Dott.ssa Chiara Primati - Corso di Laurea in Servizio Sociale aa 2016/2017

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Dott.ssa Chiara Primati
Corso di Laurea in Servizio Sociale aa 2016/2017
Disturbi correlati a sostanze e
disturbi da addiction
 Alcool                           Dist. da gioco
 Caffeina                          d’azzardo (GAP)
 Cannabis                         Dipendenza da
 Allucinogeni
                                    internet
 Inalanti
 Oppiacei
 Sedativi-ipnotici-ansiolitici
 Stimolanti
 Tabacco
 altre SS
Dipendenza - Abuso
 Dipendenza omessa nella terminologia diagnostica del
  DSM-5, preferendo il termine più neutro di disturbo da
  uso di sostanze per descrivere il disturbo, da una forma
  lieve a uno stato grave con ricadute croniche di
  assunzione compulsiva e abituale della sostanza.
 Termine dipendenze è più corretto di tossicodipendenze e
  ancora meglio parlare di dipendenze comportamentali =
  uso di sostanze in funzione di problematiche
  comportamentali.
 Comunque trattasi di modalità patologica d’uso della
  sostanza che conduce a menomazione o a disagio
  clinicamente significativi.
 Criteri DSM-IV per dipendenza:
- tempo eccessivo speso per ottenere la sostanza, per assumerla o per
    riprendersi dai suoi effetti
-   la sostanza è assunta in quantità maggiori e/o per periodi più
    prolungati rispetto a quanto previsto dal soggetto
-   le abituali attività (lavoro, familiari, ricreative) son ridotte o
    interrotte
-   nonostante la consapevolezza delle conseguenze (fisiche e psichiche)
    nocive, non si riesce a limitare l’uso
-   tolleranza = l’uso continuativo determina riduzione dell’effetto =>
    bisogno di dosi sempre maggiori per raggiungere l’effetto desiderato
-   astinenza = fenomeno rebound sostanza-specifico che segue la
    cessazione o la riduzione nell’uso => la stessa sostanza o una
    strettamente correlata è assunta per attenuare o evitare i sintomi di
    astinenza
 Non esiste un numero di dosi al di sotto delle quali una
  droga non innesca dipendenza: questa soglia cambia da
  individuo a individuo e da sostanza a sostanza (per es.
  l’eroina è in grado di causare dipendenza con pochissime
  assunzioni).

 Criteri DSM-IV per abuso:
- conseguenze negative sociali/interpersonali non
  riescono a impedire l’uso protratto
- ricorrenti problemi legali correlati all’uso
- impossibilità a soddisfare obblighi di ruolo
- l’uso avviene in circostanze pericolose (ad es. alla guida o
  mentre si azionano macchinari pesanti)
Alcuni fattori eziologici:
 Adattamento all’accelerazione prodotta dalle
  tecnologie informatiche
 Ansia sociale
 Automedicazione con prodotti finalizzati al “piacere”
 Elevato apprendimento, che a lungo termine rende
  ipersensibile agli stimoli droga-correlati, interni ed
  esterni; il rischio ricaduta rimane attivo per anni per
  un fenomeno di memoria-addiction
 Dimensioni transnosografiche: impulsività e
  aggressività
Epidemiologia

 Nel 2008 tossicodipendenti cronici = 0,5% della pop.
  europea
 1 persona su 5 in Europa aveva provato almeno 1 volta
  nella vita una droga illecita
 di questi il 20% sviluppa poi un dist. correlato all’uso
  di sostanze
 15% dei pz psichiatrici ha una co-diagnosi di dist.
  correlato alle SS
 30% dei pz psichiatrici ha una co-diagnosi di dist.
  correlato all’alcool
 Studio Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs),
    dati 2011: la cannabis resta, alcool a parte, la sostanza psicoattiva più
    diffusa in Italia e in Europa, seguita dalla cocaina; anche l’uso di eroina
    non è tramontato e aumentano gli adulti che scelgono sostanze
    sintetiche.
   Italia: livelli di consumo superiori alla media europea. La fascia di
    popolazione italiana più coinvolta è quella dei giovani (15-34 aa).
   Rispetto al passato il “consumatore-tipo” è molto cambiato: ora tra i
    consumatori si trovano persone che svolgono una vita “normale”,
    spesso operai.
   Incremento degli psicofarmaci: tranquillanti e ansiolitici i più diffusi.
   Vera e propria emergenza socio-sanitaria il gioco d’azzardo: in Italia il
    47% della popolazione tra 15 e 64 anni (= circa 19 milioni) nel 2011 ha
    giocato almeno una volta, di cui circa 2 milioni (11%) classificabili a
    basso rischio, 800.000 (4,3%) a rischio moderato e 250.000 a rischio
    problematico.
 Dati 2015: 650.000 studenti (15-19 aa) han fatto uso di
  droghe almeno 1 volta in un anno
  - cannabis 27% (nel 2011 era il 18% !!)
  - psicofarmaci 10%
  - cocaina 3%
  - stimolanti e allucinogeni 3%
  -eroina 1%
Cannabis
Spesso considerata innocua, ma i derivati della cannabis
  (marijuana e hashish) danneggiano apparato respiratorio e
  immunitario, causano tachicardia e mal di testa, influiscono
  su memoria e capacità di concentrazione diminuendo
  coordinazione e prontezza di riflessi.
L’assunzione in dosi elevate può comportare l’insorgere di
  dispercezioni, persecutorietà e paranoia, comportamenti
  bizzarri.
Se consumata per lunghi periodi può dar luogo a una sindrome
  amotivazionale = distrazione, apatia, riduzione di attività,
  interessi e motivazione, incapacità di gestire nuovi problemi,
  compromissione del giudizio e delle abilità comunicative,
  compromissione del funzionamento. Probabilmente indotta
  da un’encefalopatia subacuta da intossicazione cronica.
Cannabis ed esordi psicotici
 Diminuisce l’età di inizio dell’uso -> strutture cerebrali ancora
    in sviluppo => danni a lungo termine cognitivi
   Le varietà di cannabis ora utilizzate son più potenti dal pdv
    degli effetti psicotropi => aumenta il rischio di sintomi
    psicotici
   Cannabis con alto THC > severità di addiction e > danno
    memoria e > paranoia
   Relazione dose-risposta tra l’esposizione alla cannabis e il
    rischio di psicosi, con esordio più precoce, > gravità dei
    sintom, comportamento suicidario, < compliance, > ricadute e
    ricoveri più lunghi e frequenti, peggiore prognosi e >
    diminuzione del volume cerebrale alla RMN
   I pz con disturbi psicotici son più sensibili agli effetti della
    cannabis
Possibili spiegazioni del legame tra cannabis e psicosi:
1.   cannabis potrebbe agire attraverso modifiche neurochimiche,
     aumentando la vulnerabilità alla psicosi
2. soggetti psicotici potrebbero avere > vulnerabilità all’uso di
     cannabis dato il loro stato psicologico e/o come tentativo di
     automedicazione
3. c’è un reciproco feedback per cui l’uso di cannabis aumenta il
     rischio di psicosi e l’esordio di un dist. psicotico aumenta l’uso di
     cannabis
Cannabis può influenzare l’espressione di sintomi prodromici di psicosi
e la conversione in disturbo nei soggetti ad alto rischio, per la presenza
di sintomi sottosoglia, di predisposizione genetica o di un
deterioramento del funzionamento globale
=> uso di cannabis è uno dei fattori di rischio dell’esordio di psicosi e ne
     aumenta di 2 o 3 volte il rischio relativo.
Cocaina (e crack)
Potente stimolante del SNC, può causare seri danni psicofisici.
In dosi elevate può portare ansia, depressione, agitazione
  psicomotoria; un uso cronico dà elevate probabilità di paranoia
  e ideazione delirante.
Alcune conseguenze fisiche: ictus, convulsioni, emicranie, com-
  plicazioni cardiovascolari, malattie cardiache, problemi di
  erezione e impotenza (non è vero che potenzia l’attività sex!).
Col consumo per via inalatoria sono comuni danni al setto nasale,
  perdita dell’olfatto, emorragie nasali, problemi di deglutizione,
  raucedine, irritazione cronica delle narici.
Con l’uso in comune della cannuccia per sniffare rischio di epatiti
  e aids.
Per via iniettiva: setticemie, infezioni, infarti, ictus, arresti
  cardiaci, edemi polmonari, trombosi e ascessi.
Ecstasy
Composto sintetico con numerosi effetti dannosi
  sull’organismo. I più comuni: aumento della
  temperatura corporea e sudorazione eccessiva, che
  possono diventare pericolosi e anche mortali se
  accompagnati da un’intensa attività fisica in ambienti
  caldi e poco areati, come le discoteche.
Può favorire l’infarto in chi soffre di malattie
  cardiovascolari. È particolarmente pericolosa per chi
  ha problemi a reni o fegato.
Effetto disinibente, che può favorire comportamenti
  sessuali a rischio.
Eroina
Derivato dell’oppio, può provocare con poche dosi
   dipendenza, assuefazione e astinenza. È tra le droghe
   che dà maggiore dipendenza: una volta che si è
   sviluppata, le crisi di astinenza si presentano dopo
   appena 8 h dall’assunzione dell’ultima dose con
   malessere, irritabilità, depressione, ansia, crampi,
   dolori muscolari.
Causa danni all’intero organismo: riduce le difese
   immunitarie, induce la caduta dei denti, aumenta le
   probabilità di flebiti, epatiti e Hiv.
Il rischio maggiore è tuttavia l’overdose: una dose
   eccessiva di eroina iniettata in vena può provocare
   coma e morte.
Ketamina
È un anestetico generalmente usato in campo
  veterinario. Produce effetti psichedelici, che inducono
  una sensazione di dissociazione tra mente e corpo.
  Rende difficile la coordinazione dei movimenti, dà
  disorientamento, perdita del senso di identità e una
  sensazione di distacco dalla realtà.
A dosaggi particolarmente elevati può produrre stati
  mentali simili al coma.
L’uso protratto può causare danni permanenti al sistema
  nervoso, mentre un’overdose può condurre ad arresto
  cardiaco e a gravi danni cerebrali.
Popper
Serie di SS con effetto vasodilatatore, spesso usate per
  aumentare le prestazioni sessuali.
Causa un drastico aumento del battito cardiaco, perciò molto
  pericoloso per chi ha cardiopatie. Il liquido in cui è formulato
  danneggia la pelle e le mucose del naso. Inoltre, può
  provocare perdita di coscienza e abbassamento repentino
  della pressione, vertigini, mal di testa, alterazioni della vista.

Smart drugs
Nella maggior parte dei casi sostanze di origine vegetale con
  effetti stimolanti.
Pericolose soprattutto per chi ha problemi cardiaci o ai reni e
  diabete. Provocano inoltre serie complicazioni di carattere
  gastrointestinale.
Psichedelici o allucinogeni
Agiscono sul cervello modificando la percezione di
 spazio e tempo => in grado di dare allucinazioni.
Numerosi composti: Lsd, funghi allucinogeni,
 psilocibina, salvia divinorum, peyote, mescalina.
Hanno effetti difficili da prevedere, che dipendono dalla
 sensibilità soggettiva. Possono provocare gravi danni
 psicologici: psicosi, soprattutto nelle persone più
 giovani, e perdita del senso della realtà => chi è sotto
 l’effetto di queste sostanze può provocare danni fisici a
 sé o ad altri.
Speed
Preparati che contengono anfetamina o metanfetamina, sostanze
  stimolanti e anoressizzanti, che provocano una grave
  diminuzione dell’appetito, tachicardia e ipertensione.
Un uso prolungato per più giorni comporta un completo crollo
  psicofisico, tanto più grave quanto maggiori sono state le
  forzature operate sull’organismo (per esempio la veglia forzata).
Sotto l’effetto di queste sostanze possono esserci problemi nella
  comprensione delle proprie azioni, aggressività, isolamento,
  paranoia fino a gravi deliri di persecuzione. Terminato l’effetto
  le sensazioni sono invece di svuotamento, irritabilità,
  depressione.
Molto pericolosi soprattutto per le persone con problemi
  cardiovascolari: una dose eccessiva può provocare l’infarto.
Alcool
Epidemiologia
 L’alcolismo: frequenza doppia negli uomini rispetto alle donne; più precoce è
  l’avvio al consumo alcolico, maggiore è il rischio e la probabilità di insorgenza di
  alcolismo in età adulta.
 I consumatori a maggior rischio sono: anziani ≥ 65 anni, giovani di 18-24 anni e
  adolescenti di 11-17 anni.
 Negli ado è la sostanza d’abuso più comune. In Europa, 1 decesso su 4 nei
  giovani tra i 15 e i 29 anni è dovuto all’alcool => l’alcool è il primo fattore di
  rischio di invalidità, mortalità prematura e malattia cronica in ado.
 Tra i giovani di 18-24 anni il comportamento a rischio più diffuso è il binge-
  drinking = consumo di > 5-6 drink alcolici di fila in un breve tempo che esita in
  un’intossicazione e può portare agli stessi problemi sociali e di salute
  dell’alcolismo.
 Il consumo a rischio di alcool riguarda oltre 8 milioni di persone in Italia,
  mentre sono più di 4 milioni i binge- drinker e quelli che almeno una volta nel
  corso dell’ultimo anno hanno consumato più di 6 drink alcolici in un'unica
  volta.
Eziologia
 Cause predisponenti biologiche e genetiche (una forma
   particolare del gene dei recettori D2 per la dopamina conferisce
   un rischio aumentato di sviluppare dipendenza da alcool)
 Fattori di rischio:
- genere: gli uomini sono colpiti il doppio delle donne
- età: chi comincia a bere in giovanissima età (adolescenza) è più a
   rischio di malattie alcolcorrelate o di alcolismo
- storia familiare di alcolismo: uno o entrambi i genitori, il partner o
   un amico stretto
- altre malattie psichiatriche: la depressione in particolare è molto
   comune nelle persone con problemi di alcool
- stile di vita molto stressante o che esponga a un elevato numero di
   eventi sociali
- bassa autostima
Determina numerose (oltre 200!) patologie strettamente
 correlate all’abuso di alcool, tra cui 14 tipi di cancro,
 prevalentemente dell’apparato digerente.
Disturbo da gioco d’azzardo
 Comportamento persistente, ricorrente e maladattativo di gioco che
    compromette le attività personali, familiari o lavorative
   Dipendenza patologica “sine substantia”
   Comorbilità con altre patologie: depressione, ipomania, disturbo
    bipolare, impulsività, abuso di alcool e SS, DP antisociale, narcisistico,
    istrionico, borderline, ADHD, DAP, disturbi fisici associati allo stress
    (ulcera peptica, ipertensione arteriosa, etc).
   Prevalenza tra la popolazione adulta = 1-3%, con una maggiore
    diffusione tra familiari e parenti di giocatori.
   Dati 2014: circa 17 milioni di persone (43% della popolazione) hanno
    giocato almeno una volta somme di denaro: di questi meno del 15% ha
    un comportamento definibile “a basso rischio”, il 4% “a rischio
    moderato” e l’1,6% “problematico” (oltre 800.000 persone,
    prevalentemente di sesso maschile - rapporto M/F=9:1).
   Dati 2015: pazienti in carico ai Servizi per GAP = oltre 12.300 persone.
Sintomi:
 persistenza di pensieri riguardanti il gioco, ripensano spesso a esperienze di
  gioco e di scommesse passate, programmano nuove giocate e cercano di trovare
  il modo di procurarsi denaro per andare a giocare
 bisogno di aumentare sempre più la posta per eccitarsi
 vani i tentativi di controllarsi, ridurre o abbandonare l’abitudine al gioco e tutte
  le volte che cercano di resistere all’impulso di giocare, diventano estremamente
  irascibili e nervosi
 considerano il gioco d’azzardo un modo per sfuggire ai problemi o per trovare
  sollievo a depressione, ansia, senso di impotenza, di colpa, etc…
 dopo aver perso soldi tendono a giocare ancora per rifarsi
 mentono costantemente a famiglia, medico, altri per nascondere fino a che
  punto sono coinvolti nel gioco d’azzardo
 per trovare i soldi spesso son costretti a chiedere aiuto agli altri (amici o
  familiari) o ricorrono ad azioni illecite (usurai, falsificazione, frode, furto o
  appropriazione indebita)
 arrivano a mettere in pericolo o a compromettere relazioni importanti, lavoro,
  opportunità scolastiche o di carriera
Domanda:
Quale relazione con le malattie psichiatriche?

 Pz complessi
 Comorbilità
                             DUS
 Doppia diagnosi
                        disturbo psichico

Definizione (Sheehan, 1993): “comorbidità tra un disturbo
 mentale ed un disturbo da uso di sostanze (DUS)”
La doppia diagnosi nei DSM italiani
L’emergenza e la diffusione
ubiquitaria della doppia diagnosi
rappresentano oggi un elemento
potenzialmente         catastrofico
della pratica clinica, in grado di
segnare una crisi profonda dei
modelli operativi attuali dei
Servizi. Tutto ciò impone una
svolta radicale alle consolidate
modalità di presa in carico e di
assistenza    alla    popolazione
psichiatrica tradizionale, tipiche
di “sistemi rigidi” ancora
operanti nell’ambito della salute
mentale.
Caratteristiche cliniche associate alla condizione
di comorbidità:
 un quadro psicopatologico tendenzialmente più grave

 un esordio più precoce del disturbo mentale

 una maggior frequenza di comportamenti a rischio e violenti, di
  rischio suicidario e di impulsività

 peggiori condizioni di salute e di funzionamento complessivo e/o
  l’associazione di comorbidità fisica

 una più scarsa compliance al trattamento

 ricadute e ri-ospedalizzazioni
Ipotesi eziologiche
  Common factor models (1)
   fattori di rischio comuni a disturbi mentali e DUS

  Secondary substance use disorder models (2)
   i disturbi mentali aumentano il rischio di sviluppare un DUS

  Secondary psychiatric disorder models (3)
   l’uso di sostanze precipita lo sviluppo di un disturbo mentale

  Bidirectional models (4)
   un disturbo può aumentare la vulnerabilità per l’altro disturbo
(1) Common factor model

       FATTORE DI RISCHIO COMUNE           (es. carico genetico;
                                           ADHD, disturbo
                                           della condotta,
                                           disturbo antisociale
                                           di personalità)

DISTURBO                             DUS
MENTALE

- Ipotesi genetica non supportata da forti evidenze
- Ipotesi del disturbo antisociale e della condotta con
 maggiori evidenze
(2) Secondary substance use disorder models

        DISTURBO
        MENTALE                DUS

               Psychosocial risk factor models
                  self-medication
                  alleviation of dysphoria
                  multiple risk factor model

               Supersensitivity model
Secondary substance use disorder models:
self-medication
 Le sostanze d’abuso alleviano la sofferenza psicologica
 La preferenza di una sostanza implica un certo grado di specificità
  psicofarmacologica

    Oppiacei: calmanti, normalizzanti, attenuano affetti intensi,
     rabbia, violenza
    Altri depressori del SNC: agiscono sulle difese che producono
     sentimenti di isolamento, vuoto, ansia; apparente azione
     antidepressiva
    Stimolanti: amplificatori in soggetti ipomani, attrattivi anche su
     soggetti depressi, annoiati, con poche energie; calmano e
     neutralizzano iperattività, labilità emotiva e disattenzione in
     soggetti con ADHD
                                                       (Khantzian, 1985; 1997)
Are Specific Psychiatric Disorders Associated with Specific
                        Substances?
                    % of Patients Using Substance
                         (Emmelkamp, 2006)
 60

 50

 40                                                 Cocaine
                                                    Opiate
 30                                                 Tranquilizers
                                                    Cannabis
 20                                                 Alcohol

 10

  0
      Depression    Panic/ Social phob ADHD
                   Agoraphob
Are Specific Personality Disorders Associated with Specific
                        Substances?
                % of Patients Using Substance
                     (Emmelkamp, 2006)
 70

 60

 50
                                                Cocaine
 40                                             Opiate
                                                Tranquilizers
 30                                             Cannabis
 20                                             Alcohol

 10

  0

   Avoidant   Borderline Antisocial
   PD         PD         PD
Sostanze d’abuso per categorie diagnostiche

                      altro

          d. di personalità

d. nevrotici e somatoformi

                 d. umore

               d. psicotici

                          0%   10%   20%   30%   40%     50%        60%   70%      80%   90%   100%

    alcool         oppioidi     cannabis     cocaina e stimolanti         allucinogeni     sedativi

La sostanza principale di abuso o di dipendenza più frequente è l’alcool
per tutte le diagnosi psichiatriche
Secondary substance use disorder models:
self-medication
 Uso di sostanze come mezzo per controllare e risolvere una
  percezione di vulnerabilità nell’autoregolazione delle
  emozioni e dei sentimenti, piuttosto che relazione con
  sindromi specifiche.
  Tale ipotesi esplicativa può essere complementare ad altre
  prospettive
                                                  (Khantzian, 1997)
 Questa ipotesi, seppure interessante, non è stata mai
  supportata da forti evidenze
                                                 (Mueser et al, 1997
                                                    Kessler, 2004)
Secondary substance use disorder models:
alleviation of dysphoria

 Persone con SMI sono soggette a disforia, che li
 rende inclini all’uso di sostanze psicoattive

 In questi soggetti sembra che la predisposizione
 all’addiction sia generale, piuttosto che rivolta ad
 una specifica sostanza
Secondary substance use disorder models:
  multiple risk factor model
Basato sull’osservazione che molti fattori di rischio per i DUS – inclusa la disforia –
sono comuni conseguenze di SMI (questo modello comprende anche l’alleviation of
dysphoria model)
                       Isolamento sociale
                       Scarse interpersonal skills
                       Scarse cognitive skills
                       Fallimento scolastico e professionale
                       Povertà                                              DUS
   SMI                 Mancanza di responsabilità
                       Mancanza di attività quotidiane
                       strutturate
                       Associazione a gruppi devianti
                       Vivere in quartieri con alto tasso di
                       disponibilità di sostanze

                                   DISFORIA
Secondary substance use disorder models:
supersensitivity model
 Deriva da un’elaborazione del modello stress-vulnerabilità
  proposto per la schizofrenia
 La vulnerabilità psicobiologica, determinata da una
  combinazione di eventi genetici ed ambientali precoci,
  interagisce con lo stress ambientale fino a precipitare l’esordio
  del disturbo psichiatrico o a scatenarne la ricaduta
 Farmaci psicotropi possono ridurre la vulnerabilità,
  mentre le sostanze d’abuso la possono aumentare
 La vulnerabilità può aumentare la probabilità che pazienti con
  SMI sperimentino conseguenze negative dall’uso di piccole
  quantità di sostanze
 Le ricerche in questo ambito sono ancora limitate
Secondary substance use disorder models:
supersensitivity model
             Fattori        Fattori
            genetici       ambientali

 Farmaci
           -     VULNERABILITÀ   +      Sostanze
                PSICOBIOLOGICA          d’abuso

                           Esordio SMI
           Stress
           ambientale      Ricadute
(3) Secondary psychiatric disorder models
             DISTURBO
             MENTALE                            DUS

 Dagli anni ’60, con l’aumento progressivo dell’uso di
  sostanze a scopo ricreazionale

 Il dibattito è centrato oggi sulle conseguenze dell’accesso
  ormai illimitato delle sostanze (ad es. stimolanti,
  allucinogeni e cannabis) e sui loro effetti psicomimetici
(3) Secondary psychiatric disorder models

 Prospective follow-up studies of substance users
   Associazione tra una storia di uso di cannabis ed una
    successiva diagnosi di schizofrenia
   Limiti e interpretazioni alternative

 Studies of long-term psychosis following drug abuse
   Non si rilevano differenze ampiamente significative
    tra soggetti che sviluppano long-term SMI in seguito ad
    abuso di sostanze e soggetti con SMI senza abuso di
    sostanze
(4) Bidirectional models
              DISTURBO
              MENTALE                      DUS

 Effetti continui ed interattivi tra SMI e DUS spiegano gli
  aumentati tassi di comorbidità. Ad es., l’uso di sostanze in un
  individuo biologicamente vulnerabile può scatenare SMI,
  successivamente mantenuta dal continuo uso di sostanze dovuto
  a fattori cognitivi appresi socialmente
 Evidenze a favore di questo modello restano largamente teoriche
  e non verificate
Clinical Symptoms of Depression
                (Emmelkamp. 2006)
MDD Symptoms:                     Drug Related Mood Symptoms:

 Sad/depressed mood for a         Depressed mood
    2-week period
   Loss of interest in natural    Loss of interest in natural
    rewards                           rewards
   Sleep/eating problems            Eating/Sleep difficulties
   Attention/concentration          Attention/concentration
    problems                          problems
   Irritability/restlessness        Irritability/restlessness
   Loss of energy                   High drug craving
   Worthlessness feelings
Disturbi dell’umore indotti da sostanze: evidenze
 Sintomi depressivi temporanei sono riportati nel contesto di
  intossicazione o di astinenza dalla maggior parte di sostanze:
  nicotina, cannabinoidi, oppioidi, stimolanti e altre sostanze
  d’abuso (fino al 98% dei casi) (Clark & Mac Clanahan, 1998)
 Studi epidemiologici più recenti suggeriscono, invece, che la
  maggior parte dei disturbi dell’umore sia indipendente dall’uso
  di sostanze: pochi soggetti, infatti, avrebbero disturbi
  dell’umore permanenti indotti da sostanze. Un’elevata
  proporzione di adulti con DUS hanno un episodio di disturbo
  dell’umore lifetime e nell’anno precedente (Grant et al, 2004)
 Circa il 60% dei disturbi dell’umore in soggetti con DUS sono
  indotti dalle sostanze e generalmente si risolvono dopo
  l’astinenza (Regier et al, 1990; Schuckit et al, 1997; 2006; Kessler
  et al, 2003)
Remission of Depressive Symptoms
with Abstinence
                   Moderate Depression   40%

                                         30%
 % Patients with

                                                    N=177, no pre-existing
                                         20%
                                                         mood syndrome

                                         10%

                                         0%

         Abstinence 1                          2    3          4        16
                                                   Weeks
 Brown S, Schuckit M. J Stud Alcohol. 1988;49:412-417.
I problemi del trattamento
1.   L’addiction è un disturbo difficile da trattare

2.   La ricaduta è una caratteristica del disturbo

3.   La poli-dipendenza è la regola e non l’eccezione

4.   La coesistenza dei disturbi psichiatrici è altamente frequente,
     in particolare con depressione e ansia

5.   Nell’addiction l’uso delle sostanze persiste nonostante il
     paziente abbia consapevolezza di esporsi ad un danno

                W.Bickel & M.Potenza, Rethinking substance abuse, 2006
Alcol
                                                                                               Sedativi..
DIAGNOSI ASSOCIATE A DISTURBI INDOTTI DA SOSTANZE
                                                                                             Amfetamine Caffeina
                                                                                             Inalanti Allucinogeni
                                                                                             Cocaina Oppiacei          Alcol
                                                                  Alcol Amfetamine           Cannabis Fenciclidina   Sedativi..
                                                                                                                                                   Alcol
                                                                  Cocaina Oppiacei
                                                                                                                                                 Sedativi..
                                                                  Sedativi..                                                                    Amfetamine
                                                                                               DELIRIUM                                          Cocaina
                                                                    Caffeina
                                                                                                      I                                         Caffeina
                                                                                  DISTURBI
                                                                                                                                          Inalanti Allucinogeni
                                                                                   SONNO                              DEMENZA                  Oppiacei
                                                                                       I                                                      Fenciclidina

                                                                                                                                           DISTURBI
                                                         DISFUNZIONI                            DISTURBI                                  DISTURBO
                                                                                                                                           UMORE
                                                          SESSUALI                              INDOTTI                                    UMORE
                                                              I                                                                                 I

                                                    Alcol                      DISTURBI                           DISTURBO
                                                    Sedativi..Cocaina           D’ANSIA                          AMNESTICO
                                                    Amfetamine
                                                                                    I
                                                    Oppiacei
                                                                                                                                    Alcol
                                                                         Alcol                   DISTURBO Alcol
                                                                                                                                   Inalanti
                                                                         Sedativi..Cocaina       PSICOTICO Sedativi..
                                                                                                                                  Sedativi..
                                                                        Amfetamine                   I
                                                                          Inalanti
                                                                        Allucinogeni                 Amfetamine Caffeina
                                                                         Cannabis                    Inalanti Allucinogeni
                                                                        Fenciclidina                 Cocaina Oppiacei
                                                                                                     Cannabis Fenciclidina
Obiettivi del trattamento

    Risoluzione dell’episodio acuto
    Prevenzione delle ricadute
    Prevenzione delle COMPLICANZE:
       cronicizzazione (sintomatologia residua)

       ciclicità

       estensione dell’uso di sostanze (diagnosi
        “multiple”)
       controllo a distanza della disabilità (deficit nel
        funzionamento complessivo)
Razionale del trattamento
 è poco probabile che un solo farmaco possa
  risolvere tutti i problemi posti dal trattamento dei
  Disturbi indotti dall‘uso di sostanze
 è necessario adattare con molta cautela la terapia
  ai sintomi, di volta in volta, principali
  (associazione di farmaci dalle caratteristiche
  diverse)
 attenzione alle risposte parziali e agli “switch“
 operare scelte razionali per una profilassi duratura
  secondo criteri ben precisi:
  “ treat the illness, not the episode “
Ripartizione dei Servizi in Italia

            CT

         Servizi
         per DD

 DSM                   SerT
Trattamenti per uso di sostanze
 Solo il 50% dei pazienti si è rivolto ad un servizio per
 problemi legati all’uso di sostanze:
    servizi per le tossicodipendenze

    strutture semi-residenziali o residenziali per le
     dipendenze

    Quali caratteristiche sono associate all’aver
    ricevuto un trattamento da parte di un
    servizio per le dipendenze?
 La comorbidità organica, di natura infettivologica con i
  comportamenti a rischio correlati, si conferma associata
  alla necessità di ricevere un trattamento per il disturbo da
  uso di sostanze

 Al crescere della severità della sindrome da uso di
  sostanze (dipendenza) aumenta la probabilità di ricevere
  un trattamento per la stessa, che appare associata anche
  al tipo di sostanza per cui i servizi delle dipendenze
  nazionali sono maggiormente formati (droghe
  “classiche”: oppioidi, cocaina e allucinogeni)

 L’uso di alcool appare invece ridurre la probabilità di
  trattamento nonostante la significativa prevalenza di tale
  problema
 Il rischio di sviluppare una dipendenza tra i pazienti
  DD in carico ai DSM italiani appare
  comprensibilmente legato all’età dell’utente, lasciando
  ipotizzare processi di cronicizzazione

 La classe di sostanze associata a tale rischio sono gli
  oppiacei

 Risiedere in una regione del Centro o del Sud aumenta
  significativamente il rischio di sviluppare una
  sindrome da dipendenza, suggerendo un minor grado
  di integrazione tra i servizi
 Gli utenti DD si caratterizzano per un’elevata
 frequenza di disturbi dell’umore e di personalità, in
 particolare di cluster B che, in oltre la metà dei casi,
 sono risultati in comorbidità con disturbi di Asse I,
 aggravando il quadro psicopatologico e peggiorando i
 livelli di funzionamento ed i profili di gravità
 Costoro sono complessivamente caratterizzati da
 un’età media maggiore, una minore autonomia, anche
 economica, da significativi problemi lavorativi e da
 una più grave situazione medica, in parte correlabile
 ad una più frequente comorbidità con malattie
 infettive
 Per quanto riguarda i disturbi da uso di sostanze, si
  rileva una compromissione meno grave negli utenti dei
  programmi DD, in parte riconducibile ad una minore
  frequenza di sindromi da dipendenza negli ultimi 12
  mesi rispetto agli utenti dei PT, facendo ipotizzare
  anche una minore severità della sindrome da
  dipendenza
 Meno frequente è, infatti, l’uso - da parte di questa
  popolazione - di sostanze dall’alto potenziale di
  dipendenza, in particolare eroina e cocaina, sebbene
  risulti maggiore il consumo di alcool
 Di notevole interesse è il dato che oltre un quarto
 degli utenti dei PT si sia rivolto a servizi
 ambulatoriali specialistici per problemi
 psicologici e la presenza di un’associazione di tale
 variabile con l’aver ricevuto un trattamento
 ambulatoriale per problemi alcool-correlati e
 connessi al’uso di sostanze
 Ciò suggerisce, in alcuni casi, una qualche forma di
  integrazione tra servizi psichiatrici e servizi per le
  tossicodipendenze
 Alla luce dei risultati raccolti fino ad oggi, ci sembra si
  delinei un interesse generale, estremamente rilevante, per
  ulteriori approfondimenti delle ricerche in corso
  attraverso l’estensione dello studio PADDI ai servizi
  per le tossicodipendenze attivi sul territorio; ciò al fine
  di analizzare le caratteristiche dell’utenza che afferisce a
  questi Servizi e di comprendere meglio quali siano i
  percorsi terapeutici - tra gli altri, in primis, quelli
  residenziali - che, tendenzialmente, sono attivati nei
  soggetti con disturbi da uso di sostanze in Italia e che
  vedono ampiamente coinvolti anche i Servizi di Salute
  Mentale del nostro Paese
Che fare? il paziente in “doppia diagnosi” (DD), specie se poliabusatore,
generalmente tende a essere assistito ma non curato, rimane una presenza
continua e pressante per il Servizio e costituisce lo zoccolo duro dei pazienti
definiti come “cronici”: le risposte usuali degli operatori rischiano pertanto
di rinforzare le problematiche che costui porta

           Caratteristiche DD                      Risposte usuali, oggi
         Polimorfismo
          sintomatologico
         Richieste pressanti e               Divise tra più Servizi
          caotiche a Servizi e                Centrate sulle priorità:
          professionisti diversi
                                                - del sintomo,
         Fallimento dialettico nel
          rapporto con i Servizi                - dei compiti istituzionali,
         Autoinvalidazione                     - della domanda esplicita,
         Passività                             - del contenimento della
         Tendenza all’evitamento               crisi
         Difficoltà nel problem
          solving
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