Indagine sulla disponibilità dei farmaci in acquacoltura: situazione nazionale, comunitaria ed extracomunitaria
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UNIVERSITA’ DI PISA Indagine sulla disponibilità dei farmaci in acquacoltura: situazione nazionale, comunitaria ed extracomunitaria Dr.ssa Valentina Meucci - Dipartimento di Clinica Veterinaria – Sezione di Farmacologia Prof. Luigi Intorre - Dipartimento di Clinica Veterinaria – Sezione di Farmacologia Prof. Carlo Pretti – (Responsabile progetto) - Dipartimento di Patologia Animale, Profilassi ed Igiene degli Alimenti – Laboratorio di Zoologia - Università di Pisa - Viale delle Piagge, 2 – 56124 Pisa - Tel. 0502216947 FAX 0502216941 email: cpretti@vet.unipi.it 1
INDICE INTRODUZIONE pag. 3 LE PRINCIPALI PATOLOGIE DELL’ACQUACOLTURA ITALIANA pag. 7 I MEDICINALI UTILIZZABILI IN ACQUACOLTURA ANTIBIOTICI pag 9 AGENTI ANTIPARASSITARI pag.33 DISINFETTANTI pag. 43 ANESTETICI pag. 63 ORMONI pag. 68 SOSTANZE VIETATE pag. 74 DEFINIZIONI UTILI pag. 75 2
INTRODUZIONE L’uso di farmaci è una componente imprescindibile della moderna acquacoltura sia per garantire la salute ed il benessere degli animali sia per la gestione dell’allevamento. A fronte di questa esigenza, il numero di medicinali veterinari autorizzati per l’acquacoltura in Italia è limitato, anche a causa di un sistema regolatorio comunitario che rende difficoltoso ed economicamente non conveniente per le aziende farmaceutiche lo sviluppo e la registrazione di medicinali per un mercato di piccole dimensioni quale quello dell’acquacoltura che non garantisce ritorni economici proporzionati agli investimenti necessari all’ottenimento dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Questo a differenza di altre aree geografiche quali ad esempio il sud-est asiatico nelle quali l’acquacoltura ha conosciuto un enorme sviluppo e dispone, anche in virtù di regolamentazioni meno rigorose, di un gran numero di farmaci, alcuni dei quali proibiti nella UE e che possono essere quindi presenti come residui in prodotti di importazione. Tuttavia, anche in alcune nazioni dell’UE il settore acquacoltura dispone di un maggior numero di medicinali autorizzati rispetto al nostro paese. Alcuni di questi medicinali sono anche somministrabili per bagno, modalità di somministrazione considerata in Italia non destinabile alle specie ittiche (Comunicato del ministero della Sanità, G.U. del 20.01.1998). Disporre di medicinali in grado di curare patologie specifiche è necessario al fine di garantire la salute e il benessere degli animali e di prospettare un uso prudente e razionale dei farmaci. Al contrario, l'assenza di medicinali veterinari appropriati, determina l’uso improprio dei farmaci o l’impiego di sostanze abusive o illegali e con esso un incremento del rischio di impatto ambientale sul 3
biota e di sviluppo e diffusione delle resistenze batteriche, fenomeno che rappresenta una emergenza sanitaria sempre più allarmante. La situazione di difficoltà posta dalla scarsa disponibilità di medicinali per l’acquacoltura, particolarmente per le specie minori quali quelle ittiche non appartenenti alla classe dei salmonidi, ha comportato un ricorso sempre più ampio all’uso in deroga secondo il principio della cascata di farmaci approvati per l’uso in altre specie, possibilità prevista dal DL 193/2006 ma che è da intendersi come misura eccezionale il cui intento non è quello di compensare la ridotta disponibilità di farmaci. Il numero di medicinali registrati per l’uso in acquacoltura in Italia è limitato ed include: ossitetraciclina, clorotetraciclina, flumechina, amoxicillina, sulfadiazina in associazione con trimetoprim, da somministrare sotto forma di alimento medicamentoso. Altro medicinale ammesso è il bronopol, disinfettante il cui impiego è consentito per bagno sulle uova e diversi stadi di sviluppo dei salmonidi. I vaccini registrati per l’uso in acquacoltura in Italia, da utilizzare sotto controllo veterinario applicando le modalità d’uso e i tempi di sospensione prescritti, riguardano la Bocca Rossa (Yersinia ruckeri) e la Vibriosi (Vibrio anguillarum). È possibile comunque impiegare, per il controllo di alcune patologie (quale ad es. la Lattococcosi della trota), vaccini stabulogeni prodotti dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, sotto controllo veterinario, applicando le modalità d’uso e i tempi di sospensione prescritti. Il problema della disponibilità di medicinali veterinari è riconosciuto dalle autorità comunitarie che per farne fronte hanno allestito specifiche linee guida che definiscono un percorso facilitato per la dimostrazione dei requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia necessari per l’ottenimento dell’AIC dei medicinali veterinari destinati alle specie cd minori. 4
Queste procedure, unitamente al nuovo regolamento (CE) N. 470/2009 del parlamento europeo e del consiglio del 6 maggio 2009 che istituisce nuove procedure comunitarie per la definizione di limiti di residui di sostanze farmacologicamente attive negli alimenti di origine animale e abroga il regolamento (CEE) n. 2377/90, prospettano un quadro normativo più favorevole alla risoluzione dei problemi connessi alla disponibilità di farmaci veterinari. E’ infatti ormai condiviso che in assenza di modifiche l'attuale legislazione può comportare un'ulteriore scarsità di medicinali veterinari, con un impatto negativo sulla salute umana così come sulla salute e sul benessere degli animali ed effetti negativi sull'industria della salute animale e sull'industria alimentare che si accentuerebbero nel tempo. Il problema della disponibilità di medicinali veterinari per l’acquacoltura è riconosciuto dalle autorità sanitarie italiane ed anche a livello nazionale è necessario prevedere iniziative finalizzate al miglioramento dell’armamentario terapeutico del settore acquacoltura. In questo quadro, una delle opzioni possibili per aumentare in Italia la disponibilità di medicinali veterinari per l’acquacoltura consiste nell’importazione di medicinali veterinari autorizzati per l’acquacoltura in altri paesi. La ricognizione dei formulari dei farmaci veterinari dei paesi EU svolta per la preparazione di questo documento indica che nuove molecole sono state approvate per l’uso in acquacoltura ma non sono disponibili nel nostro paese. Approntare quindi le procedure di importazione dei medicinali di interesse ed individuare le attività (bibliografiche e sperimentali) di conferma delle indicazioni d’uso e dei tempi di sospensione per quelli tra i medicinali in oggetto che non hanno tra quelle approvate per l’uso una o più specie di interesse per la nostra acquacoltura sembra essere una via percorribile per aumentare a livello nazionali la disponibilità di farmaci per il settore. 5
Questa prospettiva favorevole per concretizzarsi necessiterà tuttavia del coinvolgimento diretto e continuo ed un ruolo propositivo di tutte le parti interessate (autorità sanitarie, industria, operatori economici). In questo contesto un ruolo chiave potrebbe essere svolto dalle agenzie regionali svolgendo una azione di interfaccia tra il mondo produttivo ed il mondo istituzionale e della ricerca. Lo scopo del presente documento è quindi quello di fornire informazioni relative ai medicinali veterinari ad azione antimicrobica, antiparassitaria, disinfettante, anestetica per l’impiego in acquacoltura per la terapia o la profilassi delle patologie delle specie ittiche. Questo documento intende fornire ai tecnici d’impianto, ai piscicoltori, ma anche ai ricercatori e gli operatori delle strutture pubbliche destinati a compiti di controllo e di consulenza per questo comparto informazioni sui farmaci approvati per l’uso, sulla loro posologia, specie di destinazione e loro disponibilità a livello italiano e comunitario. Nell’ambito di questa relazione sono state richieste alle autorità regolatorie dell’EU le liste aggiornate al 2008 dei farmaci approvati per l’uso in acquacoltura nei rispettivi paesi. 6
LE PRINCIPALI PATOLOGIE DELL’ACQUACOLTURA ITALIANA La salute dei pesci allevati, la loro capacità di rispondere attraverso l’attivazione del sistema immunitario e di contrastare l’insorgenza delle patologie è spesso strettamente correlata al benessere e all’assenza o ridotta pressione di agenti stressanti. Il ricorso alla terapia farmacologica su pesci che presentano patologie deve essere sempre considerato come ultimo atto e, nonostante la grande evoluzione tecnica e gestionale degli impianti insieme alla disponibilità di alcuni vaccini che hanno migliorato lo stato sanitario degli allevamenti, per molte patologie ittiche rimane indispensabile l’approccio farmaco terapeutico; in Italia non sempre possibile a causa dell’esiguo numero di molecole disponibili. Di seguito si riporta un elenco delle principali patologie per le specie ittiche d’acqua dolce e salata allevate in Italia, indicando anche la disponibilità di strumenti terapeutici. Successivamente a tale elenco vengono riportati i gruppi di medicinali utilizzabili in acquacoltura suddivisi in: ANTIBIOTICI AGENTI ANTIPARASSITARI DISINFETTANTI ANESTETICI ORMONI SOSTANZE VIETATE 7
PATOLOGIE DI ACQUA DOLCE Patologia Tipologia Organismo Terapia Viremia primaverile della Virale Rhabdovirus No carpa Setticemia Emorragica Virale Virale Rhabdovirus No Necrosi Emopoietica Infettiva Virale Rhabdovirus No Necrosi Pancreatica Infettiva Virale Birnavirus No Bocca Rossa Batterica Yersinia ruckeri Si Vibriosi Batterica Vibrio anguillarum, V. Si algynoliticus, V. fluvialis e altri Lattococcosi Batterica Lactococcus piscium, L. garviae No ed altri Foruncolosi Batterica Aeromonas salmonicida Si Flavobatteriosi Batterica Flavobacterium psychrophilum Si Ictioftiriasi Parassitaria Ichthyophtirius multifiliis No Saprolegniosi Parassitaria Saprolegnia spp Si Malattia Proliferativa Renale Parassitaria Tetracapsula bryosalmonae No PATOLOGIE DI ACQUA MARINA/SALMASTRA Encefaloretinopatia virale Virale Nodavirus No Linfocisti Virale Iridovirus No Vibriosi Batterica Vibrio anguillarum, V. Si algynoliticus, V. fluvialis e altri Pseudotubercolosi Batterica Photobacterium damselae subsp Si piscicida Flexibatteriosi esterne Batterica Tenacibaculum maritimum e altri Si Streptococcosi Batterica Streptococcus inae, S. parauberus No Micobatteriosi Batterica Mycobacterium marinum No Diplectanosi, Parassitaria Diplectanum aequans No Argulosi, Parassitaria Argulus sp. No Caligoidosi Parassitaria Caligus sp. No Oodiniasi Parassitaria Amyloodinium ocellatum No Tricodiniasi, Parassitaria Trichodina ed altri No Criptocarionosi Parassitaria Cryptocarion irritans No 8
ANTIBIOTICI Sulfamidici Derivati della diaminopiridina I sulfamidici sono un’ampia categoria di composti sintetici correlati chimicamente al capostipite del gruppo ovvero la sulfanilammide (sulfadiazina, sulfamonometossina, sulfadimetossina, sulfisossazolo, sulfametossazolo, sulfamerazina, etc.). I diversi usi dei sulfamidici dipendono dai loro profili farmacocinetici e quest’ultimi dipendono dalla loro solubilità che per ogni principio attivo dipende dal pH e dalla capacità tamponante dell’acqua. Date queste loro caratteristiche i profili cinetici di alcuni principi attivi variano tra pesci d’acqua dolce e salata e le differenze tra pesci e mammiferi sono ancora più marcate. I sulfamidici hanno un ampio spettro d’azione e poiché sono stati tra i primi antimicrobici moderni ad essere scoperti sono stati utilizzati ampiamente nelle patologie dei pesci. Tuttavia le dosi necessarie ad ottenere un effetto terapeutico spesso sono molto vicine alle dosi tossiche ed inoltre vanno facilmente incontro a fenomeni di resistenza. In conseguenza a ciò si preferisce associarli con i derivati pirimidinici. Tali associazioni sono definite sulfamidici potenziati. I sulfamidici potenziati sono appunto una combinazione di un sulfamidico con derivati pirimidinici potenziatori come il trimetoprim e l’ormetoprim in rapporto 5:1. Il meccanismo d’azione dei sulfamidici è di tipo batteriostatico e si basa sull’interferenza che esercitano sulla biosintesi intracellulare di acido folico. I principi attivi competono infatti con l’acido para- aminobenzoico o PABA nei confronti dell’enzima diidrofolato sintetasi prevenendo in tale modo la sintesi dell’acido folico. Anche i derivati pirimidinici hanno un meccanismo d’azione batteriostatico e vanno ad inibire la conversione dell’acido folico a folinico operata dall’enzima diidrofolato 9
reduttasi. Ne consegue che i derivati pirimidinici prevengono la sintesi batterica delle purine (e quindi del DNA) in un passaggio successivo delle medesima sequenza metabolica sulla quale agiscono anche i sulfamidici, determinando così quello che comunemente è definito come doppio blocco metabolico sequenziale, che determina un vero e proprio effetto battericida. Il profilo cinetico e l’efficacia dell’associazione tra SDZ e TRM, registrata in diversi paesi UE, non è stata molto studiata nella spigola o nell’orata nonostante sia molto usata in queste specie allevate nell’area mediterranea. Esistono invece diversi dati sulla loro cinetica nei salmonidi. Per quanto riguarda l’efficacia è stato osservato lo stesso valore di MIC50 per la combinazione SDZ-TRM (5:1) e per quella sulfadimetossina-ormetorpim (5:1) contro A. salmonicida e Y. ruckeri, ma la seconda combinazione è risultata migliore di 4-7 volte contro V. anguillarum e V. salmonicida. È stato anche osservato con l’uso dei sulfamidici potenziati una diminuzione della velocità di alimentazione dei pesci dopo 2 o 3 giorni di trattamento. Un approccio ragionevole è stato di ridurre del 50% la dose somministrata e aumentare il tempo di trattamento. Il rapporto 5:1 tra sulfamidico e potenziatore pur essendo buono per l’efficacia non lo è altrettanto per la cinetica, in quanto i potenziatori sono quasi del tutto assorbiti a livello intestinale, mentre la biodisponibilità dei sulfamidici nel salmone in acqua salata è nell’ordine del 40%. I potenziatori mostrano anche un più alto volume di distribuzione e penetrano bene nei tessuti rispetto ai sulfamidici. 10
Tabella 1. Sulfamidici e diaminopiridine: limite massimo di residui (MRL). Sostanze farmacologicamente Residui MRL (muscolo e pelle in proporzioni attive marcatori naturali) Tutte le sostanze appartenenti Farmaco 100 µg/kg al gruppo delle sulfamidici progenitore Trimetoprim Trimetoprim 50 µg/kg Tabella 2. Sulfamidici e combinazioni di sulfamidici e diaminopiridine disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Sulfamerazina USA Sulfadimetossina Giappone, USA Sulfamonometossina Giappone Sulfadiazina + Italia, Grecia, Germania, Francia, UK, Canada, Norvegia, Trimetoprim Danimarca Sulfadimetossina + USA, Canada Ormetoprim 11
Tabella 3. Posologia, indicazioni e specie di destinazione dell’associazione trimetoprim+sulfadiazina. Associazione TRM e SDZ Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di 30 mg/kg (5 mg TRM e 25 SDZ) giorno p.v. per 5-7 giorni somministrazione Tempi di sospensione 30 giorni ADI TRM 252 µg/persona Agenti patogeni Aeromonas salmonicida Foruncolosi Vibrio anguillarum Vibriosi V. salmonicida Yersinia ruckeri Bocca rossa Edwardsiella ictaluri, E. tarda Setticemia enterica Pesci salmonidi, anguilla, pesci eurialini Tabella 4. Posologia, indicazioni e specie di destinazione dell’associazione ormetoprim+sulfadimetossina. Associazione ORM e sulfadimetossina (USA) Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di 50 mg/kg (5 mg TRM e 25 SDZ) giorno p.v. per 5 giorni somministrazione Tempi di sospensione 42 giorni salmonidi, 3 giorni pesce gatto ADI Agenti patogeni Aeromonas salmonicida Foruncolosi Edwardsiella ictaluri Setticemia enterica E. tarda Pesci salmonidi, pesce gatto 12
Penicilline Le penicilline fanno parte del gruppo degli antibiotici β-lattamici che includono anche le cefalosporine, ma poiché in acquacoltura queste ultime non sono usate, si preferisce parlare delle penicilline come gruppo distinto. Il capostipite di questo gruppo è la benzilpenicillina (penicillina G) che è un antibiotico naturale prodotto dal fungo Penicillium notatum, essa possiede uno spettro d’azione ridotto rivolto predominantemente verso i batteri gram positivi e per questa ragione ha pochi usi in acquacoltura dove la maggior parte dei batteri patogeni dei pesci appartengono alla classe dei gram negativi. Altre limitazioni d’uso sono rappresentate dall’instabilità a pH acido (non somministrabili per via orale) e l’elevata sensibilità alle penicillinasi. Alla struttura della benzilpenicillina sono state apportate modifiche chimiche che hanno condotto alla produzione di penicilline sintetiche con caratteristiche migliori della naturale. In particolare in acquacoltura sono usate le aminopenicilline, amoxicillina e ampicillina, inoltre fanno parte dell’allegato I del Reg. 2377/90 anche tre derivati isossazolici (oxacillina, cloxacillina, dicloxacillina) che però al momento non sono autorizzate per l’acquacoltura in nessun paese. L’amoxicillina e l’ampicillina sono antibiotici a più ampio spettro d’azione, resistenti al pH acido (somministrabili per via orale) ma ancora sensibili alle β-lattamasi. Il meccanismo d’azione è quello di tutti gli antibiotici β-lattamici ovvero l’inibizione della sintesi della parete della cellula batterica in un modo tempo- dipendente. L’amoxicillina e l’ampicillina come tutte le penicilline sono acidi carbossilici disponibili come acidi liberi o sali di sodio e potasssio. Nel plasma predominano nella forma ionizzata dato il loro pKa di 2.7, hanno un ridotto volume di distribuzione (0.2-0.3 l/kg) e brevi emivite (0.5-1.2 ore) in tutte le specie di animali domestici. Esse sono eliminate predominantemente attraverso i 13
reni. L’amoxicillina ha mostrato una buona efficacia nel trattamento della foruncolosi nel salmone atlantico, anche se sono stati osservati diversi fenomeni di resistenza in A. salmonicida. Il suo uso in specie eurialine non è molto esteso anche a causa della scarsità di studi cinetici in queste specie. Tabella 5. Penicilline: limite massimo di residui (MRL). . Sostanze farmacologicamente Residui MRL (muscolo e pelle in proporzioni attive marcatori naturali) Amoxicillina Amoxicillina 50 µg/kg Ampicillina Ampicillina 50 µg/kg Benzilpenicillina Benzilpenicillina 50 µg/kg Oxacillina Oxacillina 300 µg/kg Cloxacillina Cloxacillina 300 µg/kg Dicloxacillina Dicloxacillina 300 µg/kg Tabella 6. Penicilline disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Amoxicillina Italia, Cile, UK, Giappone Ampicillina Giappone Benzilpenicillina Oxacillina Cloxacillina Dicloxacillina 14
Tabella 7. Posologia, indicazioni e specie di destinazione dell’amoxicillina. Amoxicillina Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di 40-80 mg/kg p.v. giorno per 3-5 giorni somministrazione Tempi di sospensione 15 giorni ADI Agenti patogeni Aeromonas spp. Foruncolosi Photobacterium damsela sub. Pasteurellosi piscida Lattococcosi Streptococcus spp. Pesci Salmonidi, pesci marini 15
Tetracicline Le tetracicline sono un gruppo di antibiotici batteriostatici isolati tra il 1940 ed il 1950 da diverse specie del genere Streptomyces. Le tetracicline sono il gruppo di antibiotici più comunemente utilizzati a causa dell’ampio spettro d’azione, la contenuta tossicità e per i costi non elevati. Due tetracicline naturali, la clortetraciclina e l’ossitetraciclina, sono utilizzate in acquacultura. In particolare la più usata e conosciuta è l’ossitetracilcina. In acquacoltura sono state usate anche derivati semisintetici come la tetraciclina e la doxiciclina ma in modo limitato a causa dei costi più elevati. L’ossitetraciclina è usata per immersione (avannotterie) e nell’alimento medicato. In Europa la somministrazione avviene con l’alimento medicato, mentre in altri paesi es. USA e paesi asiatici anche per immersione. Il meccanismo d’azione delle tetracicline consiste nell’interferenza della sintesi proteica del batterio (traslazione del mRNA) per legame alla sub unità ribosomiale 30S. La dose di ossitetraciclina somministrata per via orale è di 75 mg/kg per pesce per un periodo tra 5-10 giorni, le dosi di clortetraciclina sono simili anche se i dati farmacocinetici di questo farmaco sono per lo più estrapolati da studi riguardanti l’ossitetraciclina. In generale, gli studi cinetici di questi due farmaci negli animali da reddito si sono dimostrati molto simili tra loro. La farmacocinetica dell’ossitetraciclina è stata ampiamente studiata sia nelle specie eurialine sia nei salmonidi. Nelle specie eurialine la biodisponibilità orale è molto bassa (22% nel branzino, 9% nell’orata e trascurabile nel sarago pizzuto). La biodisponibilità dell’ossitetraciclina nella trota iridea è 8% mentre nel salmone atlantico (acqua salata) è
chelante che forma legami con cationi bivalenti. In particolare tali legami si formano con ioni Ca+2 e Mg+2 presenti sia nell’alimento che fisiologicamente nell’ambiente intestinale del pesce e che ne riducono la permeabilità attraverso le membrane biologiche. Una parte considerevole dell’ossitetraciclina somministrata per via orale (40-73% nelle specie eurialine) si ritrova immodificata nelle feci. Ciò è legato anche all’effetto di primo passaggio che subisce questo farmaco. L’assorbimento dell’ossitetraciclina aumenta all’aumentare della temperatura dell’acqua. La temperatura dell’acqua ne influenza anche la fase di eliminazione ovvero l’emivita, quindi anche il tempo di sospensione. Per esempio nella trota iridea l’emivita dell’ossitetraciclina a 16°C è risultata 4.8 giorni, a 10°C 6.1 giorni e a 5°C 8.9 giorni. L’eliminazione dell’ossitetraciclina risulta più rapida in acqua salata che in acqua dolce, l’emivita nel salmone atlantico a 7-8°C in acqua salata è pari a 2.1 giorni. Dopo somministrazione per iniezione l’ossitetraciclina ha mostrato di indurre effetti epatotossici, in particolare questo è stato osservato durante trattamenti profilattici della foruncolosi in avannotterie ed è caratterizzata da degenerazione dei lipidi e necrosi del tessuto epatico. Tale effetto non è stato mai osservato durante i trattamenti per via orale, molto probabilmente per la scarsa biodisponibilità orale di questo farmaco. Negli sparidi e nel branzino a parità di temperatura (20°C) l’emivita dell’ossitetraciclina è risultata di 35-53 ore e 10 ore, rispettivamente. Ciò può essere correlato a differenze fisiologiche delle due specie (attività epatiche CYP-dipendenti). Tale dato porta ad un più lungo tempo di sospensione dell’ossitetraciclina nell’orata (20 giorni a 19-28°C) per ottenere un MRL di 100 µg/kg. Sono sempre più frequenti i fenomeni di resistenza nel patogeni dei pesci verso le tetracicline. I geni che regolano tale resistenza sono localizzati frequentemente su plasmidi che codificano per fenomeni di resistenza multipla. È stato comunque osservato che questa frequenza di resistenza sembra essere molto ridotta dopo un periodo di non utilizzo del farmaco. 17
Tabella 8. Tetracicline: limite massimo di residui (MRL). . Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Tetraciclina Somma della sua molecola 100 µg/kg originaria e del 4-epimero Clortetraciclina Somma della sua molecola 100 µg/kg originaria e del 4 Ossitetraciclina Somma della sua molecola 100 µg/kg originaria e del 4 Tabella 9. Tetracicline disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Tetraciclina Clortetraciclina Italia Ossitetraciclina Italia, Norvegia, Cile, UK, Grecia, USA, Canada, Irlanda, Francia, Finlandia, Cipro 18
Tabella 10. Posologia, indicazioni e specie di destinazione delle tetracicline. Tetracicline Via di Alimento medicato somministrazione Dosi e tempi di 75 mg/kg p.v. giorno per 5-7 giorni somministrazione Tempi di sospensione 30 giorni a 10°C (15 giorni per clorotetraciclina) ADI 1800 µg/giorno persona di 60 Kg per tutte le tre molecole (sole o in combinazione) Agenti patogeni Aeromonas salmonicida Foruncolosi Eritrodermatite A. hydrophila Setticemia da Aeromonas Flexibacter spp. Mixobatteriosi Edwardsiella tarda Setticemia da Edwardsiella Photobacterium damsela sub. piscicida Pasteurellosi Streptococcus iniae, Lactococcus garvie, Streptococcosi Enterococcus seriolicidae Vibrio anguillarum, V. ordalii Vibriosi Yersinia ruckeri Bocca Rossa Pesci Anguilla, ciprinidi (setticemia da Edwardsiella), salmonidi (bocca rossa, foruncolosi, mixobatteriosi, streptococcosi), branzino, orata e cefalo (pasteurellosi, vibriosi), crostacei peneidi 19
Chinoloni I chinoloni sono una categoria di antibiotici che includono composti di prima generazione e composti di seconda generazione (fluorochinoloni). L’acido nalidixico è il capostipite dei chinoloni, gruppo di chemioterapici simili strutturalmente e sintetizzati a partire dal 1960. A partire dal gruppo di prima generazione sono stati ottenuti i fluorochinoloni caratterizzati dalla presenza di un atomo di fluoro nella loro struttura, e che presentano uno spettro antimicrobico più ampio e fenomeni di resistenza e tossicità più contenuti. Il meccanismo d’azione di questi farmaci battericidi è rapido e dose-dipendente. I chinoloni penetrano nella cellula per diffusione passiva attraverso canali acquosi della membrana esterna del batterio ed a livello intracellulare inibiscono la crescita del batterio per interferenza con la DNA-girasi. Questo enzima è necessario per l’avvolgimento e lo svolgimento del DNA batterico e per il processo di compattazione della molecola di DNA dentro la cellula per la normale sintesi di DNA. Agendo su questo enzima prevengono la replicazione e la trascrizione del DNA batterico portando alla frammentazione del cromosoma ed alla morte della cellula. In acquacoltura è ammesso in diversi paesi un chinolone di prima generazione, l’acido ossolinico, mentre dei cinque fluorochinoloni presenti nell’allegato I del Reg. 2377/90 ovvero l’enrofloxacina, la difloxacina, la danofloxacina, la flumechina e la sarafloxacina solo la flumechina è registrata in diversi paesi. L’acido ossolinico è utilizzato come antibiotico in medicina veterinaria per il trattamento di bovini, suini, avicoli e pesci. In acquacoltura è somministrato con l’alimento. Nei pesci la sua biodisponibilità è bassa (15% negli sparidi, 25% nei salmonidi). Tuttavia la distribuzione e l’eliminazione sono rapide. In particolare gli studi di deplezione effettuati nelle specie target mostrano che le 20
concentrazioni maggiori di acido ossolinico si ritrovano nei reni, nella bile e nel fegato. L’acido ossolinico ha trovato ampio uso anche nell’allevamento dei crostacei peneidi (Vibriosi) nei paesi asiatici, nonostante oggi il suo utilizzo è in netta diminuzione a causa di fenomeni di resistenza. Uno studio di deplezione effettuato nella trota iridea alla posologia terapeutica (indicata in tabella) a 10 °C ha mostrato i seguenti livelli medi in muscolo e pelle: 1970 µg/kg, 930 µg/kg, 90 µg/kg e 50 µg/kg, 24, 48, 96 e 144 ore dopo la fine del trattamento. La flumechina è un antibiotico di sintesi appartenente alla categoria dei fluorochinoloni ed è particolarmente attivo contro i batteri gram-negativi. Questo farmaco trova uso in medicina veterinaria per il trattamento di diverse specie da reddito incluso i pesci (salmonidi). la sua somministrazione può avvenire per immersione, iniezione e con l’alimento, quest’ultimo tipo è la via di somministrazione maggiormente utilizzata nei salmonidi. La flumechina è ampiamente utilizzata grazie ai buoni effetti terapeutici ottenibili a basse dosi e con costi non elevati. Si può utilizzare sia in specie d’acqua dolce sia salata, a basse ed alte temperature. Uno studio di deplezione effettuato nella trota iridea alla posologia terapeutica (indicata in tabella) a 7 °C ha mostrato i seguenti livelli medi in muscolo e pelle: 5600 µg/kg, 900 µg/kg e 80 µg/kg, 1, 4 e 7 giorni dopo la fine del trattamento. La sarafloxacina è un fluorochinolone usato nell’acqua di bevanda dei polli per il trattamento di malattie batteriche e nell’alimento dei pesci per il trattamento di foruncolosi, vibriosi e bocca rossa. La biodisponibilità della sarafloxacina attraverso l’alimento è valutata nel range tra 4 e 24%. I tempi di eliminazione sono molto veloci. Salmoni trattati alla posologia terapeutica (indicata in tabella) a 15 °C ha mostrato che dopo 5.5 giorni dalla fine del trattamento livelli nel muscolo inferiori al limite di rilevazione del metodo 10 µg/kg. 21
Diversi studi indicano che le proprietà antibatteriche dei chinoloni sono influenzate dalle concentrazioni di cationi presenti nell’acqua. Studi in vitro hanno, infatti, mostrato un aumento della minima concentrazione battericida (MBC) della flumechina contro A. salmonicida in presenza di cationi bivalenti rispetto alla loro assenza. Questi risultati sono stati osservati anche per l’acido ossolinico e la sarafloxacina. Le proprietà cinetiche dei chinoloni sono influenzate dalla temperatura dell’acqua ma anche ed in misura maggiore dalla composizione chimica dell’acqua. A causa della regolazione osmotica dei fluidi dei pesci marini in particolare essi assumono grandi quantità di acqua e perciò il loro intestino contiene elevate concentrazioni di diversi cationi e quindi il pH intestinale è maggiore che nei pesci d’acqua dolce. Gli acidi deboli come i chinoloni sono più ionizzati e quindi meno liposolubili a pH elevati rispetto a pH più bassi. Per questi motivi la biodisponibilità dei chinoloni è più bassa nei pesci marini rispetto ai pesci d’acqua dolce. Le concentrazioni plasmatiche di acido ossolinico per esempio in salmoni e trote mantenuti in acqua dolce sono 5 volte più elevate rispetto agli stessi pesci mantenuti in acqua salata. La riduzione della biodisponibilità dei singoli composti varia in base all’intensità di legame con i cationi. Nel salmone atlantico mantenuto a 10°C in acqua di mare è risultata pari a 4.2, 30.1 e 44.7% rispettivamente per sarafloxacina, acido ossolinico e flumechina. La fase di eliminazione è più rapida nell’acqua salata che nell’acqua dolce. L’emivita dell’acido ossolinico nella trota mantenuta in acqua dolce risulta 7 volte più lunga rispetto all’acqua salata. 22
Tabella 11. Chinoloni e fluorochinoloni: limite massimo di residui (MRL). Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Acido ossolinico Acido ossolinico 100 µg/kg Danofloxacina Danofloxacina 100 µg/kg Difloxacina Difloxacina 300 µg/kg Enrofloxacina Somma di enrofloxacina e 100 µg/kg ciprofloxacina Flumechina Flumechina 600 µg/kg Sarafloxacina Sarafloxacina 30 µg/kg Tabella 12. Chinoloni e fluorochinoloni disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Acido ossolinico Norvegia, Cile, Grecia, Francia, Danimarca, Giappone Danofloxacina Difloxacina Enrofloxacina Flumechina Italia, Cile, Grecia, Francia, Spagna, Giappone, Cipro Sarafloxacina 23
Tabella 13. Posologia, indicazioni e specie di destinazione della flumechina. Flumechina Via di somministrazione Alimento medicato, iniezione (avvannotterie), immersione Dosi e tempi di 12 mg/kg p.v. giorno per 5-7 giorni somministrazione Tempi di sospensione 5 giorni a 10°C ADI 1800 µg/giorno persona Agenti patogeni Aeromonas salmonicida, A. FORUNCOLOSI hydrophila Vibrio anguillarum, V. ordalii VIBRIOSI Yersinia ruckeri BOCCA ROSSA Pesci salmonidi Tabella 14. Posologia, indicazioni e specie di destinazione dell’acido ossolinico. Acido ossolinico Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di somministrazione 10-30 mg/kg p.v. giorno per 5-7 giorni Tempi di sospensione 5 giorni a 10°C ADI 118 µg/giorno persona Agenti patogeni Aeromonas salmonicida Foruncolosi Vibrio anguillarum, V. ordalii Vibriosi Yersinia ruckeri Bocca Rossa Pesci Salmonidi, anguilla, pesci marini e gamberi peneidi 24
Tabella 15. Posologia, indicazioni e specie di destinazione della sarafloxacina. Sarafloxacina Via di somministrazione Alimento medicato, iniezione (avvannotterie), immersione Dosi e tempi di 10 mg/kg p.v. giorno per 5-7 giorni somministrazione Tempi di sospensione 7 giorni a 12°C ADI 24 µg/giorno persona Agenti patogeni Aeromonas salmonicida, A. Hydrophila Foruncolosi Vibrio anguillarum, V. ordalii Vibriosi Yersinia ruckeri Bocca Rossa Pesci salmonidi 25
Florfenicolo e composti correlati I fenicolati sono antibiotici correlati al capostipite del gruppo ovvero il cloramfenicolo, farmaco isolato da un ceppo di Streptomyces venezuelane dotato di un ampio spettro d’azione. Il cloramfenicolo è stato ampiamente usato fino alla scoperta a partire dagli inizi del 1960 di una forma di anemia aplastica irreversibile e non dose correlata indotta da questo farmaco. Dal 1994 l’uso del cloramfenicolo nei paesi UE è autorizzato negli animali solo per le specie da compagnia e per quelle non destinate alla produzione di alimenti (EC 1430/94). Il cloramfenicolo fa parte infatti dell’allegato IV del Reg. 2377/90. Tale divieto è presente anche in altri paesi come Canada, USA, Giappone e Cina, nonostante ciò è ancora utilizzato nell’allevamento dei gamberi in paesi asiatici e latino americani. Gli analoghi del cloramfenicolo ovvero il tiamfenicolo e il florfenicolo non sono stati correlati all’insorgenza dell’anemia aplastica e sono utilizzati in medicina veterinaria in diversi paesi. Il florfenicolo è il composto usato in acquacoltura. La mancanza degli effetti tossici di questi due derivati sembra essere correlata alla struttura chimica in particolare nei derivati non è presente il gruppo p-nitrofenilico del cloramfenicolo ma è presente un gruppo p- metilsulfofenilico. Nel florfenicolo, inoltre, un gruppo ossidrilico è sostituito da un atomo di fluoro la cui presenza esclude una forma di resistenza tipica dei fenicolati che avviene per acetilazione di questo gruppo. Il meccanismo d’azione dei fenicolati consiste nell’inibizione della sintesi proteica delle cellule procariote, tale inibizione è correlata alla formazione di un legame irreversibile con l’enzima peptidiltransferasi a livello della sub unità 50S del ribosoma batterico 70S con interruzione dell’allungamento della catena peptidica in formazione e conseguente azione batteriostatica. Diversi studi hanno mostrato 26
che il florfenicolo è efficace nel trattamento di patologie batteriche come la pseudo tubercolosi nella ricciola (Seriola quinqueradiata), l’edwardsiellosi nel pesce gatto e la foruncolosi nel salmone atlantico. La Yersinia ruckeri (bocca rossa) mostra una naturale resistenza al florfenicolo. Il florfenicolo è molto ben tollerato nel salome atlantico, non sono stati osservati effetti tossici dopo trattamento con dosi 5 e 10 volte superiori a quella terapeutica. Sono stati effettuati diversi studi farmacocinetici e di deplezione del florfenicolo nel salmone atlantico, trota iridea e pesce gatto. In tutte le specie questo farmaco ha mostrato profili cinetici simili con elevati valori di biodisponibilità orale (>90%), alti livelli di distribuzione tissutale e tempi di deplezione a fine trattamento abbastanza rapidi. I tempi di eliminazione del composto parentale e dei metaboliti dipendono dalla temperatura dell’acqua con tempi più veloci a temperature più alte. Il principale metabolita del florfenicolo è la florfenicolo amina che insieme al composto parentale è il marker residuale. I due componenti sono stati quantificati in uno studio sul salmone atlantico in cui i pesci sono stati trattati alla posologia terapeutica a 10 e 5°C. Le concentrazioni nel muscolo e nella pelle dopo 24 ore dalla fine di trattamento a 10°C erano rispettivamente 1800 µg/kg e 690 µg/kg per il florfenicolo e 7300 µg/kg e 6350 µg/kg per il metabolita. Il metabolita poteva essere rilevato nella pelle fino a 49 giorni dopo il trattamento (22 µg/kg). Le concentrazioni nel muscolo e nella pelle dopo 24 ore dalla fine di trattamento a 5°C erano rispettivamente 4300 µg/kg e 970 µg/kg per il florfenicolo e 2800 µg/kg e 1600 µg/kg per il metabolita. Il tempo minimo che deve trascorrere perché il florfenicolo ed il metabolita non vengano rilevati era rispettivamente di 11 e 21 giorni per il muscolo e 11 e 56 giorni per la pelle. 27
Tabella 16. Fenicolati: limite massimo di residui (MRL).. Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Florfenicolo Somma di florfenicolo e suoi 1000 µg/kg metaboliti espressi come florfenicolo amina Tabella 17. Fenicolati disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Florfenicolo Lituania, Norvegia, Cile, USA, Canada, UK, Giappone* *dati aggiornati al 2001 Tabella 18. Posologia, indicazioni e specie di destinazione del florfenicolo. Florfenicolo Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di somministrazione 10 mg/kg p.v. giorno per 10 giorni Tempi di sospensione 15 giorni a 10°C ADI 180 µg/giorno persona Agenti patogeni Aeromonas salmonicida, A. Foruncolosi hydrophila Streptococcus iniae Streptococcosi Flexibacter spp. Mixobatteriosi Edwardsiella ictaluri Setticemia enterica Pesci Salmonidi 28
Macrolidi (Eritromicina, Tilmicosina, Tilosina) Lincosamidi (Lincomicina) Aminoglicosidi (Neomicina, Paronomicina, Spectinomicina) Polimixine (Colistina) Nel Reg. 2377/90 sono riportati gli MRL per il muscolo di pesce anche di altri antibiotici appartenenti alle categorie dei macrolidi, lincosamidi, aminoglicosidi e polimixine. Di questi nessuno è al momento registrato per l’uso in paesi UE. L’eritromicina è il capostipite della categoria dei macrolidi. Il termine macrolide indica molecole prodotto da varie specie di Streptomyces che presentano una struttura macrociclica lattonica e sono caratterizzate da un meccanismo d’azione che si basa sull’inibizione della sintesi proteica della cellula procariota. Nel tempo la classificazione dei macrolidi è andata modificandosi fino ad includere altri antibiotici prodotti da streptomiceti come le lincosamidi, caratterizzati da target d’azione simile ma diversa struttura molecolare. I macrolidi che sono e sono stati utilizzati in acquacoltura sono l’eritromicina, la spiramicina, la josamicina e la lincomicina. In Giappone ed in altri paesi asiatici sono autorizzati diversi macrolidi tra cui l’eritromicina per il trattamento per via orale di patologie come la bacterial kidney disease (BKD) e le streptococcosi (specialmente nella ricciola Seriola quinqueradiata). La dose raccomandata è di 50 mg/kg p.v. per 21 giorni, periodo in cui è stata osservata una riduzione del 50% della mortalità di salmerini affette da BKD. La tossicità acuta dell’eritromicina nella ricciola (Seriola quinqueradiata) è risultata molto bassa, non inducendo minime anormalità ad una dose di 2 g/kg. Le trote iridee trattate con la dose di 100 mg/kg per 21 giorni hanno mostrato anormalità 29
comportamentali e fisiologiche. Di recente, negli allevamenti ittici europei, Italia compresa, sono comparse nuove setticemie batteriche, di difficile terapia per l’assenza di molecole efficaci ammesse dalla legislazione: è il caso della lattococcosi sostenuta da Lactococcus garvieae. Le setticemie batteriche, unitamente alle malattie batteriche esterne ed alle ectoparassitosi, rappresentano uno fra i maggiori rischi sanitari sia per la piscicoltura dulciacquicola che marina. La lattococcosi rappresenta la patologia maggiormente diffusa in troticoltura di pianura. E’ da considerarsi la patologia preminente durante la stagione primaverile-estivo-autunnale nella maggior parte degli impianti che utilizzano acque superficiali. Tale patologia colpisce elettivamente soggetti subadulti ed adulti, di taglia superiore agli 20 g., allevati in acque con temperature intorno ai 16-18 °C. La lattococcosi dà luogo ad una infezione a carattere iperacuto-acuto, con perdite annue che possono raggiungere livelli del 80-90%. In Europa meridionale, e soprattutto in Italia, è preoccupante il fatto che per la terapia della lattococcosi, malattia che parallelamente al riscaldamento generale delle acque, ha determinato un calo del 20% della produzione annua di trote iridea, non siano stati registrati principi attivi d’elezione come l’eritromicina. 30
Tabella 19. Macrolidi, lincosamidi, aminoglicosidi e polimixine: limite massimo di residui (MRL). Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Eritromicina Eritromicina A 200 µg/kg Tilmicosina Tilmicosina 50 µg/kg Tilosina Tilosina 100 µg/kg Lincomicina Lincomicina 50 µg/kg Neomicina (incluso Neomicina B 500 µg/kg framicetina) Paronomicina Paronomicina 500 µg/kg Spectinomicina Spectinomicina 300 µg/kg Colistina Colistina 150 µg/kg Tabella 20. Macrolidi, lincosamidi, aminoglicosidi e polimixine disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Eritromicina Cile, Giappone, Indonesia, Cina, Filippine, Corea del Sud, Tailandia, Taiwan Tilmicosina Tilosina Lincomicina Giappone Neomicina (incluso Indonesia framicetina) Paronomicina Spectinomicina Colistina 31
Tabella 21. Posologia, indicazioni e specie di destinazione dell’eritomicina. Eritromicina (Giappone) Via di somministrazione Alimento medicato, immersione Dosi e tempi di somministrazione 50-100 mg/kg p.v. giorno per 21 giorni (via orale) Tempi di sospensione 30 giorni ADI 300 µg persona Agenti patogeni Renibacterium salmoninarum Bacterial Kidney Disease Streptococcus spp. Streptococcosi Chlamidia spp., Piscirickettsia Infezioni spp. Pesci Salmonidi, Ricciola (Seriola quinqueradiata) 32
AGENTI ANTIPARASSITARI Piretroidi Cipermetrina Deltametrina I derivati del piretro (piretrine) sono composti organici, già noti del I° secolo dopo Cristo in Cina, estratti da piante del genere Chrysanthemum ed in particolare dal C. cinerariafolium che presenta il maggiore contenuto in principi attivi. A partire dal 1960 sono stati sintetizzati derivati analoghi alle piretrine naturali ma con migliori caratteristiche ovvero i piretroidi (I, II e III generazione). L’iniziale interessamento ai piretroidi per il trattamento delle infestazioni da sea-lice (Lepeophtherius salmonis, crostaceo copepode) è correlato alla loro alta degradabilità, bassa tossicità per i mammiferi ed alta tossicità per i crostacei. Il meccanismo d’azione dei piretroidi si esplica per contatto e consiste nell’interferenza con la funzione del sistema nervoso degli insetti, alterandone la permeabilità delle membrane agli ioni Na+ e K+ ed agendo in particolare sui canali ionici di gangli e sinapsi. Inizialmente si ha una fase eccitatoria cui segue una paralisi motoria completa ma transitoria in funzione della metabolizzazione del principio attivo. Questi prodotti sono classificati come insetticidi ad ampio spettro. La cipermetrina è un prodotto molto ben tollerato dal salmone atlantico (Salmo salar). Il trattamento di salmoni, infatti, con dosi e tempi doppi rispetto a quelli terapeutici non mostra di causare effetti tossici, mentre dosi e tempi quadrupli inducono effetti tossici ma non letali, recuperabili comunque entro 24 ore. Studi di deplezione effettuati sempre nel salmone nelle condizioni d’uso o con dose doppia a diverse temperature dell’acqua (5.7-6.0°C e 10.0-11.9°C) riportano che già dopo 1 ora dalla fine dell’esposizione i residui nel muscolo e nella pelle sono risultati inferiori a 20 33
µg/kg (limite di quantificazione del metodo usato), mentre nel fegato i tempi di deplezione sono risultati più lunghi (20 ore). La deltametrina mostra caratteristiche di tollerabilità e deplezione simili alla cipermetrina. Salmoni trattati alla posologia terapeutica a 10 e 5 °C hanno mostrato di tollerare molto bene questo farmaco. La deltametrina è assorbita bene attraverso le branchie e ridistribuita velocemente a tutti gli organi e tessuti con particolare prevalenza nella bile che costituisce la maggiore via di escrezione. Studi di deplezione mostrano che già dopo 2 ore dalla fine del trattamento i livelli di deltametrina nel muscolo e nella pelle dei pesci trattati non sono più rilevabili. Tabella 22. Piretroidi: limite massimo di residui (MRL). Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Cipermetrina Cipermetrina somma degli 50 µg/kg isomeri Deltametrina Deltametrina 10 µg/kg Tabella 23. Piretroidi disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Cipermetrina Irlanda, UK, Cile Deltametrina Norvegia, Cile 34
Tabella 24. Posologia, indicazioni e specie di destinazione della cipermetrina. Cipermetrina Via di somministrazione Bagno medicato Dosi e tempi di somministrazione 5 µg/L per 1 ora Tempi di sospensione 48 ore ADI 900 µg/giorno persona Agenti patogeni Caligus spp., Lepeophtheirus spp. Sea lice Pesci Salmonidi Tabella 25. Posologia, indicazioni e specie di destinazione della deltametrina. Deltametrina Via di somministrazione Immersione Dosi e tempi di somministrazione 2 µg/L per 30 minuti in recipienti chiusi, 3 µg/L per 40 minuti in recipienti chiusi parzialmente Tempi di sospensione 96 ore a 10°C ADI 600 µg/giorno persona Agenti patogeni Caligus spp., Lepeophtheirus spp. Sea lice Pesci Salmonidi 35
Derivati dell’acilurea Diflubenzuron Teflubenzuron I derivati dell’acilurea sono farmaci ad attività insetticida che appartengono alla classe dei regolatori di crescita e sono stati ampiamente utilizzati in programmi di disinfestazione dei terreni a partire dal 1970. Il meccanismo di azione di questi derivati si esplica attraverso l’inibizione della sintesi della chitina (polisaccaride derivato dalla polimerizzazione di N-acetilglucosammina) che rappresenta la componente predominante (oltre il 50%) dell’esoscheletro di tutti gli artropodi, inclusi i crostacei ectoparassiti dei pesci. Il ciclo biologico di questi crostacei viene quindi interrotto durante le fasi di muta dei differenti stadi larvali prima del raggiungimento dello stadio adulto, a seguito dell’incapacità di sintetizzare un nuovo esoscheletro. Queste sostanze hanno trovato principalmente impiego nel trattamento delle ectoparassitosi sostenute da crostacei, in particolare la sea-lice (Lepeophtherius salmonis, crostaceo copepode) del salmone. Mentre per il diflubenzuron non esistono dati farmacodinamici per il teflubenzuron è stata valutata l’efficacia contro L. salmonis isolati da salmoni trattati con la dose ed i tempi terapeutici per questo farmaco. Ad uno e sette giorni dopo la fine del trattamento è stata osservata una riduzione del numero degli stadi larvali della sea lice del 63 e 90%, rispettivamente. La riduzione degli stadi adulti è risultata del 58 e 65% al giorno 10 e 55 dopo la fine del trattamento con assenza di effetti sulla vitalità e sulla cuticola, mentre negli stadi larvali risultavano soggeti morti e con deformazioni della cuticola. Sono stati effettuati studi di tollerabilità per entrambi i farmaci. Il diflubenzuron nel salmone risulta ben tollerato per trattamento sia con singole dosi crescenti sia 36
con dosi ripetute crescenti, non inducendo mortalità, disturbi comportamentali, inappetenza o lesioni istopatologiche. Il teflubenzuron è ben tollerato nel salmone per trattamento con singole dosi crescenti, mentre il trattamento con dosi ripetute crescenti provoca riduzione dell’attività di nuoto e problemi a mantenere una posizione fissa. Tuttavia tali sintomi regrediscono dopo la cessazione del trattamento. Studi di farmacocinetica hanno mostrato che il teflubenzuron ha una bassa biodisponibilità orale nel salmone (4% a 9°C e 9% a 13-14°C) che è influenzata dalla temperatura dell’acqua. Il farmaco si distribuisce bene in tutti i tessuti concentrandosi maggiormente nella bile, nel fegato e nel rene dopo la somministrazione di una dose singola, mentre le concentrazioni massime nel muscolo e nella pelle sono raggiunte 24 ore dopo la somministrazione mostrando un emivita in questi tessuti di 4.7 e 6.5 giorni, rispettivamente. Il maggiore componente presente in tutti tessuti analizzati è risultato essere il teflubenzuron non modificato. Studi di deplezione effettuati nel salmone a 10°C con la dose e per i tempi terapeutici mostrano che le concentrazioni massime nel muscolo e nella pelle si ottengono a 1 giorno dopo la fine del trattamento (concentrazione combinata nei due tessuti 931 µg/kg) e dopo 8 giorni decadono a 331 µg/kg con un emivita di 3.4 giorni in questi tessuti. Il dilfubenzeron mostra una biodisponibilità orale nel salmone più alta rispetto al teflubenzuron (31% a 6°C). La distribuzione coinvolge tutti gli organi con una maggiore concentrazione nel fegato e nella bile indicando che questa è la sua principale via di eliminazione. Anche in questo caso il composto maggiormente presente è il farmaco di partenza che è utilizzato come marker per la valutazione degli MRL. Studi di deplezione effettuati con il trattamento terapeutico a 6 e 15°C hanno mostrato i seguenti livelli nel muscolo: a 6°C 2240, 400, 100 e 40 µg/kg dopo 1, 7, 14 e 21 giorni dalle fine del trattamento; a 15°C 1550, 200 e < 50 µg/kg dopo 1, 7, 14 e 21 giorni dalle fine del trattamento. 37
Tabella 26. Aciluree: limite massimo di residui (MRL). Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Diflubenzuron Diflubenzuron 1000 µg/kg Teflubenzuron Teflubenzuron 500 µg/kg Tabella 27. Aciluree disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Diflubenzuron Norvegia*, Cile§ Teflubenzuron Norvegia*, UK, Canada, Cile§ *non è in uso da alcuni anni; §solo studi in campo Tabella 28. Posologia, indicazioni e specie di destinazione del diflubenzuron. Diflubenzuron Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di somministrazione 3 mg/kg p.v. giorno per 14 giorni Tempi di sospensione 7 giorni a 5-6°C Agenti patogeni Lepeophtheirus spp. Sea lice Pesci Salmone 38
Tabella 29. Posologia, indicazioni e specie di destinazione del teflubenzuron. Teflubenzuron Via di somministrazione Alimento medicato Dosi e tempi di somministrazione 10 mg/kg p.v. giorno per 7 giorni Tempi di sospensione 7 giorni a 10°C Agenti patogeni Lepeophtheirus spp. Sea lice Pesci Salmone 39
Avermectine Emamectina Le avermectine (abamectina, doramectina, emamectina, eprinomectina, ivermectina e selamectina) e le milbemicine (moxidectina, milbemicina D e milbemicina-ossima) sono prodotti di semisintesi derivanti da composti elaborati da actinomiceti del genere Streptomyces. Questi farmaci hanno in comune la struttura lattonica macrociclica con proprietà acaricide ed insetticide nonché nematocide. Il meccanismo d’azione delle avermectine è da ricondurre alla loro capacità di legarsi irreversibilmente e con alta affinità ai canali del cloro non GABA dipendenti condizionando così l’apertura di tali canali e permettendo l’entrata di ioni cloro che determina uno squilibrio osmoregolatorio letale per il parassita. Agiscono anche sui canali GABA dipendenti con la differenza che il legame è reversibile ed a più ridotta affinità (≈ 100 volte) e provoca quindi nel parassita fenomeni paralitici reversibili. Il benzoato di emamectina è a tutt’oggi il principale farmaco somministrato per via orale per il trattamento ed il controllo delle infestazioni da sea lice nei salmonidi. L’emamectina è usata comunemente grazie alla sua efficacia in tutti gli stadi dell’infezione da sea lice. L’emamectina è una miscela di due composti un 90% è costituito da emamectina B1a ed un 10% di emamactina B1b, il composto marker da ricercare nei tessuti di pesce è l’emamectina B1a. L’emamectina risulta ben tollerata dai salmonidi, in uno studio condotto nel salmone sono stati osservati segni di tossicità solo con dosi 10 volte superiori rispetto a quella terapeutica. I segni includevano letargia, colorazione nera, inappetenza e perdita della coordinazione ma non segni patognomonici di tossicità all’esame istopatologico in sede autoptica. Sono stati condotti diversi studi riguardanti il profilo cinetico e di deplezione dell’emamectina nel salmone atlantico (Salmo salar) e nella trota iridea 40
(Oncorhynchus mykiss) mostrando buoni valori di biodisponibilità orale, distribuzione a tutti gli organi e concentrazioni maggiori a livello epatico, via attraverso la quale avviene la sua eliminazione. Le concentrazioni di farmaco negli studi di deplezione si ritrovano nel fegato mentre i livelli nel muscolo e nella pelle sono risultati sempre inferiori al suo MRL nel periodo di tempo analizzato (7-35 giorni dopo la fine del trattamento) con picchi massimi variabili in funzione della temperatura a cui viene effettuato il trattamento. Le fasi di distribuzione ed eliminazione a temperature più elevate sono più lente. Tabella 30. Avermectine: limite massimo di residui (MRL). Sostanze Residui marcatori MRL (muscolo e pelle in farmacologicamente attive proporzioni naturali) Emamectina Emamectina B1a 100 µg/kg Tabella 31. Avermectine disponibili nei diversi stati UE e non UE. Farmaci Paesi in cui sono registrati Emamectina Norvegia, Irlanda, UK, Cile, Spagna, Finlandia, Portogallo, Canada* *autorizzato come farmaco rilasciato per emergenza (EDR, eemrgency drug release) dalle autorità sanitarie canadesi 41
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