Il flusso migratorio sul continente africano - di Alessio Iocchi* - NUPI
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Il flusso migratorio sul continente africano di Alessio Iocchi* SOCIETÀ E AMBIENTE L a rappresentazione dell’Africa quale «con- tinente in movimento» si nutre di un’ico- nografia della povertà e della violenza eredità tangibile del passato coloniale eu- ropeo: migrazioni di massa per conflitti, necessità ecologiche o carenze alimentari vengono enfatiz- zate dai media in maniera sensazionalistica e i gio- vani migranti africani sono ritratti come una nuova «orda» pronta a far breccia nella fortezza europea e ad accaparrarsi i preziosi frutti dell’Eldorado oc- cidentale (1). L a demagogia allarmista si sviluppa sugli assunti fondamentalmente falsi che le migrazioni africane verso l’Europa siano in aumento e che siano provocate da povertà e violenza. Falsi miti da sfatare R appresentazioni di estrema povertà, carestie, con- flitti e degrado ecologico vengono amalgamate per dipingere un ritratto dell’Africa come patria del- la miseria umana, al punto da richiedere formulazioni politiche sotto il prisma della sicurezza (2). La ricer- ca empirica, d’altro canto, riporta un quadro del tutto diverso delle migrazioni africane, slegato dalla logica pregiudizievole dell’osservazione selettiva e dell’im- pressione giornalistica: dei 27 milioni di migranti afri- cani che, nel 2017, si spostavano dal proprio Paese ver- so un altro, solamente 8 di questi si stabiliva fuori dal continente africano (3). Questi ultimi 8 milioni – oc- corre aggiungere – non si stabilivano solo in Europa ma soprattutto nei Paesi del Golfo persico e in America settentrionale. L’altra grande distorsione riguarda le ragioni di fondo delle migrazioni africane: benché la rappresentazione mediatica venda un’idea di migrazio- ne africana basata sul sensazionalismo della violenza e © Egea SpA - tutti i diritti sono riservati sulla pornografia della miseria, queste non hanno che un ruolo del tutto marginale rispetto a variabili più mondane, come la ricerca di una moglie o di un marito, * Alessio Iocchi è Senior Research Fellow presso il Norwegian Institute of International Affairs (NUPI). e&m n. 3/2020 DOI: 19
di un’istruzione superiore o di un livello di benessere bilità e capacità di governance statale che consentono materiale maggiore in un contesto urbanizzato. il rapido impiego nel mercato dello stock di rifugiati. In Africa orientale, d’altro canto, esiste una mobilità Da est a ovest, passando per il sud di professionisti e lavoratori qualificati storicamente N on è un caso che i maggiori poli di attrazione del continente siano anche le economie più diversi- ficate e vivaci, società multi-culturali dov’è possibile sviluppata anche per tramite degli accordi di coopera- zione fra i Paesi dell’East African Community (EAC), i quali di fatto equiparano le condizioni dei lavoratori migliorare la propria condizione socio-economica at- migranti a quelle dei residenti. Un esempio a questo traverso opportunità lavorative o d’istruzione: Sudafri- riguardo è l’accordo di libera circolazione dei lavorato- ca, Costa d’Avorio, Nigeria, Kenya, Uganda ed Etiopia. ri siglato tra Kenya e Rwanda nel 2013 e sviluppato in Per esempio, per l’Africa occidentale la Costa d’Avorio, particolar modo da quest’ultimo per attrarre investi- malgrado una crisi politico-militare durata cinque anni menti dalla macro-area orientale del continente: tra il (2002-2007) che ha in parte invertito il trend, conti- 2000 e il 2014 circa 250 mila lavoratori ruandesi sono nua a rappresentare una meta per tutti i migranti nel stati impiegati nei settori bancario, edilizio, finanziario, settore agricolo della macro-regione occidentale (Gui- tecnologico e delle comunicazioni in Kenya (4). nea, Burkina Faso, Mali, Benin). Per l’Africa australe, il mercato delle costruzioni e quello minerario sudafri- La propensione alla mobilità interna cano, oltreché l’eccellenza universitaria del Paese, rap- presentano il maggior collettore di lavoratori e studen- ti migranti dalla macro-regione australe (Zimbabwe, A l netto di legittime considerazioni sul brain drain (5), per le quali alcuni Paesi del continente stan- no sviluppando delle politiche di contrasto specifiche Mozambico, Lesotho, Namibia, Malawi, Zambia e Re- (come il Sudafrica nel settore della sanità), la gran pubblica Democratica del Congo). Un gran numero di parte delle migrazioni sul continente coinvolge lavo- lavoratori dal continente è altresì attratto in Sudafrica ratori con un livello d’istruzione ed esperienza lavo- dalle opportunità offerte dal settore dei servizi e del- rativa mediamente basso, impiegati perlopiù nell’am- la finanza, elementi che rendono di fatto il Paese una bito agricolo, nei servizi domestici e nel commercio top destination per la forza-lavoro africana altamente informale. Il corridoio migratorio fra Burkina Faso e qualificata. Costa d’Avorio, per esempio, consente uno dei flussi di Kenya, Uganda ed Etiopia sono divenute le maggiori lavoratori agricoli fra i più cospicui del continente per destinazioni per un gran numero di migranti da Sud via dell’altissima domanda di manodopera nei campi e Sudan, Somalia e Repubblica Democratica del Congo nelle piantagioni ivoriane. Allo stesso modo, le oppor- non solo per via del maggior dinamismo economico tunità commerciali fornite dalla comune appartenenza ma, non secondariamente, anche per una maggior sta- alla Comunità economica dei Paesi dell’Africa occiden- © Egea SpA - tutti i diritti sono riservati 20 dossier
tale (ECOWAS) si sono evolute in sostanziale continu- condo modalità di coercizione violenta, com’è tuttora ità con un flusso storicamente alimentato di commer- evidente nella regione dei Grandi Laghi (Repubblica cio al dettaglio e all’ingrosso, altamente socializzato Democratica del Congo, Rwanda, Uganda) in relazione e codificato su base religiosa o etnica, che coinvolge alle opportunità offerta dall’estrazione di minerali (10), un gran numero di commercianti nella macro-regione oppure in Libia per quanto riguarda lo sfruttamento occidentale (6). Tale propensione alla mobilità, al di là dei flussi migratori immessi sulla rotta mediterranea e delle strutture sociali e culturali di lungo corso, è sta- diretti verso il Nord Africa e l’Europa (11). ta favorita dai protocolli di governance elaborati dalle organizzazioni regionali per la liberalizza- zione dell’economia e del commercio degli Stati membri, in particolare per favorire occupazione Il quadro delle migrazioni e business. in Africa è caratterizzato da Per esempio, la Southern African Customs Union (SACU) e la zona monetaria Communau- una forte vivacità in termini di té Financière Africaine (CFA) – entrambe orga- nizzazioni che sono eredità del découpage territo- circolazione e opportunità riale operato dai colonizzatori (rispettivamente britannici e francesi) – hanno da sempre operato in un regime di forte integrazione commerciale e oc- L’evidenza di tali processi di trans-nazionalizzazio- cupazionale, supportato anche da sottese dinamiche ne è ben rappresentata dalla Nigeria, dove le pratiche egemoniche e di dependency nelle quali sono rispettiva- di regionalizzazione dal basso, in mancanza di un con- mente la finanza sudafricana e il Ministero del tesoro tratto sociale condiviso fra Stato e cittadinanza, hanno francese a garantire stabilità alle riserve di valuta. In foraggiato pratiche di imprenditorialità violenta. Nel maniera non dissimile, in Africa occidentale, ECOWAS centro-nord del Paese (Benue, Plateau, Kaduna) l’acca- già nel 1979 siglava un protocollo di libera circolazio- parramento di terre (land grabbing) avviene seguendo ne dei lavoratori al fine di consolidare un processo di una dinamica di violenza a bassa intensità che genera region-building a trazione nigeriana (7). profitti per un insieme diversificato di operatori (12). Al confine nord-occidentale (Sokoto, Zamfara) ope- Dinamiche di circolazione ratori trans-frontalieri beneficiano dell’immissione e processi di regionalizzazione nel mercato di bestiame catturato da organizzazioni O ltre i formali processi di region-building, un con- tinuo sviluppo di regionalizzazione «dal basso» – tramite reti di supporto trans-nazionali, comunità armate. D’altra parte, al confine nord-orientale che dà direttamente sul vasto spazio trans-nazionale del lago Ciad, le milizie della galassia a vocazione jihadi- della diaspora e migrazioni lavorative stagionali – ha sta conosciute come Boko Haram possono spartirsi i caratterizzato la dinamica migratoria degli ultimi de- dividendi del commercio ittico e agricolo con diversi cenni in Africa. In questo senso, l’esistenza di reti so- operatori trans-frontalieri (13). ciali operanti sia come «paracadute» sia come base di supporto per il lavoratore e il commerciante migrante Uno sguardo d’insieme risulta fondamentale per la costituzione di un’impre- sa di successo e foriera di benefici economici non solo per il migrante stesso ma per l’intera rete familiare che I processi di sviluppo economico, l’emersione di nuovi mercati (finanziari, tecnologici e delle comunicazio- ni) e il fondamentale ruolo delle politiche statali e degli questi si propone di supportare (8). organismi regionali spiegano i trend e percorsi della La manipolazione delle barriere doganali e i vasti migrazione africana, confermando dunque come la flussi di re-esportazione di merci, facendo leva sulla maggioranza della circolazione di lavoratori avvenga frontiera come strumento per aggirare (o approfittare sul continente. Nel 2017, 19 milioni di africani si sono dei) differenziali tariffari, hanno potenziato le abilità spostati per ragioni di opportunità sul continente, se- degli operatori trans-nazionali – e, dunque, migran- guendo modalità e possibilità concrete molto diverse ti. Emblematico è il caso della Nigeria che, nel 2019, fra loro. L’accresciuta dimensione di settori di merca- ha deciso di chiudere le proprie frontiere allo scopo to che richiedono manodopera altamente qualificata di limitare l’ingresso di merci dagli Stati confinanti e, ancora non compete con la capacità di assorbimento © Egea SpA - tutti i diritti sono riservati dunque, per favorire la produzione agricola interna (9). del mercato agro-pastorale e ittico (in special modo Le opportunità di profitto generate dall’aggiramen- in Africa occidentale) o estrattivo-minerario e delle to delle regolamentazioni sulla circolazione (di beni, costruzioni (in particolare in Africa australe), le quali merci e individui) da parte degli operatori trans-fron- comprendono attività ad alta intensità di manodopera talieri ha operato, negli ultimi decenni, anche a di- (labour-intensive) che attraggono migranti scarsamente scapito degli operatori statali, favorendo altresì una qualificati. La mobilità degli stessi si snoda sia attra- dinamica di estrazione di capitali e dividendi anche se- verso il percorso di corridoi migratori storicamente e&m n. 3/2020 21
sviluppati (come tra Burkina Faso e Costa d’Avorio) e teriale, che sono invece ampiamente impiegate nelle legati alla fondamentale presenza di reti di supporto rappresentazioni convenzionali sul tema. In ultima diasporiche e trans-nazionali, sia attraverso il capita- analisi, il quadro delle migrazioni in Africa è caratte- le umano generato dall’accesso a maggiori livelli di rizzato da una forte vivacità in termini di circolazione istruzione, di reddito e di informazioni – tutti fattori e opportunità, costituitasi attorno a rotte storicamente che rendono impossibile una migrazione per ragioni costituite, alla resilienza delle eredità coloniali e a nuo- di sotto-sviluppo economico ed estrema miseria ma- vi processi di integrazione. (1) V. Memoli, «Media use, political efficacy and anti-immigrant feelings in host countries», Contemporary Italian Politics, 11(4), 2019, pp. 415- 428. (2) S. Castles, H. de Haas, M.J. Miller, The Age of Migration, Palgrave Macmillan, New York, 2014. (3) B. Schoumaker, M.L. Flahaux, D. Schans, C. Beauchemin, V. Mazzucato, P. Sakho, «Changing patterns of African Migration: A Comparative Analysis» in C. Beauchemin (a cura di), Migration between Africa and Europe: Trends, Factors and Effects, Springer-Verlag & INED Population Studies series, New-York, 2015. (4) UNCTAD, Economic Development in Africa. Report 2018 - Migration for Structural Transformation, 2018. (5) M. Chand, «Brain drain, brain circulation, and the African diaspora in the United States», Journal of African Business, 20(1), 2018, pp. 6-19. (6) T.A.M. Moussa, B.G. Soulé, A.S. Afouda, Echanges et réseaux marchands en Afrique, Karthala, Parigi, 2010. (7) D. Bach, Regionalism in Africa. Genealogies, Institutions and Trans-state Networks, Routledge, New York, 2017. (8) F. Amato, A. Iocchi, Il Niger e le nuove frontiere dell’Europa. Una ricerca su migrazioni e lavoro in Africa sub-sahariana, Editrice Socialmente, Bologna, 2020. (9) «Nigeria’s land borders closed to all goods, official confirms», Al Jazeera, 15 ottobre 2019. (10) A. Laudati, «Beyond minerals: broadening “economies of violence” in eastern Democratic Republic of Congo», Review of African Political Economy, 40(135), pp. 32-50, 2013; T. Raeymaekers, Violent Capitalism and Hybrid Identity in the Eastern Congo, Cambridge University Press, New York, 2014. (11) L. Pradella, S. Taghdisi Rad, «Libya and Europe: imperialism, crisis and migration», Third World Quarterly, 38(11), 2017, pp. 2411-2427. (12) A. Higazi, «Farmer-pastoralist conflicts on the Jos Plateau, central Nigeria: security responses of local vigilantes and the Nigerian state», Conflict, Security & Development, 16(4), 2016, pp. 365-385. (13) A. Iocchi, «Revolt, navigation and resistance. A Glimpse on the “Boko Haram” conflict in Chad» Inter-Disciplinary Political Science, 5(1), 2019, pp. 23-53. In sintesi •• Dei 27 milioni di migranti africani che, nel 2017, si spostavano dal proprio Paese verso un altro, solamente 8 di questi si stabiliva fuori dal continente africano: in Europa, ma soprattutto nei Paesi del Golfo persico e in America settentrionale. •• Le ragioni di fondo delle migrazioni africane vanno ricercate nelle asimmetrie fra aspettative (individuali e di comunità) e mezzi (distribuzione di informazioni e risorse), le quali spingono chi già possiede un capitale sufficiente a migrare per perseguire la ricerca di una moglie o di un marito, di un’istruzione superiore o di un livello di benessere materiale maggiore in un contesto urbano: maggiore mobilità si registra infatti in particolare nel settore dei lavoratori qualificati e di quelli abbienti © Egea SpA - tutti i diritti sono riservati •• Nel 2017, 19 milioni di africani si sono spostati per ragioni di opportunità sul continente africano. Sudafrica, Costa d’Avorio, Nigeria, Kenya, Uganda ed Etiopia rappresentano importanti poli d’attrazione per la migrazione continentale. •• La propensione alla mobilità interna al continente è stata favorita sia dai protocolli di governance elaborati dalle organizzazioni regionali per la liberalizzazione dell’economia e del commercio degli Stati membri, in particolare per favorire occupazione e business. 22 dossier
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