Il Premio Manzoni festeggia la sua 18esima edizione

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Il Premio Manzoni festeggia la sua 18esima edizione
Ecco i finalisti del premio Manzoni 2022: ad ottobre il vincitore | 1

Il Premio Manzoni festeggia la sua 18esima edizione
Scelti i tre romanzi storici della finale, la giuria popolare di 115 lettori
decreterà il vincitore

LECCO – I retroscena della nascita delle Brigate Rosse in “Mordi e Fuggi” di Alessandro
Bertante, la storia di un giovane pescatore in cerca della sorella rapita dai corsari turchi in
“L’ebano errante” di Pino Cacucci e l’incredibile impresa messa in atto da un gruppo di
ebrei per sfuggire agli oppressori nazisti in “Salvarsi a Vanvera” di Paolo Colagrande:
sono questi libri e autori che si giocheranno la finale del premio Manzoni al Romanzo
Storico 2022.

Sarà la giuria popolare composta da 115 lettori selezionati dalle librerie associate a
Confcommercio e dalle biblioteche del territorio a decretare il vincitore che sarà annunciato
nella serata del 29 ottobre all’auditorium della Casa dell’Economia di Lecco.

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I tre romanzi finalisti al Premio Manzoni 2022

Sotto l’ombrellone, per gli appassionati, non potranno mancare questi tre romanzi
selezionati tra una quarantina di proposte dalla Giuria Tecnica del premio e annunciati
come finalisti questa mattina, martedì, in una conferenza stampa al Palazzo del Commercio.

“Il premio Manzoni è sempre più rinomato nel panorama letterario e per gli autori è un
sigillo di qualità. Un’iniziativa che, insieme al Festival Leggermente, contribuisce a fare
crescere la nostra città nel segno della cultura” sottolinea Antonio Peccati, presidente di
Confcommercio Lecco, associazione che attraverso la sua ’50&Più’ promuove il concorso
insieme al Comune di Lecco e al Centro Nazionale Studi Manzoniani ormai da 18 anni.

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Antonio Peccati con Eugenio Milani, Giuseppe Borgonovo e il prof. Stefano Motta

“Siamo diventati maggiorenni – rimarca Eugenio Milani alla guida di ’50& Più’ -è stato un
lungo percorso, nato dalla collaborazione con i musei civici cittadini e con il Centro
Nazionale degli Studi Manzoniani, iniziato nel 2005 con l’allora presidente Claudio Vaghi
recentemente scomparso. Il Premio Manzoni vuole promuovere la passione per la lettura in
un mondo dove le immagini digitali rischiano di inibire il piacere che leggere un libro ci può
dare”.

Un evento che, come ricordato dall’assessore e vicesindaco Simona Piazza, “è parte della
rassegna Lecco Città dei Promessi Sposi e che si inserisce nella programmazione
istituzionale del Comune. Dobbiamo ringraziare ancora una volta tutti i soggetti coinvolti
per questa sinergia volta a valorizzar e promuovere la tradizione letteraria del Manzoni in
un connubio di attualità, studio e ricerca di tematiche che ritroviamo nella nostra

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quotidianità e valorizza le nostre radici culturali”.

L’assessore Simona Piazza

Anche quest’anno Acel Energie sarà main sponsor: “Non è solo un premio di qualità ma è
prestigioso per chi lo riceve e per la città che lo concede. Lecco è sempre più un punto di
riferimento culturale” sottolinea Giuseppe Borgonovo, presidente della società di luce e
gas.

Sono 115, come anticipato, i lettori che compongono la giuria popolare e selezionati dalle
librerie Parole nel Tempo, Libreria Volante, IBS Libraccio e Libreria Cattaneo di Lecco,
Libreria Torre di Merate, Perego Libri di Barzanò, Aquilario di Mandello e dalle biblioteche
di Airuno, Lomagna, Osnago, Costa Masnaga e Valmadrera.

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Il prof. Stefano Motta mostra i tre romanzi finalisti

A loro il compito di scegliere il vincitore di questa edizione. “Il romanzo storico è una
nicchia rispetto al genere del romanzo, anche se rappresenta un nervo del romanzo italiano,
ma questa nicchia ha delle sottocategorie che sono ben rappresentate da questi testi, molto
diversi tra loro” spiega il prof. Stefano Motta, componente della Giuria tecnica guidata da
Ermanno Paccagnini.

I FINALISTI

– “Mordi e fuggi”, Alessandro Bertante
Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Alberto Boscolo ha
vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole
di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del
Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate

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Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di
autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si
placa. Vuole agire sul serio. Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e
vibrante, nella quale scorrono i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli
anni di piombo. Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca
facili risposte, ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente
storia italiana.

– “L’elbano errante”, Pino Cacucci
Isola d’Elba, 1544. I corsari turchi, al comando di Khayr al-Din detto Barbarossa, sbarcano
nottetempo su una spiaggia accanto a Longone – l’odierna Porto Azzurro – dove Lucero e
sua sorella Angiolina si preparano alla pesca dei calamari. Lucero viene ferito, Angiolina
rapita. Lucero, guidato da un indomabile sentimento di vendetta, si trasforma – anche grazie
all’incontro con il capitano Rodrigo, compagno e mentore – in un “duellante imbattibile” e in
un soldato di ventura. Angiolina entra nel talamo del Signore di Algeri: cambia nome in
Aisha, dà un figlio al sovrano della città-stato corsara, e ne diventa la Favorita. Pino Cacucci
mette in moto una grande macchina narrativa che macina peripezie, storia, poesia, navi,
armi e sentimenti, dipingendo un complesso affresco. Come non mai si avverte la gioia
sensuale del racconto, l’avvicendarsi maestoso di fantasia e realtà, di voci e personaggi.

– “Salvarsi a vanvera”, di Paolo Colagrande
Autunno 1943. Secondo un’antica maledizione – inventata di sana pianta e venduta al
comando tedesco come leggenda popolare – nelle viscere di una miniera di carbone sulla
sponda del Rio Fogazza si nasconderebbe la Salamandra Ignifera Gigante Cinese, capace di
folgorare a vista qualsiasi forestiero si avvicini. Per Aride Mestolari la scoperta casuale del
giacimento è l’unica speranza di salvare se stesso e la sua famiglia. E così, mettendo
insieme una squadra di persone altrimenti destinate a fine certa – una professoressa di
liceo, un suonatore di clavicembalo, un fattorino e un numero imprecisato di irregolari che
dal giorno alla notte si cuciono addosso il titolo di geologo, minatore, fuochista, carpentiere
o artificiere – Aride comincia a vendere carbone alle milizie, tenendole ben lontane dalla
miniera con lo spauracchio della vampa infuocata. Con uno sguardo perennemente distratto
eppure traboccante di verità, Paolo Colagrande apre un varco nella Storia. Un romanzo
miracoloso, divertentissimo e palpitante, sulla fiducia nell’ingegno umano e sul potere
salvifico delle parole.

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