) sono volte a imporre requisiti patrimoniali più elevati a quei soggetti che, proprio per la loro rilevanza sistemica, a livello globale o domestico, pongono rischi maggiori per il sistema finanziario in quanto una loro eventuale crisi potrebbe avere impatti sui contribuenti. La Società A-Leasing non rientra tra gli intermediari a rilevanza sistemica globale (G-SII) o sistemica (O-SII). 19
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 RISCHIO DI CREDITO INFORMAZIONI GENERALI E RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI (ART. 442 CRR) I NFORMATIVA QUALITATIVA D EFINIZIONI DI CREDITI “ SCADUTI ” E “ DETERIORATI ” UTILIZZATE AI FINI CONTABILI La Società adotta definizioni relative alle “esposizioni deteriorate” corrispondenti a quelle prescritte dalla normativa di vigilanza (Circolare Banca d’Italia n. 217/1996 e successivi aggiornamenti). In particolare, la Società fa riferimento alle seguenti definizioni: • Esposizioni in sofferenza Il complesso delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall’azienda. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio Paese. Sono inclusi anche: a) le esposizioni nei confronti degli enti locali (comuni e province) in stato di dissesto finanziario per la quota parte assoggettata alla pertinente procedura di liquidazione; b) i crediti acquistati da terzi aventi come debitori principali soggetti in sofferenza, indipendentemente dal portafoglio di allocazione contabile; c) le esposizioni nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le sofferenze e che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di “Non-performing exposures with forbearance measures” di cui all’Allegato V, Parte 2, paragrafo 262 degli ITS. • Inadempienze probabili (“unlikely to pay”) La classificazione in tale categoria è, innanzitutto, il risultato del giudizio dell’azienda circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati. Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia (il mancato rimborso), laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore). Il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione è denominato “inadempienza probabile”, salvo che non ricorrano le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze. Un’esposizione creditizia originariamente allocata tra le esposizioni scadute deteriorate va ricondotta tra le inadempienze probabili (sempreché non ricorrano le condizioni per la classificazione fra le sofferenze) qualora tale classificazione rappresenti meglio il successivo peggioramento del merito creditizio del debitore. 20
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 Le esposizioni verso soggetti retail possono essere classificate nella categoria delle inadempienze probabili a livello di singola transazione, sempreché l’intermediario valuti che non ricorrano le condizioni per classificare in tale categoria il complesso delle esposizioni verso il medesimo debitore. Tra le inadempienze probabili vanno inclusi, salvo che non ricorrano i presupposti per una loro classificazione fra le sofferenze: i) il complesso delle esposizioni nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le inadempienze probabili e che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di “Non-performing exposures with forbearance measures” di cui all’Allegato V, Parte 2, paragrafo 262 degli ITS (1) (2) ; ii) le esposizioni verso gli emittenti che non abbiano onorato puntualmente gli obblighi di pagamento (in linea capitale o interessi) relativamente ai titoli di debito quotati. A tal fine si riconosce il “periodo di grazia” previsto dal contratto o, in assenza, riconosciuto dal mercato di quotazione del titolo. Il complesso delle esposizioni verso debitori che hanno proposto il ricorso per concordato preventivo c.d. “in bianco” (art. 161 della Legge Fallimentare) va segnalato tra le inadempienze probabili dalla data di presentazione della domanda e sino a quando non sia nota l’evoluzione dell’istanza. Medesimi criteri si applicano nel caso di domanda di concordato con continuità aziendale (art. 186-bis della Legge Fallimentare), dalla data di presentazione sino a quando non siano noti gli esiti della domanda. • Esposizioni scadute deteriorate (past due) Esposizioni creditizie per cassa diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili che, alla data di riferimento della segnalazione, presentano una persistenza dello scaduto di 90 gg. (anche con scaduto inferiore ai 90 gg in caso di costante ritardo nel pagamento di una rata mensile) che inizia a decorrere successivamente al superamento delle soglie di materialità assoluta e relativa secondo quanto previsto dalla nuova Definizione di Default (DoD) a seguito dell'emanazione in sede europea delle "Linee guida sull'applicazione della definizione di default ai sensi dell'art. 178 del Regolamento (UE) n. 575/2013" (EBA/GL/2016/07) e delle "Norme tecniche di regolamentazione relative alla soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato" e relativo Regolamento Delegato (UE) 171/2018 della Commissione Europea del 19 ottobre 2017 (EBA/RTS/2016/06). Le esposizioni scadute deteriorate possono essere determinate facendo riferimento, alternativamente, al singolo debitore o alla singola transazione. Tra le esposizioni scadute deteriorate va incluso il complesso delle esposizioni (oppure la singola transazione nel caso di adozione del relativo approccio) nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le esposizioni scadute deteriorate e che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di “Non-performing exposures with forbearance measures” di cui all’Allegato V, Parte 2, paragrafo 262 degli ITS. - Singolo debitore In riferimento al singolo debitore, lo scaduto deve avere carattere continuativo ed aver superato le relative soglie di materialità assoluta e relativa previste nel Regolamento Delegato (UE) 171/2018 della Commissione Europea del 19 ottobre 2017 (EBA/RTS/2016/06). Una singola esposizione del debitore a default secondo quanto previsto dal regolamento di cui sopra, determina il passaggio a default di tutte le altre esposizioni, indipendentemente 21
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 dallo stato del rapporto. In particolare, ai fini della rilevazione come “scadute” delle esposizioni a rimborso rateale deve essere considerata la rata non pagata che presenta il ritardo maggiore. A questi fini, rilevano le modalità di imputazione dei pagamenti alle singole rate scadute, modalità che seguono le regole stabilite nell’art. 1193 c.c. sempreché non siano previste diverse specifiche pattuizioni contrattuali. - Singola transazione Le esposizioni scadute verso soggetti retail possono essere determinate a livello di singola transazione. A tal fine, si considerano scadute le singole transazioni che, alla data di riferimento della segnalazione, presentino una continuità dello scaduto ed abbiano superato le relative soglie di materialità assoluta e relativa previste nel Regolamento Delegato (UE) 171/2018 della Commissione Europea del 19 ottobre 2017 (EBA/RTS/2016/06). M ETODOLOGIE PER LA DETERMINAZIONE DELLE RETTIFICHE DI VALORE Ai fini della determinazione delle rettifiche di valore, vengono in primo luogo sottoposti a valutazione tutti i crediti “in bonis” classificati per profili omogenei di rischio (rating). A tale scopo, la segmentazione per portafogli omogenei di crediti viene effettuata raggruppando nella medesima classe di rischio le posizioni verso i debitori ai quali la Società ha attribuito internamente il medesimo “rating”. Ciascun portafoglio omogeneo di crediti ha una determinata probabilità di insolvenza (HDR – Historical Deafult Rate), stimata sulla scorta dei “tassi medi di decadimento” (passaggi dei debitori “in bonis” nello stato di deterioramento) registrati storicamente nei crediti appartenenti al medesimo portafoglio. Viene inoltre considerata, per tutte le categorie di beni locati, la relativa percentuale di perdita in caso di default (LGD - Loss Given Default). L’ammontare complessivo della svalutazione per ciascuna classe omogenea di crediti “in bonis” si ragguaglia al prodotto tra il loro costo ammortizzato complessivo, la relativa PD e la pertinente LGD della tipologia di beni sottostanti. Eventuali successive riprese di valore non possono eccedere l’ammontare delle svalutazioni in precedenza registrate. Conformemente alle pertinenti disposizioni dei Principi Contabili Internazionali, le perdite di valore attribuibili a ciascun credito deteriorato (svalutazioni analitiche) sono date dalla differenza tra il loro valore recuperabile e il relativo costo ammortizzato. Il valore recuperabile corrisponde al valore attualizzato dei flussi di cassa attesi per capitale e interessi di ciascun credito computato sulla scorta: - del valore dei flussi di cassa contrattuali al netto delle perdite attese, stimate tenendo conto sia della specifica capacità del debitore di assolvere le obbligazioni assunte sia del valore realizzabile dei beni locati (scontati di determinate percentuali per classi omogenee di beni), determinato sulla base di stime peritali o, nel caso di beni standard, di fonti ufficiali del valore realizzabile dei pertinenti beni oggetto dei relativi contratti di leasing, nonché delle eventuali garanzie personali (ad esempio, fideiussioni bancarie) e reali (ad esempio, depositi cauzionali e/o ipoteche) assunte dalla Società; 22
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 - del tempo atteso di recupero, stimato secondo l’esperienza storica dalla Società; - del tasso interno di rendimento vigente al momento del deterioramento delle posizioni. I NFORMATIVA QUANTITATIVA Le tipologie di esposizione della Società sono riconducibili quasi esclusivamente ad esposizioni per crediti di leasing nei confronti di imprese. In considerazione della scarsa rilevanza delle altre tipologie di credito si è ritenuto di non predisporre un’apposita tabella con indicazione della suddivisione delle esposizioni creditizie per tipologia di esposizione o di controparte. Nelle tabelle che seguono sono fornite le seguenti informazioni: • distribuzione delle esposizioni per area geografica, con indicazione della tipologia di esposizione, delle esposizioni in bonis e deteriorate e delle connesse rettifiche di valore; • distribuzione delle esposizioni per tipologia di controparte, con dettaglio, per le esposizioni deteriorate e in bonis, delle rettifiche di valore complessive e di quelle effettuate nel periodo di riferimento; • distribuzione per vita residua contrattuale del portafoglio, suddiviso per tipologia di controparte; • dinamica delle rettifiche di valore complessive specifiche a fronte delle esposizioni deteriorate. Si precisa che il dettaglio della dinamica delle rettifiche di valore di portafoglio sulle esposizioni deteriorate non è fornito in quanto non si è fatto ricorso a tali tipologie di rettifiche. Tabella 3 – Distribuzione esposizioni per area geografica, esposizioni deteriorate e rettifiche di valore (valori in migliaia di euro) Esposizione lorda Rettifiche di valore Esposizione netta Area geografica / Valori Attività Attività non Attività Attività Attività non deteriorate Attività non deteriorate deteriorate deteriorate deteriorate deteriorate ABRUZZO 13.998 5.046 285 3.332 13.713 1.713 EMILIA ROMAGNA 7.484 67 160 0 7.324 67 FRIULI-VENEZIA GIULIA 2.553 460 28 68 2.525 392 LAZIO 11.963 1.954 316 578 11.646 1.376 LIGURIA 211 0 0 0 211 0 LOMBARDIA 24.116 11.741 405 4.968 23.711 6.773 MARCHE 7.854 3.768 329 2.066 7.524 1.701 PIEMONTE 15.127 4.182 224 2.158 14.903 2.024 PUGLIA 91 0 0 0 91 0 TOSCANA 486 2.462 0 1.706 486 755 TRENTINO-ALTO ADIGE 1.485 254 28 23 1.457 230 UMBRIA 195 339 0 288 195 51 VALLE D'AOSTA 0 141 0 56 0 86 VENETO 35.042 14.518 685 8.930 34.357 5.588 Totale complessivo 120.603 44.931 2.460 24.174 118.143 20.757 23
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 Tabella 4 – Distribuzione esposizioni per tipologia di controparte, deteriorate/in bonis e rettifiche di valore (valori in migliaia di euro) Clientela Banche ed Enti Finanziari Totale Rettifich Rettifich Rettifich Rettifich Rettifiche Rettifiche e di Esposizi e di Esposizi e di e di ESPOSIZIONI/CONTROPARTI Esposizion Esposizione di valore Esposizion Esposizion di valore valore one valore one valore valore e lorda netta dell'eserci e lorda e netta dell'eserci comples lorda comples netta dell'eser comples zio zio sive sive cizio sive A. Esposizioni deteriorate A.1 Esposizioni per cassa - Sofferenze 10.626 7.145 3.481 -15.764 10.626 7.145 3.481 -15.764 - di cui oggetto di concessioni 5.351 3.752 1.599 -7.920 5.351 3.752 1.599 -7.920 - Inadempienze probabili 34.305 17.029 17.276 -2.822 34.305 17.029 17.276 -2.822 - di cui oggetto di concessioni 25.239 12.366 12.872 621 25.239 12.366 12.873 621 - Esposizioni scadute deteriorate 0 0 0 - di cui oggetto di concessioni A.2 Esposizioni fuori bilancio - Sofferenze - di cui oggetto di concessioni - Inadempienze probabili - di cui oggetto di concessioni - Esposizioni scadute deteriorate - di cui oggetto di concessioni Totale esposizioni deteriorate (A) 44.931 24.174 20.757 -18.586 0 0 0 0 44.931 24.174 20.757 -18.586 B. Esposizioni in bonis B.1 Esposizioni scadute non deteriorate 1.213 59 1.154 -67 1.213 59 1.154 -67 - di cui oggetto di concessioni 0 0 0 -79 0 0 0 -79 B.2 Altre esposizioni 119.390 2.401 116.989 -63 8.703 8.703 128.093 2.401 125.692 -63 - di cui oggetto di concessioni 2.278 77 2.201 -63 2.278 77 2.201 -63 Totale esposizioni bonis (B) 120.603 2.460 118.143 -130 8.703 0 8.703 0 129.306 2.460 126.846 -130 Totale esposizioni (A+B) 165.534 26.634 138.900 -18.716 8.703 0 8.703 0 174.237 26.634 147.603 -18.716 Tabella 5 – Distribuzione esposizioni per vita residua e tipologia controparte (valori in migliaia di euro) Durata ESPOSIZIONI / VITA RESIDUA A vista fino a 3 mesi da oltre 3 mesi da oltre 6 mesi da oltre 1 anno da oltre 5 anni Oltre 10 anni Totale indeterminata Crediti verso banche e enti finanziari 8.703 8.703 Crediti verso la clientela 2.538 130.536 76 169 5.581 - - - 138.900 Totale complessivo 11.241 130.536 76 169 5.581 - - - 147.603 Tabella 6 – Dinamica delle rettifiche di valore complessive specifiche esposizioni deteriorate (valori in migliaia di euro) 24
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 Esposizioni Tipologie di rettifica Sofferenze Inadempienze Totale scadute probabili A. Rettifiche complessive iniziali 22.909 19.851 - 42.760 B. Variazioni in aumento 394 3.289 - 3.683 B.1 Rettifiche di valore 162 3.289 3.451 B.2 Trasferimenti da altri status 232 232 B.2 Altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione 16.158 6.111 22.269 C.1 Riprese di valore 15.950 5.854 21.804 C.2 Cancellazioni C.3 Trasferimenti da altri status 232 232 C.4 Altre variazioni in 208 25 233 diminuzione D. Rettifiche complessive finali 7.145 17.029 - 24.174 25
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 ATTIVITA’ NON VINCOLATE (ART. 443 CRR) Non si rilevano per la Società attività vincolate. 26
Informativa al Pubblico – Situazione al 31/12/2020 RISCHIO DI CREDITO: USO DELLE ECAI (ART. 444 CRR) I NFORMATIVA QUALITATIVA Le disposizioni di vigilanza prudenziale relative al computo del requisito patrimoniale sui rischi di credito e di controparte secondo la “metodologia standardizzata” consentono di determinare i fattori di ponderazione previsti da tale metodologia sulla base delle valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie di rating (“External Credit Assessment Institutions - ECAI”) o da agenzie per il credito all’esportazione (“Export Credit Agencies - ECA”) riconosciute dalle competenti Autorità di Vigilanza. Pertanto, la Società ha deciso, con riferimento ai “portafogli regolamentari” di esposizioni creditizie indicati nella seguente tabella, di far ricorso all’utilizzo di valutazioni esterne del merito creditizio fornite dalle agenzie riportate, in conformità a quanto previsto dalle citate disposizioni. PORTAFOGLI ECAI/ECA Caratteristiche del rating Amministrazioni centrali e banche centrali Fitch Rating Ltd Unsolicited Intermediari vigilati Fitch Rating Ltd Unsolicited Enti territoriali Fitch Rating Ltd Unsolicited Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico Fitch Rating Ltd Unsolicited I NFORMATIVA QUANTITATIVA Nelle tabelle che seguono sono riportate, con riferimento al rischio di credito e di controparte, le seguenti informazioni: • valori delle esposizioni (totale nominale per cassa e impegni) con e senza l’applicazione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito, ripartite per ponderazione utilizzata, sulla base delle classi di merito di credito; • valori delle esposizioni ponderate (totale nominale per cassa e impegni) con e senza l’applicazione dell’attenuazione del rischio di credito; • valori delle esposizioni dedotte dal Patrimonio di Vigilanza. Con riferimento alle esposizioni verso “intermediari vigilati”, “imprese e altri soggetti” ed alle esposizioni “scadute”, le differenze tra il valore totale delle esposizioni (e del totale ponderato) prima dell’applicazione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito ed il valore dopo la loro applicazione, sono riconducibili agli effetti di: • garanzie prestate da intermediari vigilati su esposizioni verso imprese; • garanzie immobiliari; • garanzie immobiliari connesse ad esposizioni scadute. 27
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