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Gelbison, Ferazzoli: «I play off sono un traguardo arrivato grazie a tutto l’ambiente» di Davide Villa VALLO DELLA LUCANIA – Dovrà attendere fino al 7 luglio la Gelbison per tornare in campo per la semifinale play off contro il San Luca La Lnd ha infatti rese note le date dei recuperi e dei play off, la cui finale sarà in programma il 10 luglio. Nonostante ci siano nove match da recuperare, l’avversario dei vallesi è già certo: “Sapere le date finalmente ci consente – ha dichiarato il tecnico della Gelbison, Ferazzoli – di programmare meglio l’appuntamento anche se c’è stanchezza fisica e mentale in questo momento della stagione. Questa settimana è andata via bene perché dopo tre vittorie consecutive l’entusiasmo c’è. Abbiamo raggiunto il terzo posto, il record di punti del club in Serie D e possiamo essere soddisfatti. Questa coda con i recuperi crea qualche scompenso ma non possiamo farci niente”. Sicuramente al termine di una stagione lunghissima le squadre non possono essere certamente al top della condizione: “Incideranno molto lo stato mentale e le motivazioni. Fisicamente non so quali saranno le condizioni delle squadre che partecipano ai play off. Il San Luca, insieme al Rotonda, è una delle squadre più fastidiose da aiutare, sarà difficile anche se avremo il vantaggio di giocare in casa e di avere due risultati su tre a disposizione”. Al momento però resta la soddisfazione per un risultato straordinario: “Tutti siamo contenti dei risultati ottenuti in questa stagione, nessuno se l’aspettava. In alcuni momenti abbiamo cullato anche il sogno della promozione diretta ma questo è solo il primo anno di un progetto di crescita e dobbiamo andare fieri di quanto fatto dalla
società, dallo staff tecnico e dai giocatori. Tutto il mondo Gelbison ha funzionato nel migliore dei modi. Il futuro? Il futuro è San Luca. Vediamo cosa succede alla fine della stagione. Adesso pensiamo a vincere i play off innanzitutto”. Napoli, sarà rivoluzione anche per le maglie di Giuseppe Vitolo NAPOLI – Si alza il sipario sulla nuova stagione del Napoli. Mercoledì prossimo, alle ore 15:45, parlerà in conferenza stampa Aurelio De Laurentiis, mettendo fine al silenzio stampa avviato lo scorso febbraio. Si palerà di passato, presente e futuro: di obiettivi del club, di Spalletti e di Gattuso. ma anche di novità. E ce n’è una, in particolare, che rischia di fare da apripista per le strategie future di molte società. Il numero della società partenopea annuncerà la sua idea di vestire il Napoli con il marchio Napoli. Aurelio De Laurentiis non ha trovato l’accordo per il rinnovo con Kappa, forse non l’ha neanche cercato perché è convinto che abbia la forza di autoprodurre il materiale. Il presidente azzurro ha già commissionato i disegni ad Armani, si avvarrà della collaborazione di una ditta tessile e affiderà la distribuzione a sua figlia Valentina. Il patron, dunque, gestirà in autonomia anche marketing e merchandising legati alla questione maglie. È convinto che con quest’idea possano arrivare maggiori introiti per il club. Le maglie saranno prodotte direttamente dal club azzurro e non da uno sponsor tecnico, e disegnate da Giorgio Armani. De Laurentiis dà vita ad una nuova frontiera col Napoli che vestirà il marchio Napoli, occupandosi direttamente sia della produzione, già
affidata alla Onis Swiss, che della distribuzione. Nella conferenza stampa di mercoledì, probabilmente, verranno anche chiarite le linee guida per quel che riguarda la campagna trasferimenti. La priorità del sodalizio campano e del nuovo allenatore Spalletti resta quella del terzino sinistro. Il Direttore Sportivo Cristiano Giuntoli si muove su più tavoli, ma ancora non c’è l’ok del presidente De Laurentiis ad alcuna delle trattative imbastite: il Benfica chiede circa 15mln per Nuno Tavares e non accetta contropartite. Ma la priorità sulla fascia sinistra è Emerson Palmieri, per cui il Napoli ragiona con il Chelsea sulla fattibilità di entrambe le prospettive: acquisto a titolo definitivo o prestito con diritto di riscatto. Per il terzino dei blues, già allenato da Spalletti alla Roma, l’ingaggio di oltre 4mln, potrebbe essere un problema aggirato attraverso una spalmatura del contratto (quello attuale scade l’anno prossimo) e la legge di stabilità, ma serve pazienza e che non ci siano concorrenti più forti sul giocatore. Ma non solo Tavares ed Emerson Palmieri. C’è anche un altro nome, per il ruolo di terzino sinistro, che il Napoli sta seguendo qualora le trattative per gli altri due giocatori non dovessero concretizzarsi. Giuntoli ha ripreso i contatti con l’entourage di Kostantinos Tsimikas, l’esterno sinistro del Liverpool messo ai margini della rosa da Klopp, trattato a lungo già nell’estate dello scorso anno. Tifosi contro Trust, “ennesima perfida e immeritata mortificazione per
città” di Francesco La Monica Pochi attimi di respiro… prima di una nuova immersione in un mare ignoto. Così, metaforicamente parlando, può essere descritta la giornata del 25 giugno vissuta dai tifosi granata. Una giornata difficile, a tratti surreale, ma certamente storica. Già, perché a prescindere dalla effettiva, e definitiva, conclusione, il caso Salernitana farà giurisprudenza in ogni caso. Di fatti, la soluzione, arrivata in tarda serata tramite uno scarno e distaccato comunicato, è stata quella del trust di scopo finalizzato alla vendita della società. Fuori Lotito e Mezzaroma, dentro due istituti di credito che valuteranno le eventuali offerte entro e non oltre i prossimi sei mesi. Un’uscita di scena, se vogliamo, in pieno stile Lotito, trinceratosi, in compagnia del cognato, in un’inquietante silenzio che non ha fatto altro che agitare una piazza già ampiamente divisa in “Guelfi e Ghibellini”. Non una parola di rassicurazione, se non nell’immediato post vittoria di Pescara, né tantomeno una spiegazione più o meno esauriente sulle manovre adottate. E ciò, tanto per cambiare, a discapito di una piazza che, fatta eccezione per alcuni sedicenti distributori di patenti del tifoso, vive di Salernitana 365 giorni all’anno. A quanto pare, non è bastato il Radrizzani di turno, e/o altre più o meno reali offerte, a far vacillare il deus ex machina di Lazio e Salernitana, fin dal principio orientato verso la scelta dell’ormai famoso trust. Ora la palla passa alla FIGC, chiamata a valutare se sono stati rispettati i parametri di trasparenza e terzietà richiesti per l’iscrizione al campionato. Una situazione che resta, almeno per il momento, piuttosto intricata, visto che, in via Allegri, su qualche nome avrebbero già storto il naso, generale Ugo Marchetti, neo amministratore unico, su tutti. A regnare sovrana in città, dunque, è l’incertezza e, perché no, anche la paura di poter perdere ciò che è stato conquistato
meritatamente sul campo. «Penso che la soluzione Trust sia l’ennesima perfida e immeritata mortificazione che la città di Salerno e i suoi tifosi stanno subendo da parte di Lotito & co – dice Giovanni D’Amato, che poi aggiunge – Si doveva avere un piano B, invece il co-patron ha cercato in tutti i modi sotterfugi per andare contro le regole. Abbiamo festeggiato la Serie A con un magone sullo stomaco, consci di questa situazione. Non abbiamo avuto rassicurazioni, se non per qualche sporadico comunicato di facciata o poco più. Sempre poca chiarezza e tanta incertezza. Sarà pur vero che questa sia stata la migliore società avuta a Salerno, come dimostrano trofei e promozioni, ma se, nonostante tutto questo, la stragrande maggioranza dei tifosi non vedeva l’ora di liberarsene, evidentemente hanno fallito su un aspetto fondamentale ma fin troppo sottovalutato: il rispetto. Un vocabolo che probabilmente, a casa Lotito, deve essere sconosciuto». Preoccupazione che si evince anche dalle parole di Lorenzo Avallone: «Verosimilmente, per quanto ci possa essere “urgenza”, dubito si possa risolvere tutto a stretto giro. Ci manca l’ok della FIGC, i documenti per l’iscrizione, la perizia e quindi il valore del bene, la (ri)formulazione delle offerte, la valutazione di queste e l’eventuale atto che sancisca il passaggio di mano. Dunque, c’è preoccupazione per quello che sarà: squadra scarsa e striminzita, come sempre, in sede di ritiro. Evidente possibilità di alzare il prezzo e quindi trattative non facili. Mi chiedo, ma perché tutto questo? Perché la proprietà uscente ha preso tutto questo tempo? Temo una battaglia politica e legale. Temo un “Yonghong Li” vol. II. Sarebbe davvero la fine. Ogni scenario ipotizzabile ci vede presente ai nastri di partenza con un forte handicap. Sono molto preoccupato». Amaro il commento di Michele Ciaco, che pone l’accento sulla “anaffettività” degli ormai ex co-patron: «Avevano l’ultima possibilità di farsi apprezzare, ma hanno fallito pure quella. Eppure i vincenti hanno ragione, sempre. Loro però hanno torto, torto marcio, perché non è con un trofeo, una promozione o un traguardo raggiunto che mi faranno cambiare idea. A loro di Salerno e
della squadra non interessa niente. La Salernitana è semplicemente un’azienda, una SPA che deve dare profitto. Noi siamo tifosi e abbiamo, ovviamente, visioni differenti. Per noi la Salernitana è altro, e sappiamo cosa rappresenta per questa gente. Siamo noi che siamo “visionari”, e questo trust rappresenta l’ennesima offesa, l’ultima delle tante, a tifoseria e città nella sua interezza. In ogni caso, ringrazieremo sempre il sig. Lotito ed il sig. Mezzaroma. Chiunque verrà avrà un’eredità difficile sotto il profilo sportivo dati i risultati raggiunti, ma certamente avrà vita facile sotto l’aspetto umano. Ma tanto a lui, anzi a loro, di questo commento e di tanti altri poco importa. A noi importa una sola cosa: chiudete la valigia e tornatevene a Roma». Più ottimistico, invece, il pensiero di Pietro Robertazzi: «Sinceramente speravo in una soluzione più chiara e netta. A prescindere dalla formula adottata dalla ormai ex proprietà, spero venga allestita una buona squadra che possa puntare alla salvezza. Spero che la nuova proprietà, una volte per tutte, regali ai tifosi serenità e normalità. Da decenni ormai chi tifa Salernitana, per alterne vicende, è stato costretto a capirne di diritto fallimentare, beni immateriali e diritto societario. Sogno una società che ci faccia semplicemente parlare ed interessare al calcio giocato e null’altro». Dello stesso parere anche Carlo Greco, speranzoso che possa concludersi al più presto la vicenda con l’acquisizione da parte di Andrea Radrizzani: «La conclusione del trust era la più scontata. Trovare il “benefattore” che in pochi giorni desse ai co-patron gli 80 milioni richiesti era praticamente impossibile. I tempi, purtroppo, erano brevissimi per trattare, anche se resto convinto che Radrizzani voglia seriamente la Salernitana a prescindere. D’altronde mi chiedo: “quale vero imprenditore, in un momento come questo, si muove dalla sua sede per diversi giorni con jet privato solo per “mangiare mozzarelle”, o scomodare il suo legale italiano di fiducia e il suo braccio destro se non ha intenzioni serissime e concrete?” Sarò pazzo, ma sono convinto che in tempi brevi, e se il trustee lo permetterà, il signor Radrizzani sarà il
futuro presidente della Salernitana. Lotito e Mezzaroma, che ormai sono il passato, hanno solo pensato ai loro interessi personali. Altro che amore per la piazza, per la città, per i tifosi e quant’altro. Tutte chiacchiere da bar, tutta una farsa. La filosofia dei co-patron capitolini é sempre stata “muore un papa ( la Salernitana) e se ne nomina un altro ( il nuovo proprietario). L’importante é rimpinguare bene il proprio portafoglio cercando di massimizzare il proprio guadagno. Il tutto, ovviamente, dopo il venir meno delle enormi plusvalenze che il “giochino” Salernitana in B aveva garantito negli anni passati». In conclusione, il pensiero di Antonio Di Filippo: «Si tratta dell’ennesimo pastrocchio all’italiana, dove chi pone le regole è lo stesso che suggerisce come aggirarle. Di conseguenza Lotito, senz’altro per interessi personali, percorre una strada che la stessa Federazione aveva sbarrato, ma che adesso spalanca. Anche in questo caso si è salvata l’apparenza ma non la sostanza. Speriamo che qualcuno si avvicini realmente prima della scadenza del trust di scopo. Al momento, l’unico scopo intrapreso è stato quello di favorire, per l’ennesima volta, il signor Claudio Lotito». L’Agropoli con la Mariglianese, la Virtus Cilento con il San Giorgio: obiettivo finalissima di Christian Vitale Due salernitane per continuare il sogno, due salernitane a
caccia dell’impresa in trasferta per continuare a inseguire la promozione in Serie D. Sono partiti mercoledì i tanto attesi play-off di Eccellenza campana. Dopo 20 giorni di stop forzati, infatti, il CONI si è pronunciato dando ragione all’Agropoli sul ricorso presentato per la gara giocata contro il Buccino Volcei. Da qui la riammissione nella griglia della post-season della squadra guidata da Carmine Turco e l’estromissione di quella allenata da Mario Pietropinto. La sentenza di lunedì ha ridisegnato la classifica del girone E d’Eccellenza che ha visto la Virtus Cilento precedere l’Angri e l’Agropoli. Ad inizio stagione erano undici le salernitane presenti in Eccellenza. Castel San Giorgio, Costa d’Amalfi, Salernum Baronissi, Calpazio e Alfaterna non sono ripartite ad Aprile. Fuori al primo girone, concluso ad inizio mese, invece Faiano e Buccino. Oltre a Virtus Cilento, Angri ed Agropoli, impegnate nel girone E, nella griglia play-off un’altra formazione della nostra provincia ovvero la Scafatese, qualificata dal girone D. Mercoledì però le due squadre dell’agronocerino hanno perso lasciano la corsa verso la Serie D. Oggi pomeriggio Agropoli e Virtus Cilento tornano in campo alle ore 16:30 entrambe con l’obbligo di vincere. Dopo i successi con Cervinara e Albanova i due team del nostro territorio saranno di scena in trasferta. Per le cilentane la possibilità di successo anche alla fine dei supplementari, da disputare dopo l’eventuale parità finale al termine dei primi 90 minuti di gioco. Le truppe di Castiello e quella di Turco saranno opposte rispettivamente a due club solidi come San Giorgio e Mariglianese. In caso di vittoria in finale la Virtus troverebbe la vincente di Acerrana-Pomigliano mente all’Agropoli toccherebbe la vicnete del match Ischia-Pianura.
Napoli-Insigne: la distanza resta e il tempo passa di Giuseppe Vitolo NAPOLI – Il Napoli e l’entourage di Lorenzo Insigne dovranno ritrovarsi presto per trovare una soluzione al tanto agognato rinnovo. La volontà dell’attaccante pare chiara: vorrebbe continuare ad indossare la maglia azzurra. La volontà del capitano, però, da sola non basta: dopo un’annata così importante, non prende in considerazione ipotesi al ribasso per il nuovo contratto: a 30 anni sarà l’ultimo accordo importante della sua carriera e vuole quantomeno mantenere lo status attuale (guadagna 4,5 milioni di euro) aggiungendo qualche bonus. Vuole un ingaggio top in sostanza. Non gli dispiacerebbe la gestione in proprio dei diritti d’immagine, ma questo ha sempre rappresentato un punto fermo del club di De Laurentiis, è difficile spuntarla su questo aspetto. Insigne aspetta un segnale dalla società per organizzare un incontro e tracciare un percorso comune. La base di partenza è lo stesso trattamento ricevuto da Mertens al momento del rinnovo pianificato a febbraio 2020. Il belga ha mantenuto il suo stipendio da top e Insigne non vuole essere considerato diversamente. Quel che appare certo è che il capitano degli azzurri parlerà del proprio futuro con la società solo dopo gli Europei. La distanza su un accordo si lega al fatto che il Presidente De Laurentiis vorrebbe proporgli un rinnovo a 3,5 milioni di euro a stagione per le prossime quattro. Praticamente Lorenzo dovrebbe ridursi lo stipendio di un milione. Per questo motivo risulta difficile credere che Lorenzo possa accettare e dunque non è da escludere l’addio in caso di offerte da 25 milioni di euro. Neppure le parole di qualche giorno fa del diretto interessato dal ritiro di Coverciano hanno dissoluto dubbi ed enigmi sul futuro del talentuoso attaccante di Frattamaggiore: «Avevo due sogni da
sempre: giocare con la maglia del Napoli ed indossare la fascia. Li ho realizzati e sono non contento, stracontento. Non ho rimpianti. Ora penso a giocare con la Nazionale, dopo gli Europei parlerò con la società». E, nel frattempo, si susseguono quei rumors che vorrebbero Insigne lontano da quella che, da sempre, è casa sua. Il numero 10 della Nazionale rappresenta un’occasione di mercato, essendo ad un anno dalla scadenza. Il direttore sportivo del Barcellona Planes stravede per il capitano azzurro, lo segue da tempo e starebbe pensando di fare un tentativo nonostante la società blaugrana abbia già acquistato il Kun Aguero e Memphis Depay per l’attacco. Ma, al contempo, la volontà dei catalani è quella di dismettere almeno uno tra Philippe Coutinho e Ousmane Dembelé, per poi magari fiondarsi su Insigne. Non ci sono stati ancora contatti e ce ne saranno soltanto dopo queste eventuali cessioni. Napoli: La Salernitana deve giocare la Serie A Ribadiamo ancora una volta una verità indiscutibile più volte espressa in queste settimana di attenta valutazione della situazione. La Salernitana deve giocare la Serie A conquistata sul campo. È un diritto intangibile quali che siano le ipotesi gestionali portate alla valutazione delle autorità sportive. Per difendere questo diritto e tutelare la storia granata, la passione dei tifosi, la dignità di Salerno il Comune di Salerno è pronto, oltre a continuare a far sentire la sua ferma voce, anche ad iniziative legali ed istituzionali in ogni sede e con tutti gli strumenti disponibili.
Napoli, asse con l’Inter: scambio Petagna-Vecino NAPOLI – “Abbiamo parlato di un nome nuovo”. Così Beppe Riso ieri pomeriggio all’uscita dalla sede dell’Inter dopo l’incontro con la dirigenza nerazzurra. Tra i vari argomenti affrontati, l’agente ha proposto un altro suo assistito, Andrea Petagna, che al Napoli rischia di trovare (ancora) poco spazio chiuso da Victor Osimhen e Dries Mertens. All’Inter serve da due anni un vice Romelu Lukaku. Ecco perché l’unica soluzione può essere uno scambio con un giocatore di pari valore che soddisfi le esigenze di Luciano Spalletti. Il quale apprezza, per averli allenati, sia Roberto Gagliardini (gestito anche lui da Riso) sia Matias Vecino, entrambi potenzialmente in uscita dall’Inter in caso di buona proposta. Il Napoli punta tutto su Emerson Palmieri per la fascia sinistra. In cima alla lista dei desideri per il prossimo mercato c’è lui, l’oriundo italo-brasiliano fresco campione d’Europa col Chelsea e che ora sta giocando l’Europeo con l’Italia. Operazione sicuramente fattibile, visto che Emerson è anche un pupillo di Spalletti che l’ha lanciato a Roma, ma tutt’altro che semplice. L’ostacolo è soprattutto l’ingaggio di 4 milioni e 600 mila euro netti, perché il cartellino, con il contratto in scadenza 2022, potrebbe anche essere abbordabile. Ma il Napoli sta puntando a un’operazione complessa per abbattere il costo del cartellino e trovare una mediazione anche con l’ingaggio. Si potrebbe lavorare su un prestito con diritto o obbligo di riscatto, ma prima Emerson dovrebbe rinnovare il contratto col Chelsea almeno fino all’anno successivo. Gli azzurri sono ancora in silenzio stampa, quindi non possono parlare di Napoli-Verona, la famigerata ultima sfida di campionato costata l’accesso ai
gironi della Champions League. Ma un ex azzurro può eccome, e quindi ci pensa Marek Hamsik a rompere il silenzio. In un’intervista ad AS, l’ex capitano parla da tifoso e, come i tifosi, si mostra deluso per l’epilogo del campionato: “Non me l’aspettavo – racconta Marek, protagonista all’Europeo con la sua Slovacchia – Venivano da un finale di stagione spettacolare. Non so cosa sia successo, credo sia a causa della pressione e della posta in palio”. Porta chiusa invece per un suo ritorno in azzurro dopo la separazione avvenuta nel 2019: “Napoli mi manca, è la mia città e mi mancano i miei amici – dice Hamsik – Ma non credo ci sarà l’opportunità di un ritorno“. A 34 anni Marek Hamsik è pronto ad iniziare una nuova tappa in Turchia, al Trabzonspor. Per un ritorno a Napoli se ne parlerà magari a fine carriera, probabilmente in veste diversa da quella di calciatore che per ora lo vede sposare l’ambizioso progetto del club di Trebisonda. Questione di carattere, insomma, quello che è mancato anche a Fabiàn Ruiz, di fatto il suo erede in azzurro. L’investitura di Hamsik è di quelle importanti: “Scegliere Napoli è stata una grande decisione per lui – spiega Marek – Ora potrebbe giocare tranquillamente in uno dei top club spagnoli, ma spero rimanga a Napoli per fare grandi cose”. La speranza di Hamsik è anche quella di tutti gli altri tifosi partenopei. Capitan Roberto Breda a Vietri sul mare per la prima di “Granata Football Day” di Monica De Santis Grande, grandissimo, successo a Vietri sul Mare, per la prima
edizione del “Granata Football Day”, l’evento organizzato dal club Vietri Supporters con l’importante collaborazione dell’ASD Vietri Raito. Questa prima edizione, che come abbiamo detto, ha riscosso un successo incredibile, è stata rivolta ai ragazzini nati tra il 2010 e il 2013 ed ha visto una folta partecipazione di allievi che hanno partecipato ad una seduta di allenamento diretta magistralmente dal tecnico ed indimenticato capitano granata e fine centrocampista Roberto Breda. Breda lo ricordiamo arrivò alla Salernitana nel 1993. E con la Salernitana disputò 192 partite fino al 1999, anno in cui si trasferì al Parma. Sul campo da calcio a 5 di Molina di Vietri sul Mare il mister, dopo un iniziale colloquio con il gruppo, ha proposto una serie di esercizi mirati allo sviluppo dei fondamentali per poi concludere con una partitina.
Entusiasta per la riuscita dell’iniziativa mister Breda ha invitato tifosi e istruttori a spronare i più giovani spingendoli ad avvicinarsi al gioco del calcio e alla Salernitana, squadra che porta ancora nel cuore. Subito dopo l’allenamento mister Breda si è dedicato a firmare autografi e a farsi foto con i giovanissimi atleti e con i tanti tifosi accorsi per assistere alla lezione. Al temine della serata c’è stato anche il taglio della torta celebrativa. Una torta nel cui centro vi era una foto di mister Breda con la maglietta numero 4 della Salernitana.
Salernitana, ci siamo: Radrizzani prova a chiudere di Marco De Martino SALERNO Andrea Radrizzani è ad un passo dalla Salernitana. L’ultimo rilancio da parte dell’imprenditore milanese, proprietario del Leeds United, sembra aver sortito gli effetti sperati. Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, ormai stremati dalla battaglia con la Figc per l’approvazione del trust, sembrano decisi a passare la mano a Radrizzani per una cifra di poco superiore ai 50 milioni di euro. Nell’incontro fiume tenutosi ieri tra le parti sarebbero stati limati gli ultimi dettagli e la fumata bianca potrebbe arrivare a breve. Radrizzani ha anche accettato di concedere a Lotito un bonus economica in base ai risultati raggiunti. E poi c’è da chiarire la posizione di Mezzaroma. Come ultima ancora di salvezza, nel malaugurato caso dovesse saltare tutto con il patron del Leeds, Lotito e Mezzaroma proverebbero nuovamente con il trust naturalmente sottostando alle condizioni - rigidissime- imposte della Federcalcio. La giornata di ieri è ancora una volta trascorsa in un susseguirsi di voci, annunci e smentite, con i tifosi granata ormai devastati dalla snervante attesa. A Roma si sono incontrate le parti in causa, le quali hanno provato a limare gli ultimi dettagli gettando le basi per l’atto di vendita da stipulare davanti al notaio. Una svolta arrivata anche grazie all’arrivo nel nostro Paese di Radrizzani. Dopo aver formulato la prima offerta due settimane or sono, l’imprenditore ha rotto gli indugi decidendo di presentarsi a Paestum già dallo scorso fine settimana per effettuare il rilancio e per parlare faccia a faccia con Lotito e Mezzaroma. I 50 milioni di euro circa offerti dal numero uno del Leeds pare abbiano convinto definitivamente i due co-patron a cedere e, dopo il summit di ieri, oggi potrebbe arrivare l’annuncio ufficiale. Oggi, se
Lotito dice sì, ci sarà la fumata bianca Ormai ci siamo: alla Salernitana sta per cominciare una nuova era. L’Angri a Pianura, l’Agropoli fa visita al Cervinara, la Virtus Cilento ospita l’Albanova SALERNO – Partono oggi i tanto attesi play-off di Eccellenza campana. Dopo 20 giorni di stop forzati, infatti, ieri il CONI si è pronunciato dando ragione all’Agropoli sul ricorsopresentato per la gara giocata contro il Buccino Volcei. Da qui la riammissione nella griglia della post-season della squadra guidata da Carmine Turco e l’estromissione di quella allenata da Mario Pietropinto. La sentenza di ieri ha ridisegnato la classifica del girone E d’Eccellenza che ha visto la Virtus Cilento precedere l’Angri e l’Agropoli. Ad inizio stagione erano undici le salernitane presenti in Eccellenza: sei di loro sono ripartite ad aprile con Faiano e Buccino fuori nel girone iniziale concluso ad inizio mese. Oltre alle due cilentane sono presenti nella griglia play-off altre due squadre della nostra provincia: l”Angri e la Scafatese. Per l’Angri c’è l’ostacolo Pianura mentre la Scafatese se la vedrà col San Giorgio. Per la Virtus Cilento del tecnico Domenico Castiello primo turno dei play-off tra le mura amiche dello stadio “Ardisani” dove arriverà alle ore 16:30 l’Albanova di Ivan De Michele. Ai virtussini potrebbe bastare il pareggio dopo 120′ minuti per approdare al turno successivo, mentre in caso di sconfitta a passare sarebbero gli ospiti, giunti terzi nel girone A. Per il match contro i
casertani l’ingresso allo stadio sarà gratuito. I delfini agropolesi, invece, saranno invece impegnati in trasferta contro la prima della classe del girone D d’Eccellenza. Allo stadio “Canada-Cioffi” di Cervinara i cilentani contenderanno, infatti, il pass per la semifinale al team avellinese presieduto da Michele Giordano. Per Margiotta e compagni l’unico risultato utile per continuare la corsa nella post- season è quello della vittoria, raggiungibile anche nei tempi supplementari.In caso di qualificazione Virtus Cilento e Scafatese si affronterebbero in semifinale mentre all’Agropoli toccherebbe la vincente di Mariglianese-Napoli United. Infine l’Angri, in caso di passaggio del turno affronterà la vincente di Ischia-Palmese.
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