HANGAR DELLA BICOCCA Take Me (I'm Yours) - IIS "C.Cattaneo"

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HANGAR DELLA BICOCCA Take Me (I'm Yours) - IIS "C.Cattaneo"
HANGAR DELLA BICOCCA
                      Take Me (I'm Yours)

                     1 Novembre 2017 - 14 Gennaio 2018

Da un’idea di mostra concepita da Hans Ulrich Obrist e Christian Boltanski nel
1995. A cura di Christian Boltanski, Hans Ulrich Obrist, Chiara Parisi, Roberta
                                   Tenconi

Informazioni sulla visita
L’ingresso alla mostra è sempre gratuito, ma per prendere e collezionare le
opere è necessario acquistare la borsa creata dall’artista Christian Boltanski. La
borsa è in vendita presso l’Info Point o al Bookshop al costo di 10 euro. Gli
introiti contribuiscono a supportare la produzione delle opere distribuite in
mostra.
Dati gli elevati flussi di visitatori durante i weekend è necessario prenotare,
online o sul luogo, per potere accedere alla mostra “Take Me (I’m Yours)” (70
persone ogni 30 minuti).
L’ultimo ingresso consentito ai visitatori è alle 21.15.

Public Program, performance ed eventi speciali
Patrizio Di Massimo | performance durante l’opening del 31 ottobre 2017
Cesare Pietroiusti | performance durante l’opening del 31 ottobre 2017
James Lee Byars | performace ogni giovedì sabato e domenica, dalle 18 alle 20
Pierre Huyghe | performance ogni giovedì, sabato e domenica, dalle 18 alle 20
Adelita Husni-Bey | workshop con le scuole
Otobong Nkanga | performance 14 gennaio 2018
Koo Jeong A | passeggiata nel quartiere
Talk con Hans Ulrich Obrist. Una giornata di conversazioni e performance | 14
gennaio 2018
HANGAR DELLA BICOCCA Take Me (I'm Yours) - IIS "C.Cattaneo"
ARTISTI PARTECIPANTI: Aaajiao, Etel Adnan, Rosa Aiello, Giorgio Andreotta
Calò, Micol Assaël, Gianfranco Baruchello, Christian Boltanski, Mohamed Bourouissa,
James Lee Byars, Luis Camnitzer, Maurizio Cattelan, Ian Cheng e Rachel Rose, Heman
  Chong, Jeremy Deller, Patrizio Di Massimo, Simone Fattal, Hans-Peter Feldmann,
  Yona Friedman, Martino Gamper, Mario García Torres, Alberto Garutti, Gilbert &
   George, Dominique Gonzalez-Foerster, Félix González-Torres, Douglas Gordon,
Carsten Höller, Jonathan Horowitz, David Horvitz, Adelita Husni-Bey, Pierre Huyghe,
   Alex Israel, Koo Jeong A,Alison Knowles, Ugo La Pietra, Armin Linke, Angelika
 Markul, Annette Messager, Gustav Metzger, Bruce Nauman, Otobong Nkanga, Yoko
Ono, Luigi Ontani, Sarah Ortmeyer e Friederike Mayröcker, Riccardo Paratore, Sondra
  Perry, Cesare Pietroiusti, point d’ironie, Ho Rui An, Anri Sala, Tino Sehgal, Daniel
  Spoerri, Wolfgang Tillmans, Rirkrit Tiravanija, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli e
                                    Lawrence Weiner

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“Take Me (I’m Yours)” è una mostra collettiva che reinventa le regole con cui
si fa esperienza di un’opera d’arte. Rompendo ogni canone, i visitatori di
“Take Me (I’m Yours)” sono invitati a compiere tutto quanto è di norma
vietato fare in un museo: i lavori si possono toccare, usare o modificare; si
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possono consumare o indossare; si possono comprare e perfino prendere
gratuitamente, o magari portare via lasciando in cambio cimeli personali.
La mostra è anche un progetto che si evolve e si rigenera nel tempo. Accanto
alla possibilità di prendere una delle migliaia di copie di ciascuna opera
prodotta – e quindi concorrere a svuotare fisicamente lo spazio – il pubblico
di “Take Me (I’m Yours)” ne modifica l’aspetto partecipando a performance
in cui lo scambio non è necessariamente legato a un oggetto ma piuttosto a
un’esperienza, assecondando un’idea di immaterialità che è sempre più
presente tanto nell’arte quanto nella vita reale.
Allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra – e a
partire dal 2015 in versioni ogni volta diverse in istituzioni a Parigi,
Copenhagen, New York e Buenos Aires –, la mostra ha avuto origine da una
serie di conversazioni e riflessioni tra il curatore Hans Ulrich Obrist e l’artista
Christian Boltanski sulla necessità di ripensare i modi in cui un’opera d’arte
viene esposta. In particolare, l’idea per il progetto è iniziata con Quai de la
Gare (1991), un lavoro di Boltanski costituito da montagne di vestiti di
seconda mano che il pubblico poteva prendere e portare via in una busta
marchiata con la scritta “Dispersion”: un’opera destinata per sua natura a
disperdersi e a scomparire.
A Milano, accanto a Dispersion di Christian Boltanski, le opere di oltre
cinquanta artisti sono allestite nei mille metri quadrati dello Shed di Pirelli
HangarBicocca, prendendo vita anche al di fuori dello spazio espositivo con
progetti per il catalogo, il bookshop e il web. “Take Me (I’m Yours)” si
trasforma così in una grande arena in cui si immagina un modo più diretto e
coinvolgente per vivere l’arte e in cui anche, l’idea di donare/ricevere diventa
una chiave alternativa per leggere lo scenario globale della storia e società
contemporanea.
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