IN MEMORIAM MICHELE LUZZATI - Istituto Storico Italiano per il ...

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IN MEMORIAM
                                       MICHELE LUZZATI
                         TORINO 21 MARZO 1939 - PISA 12 GIUGNO 2014

                          DI ALESSANDRA VERONESE E MAURO PERANI*

  *
    Ad Alessandra Veronese si deve la nota bio-bibliografica mentre Mauro Perani ha composto l’epitaffio e il
ricordo di Michele Luzzati da alcune e-mail con lui scambiate nell’ultimo scorcio della sua vita, oltre alla foto
fattagli a Ravenna il 1 ottobre 2013.
Michele Luzzati

Torino 21 marzo 1939 - Pisa 12 giugno 2014
EPITAFFIO

                             ֺ‫ כי מֺ יֺ־כֺ ֺאל‬2‫־הֺ טֺ ֺי‬1 ֺ‫ואם ישב סופו ללֺ וֺץ‬
                                 ?3‫ממית ומחיה מוריד שאול ויעל‬
            ‫איש משכיל וגם נבון‬                                    ‫מֺ ן התחתון נקרא אל העליון‬
            ‫גמר חייו ביום עברה‬
            4
                                                                        ‫כֺ מלוא ימיו לרום עלה‬
          ‫כבתה נרה של נשמתו‬                                           ‫ בלא עתו‬,‫ אוי לנו‬,‫אֺ וי לו‬
        ‫באי־טל־יה שקד במחקר‬                                            ‫לֺתולדותיו של עם נבחר‬
            ‫יהי מֺ יֺכֺ אֺ לֺ לפני שדי‬                                     ‫לֺ עולמו בזכות אל חי‬
       ‫כשהוא עלה אל אל רחמן‬                                            ‫וֺבאותו יום השמש נטמן‬
         ‫כי טרם זמן מילא חפצו‬                                            ‫צֺ רור החיים צרר נפשו‬
          ‫ויחד פֺ רֺ אֺ נֺקֺ הֺ מנוחתו‬                               ‫אֺ ך הצטרף הוא אל אשתו‬
             ‫ונשמתו בשלום רב‬                                          ‫טֺ וב בשם טוב לצור קרב‬
           ‫ובגן עדן תתעדן נפשו‬                                             ‫יֺהי לברכה לכל זכרו‬
                       ‫נולד בטורינו יום א׳ בניסן שנת תרצ״ט‬
                    ‫ונפטר לעולמו בפיזה בן שבעים וחמש שנים‬
                              ‫י״ד בסיון תשע״ד לפ״ק‬
                ‫וחיים ארוכים וטובים שבק לבני ביתו ולנו ולכל ישראל‬
                      .‫ אכי״ר‬,‫שיהיה זכרונו לברכה ונוחו עדן‬
Se egli siede, allora finirà con lo schernire (Lux, TB, Avodah zarah 18b) e tu abbassa, (Hatti, Gen.
   24,14) / poiché chi è come Dio / che fa morire e fa rivivere, fa scendere allo Še’ol e fa risalire?
                                               (1 Sam. 2,6)

       Dall’inferiore mondo all’alto fu chiamato / un uomo che sapiente e intelligente è stato.
 I giorni ha terminato e, su nell’infinito, / nel giorno della furia (Prov. 11,4) la sua vita ha finito.
        Ahimè, prima del tempo il lume suo a noi / si estinse, ed egli ora riunito s’è coi suoi,
       egli che, degli ebrei, popolo da Dio scelto, / studiò l’itala storia, dal mondo fu divelto.

     Lassù, col Dio vivente, Mikael sempre sarà, / ohi, pure il sol si spense al suo andare di là.
      Il fascio della vita lo volle a sè legare / e in tal modo, anzi tempo, sua brama secondare.
   Con Franca, è ora insieme, riunito alla sua sposa, / buono e da Dio stimato, adesso egli riposa,
       accanto alla sua Roccia or la sua anima giace / e nell’Eden felice or si diletta in pace.

 Nato a Torino il giorno 1 Nisan dell’anno 5699 (= 21 marzo 1939) / è morto a Pisa, a 75 anni il 14
Siwan del 5774 (= 12 giugno 2014). / Egli ha lasciato una vita lunga e buona ai suoi famigliari, a noi
         e a tutto Israele. / Che il suo ricordo sia in benedizione e il suo riposo nell’Eden.
                                         Amen, così Dio voglia.
   1
    Lux, TB, Avodah zarah 18b.                                 in verticale formano l’acrostico del nome del defunto.
   2
    Hatti, Gen. 24,14, con la citazione precedente                 3
                                                                     1 Sam. 2,6.
suona Luzzatti, mentre le iniziali della parte in poesia           4
                                                                     Prov. 11,4.

                                                           5
Alessandra Veronese

          MICHELE LUZZATI: L’UOMO, LO STUDIOSO, LE OPERE: IN MEMORIAM

       Michele Luzzati nasce a Torino il 21 1939,               timentale (CISE), del quale è il primo direttore
da una famiglia ebraica appartenente alla buo-                  e che continuerà a supportare scientificamente
na borghesia, e vi trascorre l’infanzia e la prima              anche dopo il pensionamento, avvenuto nel 2009.
giovinezza. Grande appassionato di calcio, gioca
per un certo periodo a livello semi-professionale.                     Michele Luzzati inizia la sua carriera di
Frequenta il liceo classico e una volta diploma-                studioso con una serie di contributi legati a Pisa,
to sostiene l’esame di ammissione alla classe di                come quelli sulla metrologia pisana,1 sull’arcive-
lettere presso la Scuola Normale Superiore di                   scovo Filippo de’ Medici,2 sulle origini della fa-
Pisa, risultando tra i vincitori di una borsa di                miglia Roncioni.3 Rapidamente allarga i suoi in-
studio. Da quel momento, Pisa diventerà per il                  teressi allo Stato Fiorentino, sempre tenendo al
giovane ebreo torinese il fulcro della sua esisten-             centro la storia di famiglia, che resterà uno dei
za scientifica e personale: in Normale conosce                  fili conduttori delle sue ricerche per l’intero ar-
quella che diventerà pochi anni dopo sua moglie,                co della vita. La sua prima monografia, su Gio-
Francesca Laganà, brava grecista che si dedi-                   vanni Villani e la Compagnia dei Buonaccorsi,4 è
cherà nell’ultima fase della sua vita agli studi di             un ottimo esempio di come si possa coniugare la
bizantinistica.                                                 storia di una realtà statuale con quella familiare,
                                                                economica e sociale. L’attenzione per la dimen-
       Si laurea nel 1962 presso l’università di                sione familiare ricorre anche in altri tra i pri-
Pisa con Armando Saitta; giovanissimo, vince il                 mi ponderosi lavori dello studioso, quali quello
concorso a cattedre per le scuole e insegna per                 relativo alle lettere private all’epoca dell’asse-
alcuni anni italiano e storia presso gli istituti tec-          dio di Pisa5 e l’edizione della storia redatta dal
nici; ottiene in seguito un posto di alunno presso              mercante pisano Piero Vaglienti.6 Anche le non
l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, per                poche voci per il Lexicon des Mittelalters e per il
poi approdare all’insegnamento universitario,                   Dizionario Biografico degli Italiani testimonia-
prima come libero docente (1971), in seguito                    no del suo interesse per le storie di famiglia.7
come professore incaricato presso la Facoltà
di Lettere e Filosofia dell’ateneo pisano, infine                     Accanto alla storia delle famiglie e della
come docente presso la Scuola Normale Supe-                     società toscana, Luzzati si dedica – con ottimi
riore di Pisa. Trascorre inoltre due anni a Mo-                 risultati – anche alla storia agraria: e utilizza la
naco di Baviera, presso la sede dei Monumenta                   sua grande abilità di lettore di documenti per
Germaniae Historica in qualità di borsista della                pubblicare – in collaborazione con altri studio-
Alexander von Humboldt-Stiftung. Diviene or-                    si – inventari altomedioevali di terre, coloni e
dinario di storia medievale presso l’Università                 redditi.8 Fondamentali e di grande interesse so-
di Sassari, dove trascorre alcuni anni prima di                 no anche alcuni suoi contributi sulla “Toscana
essere richiamato presso l’ateneo Pisano. Nel                   senza mezzadria” e sulla demografia e gli inse-
1993, ottiene – assieme ad altri colleghi – di poter            diamenti del contado pisano.9
costituire un centro di studi ebraici interdipar-

   1
     Cfr. bibliografia, n. 9bis: tutti i riferimenti suc-          5
                                                                     Cfr. n. 2.
cessivi sono relativi alla bibliografia che segue.                 6
                                                                     Cfr. n. 4.
   2
     Cfr. n. 10.                                                   7
                                                                     Cfr. nn. 125, 127-129, 133-142.
   3
     Cfr. n. 11.                                                   8
                                                                     Cfr. n. 3.
   4
     Cfr. n. 1.                                                    9
                                                                     Cfr. nn. 15-16, 24.

                                                            6
Tra la metà degli anni Settanta e la fine            Bernard Cooperman, da Julius Kirschner a Ken-
degli Ottanta Luzzati dedica parte delle sue                neth Stow, per citarne solo alcuni.
energie ad elaborare – in collaborazione con
il personale del Centro di Calcolo della Scuola                   A partire dagli inizi degli anni Ottanta,
Normale Superiore di Pisa, presso la quale è                Luzzati inizia a volgere la sua attenzione (ancor-
docente – nuove strategie di approccio alle fonti           ché non esclusiva) alle vicende del mondo ebrai-
seriali. In particolare, è uno dei primissimi in            co italiano. È probabilmente l’incontro con un
Italia ad utilizzare una scienza ancora giovane             altro grande studioso di cose ebraiche, Shlomo
quale l’informatica per l’elaborazione dei dati             Simonsohn, che ha da poco lanciato un progetto
seriali. Proprio la sua familiarità con una do-             per la pubblicazione dei regesti dei documenti
cumentazione come quella notarile lo porta a                relativi al mondo ebraico italiano (documenti in
comprendere l’importanza del dato numerico:                 grandissima parte inediti), a spingere lo studio-
pur non prescindendo mai dall’attenzione per il             so torinese verso la storia degli ebrei nel Medio-
documento studiato come pezzo unico, tenta pe-              evo e nella primissima Età Moderna. In parte,
rò di elaborare serie di dati che – unite ad altri          questo interesse ha anche una motivazione squi-
tipi di approccio – aiuti a meglio comprendere le           sitamente personale: come egli stesso avrà modo
ragioni di alcune dinamiche. Un esempio vera-               di ripetermi più volte nel corso degli anni, l’in-
mente ben riuscito è costituito dall’Estimo di Pi-          teresse per le vicende del suo popolo era per lui
sa nell’anno del Concilio (1409): si tratta di un           anche un modo di riaccostarsi ad un ebraismo
repertorio computerizzato, realizzato in colla-             certamente mai negato, ma sicuramente sot-
borazione con Miria Fanucci e Lionello Lovitch,             tovalutato in anni in cui sembrava a lui, come
pubblicato – dopo una lunga fase di raccolta del            a molti altri della sua generazione, che il peso
materiale – nel 1986.10 Non mancano poi alcuni              della religione andasse sempre più riducendosi,
contributi più teorici sull’uso dell’informatica            sino quasi ad annullarsi. Aveva evidentemente
per l’edizione di fonti seriali.11                          torto: e benché Michele Luzzati tutto sia stato
                                                            fuorché un ebreo osservante (con qualche remo-
       Presenti, nella produzione di Luzzati, non           ra, come quella che lo spingeva a fumare di na-
pochi contributi di sintesi di ampio respiro: su            scosto a Yom Kippur, pur rispettando il digiuno),
Firenze e sull’area toscana,12 sul modello econo-           più passavano gli anni e più sentiva il bisogno
mico “italiano”,13 sul XV secolo come periodo di            di stringere un nuovo e più stretto legame con
crisi,14 per citare quelli più rilevanti.                   quel mondo ebraico che aveva in qualche misura
                                                            volontariamente allontanato negli anni giovanili,
        Una caratteristica senz’altro da sottolinea-        sposando in chiesa una cristiana e acconsenten-
re è la propensione di Luzzati al lavoro d’équipe.          do al battesimo dei figli.
Non sono pochi i casi in cui i risultati della ricer-
ca sono frutto di un lavoro comune: si sono già ci-                Certamente il suo approccio alla storia
tati gli inventari altomedioevali di terre, coloni e        degli ebrei medievali riflette lo stesso rigore im-
redditi e l’estimo di Pisa, a cui vanno aggiunti gli        pegnato nello studio della società toscana tardo-
studi su Volterra e Lucca,15 quelli sulla politica          medioevale: rigore filologico, innanzi tutto, uni-
di Massimiliano d’Asburgo,16 sulle lettere di Lo-           to ad una notevole acribia critica e ad una non
renzo de’ Medici ai Canonici del Duomo i Pisa.17            comune capacità di lettura delle fonti, in parti-
Frequenti e significativi furono anche i suoi con-          colare di quelle più ostiche, come gli atti di certi
tatti con molti colleghi stranieri: da Christiane           notai quattrocenteschi. Il tema della famiglia è
Klapisch a Chris Wickam, da Alfred Haverkamp                sempre centrale, anche nei suoi primissimi lavo-
a Juan Carrasco Perez, da Shlomo Simonsohn a                ri di argomento ebraico: esemplare resta il suo

   10
      Cfr. n. 5.                                               14
                                                                  Cfr. n. 19.
   11
      Cfr. n. 14.                                              15
                                                                  Cfr. nn. 9 e 9bis.
   12
      Cfr. n. 18.                                              16
                                                                  Cfr. n. 21.
   13
      Cfr. n. 25.                                              17
                                                                  Cfr. n. 30.

                                                        7
studio sui matrimoni e l’apostasia di Clemenza               largando gradualmente il suo campo di ricerca
di Vitale da Pisa.18 Fortissimo anche l’interesse            a molte altre località della Toscana e dell’Italia
per Pisa ebraica, in un’ottica di storia degli inse-         centro-settentrionale, Luzzati ha cercato di por-
diamenti, come anche quello per le attività eco-             re le fondamenta teoriche alla storia degli ebrei,
nomiche delle famiglie ebraiche e per le relazioni           convinto che andasse inserita con decisione nel-
esistenti tra queste.19 I suoi studi non si limitano         la storia “generalista”. I suoi primi contributi
al periodo medievale: non mancano infatti con-               sugli ebrei a Pisa e in Toscana sono raccolti nel
tributi importanti relativi agli ebrei livornesi             volume miscellaneo La casa dell’ebreo, pubbli-
nella prima età moderna, studiati confrontan-                cato nel 1985.23 Tra i temi che maggiormente
done la condizione con quella dei correligionari             hanno attirato la sua attenzione troviamo quello
rinchiusi nei ghetti di Firenze e Siena, ciò che             degli insediamenti: prendendo le mosse, come si
permette a Luzzati di evidenziare anche alcuni               è detto, da Pisa,24 lo studioso ha poi ampliato
significativi elementi della politica medicea nei            i suoi studi occupandosi in modo particolare di
loro confronti.20                                            Livorno (per la primissima età moderna)25 e di
                                                             Lucca (uno dei pochi centri, assieme a Pisa, do-
       Luzzati è certamente uno degli artifici del           ve gli ebrei sono attestati sin dal periodo alto-
rinnovamento storiografico che ha investito, ne-             medioevale).26
gli ultimi decenni, la ricerca sulla storia degli
ebrei in Italia. Sino agli anni Settanta, infatti, i                Dopo Pisa e Lucca, Luzzati ha dedicato la
contributi relativi all’ebraismo italiano restaro-           sua attenzione alla presenza ebraica a Firenze,
no non solo numericamente limitati, ma anche                 mettendo acutamente in discussione una serie
metodologicamente impostati in modo piuttosto                di assunti e l’interpretazione tradizionale che
tradizionale. Considerata a torto una “storia mi-            avrebbe voluto i fiorentini fieramente avversi al
nore”, la storia ebraica fu a lungo quasi esclusi-           prestito ebraico. In modo assai convincente, e
vamente appannaggio di eruditi locali – pur con              che certamente ha aperto nuovi percorsi di ri-
qualche lodevole eccezione.21 Questi ultimi, che             cerca, lo studioso torinese ha dimostrato come
pure hanno indubbiamente prodotto contributi                 una simile interpretazione non tenesse conto di
di una certa utilità, rimanevano legati ad una               una serie di fattori e ha, di fatto, rovesciato la
visione storiografica molto tradizionale, che                prospettiva storiografica, evidenziando – attra-
tendeva ad identificare la storia degli ebrei con            verso un’attenta rilettura di fonti già più volte
quella del prestito feneratizio da loro esercitato           utilizzate, affiancate a documenti reperiti più
soprattutto nelle regioni del centro-nord, consi-            di recente, che fu soprattutto la parte ebraica
derato di fatto l’unico elemento di un qualche ri-           a mostrare una scarsa disponibilità ad operare
lievo per la storia generale. Un simile approccio,           nella capitale dello Stato fiorentino, dato che le
denunciato per altro dallo stesso Luzzati, aveva             condizioni offerte da Firenze non si configura-
prodotto sino alla metà degli anni Settanta con-             vano come sufficientemente allettanti.27
tributi di modeste dimensioni, nei quali manca-
va quasi sempre un’impostazione metodologica                       Mentre approfondiva le sue ricerche sugli
solida e che non consentivano neppure di im-                 ebrei toscani, Luzzati non mancava di effettua-
maginare che fosse possibile giungere alla reda-             re “incursioni” in altre regioni italiane: preva-
zione di una storia unitaria degli insediamenti              lentemente (ma non solo) in quelle del centro-
ebraici della Penisola.22 Partendo da Pisa, e al-            nord. Particolarmente rilevante è stato il suo

   18
       Cfr. n. 38.                                           Diritto Italiano» 8 (1935), p. 408-458 [rist. anche
   19
       Cfr. nn. 39-42.                                       in Id., Judaica Minora, Mil ano 1983, pp. 205-255].
    20
       Cfr. n. 46 e 50.                                          22
                                                                    Cfr. tra l’altro i nn. 43-44, 55.
    21
       Cfr. ad esempio U. Cassuto, Gli ebrei a Firenze           23
                                                                    Cfr. n. 7.
nell’età del Rinascimento, Firenze 1918; e V. Color-             24
                                                                    Cfr. nn. 38-42, 67, 82-83, 86, 92, 107, 114.
ni, Prestito ebraico e comunità ebraiche nell’Italia             25
                                                                    Cfr. nn. 46, 51, 61, 91.
centrale e settentrionale con particolare riguardo               26
                                                                    Cfr. nn. 45, 61, 64, 90, 97, 108, 111.
alla comunità di Mantova, «Rivista di Storia del                 27
                                                                    Cfr. nn. 50, 56, 72, 80, 88 e in particolare il

                                                         8
contributo alla ricerca prosopografica, intesa                della banca ebraica e – più in generale – delle
come elemento fondante per una storia della fa-               numerose attività economiche ebraiche: credi-
miglia e delle famiglie ebraiche. Dopo avere sot-             to, commercio, artigianato. Luzzati è autore di
tolineato, in un saggio di carattere metodologico,            contributi di natura molto diversa, che vanno
l’importanza della corretta ricostruzione delle               dallo studio minuto di una realtà locale seconda-
genealogie familiari per la storia delle vicende              ria a ricostruzioni di ampio respiro, nelle quali
degli ebrei italiani,28 lo studioso si è in numerose          discute il ruolo e la funzione dei banchi ebraici
occasioni dedicato a ricerche puntuali, che gli               nell’Italia centro-settentrionale tra XIV e XVI
hanno consentito di seguire le vicende di alcuni              secolo. È proprio l’oscillazione tra ricostruzio-
gruppi familiari e di evidenziare i mutui legami              ni di ampio respiro e puntuali ricerche locali a
tra i loro membri – spesso strategicamente disse-             consentire al Luzzati – attraverso un intelligente
minati lungo tutta la penisola – e con i membri               uso della microstoria – di verificare alcuni dei
di altre famiglia, nella costruzione di quella che            suoi assunti teorici, e di evitare, al contempo,
Luzzati ha felicemente definito la Res publica                sia di formulare improprie generalizzazioni che
hebreorum, a indicare l’esistenza di una sorta                di perdersi nei meandri delle minute vicende lo-
di “Stato ebraico senza Stato” nell’Italia del Ri-            cali, scordando di riflettere costantemente sui
nascimento. Utilizzando in maniera feconda la                 problemi di fondo.30
prospettiva della storia di famiglia, già ampia-
mente impiegata nell’ambito delle sue ricerche                        Accanto alle tematiche più squisitamente
di storia medievale non ebraica, e mediante un                 economiche, emergono nell’opera dello studioso
accurato spoglio di decine e decine di registri di             torinese quelle relative alle relazioni ebraico-
atti notarili, Luzzati ha ben ricostruito le moda-             cristiane.31 Nel corso degli anni, la sua personale
lità di circolazione di uomini, donne e capitali               visione di tali rapporti si è indubbiamente affi-
ebraici nell’Italia del Tre-Quattrocento e i lega-             nata: se nei primissimi lavori era prevalente la
mi esistenti tra i numerosissimi banchi ebraici                tendenza a percepire soprattutto gli aspetti posi-
disseminati sul territorio.29 Lo studio della mo-              tivi della relazione, con il passare degli anni l’in-
bilità ebraica si affianca dunque a quella della               terpretazione si fatta più variegata. Luzzati ha
storia degli insediamenti, e diviene la chiave                 cercato di evidenziare non solo le molteplici mo-
di lettura privilegiata per comprendere quello                 dalità di rapporto esistenti tra società maggiori-
che lo studioso torinese considera un “modello”                taria cristiana e minoranza ebraica, ma anche –
economico ebraico autoctono di grande succes-                  tenendo ben presente la specificità dei tempi, dei
so, anche se tale successo fu – cronologicamen-                luoghi e delle situazioni – quale potesse essere il
te – limitato. Il modus operandi di gran parte                “punto di rottura” di un equilibrio, faticosamen-
degli ebrei italiani, e in particolare di coloro che           te raggiunto e sempre comunque precario, carat-
dimoravano – normalmente in piccoli o piccolis-                terizzante la convivenza ebraico-cristiana nell’I-
simi gruppi – nelle regioni del centro-nord, ga-               talia centro-settentrionale del tardo Medioevo.
rantì loro condizioni di vita e di sicurezza molto             Luzzati parla – correttamente – di modelli rela-
favorevoli, quasi inimmaginabili in altre parti                zionali complessi, caratterizzati da continui mo-
dell’Europa occidentale. Non è casuale che la                  vimenti di avvicinamento e allontanamento, che
nostra Penisola quasi non conosca episodi di                   consentirono comunque agli ebrei d’Italia – con
persecuzione e/o espulsione di massa, e che an-                l’eccezione, a partire dalla fine del XV secolo e
che nei pochi casi in cui singoli ebrei si trovaro-            durante il XVI, di quelli meridionali – di evitare
no a fronteggiare un’espulsione vera e propria                 l’esperienza dell’espulsione. I modelli relazionali
venisse loro concesso, di norma, di andarsene                  studiati da Luzzati sono ben lungi dal riguarda-
senza pesanti danni fisici ed economici.                       re la sola sfera economica: i contatti tra ebrei e
                                                               cristiani, pur prendendo spunto da un recipro-
      Collegati con gli studi sulle famiglie sono              co bisogno di carattere pratico, trascendevano
i lavori che affrontano più decisamente il tema                spesso il puro aspetto finanziario. Lo studioso

n. 102.                                                       116-117, 120.
    28
       Cfr. n. 59.                                               30
                                                                    Cfr. nn. 49-50, 63, 78, 96, 101, 123.
    29
       Cfr. i nn. 53, 65-66, 80, 84, 93, 101, 106, 110,          31
                                                                    Cfr. nn. 47, 54-55, 66, 90, 100, 105, 112.

                                                          9
ha chiaramente mostrato, soprattutto nei suoi               medievale a quella contemporanea.34
bei saggi sul matrimonio e apostasia di Clemenza                   Gli ultimissimi anni della sua vita hanno
da Pisa32 e su due casi di “iconoclastia” ebraica           condotto Michele Luzzati a praticare temi molto
in Toscana e in Veneto,33 come non fosse incon-             lontani da quelli che lo avevano impegnato nei
sueto che agli ebrei venisse consentita un’inte-            decenni precedenti: è cresciuto in lui, ad esem-
razione con il mondo cristiano che non solo non             pio, l’interesse per l’utilizzo storico delle fonti
comportava rifiuto o violenza, ma che anzi in               iconografiche, e per alcune significative per-
certi casi favoriva lo stabilirsi di rapporti ben           sonalità del mondo delle arti nel tardo Medio-
più che cordiali tra ebrei e cristiani.                     evo: si va da contributi di carattere più locale,
                                                            come quello su Giovanni da Mariano, scultore
        Come si è già accennato, accanto alla sto-          e operaio del Duomo di Pisa, oltre che suo am-
ria delle singole famiglie Luzzati ha anche de-             basciatore, ad alcuni lavori su Benozzo Gozzoli,
dicato le sue energie allo studio delle strutture           al già citato studio su due episodi di distruzione
demografiche e sociali dell’ebraismo italiano               di immagini sacre, affiancati da alcuni lavori su
tardo-medioevale, le cui caratteristiche ha evi-            sinagoghe e quartieri ebraici.35 L’interesse per le
denziato in molti suoi lavori. Tra gli elementi da          vicende del popolo ebraico sono poi sfociate in
lui messi in rilievo, possiamo senz’altro ricor-            una serie di contributi inerenti la persecuzione
dare la debolezza demografica della compagine               durante il periodo nazifascista, dedicati in par-
ebraica, l’esistenza di una significativa stratifi-         ticolare alle leggi razziali e alla Shoah.36 A que-
cazione sociale e la frammentazione del tessuto             sto interesse si è affiancata un’indefessa opera
insediativo. Per quanto attiene alle strutture              di sensibilizzazione presso le scuole e in occasio-
sociali del mondo ebraico italiano, egli ha più             ne di incontri pubblici, a cui Luzzati non si è mai
volte sottolineato la forte tendenza all’esogamia           sottratto, convinto che lo studioso – pur avendo
geografica, cui faceva da pendant la forte en-              l’obbligo del rigore scientifico in ogni circostan-
dogamia di classe che caratterizzava il mercato             za – non potesse e non dovesse rinchiudersi in
matrimoniale ebraico. Tale stato di cose incide-            una torre d’avorio, ma mischiarsi anzi con la so-
va fortemente sulle pratiche nuziali e sui legami           cietà, cercando di diffondere la conoscenza del
familiari che era possibile e necessario stabilire          passato più o meno recente in modo al contempo
attraverso la ricerca di un partner per i propri            accattivante e rigoroso. Certamente Luzzati era
figli, dato che – fatta eccezione per le poche città        capace di rivolgersi a qualunque uditorio tro-
in cui dimoravano un certo numero di famiglie               vando la modalità più adeguata; è stato un no-
ebraiche – di norma era necessario cercare fuori            tevole divulgatore, un oratore piacevole, vivace
dalla propria località di residenza un candidato            e coinvolgente. Disponibilissimo con tutti i suoi
che vantasse i requisiti necessari per una liason           studenti, dai quali riusciva ad ottenere impegno
tra pari.                                                   e dedizione, è stato per molti un maestro insosti-
                                                            tuibile: sempre pronto al dialogo, alla battuta,
       Prendendo le mosse dalla storia della fa-            anche al momento conviviale.
miglia e dei legami matrimoniali, Luzzati si è
spostato – soprattutto nell’ultima fase della sua                    Il suo amore per lo studio non è mai venu-
vita – verso tematiche connesse alla storia delle            to meno: neppure dopo l’operazione al polmone
donne. Ha affrontato questioni di rilievo, quali            – che lui derubricava come “piccolo problema”:
ad esempio quelle relative al loro coinvolgimen-             in realtà si trattava di un adenocarcinoma – ha
to nel mondo del lavoro e alla loro autonomia de-            smesso di vivere come aveva sempre fatto: con
cisionale. In parte, questo suo interesse si è con-          l’eterna sigaretta in bocca, l’ansia di portare a
cretizzato nell’organizzazione di un convegno                termine tante cose e tutte assieme, incurante
dedicato proprio alle donne nella storia degli               delle esortazioni dei medici che gli ingiungevano
ebrei d’Italia, in una prospettiva di lungo perio-          (inutilmente) di smettere di fumare e di condur-
do che ha coinvolto studiosi e studiose dall’età             re una vita meno frenetica. Per lui la vita – a

   32
      Cfr. n. 38.                                              35
                                                                    Cfr. nn. 35-36, 48, 73-74, 82, 84, 122.
   33
      Cfr. n. 48.                                              36
                                                                    Cfr. nn. 88, 94-95, 104, 118.
   34
      Cfr. nn. 58 e 149.

                                                       10
cui era tenacemente attaccato, al punto da non               nell’organizzazione di quella che è stata la sua
parlare mai della possibilità della propria mor-             ultima, grande fatica: il convegno su Moshe Su-
te, anche quando era chiaro che si era arrivati              pino, che si è tenuto a Pisa alla fine di maggio.
al capolinea – andava vissuta senza limiti e sino            Non ha potuto prendervi parte, non ce l’ha fat-
all’ultimo respiro: come ha dimostrato mentre –              ta. Si è spento il 12 giugno 2014: con lui è scom-
ormai costantemente sotto l’effetto della morfina            parso un maestro, un amico, un grande studioso.
per mitigare i dolori causatigli dalla metastasi             Zikrono li-vrakah ‫ז״ל‬
ossea che lo aveva colpito pochi mesi prima – ri-                                          Alessandra Veronese
ceveva tutti coloro che con lui erano impegnati                                               Università di Pisa
                                                                             e-mail: a.veronese@mediev.unipi.it

                                BIBLIOGRAFIA DI MICHELE LUZZATI
Monografie, raccolte di saggi ed edizioni di fonti           Articoli, contributi a volumi, miscellanee e con-
a tematica non ebraica                                       tributi ad atti di convegno di tema non ebraico

1. Giovanni Villani e la Compagnia dei Buo-                  9bis. Note di metrologia pisana, «Bollettino Sto-
    naccorsi, Istituto della Enciclopedia italiana,             rico Pisano» 31-32 (1962-1963), pp. 192-218.
    Roma 1971.                                               10. Filippo de’ Medici arcivescovo di Pisa e la vi-
2. Una guerra di popolo. Lettere private dal                    sita pastorale del 1462-1463, «Bollettino Sto-
    tempo dell’assedio di Pisa (1494-1509), Pa-                 rico Pisano» 33-35 (1964-1966), pp. 362-408.
    cini Editore, Pisa 1973 [nuova edizione con              11. Le origini di una famiglia nobile pisana: i
    nuova presentazione: Pisa 2000].                            Roncioni nei secoli XII e XIII, «Bullettino se-
3. A. Castagnetti, M. Luzzati, G. Pasquali, A.                  nese di storia patria» LXXIII-LXXV (1966-
   Vasina (curr.), Inventari altomedioevali di                  1968), pp. 60-118.
    terre, coloni e redditi, Istituto Storico Italia-        12. Ricerche sulle attività mercantili e sul falli-
    no per il Medio Evo, Roma 1979.                             mento di Giovanni Villani, «Bullettino dell’I-
4. P. Vaglienti, Storia dei suoi tempi. 1492-1514,              stituto Storico Italiano per il Medioevo e Ar-
    G. Berti, M. Luzzati, E. Tongiorgi (curr.),                 chivio Muratoriano» 81 (1969), pp. 174-235.
    Pisa 1982.                                               13. Problemi di storia sociale dell’Italia centro-
5. M. Fanucci Lovitch, L. Lovitch, M. Luzzati,                  settentrionale fra tardo medioevo e prima
   L’estimo di Pisa nell’anno del Concilio (1409):              età moderna, Atti del II Convegno Interna-
    introduzione, trascrizione e repertorio com-                zionale dei Medioevalisti Italiani (Bologna, 2
    puterizzato, Pacini Editore, Pisa 1986.                     giugno 1976), Bologna 1976, pp. 1-12.
                                                             14. L. Carratori, M. Luzzati, R. Sprugnoli, The
                                                                use of computers in editing Medieval baptis-
Monografie, raccolte di saggi ed edizioni di testi              mal records in Pisa (1457-1509), «Comput-
a tematica ebraica                                              ers and Humanities» 12 (1978), pp. 155-164.
                                                             15. Toscana senza mezzadria. Il caso pisano
6. La casa dell’ebreo. Saggi sugli Ebrei a Pisa e               alla fine del medioevo, in M. Mirri et alii
    in Toscana nel Medioevo e nel Rinascimento,                 (curr.), Contadini e proprietari nella Tosca-
    Nistri-Lischi, Pisa 1985.                                   na moderna, Firenze 1979, vol. I, pp. 297-
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   Volterra nel Medioevo e nel Rinascimento, Pa-             16. Demografia e insediamenti nel contado pisa-
    cini Editore, Pisa 1993.                                    no nel Quattrocento (1428-1491), «Rassegna
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    sa. A millennium of uninterrupted presence,              17. I registri notarili pisani dal XIII al XV secolo,
    Edizioni ETS, Pisa 2005.                                    in P. Brezzi - E. Lee (curr.), Gli atti privati
9. C. Cohen Skalli - M. Luzzati, Lucca 1493: un se-             nel tardo medioevo: fonti per la storia socia-
    questro di lettere ebraiche. Edizione e commen-             le, Atti del Convegno promosso dall’Istituto
    to storico, Centro di Studi Ebraici, Napoli 2014.           di Studi Romani, dall’Università di Calgary

                                                        11
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18. Firenze e l’area toscana nel Medioevo, in G.              del Duomo e ambasciatore della Repubblica
   Galasso (dir.), Storia d’Italia, Utet, Torino              di Pisa (1435 ca. - 1506), in Storia ed arte
   1984, pp. 201-466.                                         nella Piazza del Duomo conferenze 1992-
19. Das 15. Jahrhundert in Italien als Krisen-                1993, Cursi Editore, Pisa 1995, pp. 53-68.
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   mittelalters, Stuttgart 1984, pp. 247-256.                 Pisa per l’elezione di Piero Gualandi a Ope-
20. Memoria genealogica in assenza di cognome                 raio del Battistero (1486-1487), «Bollettino
   nella Pisa del Quattrocento, in Le modèle fa-              Storico Pisano» 66 (1997), pp. 175-184.
   milial européen: normes, déviances, contrôle            31. La rivoluzione commerciale e lo sviluppo
   du pouvoir, Actes de séminaires organisés                  dell’economia medievale, in Svolte epocali a
   par l’Ecole française de Rome et l’Università              confronto. Origini e confini della civiltà oc-
   di Roma (Roma 1984), Roma 1986, pp. 87-98.                 cidentale, IRSE, Pordenone 2000, pp. 49-70.
21. M. Luzzati - M. Sbrilli, Massimiliano d’A-             32. Schiavi e figli di schiavi attraverso le registra-
   sburgo e la politica di Firenze in una lettera             zioni di battesimo: Pisa, Gemona del Friuli,
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   pp. 825-854.                                               in Dal mondo antico all’età contemporanea.
22. Firenze e le origini della banca moderna,                 Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti
   «Studi Storici» XXVIII (1987), pp. 423-434.                dal Dipartimento di Storia dell’Università
23. Simone Saltarelli arcivescovo di Pisa (1323-              di Sassari, Carocci editore, Roma 2001, pp.
   1342) e gli affreschi del maestro del Trionfo              281-285.
   della Morte, «Annali della Scuola Normale               34. La seconda libertà di Pisa (1494-1509). Per
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   fia», serie III, vol. XVIII/4 (1988), pp. 1645-            no» LXX (2002), pp. 323-334.
   1664.                                                   35. Su due ritratti di Filippo de’ Medici arcive-
24. I contadini e la guerra di Pisa (1494-1509).              scovo di Pisa (1461-1474): un affresco di Be-
   Nuovi dati sulla base dei registri battesimali,            nozzo Gozzoli e una medaglia di Bertoldo di
   in R. Pozzi (cur.), Studi in onore di Armando              Giovanni, «Bollettino Storico Pisano» LXXI
   Saitta dei suoi allievi pisani, Giardini, Pisa             (2002), pp. 193-198.
   1989, pp. 11-22.                                        36. Benozzo Gozzoli a Pisa (1468-1495): spunti
25. La dinamica secolare di un modello “italia-               biografici, in Benozzo Gozzoli. Viaggio at-
   no”, in Storia dell’economia italiana, I: Il               traverso un secolo, Atti del Convegno Inter-
   Medioevo: dal crollo al trionfo, Giulio Einau-             nazionale di Studi (Firenze - Pisa, 8-10 gen-
   di editore, Torino 1990, pp. 5-114.                        naio 1998), Pisa 2003, pp. 149-166.
26. Attività economiche e patrimonio di una fa-            37. Pisa dalla prima (1406) alla seconda con-
   miglia della nobiltà guelfa pisana: i Roncioni             quista fiorentina (1509), in Pisa nei secoli.
   nel Duecento e nei primi anni del Trecento,                L’arte, la storia, la tradizione, A. Zampieri
   in Studi di storia pisana e toscana in onore               (cur.), Pisa 2005, vol. 4, pp. 129-139.
   del Prof. Cinzio Violante, Pacini Editore, Pi-
   sa 1991, pp. 217-230.
27. Il Quattrocento: dall’avvento della domina-            Articoli, contributi a volumi, miscellanee e con-
   zione fiorentina (1406) alla “guerra di popo-           tributi ad atti di convegno di tema ebraico
   lo” (1494-1509), in Pisa: iconografia a stam-
   pa dal XV al XVIII secolo, ETS, Pisa 1991,              38. Per la storia degli Ebrei italiani nel Rina-
   pp. 9-15.                                                  scimento. Matrimoni e apostasia di Clemen-
28. Carlo VIII re di Francia, la Repubblica di                za di Vitale da Pisa, in Studi sul Medioevo
   Pisa e un complesso atto di donazione (1495),              Italiano offerti a Raffaello Morghen, Istituto

                                                      12
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   breo, op. cit., pp. 59-106].                              Hopkins University Press, Baltimore - Lon-
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   to pisano del 1462, «La Rassegna Mensile d’I-          49. I legami fra i banchi ebraici toscani e i ban-
   srael» XLV (1979), pp. 385-392 [anche in La               chi veneti e dell’Italia settentrionale: spunti
   casa dell’ebreo, op. cit., pp. 49-57].                    per una riconsiderazione del ruolo economi-
40. L’insediamento ebraico a Pisa, parzialmen-               co e politico degli Ebrei nell’Età del Rinasci-
   te in Livorno e Pisa: due città e un territorio           mento, in G. Cozzi (cur.), Venezia e gli ebrei:
   nella politica dei Medici, Pacini Editore, Pi-            secc. XIV-XVIII, Atti del Convegno Interna-
   sa 1980, pp. 146-162 [anche in La casa dell’e-            zionale organizzato dall’Istituto di storia del-
   breo, op. cit., pp. 17-33].                               la società e dello stato veneziano dalla Fon-
41. Antichi cimiteri ebraici in Pisa, in Gli ebrei           dazione Giorgio Cini (Venezia, 5-10 giugno
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   Fatti e momenti, B. Di Porto (cur.), Olschki,             casa dell’ebreo, op. cit., pp. 235-263].
   Firenze 1980, pp. 11-20 [anche in La casa              50. Dal prestito al commercio: Gli Ebrei dello
   dell’ebreo, op. cit., pp. 17-33].                         Stato fiorentino nel secolo XVI, in Italia Ju-
42. Prestito ebraico e studenti ebrei all’Univer-            daica. Gli ebrei in Italia tra Rinascimento ed
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   rico Pisano» XLIX (1980), pp. 23-38 [anche                zionale (Genova, 10-15 giugno 1984), Roma
   in La casa dell’ebreo, op. cit., pp. 107-124].            1986, pp. 67-90 [anche in La casa dell’ebreo,
 43. La ricerca storiografica sugli ebrei italia-            op. cit., pp. 265-295].
   ni del medioevo e del Rinascimento tra la fi-          51. Privilegio e identità nella storia degli ebrei li-
   ne dell’800 e l’inizio del ’900, «La Rassegna             vornesi, «Studi Livornesi» I (1986), pp. 37-42.
   Mensile d’Israel» 47 (1981), pp. 129-135.              52. Il ghetto ebraico. Storia di un popolo rin-
44. Ebrei e storia d’Italia, «Studi Storici» 3               chiuso, «Storia e Dossier» II 13 (dicembre
   (1981), pp. 647-657.                                      1987).
45. Lucca e gli ebrei fra Quattro e Cinquecen-            53. Ghetto e insediamento ebraico in Emilia-Ro-
   to, in Città italiane del ’500 tra Riforma e              magna, in Arte e cultura ebraiche in Emilia-
   Controriforma, Atti del Convegno Interna-                 Romagna, Mondadori - De Luca, Milano - Ro-
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46. Dall’insediamento ebraico pisano a quello li-            ni nell’Italia medievale e moderna: conver-
   vornese: continuità e frattura, in Livorno e il           sioni, scambi, contrasti, Atti del VI Congres-
   Mediterraneo: la Nazione ebrea tra Levante,               so internazionale dell’AISG (San Miniato,
   Italia e Africa del Nord, Atti del Convegno               4-6 novembre 1986), Roma 1988, pp. 9-17.
   Internazionale di studi (Livorno, 6-7 marzo            55. Per la storia dei rapporti fra ebrei e cristiani
   1984), Livorno 1987 [anche in La casa dell’e-             in Italia: demografia e insediamenti ebrai-
   breo, op. cit., pp. 125-148].                             ci nel Rinascimento, in C. Luporini (cur.),
47. Fra Timoteo da Lucca (1456-1513): appunti                Ebraismo e antiebraismo: immagine e pregiu-
   di ricerca, in Miscellanea Augusto Campana,               dizio, Giuntina, Firenze 1989, pp. 185-191.
   Antenore, Padova 1981, pp. 377-401 [anche              56. Gli ebrei nella società e nell’economia fio-
   in La casa dell’ebreo, op. cit., pp. 177-202].            rentina del secondo Quattrocento: osserva-
48. Ebrei, Chiesa locale, “Principe” e popolo:               zioni ed ipotesi, «Italia. Studi e ricerche sulla
   due episodi di distruzione di immagini sacre              storia, cultura e la letteratura degli ebrei d’I-
   alla fine del Quattrocento, «Quaderni Stori-              talia» VIII (1989), n. 1-2, pp. 53-61.
   ci» 54 (1983), pp. 847-877 [anche in La casa           57. Un banco di prestito a Borgo a Mozzano nel
   dell’ebreo, op. cit., pp. 203-234; traduzione             Quattrocento, in Atti del sesto convegno di
   inglese: Jews, the local Church, the “Prince”             studi (Borgo a Mozzano, 20 settembre 1987),
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   episodes involving the destruction of sacred              Lucchese, Sezione di Borgo a Mozzano), Bor-
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59. Le ricerche prosopografiche sulle famiglie               dioevo ed età moderna. Studi storici in me-
   ebraiche italiane (secoli XIV-XVI), in La                 moria di Alberto Boscolo, Bulzoni, Roma
   storia degli ebrei nell’Italia medievale: tra             1993, pp. 375-391.
   filologia e metodologia, Istituto per i beni           67. L’insediamento ebraico a Pisa prima del Tre-
   artistici, culturali e ambientali della Regione           cento: conferme e nuove acquisizioni, in So-
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   1990, pp. 58-63.                                          di Cinzio Violante, Fondazione CISAM, Spo-
60. Aspetti dell’attività dei banchi di prestito             leto 1994, vol. I, pp. 509-517.
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   to, in Lucca e l’Europa degli affari. Secoli              sizione e gli ebrei in Italia, Roma - Bari 1994,
   XV-XVII, Atti del Convegno Internazionale di              pp. IX-XVI.
   Studi organizzato a conclusione delle mani-            69. Le persecuzioni antiebraiche a Pisa e a Li-
   festazioni per il Cinquecentenario di fonda-              vorno, in 1943-1945. La liberazione in Tosca-
   zione della Banca del Monte di Lucca (Lucca,              na. La storia e la memoria. Testimonianze,
   1-2 dicembre 1989), a cura di R. Mazzei e T.              ricordi dai comuni toscani, I, Giampiero Pa-
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61. Integrazione e assimilazione nella Livorno            70. Problemi della presenza ebraica in Europa
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   in G. De Sandre Gasparini, A. Rigon, F. Tro-              a Bonaventura da Terracina e ad Abramo
   lese, G. M. Varanini (curr.), Vescovi e dioce-            da Montalcino, in Medicina e salute nelle
   si in Italia dal XIV alla metà del XVI secolo,            Marche dal Rinascimento all’età napoleoni-
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   in Italia (Brescia, 21-25 settembre 1987), vol.           na - Recanati, 28-30 maggio 1992), [«Atti e
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104. Sulla persecuzione razziale a Pisa: un epi-            e sulla sua sepoltura nel Camposanto mo-

                                                    16
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   Lavenia - G. Paolin (curr.), Riti di passaggio,            grafico degli Italiani, Roma 1998, vol. 50, pp.
   storie di giustizia. Per Adriano Prosperi, vol             491-494.
   III, Scuola Normale Superiore, Pisa 2011,               138. Frescobaldi Bettino, in Dizionario Biogra-
   pp. 273-281.                                               fico degli Italiani, Roma 1998, vol. 50, pp.
122. Sulle tentazioni iconoclaste ebraiche in Ita-            471-474.
   lia fra tardo Medioevo e prima età moder-               139. Frescobaldi Amerigo, in Dizionario Biogra-
   na, in M.M. Donato - M. Ferretti (curr.),                  fico degli Italiani, Roma 1998, vol. 50, pp.
  «Conosco un ottimo storico dell’arte...». Per               465-467.
   Enrico Castelnuovo: scritti di allievi e amici          140. Frescobaldi Battista, in Dizionario Biogra-
   pisani, Scuola Normale Superiore, Pisa 2012,               fico degli Italiani, Roma 1998, vol. 50, pp.
   pp. 227-238.                                               467-468.
123. Una «condotta» con divieto di prestito                141. Frescobaldi Berto, in Dizionario Biogra-
   e con scadenza sine die: gli Alpilinc e altri              fico degli Italiani, Roma 1998, vol. 50, pp.
   sefarditi nello Stato fiorentino agli inizi del            469-471.
   Cinquecento, in P.C. Ioly Zorattini, M. Luz-

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