IL BUONO DELLA DIVERSITA - UNA PUGLIA DA CONOSCERE PER LA SUA BIODIVERSITÀ AGRICOLA
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IL BUONO DELLA DIVERSITA UNA PUGLIA DA CONOSCERE PER LA SUA BIODIVERSITÀ AGRICOLA a cura di Rosanna CARDONE Francesco PEPE Pasquale VENERITO EDIZIONI CRSFA | Centro di Ricerca “Basile-Caramia”
INDICE Presentazione 5 Nota sul progetto editoriale 6 Introduzione 7 Inverno 9 Autunno 15 Primavera 21 Estate 25 Glossario 31 Galleria fotografica 32
Presentazione N ell’introdurre queste pagine esprimo particolari sentimenti di orgo- glio e di soddisfazione per le tante attività portate a temine nell’ambi- to di questo progetto denominato “Biodiversità in Rete”. Un percorso cominciato nel dicembre del 2016 che ha dato – è il caso di dirlo – davvero buoni frutti. Risultati raggiunti grazie ad una straordinaria capacità di fare rete tra pubblico e privato. Si pensi alla bella e proficua complicità progettuale avviata tra prestigiose realtà di lunga esperienza nel settore, come il CRSFA “Basile Caramia” (CAPOFILA), il Centro di Ricerca per l’Olivicoltura, la Progetto “Biodiversità in Rete” ACPR15T4_00432 Frutticoltura e l’Agrumicoltura (CREA-OFA), la Fondazione ITS Agroalimentare Puglia, IISS “Basile Caramia – F. Gigante”, il Parco Naturale Regionale “Costa Legge 113/91 modificata con legge 6/2000 – Bando DD 1524 dell’8 luglio 2015. Otranto S.M. di Leuca e Bosco di Tricase”, le Riserve naturali regionali orien- Codice CUP B13D16004210008. tate del litorale tarantino orientale, il SINAGRI srl Spin Off e i Vivai Capitanio Stefano. Tutte le attività organizzate hanno determinato occasioni di confron- Codice ISBN 978-88-943586-1-2 to e di condivisione esperienziale, finalizzate ad una divulgazione scientifica sulla biodiversità. Ne è un esempio concreto anche quest’ultima pubblicazione, A cura di un progetto da noi editato che abbiamo voluto dare alle stampe pensando ai più giovani. Tutto ciò nella convinzione più assoluta che la biodiversità agra- Rosanna Cardone, Francesco Pepe, Pasquale Venerito ria rappresenti un patrimonio inestimabile. Infatti, la Puglia costituisce una vero e proprio giacimento inesauribile per il germoplasma autoctono. Di certo Graphic design: Il Riscatto delle Cicale - illustrazioni: Simona Fiume quanto fatto sino ad ora non è tutto, ma rappresenta un primo solco impor- tante - una sorta di “prima zolla“ - dalla quale partire per continuare a far Tipografia: Emmeci Grafica - Locorotondo crescere certi semi di conoscenza, eredità naturale che ci viene consegnata Finito di stampare nel mese di Giugno 2019 da generazioni passate. Una ricchezza da difendere a denti stretti, ma anche a bocca piena nel piacere di gustare certi doni della natura. Abbiamo riservato a questo volume davvero una speciale cura perché anch’esso nel suo piccolo Edizioni CRSFA | Centro di Ricerca Sperimentazione possa contribuire ad una maggiore consapevolezza sulla cultura della biodiver- e Formazione in Agricoltura “Basile-Caramia” sità agraria. Oggi il testimone deve passare ai più piccoli che, con questi primi approcci conoscitivi, potranno alimentare le loro curiosità e domani essere i © 2019. Tutti i diritti riservati protagonisti di questa azione conservativa a favore di una imperdibile memo- ria contadina, patrimonio di tutti. Ai sensi della Legge sui diritti d’autore tutelati dal Codice Civile è vietata la riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo Prof. Vito Nicola SAVINO Responsabile del Progetto 5
Nota sulla funzione didattica della pubblicazione IL BELLO E IL Q BUONO DELLA uesta piccola pubblicazione ben si presta come uno strumento didattico con evidenti finalità divulgative sull’importanza della diversità biologica, argomento più noto con il termine biodiversità. DIVERSITÀ Pagine che servono a far comprendere ai ragazzi quanto essa sia importante anche per il mantenimento di un equilibrio ambientale. Si tratta di un volumetto – arricchito da contenuti semplici e corredato da una grafica accattivante – che vuole incuriosire, informare ma soprattutto Cibo, biodiversità, filiera geneticamente dissimili indirizzare l’attenzione dei più giovani su un tema di grande importanza per il futuro del nostro pianeta. Infatti, molte delle specie qui citate rappresentano agroalimentare. Il legame presenti sulla terra e degli i custodi delle radici storiche del popolo pugliese o raccontano di vari aspetti esistente tra territorio, ecostemi ad essi correlati. culturali, paesaggistici ed in alcuni casi anche economici della nostra terra. produzione frutticola e Il termine inglese “biodiversity” cultura alimentare viene tradotto in italiano potrebbe Queste pagine vogliono invogliare tutti ad ulteriori approfondimenti e indagato attraverso il chiamarsi biovarietà o varietà ricerche sulla biodiversità agraria che attiene al territorio agricolo pugliese ed è parte integrante delle sue produzioni. concetto di biodiversità della vita presente sul pianeta. Con questa operazione editoriale si vuol far maturare una nuova coscienza e il recupero dei saperi naturalistica volta ad una maggiore sensibilizzazione sulla salvaguardia di tradizionali. La diversità biologica è questo patrimonio da recuperare ogni giorno e da stimolare per la ripresa in considerata non solo la varietà coltivazione. Colorati protagonisti di un delle specie e sottospecie Per chi volesse saperne di più è possibile scaricare “L’atlante dei frutti paesaggio e di un mondo esistenti ma anche la diversità antichi di Puglia”, a cura del Centro di Ricerca Sperimentazione e contadino nella nostra regione genetica e la diversità degli Formazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo (Ba), dopo aver ancora vivi. ecosistemi. compilato il form. su: http://bit.ly/atlantefruttiantichipuglia Per biodiversità si intende Esistono vari motivi per l’insieme di tutte le mantenere un’elevata forme, animali o vegetali, biodiversità. 6 7
La perdita di specie, o climi, la resistenza a sottospecie o varietà certe malattie, la ricchezza comporta infatti un danno: e varietà di sapori, colori INVERNO ecologico, perché legato ad ed elementi nutritivi) si un degrado della funzionalità indebolirebbero sempre di degli ecosistemi; più le poche specie presenti, culturale, in termini di consentendo a pochi parassiti perdita delle conoscenze di danneggiare interi raccolti, umane sul tema della o obbligando gli agricoltori a biodiversità; trattamenti antiparassitari economico, come riduzione sempre più intensi. delle risorse genetiche potenziali. Tutto ciò genererebbe un impoverimento dei valori La presenza sul mercato di nutritivi delle mense nostre e una gamma limitatissima di dei nostri figli. varietà di certa frutta (ma questo vale anche per ortaggi Una grande varietà di piante e cereali) comporta un rischio diverse consente invece una biologico molto elevato. estrema diversificazione di colori, sapori, resistenze e Se dovesse perdersi quel contenuti nutrizionali, con patrimonio genetico naturale immenso vantaggio per la di caratteristiche di ogni comunità e per ogni singolo pianta diversa (come la individuo. resistenza a certi terreni 8
I l patrimonio agrumicolo pu- gliese è davvero immenso. Mol- ti agrumi hanno acquisito negli anni anche il riconoscimento comunitario dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta), tra questi le CLEMENTINE del Golfo di Taranto, l’ARANCIA del Gargano, il LIMONE “Fem- minello del Gargano”. Sulla costa adriatica non ci sono agrumi, con un’unica eccezio- ne: proprio il Gargano. Infatti, in provincia di Foggia, si producono tantissimi quintali di arance e limoni, molti dei quali prodotti in agrumeti stori- ci. Luoghi rappresentativi di identità culturale di interi paesi. É il caso di Rodi, paese dei limoni, e di Vico e Ischitella, i paesi delle arance. Quest’ul- time imbandiscono le tavole natalize con in par- ticolare le Durette (detta anche “arancia tosta”), un frutto realmente privo di semi con una polpa dura e croccante. È l’agrume delle feste, che ma- tura tra dicembre ed aprile. Infine il Melangolo è un’arancia medio – piccola dal succo dolce, dal colore rosso intenso e dalla buccia sottilissima, di solito impiegata come por- tainnesto. 11
T ra gli altri agrumi im- Tipiche sono anche le marmel- portanti e dai nomi late di arancia e i canditi. Mol- davvero singolari – ri- to particolare è l’abbinamento cordiamo - il Femmi- dell’arancia nell’acquasale, un nello del Gargano, la varietà di piatto tipico preparato con limone più antica d’Italia che pane raffermo, acqua salata, consta di tre tipologie. Tra gli aglio, prezzemolo, olio e arance altri agrumi dai frutti simpa- tagliate a tocchetti. tici e tutti da scoprire citiamo il “limone pane” e il “Biondo Co- Lasciando il Gargano e spo- IL PERIODO MIGLIORE PER mune” o “Bionda del Gargano”. standoci verso Taranto, culla GUSTARNE LE PROPRIETÀ Quest’ultimo ha un colore gial- della Magna Grecia, scopriamo ORGANOLETTICHE È QUELLO lo dorato intenso, buccia più il valore delle cosiddette Cle- COMPRESO FRA SETTEMBRE E o meno sottile e diametro mi- mentine del Golfo di Taranto, DICEMBRE. OLTRE A POSSEDERE UN nimo di 60 mm. Con gli agru- mandarini dolci e leggermen- ELEVATO CONTENUTO DI VITAMINA mi del Gargano i produttori te schiacciati ai poli. Il loro C, LE CLEMENTINE DI TARANTO preparano ottime marmellate, migliore pregio è che sono in SONO RINFRESCANTI E DIURETICHE. canditi e limoncelli. gran parte senza semi. A ren- SI POSSONO CONSUMARE SIA AL derne pregiata la qualità è il NATURALE SIA PER PREPARARE Tutto il territorio vanta an- clima soleggiato del Golfo di SUCCHI, SCIROPPI, SORBETTI, tiche ricette che hanno come Taranto che favorisce la per- MARMELLATE. ingrediente primario o secon- fetta maturazione del frutto. dario l’arancia. Basti pensare La raccolta viene effettuata alla manifattura di tipici dolci rigorosamente a mano per evi- locali, quale il “poperato” o i tare che le clementine vangano “calzoncelli” natalizi, il cui im- danneggiate al momento dello pasto si arricchisce del profu- “strappo” dall’albero. mato aroma. 12
S empre d’inverno abbiamo la gioia di raccogliere un’altra AUTUNNO “bandiera”, simbolo della pugliesità: le OLIVE, molte delle quali riservate alla tavola ma la stragrande quantità destinata alla produzione di olio extravergine. Si pensi che la Puglia può contare su ben 4 DOP, assegnate a 4 tipi di olio prodotti in altrettante zone della regione: Dauno, Terra di Bari, Colline di Brindisi, Terra D’Otranto, a loro volta suddivise in un- dici sottozone, a seconda del territorio di produzione. Tra le 21 più diffuse cultivar citiamo le più presenti e produttive: Ogliarola (Bare- se, Garganica o Salentina) e Coratina, mentre tra le specialità con nomi singolari ricordiamo la Bambina di Gravina, la Bella di Cerignola, la Cima di Mola o di Bitonto, la Rotondella, Cipres- sino, Peranzana (sin. Provenzale), “Sant’Agosti- no”, la Termite di Bitetto o la Pizzuta.
Q uando si parla di frutti o zone storiche della nostra autunnali in tanti pen- regione: ecotipo Bitetto dolce, sano anche a “frutti Bitonto, dolce Conversano, Ja- dimenticati”. In effetti, pigia, Acido Capurso, Molfetta ci si riferisce anche a prodotti Acido, Modugno. Ora la Puglia, di piante di antica tradizione. e più precisamente la zona Molti di queste tipicità negli della provincia di Taranto, a ultimi decenni stavano suben- possedere una nuova e buona do un declino commerciale. produzione di questa straor- Oggi, però, grazie all’attenzio- dinaria tipicità, atta a soddi- ne posta sulla biodiversità da sfare il veloce incremento di parte di esperti e di studiosi, richiesta sempre più cono- anche la cultura gastronomi- sciuto per i suoi considerevoli ca è d’accordo al recupero di benefici all’organismo. queste coltivazioni. E quando si fa riferimento all’ autunno Altro frutto autunnale che, di e ai suoi frutti subito si pen- recente, sta vivendo una ri- sa subito al MELAGRANA, scoperta e un’attenzione un prezioso prodotto dell’albe- da parte degli agricoltori ro detto melograno. Con que- è il CARRUBO, una sti nomi simpatici e singolari specie arborea che ap- sono appellate alcune varietà partiene alla famiglia di questo frutto davvero buo- delle Fabacee, sotto- no e salutare: padrenostro, famiglia Caesalpi- dente di cavallo, acre, dolce nioideae, genere corallo. Ma anche nomi che Ceratonia. associano la melograna a città 17
U Il suo nome scientifico Cera- caratteristica di avere sempre n proverbio antico re- tonia siliqua L. dal latino “sili- un peso costante (0.20 g), uti- cita: “Col tempo e con quia”, cioè baccello. È molto dif- lizzandoli come unità di misura la paglia maturano le fusa in molte aree del bacino del per pietre preziose e oro, pra- NESPOLE”. Innesto Mediterraneo dove è presente tica ancora oggi in vigore. L’im- utile per la conoscenza di un altro come in Puglia sia come pianta portanza di tale alimento era frutto legato alla nostra biodi- spontanea della macchia, sia dovuta al fatto che le carrube versità: il nespolo. Un frutto diffusa in coltura. Tra l’altro, essiccate si conservavano per minore, un tempo abbastan- gli alberi secolari – monumen- mesi fornendo un indispensa- za coltivato in Puglia, oggi tali sculture vegetali - sono bile apporto di zuccheri, vita- quasi scomparso, legato ai oggi protetti come previsto da mine e proteine. vecchi frutteti famigliari, una Legge regionale. Si ricorda Il professor G. Donno nel 1966 ma diffuso in tutta la Re- che la specie è stata utilizzata ha citato diverse cultivar di gione. I frutti devono essere in passato per l’alimentazione carrubo coltivate in provincia consumati a mano a mano che del bestiame e per quella uma- di Bari, delle quali oggi, si è per- sono pronti perché il processo na, mentre ultimamente ha as- sa ogni memoria storica. È dif- di fermentazione non si arresta e sunto importanza notevole la ficile oggi riconoscere in quelle i frutti possono rapidamente degradarsi. produzione della farina di semi varietà come Schiovinesca, Ca- In seguito all’ammezzimento la polpa diventa impiegata per le sue proprietà vallaro, Triggianesca, Sottile, bruna, molle, zuccherina, di consistenza pasto- addensanti ed emulsionanti in Piccia luce, le nostre bellissime sa, leggermente acidula e sgradevole. Vengono campo alimentare e non. Tra piante secolari ancora pre- consumati per dessert. Con la trasformazione le altre cose interessanti da ri- senti sui nostri territori. Solo si ottengono: marmellate, gelatine, salse e varie cordare è che gli Arabi furono i per la varietà Amele è stato preparazioni culinarie. Vengono usati inoltre maggiori produttori ed estima- possibile reperire il ricordo di per la produzione di bevande alcoliche, quali tori. Questi chiamavano i semi qualche anziano agricoltore di brandy, liquori. del carrubo “carati” e ne ave- Monopoli (Ba) e Fasano (Br). vano individuato la particolare 18 19
PRIMAVERA T ra gli altri frutti, il MELO una del- le piante di più antica coltivazione. Le varietà coltivate appartengono alla specie Malus x domestica Bor- kh; il genere Malus appartiene alla fami- glia delle Rosacee, sottofamiglia Pomoidee. La presenza della coltura Melo in Puglia è concentrata soprattutto in alcune territo- ri particolarmente vocati come la zona dei Monti Dauni, dove tuttavia non ci sono mol- ti meleti specializzati.
S e c’è un frutto che più Conversano, Castellana Grotte, di tutti, insieme ai fichi, Turi e Putignano). La quasi to- può portare la “bandie- talità delle varietà coltivate di ra” della biodiversità ciliegio appartiene a due sole in Puglia è la CILIEGIA. E specie. La prima è la Prunus tante sono le eccellenze di que- avium L. (ciliegio dolce, com- sto frutto che fa subito pen- prendente varietà con frutti a sare all’inoltrata primavera. polpa tenera - tenerine- e a pol- Alcuni nomi di sue varietà si ri- pa dura - duracine), con buccia feriscono a città: si pensi a Forlì, di colore variabile dal giallo, al Napoletana, Ruvo o alla “zucche- giallo sofuso di rosso, al rosso rina di Bitonto”. Altre ricorda- brillante, al rosso scuro), men- no santi come “san Giovanni” o tre l’altra è la Prunus cerasus “san Nicola”, mentre altre anco- L. (ciliegio acido, comprendente ra da secoli portano denomina- amarene, visciole e marasche). zioni singolari come “Muscardi- Quanto piacere nel gustare le na”, “Palombara”, “Pasturella”, ciliegie direttamente dall’albero, “Laffiona”, “Duroncina nera” o ma sono straordinarie per la addirittura di altri frutti coma preparazione di confetture de- la varietà “Limone” o “Uva”. stinate ai prodotti dell’industria La coltivazione del ciliegio in dolciaria. E sempre a proposito Puglia ha origini molto antiche di cose buone da gustare quan- e riguarda fondamentalmente to bontà in certi liquore o nel le province di Bari e BAT. La succo di amarena, ottenuto da coltura è presente sopratutto ciliegia acida (amarena locale).la a nord di Bari (territori di Bi- cui piena maturazione avviene sceglie e comuni limitrofi) ed nella seconda decade di giugno. a sud-est di Bari (comuni di 23
U n altro frutto che parla di primavera è il GELSO BIANCO, varietà abbastan- za comune nella nostra regione. In pas- ESTATE sato era coltivato anche per l’allevamen- to del baco da seta, soprattutto nel Salento. I gelsi appartengono alla Famiglia delle Mo- raceae, genere Morus. Vi sono numerose specie appartenenti al genere Morus, ma la coltivazione del gelso è concentrata soprat- tutto su due specie: il GELSO NERO, ovvero Morus nigra L., coltivato per la sua frutta e conosciuto in Europa prima Il gelso bianco Morus alba L., im- portato dalla Cina alla fine del 1400 quando, nel continente europeo, si diffuse l’allevamento del baco da seta. La coltivazione del gelso bianco è una pratica molto antica diffusa in Cina, es- sendo citata in uno scritto di Confucio. Successivamente la bachicoltura si estese dal Me- dio oriente all’Occidente tramite gli Arabi che dif- fusero l’allevamento dei bachi dapprima in Spagna poi nel 1140 in Sicilia , dove ebbe un grosso suc- cesso. Dalla Sicilia si diffuse per tutta la peniso- la e per molti secoli rappresentò un’importante fonte di sostentamento. Il gelso è oggi un albero di facile coltivazione e per questo viene utilizza- to anche a scopo ornamentale per la frescura regalata dalla sua folta e verdeggiante chioma. 24
A mare o dolci. Ma soprattutto di varietà differenti. Sono le MAN- DORLE così presenti sul ter- ritorio pugliese. In passato gli agricoltori propagavano il mandorlo per seme, ragion per cui esistono anche pa- recchi esemplari unici spontanei. È bene ricordare che in Puglia la man- dorlicoltura affonda le sue radici da più di duemila anni. La diffusione inizia con le colonie greche del litorale adriatico, specialmente nel periodo bizantino. Sulla Murgia barese e sul Gargano allo stato spon- taneo cresce il Prunus webbii Spach, deposita- rio del carattere dell’autofertilità e che avrebbe dato origine a molte delle varietà autoctone at- traverso ibridazioni spontanee. Ma tra le tan- te preziose varietà c’è una davvero importante tanto da meritarsi la tutela di un Presidio Slow Food: la mandorla di Toritto. Questo frutto è uti- lizzato per la produzione di latte di mandorla e altre specialità gastronomiche della tradizione come confetti o amaretto o il noto biscotto di Ceglie. E quando si pensa all’estate subito vengono in mente altri frutti amati da grandi e piccoli: i FICHI. 27
P Chi oggi attraversa il territo- colpisce molto sono le sue va- er “rinfrescarsi” a tavo- rio pugliese può vedere solo riegate forme: globosa, elis- la in questa bella stagio- ciò che resta di un antico si- soidale, piriforme, appiattita, ne molti gustano i frutti stema di coltivazione legato allungata, asimmetrica. Per dell’ALB I CO CCO . al fico, ma può intravedere non parlare del colore del- In Puglia esiste una elevata ancora i segni di un paesaggio la polpa che va dal violetto al gamma di varietà coltiva- agricolo strettamente legato a rosso, passando poi dal marro- te a seme dolce e a seme questa specie. ne all’ambrato. È possibile as- amaro. Nel gergo dialetta- Il Fico (Ficus carica L.) appar- saporarne di gustosissimi dal le si distinguono le “verne- tiene alla famiglia delle Mora- Gargano al profondo Salento. cocche” dalle “crisomme” ceae. Le varietà si distinguono In quest’ultima parte di Puglia i quali sono più grossi e in unifere e bifere. Le prime i fichi – secondo tradizione - leggermente aciduli, mentre producono solo i forniti o i fio- vengono spaccati ed essiccati le vernecocche propriamente roni. I forniti maturano a fine per poi essere farciti con man- dette sono piccole e dolcissime. estate e si trovano all’ascella dorle tostate, semi di finocchio Tra le tante varietà ci piace citare un’ec- delle foglie sui rami dello stes- e scorza di limone a costituire cellenza presente nel Salento: l’Albicocco di Ga- so anno di formazione. i cosiddetti fichi maritati, cot- latone, zona in cui tale varietà era molto colti- Le bifere producono due in- ti in forno. Questo prodotto, vata ed esportata. Oggi tale cultivar è presidio fruttescenze: le prime sono tipico di Ceglie Messapica, San Slow food dal 2012, e su di essa si punta con la i fioroni che si generano sui Michele Salentino e San Vito valorizzazione sia del prodotto fresco che del rami dell’anno precedente e dei Normanni, in provincia di trasformato. Intensa è stata l’attività di ricer- maturano a inizio estate, le Brindisi, ha ottenuto il ricono- ca su questo frutto del germoplasma autoctono seconde sono i forniti. scimento come presidio Slow soprattutto nel Nord Barese (Bisceglie, Barletta, A parte i Food “Fico mandorlato di San Andria, Trinitapoli) antica zona di coltivazione suoi singo- Michele Salentino”. e di esportazione di albicocche con il recupero lari nomi, delle vecchie varietà. la cosa che 28 29
T ra i tanti belli e saporiti Glossario frutti con forti valenze lega- te alla biodiversità vi sono le PERE. Infatti, nelle campa- Biodiversità agricola: è la varietà genetica nelle piante che gne pugliesi si ritrovano tantissime piante coltiviamo e negli animali che alleviamo per il cibo e le fibre. Il di pero sparse, ma non veri e propri pereti materiale genetico che usiamo per sviluppare nuove razze e varietà specializzati. I perastri selvatici (Pyrus viene chiamato risorsa genetica. Sfortunatamente, questo patrimonio amigdaliformis Vill.) venivano innestati si è notevolmente ridotto negli ultimi decenni; proprio per questo motivo si è cercato di limitare le perdite creando Convenzioni a livello dagli agricoltori sia per uso famiglia- internazionale. re, sia per la vendita ai mercati. Nei seminativi e nei boschi sono Agricoltura biologica: sistema di gestione della produzione ecologico che promuove e sviluppa la biodiversità, i cicli biologici presenti inoltre in gran numero, e l’attività biologica del suolo. Fa ricorso ad un utilizzo minimo di in quanto un tempo i frutti veni- prodotti derivati da attività extra-aziendali e a pratiche di gestione vano usati anche per l’alimenta- che ripristinano, mantengono e stimolano l’armonia ecologica. zione del bestiame. Autoctona: specie o varietà tipica di un determinato ambito I frutti del perastro vengono geografico, nel quale ha avuto origine, integrandosi ed adattatasi ad chiamati in dialetto “calaprisc’” o un preciso contesto ambientale e sviluppando legami complessi con le “pirazzi”, a seconda delle zone, sono altre specie (uomo compreso). molto tannici e astringenti, tuttavia alcuni La Convenzione sulla Biodiversità: la Convenzione sulla biotipi possono dare frutti commestibili. Biodiversità, elaborata a Rio de Janeiro nel 1992, afferma il valore Le varietà nella nostra regione presentano una intrinseco della diversità biologica e dei suoi vari componenti: elevata variabilità di forme, colori, ma soprat- ecologici, genetici, sociali ed economici, scientifici, educativi culturali, tutto per le epoche di maturazione che variano ricreativi ed estetici dagli inizi dell’estate, fino all’inverno. Agricoltore (coltivatore) custode: figura introdotta e definita da alcune Leggi Regionali per la tutela delle risorse genetiche di interesse agrario (Toscana 1997 e 2004, Marche 2003, Emilia - Romagna 2008, Puglia 2013). Sono definiti agricoltori (o “coltivatori”) custodi 30 31
INVERNO PRIMAVERA Durette Femminello del Gargano Biondo del Gargano Ciliegie ferrovia Gelso bianco ESTATE Clementine del G. di Taranto Cima di Mola Bella di Cerignola AUTUNNO Mandorle di Toritto Fioroni Melagrana Carrubo Nespole Malus domestica Albicocca di Galatone Perastro selvatico Fico mandorlato di Borkh San Michele Salentino 32 33
Centro di Ricerca Ministero dell’Istruzione Sperimentazione e Formazione Università e Ricerca in Agricoltura “Basile Caramia” La battaglia per la salvaguardia dei valori della biodiversità non è una battaglia qualsiasi. È la battaglia per il domani del nostro pianeta. Ognuno di noi, nel nostro piccolo e nel nostro quotidiano, può fare qualcosa. Per i nostri territori, nei nostri territori. Non pensiamo esclusivamente a ciò che abbiamo già perso, ma raccogliamo le energie per salvare ciò che è importante ancora salvare. PROGETTO "BIODIVERSITÀ IN RETE" ACPR15T4_00432 - Legge 113/91 modificata con legge 6/2000 Bando DD 1524 dell’8 luglio 2015.- Codice CUP B13D16004210008.
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