FOSSILI E DINOSAURI Dino Ticli - edizioni Lapis
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Dino Ticli FOSSILI E DINOSAURI La scienza sulle tracce di draghi e altri incredibili mostri illustrazioni di Fabio Magnasciutti © 2007 Edizioni Lapis Prima ristampa maggio 2009 Tutti i diritti riservati, riproduzione vietata ISBN: 978-88-7874-076-1 Edizioni Lapis Via Francesco Ferrara, 50 00191 Roma e-mail: lapis@edizionilapis.it www.edizionilapis.it Finito di stampare nel mese di maggio 2009 presso Grafica Nappa - Aversa (CE)
QUANDO I GIGANTI POPOLAVANO LA TERRA Introduzione I giganti con un occhio solo Volare con un drago, ascoltare il canto delle sirene, Ricordate l’appas- farsi portare sulle spalle da un gigante con cinquanta teste: sionante storia del re sarebbe bellissimo, sempre che il drago non sputi fuoco, greco Ulisse e dei suoi che le sirene non ci tolgano la ragione, che i giganti non compagni nella terra siano troppo cattivi e che con le loro cinquanta bocche… del ciclope Polifemo, non parlino troppo! un sanguinario gigante che il coraggioso Ulisse In effetti, in tanti antichi miti, presenti praticamen- accecò, conficcando un grosso tronco nel suo unico occhio? te in ogni parte del mondo, ricorrono più o meno le stes- Pur avendo tremato per la sorte degli eroi greci, molti dei se figure mostruose. Forse si tratta di un modo per spie- quali morirono proprio per mano di Polifemo, nessuno di gare le forze della natura, incontrollabili in tante loro noi avrà pensato alla reale esistenza di simili mostri. manifestazioni, come i potenti tuoni, i fulmini accecanti, Eppure… facciamo un salto indietro nel i terremoti e i maremoti devastanti, la rabbia esplosiva tempo e sentiamo cosa può dirci dei vulcani. Omero, il padre dell’Odissea. La mitologia indù credeva, ad esempio, che vivessero otto possenti elefanti a fare da pilastri nelle profondità – Signor Omero lei ci ha raccontato della terra; quando uno di loro si stancava, scuoteva la le gesta di eroi, avventure però testa, causando i terremoti. incredibili e spesso ricche di perso- Grifoni, draghi, serpenti di pietra, dita del diavolo, naggi fantastici. Ad esempio, diavoli ballerini, unicorni, cavalli del tuono, Ciclopi… Polifemo… ogni mitologia è popolata da queste misteriose creature. – Ti fermo subito. Io sono un uomo di lettere e non uno Ma siamo sicuri che siano solo frutto della fantasia? E scienziato; i miei eroi affondano le loro radici nei rac- i nostri antenati credevano davvero nella loro esistenza? conti tramandati oralmente dai miei antenati e anche Polifemo, che mi è servito per descrivere le peripezie di Attraverso questo libro potrai ascoltare come sono Ulisse, fa parte di questi racconti che ci sono stati andate le cose direttamente dalla bocca di coloro che lasciati in eredità. hanno creato i miti o sono vissuti quando draghi, sirene e giganti esistevano davvero… almeno per loro! – Vuol dire che non è una sua invenzione fantastica? 5
– Beh, qualcosa ci ho messo anch’io, però ti assicuro che – Potete raccontarci come avete scoperto l’esistenza dei Ciclopi? si tratta di un’antica leggenda, forse con un fondo di – Qualche anno fa, stavamo risalendo i fianchi di verità. un’aspra collina alla ricerca di alcune pecore che si – Non vorrà farci credere che i Ciclopi siano davvero esisti- erano allontanate dal resto del gregge. Con una torcia ti… rischiaravamo le ombre della sera. Io, Kephalos, sentii un verso e allora mi diressi con sicurezza fino all’entra- – Te l’ho detto: non sono uno scienziato, però le voci sulla ta di una grotta dalla quale usciva chiaramente un bela- loro reale esistenza sono insistenti. Prima che tu mi to. Avevamo un po’ paura, ma alla fine Diocles prese la chieda altro, ti consiglio di recarti in Sicilia, là dove ci torcia e decise di entrare… sono alcune nostre colonie. È da quei luoghi che arriva- no queste voci. – … e scommetto che nella grotta avete E allora spostiamoci in Sicilia, qualche decennio trovato i giganti! prima di Omero, dove stanno sorgendo le prime colonie greche. È sera e due agricoltori, Kephalos e Diocles, sono – Se li avessimo tro- appena rientrati a casa con il vati davvero, in loro gregge di pecore. carne e ossa, non saremmo qui a rac- contarti la nostra avventura. Però Diocles, dopo aver fatto uscire le pecore, disse di aver visto qualcosa di molto strano emergere dalla terra sul fondo della grot- ta e rientrò. Il tempo passava e io cominciavo a preoc- cuparmi, quando lo vidi uscire con un enorme teschio tra le mani. “Per tutti gli dèi dell’Olimpo!” esclamai inorridito. Era la cosa più strana e spaventosa che aves- simo mai visto; grande come cinque o sei teste umane messe insieme, possedeva un’enorme cavità proprio al centro della fronte. Non c’erano dubbi: quella era la testa di un gigante con un occhio solo, sepolto in quel- la grotta chissà da quanto tempo. – E allora che cosa avete fatto? 6 7
– Abbiamo pensato di scappare, ovviamente: se vi fosse- Sono uomini o animali? ro stati altri giganti vivi nelle vicinanze? Tuttavia era In effetti, oltre ad Omero, il filosofo greco Empedocle poco probabile: esseri così grossi li avremmo già incon- trati da tempo. Quindi erano tutti scomparsi per sem- da Agrigento, vissuto tra il 500 e il 400 a.C., racconta di pre nella notte dei tempi, e le loro ossa erano state rico- numerose caverne siciliane nelle quali sono state rinvenu- perte dalla polvere dell’oblio. te testimonianze di una stirpe di uomini giganteschi oggi scomparsa. – Molto poetico, dovresti fare il letterato anche tu. Il poeta latino Ovidio (43 a.C.-18 d.C. circa), nel suo – Però siamo solo pastori e allora abbiamo deciso di por- libro Le Metamorfosi, rifacendosi al poema di Omero e alle tare al villaggio la nostra scoperta. Da allora abbiamo ossa che continuavano a emergere dalle caverne siciliane, trovato molti altri resti di Ciclopi in quella grotta e narrò le vicende del pastorello Aci e della ninfa Galatea. anche in altre. Doveva essere un popolo numeroso un La loro storia d’amore era osteggiata proprio dal ciclo- tempo. Devo dirti la verità: non mi dispiace che simili pe Polifemo che, invaghito della bellissima ninfa, arrivò a orrende creature siano scomparse per sempre. uccidere il giovane Aci scagliando- gli contro un enorme masso. Ma – Forse, però, non sono mai gli dèi ebbero pietà del giovane esistite… Aci e trasformarono il suo sangue – Vuoi mettere in dubbio la in un torrente che, dalle pendici nostra parola? Che mi dici dell’Etna, si gettava in mare tra le allora di questo teschio? braccia di Galatea che assunse Guarda il grande buco al l’aspetto di spuma bianca. centro della fronte: conte- neva sicuramente un occhio In tempi più recenti, perfino enorme e questo prova che il poeta Boccaccio (1313-1375) si tratta proprio di un riferisce di resti spaventosi, le teschio di Ciclope! “ossa di Polifemo”, rinvenuti in una grotta presso Trapani. – Avete parlato con qualcun Adesso tutto appare chiaro: i altro della vostra scoperta? racconti sui giganti con un occhio – Vuoi dire con gli stranieri? Beh, siamo vicini alla costa solo non sono frutto della sola fan- e qui passano numerosi forestieri. Ultimamente alcuni tasia, ma hanno un fondo di verità. arrivano proprio per ammirare i resti dei giganteschi E le ossa di Polifemo stanno lì Ciclopi. a dimostrarlo. 8 9
Tuttavia, è il caso di com- Nei musei a caccia di indizi piere osservazioni più precise Un salto nel museo di paleon- sul teschio che i pastori ci tologia “Gemmellaro” dell’U- hanno mostrato. niversità di Palermo risolve ogni Nella parte superiore appa- dubbio: ecco, perfettamente mon- re tozzo e ampio, in quella tato, lo scheletro di un bell’esem- inferiore si restringe diven- tando prominente; e poi quel plare di Elephas mnaidriensis, un foro al centro della fronte pachiderma abbastanza piccolo risalente alla seconda ricorda qualcosa di già visto. metà del Pleistocene medio, intorno a 200.000 anni fa. Infatti, basta guardare le immagini di un buon libro di Questo animale poteva raggiungere l’altezza di circa zoologia per accorgersi che assomiglia fin troppo al cranio un metro e novanta, decisamente poco rispetto ai tre degli attuali elefanti: l’ampia cavità non è quella di un metri e cinquanta dell’elefante africano e agli oltre quat- occhio ma del naso, da dove parte insomma la lunga pro- tro metri del suo antenato Elephas antiquus. Insieme ai boscide dei pachidermi; una confusione possibile se non suoi resti, sono stati trovati altri erbivori: cinghiali, uri, si conosce bene l’anatomia comparata (la scienza che stu- bisonti, cervi, daini, ma anche tanti simpatici ippopotami dia forma e struttura degli di piccola taglia, stranamente anch’essi nani. animali). Prima di usci- Se osserviamo ancora re dal museo, un con attenzione, scopriamo altro resto attira la che ai lati del teschio sici- nostra attenzione: liano si aprono, molto meno evidenti e impres- sionanti, due piccole cavità orbitali, proprio lì dove hanno gli occhi anche gli elefanti attuali. Ormai siamo sulla buona strada per svelare il miste- ro, ma una differenza balza fin troppo evidente all’occhio: si tratta ancora di un elefante, le forme e le zanne ce lo i crani siciliani sono molto più piccoli di quelli dei dicono chiaramente, ma decisamente più piccolo del pre- mastodonti preistorici e degli elefanti contemporanei. cedente. Stentiamo a credere ai nostri occhi, eppure è lì, Insomma, invece che con resti di uomini giganti, pare in tutta la sua bassezza: raggiunge a malapena i novanta che abbiamo a che fare con quelli di elefanti nani. centimetri, più o meno come un grosso cane! 10 11
Si tratta dell’Elephas falconeri, il pachiderma più pic- ecc. Charles Darwin (1809-1882), il colo mai esistito, vissuto in Sicilia circa 500.000 anni fa. padre dell’evoluzionismo, potrebbe Veniamo a sapere che nel museo paleontologico “La darci qualche risposta. Sapienza” di Roma ci sono i resti di un’intera famiglia: il padre, “zannuto”, la madre e due elefantini di dimensio- – Professor Darwin, può fornirci qualche ni microscopiche, che ciascuno di noi avrebbe potuto informazione sugli animali insulari? prendere in braccio senza problemi. E tutti con un bel foro in mezzo alla fronte, punto di attacco della probosci- – Niente di più facile. Io ho navigato de, come ormai sappiamo, e provenienti dalla Sicilia. in lungo e in largo nei mari del Abbiamo dunque svelato la nascita di uno dei più mondo, ho conosciuto molte isole e mi sono fatto suggestivi e conosciuti miti dell’antichità e anche il per- un’idea abbastanza chiara degli animali che ci vivono ché Omero e i suoi contemporanei pensavano che i attualmente. Ciclopi fossero mangiatori di uomini: le grotte siciliane – E cioè? sono piene di ossa di tanti animali, alcuni più grandi altri meno, scambiate per i resti dei pasti, anche umani, di – Ho notato che molti quei feroci giganti. animali hanno delle Tuttavia, rimane una giusta curiosità: come sono forti rassomiglianze con potuti comparire nel corso dell’evoluzione elefanti così quelli abitanti sui vici- piccoli? ni continenti e quindi ho ipotizzato che fosse- Giganti nani e ro legati da stretti rap- porti di parentela. nani giganteschi – Vuole dirci che un tempo vivevano insieme? Non solo elefanti nani, ma come abbiamo – Certamente! detto anche altri ani- – Allora si tratta di casi di immigrazione animale… mali come gli ippopo- tami. Si tratta ad esem- – Proprio così. Può sembrare strano, ma ho scoperto che pio dell’Hippopotamus pentlandi, alto poco più di un metro e tanti animali sono in grado di spostarsi usando occasio- venti centimetri e contemporaneo dell’Elephas mnaidriensis. nali mezzi di trasporto come tronchi galleggianti o Oltre che in Sicilia, su altre isole del Mediterraneo grandi semi. Alcuni più piccoli possono essere traspor- sono stati scoperti resti di grandi mammiferi ridotti a tati dal vento. In questo gli uccelli e i pipistrelli sono piccole dimensioni: ippopotami ancora più piccoli, cervi facilitati dalle ali. 12 13
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