LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia

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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
LA CHIESA CHE PREGA
IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II

               Lettera del Vescovo Sergio ai
 Sacerdoti, Diaconi, Religiosi/e e a tutto il Popolo di Dio
     dell’amata Chiesa di Ariano Irpino - Lacedonia
          in occasione della pubblicazione della
    III edizione italiana del Messale di San Paolo VI

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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
PALADINO MIMMO, Natale, 2020 Messale Romano

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C      arissimi fratelli e sorelle,
        il nuovo Messale Romano va letto alla luce della Costituzione
Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II. «Il sacro Concilio,
proponendosi di far crescere ogni giorno di più la vita cristiana tra i fedeli,
… di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa,
ritiene suo dovere interessarsi in modo speciale anche della riforma e
dell’incremento della Liturgia»1.

        È una sfida perché i Sacramenti e in particolar modo l’Eucaristia
per «l’abito della fede», sono un dono, un gesto concreto, un’azione
“sorgiva”2.

         Il cardinal Bassetti, presentando il nuovo Messale lo definisce non
solo «uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo
che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo
desiderio di entrare nel mistero pasquale, di attuarlo nella celebrazione e
di tradurlo nella vita. La riconsegna del Messale diventa così un’occasione
preziosa di formazione per tutti i battezzati, invitati a riscoprire la grazia
e la forza del celebrare, il suo linguaggio - fatto di gesti e parole - e il suo
essere nutrimento per una piena conversione del cuore»3.

         Che cosa si intende per Liturgia? E che cosa avviene in essa?
La Liturgia è servizio reso al popolo, prestato direttamente per il bene
comune. La Sacrosanctum Concilium è un compendio di teologia
liturgica, frutto del cammino del “movimento liturgico” che ha segnato
tutto il primo Novecento.

        Questo cammino è stato decisivo perché la Liturgia - con la sua
bellezza, la sua ricchezza nascosta e la sua grandezza che travalica il
tempo - venisse nuovamente “scoperta” quale centro vitale della Chiesa
e della vita cristiana; contribuendo perché si celebrasse in maniera
“essenziale” (Romano Guardini), comprendendo la Liturgia a partire dalla
sua natura e dalle sue forme interiori, quale preghiera ispirata e guidata
dalla Spirito Santo in cui Cristo continua a far irruzione nella nostra vita.

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Precedentemente la Liturgia «era simile ad un affresco conservato intatto,
    ma quasi coperto da un “intonaco successivo”; nel Messale con cui il
    sacerdote celebrava, la sua forma era pienamente presente, così come si
    era sviluppata dalle origini, ma per i credenti era ampiamente nascosta da
    istruzioni e forme di preghiera di carattere privato»4.

                               PALADINO MIMMO, Passione, 2020
                                      Messale Romano

             Il movimento liturgico e il Concilio Vaticano II riportarono alla
    luce questo affresco con la bellezza dei suoi colori. Nei successivi tentativi
    di errati restauri fu messo gravemente a rischio e minacciato. Nella riforma
    liturgica la partecipazione visse varie fasi passando all’inizio dal latino alla
    lingua parlata, pensando che ai fedeli bastasse pronunciare le risposte,
    assumere le varie posizioni del corpo e compiere i diversi gesti richiesti
    dalle celebrazioni. Ciò risultava insufficiente per una partecipazione
    piena, perché anche se era cambiata la lingua permaneva il rischio di una
    carente consapevolezza e di un nuovo formalismo. Di qui l’urgenza di una
    catechesi liturgica per far conoscere la ricchezza del culto della Chiesa,
    delle sue celebrazioni, dei suoi simboli e di tutto il suo linguaggio. Questo
    però ancora non bastava senza una partecipazione che vivesse il Mistero:
    «quest’opera della Redenzione umana e della perfetta glorificazione di
    Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo
    dell’Antico Testamento, è stata compiuta da Cristo Signore, specialmente
    per mezzo del Mistero pasquale della sua beata Passione, Risurrezione
    da morte e gloriosa Ascensione… dal costato di Cristo dormiente
    sulla Croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa.

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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
Per questo, nella Liturgia, la Chiesa celebra ed annuncia il Mistero
pasquale per mezzo del quale Cristo ha compiuto l’opera della nostra
salvezza»5.

        La Liturgia va considerata come l’esercizio della funzione
sacerdotale di Gesù Cristo, mediante la quale con segni sensibili viene
significata, realizzata la santificazione dell’uomo e viene esercitato
dal Corpo Mistico di Gesù Cristo il culto pubblico integrale. Il dovere
fondamentale dell’uomo è orientare verso Dio se stesso e la propria vita.
A Lui, «… indefettibile principio,… deve anche costantemente rivolgersi
la nostra scelta come ad ultimo fine… » 6.

                   PALADINO MIMMO, Cena domini, 2020 Messale Romano

         La vita ecclesiale, la vita della parrocchia, è la presenza di
una comunità di fedeli nella Chiesa particolare, è una “cellula” a cui
appartengono i battezzati, senza esclusione di nessuno, senza possibilità
di elitarismo. In essa si vivono rapporti di prossimità, vincoli concreti di
conoscenza e di amore, e si accede ai doni sacramentali, al cui centro è
l’Eucaristia 7.

        La comunità ha nella domenica il suo centro vitale e
l’Eucaristia ne custodisce il cuore. Nella Chiesa tutto nasce dall’esperienza
dell’Eucaristia e tutto vi ritorna nella gioia sempre nuova di un incontro
che tutto assume, trasforma e armonizza. Nell’Eucaristia, pane e vino,
sono doni preziosi di cui servirsi.

        Carissimi,   custodendo   il   valore  della domenica,
saremo anche noi custoditi e con noi le nostre parrocchie, che
dall’Eucaristia ricevono il reale nutrimento8.

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La “lex orandi”, norma della preghiera della Chiesa, corrisponde
    alla sua regola di fede, la “lex credendi”, in essa vi è piena identità tra il
    sacrificio della croce e la sua rinnovazione sacramentale nella Messa, che
    Cristo Signore ha istituito nell’ultima Cena. La Messa è, quindi, insieme
    sacrificio di lode, azione di grazia, di propiziazione e di espiazione. Nella
    celebrazione della Messa, questo mistero è posto in luce non solo dalle
    parole della consacrazione, che rendono Cristo presente per mezzo della
    “transustanziazione”, ma anche dal senso e dall’espressione esteriore di
    sommo rispetto e di adorazione proprio della liturgia eucaristica. Ne
    è prova la celebrazione della Cena del Signore, il “Giovedì santo”, e la
    solennità del Corpus Domini, in cui i fedeli sono chiamati ad onorare, in
    special modo, con l’adorazione, questo mirabile sacramento9.

                            PALADINO MIMMO, Passione domini, 2020
                                      Messale Romano

            La preoccupazione della Chiesa è che i fedeli non siano estranei
    o muti spettatori a questo Mistero di salvezza. Occorre che si faccia
    una catechesi liturgica per parteciparvi consapevolmente e attivamente.
    Partecipando alla Messa siamo prossimi alla fonte della Grazia. La
    liturgia parla un linguaggio inclusivo: non “Io” ma “Noi”. Non è opera
    del singolo ma della totalità dei fedeli, travalica i limiti del tempo e dello
    spazio, ci fa una sola cosa anche con i beati che vivono nell’eternità.

            La Liturgia è arte divenuta vita, è una questione di salvezza.
    All’uomo è offerta l’occasione di realizzare, sostenuti dalla Grazia, il senso
    più singolare e proprio del suo essere. Essere figli di Dio per mezzo del
    Figlio Gesù Cristo!

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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
La Sacrosanctum Concilium afferma opportunamente che «nella
Celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha un’importanza estrema. Da
essa, infatti, si attingono le letture poi spiegate nell’omelia. Nell’Evangelii
Gaudium papa Francesco dedica un ampio tratto della sua esortazione
proprio all’omelia, alla predicazione «… all’interno della Liturgia… pietra
di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d’incontro di un pastore
con il suo popolo … dentro la cornice di una Celebrazione liturgica… »11
e che guida l’assemblea ad una comunione con Cristo nell’Eucaristia che
cambia la vita.

        Accogliere il Messale è accogliere il Concilio e la sua riflessione
teologico-pastorale: «le indicazioni che il libro liturgico ci offre vanno
aldilà di un semplice funzionalismo rituale ... se rimanessero in questo
angusto ambito, la comunità potrebbe rinchiudersi al massimo nel
godimento estetico ed estetizzante della ritualità celebrativa, ma non
potrebbe accedere alla grandezza dell’evento della salvezza»12.

       La pubblicazione del nuovo Messale è un’opportunità per «un
processo globale di approfondimento della retta comprensione della
celebrazione dell’Eucaristia»13.

                           PALADINO MIMMO, Sepolcro, 2020
                                  Messale Romano

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Nella Sacramentum Caritatis è espresso un principio fondamentale:
    «la migliore catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata»14.

           Affidiamo alle nostre comunità, a partire dal tempo d’Avvento,
    questo nuovo Messale, in un Anno pastorale denso di ombre, quale
    opportunità per riflettere sulla Liturgia, intesa come esperienza di
    conversione alla scuola del Vangelo.

          Ariano Irpino, 22 novembre 2020
               Solennità di Cristo Re
                                                                    Vi benedico paternamente,
                                                                           Sergio, vescovo

      1
        SACROSANCTUM CONCILIUM, n. 1.
      2
        Cf. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Un Messale per le nostre Assemblee. La terza edizione italiana
      del Messale Romano: tra Liturgia e Catechesi, n. 8.
      3
        G. BASSETTI, nota sul nuovo Messale.
      4
        J. RATZINGER, Introduzione allo Spirito della Liturgia, 5.
      5
        SACROSANCTUM CONCILIUM, n. 5.
      6
        SAN TOMMASO, Summa Theol., 2.a 2. æ, q. 81, a. 1.
      7
        CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Il Volto Missionario delle parrocchie in un mondo che cambia n. 3.
      8
        Id.,Messaggio dei Vescovi Italiani in occasione della pubblicazione della terza edizione del messale Romano;
      9
        Cf. ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO, nn. 2-3.
      10
         Cf. SACROSANCTUM CONCILIUM, n. 48.
      11
         Cf. FRANCESCO PP., Evangeli Gaudium, nn. 135ss.
      12
         A. DONGHI, op. cit. in Rivista Liturgica 107 -2 (2020).
      13
         CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Presentazione, n. 6.
      14
         BENEDETTO XVI PP., Sacramentum Caritatis, n. 54.

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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
Non solo il «Padre Nostro». Ecco tutto ciò che cambia con il
nuovo Messale
Giacomo Gambassi, tratto da AVVENIRE di sabato 10 ottobre 2020

Non solo il Padre Nostro. Sarebbe limitante ridurre la ricchezza di novità
che contiene la terza edizione italiana del Messale di Paolo VI a un’unica
preghiera. Che è senz’altro quella di maggior impatto sul “popolo delle
parrocchie” ma che non esaurisce la portata della rinnovata traduzione
del volume per celebrare l’Eucaristia. La “gentile” rivoluzione che inciderà
sulla vita delle comunità è di fatto cominciata. Con l’arrivo del testo
sull’altare delle chiese d’Italia, le “nuove parole” della Messa entrano
nel quotidiano.
Perché il libro liturgico può già essere utilizzato, anche se diventerà
obbligatorio a partire dalla prossima Pasqua, ossia dal 4 aprile 2021,
quando verrà abbandonata la precedente edizione che ha scandito la
Liturgia per quasi quarant’anni, dal 1983. Molte le diocesi o le regioni
ecclesiastiche che hanno deciso di adottare la nuova traduzione dalla
prima domenica d’Avvento, il 29 novembre.
La revisione italiana del Messale scaturito dal Concilio arriva a diciotto
anni dalla terza edizione tipica latina varata dalla Santa Sede nel 2002
che contiene non pochi cambiamenti.

                          PALADINO MIMMO, Ordo Missae, 2020
                                   Messale Romano

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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
La complessa operazione coordinata dalla Cei ha visto numerosi
 esperti collaborare con la Commissione episcopale per la liturgia fino a
 giungere nel novembre 2018 all’approvazione del testo definitivo da parte
 dell’ Assemblea generale dei vescovi italiani. Poi, dopo il “via libera” di
 papa Francesco, il cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha promulgato
 il libro l’8 settembre 2019. E lo scorso 29 agosto la prima copia è stata
 donata al Pontefice.
 La maggior parte delle variazioni riguarda le formule proprie del sacerdote.
 I ritocchi che dovranno essere imparati dall’intera assemblea sono pochi:
 così ha voluto il gruppo di lavoro che ha curato la traduzione per evitare
 “scossoni” destinati a creare eccessive difficoltà. Sarà comunque necessario
 fare l’orecchio alle modifiche. Già nei riti di introduzione dovremmo
 abituarci a un verbo al plurale: «siano». Non sentiremo più «La grazia del
 Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello
 Spirito Santo sia con tutti voi», ma «La grazia del Signore nostro Gesù
 Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano
 con tutti voi».
 È stato rivisto anche l’atto penitenziale con un’ aggiunta “inclusiva”: accanto
 al vocabolo «fratelli» ci sarà «sorelle». Ecco che diremo: «Confesso a Dio
 onnipotente e a voi, fratelli e sorelle... ». Poi:
 «E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi,
 fratelli e sorelle... ». Inoltre il nuovo Messale privilegerà le invocazioni in
 greco «Kýrie, eléison» e «Christe, eléison» sull’italiano «Signore, pietà» e
 «Cristo, pietà». Si arriva al Gloria che avrà la nuova formulazione «pace
 in terra agli uomini, amati dal Signore». Una revisione che sostituisce
 gli «uomini di buona volontà» e che vuole essere più fedele all’originale
 greco del Vangelo.
 La Liturgia eucaristica vede fin dall’inizio alcuni ritocchi. Dopo l’orazione
 sulle offerte, il sacerdote, mentre si lava le mani, non sussurrerà più
 sottovoce «Lavami, Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato»
 ma «Lavami, o Signore, dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi
 puro».
 Poi inviterà a pregare dicendo (anche in questo caso con piccole revisioni):
 «Pregate, fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia, radunata
 dallo Spirito Santo nel nome di Cristo, possa offrire il sacrificio gradito
 a Dio Padre onnipotente».

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Un discorso a parte meritano le Preghiere eucaristiche e i prefazi.
Sono ben sei i nuovi prefazi: uno per i martiri, due per i santi
pastori, due per i santi dottori (che possono essere utilizzati anche
in riferimento alle donne dottore della Chiesa per le quali finora
mancavano testi specifici), uno per la festa di Maria Maddalena.
Inoltre, conformandosi all’ edizione latina, finiscono in appendice
all’ Ordo Missae le Preghiere eucaristiche della Riconciliazione insieme
alle quattro versioni della Preghiera delle Messe “per varie necessità”, già
presente nell’ edizione del 1983 con il titolo Preghiera eucaristica V: la loro
traduzione è stata rivista recependo le varianti presenti nel testo latino.

                   PALADINO MIMMO, Canone Romano, 2020 Messale Romano

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La Preghiera eucaristica II, quella fra le più utilizzate, non manca di
 cambiamenti. Dopo il Santo, il sacerdote dirà allargando le braccia:
 «Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità». E proseguirà: «Ti
 preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito». Tutto
 ciò sostituisce la precedente formulazione: «Padre veramente santo, fonte
 di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito». L’inizio
 del racconto sull’istituzione dell’Eucaristia si trasforma da «Offrendosi
 liberamente alla sua passione» a «Consegnandosi volontariamente alla
 passione». E nell’intercessione per la Chiesa l’unione con «tutto l’ordine
 sacerdotale» diventa con «i presbiteri e i diaconi». Varia anche la Preghiera
 eucaristica della Riconciliazione I dove si leggeva «Prese il calice del vino
 e di nuovo rese grazie» e ora troviamo «Prese il calice colmo del frutto
 della vite».
 I riti di Comunione si aprono con il Padre Nostro. Nella preghiera
 insegnata da Cristo è previsto l’inserimento di un «anche» («Come anche
 noi li rimettiamo»). Quindi il cambiamento caro a papa Francesco: non
 ci sarà più «E non ci indurre in tentazione», ma «Non abbandonarci alla
 tentazione». In questo modo il testo contenuto nella versione italiana Cei
 della Bibbia, datata 2008, e già inserito nella rinnovata edizione italiana
 del Lezionario, entra nell’ordinamento della Messa. È uno dei criteri che
 ha ispirato la revisione del Messale: recepire la più recente traduzione della
 Sacra Scrittura nelle antifone e nei testi di ispirazione biblica presenti nel
 libro liturgico.
 Il rito della pace conterrà la nuova enunciazione «Scambiatevi il dono
 della pace» che subentra a «Scambiatevi un segno di pace». E, quando il
 sacerdote mostrerà il pane e il vino consacrati, dirà:
 «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati
 gli invitati alla cena dell’Agnello». Una rimodulazione perché nel nuovo
 Messale «Beati gli invitati» non apre ma chiude la formula e si parla di
 «cena dell’Agnello», non più di «cena del Signore». Per la conclusione della
 Messa è prevista la nuova formula: «Andate e annunciate il Vangelo del
 Signore».Ma i vescovi danno la possibilità di congedare la gente anche
 con le tradizionali parole latine: Ite, missa est
 Altre novità sono legate al formato del libro, alla veste grafica e all’apparato
 iconografico: infatti la pubblicazione è arricchita dagli “schizzi”

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d’arte nel segno della semplicità realizzati dal maestro campano
Mimmo Paladino. Il volume intende coniugare fedeltà all’edizione
latina e comprensibilità per rendere il rito più accessibile possibile.
Come evidenzia la presentazione Cei, il nuovo Messale deve diventare
un’opportunità per tornare a riscoprire la bellezza della Liturgia, i suoi
gesti, i suoi linguaggi ed è necessario che si trasformi in «occasione di
formazione del popolo a una piena e attiva partecipazione». Ecco la
principale sfida per le parrocchie.

                 PALADINO MIMMO, Tempo Ordinario, 2020 Messale Romano

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PALADINO MIMMO, Assunta, 2020 Messale Romano

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
         Santa Madre di Dio:
   non disprezzare le suppliche di noi
          che siamo nella prova,
       e liberaci da ogni pericolo
     o Vergine gloriosa e benedetta.

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Piazza Plebiscito, 7
83031 Ariano Irpino Av
Tel./Fax: 0825 871139

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