I MUSEI, LE AREE ARCHEOLOGICHE E I MONUMENTI IN ITALIA
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29 gennaio 2019 Anno 2017 I MUSEI, LE AREE ARCHEOLOGICHE E I MONUMENTI IN ITALIA Nel 2017 il patrimonio culturale italiano vanta 4.889 In media sono 27 mila i visitatori per ciascuna musei e istituti similari, pubblici e privati, aperti al struttura espositiva: nel 2017 i primi 20 musei e istituti pubblico. Di questi, 4.026 sono musei, gallerie o similari hanno attratto oltre un terzo dei visitatori collezioni, 293 aree e parchi archeologici e 570 (36,3%) mentre il 28,7% ha registrato non più di mille monumenti e complessi monumentali. visitatori all’anno. Roma, Firenze e Venezia da sole attraggono il 36,2% dei visitatori degli istituti italiani. I musei e le altre strutture espositive a carattere museale hanno registrato il massimo storico di 119 Due istituti museali su tre (63,1%) sono di proprietà milioni di ingressi nel 2017 (+7,7% rispetto al 2015) pubblica e, fra questi, ben 2.067 (il 42,3% del totale) così suddivisi: 57,8 milioni i musei, 15,5 milioni le aree appartengono ai Comuni. I musei e gli altri istituti archeologiche, 45,8 milioni i monumenti. L’incremento statali appartenenti al Ministero competente sono solo maggiore riguarda i monumenti e le aree 478 (9,8% del totale) ma attraggono quasi 53 milioni di archeologiche. visitatori (il 44,3% del totale). Sono 2.371, uno su tre, i Comuni italiani che Meno della metà degli istituti italiani (47,9%) ospitano almeno una struttura a carattere museale. È prevede l’ingresso a pagamento; il 42,3% non ha un patrimonio diffuso su tutto il territorio nazionale: 1,6 alcuna entrata derivante dalla vendita dei biglietti. Di 2 musei o istituti similari ogni 100 km e circa uno ogni questi, solo uno su dieci è un istituto statale. 12 mila abitanti. Oltre a gestire le esposizioni permanenti di beni e/o Le regioni con più strutture museali (29% del totale) collezioni, il 43,7% delle strutture allestisce mostre sono Toscana (528), Emilia-Romagna (482) e temporanee che, nel 2017, hanno attratto 18 milioni di Lombardia (409). Nel Mezzogiorno si concentra invece visitatori. oltre la metà delle aree archeologiche (50,8%), il Quasi due musei su tre (il 64,7%, presenti 30,7% si trova in Sicilia e Sardegna. soprattuto nelle regioni del Nord) hanno organizzato A Roma e Firenze si contano quasi 200 tra musei, attività educative e didattiche. Oltre uno su tre (36%) aree e monumenti, ma anche i Comuni con meno di ha realizzato attività di ricerca nel corso dell’anno. 2mila abitanti (il 27,9% del totale dei comuni) Il settore museale italiano ha impiegato accolgono un’ampia percentuale di istituzioni museali complessivamente 38.300 operatori, in media uno ogni (il 16,7%). Alcuni di questi hanno nei loro territori sino 3.106 visitatori (nel 2015 erano 45 mila, uno ogni a quattro o cinque istituti. 2.400 visitatori). La maggior parte dei musei presenti in Italia espone Il 58,2% degli istituti ha non più di cinque addetti e collezioni di etnografia e antropologia (12,8%), solo il 32,7% ne ha più di 10. In un istituto museale su archeologia (12,7%) e arte antica (12,3%). Aumenta il tre (29,1%) prestano la propria opera collaboratori numero di strutture con raccolte monotematiche di volontari (circa 11 mila in tutto). materiali (10%). NUMERO DI VISITATORI DI MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER TIPOLOGIA. Anno 2017 57,8 milioni 119 milioni 45,7 milioni 15,4 milioni (+7,7% rispetto al 2015) Musei, gallerie e raccolte Aree e parchi archeologici Monumenti e complessi Totale monumentali
1 I dati raccolti attraverso l’indagine a carattere censuario condotta dall’Istat restituiscono una descrizione aggiornata e puntuale di tutti i musei e le altre strutture a carattere museale presenti in Italia, cioè l’insieme delle strutture espositive che acquisiscono, conservano e rendono fruibile al pubblico beni e/o collezioni di interesse culturale, siano essi pubblici o privati, statali e non statali. Sulla base delle informazioni raccolte, il patrimonio italiano è quantificabile in quasi 5 mila istituzioni aperte al pubblico nel 2017 ed è costituito per la gran parte da strutture di piccole dimensioni; è inoltre diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale ed è in grado di 2 mobilitare complessivamente oltre 119 milioni di visitatori in un anno . Un territorio ricco di cultura: un comune italiano su tre ospita almeno un museo Si conferma e si rafforza l’immagine di un territorio nazionale estremamente ricco di musei, gallerie, collezioni, aree e parchi archeologici, monumenti e complessi monumentali che forniscono una preziosa testimonianza della storia e della civiltà del nostro Paese. Sono 4.889 i musei e gli istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico nel 2017 così distribuiti: 4.026 musei, gallerie e collezioni, 293 aree e parchi archeologici e 570 monumenti e complessi monumentali (pari rispettivamente all’82,3%, al 6% e al 11,7% del totale). Quasi la metà del patrimonio museale (46,1%) è localizzata nelle regioni del Nord, il 27,4% al Centro e il 26,4% al Sud e nelle Isole. Più nel dettaglio, nel Mezzogiorno sono presenti la metà delle aree archeologiche (50,2%) mentre nell’ Italia settentrionale sono localizzati il 49,2% dei musei e il 36,7% dei monumenti (Figura 1). Le regioni con il maggior numero di istituzioni museali sono Toscana (528), Emilia-Romagna (482), Lombardia (409), Piemonte (398) e Lazio (364). Un Comune italiano su tre (29,8%) ospita almeno un museo o un istituto similare, anche se in alcune regioni sono diffusi in modo ancora più capillare. In Valle d’Aosta, per esempio, la quota di Comuni dotati di almeno una struttura di raccolta e di esposizione al pubblico sale al 64,9%, in Toscana arriva al 66,8% e in Umbria al 67,4%. In altre regioni, invece, gli istituti si concentrano prevalentemente in pochi comuni del territorio: in Lombardia il patrimonio si addensa nel 15,5% dei Comuni, in Piemonte nel 20,5%, in Campania nel 21,1%, in Molise nel 21,3% e in Basilicata nel 21,4%. Poco più di un decimo dei musei complessivamente censiti è concentrato in dieci Comuni (Roma, Firenze, Bologna, Milano, Genova, Torino, Napoli, Trieste, Venezia e Siena), dove si contano in media 52 musei per ogni città. In particolare, nelle città di Roma, Firenze e Bologna, capitali del turismo culturale nazionale e internazionale, risiedono quasi 240 istituzioni a carattere museale. Oltre che nei poli di maggiore attrazione, in tutto il territorio si osserva un’ampia e ricca dotazione di luoghi di interesse culturale. Questi non mancano nemmeno nei Comuni più piccoli, come testimoniato dalla percentuale di strutture (16,7%) localizzata nei Comuni con meno di 2mila abitanti, alcuni dei quali arrivano a contare quattro o cinque istituti sul loro territorio. Il 29,8% delle strutture è distribuito in 1.001 comuni con un numero di abitanti compreso fra 2.001 e 10.000 (che ospitano mediamente 1,3 musei ciascuno) mentre il 42,8% è situato nei 573 comuni della classe di popolazione 10.001-50.000 (in media due musei per ogni centro). Tra musei e gallerie i più numerosi sono quelli a carattere etnografico e antropologico (12,8% degli 3 istituti censiti), di archeologia (12,7%) e di arte antica (12,3%), cui si aggiungono quelli tematici e 4 5 specializzati (10,3%), di arte moderna e contemporanea (8,5%), di storia (8,1%) e quelli di scienze naturali (6,6%). 1 La rilevazione è stata realizzata dall’Istat in base alla nuova convenzione stipulata tra Istat e l’Autorità di Gestione del PON “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”, relativa all’attuazione del Progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione 2014-2020”, che vede nel ruolo di soggetti proponenti l’Istat e il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT), e nella cornice del “Protocollo d’intesa per lo sviluppo del sistema informativo integrato su istituti e luoghi di cultura”, siglato dall’Istat, il Mibact, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, rinnovato a dicembre del 2017. L’obiettivo principale è di mettere a disposizione del decisore pubblico e degli operatori del settore un’informazione statistica di qualità per la programmazione, monitoraggio e valutazione nel campo delle politiche culturali, e più in generale delle politiche di coesione, attraverso una rilevazione sistematica a carattere annuale. 2 Il numero di visitatori è calcolato sulla base dei dati forniti dai musei e istituti similari che hanno risposto al quesito, pari all’89,7% delle unità censite. 3 Raccolte di opere e collezioni databili dal V secolo d.C. a tutto il XIX secolo. Sono compresi i musei di arte orientale e mediorientale e quelli di arte sacra. 4 I musei specializzati sono collezioni con preciso orientamento tipologico, come i musei di oggetti insoliti e di curiosità, nonché di raccolte particolari monotematiche. 5 Raccolte d’arte datate convenzionalmente dal ‘900 ai giorni nostri. |2
FIGURA 1. MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER TIPOLOGIA E REGIONE. Anno 2017 Nel 2017 record di visitatori Nel 2017 i musei, i monumenti e le aree archeologiche italiane hanno registrato oltre 119 milioni di ingressi, un’affluenza che rappresenta un record storico assoluto, con un incremento del 7,7% 6 rispetto al 2015 . I visitatori paganti sono stati 67,1 milioni (oltre la metà). In particolare, il pubblico risulta suddiviso in 57,8 milioni di visitatori di musei, 15,5 milioni per le aree archeologiche e 45,8 milioni per i monumenti. L’incremento maggiore riguarda i visitatori dei monumenti e delle aree archeologiche. In generale i musei e gli istituti similari statali, che costituiscono meno del 10% del totale, richiamano da soli il 44,3% dei visitatori (più di 52,7 milioni nel 2017). Oltre la metà del pubblico (53,8%) si concentra nei musei di tre sole regioni: Lazio (25,4%), Toscana (18,2%) e Campania (10,2%) (Figura 2). Il flusso medio di visitatori è quantificabile in circa 27 mila ingressi per ciascun istituto, ma le differenze territoriali sono notevoli. I valori medi più alti sono raggiunti da Lazio (oltre 87 mila ingressi per istituto), Campania (più di 63 mila) e Toscana (oltre 44 mila); gli istituti di Abruzzo, Molise e Marche non superano la soglia media di 6 mila visitatori nell’anno. Ulteriori differenze si riscontrano fra gli istituti statali, che accolgono in media più di 111 mila ingressi, e gli istituti non statali, con un’utenza media pari a circa 17 mila visitatori. 6 Si noti che la variazione percentuale rispetto alla precedente edizione dell’indagine è attribuibile, in parte, alla diversa composizione dell’universo osservato, a seguito di cessazioni, chiusure temporanee e aperture di nuove strutture, oltre che a una capacità progressivamente crescente di rilevazione del fenomeno. A tale proposito, si segnala che, prendendo in considerazione il sottoinsieme dei musei e degli istituti similari censiti in occasione di entrambe le rilevazioni del 2015 e del 2017 (4.347 unità), la variazione del numero di visitatori fornirebbe un incremento netto pari a +7,9%. |3
FIGURA 2. VISITATORI DEI MUSEI E DEGLI ISTITUTI SIMILARI PER REGIONE. Anno 2017 Il grande flusso dei visitatori tende a gravitare intorno a pochi luoghi di maggiore attrazione e la distribuzione delle presenze risulta molto polarizzata sulle mete più conosciute e popolari, spesso estremamente congestionate. Roma, Firenze, Venezia, Milano, Napoli, Torino e Pisa raccolgono, nelle loro 369 strutture museali (di cui un terzo dislocate solo nella capitale), quasi 59 milioni di visitatori, pari a poco meno della metà dell’intero pubblico museale. Le prime quattro corrispondono anche alle città italiane con la 7 maggiore attrattività turistica, se si considera che nel 2017 hanno ospitato 23,4 milioni di turisti (pari al 38% del totale). Nel complesso per le prime sette mete culturali si registra il rapporto di tre visitatori per ciascun turista ospitato, a fronte di una media pari a 2,3 per le prime 50 città della classifica costruita in base al numero di visitatori. La classifica proposta evidenzia inoltre come, a fronte di comuni come Ercolano e Pompei con un’attrattività culturale in proporzione molto maggiore rispetto alla capacità di accoglienza degli esercizi turistici alberghieri ed extra-alberghieri, sussistono anche realtà locali nelle quali i flussi turistici superano di gran lunga l’affluenza dei musei e degli istituti similari, indice di un’utenza potenziale costituita da un’ampia quantità di persone che transitano e pernottano in loco, che potrebbe essere intercettata dai circuiti museali attraverso adeguate politiche di promozione culturale (Prospetto 1). 7 Ci si riferisce qui al numero di arrivi, cioè il numero di clienti che sono stati ospiti di esercizi recettivi alberghieri ed extra-alberghieri nell’anno considerato. |4
PROSPETTO 1. VISITATORI E CLIENTI DEGLI ESERCIZI RICETTIVI NEI COMUNI DI MAGGIORE ATTRAZIONE. Anno 2017, valori medi e percentuali % di Numero medio di Visitatori Numero medio di Totale turisti Totale musei e N. COMUNE Visitatori visitatori visitatori per per 1.000 visitatori per tursiti arrivati (a) istituti similari paganti museo/istituto abitanti arrivati (a) 1. Roma 27.136.527 32,4 218.843 9.444 3,0 9.035.795 124 2. Firenze 11.331.415 79,2 169.126 29.643 3,0 3.826.699 67 3. Venezia 4.722.603 88,7 131.183 18.032 0,9 5.034.882 36 4. Milano 4.496.042 64,9 97.740 3.327 0,8 5.545.247 46 5. Napoli 4.324.866 46,2 113.812 4.458 3,4 1.278.670 38 6. Torino 3.475.293 66,8 82.745 3.919 2,8 1.263.290 42 7. Pisa 3.439.619 53,0 214.976 38.012 5,2 662.487 16 8. Pompei (NA) 3.389.015 74,9 1.129.672 134.506 22,7 149.357 3 9. Siena 2.749.583 91,8 80.870 51.134 5,5 497.063 34 10. Verona 1.899.234 90,9 126.616 7.380 1,7 1.142.912 15 11. Trieste 1.850.343 22,2 48.693 9.060 4,6 398.869 38 12. Venaria Reale (TO) 1.063.988 95,8 531.994 31.263 62,3 17.087 2 13. Bologna 1.024.616 32,7 21.346 2.638 0,7 1.410.482 48 14. Palermo 1.017.297 58,3 37.678 1.510 1,6 617.440 27 15. Agrigento 1.010.163 71,8 202.033 16.948 5,3 191.903 5 16. Tivoli (RM) 910.859 47,8 151.810 16.092 26,8 33.990 6 17. Capaccio Paestum (SA) 907.364 48,9 302.455 39.736 8,6 105.265 3 18. Caserta 886.937 60,7 126.705 11.651 7,8 113.212 7 19. Genova 857.150 51,7 19.481 1.469 1,0 869.818 44 20. Ravenna 814.844 62,4 45.269 5.123 1,3 630.574 18 21. Taormina (ME) 809.905 79,1 809.905 74.242 2,4 336.142 1 22. Trento 808.321 64,3 73.484 6.884 2,4 333.123 11 23. Siracusa 790.843 66,4 71.895 6.481 2,9 272.654 11 24. Mantova 713.894 68,2 54.915 14.478 5,7 125.072 13 25. Ercolano (NA) 580.368 62,6 290.184 10.903 41,2 14.092 2 26. Padova 577.552 73,5 28.878 2.752 0,0 716.426 20 27. Stresa (VB) 556.772 99,7 139.193 112.320 1,7 321.173 4 28. Sirmione (BS) 556.000 57,5 278.000 67.665 2,8 199.175 2 29. Bolzano 540.777 75,5 41.598 5.056 1,3 406.909 13 30. Ferrara 470.501 56,6 29.406 3.564 0,0 245.940 16 31. Lucca 434.191 89,1 33.399 4.912 0,0 234.709 13 32. Parma 395.596 37,0 15.824 2.035 0,0 356.238 25 33. Maranello (MO) 375.000 92,0 375.000 21.438 0,4 60.328 1 34. San Gimignano (SI) 357.687 96,9 89.422 45.975 0,2 184.047 4 35. Tremezzina (CO) 357.512 90,5 119.171 69.312 1,2 57.342 3 36. Amalfi (SA) 355.500 99,2 88.875 69.870 1,1 66.375 4 37. Piazza Armerina (EN) 345.685 75,0 86.421 15.870 0,8 20.101 4 38. Brescia 343.615 46,8 34.362 1.747 0,0 273.449 10 39. Orvieto (TR) 340.470 90,9 42.559 16.634 0,1 123.805 8 40. Modena 337.365 60,5 19.845 1.826 0,0 266.404 17 41. Vicenza 333.832 83,5 41.729 2.975 0,0 262.486 8 42. Bard (AO) 329.949 100,0 164.975 2.820.077 665,4 4.238 2 43. Calatafimi-Segesta (TP) 323.786 73,5 323.786 48.940 12,3 3.981 1 44. Rovereto (TN) 307.214 51,8 51.202 7.781 0,1 80.524 6 45. Perugia 304.499 63,0 13.841 1.827 0,0 369.055 22 46. Bergamo 301.749 43,4 30.175 2.509 0,0 367.413 10 47. Urbino (PU) 279.443 68,8 25.404 18.825 0,2 79.190 11 48. Cassino (FR) 269.314 0,5 134.657 7.387 0,1 51.974 2 49. Monreale (PA) 269.300 74,4 89.767 6.872 0,6 11.516 3 50. Castelvetrano (TP) 267.460 73,9 133.730 8.440 0,1 92.603 2 Totale primi 50 comuni 90.341.858 58,1 104.080 7.832 2,3 38.761.526 868 (a) Numero di “arrivi”, cioè persone registrate negli esercizi ricettivi alberghieri e extra-alberghieri. Istat, Indagine sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, 2017. |5
20 strutture museali attraggono ben un terzo dei visitatori In un contesto complessivamente caratterizzato da un’offerta e da una domanda estremamente polarizzate, le 20 strutture museali italiane di maggiore attrazione arrivano a realizzare in totale oltre 43 milioni di ingressi all’anno (Prospetto 2). Sono monumenti di rilevanza internazionale, per lo più localizzati in grandi città come Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Torino (ad es. il Pantheon, l’Anfiteatro Flavio, il Vittoriano e il museo di Castel Sant’Angelo a Roma, la Galleria degli Uffizi e il Corridoio Vasariano e la Galleria dell’accademia e musei degli strumenti musicali a Firenze, il Museo di Capodimonte a Napoli, il Palazzo Ducale a Venezia, la Venaria Reale e il Museo Egizio a Torino), ma anche in centri urbani di minore dimensione demografica come Pompei, Siena, Pisa, Caserta, Trieste, Agrigento e Verona. PROSPETTO 2. I POLI MUSEALI DI MAGGIORE ATTRAZIONE. Anno 2017, valori medi e percentuali (a) INDICATORI Valori N. musei/istituti 20 Quota sul totale dei musei/istituti 0,4% Quota istituti statali 60% Tipologia prevalente Musei di arte antica (20%) N. visitatori 43.246.640 Quota di visitatori sul totale 36,3% N. medio di addetti del museo/istituto 107 Di cui: N. medio di volontari 2 Di cui: N. medio di operatori del servizio civile nazionale 3 % di istituti dotati di sito web dedicato 75% % di istituti dotati di servizio di biglietteria on line 75% % di istituti dotati di account sui social media (Facebook, Twitter, Instragram, ecc.) 65% (a) I valori si riferiscono ai 20 musei e istituti similari che hanno registrato il maggior numero di visitatori nel 2017. I valori percentuali sono calcolati sul totale dei rispondenti. Sebbene rappresentino meno dell’1% delle istituzioni censite, in esse si concentra più di un terzo (36,3%) del pubblico dei visitatori, di cui quasi la metà paganti (20,8 milioni). Solo tre sono aree archeologiche (gli Scavi di Pompei, il Foro romano e Palatino di Roma e il Parco archeologico e paesaggistico della valle dei templi di Agrigento), gli altri si equi-ripartiscono tra musei e monumenti. Dei 12 istituti statali presenti in elenco, considerando il numero di visitatori registrati, la metà figura nelle prime posizioni. In tali strutture operano più di 2 mila addetti: in media 107 addetti per istituto, tra questi 2 sono volontari e 3 operatori del servizio civile nazionale. Tre quarti delle strutture hanno un sito web dedicato e dispongono di un servizio di biglietteria online mentre il 65% (48% la media italiana) ha un proprio account sui social media. Le grandi strutture museali italiane hanno dunque colto appieno le potenzialità offerte dal web e dai social network. Solo cinque delle 20 strutture considerate non è ancora dotata di un sistema per il conteggio dei visitatori (tornelli conta passaggi o altri sistemi conta persone, registri obbligatori per le firme, ecc.). La larga maggioranza (85%) ha svolto attività di ricerca e didattico-educativa, l’80% ha organizzato eventi per il pubblico allestendo esposizioni e mostre temporanee, richiamando un totale di 71,3 milioni di persone, il 75% ha affittato i propri locali e/o degli spazi per eventi e/o manifestazioni private. Nove strutture su 10 hanno ottenuto, nel 2017, proventi derivanti da servizi aggiuntivi al pubblico, attraverso bookshop, prestiti di opere, affitti, concessioni, royalties, ecc.; il 65% ha ricevuto finanziamenti pubblici e la metà finanziamenti da privati. |6
Piccoli musei diffusi su tutto il territorio italiano A differenza di altri Paesi, l’offerta museale italiana è costituita da un consistente numero di strutture di dimensioni piccole e piccolissime, diffuse in modo capillare su tutto il territorio che rappresentano il patrimonio delle comunità locali. La piccola dimensione si riflette anche sulla capacità organizzativa. Le organizzazioni con meno di 1.000 visitatori sono il 41,3% del totale e dispongono di modeste risorse finanziarie e organizzative. Nel 31% dei casi gli addetti sono al massimo quattro, solo il 20,1% dispone di un sito web completamente dedicato alla struttura, il 2,9% offre la possibilità di acquistare online i biglietti, il 20,4% è dotato di un sistema conteggio dei visitatori; il 27,4% accede a finanziamenti pubblici e meno del 14,3% è in grado di ottenere finanziamenti e contributi privati o di generare proventi attraverso servizi aggiuntivi (11,5%). La quasi totalità (90,5%) sono musei, il 5,8% monumenti e solo il 3,7% aree o parchi archeologici. Si tratta generalmente di strutture comunali (nel 50,1% dei casi) o di enti ecclesiastici e religiosi (12,7%). Per lo più sono musei etnologici e antropologici che conservano ed espongono testimonianze e memorie legate al territorio e alla storia locale (19,5%) e musei tematici specialistici che raccolgono materiali riguardanti un tema e/o un soggetto specifico (12,7%). Solo il 29% (43,7% a livello Italia) decide di utilizzare i propri spazi per allestire delle mostre a carattere temporaneo. Le maxi-strutture espositive (capaci di richiamare più di 500 mila visitatori) rappresentano invece meno dell’1% del totale, sono presenti in un numero limitato di regioni, insistono generalmente in aree metropolitane e da sole attraggono il 44,1% del pubblico. Circa la metà dei musei fa parte di sistemi organizzati Un fattore fondamentale per valorizzare un patrimonio culturale così polverizzato è la capacità delle istituzioni museali di organizzarsi in rete, per promuovere sinergie attraverso l’integrazione di risorse e servizi e per conseguire vantaggi in termini di visibilità ed efficienza. In Italia il 42,5% degli istituti aderisce a reti o sistemi museali organizzati, che comprendono altri musei o istituti, al fine di condividere risorse umane, tecnologiche e/o finanziarie. La diffusione dei sistemi museali varia però considerevolmente da una regione all’altra: aderiscono a tali organizzazioni in rete oltre la metà dei musei e istituti similari di Toscana, Umbria, Lazio, Emilia- Romagna e meno di un terzo di quelli situati in Valle d'Aosta, Calabria e Abruzzo. La propensione a “fare sistema” sembra una peculiarità dei musei pubblici (72,6%), anche se sta crescendo anche in quelli privati. Se quasi la metà degli istituti (47,2%) è dotato di un regolamento o di uno statuto che disciplina l’organizzazione interna, solo due musei su dieci dispongono di una “Carta servizi” nella quale sono esplicitate le finalità, i servizi offerti, i fattori di qualità adottati, nonché i doveri dell’amministrazione, le forme di tutela dei diritti degli utenti e le modalità di reclamo. I soggetti pubblici che ne dichiarano l’adozione sono oltre l’80% mentre tra i privati le carte dei servizi sono presenti solo nel 14,5% delle istituzioni. Elevata multifunzionalità soprattutto delle strutture di medie dimensioni Una quota significativa di istituzioni è attrezzata per attività tecnico-scientifiche e di studio. Più della metà dei musei (64,7%), dislocati soprattutto al Nord, destina una parte dei propri spazi ad attività didattiche ed educative mentre il 36% svolge attività di ricerca (Figura 3). Oltre un quinto (21,8%) degli istituti museali ha dato in locazione i propri locali e/o spazi per eventi e/o manifestazioni private. Nella maggior parte dei casi è una pratica adottata dalle amministrazioni che gestiscono monumenti e complessi monumentali (36,7%) e dagli istituti a titolarità statale (40,6%). Accanto all’organizzazione e gestione delle esposizioni permanenti si rileva un’attività molto diffusa e intensa per l’allestimento di esposizione temporanee: il 43,7% dei musei le ha organizzate nel corso del 2017. Un maggiore spirito d’iniziativa connota soprattutto gli istituti di medie dimensioni (il 55% di quelli tra 1.000 e 10 mila visitatori l’anno), quelli che espongono opere e beni d’arte moderna e contemporanea (65,5%) e i musei di arte antica e classica (55,5%). Anche i parchi archeologici propongono esposizioni temporanee (19% dal 16% del 2015). |7
In media ogni museo, area archeologica, complesso monumentale ha organizzato almeno quattro mostre ed esposizioni temporanee all’anno che, in totale, hanno registrato circa 18 milioni e 600 mila ingressi. Il 48% si sono svolte in strutture di media dimensione, che hanno accolto circa 1,6 milioni di pubblico. FIGURA 3. MUSEI E DEGLI ISTITUTI SIMILARI PER PRINCIPALI CARATTERISTICHE. Anno 2017, valori percentuali Dispone di un servizio di biglietteria on line 9,9 Ha affittato dei locali e/o degli spazi per eventi 21,8 o manifestazioni private Dispone di proventi derivanti da servizi aggiuntivi 29,9 E' dotato di un sistema per il conteggio dei visitatori 34,2 Ha svolto attività di ricerca 36,0 Fa parte di reti o sistemi museali organizzati 42,5 Ha svolto esposizioni e/o mostre temporanee 43,7 Dispone di un account sui social media (Facebook, Youtube, 48,0 Instagram, Twitter, etc.) Ha svolto attività educative 64,7 Si avvale di volontari 67,4 0 25 50 75 100 Se rispetto alla promozione di eventi si registra una grande vitalità, sul fronte tecnologico il settore sconta invece ancora un ritardo. Sono ancora pochi i musei e i luoghi della cultura italiani che sono in grado di utilizzare gli strumenti dell’informazione e della comunicazione digitale in tutte le loro potenzialità. Ad esempio, il 31,9% ha un sito web dedicato alla propria struttura ma solo una struttura su 10 consente l’acquisto dei biglietti online. Ciò nonostante, sta crescendo la familiarità dei musei con le community virtuali: il 48% degli istituti compare su almeno uno dei principali social media (40% nel 2015). Le strutture più propense all’uso di piattaforme sociali per comunicare con il pubblico sono quelle di medie dimensioni (gli istituti da 1.000 a 10 mila visitatori l’anno che frequentano i social sono infatti il 60%), anche se sono soprattutto le strutture con più di 10 mila visitatori a offrire un servizio aggiuntivo, offrendo la possibilità di acquistare il biglietto di accesso al museo sul sito web (il 7,4% dei musei di media grandezza contro il 27,6% dei grandi musei). Strutture aperte tutto l’anno e visita gratuita nella gran parte dei casi La quasi totalità delle strutture censite (80,5%) offre al pubblico un’apertura con orario prestabilito, in media di cinque giorni a settimana mentre il 70,9% consente l’accesso su richiesta. In generale, le strutture espositive censite sono in grado di garantire l’accesso al pubblico con continuità: il 70% delle strutture è stato aperto ai visitatori tutto l’anno, il 15,3% solo in alcuni mesi. Gli istituti che nel 2017 hanno aperto la propria struttura esclusivamente in occasione di eventi particolari (festa del patrono, settimana della cultura, ecc.) sono soltanto il 4,7%. Nonostante la riduzione di investimenti e risorse finanziarie e umane, il 63,7% degli istituti è stato aperto almeno 24 ore settimanali, compreso il sabato o la domenica, sette su dieci almeno cento giorni l’anno, ovvero almeno un’intera stagione. |8
FIGURA 4. MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER TIPOLOGIA DI BIGLIETTO D’ENTRATA. Anno 2017, valori percentuali 55,3 46,1 31,2 24,8 11,2 A pagamento Gratuito Cumulativo e/o integrato Abbonamento o una Nessun biglietto (né a carta museo pagamento, né gratuito) La maggior parte delle strutture (34,4%) consente la visita con ingresso sia gratuito sia a pagamento. Quelle accessibili soltanto a pagamento sono invece il 13,5% del totale mentre oltre una su cinque (20,8%) prevede l’accesso esclusivamente a titolo gratuito. Il 23% infine non emette alcun tipo di biglietto. La modalità di accesso esclusivamente a pagamento è praticata soprattutto da parte delle strutture di grandi dimensioni (che nel 2017 hanno avuto più di 10 mila visitatori l’anno), dai gestori di monumenti e complessi monumentali (ad esempio: castelli e architetture fortificate), da strutture a titolarità privata, per lo più di proprietà di fondazioni o privati cittadini. L’11,2% dei musei offre poi la possibilità di ingresso con forme di abbonamento o carte museo. Gli istituti che puntano su queste iniziative di fidelizzazione del pubblico attraggono il 33,4% dei visitatori e sono soprattutto i monumenti e i complessi monumentali e le strutture del Nord-ovest. La formula del biglietto cumulativo che consente l’accesso a più strutture espositive è ancora più diffusa ed è proposta da quasi un museo su quattro (24,8%); è frequente soprattutto presso gli istituti delle Marche e della Sardegna, oltre che in aree e parchi archeologici. Tale modalità di accesso sembra incontrare l’apprezzamento da parte del pubblico, dal momento che tre visitatori su dieci hanno acquistato un biglietto integrato per visitare più istituti (Figura 4). Un patrimonio per lo più pubblico In quasi due terzi dei casi (63,1%) il patrimonio museale italiano è pubblico. Ben 2.067 istituti, pari al 42%, dipendono dai Comuni, solo 478 (pari al 9%) dal Ministero dei beni e il 3% dalla scuola o dalle università pubbliche (Figura 5). 8 Tra gli istituti privati, il 12% fa capo a enti ecclesiastici e religiosi , il 9% ad associazioni riconosciute, il 5,3% a fondazioni mentre nel 4% dei casi si tratta di privati cittadini. Il settore museale italiano mobilita complessivamente circa 38,300 operatori tra dipendenti, collaboratori esterni e volontari, in media uno ogni 3.106 visitatori (nel 2015 erano invece 45 mila operatori, uno ogni 2.400 visitatori). Gli addetti del museo sono nove per struttura (21 negli istituti pubblici). Il 23,5% ha un unico soggetto che si occupa e gestisce la struttura e/o è una struttura a conduzione familiare. 8 I dati relativi a 121 istituti appartenenti ad enti ecclesiastici sono stati forniti direttamente dalla CEI – Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto, che li raccoglie nell’ambito delle proprie attività istituzionali di monitoraggio. |9
FIGURA 5. MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER SOGGETTO TITOLARE. Anno 2017, valori percentuali L’attività delle istituzioni culturali vede un largo impiego di volontari, sono circa 11 mila, in media tre per istituto. Nella maggior parte dei casi tali figure sono presenti nelle strutture del Nord, nei musei che raccolgono fino a 10 mila visitatori, nelle strutture gestite da associazioni, enti privati o enti ecclesiastici. Tra gli addetti figurano inoltre circa 1.400 operatori del Servizio civile nazionale, concentrati soprattutto nei grandi musei non statali. Tracciando un quadro delle figure professionali su cui si basa l’attività museale, si rileva che solo nel 40,4% dei casi risulta presente un direttore, nel 40,3% un Assistente alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza (AFAV), nel 37,4% un addetto ai servizi didattici ed educativi, nel 36,1% un responsabile tecnico della sicurezza e nel 35,4% un addetto/responsabile amministrativo o contabile. Questi dati indicano l’esigenza e l’opportunità di professionalizzare un settore ampiamente sostenuto dall’iniziativa volontaristica e spontanea di personale non sempre adeguatamente qualificato. Finanziamenti in crescita ma non per le piccole strutture Cresce il numero dei musei che fruisce di contributi e finanziamenti pubblici - nel 2017 sono il 41,3% dal 32,1% nel 2015 - e di sovvenzioni private (il 24,1% dal 18,5%). Tuttavia, se si considera il numero di visitatori, le strutture che hanno registrato meno di 1.000 ingressi riescono a beneficiare del sostegno finanziario pubblico solo nel 27,4% dei casi, contro il 60,3% dei musei che accolgono tra 100 mila e 500 mila visitatori. Tra le strutture con più di 1.000 e meno di 10 mila visitatori l’anno (il 36% del totale degli istituti), il 28,7% si avvale di finanziamenti privati (sponsorizzazioni, contributi di fondazioni, donazioni, Art Bonus, ecc.) mentre il 33,5% riesce a realizzare proventi attraverso servizi aggiuntivi, bookshop, prestiti di opere, affitti, concessioni e royalty, che invece confluiscono nei bilanci della quasi totalità degli istituti con più di 500 mila ingressi (86%). Anche i finanziamenti privati favoriscono le grandi strutture: ne beneficia infatti la metà di quelle con un flusso di utenti compreso tra i 100 mila e i 500 mila visitatori. | 10
Glossario Addetto (del museo/istituto). Persona che ha un rapporto lavorativo direttamente con il museo/istituto, anche se utilizzata in modo non continuativo e/o a tempo parziale. Sono comprese le persone che, oltre a lavorare per il museo/istituto, svolgono anche altre attività o funzioni, eventualmente presso altri uffici dell’amministrazione di appartenenza o altri enti e/o istituti, purché impiegate in via prevalente per il museo/istituto. Altri proventi. Tutti gli eventuali introiti realizzati dal museo/istituto attraverso lo svolgimento di attività e l’erogazione di servizi. Sono comprese le eventuali somme pagate dal pubblico per servizi accessori (es.: bar, bookshop, merchandising, didattica, ristorante, guardaroba, ecc.), al lordo delle imposte e delle quote spettanti ai concessionari del servizio, nonché le entrate per sfruttamento di marchi, diritti di autore e riproduzione, concessioni, ecc.. Architettura civile di interesse storico o artistico. Si intendono, ad esempio, mulini, masi, case agricole, ponti, ecc.. Sono esclusi i manufatti di età antica (vedi “Manufatto archeologico”). Architettura fortificata o militare. Si intendono, ad esempio, un castello fortificato, torri, mura, arsenali, ecc.. Area archeologica. Sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età antica (d.lgs. 42/2004, art. 101). Atto costitutivo. Atto giuridico (sia esso un atto pubblico o una scrittura privata) che sancisce e documenta formalmente l’istituzione del museo/istituto, indicandone la denominazione, la titolarità e l’attività. Beni e/o collezioni permanenti. Beni e/o collezioni a disposizione del museo/istituto in modo permanente, per finalità di conservazione e/o esposizione, in quanto di proprietà e/o in prestito a lungo termine e/o in concessione d'uso. Sono compresi sia i beni mobili sia quelli immobili. Ai fini dell’indagine sì considerano tali anche le aree archeologiche, i monumenti o altre strutture espositive similari (es.: edificio d'interesse storico-artistico, manufatto archeologico o edilizio), che costituiscono di per sé l’oggetto “permanente” della visita, anche qualora non contengano beni e/o collezioni mobili esposte o queste siano marginali ai fini della fruizione. Biglietto cumulativo. Biglietto o altro titolo che dà il diritto di accesso a più musei o istituti similari appartenenti allo stesso circuito (territoriale o tematico). Biglietto singolo gratuito. Biglietto o altro titolo non a pagamento che dà il diritto di accesso al museo/istituto per la visita. Bilancio autonomo. Strumento contabile, riferito in modo specifico all’esercizio del museo/istituto, che ne descrive entrate e uscite per categorie, capitoli e/o voci di spesa, consentendo un rendiconto finanziario dei risultati di gestione. Pertanto rispondere “Sì” qualora il museo/istituto disponga di un proprio bilancio, distinto da quello dell’ente, istituzione o impresa di appartenenza (es.: Regione, Provincia, Comune, Università o altra istituzione o impresa al quale il museo/istituto eventualmente appartenga) o di uno specifico capitolo di spesa dedicato. Carta dei servizi. Documento che, al fine di garantire un rapporto trasparente con il pubblico, descrive agli utenti gli standard delle prestazioni fornite e dei servizi offerti, specificando gli impegni assunti dal museo/istituto per assicurare la qualità del servizio, i comportamenti adottati nel caso in cui gli impegni non vengano rispettati, le forme di tutela dei diritti degli utenti, le modalità del reclamo, ecc.. Complesso monumentale. Insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, un’autonoma rilevanza artistica, storica o etno-antropologica (d.lgs. 42/2004, art. 101). Esposizioni temporanee. Esposizioni di beni e collezioni, quali mostre, rassegne e altri allestimenti, organizzate per un periodo di tempo limitato. I beni e le opere di una collezione permanente di un museo possono essere prestati ad altri musei o istituti similari per l’allestimento di mostre e esposizioni temporanee o rassegne periodiche. Finanziamenti privati. Comprende le sponsorizzazioni, i contributi da fondazioni ex bancarie, le erogazioni liberali, le donazioni, i lasciti e le quote sociali. | 11
Istituto che si occupa di attività non prettamente espositive. Istituti quali i planetari, gli osservatori astronomici, i centri scientifici e culturali, le biblioteche e le fondazioni. Istituto che svolge prevalentemente attività commerciali. Enti, istituzioni o iniziative legate all’arte e alla cultura ma la cui attività ha carattere commerciale, come le gallerie d’arte. Luogo o istituto non destinato alla pubblica fruizione. Spazio o struttura non visitabile dal pubblico e accessibile solo ad uso privato e/o a personale autorizzato (es. un luogo che ospita una collezione privata non accessibile al pubblico). Luogo o istituto privo di modalità organizzate di fruizione. Luoghi o istituti quali chiese o monumenti non musealizzati, ecomuseo, musei diffusi, ecc.. Manufatto archeologico. Si intende, ad esempio, un anfiteatro, un obelisco, un acquedotto, ecc.. Manufatto di archeologia industriale. Si intendono, ad esempio, fabbriche, fornaci, impianti industriali, ecc.. Monumento. Opera architettonica o scultorea o un’area di particolare interesse dal punto di vista artistico, storico, etnologico e/o antropologico (Unesco), la cui visita sia organizzata e regolamentata secondo determinate modalità di accesso e fruizione. Può essere di carattere civile, religioso, funerario, difensivo, infrastrutturale e di servizio, nonché naturale. Mostre e/o esposizioni temporanee. Allestimenti e manifestazioni organizzate per un periodo di tempo limitato, anche da parte di e/o all’interno di strutture che svolgono attività espositiva in modo continuativo. Museo. Struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di studio, educazione e diletto (cfr. Codice dei beni culturali, d.lgs. 42/2004, art. 101 e D.M. 23.12.2014). La modalità comprende, oltre ai musei, istituti assimilabili quali: pinacoteche, gallerie d’arte senza scopo di lucro, raccolte, collezioni, antiquaria, tesori, istituti destinati alla conservazione e alla esposizione dipendenti da una biblioteca o un centro archivistico, contenitori museali, ecc.. Museo di archeologia. Raccolte e collezioni di oggetti, manufatti e reperti materiali provenienti da scavi o ritrovamenti, databili fino al periodo tardo medievale incluso, aventi valore di testimonianza delle civiltà antiche, comprese quelle extra-europee. Sono inclusi i musei di paletnologia e di archeologia preistorica e proto-storica. Museo di arte (dal medioevo, a tutto l’800). Raccolte di opere e collezioni di interesse e valore artistico (esclusi i reperti archeologici, provenienti da scavi), databili dal V secolo d.C. alla fine dell’800. Sono compresi i musei di arte orientale e mediorientale e quelli di arte sacra. Museo di arte moderna e contemporanea (dal ‘900 ai giorni nostri). Raccolte di opere e collezioni la cui esecuzione sia datata dal ’900 ai giorni nostri. Può comprendere, altresì, opere di videoarte, pittura, fotografia, scultura, arte digitale, disegno, installazioni e altre realizzazioni di arte post-moderna, concettuale, pop, minimalista, informale, performance art, transavanguardia, ecc.. Museo di religione e culto. Raccolte e collezioni di oggetti devozionali e/o di uso liturgico, dedicati al culto, all’arredo delle chiese, ai luoghi di sepoltura, ecc.. Museo di etnografia e antropologia. Raccolte di materiali relativi alle culture e alle caratteristiche delle diverse popolazioni, comprese le documentazioni di testimonianze orali e di eventi o rituali. Sono compresi i musei agricoli e di artigianato per i quali l’interesse etnologico prevale su quello tecnologico e/o artistico, nonché i musei territoriali con raccolte di materiali e testimonianze relativi ad un particolare territorio. Museo di scienza e tecnica. Raccolte di macchine, strumenti, modelli e i relativi progetti e disegni. Sono compresi i musei tecnico-industriali. Museo di storia. Raccolte e collezioni di oggetti legati ad eventi storici. Sono comprese le case museo di personaggi illustri. Museo di storia naturale e scienze naturali. Raccolte e collezioni di specie animali e vegetali non viventi, minerali o fossili, organizzate per l’esposizione al pubblico. Sono esclusi gli istituti che conservano e espongono esclusivamente esemplari viventi animali o vegetali (ad esempio: orti botanici, giardini zoologici, acquari, riserve naturali, vivaria, ecoparchi, ecc.). | 12
Museo industriale e/o d’impresa. Museo che ha il compito di conservare e diffondere il patrimonio di tecnica e di arte, nonché le testimonianze della memoria storica e dell’identità di un’azienda. Museo tematico e/o specializzato. Raccolte monotematiche di materiali che riguardano in modo specifico un tema e/o un soggetto particolare non compreso nelle altre categorie (ad esempio, le raccolte di oggetti insoliti e/o di curiosità). Non statale (museo/istituto). Istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui sono responsabili soggetti pubblici diversi dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo o soggetti privati (profit e no profit). E’ aperta al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto. Parco archeologico. Ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto (d.lgs. 42/2004, art. 101). Privato (titolare/gestore). Soggetto dotato di personalità giuridica, costituito con atto di natura privatistica e disciplinato dal diritto privato. Pubblico (titolare/gestore). Soggetto dotato di personalità giuridica, costituito per legge e sottoposto a disciplina di diritto pubblico. Sistema museale organizzato. Insieme di musei e/o istituti assimilabili anche di diversa natura, condizione giuridica e/o denominazione che, sulla base di un atto costitutivo o un documento negoziale, sono tra loro collegati ai fini di un coordinamento funzionale e/o gestionale, e – sulla base di un progetto comune riferito al territorio o a un tema aggregante – condividono risorse umane, tecnologiche e/o finanziarie o fruiscono di servizi comuni, al fine di ottenere economie di scala o di scopo. Fatta salva l’autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituiti e della loro programmazione in materia di conservazione e di ricerca, tale sistema può configurarsi come soggetto giuridico distinto e autonomo rispetto ai singoli musei o istituiti che ne fanno parte; può identificarsi con una propria denominazione, nonché avere una propria direzione e un centro organizzativo comune. Statale (museo/istituto). Istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui è titolare il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. E’ aperta al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto. La riorganizzazione del Ministero e delle Soprintendenze (DPCM 29.08.2014, n. 171) riconosce il museo come Istituto dotato di una propria identità, di un proprio bilancio e di un proprio statuto. Tipologia principale (dei beni e/o delle collezioni conservati). Quella considerata più rilevante ai fini delle attività di fruizione da parte del pubblico e che caratterizza maggiormente il museo/istituto. Titolare. Soggetto che ha la responsabilità giuridico-amministrativa del museo/istituto. Se i beni e/o le collezioni sono stati conferiti in prestito a lungo termine o in concessione d’uso, ci si riferisce al detentore (che li ha ricevuti in deposito) e non al proprietario. Unità di analisi. La singola istituzione museale con funzioni espositive e accessibile al pubblico, anche se chiusa temporaneamente. Si considerano come appartenenti alla stessa unità di analisi tutte le eventuali parti espositive che la compongono e che ne costituiscono parte integrante in termini organizzativi, amministrativi e gestionali (es. sezioni o dipartimenti di uno stesso museo universitario, distinte per denominazione, natura delle collezioni e/o ubicazione). Unità eleggibile. Museo o altro luogo espositivo a carattere museale che acquisisce, conserva, ordina ed espone al pubblico beni e/o collezioni di interesse culturale. Ai fini dell’indagine, sono compresi: le aree e i parchi archeologici, i monumenti, i complessi monumentali e altre strutture espositive permanenti destinate alla pubblica fruizione, la cui visita sia organizzata e regolamentata secondo determinate modalità di accesso e fruizione. Sono esclusi: gli istituti che espongono esclusivamente esemplari viventi animali o vegetali (ad esempio: orti botanici, giardini zoologici, acquari, riserve naturali, ecoparchi eccetera), gli istituti che organizzano esclusivamente esposizioni temporanee e/o mostre non permanenti, nonché le gallerie a scopo commerciale e altri istituti non destinati alla pubblica fruizione. | 13
Unità ineleggibile. Sito che, pur contenendo beni e/o collezioni di interesse culturale, artistico, storico e/o naturalistico, non ha i requisiti che identificano i musei e gli istituti a carattere museale, ovvero essere una struttura permanente, aperta al pubblico e dotata di forme organizzate per la fruizione. Sono inclusi in questa categoria e pertanto non oggetto d’indagine: le chiese e i monumenti non musealizzati, gli ecomusei, i musei diffusi, gli osservatori astronomici e i planetari, i luoghi/istituti che espongono esclusivamente esemplari viventi animali o vegetali (orti botanici, giardini zoologici, acquari, riserve naturali, ecoparchi, ecc.), nonché quelli che organizzano solo esposizioni e/o mostre temporanee e quelli che si occupano di attività non prettamente espositive (centri scientifici e culturali, biblioteche, gallerie commerciali, fondazioni, ecc.). Visitatore. La persona che ha accesso a un museo o a un istituto museale per la fruizione dei beni e delle collezioni in esso esposte nonché di eventuali mostre e esposizioni temporanee in esso organizzate, sia previa acquisizione di un biglietto o un altro titolo (a pagamento o gratuito, singolo o cumulativo) che dà il diritto di accesso, sia nel caso di ingresso completamente libero, cioè per il quale non è previsto il rilascio di alcun titolo di ingresso né alcuna forma di registrazione o rilevamento sistematico degli ingressi. Il visitatore è definito in relazione alla singola attività di accesso e visita di ciascun museo o istituto similare. Il numero di visitatori di un museo o istituto similare corrisponde al numero di ingressi effettuati per la visita di quel museo o istituto similare, e non al numero di persone fisiche che vi hanno avuto accesso, né al numero di biglietti emessi. La stessa persona che abbia accesso a un museo o un istituto similare composto da più parti espositive che si configurano come parti integranti dello stesso istituto, si intende come un unico visitatore. Il numero di visitatori di un museo o istituto similare comprende il numero di ingressi alla sede principale e a tutte le eventuali sedi distaccate. La stessa persona che abbia accesso a più musei o istituti similari appartenenti allo stesso circuito o sistema organizzato – eventualmente tramite un biglietto cumulativo o integrato - corrisponde a tanti visitatori quanti sono gli accessi effettuati in ciascun museo o istituto museale. Il numero di visitatori di un museo o istituto similare comprende sia i visitatori con biglietto singolo, sia quelli con biglietto cumulativo, anche se acquistato presso altri istituti. Visitatore non pagante. Persona che ha visitato un museo o un istituto museale a titolo gratuito, con o senza biglietto (come nel caso di libero accesso). Sono compresi i visitatori che hanno lasciato un’offerta libera. Visitatore pagante. Persona che ha visitato un museo o un istituto museale acquistando un biglietto singolo, o un biglietto cumulativo, anche se presso una struttura diversa da quella visitata. | 14
Nota metodologica L’indagine statistica sui musei e sugli istituti similari è stata effettuata dall’Istat in stretta collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) e le Regioni e le Province autonome, sulla base di un Protocollo d’intesa - approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni – sottoscritto nel dicembre 2017 per una durata quadriennale – e finalizzato alla costruzione di un sistema informativo nazionale sui musei italiani e le istituzioni similari. La rilevazione a carattere totale è stata effettuata attraverso la compilazione online di questionari in formato elettronico da parte dei responsabili di ciascuna unità in elenco ed ha interessato tutti gli istituti, sia statali sia non statali, di diversa tipologia e dimensione, aperti al pubblico con modalità di fruizione regolamentata. Il Ministero (per i musei di cui è titolare) e le Regioni firmatarie dell’accordo (per i musei locali e d’interesse locale), oltre a condividere la progettazione del questionario e del sistema informativo, hanno ricoperto un ruolo operativo in qualità di organi intermedi di rilevazione, assicurando il coordinamento e il controllo della rilevazione attraverso le rispettive strutture, competenti sul piano culturale (assessorati e uffici per i beni culturali) e statistico (uffici di statistica regionali). Il campo dell’indagine riguarda le caratteristiche strutturali delle istituzioni museali, la tipologia dei beni conservati ed esposti, la proprietà, il personale impiegato, le attività culturali ed i servizi per il pubblico, il numero dei visitatori, le forme di organizzazione e le attività svolte. I dati raccolti, oltre ad essere diffusi in forma aggregata dall’Istat, sono resi consultabili e scaricabili con estremo dettaglio informativo attraverso il Sistema informativo integrato, appositamente progettato e sviluppato con la collaborazione Istat-MiBACT-Regioni ed esposto sul sito ufficiale del Ministero all’indirizzo http://imuseiitaliani.beniculturali.it/. Il Sistema offre la possibilità di interrogazione e ricerca dei dati per chiave tematica e territoriale ed è in grado di restituire informazioni fino al dettaglio della singola unità statistica. L’insieme delle informazioni raccolte costituiscono un bagaglio prezioso di conoscenza al servizio delle amministrazioni, dei ricercatori, dei cittadini. La definizione dell’oggetto di indagine Il disegno della rilevazione è stato definito assumendo come riferimento le precedenti edizioni dell’indagine statistica sui musei e sulle istituzioni similari, condotte nel 2012 e nel 2016, e tenendo conto delle indicazioni tecniche e metodologiche proposte dai gruppi di lavoro internazionali costituiti presso l’Eurostat per lo sviluppo delle statistiche culturali e in particolare sui musei. 9 In particolare il Gruppo europeo per le statistiche sui musei, che riunisce 27 paesi, quasi tutti appartenenti all’UE, assume come oggetto di riferimento gli istituti museali individuandoli a partire dalla definizione dell’ International Council of Museums (ICOM), secondo la quale il museo è “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”. Per gli istituti statali, si è fatto riferimento alla definizione proposta dal Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, il quale identifica il “museo” come una “struttura comunque denominata, organizzata per la conservazione, la valorizzazione e 10 fruizione pubblica di raccolte di beni culturali” , nonché alla definizione del Codice dei beni 11 culturali e del paesaggio aggiornata al 2008, che identifica i musei come “strutture permanenti che acquisiscono, catalogano, conservano, ordinano ed espongono beni culturali per finalità di educazione e di studio” e li annovera, insieme alle aree archeologiche, ai parchi archeologici ed ai complessi monumentali tra gli “istituti e luoghi della cultura”, precisando come essi siano “destinati alla pubblica fruizione ed espletino un servizio pubblico” se appartenenti a soggetti pubblici, e “un servizio privato di utilità sociale”, nel caso di strutture espositive aperte al pubblico appartenenti a soggetti privati. 9 The European Group on Museum Statistics (Egmus); http://www.egmus.eu. 10 Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 99. 11 Decreto legislativo. n. 42 del 2004, art. 101. | 15
A partire da tali indicazioni tecniche e normative, ai fini dell’indagine è stata considerata eleggibile ogni struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di studio, educazione e diletto, che fosse aperta al pubblico nel 2017 e dotata di percorsi di visita e servizi di fruizione per il pubblico. Più nello specifico, ai fini dell’indagine si definisce come “museo/istituto statale”: “una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui è responsabile il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact); è aperta al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, 12 educazione e diletto” . Si intende invece per “museo/istituto non statale”: “una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui sono responsabili soggetti pubblici diversi dal Mibact o soggetti privati (profit e no profit). E’ aperta al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”. Un’indagine partecipata Tra Maggio e Luglio 2018 l’Istat ha condotto un’indagine a carattere censuario, con la somministrazione a 5.717 musei (5.199 non statali e 518 statali) di un questionario online. La rilevazione è stata realizzata dall’Istat anche in base alla nuova convenzione stipulata tra Istat e l’Autorità di Gestione del PON “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”, relativa all’attuazione del Progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione 2014-2020”, che vede nel ruolo di soggetti proponenti l’Istat e il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT), e nella cornice del “Protocollo d’intesa per lo sviluppo del sistema informativo integrato su istituti e luoghi di cultura”, siglato dall’Istat, il Mibac, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, rinnovato a dicembre del 2017. L’obiettivo principale è di mettere a disposizione del decisore pubblico e degli operatori del settore un’informazione statistica di qualità per la programmazione, monitoraggio e valutazione nel campo delle politiche culturali, e più in generale delle politiche di coesione, attraverso una rilevazione sistematica a carattere annuale. Sul piano operativo, la rilevazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra le parti coinvolte nel Protocollo, sulla base di definizioni, metodologie e procedure condivise. La rilevazione ha avuto il sostegno di tutte le Parti e il contributo diretto di alcune Regioni e Province autonome, che hanno operato come organi intermedi di rilevazione. Hanno aderito al Protocollo d’intesa ed hanno collaborato all’indagine in qualità di Organi intermedi di rilevazione: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Bolzano, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. In particolare l'ufficio di statistica della Provincia autonoma di Bolzano (Astat) e l'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (BCE-CEI), hanno fornito i dati statistici dei musei e delle istituzioni similari raccolti attraverso le loro rilevazioni annuali. In totale l'ufficio dell'Astat ha fornito informazioni relative a 117 tra musei istituti similari mentre l'ufficio della CEI 121 strutture. Alla fine della rilevazione, le unità risultate non eleggibili sono state 395. Di esse, 155 istituti, (pari al 39,4% delle unità non eleggibili e al 2,7% del totale delle unità in elenco) è rappresentata da istituti irreperibili o non rispondenti; seguono 240 strutture (il 60,6% delle unità non eleggibili) prive dei requisiti adottati per definire l’appartenenza all’universo oggetto di rilevazione (ad esempio, istituti non aperti alla pubblica fruizione o non musealizzati, ecc.). Tra le unità risultate eleggibili (5.322 rispondenti totali) una quota consistente è costituita da strutture che nel 2017 sono risultate non aperte al pubblico: 433 pari al 7,6% del totale delle unità presenti nella lista iniziale. Di queste la metà sono rimaste chiuse a causa di ristrutturazione e restauro, in seguito al sisma degli anni 2016-17 o per inagibilità. Il 20,1% corrisponde a istituti 12 Cfr. D.M 23.12.2014, art. 1. | 16
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