I GIORNI E LE OPERE 45 - MEMORIE PER GLI AMICI DEL MUSEO - Fondazione Vincenzo Agnesi
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
I D D ION A AN U EL IO IZ LL I B ” O M D SE EM E DE E EN EL E TI N O D C R II “P X X SOMMARIO 3 Lettera della Direzione 4 L’Olio del Museo 7 Il filo della memoria 14 Alla scoperta della cultura della pasta e dei suoi mille gusti andando in giro per l’Italia 18 Rossa o bianca la carne è... 20 La serietà della fatuità 23 Le poesie di... 33 Bandi di concorso 2018/2019 44 Fototeca e archivio iconografico del Museo
Roma, 20 Giugno 2019 Carissimi Amici del Museo, in copertina un doveroso ed affettuoso omaggio al Maestro Nicola Sgrò, scom- parso da pochi mesi, amico carissimo, da sempre vicino a tutte le attività cul- turali del Museo. A Lui, direttore d’orchestra, giurista, uomo di immensa cultura, grande viva- cità intellettuale e gentilezza d’altri tempi, dedichiamo questo numero della Rivista anche pubblicando la seconda parte del Suo appassionato articolo che racconta la storia del Teatro Comunale Francesco Cilèa di Reggio Calabria. Ciao Nicola. Buona lettura La Direzione Avv. Giuseppe Giarmoleo Dott.ssa Amelia Giarmoleo VIA FLAMINIA, 141- angolo PIAZZALE DELLE BELLE ARTI - 00196 ROMA Tel. 06 6991119 / 6991120 FAX 06 6991109 E-mail: presidenza@museodellapasta.191.it www.museodellapasta.it 3
Per informazioni sulle condizioni di vendita dell’ OLIO DEL MUSEO ® : e-mail: oliodelmuseo@museodellapasta.it Tel. 06.6991119 - 06.6991120 4
Per informazioni sulle condizioni di vendita dell’ OLIO DEL MUSEO ® : e-mail: oliodelmuseo@museodellapasta.it Tel. 06.6991119 - 06.6991120 5
GLI AMICI DEL MUSEO CI SCRIVONO... ...E NOI PUBBLICHIAMO CORNUCOPIA CON PASTA (modello depositato nel nostro museo) 6
IL FILO DELLA MEMORIA IL Teatro Comunale F. Cilèa dal 1946 agli anni ‘70 (seconda parte) G li impegni scolastici mi costrinsero a trascurare le stagioni liriche degli anni ’50 che furono segnate da avveni- zione del capolavoro rossiniano va riferito un episodio che tenne banco in tutti i sa- lotti cittadini. Interprete di Rosina era la menti memorabili. bella cantante Anna Faraone, che si legò di Frequentavo la Scuola Media “Spanò Bo- affettuosa amicizia con un giovane e sim- lani” e, a causa della limitata disponibilità patico giornalista, Franco Cipriani, consi- dei locali, le lezioni si tenevano nel po- derato un eroe della cultura essendo riusci- meriggio. La mattina frequentavo il Liceo to a far trasmettere per radio le esecuzioni Musicale per cui la sera dovevo dedicarla del nostro Teatro. a fare i compiti. I due giovani si fidanzarono e si parlò a Mi confortava la possibilità di ascoltare, lungo, in tutta la città, del bellissimo anel- dalle scale dell’Istituto, quanto si poteva lo che Franco aveva messo al dito della sentire durante le prove. I miei compagni giovane. La vicenda non fu coronata dal del Liceo Musicale (Franco Corsaro – stu- classico “lieto fine”; ma avendo conosciu- diava il clarinetto ed il pianoforte; Lilia- to, stimato ed apprezzato come amico ge- na Chillè – dotata di una splendida voce neroso ed affettuoso, grande comunicato- di mezzosoprano; Peppe Agelao, Alberto re, persona di vasta e profonda cultura non Pignatelli, Antonio Papisca – studenti di soltanto musicale, il commendator Franco violino… per ricordarne solo alcuni) mi Cipriani, non credo che la vicenda abbia riferivano le prodezze canore di Mario Fi- lasciato, in lui e nella sua famiglia, qual- lippeschi e Tito Gobbi in Rigoletto; Mario che rimpianto. del Monaco e Boris Christoff in Bohème, Nel 1951 Maria Callas fu protagonista di Gino Bechi e Cesare Valletti acclamati in- Aida avendo al sua fianco il tenore Josè terpreti del Barbiere di Siviglia. Soler ed il baritono Antonio Manca-Serra, A proposito di questa indimenticabile edi- non ebbi la fortuna di assistere all’esecu- 7
zione dell’opera ma mi consolai guardan- A Messina ebbi la fortuna di farmi “adot- do le splendide foto di scena che il foto- tare”, oltre che dal Maestro Contilli, dal grafo Edmondo Mavilla esponeva nella grande giurista e musicologo Salvatore bacheca del suo studio su corso Garibaldi, Pugliatti, Rettore dell’Università che, in- vicino al Teatro. segnando Storia della Musica nella Facol- Nel corso della stagione fu allestita l’Adriana tà di Lettere mi vedeva sempre accanto a Lecouvreur nell’anniversario della morte sé non soltanto in occasione dei concerti del Maestro, protagonista Maria Caniglia. domenicali (sedevo in sala accanto a lui L’esecuzione è stata trasmessa per radio ed al Maestro Contilli) ma anche nel corso e, mi riferiva il Comm. Paolo Montesa- delle lezioni-audizioni e degli esami (alle no che la celebre artista era molto felice belle studentesse faceva intendere che mi di interpretare un personaggio, a lei molto trovavo lì come suo…assistente!) e qual- caro, nella terra di origine del suo “creato- che anno dopo, conseguita nel 1955 la re”; quanto alla radio in diretta la grande maturità classica, sarei stato suo studente cantante diceva di sentirsi particolarmente nella Facoltà di Giurisprudenza, dove il impegnata in quanto “attraverso la radio Magnifico era da anni il prestigioso Mae- mi ascolta tutto il mondo”. Riferisco let- stro di Diritto Civile. teralmente quanto dettomi dall’indimen- Intanto, sul finire degli anni ’50, il Teatro ticabile straordinario imprenditore che, Comunale venne chiuso per il restauro ra- per decenni, insieme al fratello Francesco, dicale dell’assetto dei palchi e della sala tenne alto il livello delle manifestazioni e venne riaperto nel 1964 completamente teatrali nella nostra città. rinnovato anche negli impianti tecnici di Vi è un altro impedimento che non mi ha palcoscenico. consentito di seguire le stagioni liriche de- In quella stagione lirica si fece apprezzare gli anni ’50. Cominciando a frequentare la come interprete di Pinkerton in Butterfly IV ginnasiale l’impegno scolastico si spo- un giovane tenore: Luciano Pavarotti. Le stava nella mattinata. opere in cartellone, oltre Madama Butter- Ed allora seguii il consiglio di Alberto Pi- fly, La Bohème e Il trovatore. Nel febbraio gnatelli che l’anno precedente si era tra- del 1964 ero stato a Milano a dirigere un sferito come studente di violino all’Istitu- concerto sinfonico nell’ Auditorium del to Musicale Pareggiato Arcangelo Corelli Conservatorio che veniva utilizzato dalla di Messina. RaiTv per i concerti pubblici ; in program- Cominciai così a viaggiare sulle navi tra- ma l’Ouverture Egmont di Beethoven e la ghetto per sei giorni la settimana (la do- 2° Sinfonia di Brahms. menica pomeriggio si tenevano i concerti Gli appassionati del teatro lirico, tra i quali della Filarmonica Laudamo nel salone del l’ingegner Menichini (grande ammiratore Teatro Vittorio Emanuele dove aveva sede di Pavarotti) mi chiedevano di dedicarmi l’Istituto) per seguire le lezioni di Compo- anche alla direzione di opere liriche ma, sizioni del prestigioso Maestro Gino Con- considerando la complessità dell’impegno, tilli (Roma 1097- Genova 1977) direttore mi sono giustificato con la necessità di dell’ Istituto. approfondire la mia esperienza nel setto- 8
re sinfonico prima di affrontare i problemi te” e che poteva aver abbreviato a guisa di (anche organizzativi) del palcoscenico. “nome d’arte”. Seguii più da vicino la stagione lirica del Chiesi notizie sulle prove e mi recai in te- 1965 che vide sul palcoscenico del Cilèa atro dove avevo la certezza di incontrare gli allestimenti di Tosca, Cavalleria Rusti- la persona che a Salisburgo, dopo la pro- cana – Pagliacci, e Il barbiere di Siviglia. va sul podio che serviva alla commissione Promossa dal Comune con la collabora- per saggiare a fondo le nostre qualità pro- zione della gestione del Teatro (la SAR fessionali e dividere gli “studenti” effettivi dei Fratelli Montesano e dell’ing. Meni- in due gruppi (gruppo A, i più…maturi; chini) la stagione lirica era affidata, sotto gruppo B, quelli che avevano da colmare il profilo artistico-organizzativo alle cure qualche lacuna) e conosciuto l’esito posi- del comm. Fabio Ronchi. Un anziano si- tivo dell’esame (entrambi eravamo stati gnore di Este che in gioventù era stato ar- ammessi nel gruppo A) ebbe l’amabile le- tista lirico di un certo prestigio: baritono, altà e sincerità di dirmi che sul podio ave- aveva esordito come interprete wagneria- vo dimostrato di essere (riferisco letteral- no ed aveva cantato anche in ruoli di ope- mente) “il migliore di tutti noi”. re moderne e contemporanee tra le quali L’affettuosità di Tonino si spinse fino a vo- un’opera del Maestro cosentino Maurizio lermi presentare l’impresario della stagio- Quintieri. ne lirica commendator Fabio Ronchi per Scorrendo il manifesto della stagione lessi chiedergli di impegnarmi come direttore tra i maestri collaboratori il nome di Toni- d’orchestra nelle stagioni da lui organiz- no Pardo ed ebbi un sospetto. zate. Nel 1959, a Salisburgo, ammesso a segui- Approfittando delle pause pranzo insieme re il Master per direttori d’orchestra istitu- a Tonino ci recammo presso un ristorante, ito da Herbert von Karajan e reso celebre a due passi dal teatro, dove eravamo certi e prestigioso dalle lezioni speciali che il di incontrare il personaggio. grande Maestro dedicava ai giovani “col- Feci subito esperienza del suo carattere leghi”, incontrai , tra gli allievi effettivi, burbero: si rifiutò di stringermi la mano due italiani: il maestro Enrico Correggia perché, mi disse, se le era appena lavate di Torino ed un giovane siciliano di Trapa- per accingersi a pranzare; se ci tenevo po- ni, il maestro Antonino Pappalardo. tevo sedermi e mi avrebbe dato ascolto fin Con Enrico e Tonino, legati da sincera quando il cameriere non lo avrebbe servi- amicizia e dai comuni interessi culturali to. e professionali, abbiamo condiviso innu- Mi sottopose ad un interrogatorio serrato merevoli iniziative artistiche sulle quali si chiedendo dei miei studi e dell’esperienza potrebbero scrivere alcuni libri. che avessi fatto in teatro; alla mia rispo- Ma torniamo alla stagione lirica 1965. sta negativa fece una smorfia temperata, Leggendo il nome di Tonino Pardo pen- peraltro, dall’intervento di Tonino che, sai che poteva trattarsi del mio amico il garantendo sulle mie qualità musicali e di- cui cognome, avevo intuito a Salisburgo, rettoriali, si impegnava a mettermi al cor- egli stesso riteneva piuttosto “ingombran- rente delle procedure organizzative (prove 9
di sala, prove in palcoscenico, prove d’in- zione musicale che lo vedevano già docen- sieme, col coro, in costume, ecc.). Mentre te di Lettura della Partitura al Conservato- parlava ed ascoltava continuava a strofina- rio “Vincenzo Bellini” di Palermo e, da lì a re con il tovagliolo i bicchieri e le posate qualche anno, direttore del Conservatorio di cui si sarebbe servito durante il pranzo; Antonio Scontrino di Trapani. la qual cosa la dice lunga sulla meticolosi- La stagione 1966 fu preparata con partico- tà del personaggio che, quando si degnava lare cura. di accettare l’invito a pranzo a casa mia, Il comm. Ronchi si fiondò a Reggio e mi mia madre era sempre sulle spine temendo volle al suo fianco in tutti i momenti orga- di incorrere in qualche rimprovero. nizzativi. Fra i più faticosi : la stampa dei Era tale la franchezza di questa persona manifesti e dei programmi di sala. straordinaria che non esitava a esprimere La meticolosità, pignoleria, cura dei par- il suo pensiero con la massima sincerità di ticolari quasi maniacale del mio Mentore fronte a chicchessia. mettevano a dura prova la mia resistenza Volle ascoltare la registrazione del mio fisica; ma nulla poteva piegare il dinami- concerto radiofonico, e si sbilanciò a dir- smo dell’anziano (allora settantenne) che, mi che non sarebbe mancata l’occasione appassionato della bella musica e della sua per mettermi alla prova. professione, non risparmiava energie nel Nel corso dell’estate, in previsione delle volere sempre il meglio e ad ogni costo. manifestazioni per il Premio Ibico, venne Le opere in cartellone: Rigoletto (protagoni- in città e mi fece chiamare dall’avv. Calar- sta Piero Cappuccilli) Adriana Lecouvreur co, Presidente dell’Azienda di Soggiorno. (con Floriana Cavalli, molto amica, si di- Mi disse di aver preparato un progetto, nel ceva, del presidente Gronchi, quasi omoni- quale figurava il mio nome come direttore mo dell’impresario), La traviata, con una d’orchestra, per una serata di balletti clas- compagnia di giovani artisti: Nerina santi- sici da tenersi in occasione della consegna ni, Angelo Marchiandi, Franco Piva; il più dei premi, a condizione che il Ministero giovane dei collaboratori all’allestimento avesse dato i contributi. stava sul podio (28 anni). Aveva fatto stampare perfino i programmi L’esito delle due rappresentazioni fu entu- con il mio nome, ma, senza le sovvenzioni siasmante grazie alla fiducia, all’affetto ed ministeriali, non se ne fece nulla. all’entusiasmo dei concittadini. Qualche mese dopo ritornò per organizzare Fabio Ronchi seguiva le richieste di bi- la stagione lirica da tenersi a dicembre (fu glietti al botteghino e, non ancora conclu- poi rinviata a marzo dell’anno successivo) se le prove del debutto, venne ad annun- e, in varie occasioni, mi mise alla prova al ciarmi che si cominciavano a vendere i pianoforte e fece venire il maestro Pappa- biglietti per la replica in quanto la “prima” lardo perché mi informasse, in sua presen- segnava già il tutto esaurito. za, delle difficoltà artistico-organizzative Una vera sorpresa perché la stagione pre- dell’esecuzione musicale in teatro. cedente aveva registrato un insuccesso di Cosa che Tonino fece ben volentieri con pubblico: la replica di Cavalleria-Pagliacci competenza, affetto fraterno e la prepara- vide il teatro quasi vuoto e l’impresario 10
che, negli accordi di collaborazione con il Io stesso non mi proposi come diretto- Comune e con la SAR si era riservato l’in- re avendo capito che il provincialismo di casso a copertura delle spese di organizza- certi politici avrebbe considerato con per- zione, rischiò di non guadagnare nulla o, plessità la presenza di un giovane direttore peggio, di rimetterci una somma conside- “locale” (nemo propheta…) che avrebbe revole. potuto “sminuire” l’importanza delle ma- Nel corso delle prove avvenne un episodio nifestazioni. inconsueto. Il grande impresario chiese Ma, quasi a compensarmi di questa “delu- umilmente al giovane direttore di aiutarlo sione”, il comm. Ronchi mi invitò a diri- a realizzare un sogno. gere in occasione del Festival dell’ Opera E qui, l’appassionato della bella musica Italiana a Freiburg im Breisgau. sopraffece l’inflessibile organizzatore. In questa occasione la città appariva tap- Durante la lettura al pianoforte mi chiede- pezzata di manifesti tricolore che annun- va delucidazioni sul linguaggio gestuale ziavano l’evento. del direttore e mi confessò che aveva sem- Confesso che mi sentii orgoglioso di es- pre sognato di salire sul podio. Al che mi sere italiano in un Paese, la Germania, misi al pianoforte per istruirlo sul modo che in quel periodo era invaso dai nostri di “guidare” una esecuzione. Mi fu molto emigranti in cerca di lavoro. L’imponente grato ma ebbe grande ritegno nel chieder- richiesta di biglietti fece spostare la sede mi di sacrificare qualche momento delle delle rappresentazioni: dallo Stadthea- prove per… sostituirmi sul podio. ter capace di poco più di mille posti ,alla Sapeva bene che le prove non bastano mai Stadthalle che, costruita dal regime nazista e che il lavoro dei professori d’orchestra per le “adunate oceaniche”, poteva ospita- costa caro… ma si fece umile e mi chiese re oltre cinquemila spettatori. di ritagliargli il tempo necessario per diri- L’anno successivo (1967) fui impegna- gere il meraviglioso preludio del 3° atto di to nella concertazione e direzione di due Traviata. opere: Lucia di Lammermoor e l’Elisir Cosa che feci ben volentieri e l’esperi- d’amore. mento ebbe luogo tra gli applausi di quan- L’accoppiata dei due capolavori doni- ti erano presenti. L’orchestra seguiva la zettiani era un banco di prova temibile: gestualità (anarchica ma “espressiva”) mi impegnai a fondo per non deludere le dell’improvvisato direttore ma non per- aspettative che erano maturate nella sta- deva d’occhio il sottoscritto che, seduto gione precedente. in prima fila (dietro il podio) muoveva la Splendido il cast: Giuseppe Campora, mano quasi distrattamente. Anna Maccianti, Afro Poli, Salvatore Ca- All’inizio dell’estate, anche per il mio in- tania in Lucia, e gli stessi protagonisti, ol- tervento, il Comune di Palmi si avvalse tre Alfredo Colella- Dulcamara- in Elisir. della collaborazione di Ronchi per l’al- L’esecuzione di Lucia fu accolta con gran- lestimento di Adriana e l’Arlesiana nelle de entusiasmo malgrado che Giuseppe celebrazioni per il centenario della nascita Campora, provato da impegni stressan- di Cilèa. ti, denunziò qualche cedimento nel corso 11
dell’esecuzione. Montesano insieme all’ingegnere Meni- La schietta franchezza di Ronchi gli con- chini, che si associarono ai complimenti sigliò di rinunziare a cantare in Elisir e si degli appassionati reggini rimasti fino a dovette trovare un tenore che lo sostituisse. quell’ora tarda, e mi chiesero quali dispo- Ronchi si attaccò al telefono e, tra com- sizioni dovevano dare ai loro collaboratori prensibili difficoltà, si assicurò la presen- perché prelevassero i soldi necessari per la za di un giovane tenore spagnolo, Edoardo prova straordinaria. Gimenez. Ronchi si era allontanato; presi soltanto il Le prove si svolsero in assenza di uno tempo necessario per asciugarmi il sudore; dei protagonisti e per dare un significato chiesi al comm. Paolo di chiamare l’amico musicale all’esecuzione, specie nelle par- Fabio che sopraggiunse frettolosamente. ti d’assieme, dovetti intonare, dal podio, Ebbi la forza di dire, con un filo di voce: la parte tenorile forzando il mio registro “Commendatore, se per lei va bene, va vocale (di media estensione), avvalendo- bene anche per me… che la Provvidenza mi spesso del “falsetto” per le note acute ci assista !” e giungendo esausto alla prova conclusiva Al che Ronchi, sempre burbero, si lasciò che avrebbe dovuto chiudersi poco dopo sfuggire un “Grazie…, grazie di cuore”, e mezzanotte. poi: “meriterebbe un abbraccio”… Ma si Mentre mi accingevo a provare “Una fur- guardò bene dal contraddire la sua indole tiva lacrima” intonando, alla meglio, la di “burbero benefico”; l’abbraccio affet- parte del canto, sento provenire da dietro tuosissimo arrivò da Paolo Montesano e le quinte la voce di Gimenez che, arrivato Carlo Menichini. intorno alle 23 con il rapido proveniente Della stagione 1968 ho già detto in prece- da Roma, si era precipitato in teatro per… denza. Aggiungo che la stima da parte dei soccorrermi. responsabili artistici e dei professori d’or- A conclusione della prova dovetti trattene- chestra guadagnata nel corso della stagio- re a stento un moto di commozione. ne mi valse l’invito a dirigere un concerto Fabio Ronchi si avvicinò e mi disse, sem- sinfonico con l’Orchestra dell’AIDEM di pre con i suoi modi bruschi e sbrigativi: Firenze nel cortile di Palazzo Pitti. “ Maestro, per me va benissimo, anzi, gra- Sempre a Palazzo Pitti ho diretto (luglio zie per come si è prodigato, ma se lei mi 1996) l’Orchestra del Maggio Musicale dice che ha bisogno di una ulteriore prova Fiorentino e tra le migliaia di spettatori eccomi disposto a spendere quasi un mi- ho avuto l’onore di rivedere ed intratte- lione per pagare una prova straordinaria nermi con l’indimenticabile grande Ma- ad orchestra e coro… i soldi sono qui… estro Francesco Siciliani. Il programma decida lei.” del 1968 comprendeva l’Ouverture di Ifi- “Commendatore, sono talmente stanco genia in Aulide di Gluck. La Sinfonia La che non riesco a riflettere, mi dia qualche Sorpresa di Haydn, La Pastorale d’ètè di momento per riprendere fiato e le darò una Honegger e la 4° Sinfonia di Mendelssohn risposta”. mentre nel 1996, oltre a musiche di Mo- Al colloquio era presente il comm. Paolo zart (Sinfonia K 550, Concerto per pf. e 12
orch. Jeune homme, la serenata Eine Klei- In quegli anni (dal 1972 al 1981, anno in ne Nachtmusik) ho diretto una mia com- cui il teatro fu chiuso per nuovi restauri) posizione: la Suite 1960. i Reggini poterono applaudire Giuseppe La stagione 1969 vide sul palcoscenico Di Stefano, Nicola Rossi Lemeni, Aldo del Cilèa una grande artista, Anna Mof- Protti,Virginia Zeani, Salvatore Fisichella, fo, che avevo conosciuto come allieva Gabriella Tucci, ed altri illustri artisti; sul del corso di Arte Vocale da Concerto te- podio salivano prestigiosi Maestri quali nuto all’Accademia Chigiana di Siena ed Giuseppe Morelli, Vittorio Gajoni Giu- all’Accademia Naz. di Santa Cecilia dal seppe Ruisi, Pieralberto Biondi, Giacomo famoso Maestro Giorgio Favaretto ( Vene- Maggiore, Alfredo D’Angelo, Loris Gava- zia 1902-Roma 1986 ) del quale sono stato rini, per citarne solo alcuni. Tra le opere collaboratore dal 1957 fino a quando non in programma fa spicco una splendida edi- ci ha lasciati... zione dell’Adriana Lecouvreur, concertata Il pubblico della mia città festeggiò in e diretta dal sottoscritto con protagonista modo indimenticabile la bella e bravissi- Irma Capece Minutolo affiancata da Fla- ma cantante e lei stessa, entusiasta di col- viano Labò (Maurizio) Antonio Boyer laborare con il suo giovane Vice-Maestro (Michonnet), Mirella Parutto (la Princi- dei Corsi superiori di Roma e Siena, non pessa); tra i registi: Dario Micheli, Aldo mancò di esprimermi il suo affettuoso ap- Masella, Cesare Barlacchi. prezzamento. Gli avvenimenti del 1970 interruppero, per due anni le stagioni liriche: la ripresa Nicola Sgrò avvenne nel 1972, sotto la mia direzione artistica. A partire da quell’anno mi è stata delegata infatti la responsabilità artistica della scelta delle opere in cartellone, dei cantanti, dell’orchestra, del coro, di tutti i collaboratori, del numero e della riparti- zione delle prove; oltre alla concertazione e direzione di almeno un’opera per ciascu- na stagione. Responsabilità che ho affrontato con im- pegno e dedizione riscuotendo il consenso della classe politica, degli Amministratori succedutisi alla guida del nostro Comune e della cittadinanza. Oltre all’apprezza- mento del Ministero dello Spettacolo dove sono stato chiamato a rappresentare la cul- tura musicale italiana in seno alla Com- missione Centrale per la Musica (1977- 1980). 13
ALLA SCOPERTA DELLA CULTURA DELLA PASTA E DEI SUOI MILLE GUSTI ANDANDO IN GIRO PER L’ITALIA Q uanta storia, quanto infinito, e quanta poesia manifesta, a chi è sensibile a coglierne il richiamo non solo riconduci- consumatori del pianeta, utilizzandone, per la loro alimentazione, circa 25 chilo- grammi all’anno pro-capite, il doppio di bile all’immediatezza gustatoria, un piatto quelli dei Paesi che primeggiano in classi- di pasta. «Gli spaghetti sono una filosofia» fica (Venezuela, Turchia, Grecia, Svizze- ha scritto Giuseppe Prezzolini, giornalista ra). Portata in Italia e, nello specifico, in e letterato d’ingegno vissuto trentacinque Sicilia, dagli Arabi fra il IX e l’XI secolo, anni negli Stati Uniti, a conclusione del- nel nostro Paese, la pasta ha trovato ter- le 190 pagine del suo saggio datato 1957 reno fertile per lo sviluppo della sua pro- Maccheroni & C., dedicato alla fenome- duzione, diffusasi gradualmente in tutte le nologia della portata più celebre della sue regioni, anche attraverso l’introduzio- gastronomia italiana. Con buona pace di ne di tecniche specifiche e poggiando su Dante, sublime poeta toscano, Prezzolini un know how diventato progressivamente aggiungeva: «Gli spaghetti hanno diritto sempre più ricco. ad appartenere alla civiltà italica come e Se tra il XV e il XVII secolo, non solo in più di Dante». Campania, Sicilia e Liguria, ma anche in Non si tratta soltanto, tuttavia, di questioni altre regioni italiane, si sviluppò una fio- poetiche e filosofiche. Ma anche di inci- rente attività di produzione artigianale di denza economica nel settore agroalimen- pasta e aumentò l’apprezzamento della tare. Il settore italiano della pasta realizza sua validità gastronomica, fu nel XIX se- un volume d’affari di circa 4 miliardi di colo, con la rivoluzione industriale, che euro, ed il 44 per cento delle vendite pro- si posero le basi per l’esplosione del suo viene da committenti esteri, con prevalen- consumo nel ‘900 e il suo successo anche za (73%) dei Paesi europei (dati Aidepi). all’estero, di cui un prodromo fu annotato Gli italiani, d’altra parte, sono i maggiori già nel 1625: il lucchese Antonio Frugo- 14
li descrisse un pranzo avvenuto a Madrid Emanuele, che iniziò a produrre 50 chilo- l’11 febbraio di quell’anno, nel quale fi- grammi al giorno di pasta con un piccolo guravano i maccheroni di Sardegna, ossia torchio in legno. Ma già nel 1824, a Pon- malloreddus o gnocchetti sardi. tedassio (Imperia), su iniziativa di Paolo Il favorevole incontro con il gusto popo- Battista Agnesi, era stata fondata Agnesi, lare, la relativa facilità di reperibilità della e nel 1827 a Sansepolcro (Arezzo) anche materia prima e la connaturata creatività Giovanni Battista Buitoni avviò un’atti- degli italiani (basti pensare alla fantasia vità di pastificazione. Nel 1879, a Torre con cui hanno inventato nomi per dare ri- Annunziata (Napoli), emise i suoi primi conoscibilità alle centinaia di formati), ha vagiti Voiello, da un’idea di Teodoro Vo- fatto sì che la pasta, non solo abbia con- iello, proseguita dal figlio Giovanni; nel quistato il ruolo di prim’attore della tradi- 1886 Filippo Giovanni De Cecco, a Fara zione gastronomica nazionale, di pietanza San Martino (Chieti) fondò il pastificio De unificante e rappresentativa espressa in Cecco – che già nel 1892, con la presen- un’infinità di icone (giusto per ricordarne tazione dei propri prodotti all’esposizione due, Sofia Loren, che ebbe a dire, a com- universale di Chicago, vide in breve vol- mento della sua ubertosa immagine, «Tut- gere di tempo aprirsi le porte dei mercati to quello che vedete, lo devo agli spaghet- americani; e nel 1890, a Rutigliano (Bari), ti» e Alberto Sordi, il Nando Mericoni di apparve Divella. Tutti nomi, questi, che Un americano a Roma, che quantunque sarebbero diventati protagonisti, nel ‘900, colpito da un delirio yankee, di fronte a della consacrazione della pasta come pro- latte, senape e mostarda, non resiste alla dotto principale dei consumi alimentari di tentazione di avvinghiarsi su una fumante massa. terrina di spaghetti), ma abbia anche fatto Con la rivoluzione industriale, la decisio- scuola nel mondo. ne di puntare su grandi volumi spinse mol- Se per secoli la pasta, in Italia, fu realizza- ti pastifici a velocizzare i tempi di produ- ta con metodi artigianali, tecniche fonda- zione e di essiccamento della pasta. Basti mentalmente immutabili e produzioni su pensare che nel 1880, quando ancora la piccola scala, nel corso dell’800 si posero pasta si asciugava prevalentemente all’a- le basi per la nascita e lo sviluppo di un si- perto, erano necessari 8-10 giorni in estate stema industriale applicato al settore, con e 20-30 giorni in inverno per far giungere le conseguenti innovazioni tecnologiche. la pasta al livello di umidità ottimale, nel Poco dopo il 1861, anno dell’unificazione 1903 questo tempo si era già ridotto a 3-5 nazionale, la produzione era già diffusa a giorni, nel 1936 a 24-36 ore e, dal 1990, macchia di leopardo nella penisola. All’E- questo tempo, ricorrendo a tunnel con dif- sposizione Industriale di Parma del 1887, fusione di altissime temperature, la pasta presenziarono anche rappresentanze dei può essere essiccata nell’arco di poche ore. panettieri con annessa produzione di pa- Questo percorso evolutivo ha segnato una sta, alcuni dipendenti e qualche torchio. In divaricazione tra pastifici cosiddetti indu- quel frangente e sempre a Parma, proprio striali, spinti dalla mission di realizzare da un forno, nacque Barilla, in via Vittorio grandi volumi di pasta per un consumo ge- 15
neralizzato anche come conseguenza della onessa, Martelli, Rustichella d’Abruzzo, sempre maggior penetrazione delle piatta- Setaro, Sgambaro e Trinacria. forme della grande distribuzione organiz- Si tratta di una selezione di pastifici picco- zata e pastifici artigianali, rimasti legati a li, medi e grandi attivi in Italia, che avreb- metodi di produzione slow. bero potuto essere anche di più, ma che La tendenziale industrializzazione della costituiscono un campione significativo produzione pastaria ha causato la scom- teso a mettere sotto lente d’ingrandimen- parsa di molti pastifici artigianali, che non to non solo la complessa attività di questi sono stati in grado di reggere la concorren- produttori, eredi di una tradizione storica, za: negli anni Cinquanta del Novecento i ma anche a raccontare, attraverso la loro pastifici attivi in Italia erano circa 2.200, stessa voce, i criteri principali attraverso oggi sono rimasti circa 200. Un caso em- i quali possiamo scegliere una pasta di blematico è quello del noto distretto pro- qualità. La scelta della materia prima, il duttivo di Torre Annunziata (Napoli) tra- frumento duro, con requisiti organolettici dizionalmente in concorrenza con quello ottimali il tenore proteico e la qualità del di Gragnano, come evocato in un’esilaran- glutine sono i primi elementi da tenere in te scena del film Totò e Peppino divisi a considerazione: come emerge dalla ricer- Berlino (1962) – nel quale, agli inizi del ca, è da inoltre da sfatare il luogo comu- Novecento, erano attivi 54 pastifici, pro- ne della presunta superiorità di grani di gressivamente scomparsi. produzione italiana o estera nel processo Nel libro che ho scritto, Giro d’Italia della di produzione della pasta. Esistono ottimi pasta d’eccellenza. Reportage in 17 tap- grani italiani e ottimi grani di provenienza pe sui pastifici di qualità (Lumi Editore, straniera. Ferrara, 2018, 390 pagine, 39 euro, con Ciò che è importante sono le loro varietà, inserto fotografico di 32 pagine), con Pre- i loro metodi di coltivazione, il loro geno- fazione di Paolo De Castro, la grande e ma, la riduzione al minimo di residui chi- onorata storia del settore italiano della pa- mici, le loro caratteristiche di conserva- sta è raccontata, in un’ampia introduzione, zione. La seconda variabile fondamentale dalle origini ai nostri giorni. è il trattamento della materia prima in fase E la ricerca si sviluppa, tappa dopo tappa, di produzione. Minore è la temperatura di capitolo dopo capitolo, raccontando nel- essiccazione e maggiori sono i tempi di dettaglio, le case history di 17 pastifici at- asciugamento, migliore sarà la qualità del- tivi in numerose regioni italiane, da Nord la pasta dato che, studi accreditati dimo- a Sud fino alle Isole, per illustrarne il per- strano come temperature di essiccamento corso di sviluppo, le tecniche di produzio- troppo elevate alterino la struttura gluti- ne, i prodotti, le strategie di promozione nica della pasta e producano tossine dan- del marchio e di penetrazione nei mercati. nose all’organismo. Fa, infatti, riflettere, Essi sono: Alica, Antico Pastificio Rose- l’aumento, negli ultimi anni, di episodi di tano, Benedetto Cavalieri, Cav. Giuseppe intolleranza al glutine e questo fenomeno Cocco, Cellino, De Cecco, Di Canossa, è stato collegato, da vari studi, con l’av- Di Martino, Fabbri, Felicetti, Gentile, Le- vento e la diffusione di nuove varietà di 16
grani con strutture cromosomiche modi- ficate: nasce anche da qui la riscoperta di cultivar antiche e dimenticate. Ciò si accompagna al crescente interesse per metodiche di coltivazione biologica dei frumenti duri, possibilmente messe in atto anche ricorrendo a sistemi di rota- zione colturale, tipici dell’agricoltura tradizionale. La lettura di questo libro aiuterà dun- que ad essere consapevoli e a riflettere sul fatto che il piatto di pasta di cui, per grazia di Dio, possiamo quotidianamen- te apprezzare il gusto, a casa o al risto- rante, non è un bene indifferenziato o una banalità, ma contiene e rimanda a una storia che apre svariati e affascinanti scenari. Roberto Faben info per l’acquisto del libro: www.robertofaben.it e mail roberto.faben@tin.it 17
ROSSA O BIANCA, LA CARNE È… NOBILE MEDICO IN SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE, ANNALISA MAGHETTI, CI PARLA DEI “PREGI E DIFETTI” DELLA BISTECCA, CON ALCUNI CONSIGLI PER RESTARE IN SALUTE… M eglio il petto di gallina o la braciola di maiale? Secondo alcuni, le carni bianche (pollo o tacchino) sarebbero più essenziali;sostanze per noi indispensabili, perché non siamo in grado di produrle e dobbiamo assumerle con la dieta”. salutari delle rosse (di bovino, ovino, ca- “Certo, si può vivere in salute con un’a- prino, suino, equino, anatra, oca e struz- limentazione vegetariana o vegana ma zo). In realtà, apportano lo stesso tipo di deve essere equilibrata ed eventualmente nutrienti. La differenza sta, in soldoni, nel integrata (meglio su consiglio medico), contenuto di mioglobina (proteina mag- in modo che le fonti proteiche alternative giormente presente nelle carni rosse e possano soddisfare i fabbisogni amminoa- causa del loro colore, spesso intenso)e nel cidici”. colesterolo, mediamente inferiore nelle No agli eccessi. bianche (che sono anche più digeribili, per Il troppo storpia, anche a tavola. “Un la struttura delle fibre muscolari e la ridot- consumo eccessivo di carni rosse può au- ta quantità di tessuto connettivo). mentare il rischio di sviluppare malattie Una bistecca di manzo da 100 g fornisce cardiovascolari o degenerative - dice la al nostro organismo 20-25 g di proteine, Maghetti -Inoltre, l’Agenzia internazio- grassi, vitamine (D, B12…), e minerali nale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha (ferro, zinco…). classificato le carni rosse e conservate di “Le proteine sono ad alto valore biologi- tipo II,cioè “probabilmente cancerogene co”, spiega Annalisa Maghetti, medico per l’uomo”. Non significa però che vanno specialista in Scienza dell’Alimentazione eliminate. “Per ridurre il rischio del can- e past president dell’Associazione italia- cro colon-retto o di tumori del pancreas e na di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) della prostata, se ne consiglia un consumo dell’Emilia Romagna. “Ovvero contengo- inferiore ai 500 g a settimana, da cuocere no, in buoni rapporti,tutti gli amminoacidi a temperature non troppo elevate ed evi- 18
tando il contatto diretto con fiamma o su- ge poi la Maghetti - è una valida fonte di perfici roventi. Le carni lavorate, invece, ferro per le donne in età fertile con ciclo (prosciutto, speck…), sono di tipo I, “can- mestruale abbondante, o per lo sportivo in cerogene” per l’uomo: settimanalmente, fase di allenamento intenso”. se ne dovrebbero mangiare non più di 50 g”. Calorie, dalla fettina al salame bresaola, Per le carni bianche non è stata determi- mortadella, prosciutto. Sono carni lavora- nata una soglia che possa incidere nega- te, perché sottoposte a processi di trasfor- tivamente sulla salute, perciò sono consi- mazione (salatura, stagionatura, fermenta- derate più sicure. “In ogni caso, l’eccesso zione, affumicatura…) per migliorarne la di proteine può portare a un sovraccarico conservazione o l’aroma. renale”. “Hanno un contenuto di sale molto elevato Le “età” della carne. (800-1600 mg) rispetto alle carni fresche Ci sono periodi della vita in cui assumere (circa 40 mg) - spiega la dottoressa Ma- alimenti di origine animale è consiglia- ghetti -un quantitativo di grassi maggiore bile. E’ il caso dei bambini o dei ragazzi, (ad eccezione della bresaola e del prosciut- perché questi cibi contribuiscono positiva- to magro) e un ridotto contenuto di acqua. mente sulla loro capacità di apprendimen- Pertanto, anche tra le carni processate ci to, sulla memoria, e sulle funzioni cogni- sono differenze nel contenuto proteico, li- tive, comportamentali e motorie. Infatti, pidico, di colesterolo e ferro”. per il corretto sviluppo del cervello sono In termini energetici, 150 kcal corrispon- essenziali micronutrienti come la vitamina dono a circa 120 g di bistecca rossa magra, B12, l’acido folico e gli acidi grassi ome- 100 g di bresaola, 110 g di prosciutto cot- ga 3. Tutte sostanze fornite in modo privi- to, 55 g di prosciutto crudo, 50 g di speck legiato dalle carni. o mortadella. “La fettina di bovino o di cavallo - aggiun- Delia Sebelin 19
LA SERIETÀ DELLA FATUITÀ P uò sembrare una boutade. Non lo è. Dico, naturalmente, della Moda. Il giudizio, la sensazione corrente dei più cotone, agli allevatori e raccoglitori del- la lana, ai coltivatori dei bachi da seta e, oggi, a tutti i chimici studiosi e prepara- nei confronti di questa parola e di quel- tori delle fibre artificiali, possiamo però lo che rappresenta, è di simpatica condi- citare nell’importante sequenza i filatori, scendenza giacché è “leggera”, non im- i torcitori, i tintori, gli stampatori, per poi pegnativa, quando divertente, certamente passare a tutti gli artigiani – si comincia distraente. a parlare d’arte – che con le loro sapien- L’uomo, nella sua storia, ha cominciato ti mani danno inizio alla trasformazione a coprirsi perché la Natura lo richiede- delle idee ancora informi in tessuti e tutti va, e direi che dalla pelle di leopardo in gli accessori che comportano sempre dei poi la faccenda non si è più fermata; ma problemi estetici e tecnici; bottoni, cintu- già la prima necessità fa seria la cosa; poi re, passamanerie, nastri, per poi passare la pelle a una o due spalle non credete alla bigiotteria fino all’oreficeria e gio- che fosse stato vanità, certamente c’era ielleria preziosa; qualcosa o qualcuno è un fondo di necessità, di logica, qual- stato dimenticato, ma abbiamo l’idea di che volta un’occasione. Ma dopo questa quanti elementi sia richiesto perché si spinta all’istinto veniamo a considerare possa parlare di quel coprirsi che poi di- con estrema semplicità quanto perché venta Moda. queste necessità – più o meno variate – Ma non finisce qui. Il meccanismo tec- andassero a richiedere tutta la sequenza nico-economico che scaturisce da questo di operazioni e quindi di addetti ad esse. che possiamo definire “sistema” acquista Risalendo ai piantatori e raccoglitori di poi un’altra importanza: quella sociale. 20
Già, perché da sempre l’uomo ha poi fat- rilevamento del tema e della sua spiega- to simbolo del suo status il suo costume. zione? A noi latini è facile ricordare Petronio, Ancora, esaminiamo l’argomento con ta- ma poi abbiamo Brummel, la Principessa glio crudo. Il nostro Paese esporta per il Eugenia e, perché no, il Principe di Gal- tessile ed abbigliamento decine di miliar- les, Edoardo l’ultimo. di con trend, nei confronti dell’import, Poi, fuori sequenza d’epoca, perché è il fortemente positivo. Il comparto dell’ab- campione primo ed assoluto che fa del bigliamento e calzature fa quasi concor- costume, dell’essere rappresentato da renza a quello metallurgico (leggi auto- esso, ragione di vita e di stato: Luigi XIV. mobili); le uniche due voci attive della E allora non è serietà questa fatuità? nostra bilancia commerciale. Possiamo Qui è affascinante considerare, come sotto avere dubbi sulla sua serietà? questo illuminato personaggio, la parola Tra i tanti bei difetti che abbiamo c’è an- Moda esprime chiaramente, complessa- che quello – comune ovviamente agli al- mente e completamente il suo significato, tri popoli, ma questi sono un po’ più cini- giacché viene dimostrato come essa non ci e quindi compensano il difetto, sia pure riguarda solo il vestire ma il modo di vi- con un altro – dei preconcetti. vere; la parola “moda” nell’accettazione Ma come si fa a spiegare a chi non è ad- corrente ha un concetto limitativo; infatti dentro il problema tutto quello che c’è questo concetto riguarda un aspetto del dietro questa rinomata e apparente fatu- costume, costume nel senso di modo di ità? vivere: va di moda un colore, un locale, Si dovrebbe immaginare che nei Ministe- un arredamento, un’auto, un certo modo ri, che dovrebbero gestire questo settore, di parlare perfino; ecco quindi che con il concetto sia più avanzato o più coscien- Luigi XIV anche la Moda - nel senso ap- te dell’uomo della strada. Per loro è serio punto di vestire - assurge all’importanza parlare di tungsteno che non produciamo di cui ho detto. o di acciaio che non si esporta più; non E oggi? Ci si risponde facilmente. A sanno, o fanno finta di non sapere. Certo parte ogni fenomeno socio-economico non sanno né leggere né intuire e il pre- e politico che abbiamo vissuto in que- concetto rimane. sti ultimi settant’anni – dagli hippies ai La considerazione con la quale si può blouson noir, dalla gonna lunga di Dior esprimere meglio il senso di quanto detto alla minigonna di Mary Quant, dai pan- è che perché un abito esca da un atelier taloni a zampa d’elefante ai jeans fasciati occorrono tutti coloro che prima ho cita- a mozzafiato e per arrivare ai preppies, to: senza risalire alla coltura, pensiamo agli yuppies e così via, sa tornare a un al tessitore, allo stampatore, entrambi as- classicismo (parola infelice, non veritie- sistiti dal tecnico e disegnatore e lettori ra, tuttavia la più vicina al significato che del disegnatore (spesse volte l’intervento vogliamo esprimere) rivalutato sempre dello stilista inizia proprio da lì); poi c’è per fenomeni socio-economici; ebbene, il processo di finissaggio e messa a punto tutto questo non è serio quanto meno nel di quel prodotto; poi il modellista proget- 21
ta l’abito per quel tessuto; poi interviene relations people, location, tecnici dello il tagliatore; poi le operaie o gli operai show, regia, prove. Finalmente pubblico procedono al montaggio; poi le prove, gli in sala. accessori: bottoni, guarnizioni, guanti, Si accendono le luci, si puntano gli spot, scarpe, borse, gioielli, ecc.; l’acconciatu- parte la musica e via all’esame periodico ra e, finalmente – dove finalmente vuol e sistematico cui masochisticamente gli dire un percorso di 9/12 mesi – l’abito è stilisti si sottopongono. pronto per andare in passerella. L’abito, attenzione, l’abito esce e cammina. Investimenti pubblicitari, inviti, public Un signore dice all’altro: “che bella ra- gazza”. Bruno Piattelli 22
LE POESIE DI... CORNUCOPIA CON PASTA (modello depositato nel nostro museo) 23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
“PREMIO DEL MUSEO” BIENNALE BANDI DI CONCORSO ANNOUNCEMENTS OF COMPETITION XXII EDIZIONE 2018-2019 Roma San Francisco 2018-2019 PREMIO DEL MUSEO MUSEUM PRIZE BIENNALE XXII EDIZIONE BIENNIAL 22nd EDITION
® BANDO DI CONCORSO Roma - San Francisco, 20 Ottobre 2017 M USEO N AZIONALE DELLE PASTE A LIMENTARI ® “PREMIO DEL MUSEO” BIENNALE PREMIO INTERNAZIONALE – XXII Edizione SEZIONE PUBBLICA ISTRUZIONE PER GLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI DI OGNI ORDINE E GRADO, COMPRESI GLI ISTITUTI PROFESSIONALI ALBERGHIERI, LE ACCADEMIE, C ONTI 27-11-1992 GLI ISTITUTI D’ARTE, ETC. Il Museo Nazionale delle Paste Alimentari, unico al mondo, ha indetto per l’anno 2018-2019 un concorso per gli studenti di tutte le scuole italiane e dell’area di San Francisco (CA), Stati Uniti. DEI Il concorso ha lo scopo di favorire la conoscenza e la valorizzazione della Pasta E NTE M ORALE D.M. 23-10-1992 R EGISTRATO C ORTE Alimentare Italiana, l’educazione degli studenti all’apprendimento del valore nutrizionale di questo tipico cibo italiano e la diffusione della cultura gastronomica italiana nel mondo. MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE AL CONCORSO Possono partecipare al concorso gli alunni delle scuo- La giuria è composta dal Presidente e Vice Presidente le sopra dette, con singoli lavori. del Museo, e da: La partecipazione è gratuita. Essa avviene mediante la presentazione di un elaborato o di un’opera artistica ANDREA ANSUINI VINCENZO COMI (grafica, dipinto, scultura, prodotto multimediale S.E.GIOVANNI D’ERCOLE DELIA SEBELIN ecc.) sul tema: Provvederà all’ulteriore selezione ed all’assegnazione dei premi. LA PASTA NEL CINEMA Sono ammessi i premi ex aequo. Premi Sono previsti i seguenti premi: Il lavoro più meritevole, selezionato in ciascun N. 1 Premio da 500 (cinquecento) Euro all’alunno, un Istituto, dovrà essere trasmesso, a mezzo raccoman- Premio da 500 (cinquecento) Euro al docente e data, dai rispettivi Dirigenti Scolastici entro e non ad entrambi il Trofeo in argento. oltre il 31 ottobre 2019 al seguente indirizzo: N. 5 Premi consistenti nel Trofeo in argento agli alunni e ai Docenti che hanno seguito il lavoro. MUSEO NAZIONALE N. 6 Trofei in argento ai Dirigenti Scolastici delle DELLE PASTE ALIMENTARI scuole premiate. VIA FLAMINIA, 141 - 00196 ROMA I sei studenti primi classificati, e i relativi Docenti e Dirigenti Scolastici, saranno premiati nel corso di una Si raccomanda l’indicazione dell’Istituto, del cognome e cerimonia che avrà luogo presso la Sede che sarà tem- nome dello studente e del docente che ne ha seguito il pestivamente comunicata. lavoro. Le spese di trasferta ed alloggio dei premiati sono ad I lavori presentati resteranno di proprietà esclusiva del esclusivo carico del Museo Nazionale delle Paste Museo Nazionale delle Paste Alimentari e non se ne Alimentari. potrà richiedere la restituzione. La Direzione Generale (Avv. Giuseppe Giarmoleo) VIA FLAMINIA, 141- ANGOLO PIAZZALE DELLE BELLE ARTI - 00196 ROMA TEL. 06 6991119 / 6991120 FAX 06 6991109 P. IVA 04017761000
® BANDO DI CONCORSO Roma - San Francisco, 20 Ottobre 2017 M USEO N AZIONALE DELLE PASTE A LIMENTARI ® “PREMIO DEL MUSEO” BIENNALE PREMIO INTERNAZIONALE – XXII Edizione SEZIONE GIORNALISMO Il Museo Nazionale delle Paste Alimentari, unico al mondo, ha deliberato, per l’anno C ONTI 27-11-1992 2018-2019, un premio giornalistico in Italia ed in California (Stati Uniti). Il Premio ha la finalità di favorire la conoscenza e la valorizzazione della pasta ali- mentare italiana e l’educazione all’apprendimento del valore nutrizionale di questo tipico cibo nazionale che può contribuire ad alleviare il problema della fame nel DEI mondo. E NTE M ORALE D.M. 23-10-1992 R EGISTRATO C ORTE REGOLAMENTO DEL PREMIO ART. 1 – Al premio possono partecipare ART. 5 – La giuria è composta dal Presidente giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti e Vice Presidente del Museo e da: all’Albo con articoli, saggi, fotoreportages, servizi radiofonici, servizi televisivi, apparsi VALENTINA STILLA GUIDO RIPANDELLI sino a 31 ottobre 2019. I lavori possono CLAUDIO VERCELLONE SABINA VASQUEZ anche essere segnalati dai membri della giu- ria. ART. 6 – I partecipanti al premio dovranno far pervenire i loro lavori (in cinque copie gli ART. 2 – Il premio è articolato in quattro articoli; in tre cd o dvd gli elaborati radio- sezioni: televisivi) non oltre il 31 ottobre 2019 a – Sezione Quotidiani - Internet mezzo raccomandata al seguente indirizzo: – Sezione Periodici – Sezione Radio MUSEO NAZIONALE – Sezione Televisione DELLE PASTE ALIMENTARI ART. 3 – Sono previsti quattro premi, uno VIA FLAMINIA, 141 - 00196 ROMA per ogni sezione, di 1.000 EU (mille) e un trofeo in argento, per ogni vincitore di cia- ART. 7 – La partecipazione al premio impli- scuna delle quattro sezioni. In caso di due ca l’accettazione del presente regolamento. lavori valutati ex aequo, a insindacabile giu- Il giudizio della giuria è insindacabile. dizio della giuria, possono essere due i vin- citori che divideranno a metà il premio. La I vincitori saranno premiati nel corso di una giuria si riserva, altresì, il diritto di spostare cerimonia che avrà luogo presso la Sede che il premio di una sezione a vantaggio delle sarà tempestivamente comunicata. altre. ART. 4 – Per il 2018-2019 il tema è: LA PASTA COME NUTRIMENTO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO La Direzione Generale (Avv. Giuseppe Giarmoleo) VIA FLAMINIA, 141- ANGOLO PIAZZALE DELLE BELLE ARTI - 00196 ROMA TEL. 06 6991119 / 6991120 FAX 06 6991109 P. IVA 04017761000
® BANDO DI CONCORSO Roma - San Francisco, 20 Ottobre 2017 M USEO N AZIONALE DELLE PASTE A LIMENTARI ® “PREMIO DEL MUSEO” BIENNALE PREMIO INTERNAZIONALE – XXII Edizione SEZIONE UNIVERSITÀ Per gli studenti delle Facoltà di Medicina C ONTI 27-11-1992 (Scienze dell’Alimentazione, Scienze della Nutrizione, Nutrizione Clinica) DEI Il Museo Nazionale delle Paste Alimentari ha istituito per l’anno 2018-2019 un pre- E NTE M ORALE D.M. 23-10-1992 R EGISTRATO C ORTE mio riservato a studenti e laureati italiani e dell’area di San Francisco (CA), negli Stati Uniti, che con la loro attività possano dare un importante contributo di studio volto a migliorare la conoscenza della pasta italiana nel mondo. Sono previsti 2 Premi da 1.000 euro ciascuno. Ai vincitori verrà donato il Trofeo in argento. REGOLAMENTO DEL PREMIO ART. 1 – Al premio possono partecipare ART. 4 – Il tema del Premio è: laureandi o laureati. PERCHE’ E COME LA PASTA CONTRIBUISCE A ART. 2 – I lavori dovranno pervenire, a mezzo MANTENERE UNA BUONA PERFORMANCE lettera raccomandata, accompagnati dal curri- CEREBRALE ED UNA VALIDA FUNZIONALITA’ culum vitae, entro il 31 ottobre 2019 al seguen- DELL’APPARATO DIGERENTE te indirizzo: ART. 5 – La partecipazione al premio MUSEO NAZIONALE implica l’accettazione del presente regola- DELLE PASTE ALIMENTARI mento. Il giudizio della giuria è insindaca- VIA FLAMINIA, 141 - 00196 ROMA bile. ART. 3 – La giuria del Premio è composta dal Le informazioni sul “Premio del Museo” Presidente e Vice Presidente del Museo e da: possono essere richieste direttamente agli uffici del Museo Nazionale delle Paste ANGELO LABRINI RAIMONDO ZAGAMI Alimentari. RENATO FUNARO GIUSEPPE BRANCA La premiazione avrà luogo presso la Sede che sarà tempestivamente comunicata. La giuria potrà assegnare i premi ex aequo a due concorrenti che si siano distinti con pari merito. In tal caso la somma sarà divisa in parti uguali ai due vincitori. La Direzione Generale (Avv. Giuseppe Giarmoleo) VIA FLAMINIA, 141- ANGOLO PIAZZALE DELLE BELLE ARTI - 00196 ROMA TEL. 06 6991119 / 6991120 FAX 06 6991109 P. IVA 04017761000
® BANDO DI CONCORSO Roma - San Francisco, 20 Ottobre 2017 M USEO N AZIONALE DELLE PASTE A LIMENTARI ® “PREMIO DEL MUSEO” BIENNALE PREMIO INTERNAZIONALE – XXII Edizione SEZIONE COMUNICAZIONE DI MERCAT O C ONTI 27-11-1992 Il Museo Nazionale delle Paste Alimentari, unico al mondo, ha deliberato, per l’an- no 2018-2019, un premio che valorizzi la comunicazione rivolta al mercato dei pro- dotti dell’industria pastaria ed agroalimentare, in Italia e negli Stati Uniti, e i premi DEI speciali del Museo. E NTE M ORALE D.M. 23-10-1992 R EGISTRATO C ORTE REGOLAMENTO DEL PREMIO ART. 1 – Al premio possono partecipare ART. 4 – I partecipanti dovranno far pervenire i tutte le imprese produttrici con spot televisi- loro lavori (tre copie per le immagini, tre CD vi, radiofonici ed immagini apparse fino al - DVD per la televisione e la radio) non oltre 31 ottobre 2019. I membri della giuria posso- il 31 ottobre 2019, a mezzo raccomandata, al no segnalare le realizzazioni che ritengano seguente indirizzo: meritevoli. MUSEO NAZIONALE ART. 2 – La giuria è composta dal Presidente DELLE PASTE ALIMENTARI e Vice Presidente del Museo e da: VIA FLAMINIA, 141 - 00196 ROMA NICOLA SGRÒ FLAVIA ANSUINI ART. 5 – La partecipazione al premio impli- PIETRO DE LELLIS GIUSEPPE CAMINITI ca l’accettazione del presente regolamento. Il giudizio della giuria è insindacabile. ART. 3 – Sono previsti, per il 2018-2019, da 3 a 15 premi che consistono in un Trofeo in I vincitori saranno premiati nel corso di una argento finemente cesellato. Questi saranno cerimonia che avrà luogo presso la Sede che assegnati alle migliori pubblicità dell’indu- sarà tempestivamente comunicata. stria pastaria ed agroalimentare. Saranno altresì assegnati i Premi Speciali del Museo. La Direzione Generale (Avv. Giuseppe Giarmoleo) VIA FLAMINIA, 141- ANGOLO PIAZZALE DELLE BELLE ARTI - 00196 ROMA TEL. 06 6991119 / 6991120 FAX 06 6991109 P. IVA 04017761000
® ANNOUNCEMENT OF COMPETITION Rome - San Francisco, October 20th 2017 M USEO N AZIONALE DELLE PASTE A LIMENTARI ® “PREMIO DEL MUSEO” BIENNIAL EDITION INTERNATIONAL PRIZE – XXII EDITION EDUCATION SECTION FOR THE STUDENTS OF ALL TYPES OF SCHOOLS, INCLUDING VOCATIONAL AND HOTEL SCHOOLS, C ONTI 27-11-1992 ART SCHOOLS etc. The Management of the National Museum of Pasta Foods, the only one of its kind in the world, has organized in 2018-2019 a competition addressed to the students of all types DEI of Italian schools and to the students of the schools located in the area of San Francisco E NTE M ORALE D.M. 23-10-1992 R EGISTRATO C ORTE (CA), United States. The Prize aims to promote knowledge and appreciation of Italian Pasta, the education of students in learning the nutritional value of this typical Italian food and the spread of Italian gastronomic culture worldwide. PRIZE REGULATIONS The students of the above-mentioned schools may ANDREA ANSUINI VINCENZO COMI take part in the Competition, each with a single piece H. E. GIOVANNI D’ERCOLE DELIA SEBELIN of work. The participation is free of charge. The jury will make a final selection of the papers sub- Entries may consist in a piece of written work or mitted and select the prize-winners. Ex-aequo prizes artwork (graphic work, painting, sculpture, multime- are contemplated. dia work etc.) concerning the theme: Prizes The following prizes are contemplated: PASTA AND CINEMA No. 1 - Prizes of Euro 500 (five hundred) and a silver Trophy to the winning student, one Prize of 500 Euro (five hundred) and a silver Trophy to the teacher who has followed the work. The most deserving work, chosen in each School, No. 5 - Prizes consisting of a silver Trophy each to should be sent, by registered post, by the respective the students and to their Teachers who have followed Headmasters by October 31st 2019 to the: the work. No. 6 - Trophies to the Headmaster of the winner’s MUSEO NAZIONALE school. DELLE PASTE ALIMENTARI Via Flaminia, 141 - 00196 Roma (Italy) The first six or more students together with their Teachers and Headmasters will receive their prizes It is necessary to specify the name of the School, the during a ceremony the location of which will be surname and the name of the student and of the tea- timely communicated. cher who has followed the work. Each piece of work Traveling and stay expenses of the winners will be at sent will become exclusive property of the Museo exclusive charge of Museo Nazionale delle Paste Nazionale delle Paste Alimentari and it will not be Alimentari. possible to ask for their return. It would be greatly appreciated if you would pass on The jury is composed of the President and Vice the present announcement of the Competition. President of the Museum and of: For further information please contact Amelia Giarmoleo (Vice President) email: direzione@museodellapasta.191.it tel. +39 06.6991119 The Management (Avv. Giuseppe Giarmoleo) VIA FLAMINIA, 141- ANGOLO PIAZZALE DELLE BELLE ARTI - 00196 ROMA TEL. 06 6991119 / 6991120 FAX 06 6991109 P. IVA 04017761000
Puoi anche leggere