VERBALE DELLA ASSEMBLEA DELLA CAMERA PENALE VENEZIANA "ANTONIO

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VERBALE DELLA ASSEMBLEA DELLA CAMERA PENALE VENEZIANA “ANTONIO
                            POGNICI”
                        DEL 16 LUGLIO 2020

Oggi, 16 luglio 2020 alle ore 11,30 tramite la piattaforma Zoom attesa la emergenza sanitaria per la
pandemia da Covid 19 si è riunita in seconda convocazione l’Assemblea della Camera Penale Veneziana
“Antonio Pognici”.

Presenti (60 collegamenti con più persone nello stesso studio): Tito Bortolato, Marianna Negro, Lorella
Marrone, Valentina Bertocco, Francesco Pavan, Dimitri Girotto (per delega a Francesco Pavan), Giulia
Pesce, Eloisa Galluppi, Dirk Campajola, Barbara De Biasi, Andrea Faraon, Giorgia Masello, Alessia
Cavezzan, Mattia Donà, Patrizia Vettorel, Paolo Bovo, Michela Trentin, Simone Zancani, Nicoletta
Masier, Graziano Stocco, Raffaele Pennino, Eleonora Santin, Silvia Bortolato, Stefano Pietrobon, Matteo
Lazzaro, Riccardo Quintarelli, Marco Vianello, Camilla Bonato, Giorgia Serafini, Giuseppe Dal Martello,
Lorenza Gambaro, Ilenia Rosteghin, Francesca Donadon, Valentina Maria Cela, Massimiliano Cristofoli
Prat, Paola Bosio, Maurizio Colangelo, Gianmarco Bondi, Claudia De Martin, Francesco Martin,
Valentina Valenti, Alberto Prizzon, Ermes Mozzato, Renzo Fogliata, Marco Serena, Sarah Franchini,
Mariarosa Cozza, Fabrizio Ippolito d’Avino, Martina Bonazzoli, Cleo Vianello, Marta Sartori, Luca Fonte
(per delega), Marianna De Giudici, Silvia Bersani, Francesca Lacchin, Giovanna Tirocinio, Giuseppe
Romano, Andrea Bodi, Umberto Pauro, Federica Bertocco, Stefano Bruno Ferraro, Irene Bareato, Fabio
Schiavariello, Marzia Bellodi, Ester Goisis, Damiano Danesin, Agnese Sbraccia, Augusto Palese, Angelo
Andreatta, Cristiana Cagnin.

Ordine del giorno:
        1) resoconto della vicenda della Corte d’appello di Venezia e iniziative da assumere;
        2) varie ed eventuali.

            1) Renzo Fogliata illustra quanto occorso in Corte d’appello di Venezia il 6 luglio
               quando sono circolate prima delle udienze di discussione le sentenze complete di
               motivazione e dispositivo dei medesimi procedimenti.
               Il Direttivo aveva già predisposto una lettera rivolta alla Presidente della Corte di
               appello ma, melius re perpensa, si è deciso di coinvolgere le varie Camere Penali del
               Veneto nonché l’U.C.P. Veneto. In seguito, di concerto si è condivisa l’azione con
               U.C.P.I. anche tramite la partecipazione di Renzo Fogliata e Simone Zancani a un
               incontro di Giunta di quest’ultima.
               Di comune accordo si è richiesta una inchiesta amministrativa ministeriale presso la
               Corte e si è sollecitata all’ANM una presa di posizione sul punto.
               L’Avv. Antonio Franchini ha avuto un colloquio con Renzo Fogliata e gli ha espresso
               la comunanza di visione e la sua disponibilità a coadiuvare la Camera Penale
               Veneziana nelle azioni da intraprendere.
               La Camera Penale Veneziana sta assumendo una forte azione mediatica.

                Tito Bortolato riconduce quanto accaduto alla prassi deviante della relazione scritta
                ed evidenzia la violazione della lealtà processuale.
                Propone la denunzia di ogni protocollo stipulato con la Corte di appello e il rifiuto
                della surroga della relazione orale con una relazione scritta.
                Propone parimenti di rifiutare che le cause vengano decise cumulativamente in
                un’unica camera di consiglio per la violazione del principio di immediatezza della
                decisione.
                Parimenti contesta la affermazione della Presidente della Corte di appello secondo
cui si sarebbe trattato di un equivoco tanto da invitare tout court i magistrati a non
utilizzare la veste grafica della sentenza per simili “schemi di motivazione”.
Secondo Tito Bortolato, il riferimento della prefata Presidente a una corroborazione
di tale prassi da parte della medesima Suprema Corte è da intendersi a Cass. Civile,
21 maggio 2014, n. 11259 – la cui massima è ”la predisposizione ad opera del giudice, prima
dell’udienza di precisazione delle conclusioni e della discussione orale, di una bozza di decisione da
rendere ai sensi dell’art. 281 sexies c.p.c., non è nulla, né lesiva del diritto di difesa delle parti, in
quanto attività prodromica alla decisione, destinata ad integrare una ipotesi di soluzione, suscettibile
di conferma o di modifica all’esito della discussione delle parti” – che, pur tuttavia, non si
attaglia al caso de quo agitur e, anzi, si presta a sostenere una tesi contraria.
La soluzione che propone è la ricusazione ex art. 37, primo comma, lett. b).

Renzo Fogliata concorda sul fatto che si sia al cospetto del frutto avvelenato della
relazione scritta.

Massimiliano Cristofoli Prat richiama l’intervento della Consigliera Margherita
Cassano (neo Presidente aggiunto della Suprema Corte) che nell’alveo della
inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti a Brescia lo scorso febbraio puntò il
dito contro le decisioni precostituite.

Marco Vianello concorda con Tito Bortolato.

Renzo Fogliata lumeggia che persino nell’ambito di un controllo certosino dell’UCPI
non è emerso il parere del CSM invocato dalla Presidente Marini e che avrebbe
dovuto corroborare la prassi della Corte d’appello.

Fabio Schiavariello: propone di disdettare anche l’accordo che abbiamo accettato con
il Coa e che garantisce alla Corte d’appello la presenza di sostituti d’udienza ex art.
102 c.p.p..

Graziano Stocco: dopo aver precisato di intervenire non in guisa di Consigliere del
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Venezia quanto piuttosto in veste di socio
assume che il C.O.A. è stato reso edotto solamente giovedì sera circa quanto
avvenuto e a seguito di ciò ha immantinente avviato una interlocuzione con gli altri
C.O.A. del distretto.
Segnala che non concorda con la disdetta dell’accordo sul sostituto d’udienza in
Corte d’appello.

Simone Zancani evidenzia la gravità della indicazione nelle “bozze” di sentenze di un
termine per stilare la motivazione di fronte di un ordito motivazionale e di un
dispositivo ormai completi.

Stefano Pietrobon segnala la sussistenza di uno stigma negativo verso l’Avvocatura
e che su questo è necessario lavorare per approfondire l’ intervento sul piano sociale
e culturale.

Ermes Mozzato invita a mantenere la giusta misura senza fare la guerra a tutti i costi
alla magistratura.

Fabio Schiavariello sottolinea la necessità di essere irreprensibili per non offrire facili
appigli alla Magistratura.
Simone Zancani concorda con quest’ultima affermazione, richiamando la prassi
       distorta posta in essere da vari avvocati che non partecipano alle udienze di
       discussione in Corte d’appello chiedendo al contempo al Collegio la nomina di un
       sostituto ex art. 97, quarto comma, c.p.p..

       Francesco Pavan sostiene che la versione fornita dalla Magistratura alla stampa
       rispetto alle vicende della Corte di appello sottende una dichiarazione di guerra da
       parte della stessa; secondo Francesco Pavan i protocolli hanno efficacia a condizione
       di reciprocità.

       Renzo Fogliata avanza due proposte: per un verso, rifiutare la relazione scritta della
       Corte d’appello dacché la stessa introduce un binario verso la motivazione della
       sentenza.
       Per l’altro, considerato che l’astensione è una arma spuntata, propone altresì di
       predisporre una dichiarazione standard da leggere che potrebbe essere del seguente
       tenore: “sono qui innanzi a Voi per svolgere al meglio il mio compito, auspico che non vi sia una
       decisione già precostituita ma che la mia funzione non si riduca a mero orpello”.

       Giorgio Bortolotto concorda con Tito Bortolato e con il Presidente, giungendo a
       ricondurre la situazione attuale alla relazione scritta che impedisce di fatto la
       collegialità della decisione. Paventa, inoltre, l’attribuzione del giudizio d’appello a un
       giudice monocratico.

       Renzo Fogliata rammenta che l’astensione era stata annoverata dal Presidente
       Citterio fra i principali motivi di ritardo nei procedimenti d’appello.
       Circa la relazione scritta, è emerso dal confronto con altri Presidenti di Camere penali
       che si tratta di una peculiarità quasi esclusivamente veneziana.

       Riccardo Quintarelli propone di collegare la dichiarazione suggerita da Renzo
       Fogliata alla presenza della relazione scritta.
       Renzo Fogliata e Tito Bortolato concordano con siffatta indicazione.

       Ermes Mozzato segnala che una ulteriore contestazione dovrebbe afferire al
       momento in cui i Giudici invitano gli Avvocati a riportarsi ai motivi di appello o che
       impongono di condensare il tempo della esposizione.
       Richiama il concetto sociologico di finestra di Overton che rappresenta la possibilità
       di cambiamenti nell’opinione pubblica, descrivendo come delle idee, totalmente
       respinte al loro apparire, possano essere poi accettate pienamente dalla società, per
       diventare infine legge. Secondo Overton, qualsiasi idea, anche la più incredibile, per
       potersi sviluppare nella società ha una finestra di opportunità.
       Renzo Fogliata concorda.

       Secondo Simone Zancani si è distorto il tempo della discussione che pertiene
       all’Avvocato trasformandolo nel tempo che il Giudice dedica all’avvocato.
       Ciò sottende una una idea proprietaria del processo di appello.

       Tito Bortolato suggerisce di parlare di illustrazione dei motivi piuttosto che di
esposizione.

       Ilenia Rosteghin, richiamandosi alla riflessione di Simone Zancani sul tempo, narra
       di un rinvio di un processo di due anni e mezzo al fine di far prescrivere il reato e
       motivato, fra l’altro, con la complessità dell’istruttoria e con l’invocazione financo
delle linee guida della Corte d’appello di Venezia che individuano le priorità dei
       procedimenti da trattare; in sostanza, il fattore tempo viene dunque strumentalizzato
       anche per quanto riguarda la gestione del processo fin dal primo grado.

       Giorgio Bortolotto segnala che giustappunto la relazione scritta impone
       l’illustrazione di tutti i motivi senza concentrarsi su qualcuno di essi.

       Marianna De Giudici richiama la questione delle camere di consiglio svolte in
       maniera cumulativa per più processi e la contrarietà di tale prassi al codice di
       procedura penale.

       Invero, Tito Bortolato evidenzia che la norma prevede che il Giudice si ritiri per
       decidere subito dopo la fine della discussione.

       Massimiliano Cristofoli Prat segnala un controesame interrotto da continue
       telefonate al giudice.

        Renzo Fogliata segnala altre condotte della Magistratura.
        In passato mai i giudici avrebbero tenuto tali comportamenti.
        Propone un comunicato con le Camere penali del Veneto che annoveri le violazioni
indicate.

       Simone Zancani ringrazia a nome dell’intero Consiglio Direttivo Nicoletta Masier,
       Gabriella Zampieri e Michele Maturi per aver reagito il 6 luglio alla epifania della
       prassi di cui si discute e per averci aiutato a farla emergere.

       Giorgio Bortolotto stigmatizza anche la prassi distorta del rinvio per eventuali
       repliche. Tito Bortolato concorda sul punto ed evidenzia la violazione del principio
       di immediatezza della decisione.

       Massimiliano Cristofoli Prat invita a segnalare alla Commissione Vita Sociale –
       facente capo a Daniele Vianello e ad Augusto Palese – eventuali disfunzioni e
       condotte peculiari dei Magistrati.

       L’Assemblea approva le iniziative prospettate in merito ai processi innanzi alla Corte
       d’appello e, in particolare, il rifiuto della relazione scritta e della camera di consiglio
       collettiva nonché la dichiarazione come sopra delineata.

       Il presente verbale viene chiuso alle ore 13,09.

        Cristiana Cagnin nel primo pomeriggio fa pervenire via email alcune considerazioni che
si riportano di seguito:
        1) sarà fondamentale opporsi alle camere di consiglio cumulative che non consentono
            di comprendere quanto tempo i giudici dedicano alla discussione dei singoli
            procedimenti;
        2) sarebbe importante sollecitare i soci a segnalare alla CPV eventuali sentenze che
            siano speculari rispetto alla relazione scritta;
        3) sarebbe parimenti opportuno raccogliere dalla Corte i dati sugli esiti dei giudizi in
            cui è stata svolta una relazione scritta.
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