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IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio Atti dell’VIII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16 Napoli | 21-23 Novembre 2019
IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio Atti del VIII Forum ProArch, Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16 Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari Napoli, 21-23 novembre 2019 a cura di Alberto Calderoni, Bruna Di Palma, Antonio Nitti, Gaspare Oliva 1
Il Progetto di Architettura come intersezione di Comitato d’onore Gaetano Manfredi Rettore Università degli Studi di Napoli “Federico II” e presidente CRUI saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio Giuseppe Paolisso Francesco Cupertino Rettore Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Rettore del Politecnico di Bari Michelangelo Russo Direttore Dipartimento di Architettura_UNINA Luigi Maffei Direttore Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale_UNICAMPANIA Giorgio Rocco Direttore Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura_ POLIBA Atti dell’VIII Forum ProArch, Società Scientifica nazionale dei CSSAr_Società scientifica “Centro di Studi per la Storia dell’Architettura” docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16. Giovanni Durbiano ProArch_Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi Maria Teresa Lucarelli SITdA_Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari Stefano Musso SIRA_Società Italiana per il Restauro dell’Architettura Maurizio Tira SIU_Società Italiana degli Urbanisti Napoli, 21-23 novembre 2019 Comitato Scientifico e Promotore Pasquale Miano Dipartimento di Architettura_UNINA Renato Capozzi Dipartimento di Architettura_UNINA a cura di Federica Visconti Dipartimento di Architettura_UNINA Marino Borrelli Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale_UNICAMPANIA Alberto Calderoni, Bruna Di Palma, Antonio Nitti, Gaspare Oliva Francesco Costanzo Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale_UNICAMPANIA Carlo Moccia Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura_POLIBA Francesco Defilippis Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura_POLIBA Documento a stampa di pubblicazione on line Segreteria organizzativa Marianna Ascolese, Manuela Antoniciello, Adriana Bernieri, Alberto Calderoni, Vanna Cestarello, Francesca ISBN 978-88-909054-9-0 Coppolino, Domenico Cristofalo, Tiziano De Venuto, Gennaro Di Costanzo, Bruna Di Palma, Roberta Esposito, Rachele Lomurno, Antonio Nitti, Gaspare Oliva (coordinamento), Michele Pellino, Claudia Sansò (coordinamento), Giuseppe Tupputi Copyright © 2019 ProArch Consiglio Direttivo ProArch Benno Albrecht Università IUAV di Venezia Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Marino Borrelli Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Architettonica, SSD ICAR 14,15 e16 Renato Capozzi Università degli Studi di Napoli “Federico II” Emilio Corsaro Università di Camerino www.progettazionearchitettonica.eu Francesco Costanzo Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Adriano Dessì Università di Cagliari Tutti i diritti riservati, è vietata la riproduzione Francesco Defilippis Politecnico di Bari Giovanni Durbiano Politecnico di Torino Massimo Ferrari Politecnico di Milano Andrea Gritti Politecnico di Milano Filippo Lambertucci Sapienza Università di Roma Alessandro Massarente Università degli Studi di Ferrara Carlo Moccia Politecnico di Bari Segreteria tecnica Elisabetta Di Prisco Capo Ufficio Area Didattica Architettura SPSB_UNINA Eleonora Di Vicino Segreteria di Direzione DiARC_UNINA 2
Ringraziamenti Un ringraziamento particolare a Federica Visconti, la redazione di questo volume non sarebbe stata possibile senza il suo supporto puntuale e la sua generosa disponibilità. Vorremmo anche ringra- ziare Marino Borrelli, Renato Capozzi, Francesco Costanzo, Francesco Defilippis, Pasquale Miano e Carlo Moccia per averci dato l’opportunità di lavorare insieme e confrontarci con questa comples- sa sfida: la cura degli atti di questo Forum non ha significato soltanto un’operazione redazionale di gruppo, ma ci ha dato l’opportunità di costruire e consolidare un rapporto di collaborazione reciproca che speriamo sia fondamento per future iniziative comuni. Un ringraziamento ad Orfina Fatigato e a Brigitte Bouvier, Direttrice della Fondazione Le Corbusier, per aver reso possibile l’in- serimento all’interno del volume degli schizzi di Le Corbusier. Crediti Foto in copertina: courtesy Giovanni Menna Disegno p. 6: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 4. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 8: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 17. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 12: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 105. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 14: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 103. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 18: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 47. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 110: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 75. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 208: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 82. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 304: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 125. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 404: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 111. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 510: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 126. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 610: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 74. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 698: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 25. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 786: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 31. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 878: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 11. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 974: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 101. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1106: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 19. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1238: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 81. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1344: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 83. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1466: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 117. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1594: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 99. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1706: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 49. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1828: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 71. Courtesy ©FLC-SIAE 3
Indice S1,5 Trame interdisciplinari per il Patrimonio 405 Gabriele Ajò | Manuela Antoniciello | Francesco Pio Arcella | Claudia Aveta | Pier Federico Caliari, Greta Allegretti | Valeria Carreras | Francesco Defilippis | Annalucia Presentazione 7 D’Erchia | Giorgia De Pasquale | Luisa Ferro | Calogero Marzullo, Teresa Campisi | Antonio Nitti | Camillo Orfeo | Andrea Pane | Giorgio Peghin | Enrica Petrucci | Irene Introduzione 9 Romano | Michele Ugolini, Stefania Varvaro S1,6 Strategie compositive per il Patrimonio 511 La call 13 Ottavio Amaro | Claudia Ascione | Marco Borrelli | Simona Calvagna | Renato Capozzi | Domenico Cristofalo | Marina D’Aprile | Gianluigi de Martino, Giovanni Nota dei curatori 15 Multari | Gianluigi Freda | Giovanni Iovinella | Bianca Gioia Marino | Enrico Moncalvo | Giulia Annalinda Neglia | Andrea Santacroce | Giuseppina Scavuzzo, Valentina S1,1 Patrimoni fisici ed immateriali 19 Rodani | Gianluca Sortino | Marina Tornatora, Francesco Leto Azzurra Acciani, Alberto La Notte | Santi Centineo | Bruna Di Palma, Lucia Alberti S1,7 Il Patrimonio come proiezione 611 | Vincenzo Esposito | Giuseppe Ferrarella | Antonella Indrigo | Alessandro Labriola Barbara Angi | Giuseppe Arcidiacono | Carlo Atzeni, Stefano Cadoni, Adriano Dessì, | Angelo Giuseppe Landi, Alisia Tognon | Giuseppe Mangiafico | Andreina Milan | Francesco Marras | Alessandra Capanna, Giampiero Mele | Orazio Carpenzano, Iole Nocerino | Delia Alexandra Prisecaru | Manuela Raitano | Francesco Sorrentino | Giovanni Rocco Cellini, Angela Fiorelli, Filippo Lambertucci, Manuela Raitano | Giovangiuseppe Vannelli | Benedetta Verderosa Giovanni Marco Chiri, Donatella Rita Fiorino | Giovanni Battista Cocco, Adriano S1,2 Intervenire sul Patrimonio 111 Dessì, Caterina Giannattasio | Fabrizio Foti | Andrea Grimaldi, Cristina Imbroglini | Vitangelo Ardito | Viola Bertini | Giovanni Battista Cocco, Caterina Giannattasio | Simone Leoni | Olivia Longo, Davide Sigurtà | Edoardo Marchese | Pasquale Mei | Cassandra Cozza | Zaira Dato | Roberta Esposito | Gaetano Fusco | Anna Giovannelli Luigi Stendardo, Luigi Siviero | Valerio Tolve | Luigi Veronese, Viviana Saitto | Mario Losasso | Chiara Occelli, Riccardo Palma | Maurizio Oddo, Antonella Versaci | S1,8 La pratica progettuale per il Patrimonio 699 Giulia Proto | Elisa Prusicki | Gianpaola Spirito | Zeila Tesoriere | Daria Verde | Federica Antonio Acierno, Maria Cerreta, Pasquale De Toro, Lilia Pagano, Giuliano Poli, Paola Visconti Galante, Gianluca Lanzi, Giuseppe Schiattarella | Paolo Belardi | Francesco Felice S1,3 Il patrimonio come genius loci 209 Buonfantino | Alberto Calderoni | Maria Claudia Clemente | Francesco Costanzo | Raffaele Amore | Luca Cardani | Gennaro Di Costanzo | Marco Falsetti | Davide Elena Fontanella, Fabio Lepratto | Paola Galante | Sara Iaccarino | Ferruccio Izzo | Franco, Chiara Frisenna | Lorenzo Giordano | Andrea Iorio | Mariagrazia Leonardi | Edoardo Narne | Gaspare Oliva | Michele Pellino | Claudia Pirina | Carlo Quintelli | Rachele Lomurno | Riccardo Lopes | Roberta Lucente | Eliana Martinelli | Alessandro Fabrizio Rossi Prodi | Marco Russo Mauro | Giovanni Menna | Alessandro Oltremarini | Nicola Panzini | Francesca Patrono S1,9 Forma in divenire e memoria del Patrimonio 787 S1,4 Pensare il Patrimonio 305 Paolo Carlotti | Federica Deo, Claudia Sansò | Ermelinda Di Chiara | Enrico Formato Marianna Ascolese, Vanna Cestarello | Aldo Aveta | Michele Bagnato | Rosalba | Giovanna Franco | Francesco Iodice | Francesco Leoni | Luciana Macaluso | Luigi Belibani | Marco Bovati, Daniele Villa | Francesca Brancaccio | Alessandro Camiz Savio Margagliotta | Giulia Menzietti | Carlo Moccia | Laura Parrivecchio | Anna Lisa | Alessandro Castagnaro | Mattia Cocozza | Riccardo Dalla Negra | Fabrizio De Pecora | Renata Picone | Ludovico Romagni | Adriana Sarro Cesaris, Liliana Ninarello | Alessia Fusciello, Stefano Guadagno | Alessandro Gaiani | Ludovica Grompone | Matteo Ieva | Antonino Margagliotta, Paolo De Marco | Dina Nencini 4
S2,1 I luoghi della dismissione come Patrimonio 879 Gabriella Errico | Mario Ferrara | Enrico Formato, Anna Attademo | Camillo Frattari Maria Pia Amore | Antonella Barbato | Andrea Califano | Andrea Di Franco | Massimo | Fabio Guarrera | Fabrizia Ippolito | Alessandro Lanzetta | Nicoletta Nicolosi | Ciro Faiferri, Samanta Bartocci, Lino Cabras, Fabrizio Pusceddu | Donatella Rita Fiorino, Priore, Martina Russo | Nicola Davide Selvaggio Pasqualino Iannotti, Paolo Mellano | Giulio Girasante | Roberta Ingaramo | Giovanni S2,6 Recuperare Patrimoni tra natura e memoria 1467 Laino | Marco Lecis, Pier Francesco Cherchi | Nicola Marzot | Manuela Mattone, Elena Vigliocco | L. Carlo Palazzolo | Irene Peron | Francesca Privitera | Francesco Paolo Gioconda Cafiero, Aurosa Alison | Cristiana Cellucci | Giulia Cervini | Amanzio Farris | Silvana Kuhtz, Chiara Rizzi | Renzo Lecardane | Federica Marchetti | Antonello Protomastro | Marianna Sergio | Luigi Stendardo, Luigi Siviero | Roberto Vanacore Monaco | Federica Morgia | Maria Rita Pinto, Serena Viola, Katia Fabbricatti, Donatella S2,2 Infrastrutture e geografia come Patrimonio 975 Diano, Anna Onesti, Patrizio De Rosa, Francesca Ciampa, Simona Schiazzano | Consuelo Isabel Astrella | Mauro Berta, Davide Rolfo | Bruno Billeci, Josep Miás, Enrico Prandi | Laura Pujia | Riccardo Renzi | Gennaro Rossi | Guendalina Salimei, Antonello Monsù Scolaro, Francesco Spanedda | Emma Buondonno | Maria Fabrizia Giusi Ciotoli, Angela Fiorelli, Anna Riciputo con Michele Astone, Martina Fiorentini, Clemente | Vincenzo d’Abramo | Giuseppe D’Ascoli | Felice De Silva | Tiziano De Marzia Ortolani | Lea Stazi | Claudia Tinazzi | Fabrizio Toppetti | Giovanni Francesco Venuto | Corrado Di Domenico | Romeo Farinella, Elena Dorato | Massimo Ferrari Tuzzolino | Marco Veneziani | Claudio Zanirato | Annarita Zarrillo | Dora Francese, Luca Buoninconti | Martina Landsberger, Angelo Lorenzi | S2,7 Patrimonio disperso 1595 Gianni Lobosco | Marco Mannino | Alessandro Mazzotta, Nadia Caruso | Michele Francesca Belloni | Marino Borrelli | Marco Burrascano | Nicola Campanile | Luigi Montemurro | Andrea Oldani | Cinzia Paciolla | Giuseppe Tupputi | Margherita Vanore Cimmino | Gianluca Cioffi | Alessandra Como | Emilia Corradi, Elena Scattolini | Isotta S2,3 Luoghi marginali come Patrimonio 1107 Cortesi | Paola Veronica Dell’Aira | Lorenzo Di Stefano | Marianna Frangipane | Andrea Francesca Addario | Marta Averna, Roberto Rizzi | Fabrizia Berlingieri | Francesco Gritti | Maurizio Meriggi | Marco Stefano Orsini | Alessandro Raffa | Carlo Ravagnati | Casalbordino | Ivana Coletta | Francesca Coppolino | Mariateresa Giammetti | Salvatore Rugino | Donatella Scatena | Luisa Smeragliuolo Perrotta Vincenzo Gioffrè | Santiago Gomes, Maddalena Barbieri | Marson Korbi | Lucia S2,8 Patrimoni ‘minori’? 1707 La Giusa | Jacopo Leveratto, Francesca Gotti | Monica Manfredi | Alessandro Massarente, Alice Gardini | Nicola Parisi | Giorgio Peghin, Adriano Dessì | Massimo Roberta Albiero | Luigiemanuele Amabile | Michele F. Barale, Margherita Valcanover Perriccioli, Roberto Ruggiero | Valeria Pezza | Raffaele Pontrandolfi | Sergio Rinaldi, | Enrico Bascherini | Francesca Capano | Antonio Capestro | Alessandra Carlini | Domenico Chizzoniti | Sara D’Ottavi, Alberto Ulisse | Roberto Dini | Andrea Donelli | Gianmarco Chiribiri | Antonello Russo | Luca Tommasi Giuseppe Fallacara | Orfina Fatigato, Laura Lieto | Nicola Flora | Rossella Gugliotta S2,4 Recuperare Patrimoni rimossi 1239 | Marco Maretto, Greta Pitanti | Adelina Picone | Domenico Potenza | Alessandra Paola Ascione, Mariangela Bellomo | Erminia Attaianese, Nunzia Coppola | Carlo Pusceddu | Giancarlo Stellabotte | Alberto Ulisse | Giovangiuseppe Vannelli Atzeni, Silvia Mocci | Lucia Baima, Elena Guidetti | Fabio Balducci | Francesco Camilli S2,9 Teorie e metodi di azione sul Patrimonio 1829 | Roberto A. Cherubini | Anna Del Monaco | Vito Fortini, Paolo Fortini | Maria Gelvi | Paolo Marcoaldi | Luca Molinari | Filippo Orsini | Caterina Padoa Schioppa, Luca Daniela Buonanno, Carmine Piscopo | Michele Caja | Barbara Coppetti, Sandra Porqueddu | Laura Anna Pezzetti | Antonio Riondino | Alessio Tamiazzo | Nicoletta Maglio | Dario Costi | Alberto Cuomo | Sebastiano D’Urso, Grazia Maria Nicolosi | Luca Galofaro | Esther Giani | Claudio Marchese | Anna Bruna Menghini, Vito Quadrato | Trasi | Michele Ugolini | Ettore Vadini | Giuseppe Verterame Umberto Minuta | Giancarlo Motta, Andrea Alberto Dutto | Cristiana Penna | Efisio S2,5 Curare Patrimoni fragili 1345 Pitzalis | Anna Maria Puleo | Valentina Radi | Concetta Tavoletta | Vincenzo Valentino Stefanos Antoniadis, Raffaele Spera | Daniele Balzano, Antonino De Natale | Carlo | Massimo Zammerini Berizzi | Adriana Bernieri | Antonio Bosco, Mihaela Bianca Maienza | Cristina Casadei | Emilio Corsaro, Raffaele Mennella | Angela D’Agostino | Paola De Joanna, Antonio Passaro, Giuseppe Vaccaro | Fabio Di Carlo | Lavinia Dondi | Ruggero Ermini | Maria 5
S2 Patrimonio: Città e paesaggio S2,3 Luoghi marginali come Patrimonio 1107
S2 Patrimonio: Città e Paesaggio In questa sessione s’indaga il ruolo del Progetto di Architettura nella sua capacità di rinvenire e riconoscere ordini e relazioni preesistenti e persistenti alla scala della città e del territorio: antropico, naturale e co- struito. Una interrogazione sulla capacità del Progetto di Architettura di riconoscere relazioni strutturali per la messa in valore dei sistemi natura- paesaggio-città. S2,3 Luoghi marginali come Patrimonio La sotto-sessione “Luoghi marginali come patrimonio” intende riflette- re sulla possibilità di interpretare gli spazi urbani irrisolti e per questo marginali, tra i quali, ad esempio, le periferie costruite negli ultimi cin- quant’anni e che finora hanno costituito una scomoda eredità e un fatto- re di crisi delle nostre città, come una rinnovata risorsa per ripensare la forma e gli spazi della città contemporanea. È possibile individuare del- le teorie della trasformazione urbana, soggiacenti ai progetti di rinnova- mento urbano in atto nelle nostre città? In che modo queste teorie inter- pretano l’eredità del Moderno? A quali nuove idee di città si riferiscono, e attraverso quali tecniche della composizione trovano concretezza? 1108
Francesca Addario Jacopo Leveratto, Francesca Gotti La periferia di Roma e l’ordine della trasformazione. Ipotesi di riconfigurazione Memorie fragili: Il progetto per la riattivazione di patrimoni difficili urbana Monica Manfredi Marta Averna, Roberto Rizzi A partire dallo spazio pubblico Edilizia economico popolare: da patrimonio a bene comune Alessandro Massarente, Alice Gardini Fabrizia Berlingieri Esplorare le aree di margine Sintassi urbane del progetto di Architettura Nicola Parisi Francesco Casalbordino Progetto tra città e campagna. La rigenerazione delle maglie periferiche Nei dis-ordini urbani di Buenos Aires. Pratiche progettuali glocali, il caso di Adamo-Faiden Giorgio Peghin, Adriano Dessì Topografie industriali. Il recupero del deposito del Carbone come nuovo Ivana Coletta Landmark della grande miniera Qualità abitativa e innovazioni tecnologiche per la riqualificazione del patrimonio residenziale delle periferie Massimo Perriccioli, Roberto Ruggiero Innovazione digitale per nuove forme dell’abitare Francesca Coppolino Risignificare i patrimoni fragili. Progetti per Castel Volturno Valeria Pezza Architettura prêt-à porter Mariateresa Giammetti Il progetto del vuoto: una nuova visione per la città del futuro Raffaele Pontrandolfi Riconoscimento e valorizzazione del patrimonio edilizio residenziale del Vincenzo Gioffrè secondo dopoguerra in Italia di valore storico-testimoniale per un recupero e Nuovi paesaggi per la città contemporanea: brevi considerazioni sulla riuso compatibile tra urbano e periurbano specificità di approcci progettuali, strategie e modalità operative Sergio Rinaldi, Gianmarco Chiribiri Santiago Gomes, Maddalena Barbieri Nuovi scenari del rapporto tra ideazione e costruzione nel processo edilizio Ricorrenze Urbane. digitalizzato Il progetto per Fontainhas tra morfologia, tipologia e tettonica Antonello Russo Marson Korbi La città per isole. Camera 47. Abitare come studenti e lavoratori intellettuali nelle case collettive Intersezioni tra architettura, città, pianificazione e paesaggio del patrimonio pubblico Luca Tommasi Lucia La Giusa Leinefelde: la riforma tipologica nell’edilizia pubblica dell’ex DDR Rigenerazione urbana del Quartiere Sbarre Inferiore, Reggio Calabria 1109
Sintassi Urbane e Progetto di Architettura L’area disciplinare del Progetto Urbano presenta, fin dai primi tentativi di codificazione agli inizi degli anni Settanta, una condizione plurale ed uno statuto ambiguo. Il suo nascere, secondo Bernard Huet, costitui- Fabrizia Berlingieri sce una reazione critica alla progressiva scissione tra dimensione ar- Politecnico di Milano, DASTU - Dipartimento di Architettura e Studi chitettonica e urbanistica nel progetto della città, proponendosi «come Urbani, ricercatore universitario, ICAR 14, fabrizia.berlingieri@polimi.it alternativa ad un’urbanistica che si era separata dall’arte urbana dopo l’ultima guerra»1, tanto che, aggiunge, «rivendicare il progetto urbano era rivendicare il progetto contro il piano.»2 Attorno a questa demarcazione, diverse sono state le esperienze pro- gettuali e di ricerca concentratesi sulla necessità di recuperare un lega- me tra architettura e città, individuando nel progetto urbano una scala intermedia capace di riattivare il dialogo interrotto nella Modernità 3. Altre ne hanno esplicitato la centralità sul ruolo dello spazio pubblico4 come elemento di riconnessione e necessaria relazione tra gli edifici, altre an- cora ne hanno riconosciuto il valore di metodo operativo5 per definire un insieme di regole coerenti e finalizzate alla stessa costruzione, o rico- struzione, di parti urbane. Una definizione più estesa e comprensiva di questa condizione plurale di significati è espressa ancora dallo stesso Huet, che afferma: «Il progetto urbano non definisce l’involucro di edifici (…) bensì consiste nell’individuazione di quattro elementi costitutivi del tessuto urbano: il tracciato, le gerarchie monumentali, la suddivisione e infine le regole di organizzazione spaziale.»6 Diventa importante qui sottolineare come gli elementi, a partire dai quali è possibile parlare di progetto urbano, hanno un’origine eterono- ma. Tracciati e allineamenti, gerarchie e presenze monumentali, regole e suddivisioni spaziali appartengono ad un ambito di determinazione esterno al progetto di architettura, essi non sono allocati all’interno di quadri compositivi strumentali all’opera, ma al contrario in ciò che la circoscrive. Alcuni anni più tardi e sempre sulle pagine della rivista Lo- tus, attenta nel registrare un importante ritorno teorico alla questione urbana, Manuel de Solà Morales riprende e ulteriormente sviluppa una possibile definizione di progetto urbano, tuttavia in maniera più com- plessa e inaspettata. Secondo l’architetto e teorico spagnolo la possibilità di definire un pro- getto, urbano, è data dalla (com)presenza di cinque caratteristiche: la 1122
capacità di estendere gli effetti e il riverbero del progetto oltre i confi- inquadrare nel nostro campo disciplinare. Il contributo proposto tenta di ni spaziali e di occupazione volumetrica dell’oggetto in sé; una certa riconsiderare queste narrazioni frammentarie, queste Architetture Urba- complessità del programma funzionale che si pone come obiettivo la ne, a partire dal significato di Patrimonio in due diverse interpretazioni mescolanza di usi; la riconoscibilità di una scala e di un tempo intermedi del Novecento. e cioè un ensemble di edifici che possa completarsi in alcuni anni; la La nozione di Patrimonio è assunta quale categoria estesa e per questo presenza di una committenza o di una partecipazione pubblica; infine suscettibile a considerazioni molto distanti tra loro, ma che presuppone un «impegno volontariamente assunto di adottare un’architettura urba- un comune denominatore nella consapevolezza di un dialogo aperto na, indipendentemente dall’architettura degli edifici.»7 rispetto al pre-esistente e di un processo progettuale rivolto alla sua Proprio l’ultima caratteristica interessa il piano di osservazione che que- trasformazione non solo spaziale ma, soprattutto, di senso. Da un lato, sto contributo propone perché sposta il baricentro della discussione, quindi, riconosce un ordine formale che sottace al nostro presente e e cioè sulla definizione di progetto urbano, da un’attribuzione esterna dall’altro la necessità di una sua continua risignificazione, e anche di all’opera ad una interna, ponendo il problema di un linguaggio archi- una manipolazione sostanziale, attraverso il progetto: tettonico capace di dialogare con la città, meglio ancora di un’opera «Modificazione in architettura non significa altro che il riconoscimento capace di individuare nella stessa composizione architettonica e nella di caratteristiche e di qualità nella realtà e la loro trasformazione in una restituzione volumetrica il suo valore urbano, un’architettura come forma nuova forma di realtà. Fondamentalmente non è né più né meno che il della città. costante rinnovo delle forme del pensiero e delle situazioni reali.»11 «Volevo parlare di questo edificio più che della città, che altri possono studiare, eppure mi accorgo che i due termini sono inscindibili.»8 Due interpretazioni di Patrimonio In effetti, questo slittamento di significato è difficile da esporre per di- La prima delle due interpretazioni proposte insiste su alcune premesse verse ragioni. Mentre siamo abbastanza sicuri, infatti, del significato del dimenticate dal main stream del Moderno e riferibili alla cultura archi- progetto urbano quando parliamo di spazio pubblico o di composizione tettonica e urbana sviluppatasi principalmente in Europa centrale nei di più edifici attorno ad uno spazio di relazione, lo siamo molto meno nel primi due decenni del XX secolo, intorno al valore dell’architettura come riconoscere quando alcune opere considerano la città come bacino del arte civile; la seconda sul lavoro intellettuale del Post Moderno, per cui proprio linguaggio formale, superando i confini della costruzione archi- il patrimonio urbano diventa materiale linguistico e formale del progetto tettonica per influenzare o sovvertire, con la loro presenza, il significato di architettura, come costruzione attualizzata del divenire12. del contesto o le stesse regole dei costrutti urbani. Anche nella storio- Intorno agli inizi del XX secolo, l’immaginario anello atletico del Moderno grafia e nella critica architettonica del Moderno e del Contemporaneo è vedeva sfilare in corsie distinte e parallele diverse tradizioni che sareb- difficile rintracciare una riconoscibilità di specifiche strategie progettuali bero confluite in maniera più o meno evidente e diretta nella codifica- di urbanità al di fuori del nodo tematico del rapporto tra monumento e zione di un nuovo linguaggio, espresso attraverso importanti manifesti tessuto9, probabilmente perché meno esplicite nei processi, meno tra- architettonici. Tra queste alcune affermavano un rapporto di continuità smissibili negli obiettivi e invece molto più ancorate a traiettorie indivi- tra architettura e città, seguendo modelli e programmi sociali di tipo duali ed autografiche dell’esperienza di architettura10. progressista e comunitario, come ad esempio gli interventi residenziali Il termine Architetture Urbane fa riferimento ad un’accezione sfuggente e urbani delle città olandesi o nei paesi scandinavi. che, seppure appare con continuità nell’operato di alcuni architetti dal Willem Dudok, Pieter Oud e Hendrik Peter Berlage in Olanda, Kay Otto Novecento ad oggi, definisce artefatti ambigui ed eccezioni difficili da Fisker e Carl Petersen in Danimarca, Sigur Lewerents e Gunnar Asplund 1123
sono solo alcuni dei protagonisti di un’altra tradizione del Moderno che «trattano la città come campo aperto alla nuova architettura senza che quest’ultima perda mai la propria connotazione di strumento di struttu- razione urbana.»13 A sostanziare tali posizioni due importanti pubblicazioni, quali quella sulla Civic Art di Hegemann14 e il precedente trattato di Sitte15 sulla co- struzione della città, in qualche modo si scontravano sulle premesse te- oriche e le modalità operative dell’altro Moderno, avvertendo il pericolo di una rottura definitiva tra opera architettonica e costruzione urbana. Tuttavia, sono da registrare importanti differenze con cui le diverse voci parlano del rapporto architettura e città. Se, infatti, da un lato Sitte e Hegemann16 lavorano su una tradizione geometrica che risente delle impostazioni più rigide della Beaux Arts, dall’altro lato i protagonisti citati espongono al contrario le ricerche più ambigue ed innovative del momento illuminista di codificazione morfo- tipologica della città attraverso l’architettura. Proprio Durand17 supera il dualismo monumento/tessuto a favore di un nuovo ruolo e una concre- tizzazione spaziale dei cambiamenti sociali e tecnologici sotto la spinta della Rivoluzione Industriale. Il metodo combinatorio di Durand osserva il dato storico attraverso le sue forme in una condizione di sospensione del giudizio di valore, per poterne indagare le leggi interne attraverso un processo binario di scomposizione e montaggio, spogliando quelle stesse forme di ogni propria eroicità. «Intendere l’edificio come composizione costituisce allora il fondamento di una concezione analitica dell’architettura dove progettare consiste nel decomporre l’immagine unitaria che si offre all’immaginazione per poterne individuare gli elementi costitutivi. Solo dopo questa operazio- ne, ricostruendo con questi stessi elementi, dotati ciascuno di proprie potenzialità espressive, un sistema di relazioni misurabili e determinate, acquistiamo la piena comprensione dell’edificio.»18 La seconda interpretazione prende in considerazione l’importante filone di ricerche europee ed internazionali a partire dal secondo dopoguerra19 e che ha in diversi esponenti, quali ad esempio Oswald Mathias Ungers, James Stirling, Aldo Rossi, John Heyduk, Saverio Muratori e Ludovico Quaroni, seppure con profonde differenze linguistiche e impostazioni 1124
teorico concettuali, la predominanza del ruolo che la città assume nella composizione architettonica degli edifici. L’idea di Patrimonio assume un valore di conoscenza tecnica e reper- torio da cui attingere, in maniera diacronica, alle leggi di regolamen- tazione spaziale e di rapporti linguistici che raggiungono sfumature di evocazione nostalgica, a volte di irrigidimento o di travalicamento, tanto da restare spesso ai lati della trasmissibilità storiografica, figure sempre cercate e sempre laterali proprio perché più difficili da restituire. Montaggi, metafore, analogie “Osserviamo ora un monumento: il Pantheon. Prescindiamo dalla com- plessità urbana che presiede a questa architettura. In un certo senso noi possiamo riferirci al progetto del Pantheon o addirittura ai suoi principi, agli enunciati logici che presiedono alla sua progettazione, io credo che la lezione che posso prendere da questi enunciati sia del tutto attuale quanto la lezione che noi riceviamo da un’opera dell’architettura moder- na; o possiamo confrontare due opere, e vedere come tutto il discorso dell’architettura, per quanto complesso, possa essere compreso in un solo discorso, ridotto a degli enunciati di base. Allora l’Architettura si presenta come una meditazione sulle cose, sui fatti; i principi sono po- chi e immutabili ma moltissime sono le risposte concrete che l’architetto e la società si danno ai problemi che via via si pongono nel tempo.»20 La lettura e l’analisi del fenomeno urbano, svincolato da suddivisioni storiche e da giudizio di valore sulle sue parti, acquisito nella sua realtà formale come materiale del progetto «offre l’opportunità di operare una serie di montaggi ripresi nei progetti, nelle relazioni e negli schizzi, sin- cronizzando architetture temporalmente anche distanti (…).»21 La differenza tra queste due interpretazioni del Novecento non consiste tanto nelle modalità operative e compositive con cui la nozione stessa di patrimonio è impiegata, quanto forse nell’individuazione dell’utente fina- le, laddove la prima si identifica con la nascente società della borghesia e del proletariato, la seconda con la sua scomparsa definitiva. Mettendo a confronto queste interpretazioni del progetto architettoni- co fortemente ed indissolubilmente ancorato alla città, emergono alcuni caratteri, a volte sottaciuti, che fanno riferimento alla nozione di storia 1125
come materiale e di linguaggio diacronico contribuendo entrambi alla formulazione teorica della condizione formale dell’architettura come espressione di un fare collettivo. L’importanza di questo assunto, travalicando derive ed oblii del post- moderno, sta nella volontaria scelta di lavorare, nella composizione lin- guistica e formale dell’architettura, attraverso l’idea di patrimonio come scrittura operante, e quindi trasmissibile nel nostro campo disciplinare proprio attraverso le sue espressioni e cioè le stesse architetture. Si tratta quindi di lavorare ad un rivelamento delle sintassi urbane che co- struiscono il progetto a partire dal suo valore urbano, e che per questo non deve essere confuso con il dato contestuale come realtà fisica di riferimento. Il tema Architetture Urbane, architetture a partire dalla città, vuole essere una modalità operativa che si costruisce rifondando an- che il significato di patrimonio, non come catalogo di forme ma come analogia, metafora e montaggio. Accettando l’indicibile come parte del processo di trasmissibilità della pratica architettonica e del suo concre- tarsi nel reale. Note 1 Bernard, Huet (2003), “Il progetto urbano e la storia”, in Rassegna di Architettura e Urbanistica, n.110/11, maggio-dicembre 2003, p.38. 2 Ibidem, p.38. 3 Alcune importanti testimonianze sul lavoro italiano sono contenute nel volume di: Mario, Ferrari (2005), Il progetto urbano in Italia 1940-1990, Firenze, Alinea Editrice. 4 Ignasi, de Solà Morales (1983), “Arte civica contro città funzionale. Problematiche at- tuali dello spazio pubblico”, in Lotus, n.39,p.12. 5 Si pensi agli importanti lavori di ricostruzione di brani storici delle città europee come il caso del Chiado a Lisbona, o della Diagonal di Barcellona, in Lotus, n. 51, 1986. 6 Bernard, Huet (1984), “La città come spazio abitabile: alternative alla Carta di Atene”, in Lotus, n. 41, p.14. 7 Manuel, de Solà Morales (1989), “Un’altra tradizione moderna”, in Lotus, n.64, p.14. 8 Citazione di Aldo Rossi, contenuta nella relazione di progetto per la Schutzenstrasse a Berlino, all’interno dell’introduzione di C. Bolognesi al volume di Aldo, ROSSI (1999), Luoghi Urbani, intervista di Cecilia Bolognesi, Milano, Unicopli, p.12. 9 Come riferimenti dell’ampio dibattito si considerano, tra molti altri, per il quadro italiano i volumi di Antonio, Monestiroli (1997), Temi Urbani, Milano, Unicopli e Aldo, Rossi (1975), Scritti scelti sull’Architettura e la Città 1956-1972, Milano, Clup. 1126
10 Rafael, Moneo (2007), Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti contemporanei, Milano, Electa. 11 Oswald Mathias, Ungers (1984), “Modificazione come tema”, in Casabella, n.498-499, gennaio/febbraio, p. 28. 12 Francesco, Moschini (2013), “Saverio Muratori e Aldo Rossi, le forme dell’architettura e le forme della città”, in Saverio Muratori architetto. Atti del Convegno itinerante Mo- dena 1910 - Roma 1973 a cento anni dalla nascita, a cura di G. Castaldi, Firenze, Aiòn Edizioni, p.172. 13 Manuel, de Solà Morales, “op. cit.”, p.8 14 Werner, Hegemann (1922), The American Vitruvius: An Architects’ Handbook of Civic Art, New York, The Architectural Book Publishing Co. 15 Camillo, Sitte (1889), L’arte di costruire la città. L’urbanistica secondo i suoi fondamenti artistici (I ed.it. 1981), Milano, Jaca Books. 16 Charles C., Bohl; Jean Francois, Lejeun (2009), Sitte, Hegemann and the Metropolis. Modern Civic art and international exchanges, London, Routledge. 17 Jean Nicolas Louis, Durand (1809), Précis des leçons d’architecture données à l’École royale polytechnique, Paris. 18 Jacques, Gubler (1986), “Progetto vs Composizione: una piccola antologia”, in Casa- bella, n.520-521, gennaio/febbraio, p.6. 19 Francesco, Tentori (1984), “L’Architettura urbana in Italia”, in Rassegna di Architettura e Urbanistica, n.58-59-60, p.27. 20 Aldo, Rossi (1968), “Architetture per i Musei”, in AA. VV., Teoria della progettazione architettonica, Bari, Dedalo libri. 21 Cecilia, Bolognesi (1999), “Introduzione”, in Aldo,ROSSI, Luoghi Urbani, intervista di Cecilia Bolognesi, Milano, Unicopli, p.12. Didascalie Fig. 1,2: (Thomas Nemeskeri, Cimitero di Modena, Aldo Rossi/source: flickr cc). Fig. 3,4: (Thomas Nemeskeri, Monumento a Sandro Pertini, Aldo Rossi/source: flickr cc). 1127
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