"Incontro con l'autore" - 18 marzo 2016 - CLASSE QUINTA - Istituto Comprensivo di Cossato

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"Incontro con l'autore" - 18 marzo 2016 - CLASSE QUINTA - Istituto Comprensivo di Cossato
ISTITUTO COMPRENSIVO DI COSSATO

 SCUOLA PRIMARIA DI COSSATO RONCO

     ANNO SCOLASTICO 2015/2016

“Incontro con l’autore”
          18 marzo 2016

          CLASSE QUINTA
"Incontro con l'autore" - 18 marzo 2016 - CLASSE QUINTA - Istituto Comprensivo di Cossato
Cap. 1

            ERNESTO CADE NEL BIANCO.

Ernesto, per evitare di andare a casa dei nonni in
campagna con i genitori, nel fine settimana racconta una
bugia per rimanere solo a giocare con i videogiochi.
Ai suoi amici Thomas e Viola racconta che deve terminare
un compito e che andrà da loro non prima di mezzogiorno.
Senza perder tempo si mette a giocare.
Sette ore più tardi, alle quattro del pomeriggio è ancora
senza aver sconfitto il mostro di fine livello.
Ad un certo punto, però...tutto intorno a lui divenne
bianco.
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Cap. 2

                   LA “BIANCHITE”.

A un gruppo di scienziati, incaricati dal Ministro della
Pubblica Istruzione, è affidato il compito di indagare
sugli effetti collaterali legati all'uso eccessivo dei
videogames.
Gli scienziati avevano sperimentato su di loro le
conseguenze del troppo videogiocare.
Solo uno scienziato riesce a scampare alla malattia ed
avverte il Ministro della Pubblica Istruzione sugli effetti
della “bianchite acuta”.
Ma anche il Ministro è alla ventisettesima ora di gioco e
si è dimenticato di firmare le circolari. E fu così che la
popolazione non venne avvertita in tempo e ad Ernesto
accadde quello che accadde…
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Cap. 3

         UNO STRANO INCONTRO SBIADITO.

Ernesto si era preso la “bianchite acuta”. Passano le ore e
non accade nulla, ma all'improvviso vede delle figure
sbiadite e sente delle parole vuote e incomprensibili.
Dopo un po' le figure si avvicinano ed Ernesto pensa di
essere finito in un nuovo videogioco.
Non si è però reso conto di avere incontrato nel bianco
gli scienziati ammalatisi anch'essi di “bianchite”.
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Cap. 4

            TRE AMICI, E UNO NEI GUAI.

Non vedendo arrivare Ernesto, Thomas e Viola nel
pomeriggio cominciano a preoccuparsi e decidono di
andare a chiamarlo.
Quando si avvicinano alla villetta scorgono dei lampi
biancastri.
Giunti di fronte alla porta vedono delle figure agitarsi nel
bianco e riconoscono Ernesto.
Per non essere contagiati, i due fratelli richiudono la
porta e corrono preoccupati a casa.
Arrivati davanti al computer cercano, attraverso la
modalità chat, di comunicare con il loro amico.
Non ricevendo
risposta, provano a
collegarsi in
modalità audio. Ma
anziché sentire la
voce di Ernesto,
comincia a parlare
una voce squillante
in rima: è uno degli
scienziati colpito
da “bianchite”.
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Cap. 5

                 C'ERA UNA VOLTA...

Come può Ernesto guarire dalla “bianchite acuta”?
A parere dello scienziato solo ascoltando alcune
filastrocche che raccontano in rima la trama di
altrettanti classici per ragazzi di ieri e di oggi.
La terapia delle storie funziona ed Ernesto guarisce dalla
bianchite linguistica.
Rimane da risolvere il problema del bianco lattiginoso e
della perdita quasi totale dei colori.
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Cap. 6

               IN VIA DI GUARIGIONE.

                             Thomas e Viola indicano ad
                             Ernesto il percorso per uscire
                             dalla stanza.
                             Ma ad un tratto gli appare
                             davanti il mostro di ultimo
                             livello che aveva svuotato il
                             mondo reale delle tinte
                             colorate e le aveva rinchiuse
                             dentro di sé.
                             Allora Ernesto si rende conto
                             di essere prigioniero di un
mostro di videogame. Ma Viola non é d'accordo e chiede
al suo amico se quella visione appartiene al mondo reale o
è immaginazione di una mente stanca del videogiocare.
Ascoltando le parole
di Viola, Ernesto si
mostra sicuro e dice al
mostro che è solo un
ammasso di pixel.
Questa provocazione
determina l'esplosione
del mostro e il ritorno
dei colori.
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Cap. 7

            VERSO L'ISOLA DEL TESORO.

Ernesto si risveglia e riesce a spegnere la console.
Guardandosi intorno si rende conto che tutto o quasi
sembra tornato al posto. Così corre dai suoi amici Thomas
e Viola perché vuole approfondire la lettura di un classico
per i ragazzi: “L'isola del tesoro”.
Dopo aver acquistato il libro, i ragazzi corrono in camera,
si siedono sotto la loro tenda, aprono il libro e cominciano
a leggere.
Vanno avanti per tanto tempo, con una breve pausa per la
cena. É quasi
mezzanotte
quando la
mamma di
Thomas e
Viola dice ai
bambini di
andare a
dormire.
La mattina
del giorno
seguente i
tre amici
fanno
colazione e
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si salutano. Organizzano un momento per proseguire
insieme la lettura del libro. Ma, tornato a casa, Ernesto
non riesce a resistere alla tentazione e prosegue la
lettura.
É immerso in un mondo nuovo, colorato, fantastico in cui
le parole sono colorate e piene di significato quando
arrivano i genitori.
Ernesto posa il libro e corre a salutarli. Il papà scorge
Ernesto che legge “L'isola del tesoro” e gli dice che da
ragazzo era stato il suo libro preferito.
E così insieme scoprono e riscoprono un mondo pieno di
tesori meravigliosi, tutti racchiusi in uno scrigno di carta
e di parole.
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I NOSTRI

PENSIERI
COSA PENSI DEI VIDEOGIOCHI.

    Ciò che penso dei videogiochi é un'opinione che
     potrebbe variare in base ai tipi di giochi e al
     tempo di utilizzo. Secondo me la dipendenza ai
     videogiochi potrebbe essere evitata. La
     dipendenza può capitare a chiunque, è ognuno di
     noi che può scegliere e capire che possiamo
     evitarla.
     Io non utilizzo molto i videogiochi; gioco
     soprattutto al pomeriggio dopo aver svolto i
     compiti, ma devo dire che non mi entusiasma l'idea
     di giocare tante ore davanti alla console.
     I giochi che preferisco sono quelli dove mi posso
     scatenare, ad esempio dove posso ballare o
     muovere tutto il corpo. I giochi che non mi
     piacciono per niente sono quelli dove si lotta e
     tutti i giochi violenti.

    Io penso che i videogiochi, utilizzati in modo
     limitato e non come fa il protagonista del libro,
     possono essere un po’ istruttivi.
     Io gioco poco con i video-game. Al martedì e al
     giovedì, gioco per circa 30’, quando ho finito i
     compiti. Gioco sempre ai giochi “di Mario”, un
     omino che vuole salvare la sua principessa e, per
     farlo, deve attraversare vari “boss” e livelli.
Non mi piacciono i giochi di guerra e di violenza, li
    trovo brutti e senza senso.

   Per me bisogna usare i videogiochi con
    moderazione, cioè giocarci ogni tanto, ad esempio
    mezzora al giorno. Di solito gioco con il Nintendo
    nel weekend, alla sera. Gioco per mezzora a “Mario
    bross” o a “Luigi mansions”, anche se, a volte, lo
    confesso, lo utilizzo un po’ troppo e dopo mi viene
    mal di testa. Ho anche il “gioco dei cagnolini” ma
    non lo uso quasi mai, perché non mi piace. Vorrei
    avere un gioco nuovo che si chiama “Animal
    crossing”.

   Secondo me, ci sono dei videogiochi poco istruttivi
    che bisogna combattere, altri più sensati. In
    fondo, però, preferisco andare fuori a giocare per
    stare all’aria aperta, oppure leggere un libro o
    giocare con gli amici.

   Io penso che i videogiochi siano un bel passatempo,
    soprattutto quando non si sa che cosa fare. Però
    non bisogna esagerare, perché così facendo si
    trascurano le cose più importanti come i compiti,
    gli amici e lo stare all’aperto. Io, di solito, ci gioco
    per mezzoretta, al massimo un’ora, ma sempre al
    pomeriggio, perché il mattino è riservato ai
    compiti. Il gioco che preferisco l’ho scaricato sul
    tablet, i “Sims”, in cui si costruisce la tua città.
   Io gioco quando sono da papà o quando ho finito i
    compiti. Preferisco i giochi tranquilli, solo a volte
    faccio delle eccezioni, perché ho scaricato “Clash
    of clash”, un gioco in cui devi lottare e conquistare
    i villaggi. Non mi piaccioni i giochi “spara-tutto”,
    dove ci sono armi da fuoco.

   La mia opinione sui videogiochi è che non bisogna
    giocarci troppo, perché dopo ti viene mal di testa
    e ti gira la testa. A volte, se aspetti qualcuno a
    casa tua, riesci anche a non salutarlo. Io ci gioco
    per mezzora o un ‘ora dopo cena. I miei giochi
    preferiti sono “Claash of clans” e “”Township” ,
    mentre i giochi che non mi interessano sono i
    giochi troppo violenti.
VIDEOGIOCHI

 VANTAGGI           SVANTAGGI
SVILUPPO DELLA       FANNO VENIRE
 CONOSCENZA           MAL DI TESTA

                        CREANO
                      DIPENDENZA
USO DELLA LOGICA
 E DELL’ASTUZIA

                      FANNO MALE
                      AGLI OCCHI

 SONO UN MODO
 PER DIVERTIRSI       LIMITANO LA
                     FANTASIA E LA
                    COMUNICAZIONE

  ALCUNI SONO        SI TRASCURANO
   ISTRUTTIVI           GLI AMICI

                    ASSOTTIGLIANO IL
                   CONFINE TRA REALTÀ
                       E FANTASIA
VIDEOGIOCHI O GIOCHI DI UNA VOLTA?

    I vantaggi dei giochi di una volta sono molti, sono
     tutti giochi di logica e di astuzia, coinvolgono più
     persone e facilitano l'amicizia. Aiutano le persone ad
     uscire di più e a non stare troppo seduti. Divertono
     grandi e piccini e non influiscono negativamente
     sulla salute.
    Anche se alcuni videogiochi possono essere istruttivi
     non saranno mai come i giochi di una volta. Essi si
     praticano all'aria aperta, in mezzo alla natura,
     mentre quando si gioca con i giochi elettronici si sta
     seduti alla consolle.
    Secondo me i vantaggi dei giochi di una volta sono
     la possibilità di stare all'aria aperta, di muoversi,
     saltare, correre, giocare e fare amicizia con altri
     bambini.
    I giochi che si praticavano una volta sono stati un
     po' dimenticati dai bambini, questo è uno
     svantaggio, perchè non restiamo tutti insieme
     all'aria aperta e non ci divertiamo in gruppo.
    I nostri nonni giocavano senza mezzi elettronici e si
     divertivano con oggetti semplici, di basso costo.
     Spesso costruivano loro stessi con tanta fantasia i
     loro giochi. Noi, invece, giochiamo per molte ore
     davanti ad una consolle ma c'è il rischio che si rovini
     la vista o si sviluppi l'ansia imitando i protagonisti
     dei giochi.
    Sarebbe opportuno ricordare che i nostri nonni o
     bisnonni avevano poco tempo per giocare, perché
     all’ età di quattordici anni iniziavano a lavorare o
     aiutavano in famiglia.
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