IL CAMPO DEI MIRACOLI - CORDELLA FILIPPO

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IL CAMPO DEI MIRACOLI - CORDELLA FILIPPO
IL CAMPO DEI MIRACOLI
                                                                                 Anno XXII - n. 6
                                                                                  28 giugno 2021

                           di FILIPPO CORDELLA - Private Banker

Nel mondo degli investimenti ci si imbatte spesso in situazioni
che ricordano il “Campo dei Miracoli” della favola di Pinocchio
“dove se fai una piccola buca e ci metti dentro uno zecchino
d’oro, la mattina dopo trovi un bel’albero carico di tanti zecchini
d’oro”.
Ma il Campo dei Miracoli, ovviamente, non esiste e Cordella -
con le sue riflessioni, analisi, commenti - ti aiuta a comprendere
come funzionano veramente le cose e come custodire al meglio
i tuoi “zecchini d’oro”.

                  Bitcoin ? Sì, con ghiaccio e limone ...
                                                        Non passa settimana che non mi venga
                                                        chiesto (1) cosa siano i bitcoin (2) e se non sia
                                                        il caso di comprarne un po'.

                                                        Colgo quindi l’occasione per cercare di dare
                                                        una risposta semplice e chiara a queste 2
                                                        domande.

                                                        Partiamo con la prima.
                                                        Il bitcoin è una moneta virtuale, non è fatta di
                                                        carta o di metallo, non è emessa o garantita

da una Banca Centrale o da uno Stato, non ha corso legale (cioè non deve essere
obbligatoriamente accettata dalle persone in pagamento di un bene o in estinzione di un debito).

Nato 12 anni fa dall’idea del mai identificato Satoshi Nakamoto, il bitcoin è per così dire fatto di bit -
cioè di calcoli matematici – e viene creato dai “miner” (minatori) attraverso un processo
particolarmente complesso (che avrà comunque termine al raggiungimento di 21 milioni di “pezzi”
creati).

“Minatori” che all’inizio erano giovani appassionati di informatica e hacker professionisti e che nel
tempo – a seguito di processi e formule matematiche (necessarie per la creazione dei bitcoin)
sempre più complesse – si sono uniti ed organizzati in strutture sempre più grandi (mining pool) con
l’utilizzo di migliaia di computer di elevatissima capacità computazionale ed assorbimento
energetico.
E qui emerge quello che è uno dei problemi più grandi di questa valuta, l’impatto ecologico:
- per pagare in bitcoin l’acquisto di un bene si consuma l’energia corrispondente a fare un milione di
pagamenti con una normale carta di credito o bancomat;
- per creare i bitcoin si brucia in un anno tanta energia quanto quella consumata da una nazione
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come l’Olanda o l’Argentina;
- la gran parte dell’energia consumata nel creare ed utilizzare bitcoin deriva da fonti non rinnovabili.

Importante poi specificare che nella fase di trasferimento dei bitcoin da un conto ad un altro entra in
gioco la blockchain, cioè un registro contabile basato su un articolato sistema di crittografia in grado
di garantire la sicurezza del processo.
Tramite la blockchain gli acquisti e le vendite di bitcoin, così come le compravendite di beni fatte
con i bitcoin, sono tracciabili ed anonime (nella blockchain è visibile la transazione ma non chi la
esegue): questo significa che risalire a chi spende, a chi compra e a chi accumula bitcoin non è
affatto facile anche se recenti normative a livello comunitario hanno adesso obbligato le grandi
piattaforme ad identificare i clienti che fanno compravendite di criptovalute.

E’ interessante, infine, sapere che - nonostante il tanto clamore creatosi negli ultimi tempi attorno a
questa criptovaluta - la sua diffusione è ancora molto bassa.
Il bitcoin era nato con l’obiettivo di essere disponibile per tutti e sostituirsi, come moneta, sia alla
Banche Centrali che al sistema bancario privato (come strumento di pagamento): un sogno, però,
totalmente disatteso visto che si stimano in solamente 40 milioni le persone che al mondo lo
detengono (appena lo 0,5% degli abitanti del pianeta) con, oltretutto, pochi grandi soggetti (si dice
2.500) che possiedono oltre il 50% di tutti i bitcoin esistenti.

Veniamo adesso alla seconda risposta.
Il bitcoin non è ancorato all’economia reale, non ha un valore intrinseco (se non quello dell’energia
utilizzata per crearlo) e, soprattutto, le sue quotazioni registrano delle fluttuazioni pazzesche: 10
volte maggiori rispetto a quelle dei mercati azionari (che già hanno una loro bella volatilità).
Per meglio chiarire il concetto ricordo che a metà aprile un bitcoin arrivò ad essere scambiato
64.700 dollari: neanche un mese dopo era, però, già tornato a 30.000 dollari: meno 54 per cento !

Ed è soprattutto a causa di questa volatilità stratosferica dei prezzi (in balia della speculazione e dei
grandi possessori di bitcoin) e dell’assenza di regolamentazioni e tutele per gli investitori che io
ritengo molto difficile considerare il bitcoin un investimento o una riserva di valore.
Ancor meno se poi allarghiamo il discorso alla marea di criptovalute oggi esistenti: circa 5.000.
Una per tutte: Dogecoin (ispirata a Doge il cane di razza Shiba Inu i cui meme sono un autentico
tormentone sui social) che è stata adottata come “feticcio” dai “criptotrader” balzando dai 0,004
dollari di inizio anno ai 0,73 dollari di maggio (+18.000 %) e diventando la quarta criptovaluta al
mondo per capitalizzazione.
Una performance strepitosa dovuta al solo valore emotivo attribuitogli dalla “community” e da
qualche discutibile tweet del solito Elon Musk. Lo stesso sviluppatore di Dogecoin, Billy Markus, già
da quando il prezzo era a 0,08 dollari l’aveva definita “inflazionata e con una quotazione assurda”.
Adesso i prezzi sono tornati attorno a 0,20 dollari: quindi chi li avesse comprati sulla scorta dei
suggerimenti di Musk e dei tanti guru della finanza che ci sono in giro, si ritroverebbe con un 70% in
meno.
Nulla da aggiungere.

Investire è un atto di grande responsabilità verso noi stessi e le persone a noi care.
Ricordiamocelo sempre.

Cordella Filippo
Private Banker
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking
Ancona, Civitanova, Jesi, Senigallia, Pesaro
Cell: 3200222185
Email: fcordella@fideuram.it
Sito: www.cordellafilippo.it

                                    SE TE LI FOSSI PERSI .......

                   QUANDO I BAMBINI NASCEVANO SOTTO I CAVOLI

                                 SPENDI, SPANDI, EFFENDI ...

                               COME CI SI AVVICINA ALLA CINA ?

                                  DONARE: COME E PERCHE'

                           ADDA VENI' BAFFONE ?? (2A PARTE)

                           ADDA VENI' BAFFONE ?? (1A PARTE)

                        MERCATI, IMMOBILI E GEORGE CLOONEY
TESLA: INVESTIMENTO O SCOMMESSA ?

                                 SPERAVO DE MORI' PRIMA ...

                           E RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI ...

                       AL MIO SEGNALE, SCATENATE L'INFERNO !

                          CHI NON LAVORA, NON FA L'AMORE ...

                                 THE ELEPHANT IN THE ROOM

                          PERCHE' IL CAVALLO NON BEVE PIU' ?

                      WALL STREET ED IL GIOCO DELLE 3 CARTE

                              L'INVESTIMENTO DEL SECOLO ....

DISCLAIMER
La presente pubblicazione è stata redatta da Filippo Cordella - Private Banker di Fideuram-Intesa
Sanpaolo Private Banking, iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari (OCF) con delibera
Consob n. 13096 del 24/4/2001, iscritto al Registro IVASS - Sez. “E” come Collaboratore di
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking.
Le informazioni contenute in questo report sono frutto di notizie e opinioni che possono essere
modificate in qualsiasi momento. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di
informazione ed illustrazione, a titolo meramente indicativo, non costituendo in alcun modo una
proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di strumenti
finanziari. Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all’utilizzo delle presenti
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Cordella, né Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking possono essere ritenuti responsabili di
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