LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II - Lacedonia
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LA CHIESA CHE PREGA IL MESSALE DEL CONCILIO VATICANO II Lettera del Vescovo Sergio ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi/e e a tutto il Popolo di Dio dell’amata Chiesa di Ariano Irpino - Lacedonia in occasione della pubblicazione della III edizione italiana del Messale di San Paolo VI 1
C arissimi fratelli e sorelle, il nuovo Messale Romano va letto alla luce della Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II. «Il sacro Concilio, proponendosi di far crescere ogni giorno di più la vita cristiana tra i fedeli, … di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa, ritiene suo dovere interessarsi in modo speciale anche della riforma e dell’incremento della Liturgia»1. È una sfida perché i Sacramenti e in particolar modo l’Eucaristia per «l’abito della fede», sono un dono, un gesto concreto, un’azione “sorgiva”2. Il cardinal Bassetti, presentando il nuovo Messale lo definisce non solo «uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo desiderio di entrare nel mistero pasquale, di attuarlo nella celebrazione e di tradurlo nella vita. La riconsegna del Messale diventa così un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati, invitati a riscoprire la grazia e la forza del celebrare, il suo linguaggio - fatto di gesti e parole - e il suo essere nutrimento per una piena conversione del cuore»3. Che cosa si intende per Liturgia? E che cosa avviene in essa? La Liturgia è servizio reso al popolo, prestato direttamente per il bene comune. La Sacrosanctum Concilium è un compendio di teologia liturgica, frutto del cammino del “movimento liturgico” che ha segnato tutto il primo Novecento. Questo cammino è stato decisivo perché la Liturgia - con la sua bellezza, la sua ricchezza nascosta e la sua grandezza che travalica il tempo - venisse nuovamente “scoperta” quale centro vitale della Chiesa e della vita cristiana; contribuendo perché si celebrasse in maniera “essenziale” (Romano Guardini), comprendendo la Liturgia a partire dalla sua natura e dalle sue forme interiori, quale preghiera ispirata e guidata dalla Spirito Santo in cui Cristo continua a far irruzione nella nostra vita. 3
Precedentemente la Liturgia «era simile ad un affresco conservato intatto, ma quasi coperto da un “intonaco successivo”; nel Messale con cui il sacerdote celebrava, la sua forma era pienamente presente, così come si era sviluppata dalle origini, ma per i credenti era ampiamente nascosta da istruzioni e forme di preghiera di carattere privato»4. PALADINO MIMMO, Passione, 2020 Messale Romano Il movimento liturgico e il Concilio Vaticano II riportarono alla luce questo affresco con la bellezza dei suoi colori. Nei successivi tentativi di errati restauri fu messo gravemente a rischio e minacciato. Nella riforma liturgica la partecipazione visse varie fasi passando all’inizio dal latino alla lingua parlata, pensando che ai fedeli bastasse pronunciare le risposte, assumere le varie posizioni del corpo e compiere i diversi gesti richiesti dalle celebrazioni. Ciò risultava insufficiente per una partecipazione piena, perché anche se era cambiata la lingua permaneva il rischio di una carente consapevolezza e di un nuovo formalismo. Di qui l’urgenza di una catechesi liturgica per far conoscere la ricchezza del culto della Chiesa, delle sue celebrazioni, dei suoi simboli e di tutto il suo linguaggio. Questo però ancora non bastava senza una partecipazione che vivesse il Mistero: «quest’opera della Redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo dell’Antico Testamento, è stata compiuta da Cristo Signore, specialmente per mezzo del Mistero pasquale della sua beata Passione, Risurrezione da morte e gloriosa Ascensione… dal costato di Cristo dormiente sulla Croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa. 4
Per questo, nella Liturgia, la Chiesa celebra ed annuncia il Mistero pasquale per mezzo del quale Cristo ha compiuto l’opera della nostra salvezza»5. La Liturgia va considerata come l’esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo, mediante la quale con segni sensibili viene significata, realizzata la santificazione dell’uomo e viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù Cristo il culto pubblico integrale. Il dovere fondamentale dell’uomo è orientare verso Dio se stesso e la propria vita. A Lui, «… indefettibile principio,… deve anche costantemente rivolgersi la nostra scelta come ad ultimo fine… » 6. PALADINO MIMMO, Cena domini, 2020 Messale Romano La vita ecclesiale, la vita della parrocchia, è la presenza di una comunità di fedeli nella Chiesa particolare, è una “cellula” a cui appartengono i battezzati, senza esclusione di nessuno, senza possibilità di elitarismo. In essa si vivono rapporti di prossimità, vincoli concreti di conoscenza e di amore, e si accede ai doni sacramentali, al cui centro è l’Eucaristia 7. La comunità ha nella domenica il suo centro vitale e l’Eucaristia ne custodisce il cuore. Nella Chiesa tutto nasce dall’esperienza dell’Eucaristia e tutto vi ritorna nella gioia sempre nuova di un incontro che tutto assume, trasforma e armonizza. Nell’Eucaristia, pane e vino, sono doni preziosi di cui servirsi. Carissimi, custodendo il valore della domenica, saremo anche noi custoditi e con noi le nostre parrocchie, che dall’Eucaristia ricevono il reale nutrimento8. 5
La “lex orandi”, norma della preghiera della Chiesa, corrisponde alla sua regola di fede, la “lex credendi”, in essa vi è piena identità tra il sacrificio della croce e la sua rinnovazione sacramentale nella Messa, che Cristo Signore ha istituito nell’ultima Cena. La Messa è, quindi, insieme sacrificio di lode, azione di grazia, di propiziazione e di espiazione. Nella celebrazione della Messa, questo mistero è posto in luce non solo dalle parole della consacrazione, che rendono Cristo presente per mezzo della “transustanziazione”, ma anche dal senso e dall’espressione esteriore di sommo rispetto e di adorazione proprio della liturgia eucaristica. Ne è prova la celebrazione della Cena del Signore, il “Giovedì santo”, e la solennità del Corpus Domini, in cui i fedeli sono chiamati ad onorare, in special modo, con l’adorazione, questo mirabile sacramento9. PALADINO MIMMO, Passione domini, 2020 Messale Romano La preoccupazione della Chiesa è che i fedeli non siano estranei o muti spettatori a questo Mistero di salvezza. Occorre che si faccia una catechesi liturgica per parteciparvi consapevolmente e attivamente. Partecipando alla Messa siamo prossimi alla fonte della Grazia. La liturgia parla un linguaggio inclusivo: non “Io” ma “Noi”. Non è opera del singolo ma della totalità dei fedeli, travalica i limiti del tempo e dello spazio, ci fa una sola cosa anche con i beati che vivono nell’eternità. La Liturgia è arte divenuta vita, è una questione di salvezza. All’uomo è offerta l’occasione di realizzare, sostenuti dalla Grazia, il senso più singolare e proprio del suo essere. Essere figli di Dio per mezzo del Figlio Gesù Cristo! 6
La Sacrosanctum Concilium afferma opportunamente che «nella Celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha un’importanza estrema. Da essa, infatti, si attingono le letture poi spiegate nell’omelia. Nell’Evangelii Gaudium papa Francesco dedica un ampio tratto della sua esortazione proprio all’omelia, alla predicazione «… all’interno della Liturgia… pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d’incontro di un pastore con il suo popolo … dentro la cornice di una Celebrazione liturgica… »11 e che guida l’assemblea ad una comunione con Cristo nell’Eucaristia che cambia la vita. Accogliere il Messale è accogliere il Concilio e la sua riflessione teologico-pastorale: «le indicazioni che il libro liturgico ci offre vanno aldilà di un semplice funzionalismo rituale ... se rimanessero in questo angusto ambito, la comunità potrebbe rinchiudersi al massimo nel godimento estetico ed estetizzante della ritualità celebrativa, ma non potrebbe accedere alla grandezza dell’evento della salvezza»12. La pubblicazione del nuovo Messale è un’opportunità per «un processo globale di approfondimento della retta comprensione della celebrazione dell’Eucaristia»13. PALADINO MIMMO, Sepolcro, 2020 Messale Romano 7
Nella Sacramentum Caritatis è espresso un principio fondamentale: «la migliore catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata»14. Affidiamo alle nostre comunità, a partire dal tempo d’Avvento, questo nuovo Messale, in un Anno pastorale denso di ombre, quale opportunità per riflettere sulla Liturgia, intesa come esperienza di conversione alla scuola del Vangelo. Ariano Irpino, 22 novembre 2020 Solennità di Cristo Re Vi benedico paternamente, Sergio, vescovo 1 SACROSANCTUM CONCILIUM, n. 1. 2 Cf. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Un Messale per le nostre Assemblee. La terza edizione italiana del Messale Romano: tra Liturgia e Catechesi, n. 8. 3 G. BASSETTI, nota sul nuovo Messale. 4 J. RATZINGER, Introduzione allo Spirito della Liturgia, 5. 5 SACROSANCTUM CONCILIUM, n. 5. 6 SAN TOMMASO, Summa Theol., 2.a 2. æ, q. 81, a. 1. 7 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Il Volto Missionario delle parrocchie in un mondo che cambia n. 3. 8 Id.,Messaggio dei Vescovi Italiani in occasione della pubblicazione della terza edizione del messale Romano; 9 Cf. ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO, nn. 2-3. 10 Cf. SACROSANCTUM CONCILIUM, n. 48. 11 Cf. FRANCESCO PP., Evangeli Gaudium, nn. 135ss. 12 A. DONGHI, op. cit. in Rivista Liturgica 107 -2 (2020). 13 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Presentazione, n. 6. 14 BENEDETTO XVI PP., Sacramentum Caritatis, n. 54. PALADINO MIMMO, Pentecoste, 2020 Messale Romano 8
Non solo il «Padre Nostro». Ecco tutto ciò che cambia con il nuovo Messale Giacomo Gambassi, tratto da AVVENIRE di sabato 10 ottobre 2020 Non solo il Padre Nostro. Sarebbe limitante ridurre la ricchezza di novità che contiene la terza edizione italiana del Messale di Paolo VI a un’unica preghiera. Che è senz’altro quella di maggior impatto sul “popolo delle parrocchie” ma che non esaurisce la portata della rinnovata traduzione del volume per celebrare l’Eucaristia. La “gentile” rivoluzione che inciderà sulla vita delle comunità è di fatto cominciata. Con l’arrivo del testo sull’altare delle chiese d’Italia, le “nuove parole” della Messa entrano nel quotidiano. Perché il libro liturgico può già essere utilizzato, anche se diventerà obbligatorio a partire dalla prossima Pasqua, ossia dal 4 aprile 2021, quando verrà abbandonata la precedente edizione che ha scandito la Liturgia per quasi quarant’anni, dal 1983. Molte le diocesi o le regioni ecclesiastiche che hanno deciso di adottare la nuova traduzione dalla prima domenica d’Avvento, il 29 novembre. La revisione italiana del Messale scaturito dal Concilio arriva a diciotto anni dalla terza edizione tipica latina varata dalla Santa Sede nel 2002 che contiene non pochi cambiamenti. PALADINO MIMMO, Ordo Missae, 2020 Messale Romano 9
La complessa operazione coordinata dalla Cei ha visto numerosi esperti collaborare con la Commissione episcopale per la liturgia fino a giungere nel novembre 2018 all’approvazione del testo definitivo da parte dell’ Assemblea generale dei vescovi italiani. Poi, dopo il “via libera” di papa Francesco, il cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha promulgato il libro l’8 settembre 2019. E lo scorso 29 agosto la prima copia è stata donata al Pontefice. La maggior parte delle variazioni riguarda le formule proprie del sacerdote. I ritocchi che dovranno essere imparati dall’intera assemblea sono pochi: così ha voluto il gruppo di lavoro che ha curato la traduzione per evitare “scossoni” destinati a creare eccessive difficoltà. Sarà comunque necessario fare l’orecchio alle modifiche. Già nei riti di introduzione dovremmo abituarci a un verbo al plurale: «siano». Non sentiremo più «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi», ma «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi». È stato rivisto anche l’atto penitenziale con un’ aggiunta “inclusiva”: accanto al vocabolo «fratelli» ci sarà «sorelle». Ecco che diremo: «Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle... ». Poi: «E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle... ». Inoltre il nuovo Messale privilegerà le invocazioni in greco «Kýrie, eléison» e «Christe, eléison» sull’italiano «Signore, pietà» e «Cristo, pietà». Si arriva al Gloria che avrà la nuova formulazione «pace in terra agli uomini, amati dal Signore». Una revisione che sostituisce gli «uomini di buona volontà» e che vuole essere più fedele all’originale greco del Vangelo. La Liturgia eucaristica vede fin dall’inizio alcuni ritocchi. Dopo l’orazione sulle offerte, il sacerdote, mentre si lava le mani, non sussurrerà più sottovoce «Lavami, Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato» ma «Lavami, o Signore, dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro». Poi inviterà a pregare dicendo (anche in questo caso con piccole revisioni): «Pregate, fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia, radunata dallo Spirito Santo nel nome di Cristo, possa offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente». 10
Un discorso a parte meritano le Preghiere eucaristiche e i prefazi. Sono ben sei i nuovi prefazi: uno per i martiri, due per i santi pastori, due per i santi dottori (che possono essere utilizzati anche in riferimento alle donne dottore della Chiesa per le quali finora mancavano testi specifici), uno per la festa di Maria Maddalena. Inoltre, conformandosi all’ edizione latina, finiscono in appendice all’ Ordo Missae le Preghiere eucaristiche della Riconciliazione insieme alle quattro versioni della Preghiera delle Messe “per varie necessità”, già presente nell’ edizione del 1983 con il titolo Preghiera eucaristica V: la loro traduzione è stata rivista recependo le varianti presenti nel testo latino. PALADINO MIMMO, Canone Romano, 2020 Messale Romano 11
La Preghiera eucaristica II, quella fra le più utilizzate, non manca di cambiamenti. Dopo il Santo, il sacerdote dirà allargando le braccia: «Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità». E proseguirà: «Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito». Tutto ciò sostituisce la precedente formulazione: «Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito». L’inizio del racconto sull’istituzione dell’Eucaristia si trasforma da «Offrendosi liberamente alla sua passione» a «Consegnandosi volontariamente alla passione». E nell’intercessione per la Chiesa l’unione con «tutto l’ordine sacerdotale» diventa con «i presbiteri e i diaconi». Varia anche la Preghiera eucaristica della Riconciliazione I dove si leggeva «Prese il calice del vino e di nuovo rese grazie» e ora troviamo «Prese il calice colmo del frutto della vite». I riti di Comunione si aprono con il Padre Nostro. Nella preghiera insegnata da Cristo è previsto l’inserimento di un «anche» («Come anche noi li rimettiamo»). Quindi il cambiamento caro a papa Francesco: non ci sarà più «E non ci indurre in tentazione», ma «Non abbandonarci alla tentazione». In questo modo il testo contenuto nella versione italiana Cei della Bibbia, datata 2008, e già inserito nella rinnovata edizione italiana del Lezionario, entra nell’ordinamento della Messa. È uno dei criteri che ha ispirato la revisione del Messale: recepire la più recente traduzione della Sacra Scrittura nelle antifone e nei testi di ispirazione biblica presenti nel libro liturgico. Il rito della pace conterrà la nuova enunciazione «Scambiatevi il dono della pace» che subentra a «Scambiatevi un segno di pace». E, quando il sacerdote mostrerà il pane e il vino consacrati, dirà: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello». Una rimodulazione perché nel nuovo Messale «Beati gli invitati» non apre ma chiude la formula e si parla di «cena dell’Agnello», non più di «cena del Signore». Per la conclusione della Messa è prevista la nuova formula: «Andate e annunciate il Vangelo del Signore».Ma i vescovi danno la possibilità di congedare la gente anche con le tradizionali parole latine: Ite, missa est Altre novità sono legate al formato del libro, alla veste grafica e all’apparato iconografico: infatti la pubblicazione è arricchita dagli “schizzi” 12
d’arte nel segno della semplicità realizzati dal maestro campano Mimmo Paladino. Il volume intende coniugare fedeltà all’edizione latina e comprensibilità per rendere il rito più accessibile possibile. Come evidenzia la presentazione Cei, il nuovo Messale deve diventare un’opportunità per tornare a riscoprire la bellezza della Liturgia, i suoi gesti, i suoi linguaggi ed è necessario che si trasformi in «occasione di formazione del popolo a una piena e attiva partecipazione». Ecco la principale sfida per le parrocchie. PALADINO MIMMO, Tempo Ordinario, 2020 Messale Romano 13
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PALADINO MIMMO, Assunta, 2020 Messale Romano Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo o Vergine gloriosa e benedetta. 15
Piazza Plebiscito, 7 83031 Ariano Irpino Av Tel./Fax: 0825 871139 16
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