Il genio di Leonardo da Vinci, tra Arte e Tecnologia - 500esimo anniversario della morte di Leonardo (1519 - 2019) - Scuola ...

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Il genio di Leonardo da Vinci, tra Arte e Tecnologia - 500esimo anniversario della morte di Leonardo (1519 - 2019) - Scuola ...
Il genio di Leonardo da Vinci, tra Arte e Tecnologia
     500esimo anniversario della morte di Leonardo (1519 - 2019)

                            Prof. Manrico Bissi
Il genio di Leonardo da Vinci, tra Arte e Tecnologia - 500esimo anniversario della morte di Leonardo (1519 - 2019) - Scuola ...
15 aprile 1452: le origini di un ‘’Omo sanza lettere’’

Leonardo nacque il 15 aprile 1452 nella casa padronale dei Da Vinci        «So bene assai che, per non essere io
ad Anchiano (Comune di Vinci, presso Firenze). Era figlio illegittimo      letterato, a qualcuno di presuntuoso
del notaio Piero Da Vinci e della sua domestica, tale Caterina. Egli fu    parrà ragionevolmente di potermi
comunque accolto con benevolenza dalla famiglia, e compì i suoi            biasimare per l’essere io omo sanza
primi studi a Vinci, sotto la guida del nonno e degli zii paterni. Parve   lettere. Gente stolta! Poiché non
subito un ragazzo molto curioso e di mente vivace, però incline al         sanno questi che le mie cose son più
disordine e poco costante nei suoi impegni di studio.
                                                                           da esser tratte dalla Esperienza, che
                                                                           d’altrui Parola, la quale esperienza fu
                                                                           maestra di chi bene scrisse, e così per
                                                                           maestra io la piglio, e quella in tutti i
                                                                           casi seguirò».

                                                                           L. Da Vinci, ‘’Codice Atlantico’’
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La Firenze di Lorenzo il Magnifico e la bottega del Verrocchio

                            Negli anni Sessanta del Quattrocento il giovane Leonardo si
                            trasferì a Firenze presso la famiglia del padre Piero. La città si
                            trovava ormai governata da Lorenzo de’ Medici, che aveva
                            investito considerevoli somme di denaro nello sviluppo delle
                            Arti e nell’abbellimento della propria capitale. In tale contesto,
                            Leonardo mostrò particolare interesse per il disegno e per il
                            rilievo, tanto che nel 1469 il padre lo fece entrare in qualità di
                            apprendista nella bottega dell’artista Andrea del Verrocchio.
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La Firenze di Lorenzo il Magnifico e la bottega del Verrocchio
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Il controverso rapporto con il Verrocchio

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                        BATTESIMO DI CRISTO (Andrea del Verrocchio con
                        aiuti di Leonardo e Botticelli), 1475-1478

                        «Per Andrea del Verrocchio, che stava facendo una
                        tavola dove S. Giovanni battezzava Cristo, Leonardo
                        lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benché
                        fosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che
                        molto meglio de le figure d'Andrea stava l'Angelo
                        di Leonardo. Il che fu cagione ch'Andrea mai più
                        non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo
                        ne sapesse più di lui»

                             G. Vasari, ‘’Vite dei più eccellenti pittori’’ 1568
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Il controverso rapporto con il Verrocchio

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                                ANNUNCIAZIONE (Leonardo), 1472-1475
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Il controverso rapporto con il Verrocchio

                                        Angelo del
                                    BATTESIMO DI GESU’

Studio per la manica di un Angelo                         Studio per drappeggio
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Il controverso rapporto con il Verrocchio

TOMBA DE’ MEDICI (Verrocchio)
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Il trasferimento nella Milano di Ludovico il Moro

              Dai primi anni Ottanta del Quattrocento Leonardo si trova a Milano. Il suo
              trasferimento fu probabilmente favorito dal Magnifico, abituato a inviare i
              migliori artisti fiorentini in tutte le principali città italiane per celebrare la
              grandezza della propria Corte toscana. Lo stesso Leonardo si trovò bene a
              Milano: la città era molto meno imbevuta di astrattismo e filosofia, ed anzi
              le guerre di Ludovico Sforza (Il Moro) stimolavano alla sperimentazione di
              nuovi meccanismi militari e logistici, che tanta
              affascinavano la curiosità di Leonardo.
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L’Uomo come parte di una Natura organica: la Vergine delle Rocce

                          VERGINE DELLE
                          ROCCE (Leonardo),
                          I versione
                          1483-1486

                          1    Assenza di aureola

                          2    Postura delle mani

                          3    Sguardo espressivo
                               dell’angelo

 1                   3                              1        3

           2                                            2

                                VERGINE DELLE
                              ROCCE (Leonardo),
                                      II versione
                                      1499 circa
La ritrattistica e lo studio dei ‘’moti dell’animo’’

               LA GIOCONDA (Leonardo),
                      1503-1506

             LA BELLE FERRONIERE
             (Leonardo), 1490-1495
                  DAMA CON L’ERMELLINO
                    (Leonardo), 1490 circa
La ritrattistica e lo studio dei ‘’moti dell’animo’’

                 «Questo vecchio, di poche ore
                 innanzi la sua morte, mi disse lui
                 passare i cento anni, e che non si
                 sentiva alcun mancamento ne la
                 persona; e così standosi a sedere
                 in letto nello Spedale di S. Maria
                 Nova a Firenze, sanza movimento
                 passò di questa vita. E io ne feci
                 notomia, per vedere la causa di sì
                 dolce morte».
                 (Leonardo, Quaderno di
                 Anatomia)

                  STUDIO PER LA
                  BATTAGLIA DI ANGHIARI
                  (Leonardo), 1503                    DISEGNI DI ANATOMIA (Leonardo)
Il capolavoro di Leonardo: l’Ultima Cena

«Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò:            di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: ‘’Di', chi è colui
‘’In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà’’. I discepoli si   a cui si riferisce’’. Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli
guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno        disse: ‘’Signore, chi è?’’. Rispose allora Gesù: ‘’È colui per il quale
dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco       intingerò un boccone e glielo darò’’ (Giovanni 13-21, 13-26)».
Il capolavoro di Leonardo: l’Ultima Cena

Nel 1494 Leonardo ricevette l’incarico di dipingere un’Ultima Cena per il
refettorio del convento di S. Maria delle Grazie, luogo caro a Ludovico il
Moro perché destinato alla celebrazione dinastica della famiglia Sforza.
Nella grande chiesa aveva da poco finito di lavorare anche il Bramante.
L’Ultima Cena di S. Maria delle Grazie costituisce una summa di tutti gli
studi compiuti ida Leonardo in quegli anni (sfumato, prospettiva aerea,
moti dell’animo), rappresentandone il capolavoro assoluto.
Il capolavoro di Leonardo: l’Ultima Cena

                  Andrea                      Giovanni                                   Tommaso                       Giuda Taddeo

               Giacomo min.                    Pietro                GESU’             Giacomo mg.                         Matteo

                Bartolomeo                Giuda Iscariota                                 Filippo                          Simone

«Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò:               di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: ‘’Di', chi è colui
‘’In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà’’. I discepoli si      a cui si riferisce’’. Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli
guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno           disse: ‘’Signore, chi è?’’. Rispose allora Gesù: ‘’È colui per il quale
dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco          intingerò un boccone e glielo darò’’ (Giovanni 13-21, 13-26)».
Il capolavoro di Leonardo: l’Ultima Cena

                                                                          B

                                                                  GESU’
                                                                          A

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                                                                          B

«Soleva andar la mattina a buon'ora a montar sul ponte, dal
nascente Sole sino a l'imbrunita sera non levarsi mai il pennello di
mano, ma scordatosi il mangiare e il bere, di continuo dipingere».
Matteo Bandello , Novella LVIII, sec. XVI.
Il capolavoro di Leonardo: l’Ultima Cena

                                                                          B

                                                                  GESU’
                                                                          A

                                                                          A

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«Soleva andar la mattina a buon'ora a montar sul ponte, dal
nascente Sole sino a l'imbrunita sera non levarsi mai il pennello di
mano, ma scordatosi il mangiare e il bere, di continuo dipingere».
Matteo Bandello , Novella LVIII, sec. XVI.
Breve ritorno a Firenze: la ‘’Battaglia di Anghiari’’

Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico la città di Firenze si
costituì in repubblica sotto il governo di Pier Soderini:
questi, nel 1503, affidò a Leonardo, da qualche anno
tornato in città dopo il lungo e prolifico soggiorno
milanese, l'incarico di decorare una delle grandi pareti del
nuovo Salone dei Cinquecento nel Palazzo Vecchio. Si
trattava di un'opera grandiosa per dimensioni e per
ambizione: la Battaglia di Anghiari, un episodio degli
scontri tra esercito fiorentino e milanese avvenuto il 29
giugno 1440. Nel complesso la decorazione doveva quindi
celebrare il concetto di Libertà repubblicana, attraverso le
vittorie contro nemici e tiranni.
Breve ritorno a Firenze: la ‘’Battaglia di Anghiari’’
Le grandi ‘’lezioni’’ di Leonardo nella Pittura

                            PROSPETTIVA AEREA
                            Attraverso l’osservazione diretta, sperimentale, della
                            Natura, Leonardo comprende che le montagne e i
                            rilievi in lontananza sfumano in tinte grigio-azzurre,
                            perché si ‘’mescolano’’ all’aria che si interpone tra
                            di essi e l’occhio dell’osservatore. Inoltre, secondo
                            Leonardo, l’aria al suolo è più densa e quindi copre
                            di più le forme e i colori, mentre quella in alta quota
                            è più rarefatta e quindi più trasparente.

                            TECNICA DELLO SFUMATO
                            Sempre osservando la Natura, Leonardo comprende
                            che la luce è fatta di ‘’corpuscoli’’ che avvolgono i
                            contorni di ogni oggetto, annullandoli e sfumandoli
                            nei colori dell’ambiente circostante. Egli si distacca
                            dalla scuola pittorica fiorentina, che dava grande
                            importanza al disegno dei contorni, anticipando la
                            resa della luce che sarà propria dei Macchiaioli.

                            FISIOGNOMICA
                            Si ritiene che Leonardo abbia sezionato almeno 30
                            cadaveri per studiare la struttura e il funzionamento
                            del corpo umano. Da queste osservazioni, egli ricavò
                            una restituzione assai realistica dei muscoli facciali,
                            con i quali ha reso in maniera assai efficace i volti e
                            le espressioni dei personaggi rappresentati.
Leonardo, il grande ‘’ingegnere’’: il pedalò
Leonardo, il grande ‘’ingegnere’’: l’automobile
Leonardo, il grande ‘’ingegnere’’: i cuscinetti a sfera
Leonardo, il grande ‘’ingegnere’’: le chiuse fluviali

                                                                              A

                                                                                      B

Verso la metà del Quattrocento, venne messo in opera un sistema di
conche che permetteva le comunicazioni fra bacini di diverso livello.
Contrariamente all'opinione comune, Leonardo non è autore dei Navigli,
bensì uno dei numerosi ingegneri che li hanno studiati e perfezionati. Tra        C
il 1506 e il 1513 Leonardo da Vinci infatti studiò la conca del naviglio di
S. Marco. Il suo progetto consisteva nell'allacciare il Naviglio Martesana
alla cerchia interna dei Navigli attraverso le due chiuse, di S. Marco e
dell'Incoronata; in questo modo si sarebbe potuta attraversare la città
via acqua, e in prospettiva collegare l'Adda al Ticino. Da notare un'idea
originale di Leonardo: il portello inferiore, manovrabile dall'alzaia, per
diminuire o aumentare la portata dell'acqua.
Approfondimento: tracce leonardesche nel Piacentino

«Vedesi nelle montagne di Parma e Piacentia
le moltitudini di nichi e coralli intarlati, ancora
appiccicati alli sassi, de’ quali quand’io facevo
il gran cavallo di Milano, me ne fu portato un
gran sacco nella mia fabbrica da certi villani».

L. Da Vinci, Codice Leicester, foglio 9r
Approfondimento: tracce leonardesche nel Piacentino

                                         La Madonna di Camaldoli, della
                                         seconda metà del Quattrocento,
                                         venne eseguita a più mani nella
                                         bottega del Verrocchio: lo storico
                                         Carlo Starnazzi vi ha riconosciuto
                                         la mano giovanile di Leonardo. Al
                                         Botticelli sembra invece risalire il
                                         disegno della cornice eseguito sul
                                         retro della tavola, molto simile
                                         alla cornice dorata del famoso
                                         Tondo botticelliano conservato a
                                         Piacenza. Anche il Botticelli seguì
                                         l’apprendistato dal Verrocchio.
Approfondimento: tracce leonardesche nel Piacentino

                              «Piacenza è terra di passo, come
                              Fiorenza»
                              L. Da Vinci, Codice Atlantico

                              Durante il suo soggiorno milanese, Leonardo si propose ai
                              fabbriceri del Duomo di Piacenza come scultore per fondere
                              le nuove porte bronzee della Cattedrale, in sostituzione dello
                              scultore Ambrogio Ferrero già incaricato del progetto. La
                              proposta del genio fiorentino rimase, purtroppo, inascoltata.
Il genio di Leonardo da Vinci, tra Arte e Tecnologia
     500esimo anniversario della morte di Leonardo (1519 - 2019)

                            Prof. Manrico Bissi
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