I social network nella didattica delle lingue. Esperimenti di flipped classroom con Edmodo
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Master di I Livello Trasformare gli Ambienti di apprendimento. Ruolo, strategie e competenze del Tutor per la formazione in servizio degli insegnanti anno accademico 2010/2011 I social network nella didattica delle lingue. Esperimenti di flipped classroom con Edmodo Relazione finale di: Maria Anna Di Gioia Relatore: Giovanni Biondi 1
I social network nella didattica delle lingue. Esperimenti di flipped classroom con Edmodo 1. I social network nella didattica delle lingue 2. Un social learning: Edmodo 3. Trasformare gli ambienti di apprendimento. Edmodo nella flipped classroom 4. Sperimentare Edmodo nella didattica delle lingue Allegati Bibliografia e sitografia 2
Capitolo 1. I social network nella didattica L'utilizzo dei social network a scuola sta registrando in questi ultimi anni un crescente interesse, nella consapevolezza delle potenzialità e del valore aggiunto che questi strumenti possano offrire alla didattica e all'apprendimento, in un momento in cui i paradigmi comunicativi ed educativi stanno mutando in modo radicale. L'importanza di un approccio sociale, oltre che ludico, all'apprendimento è confermata dai più recenti studi sulla struttura e sul funzionamento del nostro cervello, dagli sviluppi delle scienze cognitive e dalle sperimentazioni nel settore delle neuroscienze: nel momento in cui l'apprendimento si trasforma in una esperienza divertente e positiva, priva di sfumature emotive negative, come la paura, l'ansia, la vergogna o la preoccupazione, esso migliora sensibilmente. Esperienze di apprendimento di tipo "sociale" contengono in sè questo elemento ludico e positivo, che agevola il processo di apprendimento: A study by teacher and neurologist Judy Willis in 2011 found that students who worked on writing in positive, supportive groups experienced a surge in dopamine (which we’ve already discussed the positive effects of), as well as a redirection and facilitation of information through the amygdala into the higher cognitive brain, allowing students to better remember information over the long term. She also found that learning in groups tended to reduce anxiety, which can frequently be a major roadblock to effective learning. Some schools have used this study and others like it as the basis for allowing students to do more group work or even to help struggling 1 peers grasp a new concept. Diverse sperimentazioni di social learning sono in atto, soprattutto nei paesi anglosassoni, anche nella convinzione dell'importanza di educare i ragazzi ad un utilizzo consapevole e responsabile dei social network, propedeutico al momento in cui si troveranno ad usarli nella propria vita privata e professionale. Insegnare ai ragazzi un uso corretto e sicuro dei social network permetterà loro di padroneggiarne le potenzialità e prevenire 1 9 Ways Neuroscience Has Changed The Classroom, https://www.teachthought.com/learning/9-ways-neuroscience-has-changed-the- classroom/. The role of emotions in learning, http://www.greatschools.org/parenting/teaching-values/751-the-role-of-emotions-in- learning.gs. 3
ed eventualmente gestire fenomeni come il bullismo o lo stalking digitale, oltre ad evitarne un uso ingenuo e non pienamente consapevole. Il concetto di social network è molto vasto e può includere svariati siti, i più noti dei quali sono sicuramente Facebook e Twitter. Questi siti sono accomunati dall'idea fondamentale di permettere a molteplici persone di esprimersi, condividendo propri contenuti più o meno originali, link, video, immagini, documenti, ecc., interagire con altre persone virtualmente, creando vere e proprie community, a mo' di "piazze virtuali". Sui social network le persone rafforzano connessioni reali con altri individui con i quali condividono interessi, hobby, passioni, si aggiornano sullo stato dei loro amici, conoscono amici di amici, aprono o partecipano a discussioni già avviate, organizzano o aderiscono ad attività, condividono e commentano eventi, notizie, fanno rete. Parecchi docenti si sono interrogati e si stanno interrogando, in questi anni, sul perchè e sul come usarli in classe in modo efficace e produttivo, tenendo presente che spesso i nostri studenti, anche quelli che non ne avrebbero la facoltà, come gli alunni della scuola secondaria di primo grado (l'iscrizione a Facebook è vietata ai minori di 13 anni), già li usano ampiamente nel quotidiano, per commentarsi, condividere informazioni, taggarsi, chattare, postare foto, video, link, messaggiarsi, giocare, esprimersi in piena libertà. Social network come Facebook e Twitter hanno cambiato il modo in cui le persone entrano in connessione le une con le altre. In campo educativo, un uso appropriato di questi strumenti può sicuramente incoraggiare la collaborazione, la condivisione di risorse, la trasmissione di nuove idee e l'apertura virtuale della propria classe all'esterno. I benefici di una loro introduzione nella didattica sono molteplici e sempre più sperimentati. I social network: • contribuiscono a costruire una comunità coesa operando in un orizzonte di apprendimento ludico; • incentivano l'apprendimento cooperativo; 4
• abbattono le mura della classe, aprendo la didattica all'esterno di essa; • motivano gli studenti e incentivano, soprattutto quelli più timidi, ad esprimersi in quanto mettono a disposizione uno spazio neutro in cui farlo, maggior tempo a disposizione per potersi esprimere, la certezza di essere letti ed ascoltati e di ottenere risposte alle loro domande, cosa che non sempre il docente in classe ha tempo di fare in modo adeguato; • stimolano gli studenti a vedersi come portatori di conoscenza da condividere gli uni con gli altri, attraverso il peer tutoring; • la motivazione del lavorare on line, di vedere pubblicato il proprio lavoro su un social network spinge gli studenti a lavorare di più a casa, a produrre materiali da pubblicare, a confrontarsi sulla piattaforma con i compagni su argomenti svolti la mattina in classe; • permettono di far proseguire online discussioni non approfondite in classe per mancanza di tempo, permettendo al docente di tracciarle e di eventualmente trasformarle in compito da svolgere, valutare e archiviare in un luogo sicuro ed ordinato; • permettono ai docenti di "espandere" i compiti assegnati. Il risvolto della medaglia è rappresentato dal pericolo di bullismo e stalking digitale, oltre al problema della sicurezza in rete, della salvaguardia della privacy e delle tutela delle informazioni personali. Si tratta di problematiche serie e attuali, di cui la scuola, nel suo ruolo educativo, dovrebbe responsabilmente farsi carico. Le nuove tecnologie della comunicazione, dai blog ai social network ai forum, agevolano la condivisione pubblica di informazioni personali, e spesso il piacere ed il valore aggiunto proveniente dal loro uso sta proprio in questo: attraverso la condivisione di informazioni personali si creano comunità di persone con interessi simili, si scambiano informazioni, si fa rete. Il discrimine sottile, che spesso uno stesso adulto ha difficoltà ad inquadrare e selezionare, sta in cosa rendere pubblico e cosa no. E' comprensibile quindi che per un 5
adolescente, e ancora di più per un preadolescente, la gestione di questioni delicate come la tutela della privacy e dei dati sensibili, per non parlare del tracciamento delle informazioni personali dell'utente per usi commerciali, sia ancora più complessa e problematica da interiorizzare e praticare 2. Nel momento in cui i social network vengono introdotti a scuola entrano in gioco alcuni temi “caldi” che varrebbe la pena affrontare, come lo stigmatizzare comportamenti ingenui e pericolosi, tipo il fornire dati personali che possano permettere di “localizzare” l'utente o altre persone, o mettere a rischio la “reputazione” o violare la propria privacy o quella altrui, o diventare consapevoli delle problematiche legate ai furti di identità o alla percezione della reale affidabilità delle identità virtuali, come anche dell'affidabilità delle informazioni condivise e diffuse spesso in modo superficiale senza riscontro. E' quindi particolarmente importante che una scuola sensibile e all'avanguardia si metta in prima linea nell'educare i ragazzi ad un uso attento, sicuro e consapevole dei nuovi media, spesso da loro fruiti in modo ingenuo3. Trattare queste problematiche con i ragazzi può risultare spesso non 2 JAMES C., DAVIS K., FLORES A., FRANCIS J.M., PETTINGILL L., RUNDLE M., GARDNER H., Young People, Ethics, and the New Digital Media, A synthesis from the Good Play Project, The Mit Press, Cambridge, Massachusetts, London, England 2009. 3 E' di questi giorni la pubblicazione da parte del Garante della protezione della privacy di una comunicato stampa riguardo ai minori, Internet, la privacy e le responsabilità dei docenti, che dà alcune indicazioni generali in materia di tutela della privacy. Questo documento chiarisce alcune questioni interessanti e controverse: ad esempio viene permesso l'uso di cellulari e smartphone "per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone", anche se si demanda all'autonomia scolastica il decidere come regolamentare o se vietare del tutto il loro uso; si vieta il "diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese", ricordando come "la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati". Stesse cautele per l'uso dei tablet, permessi solo "a fini di registrazione e non soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri elettronici e testi on line". Per quanto riguarda le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici, per pubblicarle e diffonderle in rete, anche sui social network, è "necessario ottenere di regola il consenso delle persone presenti nei video o nelle foto". Per quanto riguarda l'iscrizione on line degli studenti, l'adozione dei registri on line e la consultazione della pagella via web, la situazione è ancora non chiara e generica ("il Garante auspica l'adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati"), ma i voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato sono pubblici, in quanto le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabilito dal Ministero dell'istruzione (Comunicato stampa del Garante per la protezione della privacy, 6 settembre 2012, http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1922676). 6
semplice, sia per difficoltà linguistiche e concettuali nel farsi comprendere, sia per la stessa dinamicità del concetto di privacy e sicurezza in rete 4. E' urgente la necessità di educare i ragazzi ad un uso consapevole e responsabile della rete, utilizzando però degli ambienti di apprendimento protetti e affidabili, a cui anche i preadolescenti possano accedere in modo tranquillo e sicuro. Come Facebook non pemette l’accesso a ragazzi inferiori ai 13 anni, analoghe limitazioni vengono poste da ambienti virtuali sociali 3D, dalle potenzialità didattiche altrettanto interessanti, come SecondLife o ActiveWorlds. A queste restrizioni corrisponde anche una perplessità sociale per l’accesso dei minori di 13 anni a questi ambienti, percepiti mediamente più come "pericolosi" che come occasioni di crescita e socializzazione. Inoltre, l'invadente pubblicità spesso presente in questi ambienti contribuisce a rendere problematico il loro utilizzo in ambito didattico, soprattutto con gli studenti più giovani, e comporta necessariamente l’attivazione di precise strategie di monitoraggio e tutela da parte dei docenti. Uno strumento che mi è sembrata interessante da esplorare per aggirare queste criticità sfruttando le potenzialità del social learning è Edmodo. Nato nel 2008 dall'iniziativa di due insegnanti, Nic Borg e Jeff O'Hara, frustrati dalle restrizioni scolastiche ma consapevoli del potenziale valore aggiunto dato all'apprendimento tramite i social network, e molto sperimentato nei paesi di lingua anglosassone (ancora pochissimo in Italia 5), Edmodo è uno strumento gratuito, progettato specificamente per la didattica, che permette in modo sicuro, ai docenti e agli studenti di un gruppo-classe, di connettersi tra loro, collaborare, condividere contenuti, scaricare e caricare compiti, voti e comunicazioni riguardo ad eventi 4 M. Ranieri, DIGITAL & MEDIA LITERACY EDUCATION, Daphne, 2012. In questa pubblicazione, l'autrice propone diverse interessanti attività laboratoriali da condurre in classe con i ragazzi per portarli a riflettere sui concetti di privacy e sicurezza in rete. 5 C.Policaro, Edmodo: microblogging per la didattica 2.0, http://www.catepol.net/2008/09/03/edmodo-microblogging-per-la-didattica- 20/#axzz1o6HFBGX; E. Ferretti, La campanella digitale: Edmodo, il social network per la scuola, http://scuolachefarete.it/2012/05/la-campanella-digitale-edmodo-il-social- network-per-la-scuola/; S. Lizzio, Guide alla piattaforma di microblogging Edmodo, http://www.liceoreginaelena.gov.it/media-2-0/filmati/guide-alla-piattaforma-di- microblogging-edmodo/; R.Rizzo, Tutorial: attività in una classe Edmodo, http://www.slideshare.net/rinorizzo/tutorial-lavorare-in-una-classe-edmodo ; Esercitazione 1 – Edmodo, http://www.youtube.com/watch?v=qeP-zQlyDo4. 7
scolastici. Lo scopo esplicito di Edmodo è proprio di "aiutare gli educatori a sfruttare il potere dei social network al servizio della propria classe". Esaminiamolo nel dettaglio. 8
Capitolo 2 Un social learning: Edmodo Edmodo è un social network sicuro e molto semplice da usare, che permette all'insegnante di avere il controllo totale dell'ambiente: una volta create le classi, gli studenti possono accedere solo dopo aver ricevuto il codice di accesso dall'insegnante e possono interagire solo all'interno delle classi a cui sono iscritti. Edmodo è come una classe virtuale a porte chiuse: da questo punto di vista, è stato definito l'"unione tra Moodle e Facebook: una piattaforma di e-learning orientata al social networking" 6. Ci si può iscrivere da insegnanti, da studenti e anche da genitori: l’insegnante crea le classi virtuali (i gruppi) a cui i ragazzi possono accedere solo tramite l’inserimento di un codice. Una volta entrati nel gruppo, il docente può postare in bacheca e controllare quanto viene postato, gli 6 E. Ferretti, La campanella digitale: Edmodo, il social network per la scuola, cit. 9
studenti possono inviare file e messaggi al docente e, se c’è la possibilità (scelta che spetta all’insegnante), possono anche inserire dei post sulla bacheca del gruppo. Il docente inoltre può assegnare compiti agli studenti ed inserire i voti all’interno di un registro elettronico. I genitori possono essere coinvolti per avere accesso ai voti del figlio oppure per comunicare direttamente con il docente. Edmodo è un sito di tipo educativo che si ispira ai social network più conosciuti adeguandoli al contesto scolastico. E' uno strumento molto flessibile e dalle potenzialità molto interessanti, che può essere adattato e sperimentato in qualsiasi classe in svariati modi, a seconda di cosa si insegna, degli studenti con cui sta lavorando e dell'ambiente in cui si opera. Attraverso di esso studenti ed insegnanti possono entrare in connessione gli uni con gli altri, condividere idee, problemi e supportare il processo di apprendimento. E' un ambiente sicuro, nel quale il docente ha un totale controllo: può visualizzare ciò che viene pubblicato e può intervenire in qualsiasi momento per cancellare interventi o intervenire anche con l'allontanamento di studenti indisciplinati, in caso di episodi di bullismo o contenuti inappropriati. E' possibile assegnare compiti e valutarli su Edmodo. Anche i genitori possono unirsi alla classe virtuale ottenendo un livello di trasparenza difficile da raggiungere in altri modi. Edmodo è una piattaforma che condivide obiettivi simili a Google Apps for Education (che implementa) o a Moodle, ma in modo molto più basic, semplice ed intuitivo. L'interfaccia è molto simile a Facebook, tanto che è stato definito “Facebook per la scuola”, ma rispetto al popolarissimo social network ha delle caratteristiche molto più interessanti dal punto di vista didattico: • essendo stato progettato da insegnanti, è stato studiato in modo da permettere una collaborazione di tipo cloud-computing estremamente sicura e protetta, cosa che libera il docente dalle tipiche ansie legate alla navigazione in Internet dei proprio studenti, soprattutto se minori di 13 anni; 10
• l'interfaccia è molto semplice e richiede un addestramento minimo; • monitorare gli studenti su Edmodo è estremamente semplice: non possono accedere senza invito (il codice fornito dal docente), ed è impossibile per loro entrare in contatto con estranei; • la piattaforma è dotata di una nutrita suite di applicazioni specificamente progettate per la didattica; • è completamente gratuita e priva di pubblicità, non necessita di supporto tecnico; • è molto improbabile che venga bloccata da filtri eventualmente presenti a scuola (come può accadare per Youtube o Facebok). Per cominciare, è necessario che il docente crei un proprio account, successivamente che crei un gruppo (la classe) e ottenga un codice segreto per questo gruppo. Il docente se vorrà potrà creare lui stesso gli account degli studenti o farli creare a loro stessi, consegnando il codice di accesso ai ragazzi (cosa interessante: non è necessario che i ragazzi possiedano una e- mail). Prima di avviare un gruppo classe su Edmodo, è importante accertarsi 11
che i ragazzi abbiano tutti la possibilità di collegarsi da casa; nel caso non possano, si potrà suggerire di accedere alla rete da casa di amici, parenti, o dalle bibloteche, o da scuola nelle ore pomeridiane, o Internet point, o smartphone/tablet7. Si dovrà infine prendere in considerazione l'ipotesi di inviare un avviso ai genitori, per informarli della sperimentazione in atto, sempre nell'ottica della sicurezza e della tutela della privacy dei minori 8. Gli studenti possono aggiungere una foto al loro profilo, o scegliere un avatar da Edmodo stesso, ed iniziare a postare qualcosa, in modo molto simile a Facebook, condividere testo, link, video e file. Essi non possono inviarsi messaggi privati tra loro, ma solo con l'insegnante. Se postano qualcosa di inappropriato, il docente può intervenire cancellando il post in 7 Una collega americana suggeriva di lasciar usare in classe ai ragazzi smartphone di seconda mano, durante qualche momento di pausa, prima dell'inizio delle lezioni o alla fine o durante l'intervallo, privati della SIM card, in modo che non possano ricevere o inviare sms o telefonate, ma solo collegarsi con la rete wifi della scuola. 8 Sul sito stesso sono presenti alcuni consigli basilari per i docenti per la sicurezza del proprio gruppo, sintetizzabili nei seguenti punti: 1. non consegnare i codici del gruppo postandoli in modo pubblico, su un blog o Twitter o altro mezzo aperto, ma distribuirli in classe agli studenti, in modo da evitare che chiunque possa, visionandoli, accedere al vostro gruppo (anche se come docente si ha comunque la possibilità di cancellare chiunque non sia ben accetto nel proprio gruppo). 2. lucchettare il codice del gruppo classe (selezionando la freccia in basso accanto al codice del gruppo e quindi l'opzione lucchetto), una volta che tutti gli studenti abbiano avuto accesso, in modo da chiudere il gruppo. Il lucchetto può essere tolto se necessario. 3. monitorare costantemente i post degli studenti. Alcuni suggerimenti per aiutarti a gestirli: ◦ Impostare le notifiche, via sms o via mail, in modo da essere aggiornato sulle nuove attività nei gruppi Edmodo. Lo si fa nella pagina Account Settings. ◦ Cancellare/modificare i post degli studenti, se necessario, cliccando sulla freccia piccola blu nell'angolo in alto a destra del post, che appare passandoci sopra col mouse. ◦ La moderazione dei post può essere impostata o meno dalla pagina del Group settings, selezionando Advanced settings e spuntando la casella Post moderation. In questo caso, tutti i post degli studenti dovranno essere approvati prima di essere pubblicati. 4. Usare lo status Read-only quando necessario per gli studenti che stiano ancora apprendendo l'uso delle norme di "cittadinanza digitale". Questo status, che viene gestito dal docente, permette agli studenti di visualizzare i messaggi all'interno del gruppo classe, prendere i compiti e comunicare direttamente con il docente, ma limita la loro possibilità di postare messaggi a tutto il gruppo. 5. Accertarsi che gli studenti posseggano password personali e originali. 6. Chiarire le aspettative. E' importante impostare dei parametri chiari con gli studenti sui contenuti appropriati per il vostro gruppo classe, magari consegnando loro delle linee guida e una griglia di valutazione sulla qualità dei messaggi 7. Impostare un sottodominio scolastico, che permetta la comunicazione tra tutti i membri della comunità scolastica ed altri distretti scolastici. 12
qualsiasi momento. All'inizio si potranno inserire post per approfondire argomenti avviati in classe, o per dare la possibilità agli studenti di chiedere e dare aiuto. E' molto importante in fase preliminare, data la somiglianza con Facebook, chiarire agli studenti che si tratta di un network finalizzato a scopi didattici, per cui tutto quello che dovranno/potranno postare dovrà essere collegato a ciò che si sta studiando e dovranno usare linguaggio e punteggiatura appropriati (puntualizzazione da non dare per scontata, come vedremo da qualche screenshot delle attività dei miei studenti). Si potranno inserire post ogni volta che si avrà bisogno di chiarimenti o che si troverà qualcosa di interessante: questo dà la possibilità al docente di rendersi conto di come sta procedendo l'apprendimento e dei reali interessi dei propri studenti. Oltre alle funzioni base di postare messaggi, Edmodo permette di: • postare sondaggi a cui rispondere, che possono rappresentare un punto di partenza per successivi approfondimenti • prevedere notifiche in evidenza nelle pagine degli studenti (utili per esempio per ricordare visite di istruzione, o altri eventi scolastici) • assegnare compiti • ritirare i compiti degli stessi studenti • allegare documenti testuali, sia da parte del docente che degli studenti • lavorare, collaborativamente o no, su Googledocs all'interno della piattaforma stessa • mantenere traccia dei compiti assegnati, di chi ha consegnato e chi no • valutare i compiti lasciandone traccia sul social network (Edmodo permette di conservare un registro virtuale) • notificare individualmente agli studenti quando un compito viene valutato, in modo che essi possano prenderne visione (gli studenti potranno visionare solo i loro voti, non quelli dei compagni). Un'altra caratteristica molto interessante di Edmodo è è la possibilità di condividere file e risorse in una Library: in qualsiasi momento studenti e 13
docente postino un link, un video, un documento, questo oggetto viene automaticamente salvato nella Library della classe. Docenti e studenti possono caricare qualsiasi tipo di file nella loro ‘Library’ (i docenti) e nel loro "Backpack" (gli studenti), senza limiti di spazio (anche se ciascun file non può essere più pesante di 100Mb). Entrambi gli archivi si basano sulla filosofia cloud-based – vale a dire che i file possono essere caricati e scaricati in qualsiasi momento dovunque, possono essere organizzati in cartelle che possono essere condivise con altre persone o con altri gruppi. I file però non possono essere salvati o aperti direttamente in Edmodo (come per esempio avviene con Dropbox), ma devono essere scaricati o caricati da un archivio di massa come un hard disk o una chiavetta USB. Docenti e studenti possono salvare e condividere anche link di siti web e altri oggetti embeddable condivisi (per esempio da Prezi, Voki, Glogster, Slideshare, YouTube, Googleform, ecc.). Se si hanno più classi, si possono creare gruppi diversi, ma gli studenti potranno comunicare solo all'interno dei gruppi di appartenenza. Il docente inoltre può usare la sezione Filtri presente nella barra a destra per visionare solo i post di un gruppo alla volta. Se il docente vorrà, gli studenti possono avere accesso a più di un gruppo, e usare anche loro i filtri nel menù a 14
destra, per filtrare i post dei vari gruppi. Il docente ha sempre la possibiità di visualizzare e modificare la lista degli studenti iscritti, cancellando o spostando studenti laddove lo ritenga necessario. Alla fine dell'anno, il docente può archiviare i gruppi-classe, cosa che permette di conservare interventi e voti per usi futuri, senza che i ragazzi possano più postare niente di nuovo. Per quanto riguarda la gestione dei compiti e delle valutazioni, Edmodo è dotato di strumenti altrettanto interessanti. Per assegnare un compito, bisogna cliccare su ‘Assignment’ in cima alla pagina della classe e seguire i suggerimenti, eventualmente aggiungendo file, link, video e altri allegati. La data in cui viene assegnato il compito viene indicata dappertutto, anche nel calendario personale di ciascuno studente di quel gruppo classe. Edmodo può ricordare (tramite notifica) agli studenti di consegnare i 15
compiti assegnati entro la data prevista. Quando gli studenti consegnano i compiti, il docente riceve una notifica, mentre il suo pannello notifiche viene automaticamente riaggiornato. In questo pannello il docente può aggiungere (online) commenti, voti e annotazioni ai documenti Word consegnati dagli studenti. Tutti i voti in Edmodo vengono registrati ed archiviati grazie ad un sistema integrato di memorizzazione, e gli studenti possono visualizzare i propri voti in qualsiasi momento. Edmodo dà la possibilità agli insegnanti di creare quiz con un sistema autore piuttosto sofisticato, il quiz builder, che include le solite tipologie di domande sul tipo multiple choice, true/false, ecc., come anche le short answers e il fill-in-the-blank. Tranne che per le short answers, i quiz sono automaticamente valutati. Si può permettere agli studenti di visualizzare immediatamente i risultati dei quiz, nonché le valutazioni. Tutti i risultati dei quiz degli studenti verranno automaicamente tracciati e registrati da Edmodo. I quiz su Edmodo possono essere usati per test d'ingresso e test finali, oppure per ottenere veloci dati informativi alla fine di una lezione, oppure come test per valutare le conoscenze degli studenti da svolgersi in quasiasi momento, anche come compito a casa. Le caratteristiche migliori di Edmodo, in sintesi, sono: 16
• Docenti e studenti possono collaborare in un ambiente sicuro, protetto, chiuso, senza che alcuna informazione privata personale diventi pubblica, e gli studenti per unirsi al gruppo-classe devono necessariamente essere invitati dal docente. • La bacheca permette una comunicazione sicura, in quanto viene costantemente monitorata e controllata dal docente. • I docenti possono postare compiti e valutazioni che vengono automaticamente aggiornate. • I docenti possono gestire una libreria di contenuti personali e archiviare qualsiasi materiali digitale inviato. • Docenti e studenti possono immagazzinare e condividere documenti e file in format svariati in un ambiente cluod-computing – senza necessità di chiavette USB o di sistemi di archiviazione locale. • Gli studenti possono accedere istantaneamente 24 ore su 24 ai loro file attraverso il loro ‘Backpack’ basato sulla filosofia del cloud-computing. • La condivisione delle cartelle pemette ai docenti di condividere tutti i contenuti per determinate unità di apprendimento con gruppi selezionati o con tutti gli studenti. • Le scuole possono mantenere un comune archivio di documenti. • Tutto il personale della scuola, studenti e genitori possono essere connessi tra di loro attraverso una comunità chiusa, privata, protetta, senza bisogno nè di permessi speciali dal momento che l'accesso pubblico è impossibile. • I docenti e altro personale della scuola possono creare gruppi professionali, comunità disciplinari o altre reti di sviluppo professionale. 17
CAPITOLO 3 Trasformare gli ambienti di apprendimento. Edmodo nella flipped classroom In questi anni si assiste ad un crescente interesse verso lo spazio come tema pedagogico: l'organizzazione dello spazio, fisico o virtuale è ritenuta fondamentale nel creare contatto tra gli individui e nell'incoraggiare l'esplorazione, la collaborazione e la discussione. Si discute della necessità, per un reale cambiamento di prospettiva nella didattica, di una trasformazione degli ambienti di apprendimento: se gli edifici scolastici, le aule resteranno quelle che sono da sempre, difficilmente la scuola potrà essere al passo con i necessari e auspicati cambiamenti di stili di apprendimento nè gli insegnanti potranno cambiare davvero in modo adeguato i propri stili di insegnamento. Gli studenti e la scuola dei nostri anni sono diversi da quelli di 10 anni fa. Gli spazi di apprendimento, infatti, dovrebbero riflettere il modo in cui i soggetti apprendono e partecipano alla cultura contemporanea e gli studenti di oggi preferiscono l'apprendimento attivo, partecipativo ed esperienziale, un processo che non trova la condizione ideale per realizzarsi quando essi si trovano seduti in un'aula ad ascoltare una lezione frontale. Gli studenti di oggi amano molto socializzare, restare in contatto con amici, famiglia e compagni di studio. Pensano che la relazione abbia un grande valore interagire attraverso le tecnologie come i social media, non hanno paura di tecnologie come cellulari, fotocamere digitali, lettori mp3 da utilizzare per cercare informazioni, elaborarle e condividerle. 9 E' importante riflettere sul modo in cui sia possibile trasformare uno spazio classe tradizionalmente teacher-centered in un ambiente che metta l'alunno e i suoi bisogni formativi al centro del processo di apprendimento. Questo processo implica un ripensamento degli spazi e degli strumenti di apprendimento: da uno spazio pensato per adattarsi al metodo didattico universale di Comenius (insegnante unica fonte del sapere unico, prossemica frontale e unidirezionale) ad un ambiente di apprendimento basato su teorie costruttiviste, sull'apprendimento collaborativo e sul learning by doing, che vede protagonisti gli studenti e la LIM e le NT supporti fondamentali. 9 Oblinger D.G., Learning Spaces, 2006. 18
Compito di un docente impegnato nel passaggio da un modello didattico teacher-centered, di tipo erogativo-trasmissivo-frontale, ad uno student-centered, che abbia al centro del processo didattico l'apprendente, dovrebbe sicuramente essere cercare di comprendere il più possibile le caratteristiche innovative fondamentali degli stili di apprendimento dei digital natives, vale a dire apprendere in modo orientato alla ricerca/esplorazione, utilizzando il web come media primario, imparando in modo cooperativo- collaborativo, privilegiando l'affermazione della propria identità, in modo multitasking e secondo il metodo trial/error, prova/errore, tipico dei videogiochi. Questo percorso può rappresentare una vera e propria sfida per insegnanti per ovvie ragioni anagrafiche digital immigrants. Il sottosistema scuola nel corso degli ultimi anni ha cercato di mettersi al passo con i cambiamenti del sistema sociale, ma con esiti poco significativi, se non in poche realtà di nicchia. Se tutte le scuole sono dotate di laboratori di informatica, questi spesso sono sottoutilizzati per vari motivi o utilizzati in modo tradizionale. Le problematiche sono varie e sfaccettate: il rapporto inadeguato tra numero di classi presenti nella scuola/laboratorio di informatica, per cui nella programmazione del quadro orario di uso del laboratorio ciascun insegnante spesso può recarsi con la classe nel laboratorio un'ora ogni due settimane; i tempi di passaggio dalla classe al laboratorio; l'assenza di un tecnico di laboratorio stabile (nelle scuole secondarie di primo grado), per cui semplici problematiche di tipo tecnico possono trasformarsi in impedimenti di utilizzo di diversi pc; il fatto che in alcune scuole, il laboratorio di informatica viene considerato di esclusiva competenza del docente di educazione tecnica e agli altri insegnanti viene precluso l'accesso; laboratori inadeguati e pc spesso obsoleti e non funzionanti. Con l'introduzione della LIM nelle classi, molti di questi problemi sono stati bypassati, anche se si son presentate altre problematiche: spesso il pc non è presente in aula, cosa che anche comporta ulteriore perdita di tempo nel montaggio e smontaggio delle apparecchiature; inoltre, non sempre il wi- fi è presente nelle scuole, come anche la banda non è quasi mai adeguata, 19
per cui la LIM spesso è usata molto al di sotto delle sue potenzialità. Queste alcune delle problematiche più frequenti che si verificano e che si pongono al docente di solito motivato ed entusiasta, che magari si è formato da anni, si è trovato anche a lavorare in scuole di eccellenza, con dirigenti illuminati e sensibili, e ha avuto modo di toccare con mano la differenza tra lavorare in situazioni che facilitano la sperimentazione e la ricerca didattica e trovarsi ad operare in situazioni che la limitano se non addirittura ostacolano. In questo scenario, per un docente già di suo diffidente e poco propenso al cambiamento e alla sperimentazione diventa ancora più difficile mettere in atto questo necessario cambiamento di prospettiva. Gettare un ponte tra le case spesso "ipertecnologiche" dei nostri studenti e le nostre aule spesso poco dotate di tecnologia potrebbe rappresentare un passaggio necessario e più fattibile rispetto all'auspicato ma purtroppo difficilmente attuabile in tempi brevi del cambiamento radicale degli ambienti di apprendimento dal punto di vista architettonico: la distanza tra le avveniristiche strutture scolastiche di alcune scuole europee 10 e le realtà di tante scuole in cui operiamo in Italia è purtroppo smaccata. Anche da qui una necessità di ripensare gli ambienti di apprendimento e le modalità di utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica. Il metodo della Flipped classroom (alla lettera "classe capovolta, classe sottosopra"), nato tra il 2004 e il 2006 dalla sperimentazione di due docenti di chimica, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, che iniziarono a sperimentare il videopodcasting e lo screencasting, permette da questo punto di vista di sperimentare nuove modalità didattiche. Alla base di questa idea c'è il rovesciamento della lezione frontale: attraverso video, materiali, link organizzati e messi a disposizione dal docente online, gli studenti a casa possono accedere in modo immediato e semplice a qualsiasi argomento programmato dall'insegnante, ogni volta che ne hanno bisogno. Il tempo in aula viene dedicato all'approfondimento, al supporto, ad attività laboratoriali. Non si tratta di una modalità di fare lezione solo attraverso il video: 10 Vedi Quando lo spazio insegna, http://www.indire.it/eventi/quandolospazioinsegna/. 20
Video itself will not help kids achieve more in your class. The flipped classroom is about making connections with learners and differentiating your instruction. If videos are a part of that multi-faceted plan, great. If they are not, still great 11. Nella flipped classroom gli studenti hanno pieno controllo sul modo in cui apprendono i contenuti, sul ritmo del loro apprendimento e sulla sua valutazione, mentre l'insegnante assume il ruolo di guida per comprendere, di facilitatore, piuttosto che erogatore di contenuti, e gli studenti diventano discenti attivi piuttosto che passivi fruitori di informazioni. Gli studenti utilizzano il tempo a casa, in modo personale, flessibile e autonomo, per visionare video, studiare materiali, acquisire informazioni, attraverso tecnologie com il podcasting o lo screencasting, liberando così del tempo per ottimizzarlo a scuola per approfondimenti, discussioni, attività laboratoriali, chiarimenti, supporto alla comprensione individuale: Educational consultant Andrew Miller suggests that the primary focus should be on increasing student engagement. As learners, we humans only retain 10 percent of what we read and 20 percent of what we hear, but we comprehend 90 percent of what we say and do. If students are engaged with their learning enough to apply their knowledge to a project and explain it to others, learning metrics will assuredly rise. Miller’s best practices for Flipped Classroom begin by creating a need for students to know the video content. This is done by finding uses for the material that are relevant to their lives outside of school. A variety of instructional models are capable of creating this demand, including project- or game-based learning, understanding by design, or authentic literacy. “People learn differently,” Singer explains. “The reason schools teach the same way is economics; they can’t afford to customize for every single student. What our platform allows is for schools in their own way to leverage technology to teach in a more personal fashion.” 12 Come è stato sottolineato13, la progettazione nella flipped classroom è tutta incentrata sugli “outcomes” ovvero i risultati di apprendimento espressi in “what students can do”, cosa gli studenti devono sapere fare, cosa che rende chiaramente evidente l'accento sul “fare” piuttosto che sul “sapere”, secondo un approccio molto vicino a quello che si sta introducendo nella scuola italiana, e cioè la didattica per abilità e competenze, oltre 11 B. Bennet, Video is not the answer, http://www.brianbennett.org/blog/video-is-not-the- answer/ 12 K. Makice, Flipping the classroom requires more than video, http://www.wired.com/geekdad/2012/04/flipping-the-classroom/, Wired, 13 april 2012 13 C. Columba, Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?, http://www.columba.it/2012/02/21/flipped-classroom-e-flipped-textbook-la-scuola-al- contrario/ 21
all'attenzione alla progettazione e alla raccolta di un insieme di risorse, mentre il libro di testo perde sempre più la sua centralità. Ad un indice di contenuti, si va sostituendo un insieme di competenze, secondo una metodologia decisamente più efficace e motivante per gli studenti, che in questo modo sono sempre consapevoli del perché diventi necessario apprendere certe cose. Inoltre, il tempo che si libera in classe per "erogare" contenuti può essere dedicato ad un apprendimento maggiormente personalizzato. La metodologia della flipped classroom può essere di aiuto per superare la frustrazione ed il fallimento esperito da chi ha cercato in vario modo di introdurre le NT negli anni scorsi a scuola. La stessa LIM non sempre ha avuto il riscontro che ci si aspettava, e pur nella percezione del valore aggiunto che le NT possano portare al processo di apprendimento, spesso ancora non si riesce in modo soddisfacente ad integrarle nella didattica quotidiana. Una graduale adozione delle tecniche della flipped classroom può dare l'opportunità di sperimentare una serie di tecnologie didattiche innovative, rovesciando l'ambiente di apprendimento nella sostanza senza necessariamente intaccarne la forma. Edmodo per le sue caratteristiche intrinseche dà modo di sperimentare diffusamente la metodologia della flipped classroom. Una sua caratteristica interessante è proprio il fatto che per sperimentarlo non c'è bisogno di un laboratorio multimediale, nè di pc portatili in classe. Edmodo è uno strumento che completa l'attività didattica di un docente e che permette di migliorare i metodi di comunicazione con i propri studenti al di fuori della classe, permettendo di sperimentare nuove modalità di lavoro a casa, lasciando più tempo in classe per focalizzarsi su problematiche più complesse, per fornire supporto all'apprendimento, personalizzarlo, valorizzando le intelligenze multiple e le diverse modalità di apprendimento dei propri studenti. 22
CAPITOLO 4 Sperimentare Edmodo nella didattica delle lingue Con le mie classi della scuola media in cui insegno inglese (SMS S. Baldacchini di Barletta, 1-2-3 D; 1-2-3 F) avevo intenzione da tempo di avviare una sperimentazione attraverso i social network. Si tratta di una scuola media sita in un quartiere popolare, utenza media, ragazzi complessivamente seguiti dalle famiglie, in larghissima maggioranza in possesso di un computer collegato ad Internet. In alcune classi sono presenti alunni con problemi di apprendimento, seguiti da un'insegnante di sostegno per alcune ore alla settimana, e alcuni alunni con difficoltà di concentrazione, comportamento iperattivo, studio saltuario. Volevo lavorare sulla motivazione in generale dei miei studenti, in generale molto appassionati di NT, nell'apprendimento della lingua inglese. La scuola è dotata di due laboratori di informatica, uno piuttosto obsoleto, uno nuovo, destinato espressamente ad essere usato come laboratorio linguistico, da dividersi però tra i docenti di inglese e quelli di francese, cosa che ne rendeva la possibilità di fruizione decisamente parziale rispetto al monte ore settimanale. Solo nelle prime classi è presente la LIM, cosa che permette sicuramente in generale una migliore integrazione delle NT nella didattica quotidiana, anche se l'assenza del wi-fi a scuola rappresenta comunque un grande handicap. Ero quindi alla ricerca di sperimentare uno strumento che mi permettesse di far lavorare i ragazzi soprattutto da casa, per una reale e soprattutto costante integrazione delle NT nella mia didattica. Sapevo che moltissimi di loro usavano regolarmente Facebook (pur non potendo, essendo minori di 13 anni), e mi ero resa conto, parlando con loro, della necessità di affrontare alcune problematiche legate alla privacy, alla tutela dei dati sensibili, al pericolo di bullismo e stalking digitale. Consapevole io stessa però del valore aggiunto proveniente dall'utilizzo dei social network a scuola, ero alla ricerca di un modo di integrarli nella didattica, in modo protetto, sicuro e legale, bypassando l'impossibilità di usare Facebook, e 23
cogliendo l'occasione per rendere i ragazzi consapevoli dei motivi per cui ai minori di 13 anni non è consentito usare Facebook senza aggirarne le regole. Mi sono messa così alla ricerca di uno strumento alternativo. Quando ho incrociato Edmodo, mentre contemporaneamente avevo avuto modo di leggere alcune testimonianze sulla flipped classroom, ho colto subito le implicazioni interessanti offerte da questo strumento affiancato a questa metodologia in un contesto come quello descritto. Ho deciso quindi di provare a sperimentarlo nelle mie classi. Ho creato i sei gruppi classe, ho dato ai ragazzi il codice e spiegato le procedure per l'attivazione del loro account, e ho avviato alcune semplici attività: • inserire un avatar al proprio account e rispondere al messaggio di saluto dell'insegnante • familiarizzare con la piattaforma Alcuni ragazzi sono riusciti da subito a destreggiarsi con naturalezza, creando facilmente il proprio account, inserendo un avatar nel profilo e subito sperimentando alcuni strumenti dell'ambiente, di propria iniziativa: 24
Altri hanno avuto bisogno di supporto ad personam, dimostrando spesso di non leggere le risposte date in precedenza da me ai loro stessi compagni sul medesimo argomento: 25
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All'inizio è anche subito emersa una impreparazione nel comunicare in modo adeguato al contesto: nonostante avessi letto loro la netiquette da seguire sul social network, nel momento dei primi messaggi hanno iniziato a rivolgersi a me in modo eccessivamente colloquiale ed informale, in semidialetto (sore=professoressa) o dandomi del tu, ed hanno avuto bisogno di essere richiamati esplicitamente più volte: 27
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I ragazzi si sono anche in diversi casi supportati tra di loro: 29
Ecco come si presentavano due delle sei classi, una volta formati i gruppi: Una volta conclusa la fase di familiarizzazione, la sperimentazione è 30
proseguita con diverse attività, alcune originali, altre liberamente riadattate da alcune idee reperite in rete 14: • Per cominciare, ho iniziato ad usare Edmodo regolarmente come diario: alla fine dell'ora, invece di usare il registro o la lavagna, scrivo i compiti sul mio tablet su Edmodo: scrivo data e cosa fare. Si rivela molto utile come promemoria per tutti, soprattutto per gli assenti. • Ho inziato ad impostare le date per test e verifiche, inserendole come alerts: gli studenti ricevono in questo modo una notifica, sia su Edmodo, sia via email o sms (se hanno inseriti mail e numero di cellulare). • Ho fissato quindi per alcuni compiti una consegna online, impostando la data di scadenza. I ragazzi dovevano consegnarli online su Edmodo, 14 Ideas for using Edmodo. Add yours!, http://blog.edmodo.com/2011/07/06/ideas-for- using-edmodo-add-yours/; We asked, you answered! 15 more brilliant ways to use Edmodo, http://blog.edmodo.com/2010/11/23/we-asked-you-answered-15-more- brilliant-ways-to-use-edm odo/; 22 Great Tips on using Edmodo in the classroom, http://educationaltechnologyguy.blogspot.it/2011/06/22-great-tips-on-using-edmodo- in.html; Ideas for using Edmodo, https://docs.google.com/document/d/1_uVCDohNR0- 33rhaUytEW_sBjWg3DJ3jzr6xfB_BEZg/mobilebasic?pli=1&hl=en_US;8 Ways to Use Edmodo Over the Summer, http://blog.edmodo.com/2012/05/29/8-ways-to-use- edmodo-over-the-summer/, A. M. Menezes, Using Edmodo with students: 20 Ideas, http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=YAzKwC-Jz9Q. 31
io li avrei scaricati, verificando chi avesse consegnato e chi no, e li avrei valutati sulla piattaforma stessa. 32
• Il primo compito da consegnare online è stato il PPT che avevo dato loro da svolgere come compito per le vacanze (chiamato Summer PPT): invece di dare un libro con esercizi di grammatica, come attività di ripasso estivo dovevano realizzare un PPT in cui dovevano parlare di se stessi, della propria famiglia, della propria casa, dei propri gusti, hobby, passioni, interessi (per le prime); gli studenti delle seconde dovevano integrarlo con il racconto del modo in cui avevano trascorso le vacanze estive (Past Simple): I ragazzi sono stati tutti molto motivati dal fatto di dover inserire i loro compiti in piattaforma, e non consegnarmelo su chiavetta come in passato, e hanno cominciato a bombardarmi da subito chiedendomi se l'avessi ricevuto, cosa ne pensassi e a chiedermi il distintivo (il badge) come premio: 33
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Questa attività ha dato modo ai ragazzi di cimentarsi con funzioni non sempre da loro pienamente padroneggiate, come allegare un file e destreggiarsi tra le funzioni della piattaforma: anche da questo punto di vista è stata molto interessante. In questo caso, per esempio, questa alunna ha inserito il PPT nel posto sbagliato, in bacheca, e non nella sezione assignments, tracciata: 35
Alla fine c'è riuscita, con sua grande soddisfazione! In questo altro caso, due studentesse hanno anche inviato l'attività nel modo errato, questa volta in allegato ad un messaggio privato: 36
• Le attività impostate in seguito, e che mi sto accingendo a sperimentare, sono: invitare i ragazzi a commentare una frase, dando la loro opinione su un determinato argomento, di attualità o no (ad esempio dopo la visione di BBC news for kids). • Condividere video interessanti e chiedere ai ragazzi di commentarli, inserendo il loro parere nella Reply. • Esercitazioni di listening e dictation: attraverso uno strumento come Voki, registro un brano, lo posto su Edmodo e chiedo ai ragazzi di trascriverlo e quindi di inviare il lavoro svolto via mail. 37
• Espandere il vocabulary, attraverso flashcards create online (ad esempio con strumenti come http://www.studystack.com/ o www.quizlet.com); quindi inserirle con un embed in Edmodo e condividerle con i ragazzi. 38
• Esercizi di composizione di brevi brani su argomenti trattati in classe: per es., prima media, "About me". Il docente scrive un breve testo su di sè, i ragazzi dovranno fare altrettanto prendendo il testo del docente come esempio15. 15 Variazione per gli studenti di seconda e terza: creare una presentazione dal titolo "All About Me” con tools tipo Glogster, Prezi, Sliderocket. Studenti e insegnante dovranno 39
• Condividere PPT come supporto allo studio. I PPT possono essere o caricati in allegato, e i ragazzi potranno scaricarli; oppure possono essere inseriti in spazi come www.slideshare.com o www.slideboom.com, e visualizzarli su Edmodo attraverso il loro codice embed. • Condividere linee guida e poster interattivi, creati con Glogster o con Prezi, su argomenti di grammatica o civiltà. crearne uno e farne l'embed in Edmodo, postando poi commenti a quelli degli altri. 40
• Condividere materiali per la revisione di determinati argomenti (in pdf), da stampare a casa. 41
• Condividere screencast (da fare con http://www.techsmith.com/jing.html o www.screenr.com) con spiegazioni sulla grammatica, da inviare ai ragazzi in embed prima di una verifica. • Condividere siti interessanti. 42
E ancora.... • Offrire spazio libero per i ragazzi, per condividere video, canzoni, siti di giochi didattici e non, per parlare tra di loro o con l'insegnante. • Fare sondaggi (all'inizio di ogni lezione, sulla LIM, anche su un Googledocs form) • Fare un progetto di gemellaggio con scuole straniere. • Proporre webquest, prese per es. da http://www.world- english.org/webquests.htm. Si possono proporre alcuni siti su cui andare, porre una serie di domande a cui rispondere, le cui risposte i ragazzi dovranno inviare via mail (interessante per civiltà). I risultati della webquest potranno poi essere discussi in classe. • Impostare un diario del sè (dalla descrizione di sè, alla giornata tipo, alla propria famiglia, alla propria casa, stanzetta, attore/cantante preferito, progetti per il futuro, raccontare la gita scolastica o un evento della propria vita) • Preparare il topic di civiltà per gli esami di terza media: il docente inserisce su Edmodo la registrazione mp3 del brano di civiltà trattato, tratto dal libro di civiltà, o da materiale autentico reperito online, lo traduce. I ragazzi dovranno ascoltarlo a casa, prendendo appunti sulle parole-chiave. In classe, come attività laboratoriale, i ragazzi dovranno impostare, in piccoli sottogruppi, una mappa concettuale, che poi ultimeranno a casa con programmi collaborativi come Bubble.us. 43
Dovranno quindi inserire su Edmodo la mappa prodotta come compito. In classe, discuteremo le mappe e condurremo una discussione orale sull'argomento. Alla fine dell'anno, i ragazzi potranno essi stessi caricare dei file audio in cui leggono dei brani di civiltà, e commentarsi a vicenda su errori e punti di forza (con garbo). • Il comportamento corretto degli studenti potrà essere premiato anche tramite dei distintivi (badge)16. Visualizzabili sul loro profilo, i ragazzi potranno vedre il riconoscimento dei loro risultati e paragonarli ai loro compagni. Ce ne sono alcuni già su Edmodo, ma è possibile crearne alcuni personalizzati. Possono essere usati come ricompensa per: ◦ aver imparato ad allegare una immagine ad un messaggio ◦ aver imparato ad allegare un link ad un messaggio ◦ aver consegnato un compito nei tempi previsti ◦ aver scritto correttamente i messaggi ◦ aver cambiato l'immagine del proprio profilo con una propria foto o avatar ◦ aver postato su Edmodo mentre si era fuori città La sperimentazione svolta sinora si è rivelata molto interessante: i ragazzi da subito hanno partecipato in modo entusiasta alle attività proposte, innescando spesso delle vere e proprie gare per consegnare prima compiti che in altro modo avrebbero consegnato più controvoglia, chiedendomi insistemente un riscontro immediato ed aspettando l'agognato badge di premio. I ragazzi hanno cominciato da subito ad usarlo per fare comunità: 16 Learn more about badges, http://blog.edmodo.com/2012/05/04/incentivize-students- with-badges/ 44
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Per postare link interessanti: 46
Per concludere, questi sono alcuni dei vari commenti entusiasti, solo all'inizio della sperimentazione: 47
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I genitori in generale si sono mostrati aperti alla sperimentazione. Sono stati informati con una lettera in cui si chiedeva la loro autorizzazione alla sperimentazione. Alcuni si sono interessati, mi hanno chiesto direttamente delucidazioni e in alcuni casi hanno avuto bisogno di essere rassicurati su alcune problematiche, soprattutto legate alla privacy dei loro figli. Alcuni mi hanno contattato di persona, a scuola nell'ora di ricevimento, altri via Edmodo, usando l'account del loro figlio, altri via mail (un papà anche in inglese!). Anche alcuni colleghi del consiglio di classe si sono interessati al progetto, e sono stati immediatamente coinvolti. Prevedo in conclusione evoluzioni molto interessanti della sperimentazione. 49
Altre attività sperimentabili con Edmodo, liberamente rielaborate da suggerimenti reperiti in rete17 (interdisciplinari, CLIL) • Attività di fine estate: un post in cui chiedere ai ragazzi di raccontare cosa hanno fatto durante l'estate (where did you go, what did you learn, what was the most exciting part, etc.)18. • Caccia al tesoro (Scavenger Hunt): se per gli studenti è la prima volta che usano Edmodo, si può organizzare una "caccia al tesoro" includendo attività come postare nel gruppo, inviare messagi all'insegnante, rispondere ai sondaggi. • Riscaldamento quotidiano: posta un articolo interessante, un videoclip, un sondaggio da visualizzare a casa e commentare. • La star della settimana. Di regola, si consiglia, per evitare confusione, che sia solo il docente ad aprire nuovi post, che i ragazzi potranno commentare. Si potrebbe però, una volta avviato il lavoro, scegliere la star della settimana (individuata nello studente che interagisce meglio nei post proposti, in modo cortese e rispettoso, e scrivendo correttamente), che potrà, nella sua settimana, aprire post e proporre sondaggi all'insegnante da postare. • Il thread dei saluti: una volta alla settimana, il docente aprirà un hread di saluti dove i ragazzi potranno chiacchierare liberamente. • Come arrivare in una località straniera? Esercizio in cui postare link a siti di compagnie aeree, ricerca biglietti e costi, link a siti per ricerca alberghi, link a siti su cosa fare una volta arrivati, ecc. 17 Ideas for using Edmodo. Add yours!, http://blog.edmodo.com/2011/07/06/ideas-for- using-edmodo-add-yours/; We asked, you answered! 15 more brilliant ways to use Edmodo, http://blog.edmodo.com/2010/11/23/we-asked-you-answered-15-more- brilliant-ways-to-use-edm odo/; 22 Great Tips on using Edmodo in the classroom, http://educationaltechnologyguy.blogspot.it/2011/06/22-great-tips-on-using-edmodo- in.html; Ideas for using Edmodo, https://docs.google.com/document/d/1_uVCDohNR0- 33rhaUytEW_sBjWg3DJ3jzr6xfB_BEZg/mobilebasic?pli=1&hl=en_US;8 Ways to Use Edmodo Over the Summer, http://blog.edmodo.com/2012/05/29/8-ways-to-use- edmodo-over-the-summer/, A. M. Menezes, Using Edmodo with students: 20 Ideas, http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=YAzKwC-Jz9Q. 18 Una cosa carina è usare i personaggi del Flat Stanley per personalizzare le loro attività (Flat Stanely è una figurina che i ragazzi creano e che portano in giro per il mondo a raccontare le proprie esperienze): per info, http://www.flatstanley.com/. 50
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