I MUSEI, LE AREE ARCHEOLOGICHE E I MONUMENTI IN ITALIA

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I MUSEI, LE AREE ARCHEOLOGICHE E I MONUMENTI IN ITALIA
29 gennaio 2019

                         Anno 2017
                         I MUSEI, LE AREE ARCHEOLOGICHE
                         E I MONUMENTI IN ITALIA
 Nel 2017 il patrimonio culturale italiano vanta 4.889              In media sono 27 mila i visitatori per ciascuna
musei e istituti similari, pubblici e privati, aperti al            struttura espositiva: nel 2017 i primi 20 musei e istituti
pubblico. Di questi, 4.026 sono musei, gallerie o                   similari hanno attratto oltre un terzo dei visitatori
collezioni, 293 aree e parchi archeologici e 570                    (36,3%) mentre il 28,7% ha registrato non più di mille
monumenti e complessi monumentali.                                  visitatori all’anno. Roma, Firenze e Venezia da sole
                                                                    attraggono il 36,2% dei visitatori degli istituti italiani.
 I musei e le altre strutture espositive a carattere
museale hanno registrato il massimo storico di 119                   Due istituti museali su tre (63,1%) sono di proprietà
milioni di ingressi nel 2017 (+7,7% rispetto al 2015)               pubblica e, fra questi, ben 2.067 (il 42,3% del totale)
così suddivisi: 57,8 milioni i musei, 15,5 milioni le aree          appartengono ai Comuni. I musei e gli altri istituti
archeologiche, 45,8 milioni i monumenti. L’incremento               statali appartenenti al Ministero competente sono solo
maggiore riguarda i monumenti e le aree                             478 (9,8% del totale) ma attraggono quasi 53 milioni di
archeologiche.                                                      visitatori (il 44,3% del totale).
 Sono 2.371, uno su tre, i Comuni italiani che                      Meno della metà degli istituti italiani (47,9%)
ospitano almeno una struttura a carattere museale. È                prevede l’ingresso a pagamento; il 42,3% non ha
un patrimonio diffuso su tutto il territorio nazionale: 1,6         alcuna entrata derivante dalla vendita dei biglietti. Di
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musei o istituti similari ogni 100 km e circa uno ogni              questi, solo uno su dieci è un istituto statale.
12 mila abitanti.
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 Le regioni con più strutture museali (29% del totale)             collezioni, il 43,7% delle strutture allestisce mostre
sono Toscana (528), Emilia-Romagna (482) e                          temporanee che, nel 2017, hanno attratto 18 milioni di
Lombardia (409). Nel Mezzogiorno si concentra invece                visitatori.
oltre la metà delle aree archeologiche (50,8%), il
                                                                     Quasi due musei su tre (il 64,7%, presenti
30,7% si trova in Sicilia e Sardegna.
                                                                    soprattuto nelle regioni del Nord) hanno organizzato
 A Roma e Firenze si contano quasi 200 tra musei,                  attività educative e didattiche. Oltre uno su tre (36%)
aree e monumenti, ma anche i Comuni con meno di                     ha realizzato attività di ricerca nel corso dell’anno.
2mila abitanti (il 27,9% del totale dei comuni)
                                                                     Il   settore museale italiano ha impiegato
accolgono un’ampia percentuale di istituzioni museali
                                                                    complessivamente 38.300 operatori, in media uno ogni
(il 16,7%). Alcuni di questi hanno nei loro territori sino
                                                                    3.106 visitatori (nel 2015 erano 45 mila, uno ogni
a quattro o cinque istituti.
                                                                    2.400 visitatori).
 La maggior parte dei musei presenti in Italia espone               Il 58,2% degli istituti ha non più di cinque addetti e
collezioni di etnografia e antropologia (12,8%),
                                                                    solo il 32,7% ne ha più di 10. In un istituto museale su
archeologia (12,7%) e arte antica (12,3%). Aumenta il
                                                                    tre (29,1%) prestano la propria opera collaboratori
numero di strutture con raccolte monotematiche di
                                                                    volontari (circa 11 mila in tutto).
materiali (10%).

NUMERO DI VISITATORI DI MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER TIPOLOGIA. Anno 2017

              57,8 milioni                                                                          119 milioni
                                                                        45,7 milioni
                                            15,4 milioni                                              (+7,7%
                                                                                                 rispetto al 2015)
        Musei, gallerie e raccolte   Aree e parchi archeologici   Monumenti e complessi               Totale
                                                                      monumentali
I MUSEI, LE AREE ARCHEOLOGICHE E I MONUMENTI IN ITALIA
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                          I dati raccolti attraverso l’indagine a carattere censuario condotta dall’Istat restituiscono una
                          descrizione aggiornata e puntuale di tutti i musei e le altre strutture a carattere museale presenti in
                          Italia, cioè l’insieme delle strutture espositive che acquisiscono, conservano e rendono fruibile al
                          pubblico beni e/o collezioni di interesse culturale, siano essi pubblici o privati, statali e non statali.
                          Sulla base delle informazioni raccolte, il patrimonio italiano è quantificabile in quasi 5 mila
                          istituzioni aperte al pubblico nel 2017 ed è costituito per la gran parte da strutture di piccole
                          dimensioni; è inoltre diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale ed è in grado di
                                                                                                2
                          mobilitare complessivamente oltre 119 milioni di visitatori in un anno .

                          Un territorio ricco di cultura: un comune italiano su tre ospita almeno un museo
                          Si conferma e si rafforza l’immagine di un territorio nazionale estremamente ricco di musei,
                          gallerie, collezioni, aree e parchi archeologici, monumenti e complessi monumentali che
                          forniscono una preziosa testimonianza della storia e della civiltà del nostro Paese. Sono 4.889 i
                          musei e gli istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico nel 2017 così distribuiti: 4.026 musei,
                          gallerie e collezioni, 293 aree e parchi archeologici e 570 monumenti e complessi monumentali
                          (pari rispettivamente all’82,3%, al 6% e al 11,7% del totale).
                          Quasi la metà del patrimonio museale (46,1%) è localizzata nelle regioni del Nord, il 27,4% al
                          Centro e il 26,4% al Sud e nelle Isole. Più nel dettaglio, nel Mezzogiorno sono presenti la metà
                          delle aree archeologiche (50,2%) mentre nell’ Italia settentrionale sono localizzati il 49,2% dei
                          musei e il 36,7% dei monumenti (Figura 1).
                          Le regioni con il maggior numero di istituzioni museali sono Toscana (528), Emilia-Romagna
                          (482), Lombardia (409), Piemonte (398) e Lazio (364).
                          Un Comune italiano su tre (29,8%) ospita almeno un museo o un istituto similare, anche se in
                          alcune regioni sono diffusi in modo ancora più capillare. In Valle d’Aosta, per esempio, la quota di
                          Comuni dotati di almeno una struttura di raccolta e di esposizione al pubblico sale al 64,9%, in
                          Toscana arriva al 66,8% e in Umbria al 67,4%. In altre regioni, invece, gli istituti si concentrano
                          prevalentemente in pochi comuni del territorio: in Lombardia il patrimonio si addensa nel 15,5%
                          dei Comuni, in Piemonte nel 20,5%, in Campania nel 21,1%, in Molise nel 21,3% e in Basilicata
                          nel 21,4%.
                          Poco più di un decimo dei musei complessivamente censiti è concentrato in dieci Comuni (Roma,
                          Firenze, Bologna, Milano, Genova, Torino, Napoli, Trieste, Venezia e Siena), dove si contano in
                          media 52 musei per ogni città. In particolare, nelle città di Roma, Firenze e Bologna, capitali del
                          turismo culturale nazionale e internazionale, risiedono quasi 240 istituzioni a carattere museale.
                          Oltre che nei poli di maggiore attrazione, in tutto il territorio si osserva un’ampia e ricca dotazione
                          di luoghi di interesse culturale. Questi non mancano nemmeno nei Comuni più piccoli, come
                          testimoniato dalla percentuale di strutture (16,7%) localizzata nei Comuni con meno di 2mila
                          abitanti, alcuni dei quali arrivano a contare quattro o cinque istituti sul loro territorio. Il 29,8% delle
                          strutture è distribuito in 1.001 comuni con un numero di abitanti compreso fra 2.001 e 10.000 (che
                          ospitano mediamente 1,3 musei ciascuno) mentre il 42,8% è situato nei 573 comuni della classe di
                          popolazione 10.001-50.000 (in media due musei per ogni centro).
                          Tra musei e gallerie i più numerosi sono quelli a carattere etnografico e antropologico (12,8% degli
                                                                                    3
                          istituti censiti), di archeologia (12,7%) e di arte antica (12,3%), cui si aggiungono quelli tematici e
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                          specializzati (10,3%), di arte moderna e contemporanea (8,5%), di storia (8,1%) e quelli di
                          scienze naturali (6,6%).

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    La rilevazione è stata realizzata dall’Istat in base alla nuova convenzione stipulata tra Istat e l’Autorità di Gestione del PON “Governance e
    Capacità Istituzionale 2014-2020”, relativa all’attuazione del Progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione
    2014-2020”, che vede nel ruolo di soggetti proponenti l’Istat e il Dipartimento per le Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei
    Ministri e l’Agenzia per la Coesione Territoriale (ACT), e nella cornice del “Protocollo d’intesa per lo sviluppo del sistema informativo integrato su
    istituti e luoghi di cultura”, siglato dall’Istat, il Mibact, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, rinnovato a dicembre del 2017.
    L’obiettivo principale è di mettere a disposizione del decisore pubblico e degli operatori del settore un’informazione statistica di qualità per la
    programmazione, monitoraggio e valutazione nel campo delle politiche culturali, e più in generale delle politiche di coesione, attraverso una
    rilevazione sistematica a carattere annuale.
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    Il numero di visitatori è calcolato sulla base dei dati forniti dai musei e istituti similari che hanno risposto al quesito, pari all’89,7% delle unità
    censite.
3
    Raccolte di opere e collezioni databili dal V secolo d.C. a tutto il XIX secolo. Sono compresi i musei di arte orientale e mediorientale e quelli di
    arte sacra.
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    I musei specializzati sono collezioni con preciso orientamento tipologico, come i musei di oggetti insoliti e di curiosità, nonché di raccolte
    particolari monotematiche.
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    Raccolte d’arte datate convenzionalmente dal ‘900 ai giorni nostri.

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FIGURA 1. MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER TIPOLOGIA E REGIONE. Anno 2017

                          Nel 2017 record di visitatori
                          Nel 2017 i musei, i monumenti e le aree archeologiche italiane hanno registrato oltre 119 milioni di
                          ingressi, un’affluenza che rappresenta un record storico assoluto, con un incremento del 7,7%
                                           6
                          rispetto al 2015 . I visitatori paganti sono stati 67,1 milioni (oltre la metà).
                          In particolare, il pubblico risulta suddiviso in 57,8 milioni di visitatori di musei, 15,5 milioni per le
                          aree archeologiche e 45,8 milioni per i monumenti. L’incremento maggiore riguarda i visitatori dei
                          monumenti e delle aree archeologiche.
                          In generale i musei e gli istituti similari statali, che costituiscono meno del 10% del totale,
                          richiamano da soli il 44,3% dei visitatori (più di 52,7 milioni nel 2017).
                          Oltre la metà del pubblico (53,8%) si concentra nei musei di tre sole regioni: Lazio (25,4%),
                          Toscana (18,2%) e Campania (10,2%) (Figura 2).
                          Il flusso medio di visitatori è quantificabile in circa 27 mila ingressi per ciascun istituto, ma le
                          differenze territoriali sono notevoli. I valori medi più alti sono raggiunti da Lazio (oltre 87 mila
                          ingressi per istituto), Campania (più di 63 mila) e Toscana (oltre 44 mila); gli istituti di Abruzzo,
                          Molise e Marche non superano la soglia media di 6 mila visitatori nell’anno.
                          Ulteriori differenze si riscontrano fra gli istituti statali, che accolgono in media più di 111 mila
                          ingressi, e gli istituti non statali, con un’utenza media pari a circa 17 mila visitatori.

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    Si noti che la variazione percentuale rispetto alla precedente edizione dell’indagine è attribuibile, in parte, alla diversa composizione dell’universo
    osservato, a seguito di cessazioni, chiusure temporanee e aperture di nuove strutture, oltre che a una capacità progressivamente crescente di
    rilevazione del fenomeno. A tale proposito, si segnala che, prendendo in considerazione il sottoinsieme dei musei e degli istituti similari censiti in
    occasione di entrambe le rilevazioni del 2015 e del 2017 (4.347 unità), la variazione del numero di visitatori fornirebbe un incremento netto pari a
    +7,9%.

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FIGURA 2. VISITATORI DEI MUSEI E DEGLI ISTITUTI SIMILARI PER REGIONE. Anno 2017

                           Il grande flusso dei visitatori tende a gravitare intorno a pochi luoghi di maggiore attrazione e la
                           distribuzione delle presenze risulta molto polarizzata sulle mete più conosciute e popolari, spesso
                           estremamente congestionate.
                           Roma, Firenze, Venezia, Milano, Napoli, Torino e Pisa raccolgono, nelle loro 369 strutture museali
                           (di cui un terzo dislocate solo nella capitale), quasi 59 milioni di visitatori, pari a poco meno della
                           metà dell’intero pubblico museale. Le prime quattro corrispondono anche alle città italiane con la
                                                                                                                                 7
                           maggiore attrattività turistica, se si considera che nel 2017 hanno ospitato 23,4 milioni di turisti
                           (pari al 38% del totale).
                           Nel complesso per le prime sette mete culturali si registra il rapporto di tre visitatori per ciascun
                           turista ospitato, a fronte di una media pari a 2,3 per le prime 50 città della classifica costruita in
                           base al numero di visitatori.
                           La classifica proposta evidenzia inoltre come, a fronte di comuni come Ercolano e Pompei con
                           un’attrattività culturale in proporzione molto maggiore rispetto alla capacità di accoglienza degli
                           esercizi turistici alberghieri ed extra-alberghieri, sussistono anche realtà locali nelle quali i flussi
                           turistici superano di gran lunga l’affluenza dei musei e degli istituti similari, indice di un’utenza
                           potenziale costituita da un’ampia quantità di persone che transitano e pernottano in loco, che
                           potrebbe essere intercettata dai circuiti museali attraverso adeguate politiche di promozione
                           culturale (Prospetto 1).

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    Ci si riferisce qui al numero di arrivi, cioè il numero di clienti che sono stati ospiti di esercizi recettivi alberghieri ed extra-alberghieri nell’anno
    considerato.

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PROSPETTO 1. VISITATORI E CLIENTI DEGLI ESERCIZI RICETTIVI NEI COMUNI DI MAGGIORE ATTRAZIONE.
Anno 2017, valori medi e percentuali
                                                             % di Numero medio di          Visitatori     Numero medio di
                                                                                                                                 Totale turisti   Totale musei e
 N.   COMUNE                              Visitatori    visitatori   visitatori per        per 1.000    visitatori per tursiti
                                                                                                                                   arrivati (a)   istituti similari
                                                         paganti    museo/istituto          abitanti              arrivati (a)
 1.   Roma                              27.136.527           32,4            218.843           9.444                      3,0       9.035.795                 124
 2.   Firenze                           11.331.415           79,2            169.126          29.643                      3,0       3.826.699                   67
 3.   Venezia                             4.722.603          88,7            131.183          18.032                      0,9       5.034.882                   36
 4.   Milano                              4.496.042          64,9             97.740           3.327                      0,8       5.545.247                   46
 5.   Napoli                              4.324.866          46,2            113.812           4.458                      3,4       1.278.670                   38
 6.   Torino                              3.475.293          66,8             82.745           3.919                      2,8       1.263.290                   42
 7.   Pisa                                3.439.619          53,0            214.976          38.012                      5,2         662.487                   16
 8.   Pompei (NA)                         3.389.015          74,9          1.129.672        134.506                      22,7         149.357                    3
 9.   Siena                               2.749.583          91,8             80.870          51.134                      5,5         497.063                   34
 10. Verona                               1.899.234          90,9            126.616           7.380                      1,7       1.142.912                   15
 11. Trieste                              1.850.343          22,2             48.693           9.060                      4,6         398.869                   38
 12. Venaria Reale (TO)                   1.063.988          95,8            531.994          31.263                     62,3          17.087                    2
 13. Bologna                              1.024.616          32,7             21.346           2.638                      0,7       1.410.482                   48
 14. Palermo                              1.017.297          58,3             37.678           1.510                      1,6         617.440                   27
 15. Agrigento                            1.010.163          71,8            202.033          16.948                      5,3         191.903                    5
 16. Tivoli (RM)                           910.859           47,8            151.810          16.092                     26,8          33.990                    6
 17. Capaccio Paestum (SA)                 907.364           48,9            302.455          39.736                      8,6         105.265                    3
 18. Caserta                               886.937           60,7            126.705          11.651                      7,8         113.212                    7
 19. Genova                                857.150           51,7             19.481           1.469                      1,0         869.818                   44
 20. Ravenna                               814.844           62,4             45.269           5.123                      1,3         630.574                   18
 21. Taormina (ME)                         809.905           79,1            809.905          74.242                      2,4         336.142                    1
 22. Trento                                808.321           64,3             73.484           6.884                      2,4         333.123                   11
 23. Siracusa                              790.843           66,4             71.895           6.481                      2,9         272.654                   11
 24. Mantova                               713.894           68,2             54.915          14.478                      5,7         125.072                   13
 25. Ercolano (NA)                         580.368           62,6            290.184          10.903                     41,2          14.092                    2
 26. Padova                                577.552           73,5             28.878           2.752                      0,0         716.426                   20
 27. Stresa (VB)                           556.772           99,7            139.193        112.320                       1,7         321.173                    4
 28. Sirmione (BS)                         556.000           57,5            278.000          67.665                      2,8         199.175                    2
 29. Bolzano                               540.777           75,5             41.598           5.056                      1,3         406.909                   13
 30. Ferrara                               470.501           56,6             29.406           3.564                      0,0         245.940                   16
 31. Lucca                                 434.191           89,1             33.399           4.912                      0,0         234.709                   13
 32. Parma                                 395.596           37,0             15.824           2.035                      0,0         356.238                   25
 33. Maranello (MO)                        375.000           92,0            375.000          21.438                      0,4          60.328                    1
 34. San Gimignano (SI)                    357.687           96,9             89.422          45.975                      0,2         184.047                    4
 35. Tremezzina (CO)                       357.512           90,5            119.171          69.312                      1,2          57.342                    3
 36. Amalfi (SA)                           355.500           99,2             88.875          69.870                      1,1          66.375                    4
 37. Piazza Armerina (EN)                  345.685           75,0             86.421          15.870                      0,8          20.101                    4
 38. Brescia                               343.615           46,8             34.362           1.747                      0,0         273.449                   10
 39. Orvieto (TR)                          340.470           90,9             42.559          16.634                      0,1         123.805                    8
 40. Modena                                337.365           60,5             19.845           1.826                      0,0         266.404                   17
 41. Vicenza                               333.832           83,5             41.729           2.975                      0,0         262.486                    8
 42. Bard (AO)                             329.949         100,0             164.975       2.820.077                   665,4             4.238                   2
 43. Calatafimi-Segesta (TP)               323.786           73,5            323.786          48.940                     12,3            3.981                   1
 44. Rovereto (TN)                         307.214           51,8             51.202           7.781                      0,1          80.524                    6
 45. Perugia                               304.499           63,0             13.841           1.827                      0,0         369.055                   22
 46. Bergamo                               301.749           43,4             30.175           2.509                      0,0         367.413                   10
 47. Urbino (PU)                           279.443           68,8             25.404          18.825                      0,2          79.190                   11
 48. Cassino (FR)                          269.314            0,5            134.657           7.387                      0,1          51.974                    2
 49. Monreale (PA)                         269.300           74,4             89.767           6.872                      0,6          11.516                    3
 50. Castelvetrano (TP)                    267.460           73,9            133.730           8.440                      0,1          92.603                    2
      Totale primi 50 comuni            90.341.858           58,1            104.080           7.832                      2,3      38.761.526                 868
(a) Numero di “arrivi”, cioè persone registrate negli esercizi ricettivi alberghieri e extra-alberghieri. Istat, Indagine sul movimento dei clienti negli esercizi
    ricettivi, 2017.

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20 strutture museali attraggono ben un terzo dei visitatori
     In un contesto complessivamente caratterizzato da un’offerta e da una domanda estremamente
     polarizzate, le 20 strutture museali italiane di maggiore attrazione arrivano a realizzare in totale
     oltre 43 milioni di ingressi all’anno (Prospetto 2).
     Sono monumenti di rilevanza internazionale, per lo più localizzati in grandi città come Roma,
     Napoli, Firenze, Venezia, Torino (ad es. il Pantheon, l’Anfiteatro Flavio, il Vittoriano e il museo di
     Castel Sant’Angelo a Roma, la Galleria degli Uffizi e il Corridoio Vasariano e la Galleria
     dell’accademia e musei degli strumenti musicali a Firenze, il Museo di Capodimonte a Napoli, il
     Palazzo Ducale a Venezia, la Venaria Reale e il Museo Egizio a Torino), ma anche in centri urbani
     di minore dimensione demografica come Pompei, Siena, Pisa, Caserta, Trieste, Agrigento e
     Verona.
     PROSPETTO 2. I POLI MUSEALI DI MAGGIORE ATTRAZIONE. Anno 2017, valori medi e percentuali (a)
      INDICATORI                                                                                                                                         Valori
      N. musei/istituti                                                                                                                                      20
      Quota sul totale dei musei/istituti                                                                                                                 0,4%
      Quota istituti statali                                                                                                                               60%
      Tipologia prevalente                                                                                                          Musei di arte antica (20%)
      N. visitatori                                                                                                                                43.246.640
      Quota di visitatori sul totale                                                                                                                    36,3%
      N. medio di addetti del museo/istituto                                                                                                                107
      Di cui: N. medio di volontari                                                                                                                           2
      Di cui: N. medio di operatori del servizio civile nazionale                                                                                             3
      % di istituti dotati di sito web dedicato                                                                                                            75%
      % di istituti dotati di servizio di biglietteria on line                                                                                             75%
      % di istituti dotati di account sui social media (Facebook, Twitter, Instragram, ecc.)                                                               65%
     (a)   I valori si riferiscono ai 20 musei e istituti similari che hanno registrato il maggior numero di visitatori nel 2017.
           I valori percentuali sono calcolati sul totale dei rispondenti.

     Sebbene rappresentino meno dell’1% delle istituzioni censite, in esse si concentra più di un terzo
     (36,3%) del pubblico dei visitatori, di cui quasi la metà paganti (20,8 milioni). Solo tre sono aree
     archeologiche (gli Scavi di Pompei, il Foro romano e Palatino di Roma e il Parco archeologico e
     paesaggistico della valle dei templi di Agrigento), gli altri si equi-ripartiscono tra musei e
     monumenti.
     Dei 12 istituti statali presenti in elenco, considerando il numero di visitatori registrati, la metà figura
     nelle prime posizioni. In tali strutture operano più di 2 mila addetti: in media 107 addetti per istituto,
     tra questi 2 sono volontari e 3 operatori del servizio civile nazionale.
     Tre quarti delle strutture hanno un sito web dedicato e dispongono di un servizio di biglietteria
     online mentre il 65% (48% la media italiana) ha un proprio account sui social media. Le grandi
     strutture museali italiane hanno dunque colto appieno le potenzialità offerte dal web e dai social
     network.
     Solo cinque delle 20 strutture considerate non è ancora dotata di un sistema per il conteggio dei
     visitatori (tornelli conta passaggi o altri sistemi conta persone, registri obbligatori per le firme,
     ecc.).
     La larga maggioranza (85%) ha svolto attività di ricerca e didattico-educativa, l’80% ha
     organizzato eventi per il pubblico allestendo esposizioni e mostre temporanee, richiamando un
     totale di 71,3 milioni di persone, il 75% ha affittato i propri locali e/o degli spazi per eventi e/o
     manifestazioni private.
     Nove strutture su 10 hanno ottenuto, nel 2017, proventi derivanti da servizi aggiuntivi al pubblico,
     attraverso bookshop, prestiti di opere, affitti, concessioni, royalties, ecc.; il 65% ha ricevuto
     finanziamenti pubblici e la metà finanziamenti da privati.

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Piccoli musei diffusi su tutto il territorio italiano
     A differenza di altri Paesi, l’offerta museale italiana è costituita da un consistente numero di
     strutture di dimensioni piccole e piccolissime, diffuse in modo capillare su tutto il territorio che
     rappresentano il patrimonio delle comunità locali.
     La piccola dimensione si riflette anche sulla capacità organizzativa. Le organizzazioni con meno di
     1.000 visitatori sono il 41,3% del totale e dispongono di modeste risorse finanziarie e
     organizzative. Nel 31% dei casi gli addetti sono al massimo quattro, solo il 20,1% dispone di un
     sito web completamente dedicato alla struttura, il 2,9% offre la possibilità di acquistare online i
     biglietti, il 20,4% è dotato di un sistema conteggio dei visitatori; il 27,4% accede a finanziamenti
     pubblici e meno del 14,3% è in grado di ottenere finanziamenti e contributi privati o di generare
     proventi attraverso servizi aggiuntivi (11,5%).
     La quasi totalità (90,5%) sono musei, il 5,8% monumenti e solo il 3,7% aree o parchi archeologici.
     Si tratta generalmente di strutture comunali (nel 50,1% dei casi) o di enti ecclesiastici e religiosi
     (12,7%). Per lo più sono musei etnologici e antropologici che conservano ed espongono
     testimonianze e memorie legate al territorio e alla storia locale (19,5%) e musei tematici
     specialistici che raccolgono materiali riguardanti un tema e/o un soggetto specifico (12,7%). Solo il
     29% (43,7% a livello Italia) decide di utilizzare i propri spazi per allestire delle mostre a carattere
     temporaneo.
     Le maxi-strutture espositive (capaci di richiamare più di 500 mila visitatori) rappresentano invece
     meno dell’1% del totale, sono presenti in un numero limitato di regioni, insistono generalmente in
     aree metropolitane e da sole attraggono il 44,1% del pubblico.

     Circa la metà dei musei fa parte di sistemi organizzati
     Un fattore fondamentale per valorizzare un patrimonio culturale così polverizzato è la capacità
     delle istituzioni museali di organizzarsi in rete, per promuovere sinergie attraverso l’integrazione di
     risorse e servizi e per conseguire vantaggi in termini di visibilità ed efficienza.
     In Italia il 42,5% degli istituti aderisce a reti o sistemi museali organizzati, che comprendono altri
     musei o istituti, al fine di condividere risorse umane, tecnologiche e/o finanziarie. La diffusione dei
     sistemi museali varia però considerevolmente da una regione all’altra: aderiscono a tali
     organizzazioni in rete oltre la metà dei musei e istituti similari di Toscana, Umbria, Lazio, Emilia-
     Romagna e meno di un terzo di quelli situati in Valle d'Aosta, Calabria e Abruzzo.
     La propensione a “fare sistema” sembra una peculiarità dei musei pubblici (72,6%), anche se sta
     crescendo anche in quelli privati.
     Se quasi la metà degli istituti (47,2%) è dotato di un regolamento o di uno statuto che disciplina
     l’organizzazione interna, solo due musei su dieci dispongono di una “Carta servizi” nella quale
     sono esplicitate le finalità, i servizi offerti, i fattori di qualità adottati, nonché i doveri
     dell’amministrazione, le forme di tutela dei diritti degli utenti e le modalità di reclamo. I soggetti
     pubblici che ne dichiarano l’adozione sono oltre l’80% mentre tra i privati le carte dei servizi sono
     presenti solo nel 14,5% delle istituzioni.

     Elevata multifunzionalità soprattutto delle strutture di medie dimensioni
     Una quota significativa di istituzioni è attrezzata per attività tecnico-scientifiche e di studio.
     Più della metà dei musei (64,7%), dislocati soprattutto al Nord, destina una parte dei propri spazi
     ad attività didattiche ed educative mentre il 36% svolge attività di ricerca (Figura 3).
     Oltre un quinto (21,8%) degli istituti museali ha dato in locazione i propri locali e/o spazi per eventi
     e/o manifestazioni private. Nella maggior parte dei casi è una pratica adottata dalle
     amministrazioni che gestiscono monumenti e complessi monumentali (36,7%) e dagli istituti a
     titolarità statale (40,6%).
     Accanto all’organizzazione e gestione delle esposizioni permanenti si rileva un’attività molto
     diffusa e intensa per l’allestimento di esposizione temporanee: il 43,7% dei musei le ha
     organizzate nel corso del 2017. Un maggiore spirito d’iniziativa connota soprattutto gli istituti di
     medie dimensioni (il 55% di quelli tra 1.000 e 10 mila visitatori l’anno), quelli che espongono opere
     e beni d’arte moderna e contemporanea (65,5%) e i musei di arte antica e classica (55,5%).
     Anche i parchi archeologici propongono esposizioni temporanee (19% dal 16% del 2015).

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In media ogni museo, area archeologica, complesso monumentale ha organizzato almeno quattro
     mostre ed esposizioni temporanee all’anno che, in totale, hanno registrato circa 18 milioni e 600
     mila ingressi. Il 48% si sono svolte in strutture di media dimensione, che hanno accolto circa 1,6
     milioni di pubblico.

     FIGURA 3. MUSEI E DEGLI ISTITUTI SIMILARI PER PRINCIPALI CARATTERISTICHE. Anno 2017, valori percentuali

                          Dispone di un servizio di biglietteria on line       9,9
                      Ha affittato dei locali e/o degli spazi per eventi
                                                                                     21,8
                                  o manifestazioni private
                   Dispone di proventi derivanti da servizi aggiuntivi                      29,9

                 E' dotato di un sistema per il conteggio dei visitatori                      34,2

                                           Ha svolto attività di ricerca                       36,0

                        Fa parte di reti o sistemi museali organizzati                               42,5

                       Ha svolto esposizioni e/o mostre temporanee                                    43,7
        Dispone di un account sui social media (Facebook, Youtube,
                                                                                                        48,0
                         Instagram, Twitter, etc.)
                                           Ha svolto attività educative                                        64,7

                                                 Si avvale di volontari                                         67,4

                                                                           0         25               50         75    100

     Se rispetto alla promozione di eventi si registra una grande vitalità, sul fronte tecnologico il settore
     sconta invece ancora un ritardo. Sono ancora pochi i musei e i luoghi della cultura italiani che
     sono in grado di utilizzare gli strumenti dell’informazione e della comunicazione digitale in tutte le
     loro potenzialità. Ad esempio, il 31,9% ha un sito web dedicato alla propria struttura ma solo una
     struttura su 10 consente l’acquisto dei biglietti online. Ciò nonostante, sta crescendo la familiarità
     dei musei con le community virtuali: il 48% degli istituti compare su almeno uno dei principali
     social media (40% nel 2015).
     Le strutture più propense all’uso di piattaforme sociali per comunicare con il pubblico sono quelle
     di medie dimensioni (gli istituti da 1.000 a 10 mila visitatori l’anno che frequentano i social sono
     infatti il 60%), anche se sono soprattutto le strutture con più di 10 mila visitatori a offrire un
     servizio aggiuntivo, offrendo la possibilità di acquistare il biglietto di accesso al museo sul sito web
     (il 7,4% dei musei di media grandezza contro il 27,6% dei grandi musei).

     Strutture aperte tutto l’anno e visita gratuita nella gran parte dei casi
     La quasi totalità delle strutture censite (80,5%) offre al pubblico un’apertura con orario prestabilito,
     in media di cinque giorni a settimana mentre il 70,9% consente l’accesso su richiesta.
     In generale, le strutture espositive censite sono in grado di garantire l’accesso al pubblico con
     continuità: il 70% delle strutture è stato aperto ai visitatori tutto l’anno, il 15,3% solo in alcuni mesi.
     Gli istituti che nel 2017 hanno aperto la propria struttura esclusivamente in occasione di eventi
     particolari (festa del patrono, settimana della cultura, ecc.) sono soltanto il 4,7%.
     Nonostante la riduzione di investimenti e risorse finanziarie e umane, il 63,7% degli istituti è stato
     aperto almeno 24 ore settimanali, compreso il sabato o la domenica, sette su dieci almeno cento
     giorni l’anno, ovvero almeno un’intera stagione.

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FIGURA 4. MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER TIPOLOGIA DI BIGLIETTO D’ENTRATA.
                          Anno 2017, valori percentuali

                                                                55,3

                                        46,1

                                                                                                                                        31,2
                                                                                        24,8

                                                                                                                11,2

                                   A pagamento                Gratuito        Cumulativo e/o integrato   Abbonamento o una      Nessun biglietto (né a
                                                                                                            carta museo        pagamento, né gratuito)

                          La maggior parte delle strutture (34,4%) consente la visita con ingresso sia gratuito sia a
                          pagamento. Quelle accessibili soltanto a pagamento sono invece il 13,5% del totale mentre oltre
                          una su cinque (20,8%) prevede l’accesso esclusivamente a titolo gratuito. Il 23% infine non
                          emette alcun tipo di biglietto.
                          La modalità di accesso esclusivamente a pagamento è praticata soprattutto da parte delle
                          strutture di grandi dimensioni (che nel 2017 hanno avuto più di 10 mila visitatori l’anno), dai
                          gestori di monumenti e complessi monumentali (ad esempio: castelli e architetture fortificate), da
                          strutture a titolarità privata, per lo più di proprietà di fondazioni o privati cittadini.
                          L’11,2% dei musei offre poi la possibilità di ingresso con forme di abbonamento o carte museo. Gli
                          istituti che puntano su queste iniziative di fidelizzazione del pubblico attraggono il 33,4% dei
                          visitatori e sono soprattutto i monumenti e i complessi monumentali e le strutture del Nord-ovest.
                          La formula del biglietto cumulativo che consente l’accesso a più strutture espositive è ancora più
                          diffusa ed è proposta da quasi un museo su quattro (24,8%); è frequente soprattutto presso gli
                          istituti delle Marche e della Sardegna, oltre che in aree e parchi archeologici. Tale modalità di
                          accesso sembra incontrare l’apprezzamento da parte del pubblico, dal momento che tre visitatori
                          su dieci hanno acquistato un biglietto integrato per visitare più istituti (Figura 4).

                          Un patrimonio per lo più pubblico
                          In quasi due terzi dei casi (63,1%) il patrimonio museale italiano è pubblico. Ben 2.067 istituti, pari
                          al 42%, dipendono dai Comuni, solo 478 (pari al 9%) dal Ministero dei beni e il 3% dalla scuola o
                          dalle università pubbliche (Figura 5).
                                                                                                                        8
                          Tra gli istituti privati, il 12% fa capo a enti ecclesiastici e religiosi , il 9% ad associazioni
                          riconosciute, il 5,3% a fondazioni mentre nel 4% dei casi si tratta di privati cittadini.
                          Il settore museale italiano mobilita complessivamente circa 38,300 operatori tra dipendenti,
                          collaboratori esterni e volontari, in media uno ogni 3.106 visitatori (nel 2015 erano invece 45 mila
                          operatori, uno ogni 2.400 visitatori). Gli addetti del museo sono nove per struttura (21 negli istituti
                          pubblici). Il 23,5% ha un unico soggetto che si occupa e gestisce la struttura e/o è una struttura a
                          conduzione familiare.

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      I dati relativi a 121 istituti appartenenti ad enti ecclesiastici sono stati forniti direttamente dalla CEI – Ufficio Nazionale per i Beni Culturali
    Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto, che li raccoglie nell’ambito delle proprie attività istituzionali di monitoraggio.

                |9
FIGURA 5. MUSEI E ISTITUTI SIMILARI PER SOGGETTO TITOLARE.
       Anno 2017, valori percentuali

       L’attività delle istituzioni culturali vede un largo impiego di volontari, sono circa 11 mila, in media
       tre per istituto. Nella maggior parte dei casi tali figure sono presenti nelle strutture del Nord, nei
       musei che raccolgono fino a 10 mila visitatori, nelle strutture gestite da associazioni, enti privati o
       enti ecclesiastici. Tra gli addetti figurano inoltre circa 1.400 operatori del Servizio civile nazionale,
       concentrati soprattutto nei grandi musei non statali.
       Tracciando un quadro delle figure professionali su cui si basa l’attività museale, si rileva che solo
       nel 40,4% dei casi risulta presente un direttore, nel 40,3% un Assistente alla Fruizione,
       Accoglienza e Vigilanza (AFAV), nel 37,4% un addetto ai servizi didattici ed educativi, nel 36,1%
       un responsabile tecnico della sicurezza e nel 35,4% un addetto/responsabile amministrativo o
       contabile. Questi dati indicano l’esigenza e l’opportunità di professionalizzare un settore
       ampiamente sostenuto dall’iniziativa volontaristica e spontanea di personale non sempre
       adeguatamente qualificato.

       Finanziamenti in crescita ma non per le piccole strutture
       Cresce il numero dei musei che fruisce di contributi e finanziamenti pubblici - nel 2017 sono il
       41,3% dal 32,1% nel 2015 - e di sovvenzioni private (il 24,1% dal 18,5%).
       Tuttavia, se si considera il numero di visitatori, le strutture che hanno registrato meno di 1.000
       ingressi riescono a beneficiare del sostegno finanziario pubblico solo nel 27,4% dei casi, contro il
       60,3% dei musei che accolgono tra 100 mila e 500 mila visitatori. Tra le strutture con più di 1.000
       e meno di 10 mila visitatori l’anno (il 36% del totale degli istituti), il 28,7% si avvale di
       finanziamenti privati (sponsorizzazioni, contributi di fondazioni, donazioni, Art Bonus, ecc.) mentre
       il 33,5% riesce a realizzare proventi attraverso servizi aggiuntivi, bookshop, prestiti di opere, affitti,
       concessioni e royalty, che invece confluiscono nei bilanci della quasi totalità degli istituti con più di
       500 mila ingressi (86%).
       Anche i finanziamenti privati favoriscono le grandi strutture: ne beneficia infatti la metà di quelle
       con un flusso di utenti compreso tra i 100 mila e i 500 mila visitatori.

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Glossario

       Addetto (del museo/istituto). Persona che ha un rapporto lavorativo direttamente con il
       museo/istituto, anche se utilizzata in modo non continuativo e/o a tempo parziale. Sono comprese
       le persone che, oltre a lavorare per il museo/istituto, svolgono anche altre attività o funzioni,
       eventualmente presso altri uffici dell’amministrazione di appartenenza o altri enti e/o istituti,
       purché impiegate in via prevalente per il museo/istituto.
       Altri proventi. Tutti gli eventuali introiti realizzati dal museo/istituto attraverso lo svolgimento di
       attività e l’erogazione di servizi. Sono comprese le eventuali somme pagate dal pubblico per
       servizi accessori (es.: bar, bookshop, merchandising, didattica, ristorante, guardaroba, ecc.), al
       lordo delle imposte e delle quote spettanti ai concessionari del servizio, nonché le entrate per
       sfruttamento di marchi, diritti di autore e riproduzione, concessioni, ecc..
       Architettura civile di interesse storico o artistico. Si intendono, ad esempio, mulini, masi, case
       agricole, ponti, ecc.. Sono esclusi i manufatti di età antica (vedi “Manufatto archeologico”).
       Architettura fortificata o militare. Si intendono, ad esempio, un castello fortificato, torri, mura,
       arsenali, ecc..
       Area archeologica. Sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o
       strutture preistorici o di età antica (d.lgs. 42/2004, art. 101).
       Atto costitutivo. Atto giuridico (sia esso un atto pubblico o una scrittura privata) che sancisce e
       documenta formalmente l’istituzione del museo/istituto, indicandone la denominazione, la titolarità
       e l’attività.
       Beni e/o collezioni permanenti. Beni e/o collezioni a disposizione del museo/istituto in modo
       permanente, per finalità di conservazione e/o esposizione, in quanto di proprietà e/o in prestito a
       lungo termine e/o in concessione d'uso. Sono compresi sia i beni mobili sia quelli immobili. Ai fini
       dell’indagine sì considerano tali anche le aree archeologiche, i monumenti o altre strutture
       espositive similari (es.: edificio d'interesse storico-artistico, manufatto archeologico o edilizio), che
       costituiscono di per sé l’oggetto “permanente” della visita, anche qualora non contengano beni e/o
       collezioni mobili esposte o queste siano marginali ai fini della fruizione.
       Biglietto cumulativo. Biglietto o altro titolo che dà il diritto di accesso a più musei o istituti similari
       appartenenti allo stesso circuito (territoriale o tematico).
       Biglietto singolo gratuito. Biglietto o altro titolo non a pagamento che dà il diritto di accesso al
       museo/istituto per la visita.
       Bilancio autonomo. Strumento contabile, riferito in modo specifico all’esercizio del
       museo/istituto, che ne descrive entrate e uscite per categorie, capitoli e/o voci di spesa,
       consentendo un rendiconto finanziario dei risultati di gestione. Pertanto rispondere “Sì” qualora il
       museo/istituto disponga di un proprio bilancio, distinto da quello dell’ente, istituzione o impresa di
       appartenenza (es.: Regione, Provincia, Comune, Università o altra istituzione o impresa al quale il
       museo/istituto eventualmente appartenga) o di uno specifico capitolo di spesa dedicato.
       Carta dei servizi. Documento che, al fine di garantire un rapporto trasparente con il pubblico,
       descrive agli utenti gli standard delle prestazioni fornite e dei servizi offerti, specificando gli
       impegni assunti dal museo/istituto per assicurare la qualità del servizio, i comportamenti adottati
       nel caso in cui gli impegni non vengano rispettati, le forme di tutela dei diritti degli utenti, le
       modalità del reclamo, ecc..
       Complesso monumentale. Insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati anche in
       epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, un’autonoma rilevanza artistica,
       storica o etno-antropologica (d.lgs. 42/2004, art. 101).
       Esposizioni temporanee. Esposizioni di beni e collezioni, quali mostre, rassegne e altri
       allestimenti, organizzate per un periodo di tempo limitato. I beni e le opere di una collezione
       permanente di un museo possono essere prestati ad altri musei o istituti similari per l’allestimento
       di mostre e esposizioni temporanee o rassegne periodiche.
       Finanziamenti privati. Comprende le sponsorizzazioni, i contributi da fondazioni ex bancarie, le
       erogazioni liberali, le donazioni, i lasciti e le quote sociali.

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Istituto che si occupa di attività non prettamente espositive. Istituti quali i planetari, gli
       osservatori astronomici, i centri scientifici e culturali, le biblioteche e le fondazioni.
       Istituto che svolge prevalentemente attività commerciali. Enti, istituzioni o iniziative legate
       all’arte e alla cultura ma la cui attività ha carattere commerciale, come le gallerie d’arte.
       Luogo o istituto non destinato alla pubblica fruizione. Spazio o struttura non visitabile dal
       pubblico e accessibile solo ad uso privato e/o a personale autorizzato (es. un luogo che ospita
       una collezione privata non accessibile al pubblico).
       Luogo o istituto privo di modalità organizzate di fruizione. Luoghi o istituti quali chiese o
       monumenti non musealizzati, ecomuseo, musei diffusi, ecc..
       Manufatto archeologico. Si intende, ad esempio, un anfiteatro, un obelisco, un acquedotto, ecc..
       Manufatto di archeologia industriale. Si intendono, ad esempio, fabbriche, fornaci, impianti
       industriali, ecc..
       Monumento. Opera architettonica o scultorea o un’area di particolare interesse dal punto di vista
       artistico, storico, etnologico e/o antropologico (Unesco), la cui visita sia organizzata e
       regolamentata secondo determinate modalità di accesso e fruizione. Può essere di carattere
       civile, religioso, funerario, difensivo, infrastrutturale e di servizio, nonché naturale.
       Mostre e/o esposizioni temporanee. Allestimenti e manifestazioni organizzate per un periodo di
       tempo limitato, anche da parte di e/o all’interno di strutture che svolgono attività espositiva in
       modo continuativo.
       Museo. Struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per
       finalità di studio, educazione e diletto (cfr. Codice dei beni culturali, d.lgs. 42/2004, art. 101 e D.M.
       23.12.2014). La modalità comprende, oltre ai musei, istituti assimilabili quali: pinacoteche, gallerie
       d’arte senza scopo di lucro, raccolte, collezioni, antiquaria, tesori, istituti destinati alla
       conservazione e alla esposizione dipendenti da una biblioteca o un centro archivistico, contenitori
       museali, ecc..
       Museo di archeologia. Raccolte e collezioni di oggetti, manufatti e reperti materiali provenienti da
       scavi o ritrovamenti, databili fino al periodo tardo medievale incluso, aventi valore di testimonianza
       delle civiltà antiche, comprese quelle extra-europee. Sono inclusi i musei di paletnologia e di
       archeologia preistorica e proto-storica.
       Museo di arte (dal medioevo, a tutto l’800). Raccolte di opere e collezioni di interesse e valore
       artistico (esclusi i reperti archeologici, provenienti da scavi), databili dal V secolo d.C. alla fine
       dell’800. Sono compresi i musei di arte orientale e mediorientale e quelli di arte sacra.
       Museo di arte moderna e contemporanea (dal ‘900 ai giorni nostri). Raccolte di opere e
       collezioni la cui esecuzione sia datata dal ’900 ai giorni nostri. Può comprendere, altresì, opere di
       videoarte, pittura, fotografia, scultura, arte digitale, disegno, installazioni e altre realizzazioni di
       arte post-moderna, concettuale, pop, minimalista, informale, performance art, transavanguardia,
       ecc..
       Museo di religione e culto. Raccolte e collezioni di oggetti devozionali e/o di uso liturgico,
       dedicati al culto, all’arredo delle chiese, ai luoghi di sepoltura, ecc..
       Museo di etnografia e antropologia. Raccolte di materiali relativi alle culture e alle
       caratteristiche delle diverse popolazioni, comprese le documentazioni di testimonianze orali e di
       eventi o rituali. Sono compresi i musei agricoli e di artigianato per i quali l’interesse etnologico
       prevale su quello tecnologico e/o artistico, nonché i musei territoriali con raccolte di materiali e
       testimonianze relativi ad un particolare territorio.
       Museo di scienza e tecnica. Raccolte di macchine, strumenti, modelli e i relativi progetti e
       disegni. Sono compresi i musei tecnico-industriali.
       Museo di storia. Raccolte e collezioni di oggetti legati ad eventi storici. Sono comprese le case
       museo di personaggi illustri.
       Museo di storia naturale e scienze naturali. Raccolte e collezioni di specie animali e vegetali
       non viventi, minerali o fossili, organizzate per l’esposizione al pubblico. Sono esclusi gli istituti che
       conservano e espongono esclusivamente esemplari viventi animali o vegetali (ad esempio: orti
       botanici, giardini zoologici, acquari, riserve naturali, vivaria, ecoparchi, ecc.).

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Museo industriale e/o d’impresa. Museo che ha il compito di conservare e diffondere il
       patrimonio di tecnica e di arte, nonché le testimonianze della memoria storica e dell’identità di
       un’azienda.
       Museo tematico e/o specializzato. Raccolte monotematiche di materiali che riguardano in modo
       specifico un tema e/o un soggetto particolare non compreso nelle altre categorie (ad esempio, le
       raccolte di oggetti insoliti e/o di curiosità).
       Non statale (museo/istituto). Istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della
       società e del suo sviluppo, di cui sono responsabili soggetti pubblici diversi dal Ministero dei beni
       e delle attività culturali e del turismo o soggetti privati (profit e no profit). E’ aperta al pubblico e
       compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo
       ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio,
       educazione e diletto.
       Parco archeologico. Ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e
       dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto
       (d.lgs. 42/2004, art. 101).
       Privato (titolare/gestore). Soggetto dotato di personalità giuridica, costituito con atto di natura
       privatistica e disciplinato dal diritto privato.
       Pubblico (titolare/gestore). Soggetto dotato di personalità giuridica, costituito per legge e
       sottoposto a disciplina di diritto pubblico.
       Sistema museale organizzato. Insieme di musei e/o istituti assimilabili anche di diversa natura,
       condizione giuridica e/o denominazione che, sulla base di un atto costitutivo o un documento
       negoziale, sono tra loro collegati ai fini di un coordinamento funzionale e/o gestionale, e – sulla
       base di un progetto comune riferito al territorio o a un tema aggregante – condividono risorse
       umane, tecnologiche e/o finanziarie o fruiscono di servizi comuni, al fine di ottenere economie di
       scala o di scopo.
       Fatta salva l’autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituiti e della loro programmazione in
       materia di conservazione e di ricerca, tale sistema può configurarsi come soggetto giuridico
       distinto e autonomo rispetto ai singoli musei o istituiti che ne fanno parte; può identificarsi con una
       propria denominazione, nonché avere una propria direzione e un centro organizzativo comune.
       Statale (museo/istituto). Istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e
       del suo sviluppo, di cui è titolare il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. E’
       aperta al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali
       dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone
       a fini di studio, educazione e diletto. La riorganizzazione del Ministero e delle Soprintendenze
       (DPCM 29.08.2014, n. 171) riconosce il museo come Istituto dotato di una propria identità, di un
       proprio bilancio e di un proprio statuto.
       Tipologia principale (dei beni e/o delle collezioni conservati). Quella considerata più rilevante
       ai fini delle attività di fruizione da parte del pubblico e che caratterizza maggiormente il
       museo/istituto.
       Titolare. Soggetto che ha la responsabilità giuridico-amministrativa del museo/istituto. Se i beni
       e/o le collezioni sono stati conferiti in prestito a lungo termine o in concessione d’uso, ci si riferisce
       al detentore (che li ha ricevuti in deposito) e non al proprietario.
       Unità di analisi. La singola istituzione museale con funzioni espositive e accessibile al pubblico,
       anche se chiusa temporaneamente. Si considerano come appartenenti alla stessa unità di analisi
       tutte le eventuali parti espositive che la compongono e che ne costituiscono parte integrante in
       termini organizzativi, amministrativi e gestionali (es. sezioni o dipartimenti di uno stesso museo
       universitario, distinte per denominazione, natura delle collezioni e/o ubicazione).
       Unità eleggibile. Museo o altro luogo espositivo a carattere museale che acquisisce, conserva,
       ordina ed espone al pubblico beni e/o collezioni di interesse culturale. Ai fini dell’indagine, sono
       compresi: le aree e i parchi archeologici, i monumenti, i complessi monumentali e altre strutture
       espositive permanenti destinate alla pubblica fruizione, la cui visita sia organizzata e
       regolamentata secondo determinate modalità di accesso e fruizione. Sono esclusi: gli istituti che
       espongono esclusivamente esemplari viventi animali o vegetali (ad esempio: orti botanici, giardini
       zoologici, acquari, riserve naturali, ecoparchi eccetera), gli istituti che organizzano esclusivamente
       esposizioni temporanee e/o mostre non permanenti, nonché le gallerie a scopo commerciale e
       altri istituti non destinati alla pubblica fruizione.

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Unità ineleggibile. Sito che, pur contenendo beni e/o collezioni di interesse culturale, artistico,
       storico e/o naturalistico, non ha i requisiti che identificano i musei e gli istituti a carattere museale,
       ovvero essere una struttura permanente, aperta al pubblico e dotata di forme organizzate per la
       fruizione. Sono inclusi in questa categoria e pertanto non oggetto d’indagine: le chiese e i
       monumenti non musealizzati, gli ecomusei, i musei diffusi, gli osservatori astronomici e i planetari,
       i luoghi/istituti che espongono esclusivamente esemplari viventi animali o vegetali (orti botanici,
       giardini zoologici, acquari, riserve naturali, ecoparchi, ecc.), nonché quelli che organizzano solo
       esposizioni e/o mostre temporanee e quelli che si occupano di attività non prettamente espositive
       (centri scientifici e culturali, biblioteche, gallerie commerciali, fondazioni, ecc.).
       Visitatore. La persona che ha accesso a un museo o a un istituto museale per la fruizione dei
       beni e delle collezioni in esso esposte nonché di eventuali mostre e esposizioni temporanee in
       esso organizzate, sia previa acquisizione di un biglietto o un altro titolo (a pagamento o gratuito,
       singolo o cumulativo) che dà il diritto di accesso, sia nel caso di ingresso completamente libero,
       cioè per il quale non è previsto il rilascio di alcun titolo di ingresso né alcuna forma di registrazione
       o rilevamento sistematico degli ingressi.
       Il visitatore è definito in relazione alla singola attività di accesso e visita di ciascun museo o istituto
       similare. Il numero di visitatori di un museo o istituto similare corrisponde al numero di ingressi
       effettuati per la visita di quel museo o istituto similare, e non al numero di persone fisiche che vi
       hanno avuto accesso, né al numero di biglietti emessi. La stessa persona che abbia accesso a un
       museo o un istituto similare composto da più parti espositive che si configurano come parti
       integranti dello stesso istituto, si intende come un unico visitatore. Il numero di visitatori di un
       museo o istituto similare comprende il numero di ingressi alla sede principale e a tutte le eventuali
       sedi distaccate. La stessa persona che abbia accesso a più musei o istituti similari appartenenti
       allo stesso circuito o sistema organizzato – eventualmente tramite un biglietto cumulativo o
       integrato - corrisponde a tanti visitatori quanti sono gli accessi effettuati in ciascun museo o istituto
       museale. Il numero di visitatori di un museo o istituto similare comprende sia i visitatori con
       biglietto singolo, sia quelli con biglietto cumulativo, anche se acquistato presso altri istituti.
       Visitatore non pagante. Persona che ha visitato un museo o un istituto museale a titolo gratuito,
       con o senza biglietto (come nel caso di libero accesso). Sono compresi i visitatori che hanno
       lasciato un’offerta libera.
       Visitatore pagante. Persona che ha visitato un museo o un istituto museale acquistando un
       biglietto singolo, o un biglietto cumulativo, anche se presso una struttura diversa da quella visitata.

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Nota metodologica
                          L’indagine statistica sui musei e sugli istituti similari è stata effettuata dall’Istat in stretta
                          collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) e le Regioni
                          e le Province autonome, sulla base di un Protocollo d’intesa - approvato in sede di Conferenza
                          Stato-Regioni – sottoscritto nel dicembre 2017 per una durata quadriennale – e finalizzato alla
                          costruzione di un sistema informativo nazionale sui musei italiani e le istituzioni similari.
                          La rilevazione a carattere totale è stata effettuata attraverso la compilazione online di questionari
                          in formato elettronico da parte dei responsabili di ciascuna unità in elenco ed ha interessato tutti
                          gli istituti, sia statali sia non statali, di diversa tipologia e dimensione, aperti al pubblico con
                          modalità di fruizione regolamentata.
                          Il Ministero (per i musei di cui è titolare) e le Regioni firmatarie dell’accordo (per i musei locali e
                          d’interesse locale), oltre a condividere la progettazione del questionario e del sistema informativo,
                          hanno ricoperto un ruolo operativo in qualità di organi intermedi di rilevazione, assicurando il
                          coordinamento e il controllo della rilevazione attraverso le rispettive strutture, competenti sul piano
                          culturale (assessorati e uffici per i beni culturali) e statistico (uffici di statistica regionali).
                          Il campo dell’indagine riguarda le caratteristiche strutturali delle istituzioni museali, la tipologia dei
                          beni conservati ed esposti, la proprietà, il personale impiegato, le attività culturali ed i servizi per il
                          pubblico, il numero dei visitatori, le forme di organizzazione e le attività svolte.
                          I dati raccolti, oltre ad essere diffusi in forma aggregata dall’Istat, sono resi consultabili e
                          scaricabili con estremo dettaglio informativo attraverso il Sistema informativo integrato,
                          appositamente progettato e sviluppato con la collaborazione Istat-MiBACT-Regioni ed esposto sul
                          sito ufficiale del Ministero all’indirizzo http://imuseiitaliani.beniculturali.it/. Il Sistema offre la
                          possibilità di interrogazione e ricerca dei dati per chiave tematica e territoriale ed è in grado di
                          restituire informazioni fino al dettaglio della singola unità statistica. L’insieme delle informazioni
                          raccolte costituiscono un bagaglio prezioso di conoscenza al servizio delle amministrazioni, dei
                          ricercatori, dei cittadini.

                          La definizione dell’oggetto di indagine
                          Il disegno della rilevazione è stato definito assumendo come riferimento le precedenti edizioni
                          dell’indagine statistica sui musei e sulle istituzioni similari, condotte nel 2012 e nel 2016, e
                          tenendo conto delle indicazioni tecniche e metodologiche proposte dai gruppi di lavoro
                          internazionali costituiti presso l’Eurostat per lo sviluppo delle statistiche culturali e in particolare sui
                          musei.
                                                              9
                          In particolare il Gruppo europeo per le statistiche sui musei, che riunisce 27 paesi, quasi tutti
                          appartenenti all’UE, assume come oggetto di riferimento gli istituti museali individuandoli a partire
                          dalla definizione dell’ International Council of Museums (ICOM), secondo la quale il museo è
                          “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È
                          aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali
                          dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone
                          a fini di studio, educazione e diletto”.
                          Per gli istituti statali, si è fatto riferimento alla definizione proposta dal Testo unico delle
                          disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, il quale identifica il “museo” come
                          una “struttura comunque denominata, organizzata per la conservazione, la valorizzazione e
                                                                                10
                          fruizione pubblica di raccolte di beni culturali” , nonché alla definizione del Codice dei beni
                                                       11
                          culturali e del paesaggio aggiornata al 2008, che identifica i musei come “strutture permanenti
                          che acquisiscono, catalogano, conservano, ordinano ed espongono beni culturali per finalità di
                          educazione e di studio” e li annovera, insieme alle aree archeologiche, ai parchi archeologici ed ai
                          complessi monumentali tra gli “istituti e luoghi della cultura”, precisando come essi siano “destinati
                          alla pubblica fruizione ed espletino un servizio pubblico” se appartenenti a soggetti pubblici, e “un
                          servizio privato di utilità sociale”, nel caso di strutture espositive aperte al pubblico appartenenti a
                          soggetti privati.

9
     The European Group on Museum Statistics (Egmus); http://www.egmus.eu.
10
     Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 99.
11
     Decreto legislativo. n. 42 del 2004, art. 101.

                 | 15
A partire da tali indicazioni tecniche e normative, ai fini dell’indagine è stata considerata eleggibile
                            ogni struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di
                            studio, educazione e diletto, che fosse aperta al pubblico nel 2017 e dotata di percorsi di visita e
                            servizi di fruizione per il pubblico.
                            Più nello specifico, ai fini dell’indagine si definisce come “museo/istituto statale”: “una istituzione
                            permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui è
                            responsabile il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact); è aperta al
                            pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e
                            del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio,
                                                  12
                            educazione e diletto” .
                            Si intende invece per “museo/istituto non statale”: “una istituzione permanente, senza scopo di
                            lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, di cui sono responsabili soggetti pubblici diversi
                            dal Mibact o soggetti privati (profit e no profit). E’ aperta al pubblico e compie ricerche che
                            riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce,
                            le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”.

                            Un’indagine partecipata
                            Tra Maggio e Luglio 2018 l’Istat ha condotto un’indagine a carattere censuario, con la
                            somministrazione a 5.717 musei (5.199 non statali e 518 statali) di un questionario online.
                            La rilevazione è stata realizzata dall’Istat anche in base alla nuova convenzione stipulata tra Istat
                            e l’Autorità di Gestione del PON “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”, relativa
                            all’attuazione del Progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di
                            coesione 2014-2020”, che vede nel ruolo di soggetti proponenti l’Istat e il Dipartimento per le
                            Politiche di Coesione (DPCoe) Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Coesione
                            Territoriale (ACT), e nella cornice del “Protocollo d’intesa per lo sviluppo del sistema informativo
                            integrato su istituti e luoghi di cultura”, siglato dall’Istat, il Mibac, le Regioni e le Province
                            autonome di Trento e di Bolzano, rinnovato a dicembre del 2017. L’obiettivo principale è di
                            mettere a disposizione del decisore pubblico e degli operatori del settore un’informazione
                            statistica di qualità per la programmazione, monitoraggio e valutazione nel campo delle politiche
                            culturali, e più in generale delle politiche di coesione, attraverso una rilevazione sistematica a
                            carattere annuale.
                            Sul piano operativo, la rilevazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra le parti
                            coinvolte nel Protocollo, sulla base di definizioni, metodologie e procedure condivise.
                            La rilevazione ha avuto il sostegno di tutte le Parti e il contributo diretto di alcune Regioni e
                            Province autonome, che hanno operato come organi intermedi di rilevazione.
                            Hanno aderito al Protocollo d’intesa ed hanno collaborato all’indagine in qualità di Organi
                            intermedi di rilevazione: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e
                            Bolzano, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Calabria, Puglia,
                            Sicilia e Sardegna.
                            In particolare l'ufficio di statistica della Provincia autonoma di Bolzano (Astat) e l'Ufficio nazionale
                            per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (BCE-CEI),
                            hanno fornito i dati statistici dei musei e delle istituzioni similari raccolti attraverso le loro
                            rilevazioni annuali. In totale l'ufficio dell'Astat ha fornito informazioni relative a 117 tra musei istituti
                            similari mentre l'ufficio della CEI 121 strutture.
                            Alla fine della rilevazione, le unità risultate non eleggibili sono state 395.
                            Di esse, 155 istituti, (pari al 39,4% delle unità non eleggibili e al 2,7% del totale delle unità in
                            elenco) è rappresentata da istituti irreperibili o non rispondenti; seguono 240 strutture (il 60,6%
                            delle unità non eleggibili) prive dei requisiti adottati per definire l’appartenenza all’universo oggetto
                            di rilevazione (ad esempio, istituti non aperti alla pubblica fruizione o non musealizzati, ecc.).
                            Tra le unità risultate eleggibili (5.322 rispondenti totali) una quota consistente è costituita da
                            strutture che nel 2017 sono risultate non aperte al pubblico: 433 pari al 7,6% del totale delle unità
                            presenti nella lista iniziale. Di queste la metà sono rimaste chiuse a causa di ristrutturazione e
                            restauro, in seguito al sisma degli anni 2016-17 o per inagibilità. Il 20,1% corrisponde a istituti

12
     Cfr. D.M 23.12.2014, art. 1.

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