IL M5S SICILIANO VOTA LA NORMA CHE AUMENTA IL NUMERO DEGLI ASSESSORI NEI COMUNI

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IL M5S SICILIANO VOTA LA NORMA CHE AUMENTA IL NUMERO DEGLI ASSESSORI NEI COMUNI
IL M5S SICILIANO VOTA LA
NORMA CHE AUMENTA IL NUMERO
DEGLI ASSESSORI NEI COMUNI
                                      Da una parte si discute
                                      se dare un taglio ai
                                      vitalizi per gli ex
                                      deputati dell’Assemblea
                                      regionale, dall’altra
                                      si approva una norma
                                      che aumenta il numero
                                      degli assessori nei 390
                                      comuni siciliani. 355
                                      assessori     in    più
                                      rispetto a oggi.

“Una norma che consentirà di migliorare l’efficienza della
macchina comunale e, soprattutto, di offrire servizi migliori
ai cittadini”.

È questo il commento dei deputati 5 stelle Ciancio, Pagana,
Mangiacavallo e Cancelleri, che hanno firmato l’emendamento,
diventato oggi legge all’Ars, che consente ai Comuni di
aumentare il numero di assessori per evitare il concentramento
di numerose deleghe nelle mani delle stesse persone, anche a
scapito di specifiche competenze e del tempo da dedicare alle
numerose questioni da affrontare.

“La norma – afferma Mangiacavallo – in pratica allinea i
Comuni della Sicilia a quelli del resto d’Italia ed è ad
invarianza di spesa per la Regione. I Comuni, tra l’altro, non
sono obbligati a ricorrere ad un numero maggiore di elementi
in giunta, hanno soltanto la facoltà di poterlo fare e,
comunque, non possono andare oltre a tetti prestabiliti”.
IL M5S SICILIANO VOTA LA NORMA CHE AUMENTA IL NUMERO DEGLI ASSESSORI NEI COMUNI
Per il vice presidente dell’Ars, il grillino Giancarlo
Cancelleri, “si tratta di una norma di buon senso che allinea
la Sicilia al resto del Paese: finora i sindaci, soprattutto
nei piccoli comuni, hanno dovuto tenere per sé deleghe
importanti agendo con molta difficoltà”, ha detto rispondendo
alla critiche sull’aumento della spesa,

                                  Fonte: Sicilia Oggi Notizie

IL SINDACO M5S DI LIVORNO
NOGARIN BOCCIATO ALLE EUROPEE
SFIDA DI MAIO: “SI APPELLA
ALLA BASE”
IL M5S SICILIANO VOTA LA NORMA CHE AUMENTA IL NUMERO DEGLI ASSESSORI NEI COMUNI
(Vignetta di RiMa)
Il sindaco 5 pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin,
rischia di essere escluso dalle liste del Movimento 5 Stelle
per le elezioni europee del prossimo 26 maggio. Martedì sera
sulla piattaforma Rousseau è uscita la lista dei candidati
toscani alle parlamentarie che sarà votata a breve dagli
iscritti e Nogarin, che ha rinunciato a cercare il bis da
sindaco per tentare la corsa per Bruxelles, risultava in terza
pagina al 75° posto su 149 in lizza.

La lista è stata stilata dallo staff attribuendo a ogni
candidato un certo numero di “bollini” fino a un massimo di
nove in base a criteri precisi: il certificato di laurea, la
conoscenza della lingua inglese, l’aver partecipato a Italia a
5 Stelle o a un Villaggio Rousseau, l’essere un portavoce del
M5S e così via. In cima alla lista ci sono figure molto meno
conosciute di Nogarin: sul podio dei candidati “premium”
appaiono la consigliera comunale di Firenze Silvia Noferi (7
bollini), l’ex consigliera a Pisa Elisabetta Zuccaro (6) e la
consigliera comunale di Fucecchio, Lisa Giuggiolini (5).
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Nogarin martedì invece risultava solo al 75° posto sui 149
candidati totali con due bollini: la laurea in Ingegneria
aerospaziale e l’essere stato un portavoce del M5S. Al sindaco
non è stato riconosciuto alcun merito per i 5 anni di governo
della ex roccaforte rossa e per gli incarichi istituzionali di
questi anni, come la vicepresidenza nazionale di Anci. È pur
vero che la lista stilata dallo staff è indicativa, ma spesso
gli attivisti chiamati a votare su Rousseau tendono a seguire
l’ordine dei candidati alle parlamentarie.

Così, appresa la notizia, Nogarin è balzato sulla sedia. E ha
provato a contattare, senza successo, Davide Casaleggio e il
vicepremier Luigi Di Maio (con cui i rapporti sono freddi da
tempo) mentre l’unico big da cui ha ricevuto una risposta è
stato Beppe Grillo, che ha passato il caso a Massimo Bugani.
Quest’ultimo ha contattato telefonicamente il sindaco di
Livorno e nel pomeriggio di ieri Nogarin è passato dal 75 al
27° posto nella lista con un terzo “bollino” (la
partecipazione a eventi Rousseau) ma comunque molto indietro
rispetto agli altri candidati.

Nel suo staff rimane il timore di una vendetta di Di Maio, a
cui non sarebbero andate giù le critiche di Nogarin al governo
sul caso del processo a Salvini sul caso Diciotti. “I giudizi,
anche quelli che non si condividono, si rispettano e non si
commentano”, ha dichiarato al Fatto il sindaco di Livorno. “La
mia speranza è che le persone premino il lungo lavoro svolto
in questi 5 anni, da attivista da sindaco, da persona che ha
lottato”

Ora, per farsi candidare e poi eleggere, dovrà lottare duro.

                                    Fonte: Il Fatto Quotidiano

QUANDO           SU       INTERNET              CERCHI
IL M5S SICILIANO VOTA LA NORMA CHE AUMENTA IL NUMERO DEGLI ASSESSORI NEI COMUNI
M5S.IT E SI                   APRE         IL      SITO
DELLA LEGA
                                     Se provate ad entrare a
                                     un sito internet del
                                     Movimento 5 Stelle
                                     cercandolo attraverso
                                     il più banale m5s.it
                                     arrivate dritti dritti
                                     a quello della Lega.

Se infatti, su qualunque browser, come riportato anche
dall’HuffPost, un utente prova a digitare l’indirizzo
www.m5s.it si viene – dopo un periodo di attesa –
reindirizzati automaticamente alla homepage del sito
leganord.org, portale dello schieramento di Matteo Salvini,
senza poter accedere al sito del Movimento.

Forse l’amministratore del sito a 5 Stelle ha dimenticato di
rinnovare la proprietà del dominio, permettendo alla Lega di
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giocare questo “scherzetto” agli alleati di governo.

                                             Fonte: Il Mattino

STADIO ROMA, INDAGATO ANCHE
DONNARUMMA AD DI ACEA
                                      Si allarga l’inchiesta
                                      della procura di Roma
                                      sullo stadio della
                                      Roma.L’amministratore d
                                      elegato     di   Acea,
                                      Stefano Donnarumma, è
                                      stato perquisito e
                                      iscritto nel registro
                                      degli
                                      indagati   nell’ambito
                                      dell’inchiesta che ha
                                      portato nei giorni
scorsi all’arresto di Marcello      De Vito, ex presidente
dell’Assemblea capitolina.

L’ipotesi di accusa nei confronti di Donnarumma è di
corruzione in relazione a due sponsorizzazioni, da 25 mila
euro ciascuno, che Acea fece per i concerti di Natale 2017 e
2018 che si tennero presso l’Auditorium di via della
Conciliazione.

Gli inquirenti sospettano che dietro questa dazione di denaro
ci sia il frutto della corruzione in virtù di un accertato
rapporto di conoscenza tra il manager e De Vito ma in
realtà Donnarumma – secondo ambienti della difesa – si sarebbe
limitato a dare l’ok a una spesa, peraltro irrisoria, che era
stata decisa dal presidente dell’Azienda.
Fonte: Agi

PICCITTO,   EX   SINDACO  DI
RAGUSA: “NO ALLE EUROPEE, IN
M5S GRAVE CRISI DI VALORI.
NON SI PUÒ SEGUIRE SEMPRE
SALVINI SU TEMATICHE CHE NON
SONO QUELLE DEL 5S”
                                      Federico Piccitto, ex
                                      sindaco 5 Stelle di
                                      Ragusa e primo sindaco
                                      grillino in Sicilia,
                                      intervistato da Ragusa
                                      h 24 lancia una dura
                                      critica al Movimento di
                                      Di Maio.

«Non ho presentato la candidatura on line per le europee. Non
aveva senso, in un contesto in cui nel Movimento non c’è stato
alcun dibattito, e di conseguenza nessuna idea concreta, su
come riformare l’Unione Europea e quale ruolo l’Italia avrebbe
dovuto giocare in tale processo, esserci ma senza avere idea
di cosa fare, di quali concreti progetti e idee portare avanti
per la crescita del nostro paese non fa parte del mio modo di
vivere l’impegno politico per la comunità. Io credo che prima
di ogni cosa sia indispensabile una seria discussione, un
ampio dibattito interno, sulle posizioni da assumere sulle
grandi questioni, sulle azioni più urgenti da portare avanti,
solo dopo si individuano le persone che possono incarnare e
portare avanti al meglio quelle azioni e quei progetti.
Diversamente tutto diventa solo un fatto personale, della
singola persona, estemporaneo, magari utile per qualcuno a
trovare un lavoro o per migliorare la propria posizione, ma
questo è l’esatto opposto di ciò che sin dall’inizio ha messo
attorno al Movimento tanti di noi».

Così Federico Piccitto indicato da tanti come uno dei
possibili candidati per le elezioni europee. Piccitto non si
era ricandidato alle elezioni amministrative dello scorso anno
e i grillini avevano perso al ballottaggio con l’esponente del
centrodestra, Peppe Cassì. Appena un paio di giorni fa un
altro esponente dell’ex giunta pentastellata, Stefano
Martorana, aveva annunciato il sofferto addio al Movimento. «I
fatti delle ultime settimane mi hanno indotto, con sempre più
insistenza, a chiedermi se avesse ancora senso continuare a
sostenere un Movimento che, in questi mesi, e segnatamente
dalla formazione del Governo Conte, ha cambiato connotati e
valori di riferimento. La votazione del Senato, che nega
l’autorizzazione a procedere contro Salvini, accusato di
sequestro di persona aggravato per la questione della nave
Diciotti, conferma il definitivo abbandono dei principi
fondamentali che avevano ispirato la nascita del Movimento, a
beneficio dei tanti ministri, sottosegretari e parlamentari
che avrebbero rischiato, con la probabile caduta del Governo,
di lasciare i rispettivi incarichi e tornare a casa». Questa
la dichiarazione di Martorana.

Piccitto parla di «perdita importante». E aggiunge: «Non gli
si può dare torto, davvero stiamo vivendo una situazione di
crisi valoriale profonda che trascina con se anche un serio
problema d’identità». Sul voto per il «caso Diciotti», l’ex
sindaco ribadisce: «Non si trattava di una mera questione
giuridica ma politica, rispetto alla quale per salvare il
governo ci si è discostati da principi che fanno parte del
nostro modo di vivere il servizio alla comunità. Quando hai un
ruolo, ottenuto ribadendo alcuni principi, non puoi derogare
per mantenere una posizione, devi sempre mettere in conto di
cadere ed avere la libertà di chiudere l’esperienza
anticipatamente pur di mantenere coerenza e non perdere la
propria identità. Lì c’era una questione fondamentale da
ribadire: siamo tutti uguali di fronte alla legge, cittadini,
sindaci, ministri, nessuno (nemmeno un membro del governo è al
di sopra di essa). Al di là di ciò che veniva contestato a
Salvini, la questione di fondo era questa: il mettersi a
disposizione della magistratura, così come hanno fatto e fanno
ad esempio tanti nostri sindaci. In politica come nella vita
fare la cosa giusta non vuol dire fare sempre la cosa che
rende felici».

Piccitto è pessimista: «È una situazione che mi pesa molto, ho
investito molto del mio tempo e delle mie energie, anche negli
ultimi mesi per il Movimento ma la stanchezza comincia ad
affiorare e non si vede ancora luce in fondo al tunnel». A
differenza di Martorana, Piccitto non lascia il movimento, ma
spera ancora in un cambio di rotta. Senza sottacere i
problemi.

«I territori, i gruppi, gli amministratori locali – spiega –
sono stati progressivamente dimenticati e abbandonati a se
stessi. E se non si curano queste realtà, che sono l’ossatura
di qualunque movimento politico, si cade a pezzi. Molti dei
sindaci e dei consiglieri comunali sono allo stremo delle
forze, spesso non hanno un riscontro alle richieste che
vengono dai loro territori e non ricevono supporto adeguato.
Se non ci si struttura bene ed in fretta si rischia di sparire
dai territori, molti sindaci e consiglieri già adesso, pur
potendolo fare, decidono di non proseguire l’esperienza
politica per un secondo mandato. Manca il collante tra le
persone per un progetto politico forte in mancanza del quale
le realtà locali si muovono in maniera disomogenea l’una
dall’altra quando riescono a fare sintesi e a superare da sole
faide e lotte interne intestine. Non ci si può aprire alla
società civile se molto spesso non si riesce a trattenere nel
Movimento le tante persone in gamba che ci sono e che sono una
risorsa importante e di cui troppo spesso si è fatto a meno
con leggerezza. Non si possono seguire costantemente Salvini e
la Lega su tematiche che non sono quelle del Movimento, è un
giocare al ribasso. In questo senso se non si cambia rotta,
c’è il rischio di una slavina. L’agenda politica è dettata
dalla competizione elettorale con la Lega e purtroppo spesso
scade nel chi la spara più grossa: non c’è un discorso
organico».

E se qualche deputato, anche locale, è un fiume in piena di
comunicati stampa e post su facebook, Piccitto taglia corto:
«Per me la politica non è fatta di annunci, non è
merchandising, la politica è dare risposte concrete ai
problemi della comunità, è trovare soluzioni reali alle
istanze dei territori. Vedo un eccesso di “annuncite”, in
alcuni casi cronica, e questo alla lunga diventa un problema,
perché genera sfiducia nella politica».
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