Il magazine del volontariato - Novembre 2019 - Ospedale Pediatrico Bambino ...
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Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it Indice ll valore dei tutor Pag. 3 1 2 Cosa vuol dire essere un tutor volontario Pag. 4 Respirando… al fianco di bambini con bisogni speciali 3 4 Pag. 6 Dynamo Camp: un’oasi di gioia e vitalità 5 Pag. 8 La gestione del lutto per i volontari Pag. 12 6 La valigia dei giochi: il Gioco di Kim Pag. 14
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it 1 Il valore dei tutor di Francesca Rebecchini I l concetto di formazione, inteso come con- Sono stati istituiti diversi corsi di formazione per tributo e stimolo alla crescita della persona, poter sempre meglio strutturare questa figura, si in organizzazioni no profit come quella del è lavorato in gruppo e con metodo cercando di po- mondo del volontariato in OPBG, assume tenziare le loro abilità, mettendole a confronto e a oggi un’importanza rilevante soprattutto disposizione di chi è meno esperto. pensando al grande impegno che i nostri volonta- Si può parlare di un vero e proprio “metodo di ri sono chiamati a dare sviluppando sempre più le apprendimento” in cui la capacità empatica di proprie competenze con metodo ed efficacia. ognuno viene esternata e messa alla prova, per La figura del tutor volontario è nata da pochi avere un comportamento corretto e un approccio anni, ma è già necessaria e importante per la pre- giusto con le famiglie e nella difficile relazione con parazione dei nuovi volontari e determinante per un bambino malato. l’inserimento di questi ultimi nei vari dipartimenti L’Ospedale è consapevole dell’importanza che dell’Ospedale. ha assunto oggi la figura del tutor volontario, Il tutor volontario, in genere, è una persona e cerca di offrire loro sempre più opportunità di esperta e capace, che ha sviluppato nel corso degli crescita e preparazione, considerando che il loro anni diverse competenze sia in ambito organizza- servizio è prezioso in un contesto così difficile e tivo che relazionale. spesso molto doloroso. 3
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it 2 Cosa vuol dire essere un tutor volontario di Annalisa De Sanctis Un tutor deve essere un sostegno per un nuovo germoglio che cresce: vi racconto la mia esperienza uando nel 2011 Poi tutto il personale che incon- madre e la paura del bambino, si ho deciso di av- triamo durante il nostro giro cerchi l’interazione giusta: è una vicinarmi all’at- nell’Unità Operativa, rigorosa- madre che vuol parlare o un bim- tività del vo- mente sempre in punta di piedi. bo che vuol giocare? lontariato, non Ritengo molto importante lavo- Invito l’aspirante volontario pensavo che rare in un ambiente sereno che a osservare ogni movimento avrei beneficiato di effetti tanto ti faccia sentire accolto. Questo o parola che viene spesa nella positivi da rendere la mia una vita primo passo mi consente anche di stanza a cui accediamo. migliore. Donare il proprio tempo capire la reazione dell’aspirante Alla fine del nostro servizio dedi- è un’esperienza di grande valo- volontario e il suo modo di porsi co sempre del tempo per condi- re che aiuta gli altri ma anche se con il personale che, domani, sarà videre i commenti, rispondere stessi. È questo il motivo per cui la sua guida nel reparto. alle domande del neo volontario, mi sono resa da subito disponibile Arriva poi il primo incontro. La e soddisfare i suoi dubbi. Ma non a condividere tale sentimento di- conoscenza con il primo pazien- dimentico di applicare anche un ventando tutor volontario. te. Nel “mio” reparto, dedicato alla costruttivo spirito critico che pos- Dopo un corso formativo sul ruo- cura dei bambini con deficienze sa aiutarlo a modificare, se del lo del tutor in tutte le sue sfaccet- immunitarie, è molto importante caso, alcuni comportamenti non tature, ho iniziato a condividere conoscere le regole di compor- in linea con la mission della nostra le mie ore di servizio con aspi- tamento igienico e i segnali sul- associazione di appartenenza. I ranti volontari, accogliendoli con le porte. Il principio che adotto valori associativi devono diven- rispetto e cura, tenendo in debita è quello di iniziare dalle stanze tare parte integrante del nostro considerazione i loro timori e le meno rigorose in termini di bar- servizio. Conoscerli e condividerli loro attese e motivazioni. riere di protezione per il paziente. è fondamentale per portare avan- Quello che faccio sempre, come Entrare nelle stanze con gioia e ti il percorso di volontario prima e prima cosa, è introdurre il nuovo con un grande sorriso è il secon- tutor successivamente. Dobbiamo arrivato al reparto a cui sono as- do dei miei principi. Cerco di far essere un sostegno per un nuovo segnata. La caposala, se presente, capire come, già dai primi istanti, germoglio che cresce. è la prima a conoscerlo. rotta la naturale diffidenza della 4
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it Siate sempre contenti e pieni di gio- ia per il vostro servizio, ma non fatene mai un motivo di presunzione che por- ta a sentirsi migliori degli altri. Invece, la vostra opera di misericordia sia l’u- mile ed eloquente prolungamento di Gesù Cristo che continua a chinarsi e a prendersi cura di chi soffre. Papa Francesco, dal discorso del Giubileo Straordinario della Misericordia 5
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it 3 Respirando… al fianco di bambini con bisogni speciali L’Associazione aiuta le famiglie di bambini di Silvia Ranocchiari con patologie complesse e bisogni molto speciali. La nostra intervista alla Presidente, Francesca Baldo I bambini con patologie complesse e spes- re e il video del Pesciolino verde. Inoltre – con- so rare necessitano di cure continue e tinua Francesca – abbiamo attrezzato il Dynamo molto particolari. Sono costretti a vivere Camp in modo che potesse ospitare i nostri ado- con l’aiuto di macchinari e spesso sono lescenti in ventilazione meccanica non invasiva permanentemente allettati. per una vacanza gratuita e in completa autono- L’Associazione Respirando si occupa di bam- mia, e abbiamo realizzato il Progetto del 2° Ca- bini con bisogni speciali, che necessitano di un regiver per formare altri caregiver che possano supporto per le loro funzioni vitali. Abbiamo in- concretamente aiutare le famiglie a casa”. contrato la Presidente, la dottoressa Francesca Una valigetta piena di coloratissimi ciondoli ac- Baldo, e le abbiamo chiesto di raccontarci come compagna i volontari di Respirando in Ospeda- è nata l’Associazione: “Respirando è nata quando le. Abbiamo chiesto a Francesca di spiegarci a il professor Renato Cutrera mi ha proposto di cosa servano, come vengono utilizzati: “Si tratta fondare un’associazione che si prendesse cura appunto della Collana del coraggio, una collana dei bisogni delle famiglie dei bambini medical- che si compone nel tempo di colorati corallini. Il mente complessi di cui si occupa da anni nel suo progetto della Collana del coraggio nasce dalla reparto. Ho accolto volentieri il suo invito e con consapevolezza che ci sono reparti dove quoti- mio marito Gabriele e la mia carissima amica e dianamente i piccoli pazienti devono affrontare collega Laura abbiamo fondato l’Associazione il esami, procedure diagnostiche e/o terapeutiche 2 febbraio del 2016 con il desiderio di aiutare ad altissimo impatto non solo fisico ma anche concretamente i bambini medicalmente com- emotivo. Questa «lotta quotidiana» è difficilmen- plessi e le loro famiglie. Noi stessi siamo coin- te condivisibile con chi è fuori dall’Ospedale e ri- volti con la nostra bambina più piccola affetta da schia di diventare un fardello che il bambino por- una malattia rara non diagnosticata”. ta dentro di sé e al quale a stento riesce a dare Riguardo ai bisogni di questi bambini e delle loro un senso. La Collana del coraggio permette di famiglie, Respirando svolge un importante lavo- rendere concreto quello che il bambino sta vi- ro di informazione e sensibilizzazione. “Abbiamo vendo, con dei corallini che settimanalmente portato in Ospedale progetti per valorizzare il dimostrano le procedure che ha affrontato e grande coraggio di questi bambini e delle loro le principali tappe del suo percorso di cura”. famiglie dando dignità al loro vissuto attraver- Respirando continua a crescere, sia in termini di so la Collana del coraggio e offrendo strumenti famiglie associate, sia in termini di volontari che per favorire l’elaborazione del vissuto di malattia portano amore e coraggio al letto del paziente, con gli Orsetti tracheoventilabili, il libricino La sia nel nostro che in altri ospedali italiani. mascherina magica, gli Animalini coprisenso- “Noi ci siamo per loro e non li lasciamo soli!”. 6
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it Respirando in pillole L’Associazione è stata fondata il 2 febbraio del 2016 Il suo scopo è di aiutare concretamente i bambini medicalmente complessi e le loro famiglie Con questo obiettivo, collabora con il Dynamo Camp e realizza una serie di progetti Tra questi, la Collana del coraggio, una collana con dei piccoli componenti che ogni settimana raccontano le tappe del percorso di cura dei più piccoli 7
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it 4 Dynamo Camp: un’oasi di gioia e vitalità Fondata nel 2007, Dynamo Camp organizza soggiorni di Anna Maria che aiutano i bambini affetti da patologie a riacquistare Ardini fiducia in se stessi e delle proprie capacità n’esperienza unica. iniziative di valore sociale, grazie a Quali sono i suoi obiettivi? È ciò che afferma- una visione di filantropia strategica “Dynamo Camp lavora per il diritto no i bambini e i ra- e modalità di gestione efficiente ed alla felicità dei bambini e il diritto gazzi che vengono efficace. Oggi Dynamo Camp ha 57 alla normalità delle famiglie: sono ospitati gratuita- dipendenti, 117 persone di staff sta- aspirazioni che abbiamo inserito mente a Dynamo gionale, 25 medici e 30 infermieri nella nostra costituzione. Camp. Ecco perché abbiamo voluto impiegati nei vari programmi, per Dynamo Camp vuole far vivere ai intervistare Maria Serena Porcari, un totale di 229 persone occupate. bambini una vera vacanza, in un CEO di Dynamo Camp, per saper- Il network di Dynamo Camp com- ambiente naturale meraviglioso e ne di più su questi soggiorni che prende 161 ospedali e associazioni protetto, dove possano godere di aiutano i piccoli pazienti a riacqui- in tutta Italia. Con alcuni ospeda- attività quali arrampicata, cavallo, stare fiducia in se stessi e nelle pro- li il rapporto è continuativo e per piscina, tiro con l’arco, terapia con prie capacità. alcuni progetti specifici la collabo- i cani e gli animali della fattoria, e razione si intensifica e si effettua altre attività, proposte in totale si- Maria Serena, quando è nata anche con accoglienza di personale curezza, secondo la Terapia Ricrea- l’Associazione e da chi medico e infermieristico dell’ospe- tiva Dynamo, con staff specializzato è stata fondata? dale al Camp, come nel caso del e formato per gestire le problema- “Dynamo Camp ha aperto le porte Bambino Gesù per l’accoglienza di tiche di bambini affetti da patologie nel 2007, accogliendo inizialmente bambini con necessità di respira- gravi, e in totale sicurezza medica. 60 bambini con gravi patologie in zione assistita. Finalità ultima è far riacquisire loro due programmi estivi. Oggi ospita In 13 anni di attività, Dynamo fiducia in se stessi e benefici per- gratuitamente 2000 persone l’an- Camp ha gratuitamente ospitato manenti nella gestione della malat- no. Oltre che al Camp, Dynamo por- 8.799 bambini in programmi per tia e della vita, e, nei casi più gravi, ta oggi i suoi programmi di Terapia Soli Camper, 8.164 bambini, ra- specialmente di bambini con gravi Ricreativa Dynamo in Ospedali e gazzi e genitori in programmi fa- patologie neurologiche, contribuire Case Famiglia in circa 40 città in miglia e con i Dynamo Programs a dare sollievo e ‘occasioni di vita’, tutta Italia. L’idea di Dynamo Camp ha raggiunto 25.340 bambini in sia ai bambini sia alle famiglie”. è stata di Enzo Manes, imprendito- ospedali, associazioni patologia e re che nel 2003 aveva dato vita a case famiglia, offrendo program- Fondazione Dynamo, con l’obiettivo mi di Terapia Ricreativa a 42.303 di creare un impatto sociale su temi persone; ha coinvolto e formato urgenti del nostro Paese attraverso 7.441 volontari”. 8
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it A chi si rivolge l’Associazione sclerosi tuberosa, autismo, sindro- Quali sono state e chi può partecipare mi rare, tetra paresi, e altre patolo- le ultime missioni? ai vostri Camp? gie neurologiche gravi. “Quest’anno abbiamo incrementato “Dynamo Camp si rivolge gratui- I Sibling, fratelli e sorelle di bam- a 100 il numero di bambini accolti tamente a bambini e ragazzi con bini ospiti del Camp, hanno inoltre per singolo programma a Dynamo patologie gravi o croniche, dai 6 ai due programmi dedicati, per vivere Camp e a 27 il numero di famiglie 17 anni, di tutta Italia. Si tratta di l’esperienza del Camp e condivide- ospitate contemporaneamente nei bambini e ragazzi italiani e stranieri re quanto hanno nel cuore con altri, programmi appositi, continuando curati in Italia, provenienti da tutto anche in considerazione della parti- a incrementare la complessità delle il territorio nazionale. Al Camp, nei colare situazione che si trovano a vi- patologie accolte e di bambini con programmi estivi per Soli Camper, vere, spesso in ombra rispetto ai fra- bisogni medici complessi. i bambini sono ospitati in autono- telli con necessità di continue cure. Incrementare ulteriormente il nu- mia senza i genitori. Sono bambini Dal 2011 è inoltre presente il pro- mero di bambini gratuitamente ac- con patologie oncoematologiche e gramma Leaders in Training (LIT), colti con patologie molto gravi e che altre patologie gravi e croniche tra rivolto ad adolescenti tra i 17 e i 19 implicano necessità di assistenza cui sordità, necessità di respira- anni che sono stati al Camp come da parte dello staff in modo sem- zione assistita, neurofibromatosi, ospiti e si preparano, se desiderano, pre più importante, competente e cecità, SMA 3, distrofia muscolare, a diventare volontari. Il programma specializzato. L’accoglienza di nuo- spina bifida, MAR (malformazioni permette di continuare a vivere l’e- ve patologie gravi, l’integrazione di ano-rettali), bambini con catete- sperienza Dynamo da un altro pun- differenti patologie nell’ambito del- re venoso centrale. Ci sono inoltre to di vista, ed include momenti di lo stesso programma, l’incremento programmi concepiti ad hoc per formazione sui temi base del Camp e la gestione della complessità sono l’intera famiglia, con attenzione ai e l’affiancamento ai responsabili di sempre maggiori e fanno parte del- genitori quanto ai figli, nella con- attività nella gestione e progettazio- lo sviluppo strategico di Dynamo sapevolezza che la diagnosi di una ne dell’attività stessa. Camp, che ha l’obiettivo di dare ri- malattia non colpisce unicamente il Fuori dal Camp, in ospedali, asso- sposte sempre maggiori in termini bambino malato ma tutto il nucleo ciazioni e case famiglia, Dynamo numerici e qualitativi anche ai biso- familiare, per famiglie con bambini Camp raggiunge bambini e ragaz- gni più gravi e di inclusione anche con patologie neurologiche, tra cui zi in pediatria, in Day Hospital o delle più difficili necessità”. paralisi cerebrale infantile, esiti da a bordo letto, portando i suoi pro- ictus, sindrome di Rett, SMA 1 e 2, grammi di Terapia Ricreativa”. 9
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it Dynamo Camp 11
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it 5 La gestione del lutto per i volontari Il racconto della giornata di formazione al Bambino Gesù: ecco di cosa si è parlato di Giada Marchetti P rosegue la formazione Al Bambino Gesù possono arriva- dei volontari dell’Ospe- re bambini che sono ad uno stadio dale Bambino Gesù, con avanzato della malattia: cosa pensano una giornata dedicata al questi bambini, quali spiegazioni sono lutto. state date loro? Il dott. Pino Di Pinto introduce Fino ai 4 anni non c’è comprensio- l’argomento della gestione delle ne, il pensiero è solo concreto, ed è emozioni e la relazione durante la difficile concepire il “mai più”, il malattia, presentando la dott.ssa bambino a quell’età si aspetta un “ri- Francesca Bevilacqua di Onco-Ema- torno”. Dai 4 ai 5 anni c’è un interesse tologia e la dott.ssa Lucia Aite. per gli aspetti fisici e biologici della Entriamo subito nel vivo della di- morte e alle domande dei bambini è scussione: tutti noi ci portiamo bene rispondere sempre che la mor- dietro il ricordo di un lutto che te fa parte della vita. Dai 7/8 anni riaffiora proprio quando ci si sente in poi c’è invece un’idea realistica più vicini a una morte. Secondo Don sull’universalità della morte (tutto Mario Puppo, il Cappellano dell’O- vive e tutto muore). spedale, “ognuno di noi attinge da E allora, quando un bambino o un un proprio pozzo interiore per po- adolescente è inguaribile, ne è con- ter affrontare tragiche situazioni in sapevole? Dobbiamo, come volontari, Ospedale”. sempre ascoltare un bambino malato, Ma è il bambino inguaribile il pro- perché dalle sue parole si trasmette tagonista di questa discussione, e ciò che pensa: non siamo noi a dover la dott.ssa Bevilacqua ce ne parla: dare risposte. il bambino e la famiglia vivono un Tutto questo per noi volontari signi- periodo consapevole della gravità fica stare in ascolto con rispetto e della situazione, che è un periodo umiltà, nient’altro. Anche, e soprat- completamente diverso da quello tutto, in relazione all’elaborazione del terminale dove tutto decade. lutto da parte dei genitori. Significa, Parliamo ora della comprensione in altre parole, partecipare in silenzio, della morte, un processo che dura con maggiore distanza di sempre. Il tutta la vita per ogni essere umano. nostro messaggio silenzioso deve es- Una volta era un tabù, oggi invece sere soltanto “noi siamo qui accanto con le nuove tecnologie ci si illude a voi, non possiamo lasciarvi soli in di essere onnipotenti. tanta sofferenza”. 12
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Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it GIOCO ADATTO A 6-8 ANNI 9-12 ANNI Il Gioco di Kim di Annalisa Del Savio ADOLESCENTI TUTTI min. Piccoli oggetti di vario tipo, 2 giocatori un telo (facoltativo), carta e penne , Dalla valigia dei giochi, per il mese di novembre ho pensato di rispolverare un grande classico, . adatto a quasi tutte le fasce d’età: il Gioco di Kim È un gioco molto semplice che si può fare in due o più giocatori, eventualmente anche divisi in squadre. a va L g dei 14
Insieme in OPBG | Novembre2019 www.ospedalebambinogesu.it Svolgimento del gioco Inizieremo fornendo ogni giocatore di carta e penna (nel caso si giochi divisi in squadre, li daremo solo al caposquadra). A questo punto procederemo posizionando su un tavolo in ordine sparso vari oggetti (colori, fermagli, temperini, cellulare, libri, scontrini, foto, ecc.). Più oggetti saranno presenti più il gioco sarà divertente. Decideremo, basandoci anche sull’età dei giocatori, che tempo darci per la fase di “osservazione” (di solito due o tre minuti, sono sufficienti). Al via i partecipanti avranno la possibilità di osservare lo “scenario”, memorizzando quanti più elementi possibili e senza poter scrivere nulla. Allo scadere del tempo, la tavola verrà coperta con il telo o in mancanza di esso, si chiederà ai giocatori di voltarsi di schiena. A partire da ora potranno iniziare ad appuntare sul foglio quanti più oggetti la loro memoria è riuscita a catturare. Alla fine del gioco vincerà, ovvia- mente, chi sarà riuscito a ricordare più elementi. Si possono fare più manche, cambian- do sia gli oggetti che il loro ordine sul tavolo. Buon divertimento a aligi i gioch 15
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