FEDERIGO ENRIQUES Livorno - LICEO SCIENTIFICO STATALE - Licei Enriques
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LICEO SCIENTIFICO STATALE FEDERIGO ENRIQUES Livorno Via della Bassata 19/21 57126 LIVORNO Tel. 0586 813631 - C.F. 80005300498 -C. M.: LIPS010002- CUU: UF1W07 e-mail: info@liceoenriques.edu.it – lips010002@pec.istruzione.it https://www.liceoenriques.edu.it CIRC 617 Livorno, 14/05/2020 Agli Alunni e, per loro tramite, ai loro Genitori Ai Docenti e, p.c., al Personale ATA Oggetto: 23 MAGGIO “GIORNATA DELLA LEGALITÀ” - Il sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino e delle loro scorte. Il 23 maggio del 1992, alle 17,58, “l'ora del massacro, l'ora dell'infamia, dell'orrore, della morte”, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, a pochi chilometri da Palermo, la mafia uccide Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, i poliziotti della "Quarto Savona 15". Il 19 luglio 1992, alle ore 16.58, in via Mariano D’Amelio 21, a Palermo, sotto il palazzo dove viveva la madre, la mafia uccide il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. In un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui chiunque conosce il sacrificio e le rinunce per le restrizioni dovute all’attuale emergenza mondiale, sarà più facile comprendere, in occasione della “Giornata della Legalità” in ricordo di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e di tutte le vittime della mafia, che coincide con il 28° anniversario della strage di Capaci, la grandezza del senso del dovere che ha guidato i giudici Falcone, Borsellino e coloro che insieme a loro hanno perso la vita,che hanno rinunciato alle abitudini, agli affetti ed alla serenità in nome di principi supremi che dovrebbero guidare ogni cittadino: lealtà, giustizia e legalità.
LICEO SCIENTIFICO STATALE FEDERIGO ENRIQUES Livorno Via della Bassata 19/21 57126 LIVORNO Tel. 0586 813631 - C.F. 80005300498 -C. M.: LIPS010002- CUU: UF1W07 e-mail: info@liceoenriques.edu.it – lips010002@pec.istruzione.it https://www.liceoenriques.edu.it Riflettiamo allora sull’esempio di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, due magistrati, due cittadini, due uomini e sul significato del loro impegno nella lotta contro la criminalità. Di seguito propongo alcuni documenti da utilizzare, eventualmente, per la riflessione. Da “Cose di cosa nostra”, di Giovanni Falcone [...] occorre sbarazzarsi una volta per tutte delle equivoche teorie della mafia figlia del sottosviluppo, quando in realtà essa rappresenta la sintesi di tutte le forme di illecito sfruttamento delle ricchezze. Non attardiamoci, quindi, con rassegnazione, in attesa di una lontana, molto lontana crescita culturale, economica e sociale che dovrebbe creare le condizioni per la lotta contro la mafia. Sarebbe un comodo alibi offerto a coloro che cercano di persuaderci che non ci sia niente da fare. Certo dovremo ancora per lungo tempo confrontarci con la criminalità organizzata di stampo mafioso. Per lungo tempo, non per l'eternità: perché la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Da “Oltre il muro dell’omertà”, di Paolo Borsellino Palermo, S. Ernesto, Veglia del 23 giugno 1992 Una vita spesa per Amore Ricordo la felicità di Falcone, quando in un breve periodo di entusiasmo conseguente ai dirompenti successi originati dalle dichiarazioni di Buscetta, egli mi disse: «La gente fa il tifo per noi». E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l’appoggio morale della popolazione dà al lavoro del giudice. Significava soprattutto che il nostro lavoro, il suo lavoro stava anche smuovendo le coscienze, rompendo i sentimenti di accettazione della convivenza con la mafia, che costituiscono la vera forza di essa. Questa stagione del «tifo per noi»sembrò durare poco perché ben presto sopravvennero il fastidio e l’insofferenza al prezzo che alla lotta alla mafia, alla lotta al male, doveva essere pagato dalla cittadinanza.
LICEO SCIENTIFICO STATALE FEDERIGO ENRIQUES Livorno Via della Bassata 19/21 57126 LIVORNO Tel. 0586 813631 - C.F. 80005300498 -C. M.: LIPS010002- CUU: UF1W07 e-mail: info@liceoenriques.edu.it – lips010002@pec.istruzione.it https://www.liceoenriques.edu.it Insofferenza alle scorte, insofferenza alle sirene, insofferenza alle indagini, insofferenza a una lotta d’amore che costava però a ciascuno, non certo i terribili sacrifici di Falcone, ma la rinuncia a tanti piccoli o grossi vantaggi, a tante piccole o grandi comode abitudini, a tante minime o consistenti situazioni fondate sull'indifferenza, sull’omertà o sulla complicità. [...] Muore e tutti si accorgono quali dimensioni ha questa perdita. Anche coloro che per averlo denigrato, ostacolato, talora odiato e perseguitato, hanno perso il diritto di parlare!! Nessuno tuttavia ha perso il diritto, anzi il dovere sacrosanto, di continuare questa lotta. Se egli è morto nella carne ma è vivo nello spirito, come la fede ci insegna, le nostre coscienze se non si sono svegliate debbono svegliarsi. La speranza è stata vivificata dal suo sacrificio. Dal sacrificio della sua donna. Dal sacrificio della sua scorta. Molti cittadini, ed è la prima volta, collaborano con la giustizia. Il potere politico trova il coraggio di ammettere i suoi sbagli e cerca di correggerli, almeno in parte, restituendo ai magistrati gli strumenti loro tolti con stupide scuse accademiche. Occorre evitare che si ritorni indietro. Occorre dare un senso alla morte di Giovanni, della dolcissima Francesca, dei valorosi uomini della sua scorta. Sono morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera. Facendo il nostro dovere; rispettando le leggi anche quelle che ci impongono sacrifici; rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne (anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro); collaborando con la giustizia; testimoniando i valori in cui crediamo, in cui dobbiamo credere, anche dentro le aule di giustizia; Troncando immediatamente ogni legame di interesse, anche quelli che ci sembrano innocui, con qualsiasi persona portatrice di interessi mafiosi, grossi o piccoli; accettando in pieno questa gravosa e bellissima eredità di spirito; dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo. Da “La speranza non è in vendita”, di Luigi Ciotti Un diffuso analfabetismo etico Per combattere efficacemente le mafie e tutto ciò che le alimenta sono necessari, in conclusione, strumenti adeguati: giuridici, investigativi, economici, educativi, sociali, culturali. Ed è
LICEO SCIENTIFICO STATALE FEDERIGO ENRIQUES Livorno Via della Bassata 19/21 57126 LIVORNO Tel. 0586 813631 - C.F. 80005300498 -C. M.: LIPS010002- CUU: UF1W07 e-mail: info@liceoenriques.edu.it – lips010002@pec.istruzione.it https://www.liceoenriques.edu.it necessario il concorso di tutti: della politica, delle associazioni, delle Chiese, delle amministrazioni, della scuola, dell'università, dello sport, dei sindacati, dell'industria. Ma nessun cambiamento sarà mai possibile se non partiremo da noi stessi, da una personale assunzione di responsabilità. Come ci ricordava Rita Atria - la giovane siciliana che, a soli 17 anni, divenne testimone di giustizia, dopo la morte del fratello, ucciso in un regolamento di conti-la lotta alle mafie muove dalla nostra coscienza, dallo smascherare le sottigliezze della "legalità sostenibile", malleabile a seconda delle circostanze, ossia finché le regole non cozzano con i nostri interessi. Presenti da più di un secolo, le mafie hanno trovato inedite sponde nella "società dell'io", del narcisismo, nel suo diffuso analfabetismo etico. Solo costruendo una "società del noi", solo purificando le nostre relazioni sociali, possiamo sperare, davvero, di voltare pagina. Un lungo cammino in nome di Giovanni di Maria Falcone Sorella del magistrato ucciso e presidente della Fondazione Falcone 20 mag 2017 http://mafie.blogautore.repubblica.it/ È con grande emozione che mi preparo a vivere il venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio perché, come tutti gli anniversari importanti, è obbligatorio fare dei bilanci, valutare il cammino realizzato e programmare i traguardi da raggiungere. Guardando alle migliaia di giovani che, accorsi da tutta Italia, sfilano con variopinti striscioni per farsi portatori delle idee di Giovanni e Paolo, penso che in venticinque anni è stato compiuto un cammino, un tempo impensabile. All'indomani dell’uccisione di Giovanni e Paolo la speranza sembrava aver abbandonato la nostra città e la nostra isola e qualcuno si ricorderà ancora le parole terribili di Antonino Caponnetto (“Tutto è finito”). Eppure i cittadini di Palermo, la parte migliore di essi, non si diedero per vinti e seppero trasformare la loro disperazione in protesta e impegno. Allora, venticinque anni fa, anche io mi feci forza e mi ricordai delle parole di Giovanni, che la mafia non può e non deve essere ridotta a solo fatto criminale, ma che è anche un fatto culturale che solo un “tenace, duro impegno collettivo” può arginare. Queste parole si trasformarono in volontà di reagire attraverso l’educazione dei giovani, che hanno ancora la vita e le scelte importanti davanti a loro. Così da venticinque anni con la Fondazione Falcone ci siamo impegnati ad andare nelle scuole per minare alla radice la subcultura mafiosa fatta di raccomandazioni, clientele, privilegi e violenza contrapponendole un modello culturale alternativo, fondato sul rispetto della persona, la valorizzazione dei meriti di ciascuno, sul “senso dello Stato”, unico modello che garantisce il progresso della persona e della collettività. Se oggi i giovani conoscono Giovanni e vogliono continuare la sua battaglia di civiltà la nostra gratitudine va a quelle istituzioni che da venticinque anni sono al nostro fianco, e all’impegno dei tantissimi docenti che quotidianamente con dedizione e passione ci aiutano nella trasmissione di quei valori. Allo stesso tempo questo è anche il momento di guardare a quanto lavoro rimane ancora da fare: ce lo dicono quelle targhe dedicate a Giovanni e Paolo che il mese scorso a Milano sono
LICEO SCIENTIFICO STATALE FEDERIGO ENRIQUES Livorno Via della Bassata 19/21 57126 LIVORNO Tel. 0586 813631 - C.F. 80005300498 -C. M.: LIPS010002- CUU: UF1W07 e-mail: info@liceoenriques.edu.it – lips010002@pec.istruzione.it https://www.liceoenriques.edu.it state imbrattate di vernice; ce lo dicono le scritte che sono spuntate due mesi or sono a Locri contro chi si dedica alla cultura dell’antimafia. Esse ci ricordano che la mafia teme la cultura e ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta, ma che il percorso è ancora lungo. E allora i giovani che oggi con colori vivaci marciano per le strade di Palermo e manifestano nelle piazza di tante città d'Italia, rappresentano la speranza di cambiamento e la gioia di condividere gli ideali di Giovanni, anche quando significa remare controcorrente e costa sacrificio. Giovanni sarebbe fiero di questi ragazzi e penso che il futuro del nostro Paese è nelle loro mani. Da “È così lieve il tuo bacio sulla fronte”, di Caterina Chinnici Se penso a quello scorcio degli anni Settanta, al fatto che successe tutto allora, grandi gioie, grandi dolori, grandi intuizioni –e che papà per seguire queste ultime ci rimise giorno per giorno pezzi di libertà, si serenità, di sicurezza – non posso che ringraziare il Signore per avergli messo accanto, fra tutti, proprio Paolo Borsellino. È stato per lui un amico vero, con il quale aveva un rapporto serio e profondo, poteva condividere i pesi, le tensioni, e del quale poteva fidarsi come di se stesso. I primi tempi li ho “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, visti anche ridere insieme –peccato non avergli fatto una qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi fotografia. ma come avremmo potuto immaginare di quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza arrivare a rimpiangere, anni dopo, di non aver della dignità umana.” immortalato un momento così normale? Erano uomini, erano amici, erano simpatici: ridevano. Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Nedi Orlandini Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 c. 2 D. Lgs 39/93
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