Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820

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Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820
Il dominio napoleonico in
 Europa dal 1815 al 1820
Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820
Russia e Prussia costrette al patteggiamento
•Nell’ultima fase della battaglia di Waterloo gli eserciti russi e
prussiani furono obbligati alla ritirata a causa della vittoria
schiacciante da parte della schiera napoleonica.

•Alessandro I e Federico Guglielmo III, minacciati da
Napoleone di continuare la guerra che aveva già causato il
dimezzamento dei loro eserciti, furono costretti a firmare la
pace di Parigi il 18 giugno 1815

•Lo zar di Russia venne inoltre vincolato da
un’alleanza militare con la Francia in caso di guerra.

•Il re di Prussia dovette invece accettare di cedere alla
Francia alcuni territori della parte orientale dello stato,
riducendo sempre di più gli spazi, di quel regno tedesco
che già era stato sacrificato qualche anno prima in
seguito alla sconfitta di Jena e di Auerstädt .
Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820
Napoleone sovrano d’Austria
•Anche l’Austria, come la Russia e la Prussia, aveva perso la battaglia di Waterloo, concedendo a Napoleone la
vittoria, che venne sancita, per quanto riguarda l’imperatore d’Asburgo Francesco I, dalla pace di Vienna, sempre nel
giugno del 1815.

•A causa delle enormi spese che l’impero dovette affrontare per il finanziamento delle guerre antifrancesi, Francesco
I fu costretto ad aumentare le tasse per far tornare i conti delle casse dello stato. In questo modo causò il
malcontento del popolo e dei ceti sociali medio-bassi, che, tra settembre e ottobre 1815, iniziarono a insorgere
creando delle rivolte nelle varie città austriache.
Napoleone, che era a conoscenza della firma di Francesco I della prammatica sanzione, ed era informato sulla
tensione della situazione interna dell’impero, decise di approfittare dell’occasione per assicurarsi il dominio su quei
territori. Egli infatti mandò i suoi più fedeli militari a Vienna, e diede loro l’ordine di inscenare una sommossa,
facendosi passare per degli insorti. Quella rivolta si sarebbe però rivelata più cruenta rispetto alle altre, richiedendo
quindi l’intervento dell’imperatore stesso, il quale sarebbe stato poi ferito a morte da un gruppo di fanatici
rivoluzionari imboscati tra i rivoltosi. La morte di Francesco I risultò quindi come il drammatico risultato di una
sedizione finita violentemente, una delle tante che si verificavano nei territori austriaci in quel periodo.

•Maria Luisa, che, inconsapevole della manovra del marito, classificò la morte del padre come un tragico incidente,
salì al trono imperiale a fianco di Napoleone, che ottenne così la sovranità su un altro importantissimo stato
europeo espandendo sempre più i suoi confini.
Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820
Il monopolio francese sulle materie prime
inglesi
• Avendo perso due terzi dei soldati che componevano l’armata
inglese, e dopo essere stata sconfitta duramente sul campo di
battaglia da quello che era ormai l’esercito più forte del mondo,
l’Inghilterra fu costretta per la prima volta ad attenersi alle
volontà imposte da Napoleone per raggiungere finalmente la
pace.
Tuttavia, Napoleone sapeva di non poter sottomettere una
grande potenza navale come l’Inghilterra al suo dominio, anche
per non causare il malcontento della popolazione britannica che
avrebbe portato a pericolose insurrezioni. Perciò, per la seconda
volta, l’imperatore francese decise di cercare di sottomettere
l’Inghilterra dal punto di vista economico: dopo il fallimento del
tentativo di sospendere i commerci inglesi mediante il blocco
continentale, Napoleone decise invece di sfruttare a suo favore
le risorse inglesi, imponendo all’Inghilterra il monopolio francese
sulle materie prime inglesi (principalmente il carbone) e
sull’importazione del cotone dall’India, colonia inglese.
Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820
La crisi dei conservatori e l’affermazione del
partito liberista al governo in Inghilterra
•Gli inglesi furono costretti a firmare il patto di Parigi del 1815, lasciarono il dominio economico e commerciale
alla Francia, in cambio della concessione della pace da parte di Napoleone.

•Anche in Inghilterra, come in Austria, la fine delle guerre napoleoniche aveva inaugurato un periodo di
carestia e disoccupazione, accompagnato da pesanti aumenti delle tasse.

•Inoltre, dopo la disfatta di Waterloo e la cattura del duca di Wellington da parte dei francesi, il partito
conservatore, che fino ad allora aveva ottenuto la maggioranza, entrò in crisi.
I liberali, avevano finalmente ottenuto l’appoggio della popolazione inglese, che era ormai stufa delle guerre e
dei continui incrementi delle imposte per finanziarle. Il partito liberale vinse così le successive elezioni
parlamentari nel maggio del 1816.
Il membri del nuovo governo, che sostenevano gli ideali rivoluzionari, avevano sempre contrastato
l’accanimento dei conservatori contro i francesi e non appoggiavano le guerre anti napoleoniche, decisero di
chiudere un occhio e sorvolare sugli affari francesi riguardo il monopolio inglese pur di mantenere la pace e la
stabilità dello stato.
Il dominio napoleonico in Europa dal 1815 al 1820
La politica economica di Napoleone
•Gran parte d’Europa a partire dal giugno 1816 aveva subito un’incredibile anomalia climatica, caratterizzata
dalla presenza di temperature e rovesciamenti che solitamente si verificavano nella stagione invernale. Il cielo
sempre nuvoloso causò una pesante carenza di luce solare, che determinò ingenti perdite agricole e portò poi
alla crisi del settore primario e a gravi carestie. Si scoprì successivamente che questo repentino cambiamento
climatico fu causato dall’eruzione del vulcano Tambora, in Indonesia, che aveva dato origine a insoliti fenomeni
meteorologici in molte parti del mondo. Il 1816 venne infatti ricordato come “l’anno senza estate”.

•Per questa ragione Napoleone, pensò innanzitutto a un metodo per sfruttare al meglio il suo monopolio sulle
materie prime inglesi, concentrandosi sul settore secondario: mandò a lavorare nelle miniere di carbone in
Inghilterra molte persone appartenenti alle classi sociali più basse, persone quindi che lui sapeva avrebbero
accettato di lavorare in condizioni sfavorevoli, pur di mantenersi e sopravvivere. Inoltre, tra il 1816 e il 1818, su
tutto il resto dei territori da lui governati, fece costruire diverse fabbriche e industrie tessili, per la lavorazione
del cotone.
In questo modo garantì un’organizzazione economica che aveva l’obbiettivo di diminuire la disoccupazione,
distribuire più equamente le risorse e ridurre la povertà ai minimi termini.

•In più, a partire dal 1817 finanziò i lavori per la costruzione delle prime tratte ferroviarie in aree francesi e
austriache. In Francia la prima linea fu quella che collegava Saint-Étienne a Lione, mentre in Austria partiva da
Vienna e arrivava a Floridsdorf, entrambe inaugurate tra aprile e giugno del 1819.

•L’imperatore si dimostrò così un sovrano molto moderno per i suoi tempi, si guadagnò la fiducia e l’appoggio
delle popolazioni a lui sottomesse e divenne uno dei protagonisti della rivoluzione industriale.
Organizzazione sociale
•Napoleone si presentò come successore legittimo degli ideali
rivoluzionari e cercò di farsi promotore dei principi di libertà,
uguaglianza e fraternità.
•Promulgò una nuova costituzione che sarebbe stata in vigore in
tutte le aree del suo impero. La nuova costituzione del 1816
riconosceva l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e
assicurava la libertà di culto. Il potere legislativo venne posto
nelle mani di una camera eletta mediante suffragio universale
maschile, mentre il potere esecutivo, che rimaneva comunque il
più potente, era detenuto dall’imperatore stesso. Venne inoltre
mantenuto in vigore il codice civile del 1804.
•Napoleone rafforzò ulteriormente il sistema di istruzione, fondando nuove scuole, accademie, Università e
biblioteche pubbliche e, se pur concedendo il mantenimento delle lingue originarie di ogni popolazione, introdusse lo
studio obbligatorio del francese nelle scuole.

•Nonostante però queste riforme molto all’avanguardia, Napoleone continuò a reprimere ogni tipo di opposizione
al suo regime. Ridusse, come suo solito, la libertà di stampa e censurò moltissimi giornali, ma per non creare una
crisi della tipografia, fece in modo che la stampa di libri e enciclopedie fosse più diffusa.
L’ottava (e ultima) coalizione antifrancese e le
ragioni che portarono al conflitto
•Assistendo all’espansione francese e alle riforme napoleoniche che soddisfavano, solitamente, le richieste
del popolo, Russia e Prussia stavano da tempo studiando una strategia per annientare definitivamente
Napoleone. Nell’estate 1820, dopo 5 anni esatti dalla battaglia di Waterloo, i due Stati acerrimi nemici dei
francesi riuscirono a mettere da parte i fondi necessari per finanziare una nuova guerra, quella che sarebbe
stata l’ultima per Napoleone.

•I motivi principali che portarono al conflitto furono:
1. L’eccessiva estensione dell’impero francese, che ormai comprendeva circa mezza Europa, era
    considerato un fattore pericoloso per gli altri stati che avevano il costante timore di una possibile
    volontà di Napoleone di continuare l’espansione.
2. Il governo francese aveva imposto dazi di importazione dalla Francia molto pesanti a Prussia e Russia.
3. La morte dell’imperatore Francesco I, che passò come un incidente, venne considerata dai due stati
    come una morte sospetta. Spie russe e tedesche indagarono sul caso, ma se pur non trovarono alcuna
    prova per accusare Napoleone, i presupposti per un assassinio premeditato c’erano tutti.
4. Infine, anche il partito conservatore inglese, che a causa della potenza napoleonica fu costretto a
    lasciare posto al governo liberale, si era unito all’alleanza russo-prussiana.
5. La situazione economica inglese iniziava ad aggravarsi sempre di più e la popolazione, che inizialmente
    sembrava sopportare il dominio economico francese, ora iniziava invece a ribellarsi.
Il 27 luglio 1820: la disfatta di
                       Calais e di Strasburgo
•La Prussia e la Russia erano pronte all’attacco, e lo era anche l’Inghilterra che, pur non avendo fondi sufficienti
per finanziare la guerra, aveva ricevuto l’aiuto di 1 milione di cittadini che si arruolarono nella marina militare
inglese come volontari per liberarsi finalmente dal dominio francese. In totale gli alleati riuscirono a reclutare
un esercito mai visto prima, che contava circa 2 milioni di militari.

•Il 27 luglio 1820 l’Inghilterra attaccò la Francia via mare e contemporaneamente gli eserciti russi e prussiani la
attaccavano via terra. Napoleone, che venne colto alla sprovvista e non ebbe tempo sufficiente per arruolare
un esercito in grado di contrastare quell’attacco, venne annientato dagli inglesi nella battaglia di Calais e poi a
Strasburgo non solo venne sconfitto, ma venne anche catturato dall’esercito russo-prussiano. Alla cattura del
loro comandante i militanti francesi furono costretti alla ritirata. Gli alleati decisero di esiliare Napoleone su
un’isola sperduta nell’Atlantico, l’isola di Sant’ Elena, dove l’ex imperatore mori l’anno successivo. La sua morte
viene raccontata anche da Manzoni nella poesia intitolata “5 maggio 1821”, data del suo decesso. L’ottava
coalizione pose fine definitivamente alla supremazia napoleonica in Europa.

•Nei mesi successivi alla vittoria degli alleati, le delegazioni di tutti gli stati europei usciti vincitori dalla guerra
antifrancese si sarebbero poi riuniti nel congresso di Vienna, per ristabilire i confini in Europa e inaugurare
l’epoca della restaurazione, che durò dal 1820 al 1835.
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