Generi, saperi e giustizia sociale - Unipd
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Generi, saperi e giustizia sociale a.a. 2022/2023 General course coordinato da Annalisa Oboe (DiSLL) e Luca Trappolin (FiSPPA). Le lezioni si svolgono in Aula 3 al Complesso Beato Pellegrino, il venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30, a partire dal 3 marzo 2023. Programma Lezione 1. Introduzione al corso e al concetto di stereotipo (3 marzo) Annalisa Oboe: Cos’è il general course e come si svolge? Presentazione del progetto e degli obiettivi dell’insegnamento, delle modalità di svolgimento delle lezioni e della prova finale. Le docenti e i docenti del corso si presentano Caterina Suitner: Stereotipi di genere: definizione, origini, e conseguenze. L’intervento propone di definire lo ‘stereotipo’, distinguendolo da concetti affini quali il pregiudizio, la discriminazione e l’oggettivazione. Analizza i contenuti degli stereotipi di genere, la loro natura descrittiva e prescrittiva, e i loro risvolti concreti, ovvero come si traducono in pregiudizio e in sessismo. Vengono delineate le basi socio-cognitive degli stereotipi di genere, assieme ai meccanismi che li rendono così persistenti anche di fronte a palesi controprove, e cosa succede a chi osa violare tali stereotipi. Viene descritta la natura asimmetrica degli stereotipi e la teoria della mascolinità precaria, con qualche riflessione rispetto alle possibili contromisure. Infine, esamina gli effetti degli stereotipi di genere sulla prestazione e le capacità di donne e uomini, con particolare attenzione al fenomeno della minaccia dello stereotipo. Lezione 2. La costruzione storica del femminile e del maschile in Occidente (10 marzo) Carlotta Sorba, Isabelle Chabot, Maria Cristina La Rocca, Laura Schettini: L’incontro propone un percorso attraverso la storia delle donne e di genere, ricostruendo le ragioni e le domande intorno alle quali è nata, gli sviluppi e le innovazioni. Attraverso la discussione di specifici casi di studio si guarderà anche al modo in cui questo nuovo approccio ha contribuito alla rilettura di snodi e dimensioni fondamentali, come la cultura materiale, la proprietà e la famiglia, la concezione della politica e della cittadinanza. Lezione 3. La prospettiva intersezionale (17 marzo)
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Anna Scacchi e Renata Morresi: Soggettività, Intersezioni, diseguaglianze. La lezione si articola in due momenti. il primo prende in esame il concetto di intersezionalità nella teoria della diseguaglianza, a partire dalla formulazione avanzata dalla giurista afroamericana Kimberlé Crenshaw in un saggio del 1989, in cui denuncia la tendenza a trattare genere e razza come due categorie identitarie e di analisi separate, che rende invisibile la multidimensionalità dell’esperienza delle donne nere. Dopo una breve presentazione del dibattito che si è sviluppato negli anni successivi sull’intersezione di diverse categorie sociali nella rappresentazione e autorappresentazione delle soggettività, si passerà ad esaminarne la genesi storico-culturale nel pensiero delle donne afroamericane, dall’idea emersa già nell’Ottocento, grazie a Sojourner Truth, Harriet Jacobs e Anna Julia Cooper, di una specificità della condizione delle schiave e delle donne nere irriducibile a discorsi mutualmente escludenti di genere, classe e/o razza, all’applicazione di tale idea alla storiografia della schiavitù in Angela Davis, “Reflections on the Black Woman's Role in the Community of Slaves” (1972) e Women, Race, and Class (1981). alla lucida analisi della interconnessione di molteplici sistemi di oppressione avanzata nel manifesto del Combahee River Collective (1977), nella pionieristica antologia All the Women Are White, All the Blacks Are Men, But Some of Us Are Brave (1982), e nei saggi di bell hooks e Patricia Hill Collins. Nel secondo momento, di taglio seminariale, si utilizzerà l’approccio intersezionale per analizzare esempi tratti da film e altri materiali audiovisivi. Lezione 4. Sesso / Genere / Gender (24 marzo) Antonella Viola: La biologia del sesso. Cos’è il sesso biologico? Da cosa è determinato nell’essere umano? E cos’è l’intersessualità? Quali fattori determinano l’orientamento sessuale? E che differenza c’è tra orientamento sessuale e identità di genere? La nostra lezione affronterà le basi biologiche delle differenze legate al sesso e cercherà di svelare quegli stereotipi che ingabbiano la nostra società in una visione del mondo statica e binaria. Luca Trappolin: La mobilitazione contro la cosiddetta ideologia del gender in Italia e in Europa. L'intervento affronterà il tema delle mobilitazioni contro la cosiddetta ideologia del gender, in Italia e in altri paesi europei. I temi di cui si discuterà saranno l'eterogenea composizione dell'area di movimento, le poste in gioco e le strategie d'azione visibili nella sfera pubblica. L'obiettivo consiste nella costruzione di un framework dentro il quale inserire il fenomeno e le molteplici appropriazioni concettuali operate in chiave anti-femminista e anti-LGBTQI+. Lezione 5. Linguaggi, media e comunicazione (31 marzo) L’incontro è occasione per riflettere su come temi, problemi e linguaggi di genere attraversano i media come istituzioni e come luoghi di produzione e riproduzione delle dinamiche sociali. La lezione mira a trasmettere la complessità del rapporto fra processi di comunicazione e questioni di genere, e a fornire lenti di lettura e strumenti per muoversi nel contesto mediatico in maniera critica. Chiara Xausa: Rappresentare le identità di genere in una lingua che cambia. Vengono proposte riflessioni sul nesso tra il linguaggio e la rappresentazione/percezione della realtà. 2
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Nello specifico, vengono illustrate e discusse alcune recenti ricerche sul superamento del maschile sovraesteso e del binarismo di genere nella lingua italiana, nell’intento di stimolare una riflessione sull’importanza dell’uso della lingua nel far sì che ogni soggettività possa sentirsi inclusa nei discorsi e nelle narrazioni. Cosimo Marco Scarcelli: Media digitali, genere e sessualità. Vengono illustrate le principali teorie che incorniciano il rapporto tra media digitali, genere e sessualità e, in seconda battuta, vengono illustrate alcune ricerche che recentemente si sono interessate di questi temi. Nello specifico ci si concentra sulla violenza online, sulla performance di genere nei social media, sulle pratiche di maschilità e omosocialità e sulle storie di coming-out digitali. Questo per costruire assieme alle/agli studenti uno sguardo critico capace di intrecciare le caratteristiche dei media digitali con la matrice performativa del “fare genere”. Lezione 6. Saperi e innovazioni di genere (14 aprile) Giulia Treu: Il ruolo delle donne nella conoscenza scientifica. Dopo un rapido excursus storico sulle donne e la scienza ci focalizzeremo sulla situazione attuale analizzando i percorsi scolastici, i risultati scolastici e le carriere professionali attraverso i dati del Ministero dell’Istruzione, del Ministero dell’Università e Ricerca, il Bilancio di Genere dell’Università e i dati di altre istituzioni nazionali e internazionali. Analisi di alcuni dati in una prospettiva storica sia di lungo periodo che per capire le tendenze più recenti. Alcuni casi significativi: i corsi di laurea in Matematica e in Informatica/Ingegneria dell’Informazione, alcune Scuole di Eccellenza. L’influenza degli stereotipi sulle scelte scolastiche e di carriera delle donne. Le carriere delle donne in ambito STEM: difficoltà e successi. L’importanza dei modelli e delle figure di riferimento. Silvana Badaloni: Genere, scienza e innovazioni di genere. In questa lezione si intende trattare la tematica di come si possa includere la dimensione del genere nei contenuti della scienza, in tutti i campi del sapere. La prima parte della lezione sarà dedicata alle questioni metodologiche fondanti una nuova scienza che tenga conto del genere e alla illustrazione dei case studies in molti campi del sapere, riportati nel progetto sulle "Gendered Innovations" curato da Londa Schiebinger. Una seconda parte della lezione verrà dedicata all'analisi dal punto di vista di genere degli algoritmi di Machine Learning. Dopo una breve introduzione all'Intelligenza Artificiale, verrà mostrato come tali algoritmi possono essere affetti dai pregiudizi di genere e di etnia diffusi nella società. Francesca M. Susin: Ingegneria applicata alla medicina di genere. La lezione intende portare l’attenzione sulle ragioni per cui l’ingegneria applicata alla salute umana deve far propria la prospettiva di genere per sviluppare soluzioni affidabili, innovative, inclusive e paritarie. Si illustrerà, utilizzando esempi relativi a problematiche cardiovascolari, l’attuale (dis)attenzione dei modelli ingegneristici alle peculiarità di sesso e genere della popolazione rappresentata, e si sottolineerà come ciò non solo penalizza pesantemente la popolazione femminile ma anche, di fatto, quella maschile. Da ultimo, ma non per importanza, si evidenzieranno le criticità operative e culturali che attualmente si incontrano nello sviluppare un’ingegneria attenta al genere e, anche sollecitando il contributo creativo delle studentesse e degli studenti presenti alla lezione, si proporranno possibili strategie mitigative. 3
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Lezione 7. Spazio (21 aprile) Annalisa Oboe: I luoghi della cultura. Parliamo di spazi (più o meno pubblici) dedicati alla storia, alla cultura, alla scienza e all’arte – quali per esempio i musei, che si configurano come collezioni importanti di qualsiasi tipo di oggetti relativi alla natura, all’umanità, all’arte, alla scienza. Parliamo anche di quei luoghi delle città europee e italiane, quali le piazze e le strade, che rappresentano o dovrebbero rappresentare spazi pubblici di memoria storica e culturale per chi ci vive, ci lavora, li percorre e li attraversa. In altre parole, parliamo di spazi che contengono il nostro patrimonio culturale, e dell’opportunità di decolonizzare/ depatriarchalizzare lo sguardo e le politiche che sottendono alla conservazione artistica del ‘patrimonio’ da un lato e, dall’altro, di aprire alla rappresentazione inclusiva attraverso interventi che promuovono cambiamento culturale e agganciano politiche di giustizia sociale. Maria Cristina Lavagnolo: Lo spazio da ‘curare’: genere e sostenibilità ambientale. La prevenzione all’inquinamento è declinata al femminile: esperienze da paesi vicini e lontani. Nella maggior parte del mondo, le donne si prendono cura dei bambini e degli anziani; assumono sulle proprie spalle la maggior parte del carico di lavoro riguardante la salute e l'igiene della famiglia; sono responsabili della cucina e della nutrizione familiare; e spesso si occupano della gestione dei rifiuti domestici. Le madri educano figli/e all'igiene della casa e della comunità. In tutto il mondo, il 70-80% di tutti gli acquisti è effettuato dalle donne, attraverso una combinazione del loro potere d'acquisto e influenza. Quando si tratta di articoli casalinghi tipici, quel potere d'acquisto è ancora più elevato. Inoltre, in generale, le donne costituiscono la maggior parte degli utenti dei servizi municipali, rendendole beneficiarie ideali di progetti di gestione dei rifiuti solidi poiché generalmente danno al miglioramento dei servizi una priorità maggiore rispetto agli uomini. Per questo le donne sono le principali agenti di cambiamento quando si parla di questioni legate alla sostenibilità ambientale, in particolare alla gestione dei rifiuti. Verranno presentate esperienze internazionali dei rifiuti in situazioni critiche (e.g.: paesi in via di sviluppo, campi rifugiati) in cui le donne hanno saputo tramutare un’inesistente gestione dei rifiuti in un’opportunità per la comunità locale. Lezione 8. Violenza (28 aprile) Patrizia Zantedeschi: La violenza maschile sulle donne: il fenomeno, le storie e i percorsi. La violenza maschile nei confronti delle donne, nelle sue varie forme, è un fenomeno complesso che interessa aspetti relazionali e comportamenti sociali che rimangono in gran parte sommersi, lontani dallo sguardo dell’osservatore. È un fenomeno trasversale che può interessare tutte le etnie e i gruppi religiosi, ogni livello socioeconomico e culturale e non è ascrivibile a particolari caratteristiche psicopatologiche né dell’autore né della sua vittima. In questo incontro indagheremo in particolare la violenza che si sviluppa all’interno delle relazioni intime, nell’ambito di un rapporto di coppia in cui si stabiliscono e si perpetuano dinamiche di dominio e di controllo, attraverso l’utilizzo della forza e l’esercizio del potere di un partner sull’altro. A partire dall’esperienza del Centro Antiviolenza che opera nel territorio di Padova e Provincia analizzeremo in modo molto concreto, attraverso la rilettura di alcune storie di donne che sono state accolte nelle strutture di protezione, quali azioni sia possibile 4
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA mettere in atto per contrastare il fenomeno della violenza e restituire dignità, giustizia e libertà alle donne. La lezione utilizzerà una metodologia attiva attraverso il coinvolgimento dei partecipanti nell’analisi di storie di donne accolte al centro e del materiale audiovisivo proposto. Angela M. Toffanin: ‘Dal nostro punto di vista’. Ricerche, politiche e professionalità per uscire dalle violenze contro le donne. La riflessione ripercorre ricerche recenti sui percorsi di uscita dalle violenze contro le donne, in particolare in riferimento agli interventi e alle politiche nel contesto italiano. Tenendo presente l'evoluzione storica del sistema antiviolenza in Italia e i nodi della governance attuale, verrà analizzato un percorso caratterizzato dalla tensione, contradittoria, tra le tendenze alla standardizzazione professionale e istituzionale degli interventi, e le necessità, riconosciuta, di implementare gli obiettivi di sostegno alla presa di consapevolezza e all'autonomia delle donne attraverso la personalizzazione. Alla luce sia della letteratura che delle leggi e convenzioni internazionali, verrà discussa la validità, nell’analisi e nel contrasto del fenomeno, dell’approccio di genere, che considera l’egemonia maschile sulla violenza legittima e illegittima e, anche arricchendosi di una postura intersezionale, motiva perché e in che senso non è una questione gender neutral. A partire dal confronto di questi diversi approcci, sarà proposto un lavoro di gruppo sulle definizioni di violenza maschile contro le donne. Si lavorerà sull'analisi del discorso, utilizzando esempi da documenti di istituzioni nazionali e internazionali, dalla letteratura scientifica, da intervistate condotte nei centri antiviolenza e nelle reti territoriali antiviolenza. Lezione 9. Denaro (5 maggio) Martina Gianecchini, Annalisa Rosselli (Accademia Nazionale dei Lincei e Università di Roma Tor Vergata). La lezione si propone di approfondire alcune tematiche collegate all’economia e alla gestione delle aziende da una prospettiva di genere. Nella lezione si illustreranno i risultati positivi che sono derivati dall'incontro tra scienza economica e femminismo (intendendo con questo la convinzione che le differenze di genere che troviamo nell'organizzazione sociale economica e politica della nostra società siano un prodotto storico e non siano spiegabili con differenze naturali e quindi debbano e possano essere contrastate). Il femminismo ha non solo ampliato il campo di indagine dell'economia, introducendo dimensioni che prima restavano estranee – prime fra tutte quelle del lavoro di cura –, ma anche mutato la prospettiva. Al medesimo tempo l'economia ha fornito strumenti per analizzare la disuguaglianza di genere e politiche per contrastarla. Nella lezione si parlerà delle disuguaglianze di genere e di come misurarle, con particolare riferimento all'Italia; si discuterà del ruolo economico del lavoro di cura e di come non possa essere ignorato quando si prospettano piani economici di sviluppo e di crescita. Nella seconda parte della lezione, si svolgerà una riflessione sul modo in cui – attraverso le loro attività di gestione delle risorse umane – le organizzazioni possono favorire od ostacolare lo sviluppo professionale delle donne. Si rifletterà in particolare sulle attività di reclutamento e selezione, di formazione e sviluppo, di valutazione della performance e sulle politiche retributive. In aggiunta a queste attività si compirà un approfondimento su azioni di Diversty, Equality and Inclusion anche grazie a una testimonianza aziendale. 5
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Lezione 10. Genere, rappresentanza politica e rappresentazione (12 maggio) Lorenza Perini e Claudia Padovani: Genere e rappresentanza politica. Prima parte: “Le ragioni della (dis)parità”. La scarsa presenza di donne elette in politica non è certamente cosa nuova. Un ampio dibattito in Italia e in Europa segnala che si tratta di un serio problema che ha cause molteplici. Su questo vale la pena soffermarsi per chiarire alcune coordinate rispetto allo “stato dell’arte” del discorso pubblico. Nella lezione discuteremo di come argomentazioni superficiali pretendano che l’esigua presenza di donne elette abbia a che fare con la democrazia rappresentativa, che per questo risulterebbe “incompiuta”. Ma è davvero così? Discuteremo come il nostro tipo di democrazia risulti comunque compiuta anche se le donne elette sono poche; e considereremo criticamente il fatto che si giustifica la richiesta di maggior partecipazione delle donne nelle arene decisionali con l’assunto che esse, se in numero adeguato, sarebbero in grado di modificare sia il modo che i contenuti stessi della politica. Anche in questo caso si tratta di un assunto molto dubbio, oltre che mai dimostrato. Se così fosse, ogni soggettività risulterebbe appiattita su una definizione univoca di donne non solo portatrici forzate di cambiamenti radicali, ma anche dotate di presunti poteri salvifici, cosa decisamente non plausibile. In definitiva ci si aspetta che le donne, in numero adeguato, cambino la forma e i contenuti delle politiche. Ma non viene mai esplicitato quali dovrebbero essere questi cambiamenti, e quali sarebbero i poteri salvifici di cui esse dovrebbero essere dotate. Seconda parte: “Rappresentazione mediatica della politica e le sfide della parità”. Alle questioni poste cercheremo di dare seguito attraverso una lente specifica: quella della rappresentazione mediatica di donne e uomini in politica. Si tratterà della persistenza di stereotipi e discriminazioni, che spesso silenziano, svantaggiano e marginalizzano le donne, nella loro diversità, e gruppi minoritari; e si parlerà di come questioni legate alla libertà di espressione si leghino alle discriminazioni di genere. Questa parte della lezione si collega, oltre che alle questioni trattate nella prima parte, anche alla lezione dedicata a linguaggi e media e alla lezione dedicata agli stereotipi, ma sviluppa un focus specifico sul ruolo e la responsabilità dell’informazione nel veicolare messaggi che possono favorire o precludere la rappresentanza politica. Gli argomenti saranno trattati a partire da materiali audiovisivi creati da studenti e studentesse dell’Uiversità di Padova nell’ambito di un progetto coordinato dall’International Federation of Journalists e finanziato dall’Unione Europea. La discussione in aula consentirà di acquisire consapevolezza sui diversi aspetti problematici della rappresentazione di donne e uomini in politica, e di acquisire strumenti per saper riconoscere stereotipi espliciti e sottili veicolati nel mondo dei media e suggerimenti su come sfidare tali stereotipi. Inoltre il confronto consentirà di riflettere sul rapporto fra media tradizionali e digitali – in particolare social media – nel definire confini e modalità della comunicazione politica, in particolare delle donne. Lezione 11. Lavoro (19 maggio) Tania Toffanin e Elena Pasqualetto: Il lavoro in una prospettiva di genere. Lavoro retribuito e non retribuito. La segregazione formativa e occupazionale: divisione di genere nell’ambito 6
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA dei percorsi scolastici, disuguaglianze di genere nell’accesso al lavoro e nel rapporto di lavoro. In questa prima parte della lezione ci si prefigge di tematizzare il lavoro in una prospettiva di genere, disarticolando la categoria di “lavoro”, a partire dalla letteratura sul lavoro domestico e di cura. Il lavoro domestico e di cura, svolto ancora principalmente dalle donne all’interno della famiglia e della cerchia parentale, senza alcuna forma di retribuzione, è stato per lungo tempo occultato nell’analisi dello sviluppo sociale ed economico: il suo esame è fondamentale, tuttavia, per spiegare le divisioni di genere presente nella sfera pubblica e in quella privata. L’asimmetria presente nel lavoro domestico e di cura e le rappresentazioni del maschile e del femminile spiegano dapprima i processi di segregazione formativa poi la segregazione occupazionale (verticale e orizzontale) presente. Si esaminerà quindi il caso italiano, con peculiare riferimento al sistema occupazionale secondo una prospettiva storica e sociologica, utile a far comprendere gli elementi strutturali delle disparità di genere presenti per analizzare poi dati attuali in prospettiva comparata (Eurostat). Strumenti normativi per combattere la segregazione occupazionale delle donne e le disparità di trattamento. Dalla tutela della lavoratrice madre alla parità di trattamento, ai divieti di discriminazione, alle pari opportunità, al work-life balance. Problemi di effettività e recenti tentativi di soluzione: l. n. 162/2021 di modifica del Codice delle pari opportunità; d.lgs. n. 105/2022 sull’equilibrio tra vita familiare e vita lavorativa; l. n. 32/2022, c.d. Family act. In questa parte della lezione ci si propone di analizzare gli strumenti che la normativa giuslavoristica mette a disposizione delle donne lavoratrici per assicurare loro un’effettiva parità di trattamento e di opportunità. Premesso un rapido excursus sulle principali tappe del processo che ha condotto a superare la logica protettiva ed a distinguere le tutele riservate alla lavoratrice in quanto madre dalla disciplina del lavoro della donna in quanto tale, l’accento verrà posto sulla molteplicità degli strumenti che aggrediscono il problema da svariati fronti, ma che soffrono di un atavico difetto di effettività, acutizzato dall’emergenza pandemica. Si parlerà quindi di parità di trattamento (salariale e non solo), di pari opportunità (tra azioni positive e “quote rosa”), di discriminazioni e molestie, di limiti al licenziamento e alle dimissioni delle donne, di tipologie contrattuali e modalità lavorative “al femminile”, di congedi e altri strumenti di conciliazione vita familiare - lavoro, con una particolare attenzione al recente decreto “equilibrio”. Lezione 12. Salute (26 maggio) Giovannella Baggio: Dalla medicina di genere alla medicina genere-specifica. Già Ordinaria di “Medicina di Genere” all'Università di Padova, la professoressa Baggio introdurrà gli studenti e le studentesse alla medicina genere specifica dandone la definizione, ben più ampia di quanto si possa ritenere, illustrandone le motivazioni e gli obiettivi, e collocando nel tempo e nello spazio normativo la nascita di questa nuova disciplina in campo internazionale, nazionale, locale. Marina Miscioscia: Le sfide della pandemia: benessere e salute mentale. La lezione prende in esame i dati presenti in letteratura circa gli effetti della pandemia COVID-19 sulla salute mentale; in particolare l’intervento prevedrà un focus specifico sugli effetti psicologici ed emotivi della pandemia su donne, bambini e adolescenti, tra i soggetti più particolarmente 7
CENTRO DI ATENEO ELENA CORNARO ♦ UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA colpiti dall’emergenza sanitaria. Gli effetti su benessere e salute mentale verranno esplorati sia nella dimensione attuale che per i possibili effetti a lungo termine. 8
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