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PARROCCHIA DI SANT’ANDREA APOSTOLO –
UDINE/PADERNO - Piazza Paderno 1 – 33100 UDINE
Tel. 0432 42809 / email: parrocchiapadernoud@gmail.com
Anno V – n. 267/50/19
                         TEMPO DI NATALE
            29 dicembre 2019 – 4 gennaio 2020

   Giuseppe, un padre concreto e sognatore
                                  I Magi erano appena partiti, quando un angelo
                                  del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli
                                  disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua
                                  madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti
                                  avvertirò: Erode infatti vuole cercare il
                                  bambino per ucciderlo».
                                  Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua
                                  madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino
                                  alla morte di Erode, perché si compisse ciò che
                                  era stato detto dal Signore per mezzo del
                                                                                    1
profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in
Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra
d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma,
quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo
padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella
regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si
compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato
Nazareno».

Il Vangelo racconta di una famiglia guidata da un sogno. Oggi noi, a distanza,
vediamo che il personaggio importante di quelle notti non è Erode il Grande,
non è suo figlio Archelao, ma un uomo silenzioso e coraggioso, concreto e
sognatore: Giuseppe, il disarmato che è più forte di ogni Erode. E che cosa fa
Giuseppe? Sogna, stringe a sé la sua famiglia, e si mette in cammino. Tre azioni:
seguire un sogno, andare e custodire. Tre verbi decisivi per ogni famiglia e per
ogni individuo; di più, per le sorti del mondo. Sognare è il primo verbo. È il
verbo di chi non si accontenta del mondo così com'è. Un granello di sogno,
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caduto dentro gli ingranaggi duri della storia, è sufficiente a modificarne il
corso. Giuseppe nel suo sogno non vede immagini, ascolta parole, è un sogno
di parole. È quello che è concesso a ciascuno di noi, noi tutti abbiamo il Vangelo
che ci abita con il suo sogno di cieli nuovi e terra nuova. Nel Vangelo Giuseppe
sogna quattro volte (l'uomo giusto ha gli stessi sogni di Dio) ma ogni volta
l'angelo porta un annunzio parziale, ogni volta una profezia breve, troppo
breve; eppure per partire e ripartire, Giuseppe non pretende di avere tutto
l'orizzonte chiaro davanti a sé, ma solo tanta luce quanta ne basta al primo
passo, tanto coraggio quanto serve alla prima notte, tanta forza quanta basta
per cominciare. Andare, è la seconda azione. Ciò che Dio indica, però, è
davvero poco, indica la direzione verso cui fuggire, solo la direzione; poi
devono subentrare la libertà e l'intelligenza dell'uomo, la creatività e la tenacia
di Giuseppe. Tocca a noi studiare scelte, strategie, itinerari, riposi, misurare la
fatica. Il Signore non offre mai un prontuario di regole per la vita sociale o
individuale, lui accende obbiettivi e il cuore, poi ti affida alla tua libertà e alla
tua intelligenza. Il terzo verbo è custodire, prendere con sé, stringere a sé,
proteggere. Abbiamo il racconto di un padre, una madre e un figlio: le sorti del
mondo si decidono dentro una famiglia. È successo allora e succede sempre.
Dentro gli affetti, dentro lo stringersi amoroso delle vite, nell'umile coraggio di
una, di tante, di infinite creature innamorate e silenziose. «Compito supremo di 2
ogni vita è custodire delle vite con la propria vita» (Elias Canetti), senza contare
fatiche e senza accumulare rimpianti. Allora vedo Vangelo di Dio quando vedo
un uomo e una donna che prendono su di sé la vita dei loro piccoli; è Vangelo
di Dio ogni uomo e ogni donna che camminano insieme, dietro a un sogno. Ed
è Parola di Dio colui che oggi mi affianca nel cammino, è grazia di Dio che
comincia e ricomincia sempre dal volto di chi mi ama.

(Letture: Siracide 3, 3-7.14-17; Salmo 127; Colossesi 3,12-21; Matteo 2,13-15.19-23)

                                                                                       padre Ermes Ronchi

               31 DICEMBRE 2019 - ORE 19.00

                   SANTA MESSA
             CON IL CANTO DEL TE DEUM
    DI RINGRAZIAMENTO DI FINE ANNO 2019
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CALENDARIO LITURGICO SETTIMANALE
              Tempo di Natale; Proprio e Prima Settimana della Liturgia delle Ore

Domenica fra l’ottava del Natale
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E                29       ore 08.00 Santa Messa
GIUSEPPE (f) Sir 3,3-7.14-17a (NV) [gr.     DOMENICA
                                                        ore 10.30 SANTA MESSA
3,2-16.12-14]; Sal 127 (128); Col 3,12-21;   LO Prop
                                                        ore 19.00 Santa Messa
Mt 2,13-15.19-23 Prendi con te il bambino e
sua madre e fuggi in Egitto. R Beato chi
teme il Signore e cammina nelle sue vie.
1 Gv 2,12-17; Sal 95 (96); Lc 2,36-40                   ore 08.00 Santa Messa
Anna parlava del bambino a quanti              30
aspettavano la redenzione.                   LUNEDÌ     ore 19.00 Santa Messa
                                             LO Prop
R Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
S. Silvestro I (mf) 1 Gv 2,18-21; Sal 95
(96); Gv 1,1-18 Il Verbo si fece carne.        31       ore 08.00 Santa Messa
                                                        ore 19.00 Santa Messa con il canto
R Gloria nei cieli e gioia sulla terra.      MARTEDÌ    del Te Deum di ringraziamento fine
                                              LO Prop   anno 2019
MARIA SS. MADRE DI DIO (s)
Nm 6,22-27; Sal 66 (67); Gal 4,4-7; Lc          1           • Giornata mondiale della pace
                                                         ore 08.00 Santa Messa
2,16-21 I pastori trovarono Maria e MERCOLEDÌ ore 10.30 SANTA MESSA
                                                LO Prop
Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni, gli             ore 19.00 Santa Messa
fu messo nome Gesù.
R Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Ss. Basilio Magno e Gregorio
Nazianzeno (m) 1 Gv 2,22-28; Sal 97             2        ore 08.00 Santa Messa
(98); Gv 1,19-28 Dopo di me verrà uno che      GIOVEDÌ
                                               LO 1ª set
è prima di me. R Tutta la terra ha veduto la             ore 19.00 Santa Messa
                                                                                           3
salvezza del Signore.
Ss.mo Nome di Gesù (mf)
1 Gv 2,29–3,6; Sal 97 (98); Gv 1,29-34          3        ore 08.00 Santa Messa

                                               VENERDÌ
Ecco l’agnello di Dio. R Tutta la terra ha               ore 19.00 Santa Messa
veduto la salvezza del Signore.                LO 1ª set
1 Gv 3,7-10; Sal 97 (98); Gv 1,35-42                     ore 08.00 Santa Messa
Abbiamo trovato il Messia. R Tutta la terra     4
ha veduto la salvezza del Signore.              SABATO   ore 19.00 Santa Messa
                                               LO 1ª set
Opp. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
2ª DOPO NATALE
Sir 24,1-4.12-16 (NV) [gr. 24,1-2.8-12];        5        ore 08.00 Santa Messa
                                                         ore 10.30 SANTA MESSA.
Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18 Il Verbo DOMENICA BENEDIZIONE DELL’ACQUA
si fece carne e venne ad abitare in mezzo a LO 2ª set
                                                         ore 19.00 Santa Messa
noi. R Il Verbo si è fatto carne e ha posto la
sua dimora in mezzo a noi.

                     UFFICIO PARROCCHIALE

                 In questa settimana non ci sarà ufficio parrocchiale

                        Telefono canonica 0432 42809 – e-mail
                          parrocchiapadernoud@gmail.com
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«La pace di Cristo regni nei vostri cuori»
              Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi (Col 3,15)

                     È difficile parlare di famiglia, oggi. Ciò che per tutti, fino a poco
                     tempo fa, era scontato, la famiglia come un uomo e una donna che
                     si si amano, che generano ed educano figli conducendo una vita
                     comune, oggi è messo radicalmente in discussione. Siamo passati
                     da una visione della famiglia idilliaca, patriarcale, che ruota
                     intorno al focolare domestico alla negazione stessa della famiglia 4
                     che viene proposta come un fenomeno culturale e, perciò,
                     ampiamente superata da altre forme. Abbiamo raggiunto il
                     paradosso dei paradossi: chi ha una famiglia non la vuole, chi non
                     può averla la pretende. Spesso, troppo spesso, si banalizza e si
                     presente la famiglia secondo il modello cattolico come una specie
di macchietta ottocentesca in cui il padre lavora duramente e la moglie si occupa della
casa e dei figli. Modello certamente legato ad un periodo storico inevitabilmente
superato da molti cambiamenti sociali, dal ruolo della donna, alle pari responsabilità
educative. Ma non è questa la proposta cristiana sull’amore di coppia!

Eppure, nel bene e nel male, la famiglia da cui proveniamo, la
famiglia che vorremmo formare, la famiglia che avremmo
voluto avere e che non siamo riusciti a realizzare influenzano
enormemente la nostra cultura, le nostre aspirazioni, i nostri
desideri. La Chiesa, durante questi giorni, sente l’esigenza di
riflettere brevemente proprio sul tema della famiglia. Forse
non è il momento più indicato, presi come siamo a smaltire il
Natale e a prepararci al Capodanno, ma tant’è…
E la riflessione che esce dalla Parola di oggi ci indica un
percorso nuovo per considerare la famiglia.
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LA FAMIGLIA DI DIO

Fa sorridere che Dio abbia voluto sperimentare l’esperienza familiare. Fa riflettere che,
per farlo, abbia scelto una famiglia così anomala e complicata. Stupisce che la Chiesa si
ostini a proporre questa famiglia come modello, dove la coppia vive nell’astinenza, il
figlio è la presenza del Verbo di Dio, e i coniugi si ritrovano a scappare a causa della
improvvida notorietà del neonato…
Ma non è nella diversità che vogliamo seguire Maria e Giuseppe, ma nella loro
concretezza di coppia che vede la propria vita ribaltata dall’azione di Dio e dal delirio
degli uomini, nella loro capacità di mettersi da parte, sul serio, senza ricatti, senza
patemi, per inserirsi in un progetto più grande, quello che Dio ha sul mondo.

DURA REALTA’

                                     Matteo, con un racconto dai forti tratti teologici in
                                     cui Gesù viene equiparato a Mosè, ci racconta dei
                                     primi anni di vita di Gesù costretto a scappare in
                                     Egitto, il territorio nemico, per un ebreo. Possiamo
                                     solo immaginare la durezza di una vita condotta
                                     da clandestini, in un paese straniero. La fatica a
                                     farsi accettare, di trovare un qualche lavoro in
                                     mezzo a gente dalla cultura diversa. Così come
                                     vediamo fare dai tanti, sempre troppi, fratelli che
                                     fuggono dalle guerre nel disperato tentativo di 5
trovare condizioni di vita migliori.
Oggi molte famiglie sono in difficoltà. Economiche, organizzative, motivazionali: la
prima vittima della crisi è la speranza. Le energie che dedichiamo alla
sopravvivenza tolgono tempo allo stare insieme, al progettare, al sognare.
Quest’anno, in maniera particolare, troviamo una santa famiglia alle prese con le nostre
stesse dinamiche, con le nostre stesse difficoltà. Ma con Dio in mezzo. E così sarà per
trent’anni.

QUOTIDIANITA’

                               Siamo abituati a considerare il tempo diviso in feriale e
                               festivo. Altro è lo scorrere ripetitivo e noioso dei giorni,
                               altro è l’evento cui ci prepariamo con gioia intensa; altra
                               la fatica del lavoro altra l’ebbrezza delle ferie estive. Così
                               nella fede: la domenica, se riusciamo, ritagliamo
                               cinquanta minuti di Messa e poi, in settimana, siamo
                               travolti dagli impegni.
                               Nazareth ci insegna che Dio viene ad abitare in casa, che
                               nella quotidianità e nella ripetitività dei gesti possiamo
                               realizzare il Regno, fare un’esperienza mistica, crescere
nella conoscenza di Dio.
Possiamo (sul serio!) elaborare una teologia del pannolino, un trattato mistico dei
compiti dei figli, una spiritualità del mutuo da pagare. La straordinaria novità del
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cristianesimo è – appunto! – la sua assoluta ordinarietà. Dio ha deciso di abitare la
banalità, di colmare lo scorrere dei giorni.

IL MISTERO PER CASA

                                 Maria e Giuseppe vedono il Mistero di Dio che gattona e
                                 bordeggia, che passa le notti piangiucchiando per la
                                 nascita di un dentino… Mi sono chiesto cento volte
                                 quanta fede hanno dovuto avere questi genitori per dirsi
                                 che quel bambino, identico a tutti i bambini, era davvero
                                 il Figlio di Dio.
                                 Giuseppe spesso guardava, alla fine della giornata, la sua
                                 verginale sposa, imbarazzato per l’immensità della sua
                                 fede, sentendosi un poco inadatto a tanta meravigliosa
                                 tenacia.
                                 Maria, quando portava il caffè a metà mattinata a
Giuseppe con i capelli ricci pieni di trucioli, benediceva in cuor suo il Signore per avergli
dato un compagno così semplice e vero.
La Santa Famiglia ci invita a guardare gli altri membri della famiglia con uno
sguardo di fede e di luce, scovando il Mistero nascosto nelle persone che pensiamo
statiche e immutabili.

Affidiamo a Dio le nostre famiglie concrete, quelle che abbiamo o che 6
avremmo voluto avere, con tutta la fatica e la gioia, le contraddizioni e le
povertà, le emozioni e il bene che ci sappiamo dare. Dio ci abita.

          CONCORSO PRESEPI 2019
Carissimi bambini e ragazzi,
anche quest’anno viene lanciato il concorso dei presepi. E’ una bella
tradizione per ricordare la nascita di Gesù Bambino a Betlemme ... e
sicuramente sarà ancora più bello di quello dello scorso anno!
 Allora dopo la S. Messa, potete iscrivervi al concorso presepi, lasciando
il vostro nome, indirizzo e numero di telefono.
Una apposita commissione vi farà visita durante le vacanze di Natale per
vedere e fotografare il vostro presepe. Poi, domenica 12 gennaio 2020
nel pomeriggio della festa del Battesimo del Signore Gesù, alle ore
15.00, dopo la benedizione dei bambini, ci sarà la premiazione.
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PADRI E FIGLI
                    Ti chiedi perché sei a questo mondo, figlio mio.
               Come un bambino sotto l’albero scarti il dono della vita,
                  e sorpreso lo esplori per sapere com’è fatto dentro.
                  Lo guardi, lo tocchi, lo gusti. Allora capisci cos’è.
                La vita è l’opportunità che tu hai di costruire il nuovo,
                        di fare la differenza, di lasciare un segno.
                              Sei qui con il viso di tuo padre
                            per essere più avanti di tuo padre;
                           con la ricchezza della sua esperienza
                            per andare oltre la sua esperienza;
                               con il retaggio del suo passato
                               per liberarlo nel tuo presente.
             Sei la possibilità per quelli che non sono venuti prima di te
                        di trovare un senso a sconfitte e tragedie,
                  se tu farai tesoro dei loro errori e delle loro fatiche,
                   per vivere ciò che loro non sono riusciti a essere,
            e raggiungere quello che loro non hanno potuto raggiungere.                  7
                            Tu sei la mia speranza, figlio mio.
               Tu sei la prova che Dio continua ad avere fiducia in me,
                            a dirmi che sono cosa molto buona,
                      e un giorno crescerò ancora attraverso di te.

In questo ultimo periodo sono morti:
(51.) il 25 novembre, Agrippino Guglielmino, di anni 87;
(52.) il 30 novembre, Maurizio Dutto, di anni 82;
(53.) il 4 dicembre, Mirella Palmano, di anni 84;
(54.) il 10 dicembre, Evelina Rigo, di anni 84;
(55.) il 12 dicembre, Ancilla Pascuttini, di anni 82;
(56.) il 13 dicembre, Edoardo Ceschia, di anni 68;
(57.) il 19 dicembre, Lucia Foghin di anni 88;
(58.) il 24 dicembre, Angela Degano, di anni 75.

        Il Signore conceda loro il riposo eterno.

Ai parenti tutti assicuriamo la nostra vicinanza e
la nostra fraterna preghiera, affidandoli alla Misericordia di Dio.

                                                                      RIPOSINO IN PACE
Pace, cammino di speranza

“Ogni guerra, in realtà, si rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di
fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana”. Lo ricorda papa
Francesco nel Messaggio per la 53° Giornata Mondiale della Pace, che si 8
celebrerà il prossimo primo gennaio, e che quest’anno ha per tema “La Pace
come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”.
“La guerra – spiega il papa – comincia spesso con l’insofferenza per la diversità
dell’altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio. Nasce
nel cuore dell’uomo dall’egoismo e dalla superbia, dall’odio che induce a
distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, ad escluderlo e
cancellarlo”. La guerra, aggiunge Bergoglio, “si nutre di perversione delle
relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della
differenza vista come ostacolo; e nello stesso tempo alimenta tutto questo”.

Eppure, sottolinea il Messaggio, “il desiderio di pace è profondamente inscritto
nel cuore dell’uomo e non dobbiamo rassegnarci a nulla che sia meno di
questo”. “Come, allora, costruire un cammino di pace e di riconoscimento
reciproco? Come rompere la logica morbosa della minaccia e della paura?
Come spezzare la dinamica di diffidenza attualmente prevalente?”, domanda il
pontefice evidenziando che “la cultura dell’incontro tra fratelli e sorelle rompe
con la cultura della minaccia”. Occorre “abbandonare il desiderio di dominare
gli altri e imparare a guardarci a vicenda come persone, come figli di Dio, come
fratelli”. “L’altro non va mai rinchiuso in ciò che ha potuto dire o fare, ma va
considerato per la promessa che porta in sé”, è il monito di Francesco per il
quale “solo scegliendo la via del rispetto si potrà rompere la spirale della
vendetta e intraprendere il cammino della speranza”.
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